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Riassunto La Celestina, Sintesi del corso di Letteratura Spagnola

Riassunti del libro "La Celestina" di Fernando de Rojas

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 23/09/2019

andrea-maddaloni
andrea-maddaloni 🇮🇹

4.5

(6)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto La Celestina e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! La Celestina – Fernando de Rojas La Celestina viene pubblicata a cavallo tra due secoli, nel 1499, tra il periodo medievale precedente e il periodo rinascimentale successivo. Avrà quindi molti aspetti cavallereschi e aspetti nuovi; questo per creare il “passaggio” letterario e culturale. Si passa pertanto da un mondo cavalleresco a un mondo urbano, con un tipo di letteratura che parla del mondo reale. È dunque un testo innovatore. Calisto, il protagonista, verrà presentato infatti come il nuovo eroe cavalleresco, che avrà però degli aspetti diversi rispetto al cavaliere errante che si lascia morire per raggiungere la propria donna amata; metterà dunque da parte tutti gli ideali dell’amore cortese. Calisto non contemplerà Melibea, perché deciderà di passare all’azione chiedendo aiuto ad una mezzana, una ruffiana, un gestore di una casa di appuntamenti, ovvero Celestina. Calisto pagherà Celestina, corromperà i suoi servi, violerà la dimora della donna amata. Sarà un cavaliere che soffrirà per amore ma non si lascerà sopraffare e deciderà di godere di Melibea, la donna amata. La Celestina appartiene a quelle opere con lo scrittore anonimo; all’inizio si pensava che due possibili autori della Celestina potessero essere Rodrigo de Cota e Juan de Mena. Solo successivamente le si è attribuito Fernando de Rojas come autore, dopo la riedizione del 1501 a Sevilla, nella quale viene inserito un prologo e dei versi all’interno dei quali è presente un acrostico: con le iniziali dei versi si è ricavato il nome dell’autore. Quando in Spagna arrivarono i re cattolici, i musulmani e gli ebrei dovettero convertirsi al cristianesimo. Rojas passa dalla religione ebraica a quella cristiana. I “conversos” saranno condannati dalla società perché sarà presente il concetto di “limpieza de sangre”. La società infatti collocherà i conversi, i musulmani e gli ebrei nello stato più basso della stessa. Anche per questo motivo il testo di Rojas era inizialmente anonimo: altrimenti non sarebbe stato pubblicato (oltre che per i contenuti). Rojas è di formazione umanistica, quindi di alta estrazione culturale, e studente di Salamanca. Proprio a Salamanca, Rojas incontrerà nella biblioteca il primo atto de La Celestina, che non è un romanzo ma viene considerato facente parte del teatro. Il fatto che non abbia scritto lui il primo atto, lo si nota dalle differenze stilistiche e dalla lunghezza oltre che dal prologo in cui Rojas stesso dice di aver trovato questo atto e di aver voluto continuare la storia. 1499 –> 16 atti, “Comedia de Calisto y Melibea”; 1500 –> Toledo, 16 atti; 1501 –> Sevilla, 16 atti + un prologo e versi con acrostico; 1502 –> Sevilla, da “Comedia” a “Tragicomedia”, 21 atti; l’aggiunta dei 5 atti serve a dare più 1499 –> 16 atti, “Comedia de Calisto y Melibea”; 1500 –> Toledo, 16 atti; 1501 –> Sevilla, 16 atti + un prologo e versi con acrostico; 1502 –> Sevilla, da “Comedia” a “Tragicomedia”, 21 atti; l’aggiunta dei 5 atti serve a dare più 1507 –> Edizione napoletana, “La Celestina” • 1499: 16 atti; Comedia de Calisto y Melibea; • 1501: 16 atti + un prologo; • 1502: Da Comedia a Tragicomedia, 21 atti; l’aggiunta dei 5 atti serve a dare più tragicità alla storia d’amore tra Calisto e Melibea, facendola durare più di 2 incontri e rendendo così più tragica la morte di Calisto; • 1507: Edizione napoletana, La Celestina La Celestina parla di Calisto, un signorotto che per il suo comportamento risulterà ambiguo: da “cavaliere” alla vista di Melibea perde il controllo. Torna a casa e si confida con i suoi servi (eliminazione della gerarchia): Sempronio e Pàrmeno. Sempronio è il servo più cinico, approfittatore e corrotto; Pàrmeno è il servo bonaccione, vicino a Calisto, che gli parla di Celestina. Egli cercherà di metterlo in guardia da Celestina, ma vedendo che Calisto aveva perso