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Riassunto L'atto della lettura - Iser, Sintesi del corso di Estetica

Riassunto del libro L'atto della lettura di Iser per esame di Estetica

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
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Caricato il 20/12/2019

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sarah-1795 🇮🇹

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Scarica Riassunto L'atto della lettura - Iser e più Sintesi del corso in PDF di Estetica solo su Docsity! L’ATTO DELLA LETTURA - W. ISER (fenomenologo) Parla di: - Piacere della lettura - Interazione fra testo e lettore (afferrare un testo) - Punto di vista errante/mobile/vagante - Correlati del punto di vista errante/mobile/vagante - Esperienza Tutto il lavoro di Iser si concentra sulle operazioni svolte dal lettore per afferrare il testo, comprenderlo e farci qualcosa. Interazione fra testo e lettore Il testo è guida riguardo ciò che si deve produrre, e quindi non può esso stesso essere il prodotto. Presenta i dati e li usa con lo scopo di assicurarne la comprensione (norme sociali, valori, ecc) Le strutture testuali e gli atti strutturati di comunicazione sono i due poli dell’atto di comunicazione. Il transfert dal testo al lettore dipende dalle capacità del testo di attivare le facoltà individuali di percezione e manipolazione del lettore (testo come correlativo nella coscienza del lettore). La funzione del testo non è soltanto quella di presentare i dati, ma anche di usarli allo scopo di assicurare la sua comprensione. La lettura non è un processo a senso unico. Il modo in cui viene ricevuto un testo dipende sia dal lettore che dal testo (processo di lettura come interazione dinamica fra testo e lettore. I segni linguistici e le strutture del testo sviluppano la comprensione. Sfuggono a un controllo totale del testo stesso  ciò forma la base della dimensione creativa della lettura = Tristram Shandy (Sterne) Autore e lettore devono condividere l’immaginazione. Il piacere del lettore inizia quando egli è produttivo, cioè quando il testo gli consente di mettere in gioco le sue facoltà. Il punto di vista mobile/errante/vagante Il testo intero non può essere percepito in un solo istante. L’oggetto del testo può solo essere immaginati grazie a diverse fasi consecutive di lettura. Noi siamo sempre al di fuori dell’oggetto dato, mentre siamo collocati all’interno del testo letterario (Al di fuori dell’oggetto, ma all’interno del testo letterario, che funge da guida). La relazione testo/lettore non si configura come una relazione oggetto/osservatore, ma come soggetto/oggetto: si dà un punto di vista mobile che viaggia lungo l’interno di ciò che deve cogliere. Modo di afferrare un oggetto che esiste solo in letteratura. Il punto di vista errante del lettore è, allo stesso tempo, afferrato e trasceso dall’oggetto che deve essere appreso. L’oggetto estetico, sottoposto al pdv mobile, non può essere identificato con alcuna delle sue manifestazioni durante il flusso temporale di lettura. L’incompletezza di ciascuna manifestazione richiede delle sintesi che provocano il transfert del testo nella coscienza del lettore. Incompletezza = sintesi (oggetto)  transfert del testo al lettore = riorganizzazione continua. Ogni sintesi viene ripresa da quella successiva. Le unità sintattiche delle frasi sono ‘pezzi’ residuali destinati alla percezione all’interno del testo letterario. (Ingarden) Le frasi si uniscono in modi diversi per formare unità semantiche di un ordine superiore. I correlati di frasi si intersecano costantemente, dando origine infine al compimento semantico al quale miravano. Compimento che non ha luogo nel testo, ma nel lettore, che deve attivare l’interazione dei correlati prestrutturati mediante la sequenza di frasi. Le frasi avviano un processo che porterà alla formazione dell’oggetto estetico come un correlato nella mente del lettore. Husserl Gli indici semantici delle frasi individuali implicano sempre delle aspettative = protensioni. Dato che questa struttura inerisce a tutti i correlati intenzionali di frasi, la loro interazione porterà alla