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Riassunto La Chimera, Vassalli, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto del libro del 1990, La Chimera, Vassalli

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 22/06/2020

laura.calloni.11
laura.calloni.11 🇮🇹

4.5

(75)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto La Chimera, Vassalli e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! La chimera di Vassalli Premessa: il nulla Vassalli spiega come mai ha scelto di raccontare la storia di Antonia, la strega di Zardino. Ha guardato il nulla e il fiume Sesia e le montagne, monte Rosa, e suo padre matto, il poeta Dino Campana, l'ha chiamato una chimera. Il fiume nel passato si spostava e così può essere successo che sparisse il villaggio Zardino nel 600 oppure per motivo della peste del 1630 ecc. Lì visse una ragazza che si chiamò Antonia tra il 1590 e 1610. L'autore si chiede come riesce a capire il presente, scrivendo su cose che non sono del presente. E poi ha capito. Si deve distanziare dal rumore del presente e andare nel silenzio per capirlo. Capitolo primo: Antonia Nella notte tra il 16 e 17 gennaio 1590, il giorno di Sant'Antonio, fu ritrovato davanti alla porta della Casa di Carità di San Michele, a Novara un neonato. Si chiamò Antonia Renata Giuditta Spagnolini, per il fatto che sua salvatrice era Giuditta Cominoli da Oleggio e che aveva l'aspetto di uno spagnolo. Fu battezzata. La storia importante di Novara inizia nel 1550 quando diventa la roccaforte dell'impero del regno di Filippo II di Spagna. Qui cominciano i guai. Il gentiluomo Giovan Pietro Cicogna distrusse i quartieri per costruire delle mura di difesa e poi si rese conto che costava troppo. Quindi lasciò tutto distrutto e Novara non interessava più a nessuno. La popolazione si era ridotta. I preti e le monache vivevano nel lusso dei terreni e cambiava solamente nel momento in cui venne deciso che verrebbe un nuovo vescovo, Carlo Bascapè. Antonia con gli anni passò all'ospizio, guidato delle monache della congregazione di Sant'Orsola e la popolazione a volte veniva per comprarsi libero dai propri peccati. Con il nuovo vescovo cambiò la superiora di San Michele e ne arrivò la suor Leonarda. Cambiavano le regole e si cercava di educare i bambini in modo cristiano. Clelia gli raccontò tutto sui Santi e anche sui nuovi. Le notti, antonia non era da sola, ma arrivarono le ragazze più grandi per usufruire di lei in modo sessuale. Capitolo secondo: l'uovo Con nove anni Antonia era già bella. Parlava con il vecchio Adelmo, unico maschio a San Michele e il giardiniere. Era riflessiva e incuriosita e parlava anche suor Livia, una suora napoletana che era la serva e la donna di pulizia. Antonia non capiva cosa succede con il cane Diana ogni anno, quando va in calore e nessuno gliela vuole spiegare. Arrivò un tempo in cui era previsto l'arrivo del vescovo e così era Antonia a dover recitare la poesia per lui. Il giorno stesso la lavavano e la davano un uovo crudo da mangiare. Il vescovo arrivò insieme con Giovan Battista Cavagna, che aveva l'aspetto fisico di un'oca. Il vescovo ha idea di cambiare tutta la città e ha tanti nemici, ma è stato mai ucciso dopo vari tentativi e segue il suo scopo di far diventare tutti santi. Quando arriva Antonia perde la conoscenza. Dopo va da lui e lui la benedice e chiede se vengono trattate bene dalle monache. Dice di sì e se ne va. Capitolo terzo: Rosalina. La città si è cambiata e si ha una moralità. Tutti maledicono il vescovo. Era scomparsa suor Livia che trovarono il giorno dopo, morta sotto il campanello. La verità sapevamo tutti e Antonia si chiese perché si vive e si muore. Una notte