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riassunto - L. Barra - “La programmazione televisiva. Palinsesto e on demand”., Sbobinature di Comunicazione Audiovisiva

produzione audiovisiva unibg, riassunto libro: L. Barra - “La programmazione televisiva. Palinsesto e on demand”. Laterza, Bari-Roma 2022,

Tipologia: Sbobinature

2022/2023

Caricato il 02/10/2023

Sara.Bonati
Sara.Bonati 🇮🇹

4.7

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Scarica riassunto - L. Barra - “La programmazione televisiva. Palinsesto e on demand”. e più Sbobinature in PDF di Comunicazione Audiovisiva solo su Docsity! PALINSESTO DEFINIZIONI Il palinsesto è il principio ordinatore che agisce sui contenuti trasmessi dal medium e sulle pratiche del loro consumo. È una struttura implicita che da forma al flusso dei programmi e dei contenuti televisivi ed è lo strumento con cui lo spettatore si orienta tra gli appuntamenti e le ricorrenze della programmazione, è il punto di incontro tra la rete e la sua audience. Ogni contenuto viene inserito in una sequenza, una successione ordinata e coerente di programmi ed ogni prodotto televisivo si trova situato in un contesto delineato dal simbolo della rete, da ciò che è stato trasmesso prima e da ciò che viene trasmesso dopo. Ogni testo è poi posto in una programmazione, un gruppo di elementi molteplici e variegati, ciascuno con formati e funzioni comunicative diverse. L’attività di messa in forma del palinsesto è un’operazione che opera strategicamente sul lungo periodo e tatticamente nel giro di poche ore. E’ un processo continuo dettato dalla messa in onda in ogni minuto del giorno, ogni giorno della settimana e tendenzialmente infinito. La definizione italiana di palinsesto (= raschiato di nuovo), racchiude e sottolinea il processo di costruzione dell’oggetto, la sua connaturata mobilità e instabilità, la ricchezza nelle sue scelte possibili e la stratificazione delle convenzioni e abitudini. Il palinsesto opera su 3 livelli: 1. Dimensione sintattica - legata alla disposizione degli elementi in un ordine secondo regole e strategie, che mette in relazione i segni, i programmi e gli altri contenuti, come una struttura relazionale che decreta i rapporti tra gli elementi che contiene 2. Dimensione semantica - dal momento che la disposizione influenza i significati dei prodotti e i modi della loro ricezione da parte del pubblico 3. Dimensione pragmatica - caratterizzata da scopi comunicativi e impiegata nello sviluppo e nel mantenimento di una diretta relazione con gli spettatori, attraverso indicatori e testi ad hoc Il palinsesto è un: 1. Macro-testo – testo che contiene testi, trascende le singole specificità in vista di un risultato comune e condiviso, le organizza e ne fa un punto di forza. Un macro-testo di successo ha una strutturazione in rado di prevedere, anticipare e assecondare le attese del pubblico, andando incontro alla situazione e alle condizioni di fruizione che lo caratterizzano per garantire la massima felicità comunicativa ai sinoli testi 2. Mosaico – mette insieme contenuti disparati, i programmi, le pubblicità e i testi promozionali danno varietà al flusso ma vanno a comporre un quadro dove ogni tessera è attentamente posizionata dai vari programmatori per ottenere un effetto preciso sul pubblico che lo riceve. 3. Forma d’ordine – in relazione al caos che cerca di comporre elementi instabili (come la diretta) in una sequenza, una struttura di successione e di mostrare tale sequenza a uno spettatore che però non potrà mai cogliere nella sua interezza 4. Discorso – servendosi della televisione è capace di trasformare in discorso un’aggregazione di unità di programmazione distinte. Attraverso le ore, i giorni e i mesi e gli anni, il medium nel suo complesso e ogni rete instaurano una conversazione continua e continuamente accessibile con il loro pubblico previsto. Il palinsesto è il testo globale pronunciato quotidianamente dall’apparato