il senno, lo lascia perdere per fare poi il doppio gioco. Celestina, che gestina una casa di appuntamenti con Elicia e Areusa, cercherà di mediare tra Melibea e Calisto. Attraverso un cordone stregato (philocaptio), Melibea inizierà a ricambiare l’amore di Calisto. Nell’atto 12 Calisto e Melibea si incontrano, parlano sottovoce e progettano un secondo incontro; nel frattempo Sempronio e Pàrmeno iniziano a provare un po’ di gelosia e chiedono a Celestina di dividere tutti i doni che precedentemente Calisto le aveva dato; nel litigio i due servi uccidono Celestina e per non essere arrestati si buttano dalla finestra. La sera stessa Calisto va al secondo incontro con Melibea e passano la notte insieme. Mentre Calisto cerca di scappare dalla stanza di Melibea, mette un piede in fallo e cade giù. Melibea non sopporta il dolore e si butta dalla finestra. La Celestina tratterà dunque il tema della Valle delle lacrime, che emergerà soprattutto dal soliloquio finale di Melibea indirizzato al padre, che non farà caso alle parole della figlia. Ha come morale un rimprovero verso chiunque si comporti come i personaggi, in particolar modo come Calisto, che inseguono il denaro e la corruzione. La pluralità delle morti indica pertanto il valore punitivo di cui voleva parlare Rojas. L’autore mette in evidenza tutti gli aspetti negativi che nella società non funzionavano e sottolinea quindi la fragilità della carne umana, le frivolezze degli uomini, la loro superficialità, il non prendere sul serio le cose. Con la Celestina ci troviamo davanti ad un testo teatrale (con teoricamente uno schema di 3 intorno: l’amore tra Melibea e Calisto, l’amore tra i servi e la vendetta d’amore che viene inserita con i 5 atti. A capo dell’amore conflittuale vi è Celestina, che controlla e gestisce tutte le storie d’amore, anche se, nel momento in cui si parla di lei, non si parla più di amore ma di sesso. L’amore cortese, che si oppone alla sessualità de La Celestina, tende a sottolineare il concetto di perbenismo e di idealismo. Quindi per conflitto amoroso si intende il conflitto tra un concetto dell’amore, che è quello cortese, sentimentale, platonico, ideale, e dall’altro lato quello nudo, crudo, materiale della società nuova dell’epoca. L’amore cortese presenta le seguenti caratteristiche (opposte all’ “amore” di Celestina): • Amore del mondo cavalleresco, secondo il quale la donna era rappresentata come Dea, un essere superiore al quale l’uomo poteva soltanto sottomettersi, evitare qualsiasi sguardo o contatto; la donna non è qualcosa di tangibile, e viene rappresentata in tutta la sua perfezione fisica e spirituale come un essere irraggiungibile. L’uomo, mettendo la distanza, poteva solamente venerare la sua bellezza. • L’amata non si poteva concedere, non poteva cedere alle lusinghe del cavaliere, perché significava scendere dal piedistallo della perfezione, del perbenismo. • Nel momento in cui un cavaliere perde la testa per una donna ed inizia a venerarla, il suo amore dovrà tenerlo per se (segretezza d’amore). • Il matrimonio non era ammesso, perché essendo un’istituzione sociale, si va a declassare la donna da essere superiore ad un essere reale, uccidendo la sua spiritualità, poiché la donna si va a sottomettere a quelle che sono le leggi della società. • Masochismo, autoflagellazione del cavaliere che sa di non poter raggiungere la propria donna, ma prova piacere in quest’impossibilità; l’amore doveva far soffrire, più si soffriva, più si dimostrava di amare quella determinata persona. Calisto diventa pertanto colui che ridicolizza il cavaliere medievale perché non rispetta queste caratteristiche (parodia dell’amore cortese). La conflittualità è presente nell’amore, nell’amicizia e nella società ed è anticipata già dal prologo: Rojas nel testo cita: • Eraclito: “Tutte le cose all’interno della società sono state create per incentivare una battaglia, una contesa”. • Petrarca: “Anche gli elementi naturali, i pianeti e il tempo, sono in continua lotta tra di loro”; “anche gli animali sono sempre in guerra” Il comportamento indeciso dei personaggi de La Celestina porta proprio questo aspetto della conflittualità, e riflettono l’opposizione tra il Rinascimento e il periodo Medioevale. La