modificazione delle aspettative. La posizione del lettore nel testo è nel punto d’intersezione tra ritenzione e protensione. Ogni correlato di frasi contiene una sezione vuota che guarda in avanti al prossimo correlato e una sezione retrospettiva che risponde alle aspettative della frase precedente. Ciascun correlato mira a cose che verranno. L’orizzonte prefigurato dovrà contenere delle indeterminatezze e generare aspettative riguardo al modo in cui esse saranno risolte. Ciascun nuovo correlato, allora, risponderà ad aspettative (positive o negative) e, contemporaneamente, genererà nuove aspettative. Non è il testo che formula aspettative e modificazioni, ma l’attività del lettore. (ogni frase ha la sua fase di sintesi; quando leggi una frase ti crei delle aspettative sulla successiva e contemporaneamente cambiano le aspettative precedenti. La memoria è in continua trasformazione cambiando le aspettative precedenti. Il pdv mobile unisce la dialettica tra l’orizzonte passato e l’orizzonte futuro). È un processo inevitabile perché il testo non può essere afferrato come un tutto. Il pdv si sposta costantemente tra le prospettive testuali e ciascuno degli spostamenti rappresenta un momento di lettura articolato che oppone e mette in rapporto le prospettive. Non c’è una stretta sequenza temporale. Il pdv errante definisce sé stesso mediante il cambiamento di prospettiva, quindi, da un capo all’altro della lettura, i passati segmenti di prospettiva devono essere conservati in ogni momento presente. Il nuovo momento si pone contro il vecchio, il passato rimane uno sfondo per il presente, esercitando influenza su di esso, e contemporaneamente, essendo esso stesso modificato dal presente. E andrà anche a interessare il futuro, modificando le aspettative. Il pdv cambia sempre verso un nuovo primo piano. Correlati del punto di vista mobile/vagante/errante I – costruzione di coerenza come base per il coinvolgimento nel testo in quanto evento Il lettore è presente nel testo, nel punto in cui memoria e aspettativa convergono. Il pdv smembra il testo in strutture interattive, che danno origine a un raggruppamento, fondamentale per afferrare il testo. L’interpretazione coerente (= Gestalt: quello che fai quando dai coerenza a quello che leggi. Se fra i segni non c’è già correlazione non si può fare) è il prodotto dell’interazione tra testo e lettore. Il significato non si manifesta nelle parole. Il processo di lettura non può essere, quindi, una mera identificazione di segni linguistici individuali, ne consegue che l’apprendimento del testo dipende dai raggruppamenti di Gestalt. Il significato è a un livello di linguaggio dove le parole non arrivano, fa parte della struttura profonda, del livello semantico, cognitivo. Gestalten = autocorrelazioni di segni testuali. Interconnessione di segni testuali prima della stimolazione delle inclinazioni individuali del lettore. Le connessioni costituiscono la Gestalt, ma la Gestalt non è essa stessa la connessione. Una Gestalt non è possibile se non c’è correlazione tra i segni. Il compito del lettore è quello di rendere coerenti i segni, stabilendo connessioni che molto probabilmente diventeranno esse stesse segni per correlazioni ulteriori. Il lettore identifica le connessioni tra i segni linguistici è così concretizza i riferimenti non esplicitamente manifesti in questi segni. II – Il testo come evento Per comprendere un testo attuiamo un processo di selezione. Questa è una struttura fondamentale operata dai testi letterari per manipolare e riorientamento l’immaginazione del lettore. Ma le costruzioni di coerenza portano nella loro scia anche tutti quegli elementi che non possono essere integrati nella Gestalt del momento. Gli elementi esclusi rimangono ai margini come campo di connessioni potenziali, ma che possono influenzare la Gestalt. Producono delle possibilità che restano virtuali in quanto opposte al reale. Dalla loro presenza nascono le associazioni estranee, che si accumulano e bombardano le Gestalten formulate, che vengono a loro volta scalzate è così causano un riorientamento dei nostri atti di apprendimento.
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