televisivo 5. Dispositivo – mette in forma il discorso dell’emittente. La pubblicazione dei contenuti di un canale sul web o quotidiani, la guida elettronica ai programmi, sono modi con cui l’audience trova punti di riferimento nella sua navigazione. La struttura della griglia di programmazione è un’interfaccia che mette in relazione le istanze della produzione, broadcaster e rete televisiva con quelle del consumo, il pubblico per cui il palinsesto acquista senso 6. Strumento – è un oggetto operativo, una lista che contiene titoli, le caratteristiche tecniche e le indicazioni di genere, le durate e li orari di messa in onda dei programmi. È uno schema della programmazione televisiva composto dai titoli e dai vari tipi e generi di programmi offerti, riferito al tempo della messa in onda. 7. Arte – un atto creativo importante e ultimo, che avviene in un momento successivo rispetto alla creatività piu diretta della produzione ma insieme primo, perché da li partono le traiettorie che innervano proprio la produzione. • Forma di potere – le scelte e le decisioni di programmazione mettono in forma i contenuti, definiscono cosa raggiunge il pubblico e cose non li arriverà mai, nonché le modalità di incontro e le linee editoriali e loiche commerciali FLUSSO L’organizzazione tipica del contenuto televisivo e l’esperienza che se ne fa è quella della sequenza o del flusso; infatti, i programmi non sono mai trasmessi nella loro interezza ma scomposti in segmenti e incrociati con altri frammenti di programmazione. Allo stesso tempo per quanto caotica e casuale, l’organizzazione dei contenuti televisivi richiede un principio ordinatore, parliamo di flusso pianificato: ovvero ciò che dal punto di vista dello spettatore appare una giustapposizione incrociata di molti elementi di origine distinti da quello della produzione, è un effetto di caos raggiunto con cura. Il principio totalizzante del flusso (termine ombrello che va a significare piu cose), porta con sé un elemento di contraddizione: è un disordine organizzato, un caos pianificato e organizzato. Con il termine flusso si vuole intendere che la programmazione televisiva sebbene regolata e cadenzata dallo strumento d’ordine del palinsesto, non si offre alla percezione e all’esperienza degli spettatori come una successione di programmi distinti e separati. Da una parte si tratta di costruire tutta una programmazione come se lo spettatore potesse seguirla nella sua interezza, dall’altra bisogna tener conto del fatto che la modalità tendenziale di accesso all’ascolto televisivo di un canale è di tipo random. TEMPORALITA’ Il flusso è un modo di organizzare il tempo, il palinsesto è una semiotizzazione in miniatura del tempo televisivo. Si viene a creare con l’articolazione del tempo televisivo, un senso di tempo che passa dal medium attraverso 4 direttrici: 1. Quotidianità: la tv entra, attraverso il palinsesto, nelle pratiche quotidiane degli spettatori e sfrutta questi caratteri per aumentare l’efficacia della sua proposta. La televisione modella il tempo televisivo a imitazione di quello sociale e allo stesso tempo, attraverso un flusso rigidamente pianificato ma per così dire naturale, compie un’azione di grammaticalizzazione della quotidianità 2. Abitudine e rituale: La visione si innesta sulle abitudini familiari creando a sua volta altre abitudini familiari. I programmi televisivi diventano spesso lancette d’orologio che scandiscono le diverse fasi della vita domestica e, parallelamente, la fruizione televisiva stessa diventa una fra le molteplici routine tipiche della vita domestica. 