conflittualità dell’amore è presente in: Celestina: perché usa l’amore e i corpi di Elicia e Areusa come merce di scambio e lo considera • Celestina: perché usa l’amore e i corpi di Elicia e Areusa come merce di scambio e lo considera solamente come un lavoro; • Calisto: perché ha l’obiettivo dell’appagamento amoroso; • Melibea: ci sono 3 spiegazioni del perché sia passata dall’essere riluttante nei confronti di Calisto ad accettare le sue avances: Calisto: perché ha l’obiettivo dell’appagamento amoroso; Genitori di Melibea: (vedi descrizione personaggi) Melibea: ci sono 3 spiegazioni del perché sia passata dall’essere riluttante nei confronti di Calisto 1. È un personaggio ipocrita, ha sempre pensato alla materialità e per questo cede subito (ipotesi sostenuta da pochi); 2. Concetto di philo captio: cede per colpa del cordone stregato da Celestina e portato, con la scusa del mal di denti di Calisto, da Melibea stessa; 3. Potere retorico di Celestina, che farà in modo che Melibea finisca nelle braccia di Calisto o tramite la stregoneria, o per motivi di retorica, convincendola con il suo modo di parlare. La conflittualità si evidenzia subito nel titolo: il primo metteva in evidenza le caratteristiche della commedia umanistica, il finale felice, e parlava di avvisi dati ai giovanotti proprio per la sua funzione didattica e morale; il secondo aggiunge un incipit da parte dello stampatore, che sottolinea l’aspetto morale, didattico e il finale tragico del testo. All’interno dell’incipit si da riferimento ai motivi per il quale viene scritto il testo: “reprehensiòn de los locos enamorados”: per riprendere, ammonire, los locos enamorados, che • “reprehensiòn de los locos enamorados”: per riprendere, ammonire, los locos enamorados che non inseguono più il concetto dell’ideologia cortese ma “el desordenado apetito”, eufemismo per indicare la sessualità (pazzia d’amore); • Avvisare di fare attenzione alle alcahuentes (prostitute), come ad esempio Celestina, e ai loro inganni e affari. La sessualità è utilizzata come merce di scambio, si parla quindi di materialità, denaro e corruzione; • Avvisare tutti i lettori degli inganni dei servi adulatori e approfittatori (incarnati dalla figura di Sempronio e solo successivamente di Pàrmeno), che agiscono per la sete di denaro, inserendo così l’aspetto del capitalismo (se nel medioevo il servo rispondeva alle richieste del padrone, nel mondo capitalista vorrà anche lui possedere ricchezze). Avvisare di fare attenzione alle alcahuetas (prostitute), come ad esempio Celestina, e ai loro PERSONAGGI Da un lato abbiamo i signori, quelli altolocati (Melibea, i genitori di Melibea, Calisto) e dall’altro abbiamo quelli che appartengono ad uno strato sociale inferiore (i servi: Pàrmeno, Calisto, Areusa, Elicia e Celestina). I personaggi all’interno de La Celestina vivono esclusivamente di presente e futuro, questo perché l’importanza presente nel testo è quella di fare in modo che l’azione avanzi. Gli unici due personaggi che hanno un passato sono Pàrmeno e Celestina: bisogna conoscere il passato di Celestina per capire la sua funzione, però l’autore ce lo fa conoscere attraverso Pàrmeno e automaticamente si scopre anche il suo passato. Pàrmeno dice a Calisto di fare attenzione a Celestina perché la madre di Pàrmeno è colei che ha “inaugurato” la carriera di Celestina stessa e pertanto faceva la sua stessa attività. Il suo comportamento si differenzia da quello di Sempronio perché mentre lui mette in guardia Calisto da Celestina, Sempronio lo vuole portare da lei per risolvergli i problemi. CALISTO: incarna la crisi della società e la classe dominante; il suo personaggio rappresenta la parodia dell’amore cortese, la conflittualità dell’amore (comportandosi prima in un modo e poi in un altro) e la conflittualità sociale (perché per la sua pazzia d’amore perde il controllo sui propri servi e non li protegge; questi moriranno per colpa sua). Impazzisce quindi anche a livello sociale, azzerando le gerarchie e trattando i servi come degli amici, che poi ne approfitteranno. MELIBEA: è un personaggio che rispecchia i canoni del perbenismo, dell’educazione e della castità e vive quindi secondo i canoni dell’amore cortese. È l’unico personaggio