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Riassunto "La contabilità generale", Sintesi del corso di Contabilità

Riassunto di tutto il libro con escluse le sezioni specificate dalla professoressa.

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica Riassunto "La contabilità generale" e più Sintesi del corso in PDF di Contabilità solo su Docsity! LA CONTABILITÀ GENERALE 1 LA RILEVAZIONE IN CONTABILITA’ GENERALE La rilevazione i contabilità generale permette di controllare le operazioni di gestione dell’impresa con l’esterno. Ha bisogno di strumenti e regole, o strumento più importante è rappresentato dai conti. Le regole invece sono dettate dal metodo della partita doppia. 1.1 LA RILEVAZIONE E LA CONTABILITA’ GENERALE Per rilevazione si intende il complesso dei criteri, metodi e strumenti attraverso i quali interpretare, misurare e rappresentare i fenomeni che interessano la vita dell’impresa. La contabilità generale è una delle principali forme che po' assumere la rilevazione, raccoglie un complesso di rilevazioni concernenti i fenomeni di gestione esterna e individua il profilo finanziario e il profilo economico di tali fenomeni. L’obbietti principale della contabilità è rappresentato dalla redazione del bilancio d’esercizio. 1.2 LO STRUMENTO TIPICO DELLA RILEVAZIONE: IL CONTO per rappresentare i fatti della gestione, la rilevazione si avvale di molteplici strumenti. Fra questi il conto. Ogni conto ha un titolo ed è diviso in due sezioni: - Quella di sinistra prende il nome di sezione dare - Quella di destra prende il nome di sezione avere I termini convenzionali non hanno nessun significato. Il conto è movimentato mediante addebitamenti o accreditamenti. - Aprire: intestare il conto e iscrivere in esso il primo valore (in dare o avere) - Movimentazione: inserimento successivi dei valori - Saldo: differenza tra totale dei valori in dare e il totale dei valori in avere - Chiudere: fare in modo che le due sezioni, dare e avere, risultino in perfetto equilibrio Alcuni conti funzionano, ossia accolgono i valori, in entrambe e sezioni, questi conti si dicono bifase. Altri conti accolgono valori solo in una sezione e si dicono uni fase. 1.3 LA CONTABILITA’ GENERALE: SISTEMA E METODO DI RILEVAZIONE Un sistema contabile può definirsi come un insieme coordinato di rilevazioni concernenti un oggetto complesso. L’oggetto complesso in quanto è determinabile facendo riferimento a più oggetti semplici che lo compongono, i quali derivano dalle singole operazioni di gestione. L’oggetto complesso cui tende il sistema può essere il reddito o il patrimonio. I sistemi contabili più noti sono: - Sistema patrimoniale - Sistema del reddito - Sistema del capitale e del risultato economico Accanto al sistema principale di contabilità esistono: - Sistemi minori - Sistemi impropri I sistemi minori rilevano gli accadimenti di gestione mediante scritture elementari semplici e danno origine alle cosiddette contabilità speciali. I sistemi impropri rilevano mediante scritture doppie alcuni fatti che non sono rilevati dalla contabilità generale (es. i conti d’ordine che possono rilevare gli impegni dell’impresa). Per raggiungere il suo obbiettivo la contabilità generale si avvale, come strumento di rilevazione, del conto. Metodo di rilevazione è l’insieme delle regole utilizzate per redigere le scritture e che disciplinano la tenuta del sistema di rilevazione. Il metodo riguarda la forma, l’ordine e il collegamento delle scritture stesse. Fra metodo e sistema esiste una relazione del tipo contenitore-contenuto, il più noto è il metodo della partita doppia. 