3. Varietà e ritmo – la tv è un contenitore di quantità di tempo raccontate molto varie, i programmi seguono una durata costruita che contrasta con la durata continua del flusso 4. Ripetizione e serialità – la ciclicità tipica della narrazione non è un mezzo ma un fine del palinsesto • Tele promozione – è la presentazione del prodotto di lunga durata che usa come testimonial il suo conduttore in un altro contesto scenografico (conduttore Sanremo). • Televendita – invece è un programma vero e proprio con tanto di sigla e a volte anche sponsor aggiuntivo. • Sovraimpressioni pubblicitarie – che vanno in onda durante i programmi o con la collocazione di marchi e prodotti riconoscibili all’interno degli show con forme quali product placement. Anche i messaggi pubblicitari hanno dei vincoli, le reti non possono superare il 18% di affollamento pubblicitario nell’ora della programmazione e come affollamento giornaliero il 15%. Per la Pay tv cala al 12%. Cartoni e funzioni religiose non possono essere interrotte dai break. Non può avere volume più alto rispetto al programma corrente per dare maggiore visibilità. PROMO Il mosaico televisivo è caratterizzato da una serie di contenuti promozionali e autopromozionali. • Promo – unità di base, un filmato che sintetizza i contenuti di un programma e li declina in base al tono della rete. Seguono l’evolversi del programma e cercano di costruirne e sostenerne il successo. • Teaser – un breve video che cerca di stimolare la curiosità senza dare dettagli precisi sulla messa in onda • Promo di lancio nelle settimane precedenti l’inizio del programma (con indicazioni su giorni e orari) e infine quelli di mantenimento (con funzione di ricordare al pubblico l’appuntamento). • Promozione incrociata – appaiono sulle altre reti dello stesso gruppo editoriale per il lancio di un titolo. • Sottopancia, sovraimpressioni e altre grafiche – durante la messa in onda dei programmi. • Ident – sono filmati brevi ma evocativi, utili a ricordare una rete e i suoi tratti distintivi. • Bumper – che sono brevi station break contenenti il logo dell’emittente, solitamente per separare il programma dai promo e dagli spot. FORMA Secondo elemento della definizione del palinsesto, è la forma, che si basa su una o più griglie temporali; quindi, il contenuto trova spazio dentro una struttura di base fissa in cui i bordi sono determinati dal tempo. Il risultato è una lista di programmi associati ad un ora precisa. L’effetto è l’aderenza delle trasmissioni televisive 24/7 con le analoghe inarrestabili scansioni del tempo sociale e la corrispondenza più o meno forte tra palinsesto e ritmi annuali. TEMPI La griglia presenta quindi una rigidità di fondo, legata allo sviluppo del tempo entro cui si colloca, ma anche una flessibilità nella sistemazione dei singoli elementi. Il palinsesto è una forma di scrittura del tempo, di sovrapposizione e giustapposizione di contenuti eterogenei rispetto a una griglia temporale data. La creatività degli addetti ai lavori si esercita entro una struttura, agendo per ciascun programma, spot, promo, sulle principali dimensioni temporali: • Durata – lunghezza del singolo contenuto • Collocazione – momento d’inizio del testo • Sequenza – ordine degli elementi • Frequenza – scansione della ripetizione dello stesso episodio o delle occorrenze successive dello stesso titolo La televisione si inserisce nelle routine e le modifica. I tempi sociali dettano le collocazioni e le scansioni del palinsesto, mentre il palinsesto impone o influenza i rituali sociali (es. a letto con carosello). La forma del palinsesto rispecchia il tempo: Una prima scansione rilevante riguarda quella che suddivide l’anno televisivo in stagioni (lassi temporali di lunghezza differente con caratteri, ruoli e funzioni distinte). Ci sono due periodi dell’anno che sono i più lunghi e sono definiti “di garanzia”, che sono i momenti in cui la platea degli spettatori è più numerosa e presente. Sulla base di questi periodi vengono studiati i lanci e le collocazioni di titoli più importanti per massimizzare risultati e ascolti. • Stagione autunnale – periodo più importante durante il quale si concentrano le produzioni originali, gli show di prima serata e altri programmi che garantiscono buoni risultati • Stagione primaverile – presenta