coerente perché dopo il suo atteggiamento sbagliato nel concedersi a Calisto (non per sua volontà), si rende conto del suo errore e si suicida. GENITORI DI MELIBEA: Pleberio e Alisa. Sono dei personaggi che si atteggiano a borghesi ma in realtà appartengono alla classe media. Alisa è un personaggio contraddittorio, ossessivo, che una volta si dimostra liberale verso la figlia, mentre altre volte si dimostra protettiva. Pleberio è un personaggio la cui valenza emerge alla fine del testo con il pianto dopo la morte di Melibea.Le sue parole sono state associate da parte della critica non al personaggio di Pleberio bensì a Rojas; pertanto le ultime sue parole sono fondamentali perché racchiudono il senso dell’opera, l’aspetto didattico e morale. Anche lui si presenta come un personaggio contraddittorio poiché a volte dà la libertà alla figlia (andando controcorrente rispetto al pensiero dell’epoca) ed altre no. Un’altra contraddizione sta nel concetto del matrimonio. All’epoca, se una donna arrivava alla maggiore età e non era sposata, era additata negativamente, pertanto Pleberio da un lato spingeva Melibea a sposarsi ma dall’altro non voleva. Nel suo pianto finale, Pleberio non piange Melibea come persona bensì come figlia e si preoccupa perciò del pensiero della gente e non della morte collegata a Melibea. Assume quindi un atteggiamento ipocrita e rappresenta la riflessione morale finale di Rojas, che scrive che il vivere secondo materialità porta alla sofferenza e alla morte (dietro questa morale non vi è però un ragionamento cristiano). SEMPRONIO: viene definito come il “servus falax” della commedia latina, ovvero il servo bugiardo, approfittatore, adulatore; è un personaggio che entra in contrapposizione con l’ideale cortese e paradossalmente si atteggerà a cavaliere errante. Ha l’obiettivo di accaparrarsi le ricchezze di Calisto e Celestina; inaugura perciò un nuovo tipo di servo che è il servo capitalista. PÁRMENO: rappresenta il “servus fidelis” della commedia latina, ovvero il servo fedele, feudale, come dovrebbe essere. Anche lui però cede per due motivi: per la carne, dopo che Celestina lo corrompe con Areusa; perché Calisto non lo tutelava più, pensando solo a se stesso. CELESTINA: viene presentata come la “puta vieja”; non ha mai conosciuto l’amore e l’unico suo obiettivo è quello di fare soldi. Il personaggio della trota conventos del libro del buen amor di San Pedro del 1330, è il corrispondente medioevale di Celestina (mimesis). Questo personaggio presenta alcuni elementi simbolici: - La barba: indica la lussuria, avvicina Celestina al diabolico; - L’alcolismo: il vino rappresenta la lussuria e la cupidigia; - Le cicatrici: aveva una cicatrice sul naso, simbolo di malaugurio. ELICIA: rappresenta il “carpe diem”, il personaggio che subito dopo la morte di Celestina passa alla vendetta e inaugura il concetto de “las hijas de la Celestina”. AREUSA: è un personaggio complesso che viene considerato il contrappunto di Melibea; è un personaggio manipolatore. Ci sono tante differenze tra il personaggio di Melibea e quello di Areusa: quando Melibea perde la sua castità lo fa per un’emancipazione sessuale, perché incarna un sentimento di libertà, con un uomo con il quale avrebbe contratto matrimonio; Areusa invece lo fa per fare soldi. Se loro si comportano in questo modo è perché dimostrano che la donna da un lato si dimostra corrotta, dall’altro si dimostra inserita in un contesto di emancipazione. L’analogia che troviamo nei due personaggi è la libertà della donna (emancipazione sociale e matrimoniale) che non avrà più un atteggiamento passivo nei confronti della società. Lo stile è tragicomico e presenta una serie di elementi reali, che possono essere identificati nell’utilizzo di molti “refranes”, ovvero i proverbi. È inserita pertanto una lingua colloquiale, quotidiana, anche perché gli argomenti trattati non sono cortigiani. Dall’altra parte vi sono gli apartes e i monologhi: monologhi tragici, che possono rivolgersi al pubblico o meno (es. quello di Melibea e di Pleberio); monologhi senza alcun destinatario (che si distinguono dagli apartes perché questi sono rivolti a qualcuno mentre i monologhi no).
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