1.4 IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA Consiste nel far funzionare in modo simultaneo e antitetico due serie di conti, può essere opportunamente applicato a un determinato oggetto quando sussistono le seguenti condizioni: - L’oggetto può essere osservato sotto un duplice aspetto - I due aspetti di osservazione sono simultanei ed entrambi utili per le informazioni che si vogliono ottenere dalle rilevazioni contabili I due aspetti di osservazione sono: - Aspetto originario - Aspetto derivato L’aspetto originario è il primo a essere osservato, l’aspetto derivato è conseguente al primo e rappresenta il successivo movimento di osservazione con il quale si compie l rilettura. Con il metodo della partita doppia le osservazioni sono così composte: - Prima si individuano i due aspetti di osservazione - Poi si traducono in variazioni di conto 1.5.2 UNO SCHEMA DI RAPPRESENTAZIONE DELLE OPERAZIONI DI GESTIONE Le variazioni finanziarie possono essere positive o negative Variazioni finanziarie VF+ VF- +denaro +crediti +crediti di funzionamento +crediti di finanziamento -debiti -debiti di finanziamento -debiti di funzionamento -denaro -crediti -crediti di funzionamento -crediti di finanziamento +debiti +debiti di finanziamento +debiti di funzionamento Le variazioni economiche possono essere: - Di reddito - Di capitale Variazioni economiche VE+ VE- di Reddito ricavi di Capitale +capitale netto di Reddito costi di Capitale -capitale netto Lo schema logico di riferimento in cui è possibile inserire le seguenti operazioni risulta composto dalle seguenti relazioni: 1. Permutazioni economico-finanziarie :VF +/- che misurano VE+/- dello stesso segno. Alcuni esempi: - Acquisizione di fattori produttivi - Vendita prodotti e servizi - Apporti capitale proprio in denaro - Rimborsi capitale proprio e distribuzione utili in denaro 2. Permutazioni finanziarie: VF+/- si compensano con altre VF di segno opposto e uguale importo. Alcuni esempi: - Pagamenti di debiti commerciali - Incasso di crediti commerciali - Acquisizione di finanziamenti di terzi - Rimborso di finanziamenti di terzi 3. Permutazioni miste: permutazioni tra VF di segno opposto e di diverso importo 4. Permutazioni economiche: VE+/- si compensano con altre VE di segno opposto e di uguale importo. Alcuni esempi: - Fatti amministrativi che originano variazioni tra i componenti di reddito - Fatti amministrativi che originano variazioni tra componenti di reddito e parti ideali del capitale netto - Fatti amministrativi che originano variazioni tra le parti ideali del capitale netto 1.6 I CONTI DELLA CONTABILITA’ GENERALE: CONTI FINANZIARI E ECONOMICI Conti finanziari : per rilevare i dati nell’aspetto finanziario (entrate, uscite, debiti crediti) Conti economici : per rilevare dati che riflettono l’aspetto economico. I conti economici come già sappiamo si dividono poi in: di reddito (costi, ricavi) o e di capitale (variazioni capitale netto). Lo schema di funzionamento dei conti secondo il metodo della partita doppia si fonda su alcune convenzioni: - Quella originaria, riguarda conti finanziari - Quella derivata, riguarda conti economici 1.6.3 I CONTI ECONOMIC DI CAPITALE I conti economici di capitale hanno un funzionamento opposto, o antitetico, rispetto i conti finanziari. Hanno in genere un funzionamento bifase. - Le variazioni negative vanno in Dare - Le variazioni positive vanno in Avere Alcuni esempi possono essere: Capitale Sociale, fondi di riserva, perdita d’esercizio. I passaggi del procedimento di rilevazione in sequenza logica sono i seguenti: 1. Individuare l’operazione di gestione 2. Individuare il duplice aspetto e le conseguenti VF/VE 3. Registrare le variazioni nei conti 1.7 I CONTI DI INTERFERENZA I conti di interferenza (o conti transitori) non hanno una specifica natura, piuttosto assolvono una funzione meramente strumentale operando come conti di contropartita temporanea di altri coti, onde consentirne l’apertura o la chiusura. 