contenuti originali in modo da confermare i risultati della stagione precedente • Stagione estiva – è la bassa stagione in cui vengono trasmesse repliche dei film e serie tv Un secondo lasso di tempo in cui il palinsesto richiama le temporalità sociali è la settimana che si divide in programmazione: • Feriale – (lun/ven) composta dagli stessi appuntamenti quotidiani che restano sempre costanti • Festiva – (sab/dom) che tiene conto di un pubblico in parte diverso da quello feriale La singola giornata al suo interno si divide i base ai ritmi del lavoro e al tempo libero. Si può dividere la giornata in 3 parti: 1. Daytime – dal mattino al preserale, ha appuntamenti fissi ed uguali ogni giorno, sempre alla stessa ora; alcuni appuntamenti sono tanto forti da prendere parte anche il weekend (quiz, tg, game show) 2. Prime time – serale, propone contenuti più pregiati costosi a cadenza settimanale (fiction o film) 3. Night time – notturno fino al mattino, repliche e prodotti seriali Fasce giornaliere: • La fascia mattutina (daytime) – si divide in 2: la prima legata al risveglio, colazione e partenza lavoro con programmi breve o informativi; la seconda è destinata a chi resta a casa con narrazioni seriali e talk al femminile. • La fascia mediana (daytime) – il ritorno da scuola e il pranzo con programmi cucina e tg. • Fascia pomeridiana (daytime) – offerta articolata per differenti segmenti di pubblico con contenuti informativi, lifestyle, telefilm, film. • Fascia preserale (daytime) – ritorno a casa da lavoro e aumento platea, con programmi brevi che permettono facile ingesso nel flusso tv e si chiude con edizione tg • Fascia prima serata (prime time) – famiglia riunita, con proposta contenuti e generi differenti importanti e pregiati • Fascia seconda serata (prime time) – riduzione pubblico (+ uomini), con programmi comici, approfondimenti informativi ma anche film e serie tv • Fascia notturna (night time) – platea ridotta al minimo, con repliche e prodotti seriali. LOGICHE EDITORIALI Il palinsesto costituisce l’interfaccia tra il broadcaster e il pubblico, ma anche tra l’impresa televisiva e gli investitori pubblicitari: le logiche vanno a definire i criteri, le motivazioni e gli obiettivi secondo cui sono operate determinate scelte di posizionamento e collocazione. Le logiche si possono suddividere sulla base della prevalenza di una: • Dimensione comunicativa legata ai prodotti e alla costruzione di un’identità coerente (logiche editoriali) • Dimensione economica che privilegia il rispetto dei budget e la massimizzazione dei ricavi (logiche commerciali) • Dimensione organizzativa e produttiva entro cui le esperienze, le routine Ovvero: • Editoriali –Interpretano la griglia come uno strumento comunicativo legato ai prodotti e alla costruzione di un’identità, un macrotesto che raccoglie contenuti eterogenei e li propone agli spettatori. Le logiche editoriali non sono regole stabili e fissate ma un insieme di operazioni a livello macro o piu ridotte e difficili da condurre entro qualche categoria • Commerciali – mettono in relazione la propria offerta alla domanda del pubblico e si confronta con la competizione delle altre reti in un mercato complesso. Attraverso il confronto con i dati di ascolto le logiche commerciali seguono la costruzione del palinsesto cercando di renderlo redditizio da un lato e dall’altro cercando di massimizzare i ricavi. L’obiettivo commerciale è l’ottimizzazione dei materiali a disposizione attraverso un loro pieno sfruttamento e una collocazione che utilizzi al meglio e ne aumenti il valore (costo di un programma deve essere adeguato al segmento di tempo) • Professionali – riguardano il ruolo di innovazione di procedure, routine, abitudini professionali. La stesura di un palinsesto si può interpretare come campo di negoziazione, contrattazione, confronto e scontro tra professionisti diversi, si tratta di uno spazio del compromesso tra idee e obiettivi e persone Quindi il palinsesto è uno strumento con funzione strategica di pianificazione, ovvero una griglia di programmazione preparata dalle reti con largo anticipo, ma assume anche il ruolo di strumento operativo volto a conteggiare le risorse e tracciare a grandi linee la programmazione dell’anno successivo. PRESUPPOSIZIONI E CRITERI Le logiche editoriali sono un magmatico insieme di operazioni difficili da ridurre entro qualche categoria, ma John Ellis ne trova 4: 1. La vita quotidiana degli spettatori (idee e preconcetti sugli orari scolastici, sulle ore lavorative, sui pasti..) 