andava sotto con Carla per svuotare la guerra (pisstopf) e la lasciò cadere su suor Leonarda. Per punizione doveva rimanere per tre giorni nel digiuno. Li conosce la ragazza Rosalina, che era una esposta di 17 anni. Dopo che era uscita da San Michele è stato sposato da un panettiere e l'ha usato come prostituta. Nel momento in cui era incinta, lui l'ha cacciato via e lavorava in città come prostituta sotto protezione di una vecchia. Quando arrivò il nuovo vescovo dovette lasciare suo mestiere per mancanza della clientela, che erano tra l'altro tutti preti e tornò a San Michele. Cerca di scappare e finisce in quella stanza in prigione. Antonia non vuole credere alle sue parole. Capitolo quattro: la bassa A San Michele a volte arrivarono persone sconosciute per cercarsi un bambino per i propri affari. Non si vendono però più le ragazze a prova per uomini che si vogliono sposare. Nel 1600 arrivò un contadino della bassa, Bartolo Nidasio da Zardino con la sua moglie Francesca. Sono in cerca di una ragazza e decidono di portare Antonia a casa loro. Durante il viaggio piange, ma poi si rende conto del bellissimo paesaggio. Lì si ha una coltivazione di riso, prima proibito per una epidemia. Oltre a questo Italia moderna è nata per le leggi inapplicabili, ma queste vennero decisamente da fuori Italia. Capitolo quinto: Don Michele Quando arrivano in vilaggio c'è un gruppo di donne che chiacchiera già subito di loro e che non può credere che Francesca si abbia veramente portata una ragazza al posto di un ragazzo. Tra loro sono anche le gemelle Borghesini che litigano sempre con la famiglia. Dicono che sia una figlia del diavolo. Arriva Don Michele, un falso prete che ha avuto la fortuna di rifugiarsi a Zardino dopo una lunga vita. Benedice Antonia e legge nelle sue mani che verrà vecchia, che avrà un pericolo intorno ai venti da superare e che avrà un figlio e una morte non naturale come in un incendio. Capitolo sesto: i fratelli cristiani Arrivarono i risaroli a Zardino. L'autore fa vedere che nella storia sono stati del tutto dimenticati e questo nonostante le loro sofferenze e condizioni disumane di vivere e lavorare. Passano per il vilaggio ogni anno per la primavera. Antonia ha fatto amicizia con le due figlie, Anna Chiara e Teresina, della famiglia Barbero e insieme vanno a vederli. Antonia li vuole liberare ma Teresina in chiesa le fa vedere i due fratelli cristiani, che portano indietro chi scappa e che proteggono il vilaggio contro i diavoli e le streghe. Capitolo settimo: Zardino Descrizione del vilaggio. Il mulino dei tre Re come strada più usata dove nascono anche i liti. Con la vendita di piume si ha l'inizio dell'emancipazione femminile. La sera si riuniva nelle stalle e lì nascevano le voci, le mezze verità, le menzogne. A Zardino oggi non ricorda più niente. Il dosso dell'albera è un luogo evitato dalle persone e nato nelle storie, che passano da bocca a orecchio e so distribuiscono velocemente. È proprio nei liti di bassa che nasce l'odio umano assoluto. L'amore non esiste. Da un lito si aveva più liti e a volte anche per anni. Capitolo ottavo: gente di risaia Antonia ha ancora un po di paura di Zardino e i suoi abitanti, che la guardano sempre male. Cercava di spiare i risaroli, che non parlavano mai con lei. Giuseppe Barbero, marito di consolata e padre delle amiche di Antonia, era un uomo che si ubriacava spesso e poi usufruisca sessualmente di ogni donna che gli era vicino. Conosce anche a Blagio, il nipote delle gemelle Borghesini, che lo trattavano come schiavo. Era disabile e Antonia spesso le dava da mangiare. Poi conosce a Pietro Maffiolo, vecchio soldato che diventò suo nonno. Su di lui si parlava