2. Lo stabile susseguirsi di ricorrenze (schema annuale delle stagioni, eventi e occasioni speciali..) 3. La solidità delle abitudini 4. Lo scenario della concorrenza (su cosa la concorrenza fa e cosa potrebbe fare) Nola Rizza individua 6 principi che regolano la definizione dei palinsesti e la costruzione delle linee editoriali: 1. Rispetto della tradizione di ciascuna rete (per salvaguardare posizionamento preciso) 2. Specificità editoriale (necessità di differenziarsi dal resto dell’offerta) 3. Trattamento diversificato nell’arco temporale (grado di variabilità interna) 4. Adeguatezza tra programma e fascia oraria 5. Non spezzare il pubblico 6. Attenta valutazione dell’offerta altrui (in ottica competitiva o di diversificazione) MODELLI DI BUSINESS, TIPOLOGIE EDITORIALI o Tent poling – al contrario è la struttura che prevede l’inserimento di un programma forte in mezzo a due deboli o Blocking – è la pianificazione di una sequenza di programmi omogenei per genere, temi, linguaggi e mood o Seamlessness – consente di eliminare la pausa pubblicitaria presente tra due contenuti, in modo da non fermare la messa in onda o Hot switch – è l’accorciamento dei titoli di coda per risparmiare tempo o Cold roll – è l’inserimento della sigla di testo solo dopo un primo blocco che coinvolge lo spettatore • Orizzontale – strumenti applicati alla programmazione settimanale con l’obiettivo di mantenere stabili giorno dopo giorno le abitudini degli spettatori offrendo continuità nella griglia di programmazione o Striscia – è la strategia principale e consiste nel proporre lo stesso programma con puntate differenti ogni giorno nella stessa fascia oraria a creare abitudini di visione che fidelizzano o Ombrello – presenta ogni giorno nella stessa fascia un programma diverso, simile per genere, tono e target o Scacchiera (roulette) – prevede l’alternanza nello stesso slot di due o tre titoli differenti, cercando un equilibrio tra staticità e mobilità o Stacking – la pratica di trasmettere di seguito all’interno della stessa striscia, più stagioni di uno stesso titolo non necessariamente nel corretto ordine o Rotation – regola l’utilizzo dei contenuti inediti e di quelli replicati o Theming – raggruppa i titoli anche molto differenti nell’arco di una settimana sulla base del loro tema o argomento CONCORRENZA I broadcaster sono impegnati nel confronto con le altre reti che si muovono nello stesso mercato, con i competitori rivali nella conquista dell’attenzione e del tempo degli spettatori: • Controprogrammazione – forma di difesa, è l’offerta di una proposta alternativa e differente rispetto alle emittenti direttamente concorrenziali cercando di colpire fasce differenti di pubblico. • Antiprogrammazione – forma di attacco, è la proposta del tutto analoga a quella del competitor, in modo da portare i due programmi dello stesso genere allo scontro. • Stunting – cambiamento dell’ultimo minuto o inatteso per spiazzare la concorrenza, ha costi abbastanza alti • Briding – attento studio della collocazione dei programmi facendo cominciare una trasmissione quando le reti concorrenti sono ancora in break pubblicitario • Roadblocking – sincronizzazione delle pause con la concorrenza Ogni rete, perciò, persegue due obiettivi: necessità di realizzare una programmazione attraente e valida per il pubblico e l’obbligo di combattere le altre offerte e di contrastare la loro programmazione. PROSPETTIVE Il palinsesto, così come gli strumenti e le tecniche mediante cui è progettato e costruito, non è qualcosa di fisso e immutabile ormai è chiaro. Le regole, le strategie, le abitudini, i tratti distintivi delle reti e della loro programmazione sono il risultato di un processo storico articolato e complesso, con aspetti specificamente nazionali. A partire dagli anni '90, il palinsesto, sia nel mondo sia in Italia, è messo spesso anche radicalmente in questione. Di fronte allo sviluppo, all’avanzata e allo stabile radicamento del web e dei media digitali nei consumi di ampie parti del pubblico, in molte analisi il palinsesto è morto e anche la televisione non si sente troppo bene. Come la televisione il palinsesto è ancora lì e vi resterà a lungo, è però uno strumento diverso, più complesso da definire e forse meno potente nei suoi effetti. Negli ultimi decenni il palinsesto trova opposizione competizione in una molteplicità di spinte in altre direzioni; il palinsesto è messo alla prova per certi versi indebolito e ridefinito dai fenomeni della digitalizzazione e convergenza. Con lo scardinamento della fruizione domestica, dell'uso, con il moltiplicarsi delle modalità di fruizione dei contenuti televisivi, e soprattutto del tempo, con lo scollamento almeno parziale della sincronizzazione del broadcasting, il flusso della programmazione da un lato frammentato, spezzato e scomposto, dall'altro fissato in modo stabile, cresciuto e potenziato. Le spinte che agiscono sul palinsesto sono in realtà molteplici e variamente articolate: • Tecnologia • Lingua • Pratiche di consumo TECNOLOGIA Una tensione costante proviene da una serie di strumenti che consentono agli spettatori di instaurare una relazione diversa con i singoli contenuti audiovisivi come con il flusso della programmazione nel suo insieme. • Prima la videocassetta e poi il dvd hanno consentito di operare una scissione del singolo contenuto dalla sua collocazione in un palinsesto, togliendogli ogni aggregato connesso alla trasmissione televisiva. Il prodotto televisivo seriale si emancipa dal flusso e diventa un testo singolo che può essere venduto o noleggiato. Una dimensione di sequenzialità e serialità ritorna poi con il box set, un cofanetto che mette insieme gli episodi di una singola stagione e poi le stagioni di una serie completa, ma in un ordine che prescinde dalle indicazioni dei programmatori, sempre disponibile da vedere e rivedere. • Un passaggio ulteriore è infine la trasformazione, legale o illegale dei programmi tv in un file digitale: da una parte si svincola il contenuto da una materialità appena acquisita e si torna alla volatilità del broadcasting, dall'altra però si sancisce e misura ancora più fortemente l’individualità del singolo programma e la disconnessione dalle istanze industriali della produzione e della distribuzione, consente di isolare con esattezza il singolo programma, di saltare o velocizzare la pubblicità e persino fermare il flusso mettendo in pausa e facendo ripartire in un secondo momento. • Un terzo fattore tecnologico disgregante è costituito dagli strumenti che consentono il passaggio tra reti e offerte differenti, mescolando più griglia di programmazione e interagendovi grazie anche al telecomando: teletext, elettronica programming guide (Guida elettronica i programmi). LINGUA Non sono però soltanto gli strumenti tecnologici a mettere in questione la centralità e il ruolo che per anni ha svolto il palinsesto. Anche i caratteri più propriamente linguistici, estetici e testuali della televisione contribuiscono a ridimensionare la griglia di programmazione, portando in primo piano alcune spinte disgreganti, raccolte attorno ai cardini di tre parole chiave: • Estensione – il programma televisivo diventa un testo espanso che trabocca dagli argini del palinsesto e si compone di molteplici contenuti ancillari, sia approntati dalla