male, visto che non aveva donna e non ne voleva avere una, quindi le donne cominciarono a dire che della sua vita si stava per chiudere. Le due donne continuarono poi da sole e Antonia era vestita da sposa. Francesca le dava tanti consigli, come comportarsi. Una volta entrata Antonia deve rispondere davanti al cancelliere Michele Prinetti e l'inquisitore Manini e dice la verità che riguardano gli incontri con suo amoroso e i liti tra le famiglie. Dice anche che il Barbero l'ha preso sessualmente per sé. Nel frattempo a Francesca appare un uomo che dice di avere tanta influenza dell'inquisizione e che avrebbe delle novità che dirà a Francesca, in caso che lei tornasse a Novara. Capitolo ventiduesimo: il camminante Gasparo Bosi (il Tosetto) è amante di Antonia e si incontrarono nell'anno precedente. A lei faceva tante promesse e si videro ogni notte. In un certo momento però spari e Antonia incontrò soltanto i fratelli cristiani. Gasparo ha come filosofia nella vita di non lavorare mai, ma non ne riuscì e fu imbrogliato a Genova. Uccise l'imbroglione e scappò. Alla fine promise ad Antonia di tornare nel prossimo anno a sposarla, ma non si sa, se lui sta volta era sincero. Capitolo ventitreesimo: i due inquisitori Il vescovo Bascapè lasciò Roma prima della santificazione di suo maestro Carlo Borromeo. Il Manini vuole fare presto nel processo della strega di Zardino. Anche per il ricordo del vecchio inquisitore Domenico Buelli. Lui è stato giudice nei processi finché arrivò il vescovo Bascapè. Lui voleva fare la sua chiesa nella chiesa e quindi avere anche le autorità dell'inquisizione contro le eresie. Il vecchio si lamentò direttamente a Roma ed ebbe fine che sia il papa Clemente VIII e il papa Paolo V sostenevano all'inquisizione come nessun altro papa prima e dopo. Manini stesso era prete e aveva il desiderio di diventare predicatore. Alla fine divenne inquisitore e scrisse anche un libro in cui dice che una strega è la sposa del diavolo e che fa così una colpa responsabile. Soprattutto le donne siano spinte verso il diavolo. Capitolo ventiquattresimo: la tortura Antonia è imprigionata nella prigione di piazza San Quirico a Novara e ha il suo secondo incontro con l'inquisitore il 14 giugno 1610. Lui chiede che cosa si trova in questi tre oggetti e Antonia risponde che ci siano dentro delle erbe per profumarsi. Il Manini non lo vuole credere, visto che trova anche dei capelli. Antonia non risponde alla sua domanda. Nega ancora d'aver visto il diavolo e aver avuto a che fare col lui. Entrano Bernardo e Tasseo che la torturano. Dopodiché si dimentica e dice ciò che loro vogliono sentire. Che si è incontrato con una persona di cui non sapeva che fosse il diavolo, ma che anche se lo avesse saputo, non avrebbe cambiato niente. Capitolo venticinquesimo: il porco Francesca e Bartolo Nidasio vennero interrogato in ritardo e il Manini non lo consideravo importante, visto che erano solo dei contadini. Bartolo raccontò la verità e disse che sapeva solo alla fine che si incontrò con il camminante e Francesca aggiunse, che erano i liti che hanno portato a queste accuse in confronti di Antonia. Il Manini vuole soprattutto sapere come mai hanno scelto un'esposta femmina. Alla fine Bartolo chiese se potesse scambiare Antonia per il miglior porco del vilaggio. Era stato don Michele a consigliarlo a Bartolo. Il Manini andò poi a Milano per far vedere l'importanza del suo processo, ma lì, gli dissero soltanto di lasciar perdere e che fosse il compito dello stato e non più della chiesa di cacciare le streghe. Anche Pietro Maffiolo, ex soldato, venne a Novara a dire che ha visto la ragazza con il camminante, ma anche il suo tentativo di liberarla