produzione sia spontaneamente realizzati dagli spettatori dando vita ad un prodotto multiforme e transmediale (filmati del backstage, libri, giochi, merchandising) • Accesso – la moltiplicazione di piattaforme e devices con un contenuto televisivo che esce fisicamente dal televisore per trovare nuova vita in rete e sui media digitali, rende plurale il palinsesto costringendo i broadcasters ad adottare strategie che almeno in parte riducano la frammentazione e trattengano il flusso dell'audience, molto più instabile di quello dei programmi • Brand – l'identità e la linea editoriale delle reti sono infatti in questo scenario sempre più compresse dalla parallela visibilità e riconoscibilità di altri marchi. Il contenuto che passa da una rete e da una piattaforma all'altra assume un valore di marchio che sposta l'attenzione lontano da un contenitore, la rete, che non perde il suo potere ma pare più indefinito e opaco un peso sia pure necessario Un altro aspetto cruciale è quello della temporalità. Al palinsesto, che trasmette gli stessi contenuti negli stessi orari ad una stessa nazione, si affiancano forme di visione anticipata (streaming). La temporalità principale si stratifica in visioni differenti su diverse piattaforme che costringono le reti ad anticipare la messa in onda dei contenuti stranieri, ad accelerare e contrarre le finestre distributive di film e serie tv. CONSUMI E TECNOLOGIE Alla permanenza delle tradizionali abitudini di fruizione televisiva si affiancano forme di consumo che tengono conto e si adattano alla molteplicità di devices, piattaforme, offerte e contenuti nello scenario televisivo contemporaneo. Ne risulta un quadro di consumi composito dove i palinsesti e gli appuntamenti della classica tv generalista coesistono con l’appropriazione compiuta della multicanalità digitale. La permeabilità tra i contenuti e le piattaforme porta per esempio le reti a rinunciare in parte alla loro identità e chiarezza di proposta, ridefinendo il concetto di esclusiva per molti dei loro contenuti. Le multiformi spinte che investono il palinsesto lo indeboliscono ma allo stesso tempo lo costringono a ripensarsi, a mettersi ancora una volta in gioco, a cambiare ed adattarsi al mutato scenario. La circolazione autonoma dei contenuti rispetto ai canali e alle entità produttive e distributive mette in discussione la centralità del broadcasting, consentendo temporalità di fruizione personalizzata e costringendo le emittenti a inseguire queste pratiche di consumo con la trasmissione in tempi brevi di versioni in lingua originale sottotitolate e la contrazione dei tempi di doppiaggio. La social television e il second screen, ossia la condivisione in rete dei propri consumi televisivi, il commento e l’approfondimento, finiscono per sovrapporre ai palinsesti una stratificazione ulteriore di significati, in parte sincronizzata alla messa in onda e in parte distinta ma sempre aggiornata; l’idea di programmazione non è più incarnata soltanto dal palinsesto TV NON LINEARE Un ulteriore rottura è presente nel diffondersi sempre più ampio di un’offerta non lineare, che si affianca e sostituisce la televisione di flusso: dalla sequenza organizzata e ordinata dei programmi messa a disposizione da un broadcaster, si passa a un bacino di contenuti pressoché infinito, personalizzabile e personalizzato dalle abitudini di consumo: • Time shifting – sposta il palinsesto in avanti di qualche ora di un giorno per consentire la visione ad un pubblico piu ampio • Catch-up – che riprende la programmazione dei giorni precedenti e la mette a disposizione in altre forme e orari • Pay per view – impone ancora un orario per un prodotto scorporato del suo palinsesto, moltiplicando gli orari di inizio dello stesso programma • On demand – raggiunge la forma compiuta di non linearità che consente di scegliere in forma del tutto libera sia il programma sia il momento
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