non ha portato a niente. Capitolo ventiseiesimo: la prigione Antonia stette tutto il tempo in prigione in sola compagnia di topi. A luglio si doveva sottoporre a una visita medica e dopodiché aveva ultimo interrogatorio in cui venne torturato e si comportò di tutto come una strega. Era un grado superiore di eretica, perché si pensò che fece tentare anche altri per le stregonie. Tre argomenti che stavano contro di lei: inutilità dei preti, natura soltanto simbolica di Cristo e il peccato originale era la religione stessa. Il camminante Tosetto non venne mai interrogato, ma due altri testimoni, tra loro una ex strega, la Gippa, che disse che il camminante era un buon uomo e un Spirito Fassola, che invece disse che i camminanti sono delle persone strane e quindi uguale al diavolo. Il Manini per il luglio e la metà di agosto si andò in vacanza. Capitolo ventisettesimo: l'ultimo viaggio. Bascapè è tornato molto in anticipo da Roma e gli girano per la testa tanti preoccupazioni. Vede che la sua visione di chiesa si è bloccata e alla fine avrebbe tanto desiderato avere una gregge, che lo ama. Poi ebbe notizia della morte del governatore dello stato, Fuentes, e ordine che tutti i vescovi verrebbero per il suo sepolcro. Bascapè si prepara, anche se ha deciso di non andare su quel funerale. Chiama i suoi servitori per dare gli ordini e si vede che è un uomo vecchio e malato. Nei confronti del processo di Antonia dice solo che l'inquisitore faccia il suo dovere e in caso di puniziona lo faccia a Zardino e non a Novara. Capitolo ventottesimo: la sentenza In un incontro con giudici ecclesiastici e laici si dovette riflettere se l'anima di Antonia fosse irrecuperabile oppure no. In caso di sì, non era la chiesa a ucciderla, perché non uccide mai nessuno, ma lo stato (il braccio secolare)che la condannava a morte. I Nidasio dovettero pagare una somma alta e persero tutto. L'estate era caldissimo e senza pioggia e così si cominciò di parlare della strega e che solo la sua morte avrebbe riportato la pioggia. In quei tempi morì anche il vescovo. A causa che Antonia non aveva mai chiesto perdono alla fine venne dato alla giustizia del braccio secolare. Nella notte prima però Taddeo e suo figlio vennero a possederla sessualmente. Capitolo ventinovesimo: i Paratici A settembre non pioveva ancora e quindi si fecero delle processioni e richiami ai santi. Preparano il legno del dosso dell'albera e legarono l'edicola con il disegno di Antonia. Vollero anche bruciare la casa, ma c'era troppo pericolo che tutto il vilaggio andasse a fuoco. Antonia venne spostata nella torre di Paratici e lì incontrò di nuovo Rosalina, che era stata puttana per qualche anno e poi cacciata via dal proprio padrone. Si aspettava il boia, il mastro Bernardo da Milano per uccidere la strega. Lui non è contento, perché pensa che bruciare una persona è una morte non adeguata e troppo violenta per il suo mestiere. Capitolo trentesimo: la festa. Antonia venne portata in carrozza da Novara al suo vilaggio. C'è una folla grande che la vuole uccidere subito e così ne arrivò con un ritardo. Nella carrozza un prete le disse che deve pregare, perché gli uomini non possono più perdonarla, ma dio sì. Tutti cantano e ballano e gridano che la strega debba morire, in prima fila don Teresio. Il boia le chiede perdono, le dà qualcosa da bere e alla fine brucia e tutti ne sono contenti. Congedo: il nulla Arrivò la pioggia, non interpretata come segno divino e uno dopo l'altro morirono i personaggi della storia, il vescovo 5 anni dopo Antonia. Alla fine è rimasto il nulla e il silenzio. E l'unico che lo saprebbe raccontare non esiste.
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