1.8 I PROCEDIMENTI DI RILEVAZIONE NEI REGISTRI CONTABILI I fatti amministrativi sono raccolti nei libri contabili: - Il libro giornale - Il libro mastro Nel libro giornale sono accolte giorno per giorno, in ordine cronologico, le scritture contabili relative a ogni operazione di gestione. Lo scopo è quello di rappresentare i fatti amministrativi in ordine di tempo e consentirne la verifica dell’uguaglianza tra tot. accrediti e tot. addebiti. Ogni scrittura nel libro giornale costituisce un articolo e riceve un numero progressivo. L’articolo contiene: - data dell’operazione - descrizione dell’operazione - codici dei conti utilizzati - indicazione del conto/i da addebitare/accreditare Il libro mastro raccoglie sistematicamente tutti i conti. Ciascun conto è rappresentato in forma tabellare e le rilevazioni contabili sono tenute riportando i valori nelle diverse sezioni Dare e Avere. 1.9 L’APPLICAZIONE DEL METODO DELLA PARTITA DOPPIA E LA RILEVAZIONE DEI FATTI AMMINISTRATIVI I fatti amministrativi possono dividersi nei seguenti gruppi: 1. permutazioni economico-finanziarie 2. permutazioni finanziarie 3. permutazioni miste 4. permutazioni economiche 1) permutazioni economico finanziarie: - prima si cerca l’aspetto finanziario e la collegata VF è registrata in Dare o Avere - dopo osserveremo lo stesso fatto amministrativo sotto l’aspetto economico es. pagamento in contanti dell’affitto di un magazzino per 200 Dare Avere VE- VF- Fitti passivi Cassa 200 200 2) permutazioni finanziarie : - si osserva l’aspetto originario - per derivazione, lo stesso fatto e riclassificato attraverso un’altra VF dello stesso importo ma di segno opposto es. pagamento di un debito verso fornitori di 200 Dare Avere VF+ VF- Fornitori cassa 200 200 le riserve di utili traggono origine dal risparmio di utili s’esercizio, mediante accontamenti di utili netti. L’utile prodotto può essere distribuito ai soci oppure conservato in azienda che ritroviamo nelle riserve. Le riserve di utili possono essere obbligatorie (costituite in base a una specifica norma contenuta nella legge o nello statuto della società), o facoltative (costituite mediante accantonamenti non obbligatori). Le riserve di capitale sono costituite in sede di: ulteriori apporti dei soci, rivalutazione economica o monetaria di attività patrimoniali, rinuncia di crediti da parte dei soci. Si tratta di una massa indistinta nella quale il conferimento iniziale, gli ulteriori conferimenti e gli utili non prelevati si confondono. 2.2 LA COSTITUZIONE E GLI APPORTI DI CAPITALE PROPRIO La costituzione è l’atto di nascita dell’impresa. In questa fase essa viene dotata dei capitali inziali necessari per lo svolgimento delle sue attività. L’entità del fabbisogno di capitale proprio dipende dall’entità e dal tipo di investimenti che si prevede effettuare (indicazioni possono venire dal business plan). La distinzione delle aziende assume rilievo per l’esame delle scritture contabili relative alla costituzione e ai finanziamenti di capitale proprio. Si distinguono in: - azienda individuale - azienda di persone - società di capitali 2.2.3 LA COSTITUZIONE DI SOCIETA’ DI CAPITALI Le principali società di capitali sono:  società per azioni  società a responsabilità limitata  società in accomandita semplice Il nocciolo della questione risiede nel concetto di persona giuridica. Quest’ultima è un organismo unitario considera come soggetto di diritto. E’ un’entità fornita di capacità giuridica propria e distinta dalle persone che concorrono a formarla. La società di capitali, come persona giuridica. È titolare dell’impresa e ne rappresenta il soggetto giuridico. I soci invece non chiamati in causa se non nei limiti del patrimonio conferito. La costituzione si perfeziona entro venti giorni dalla stipula dell’atto costitutivo, attraverso il deposito presso l’Ufficio del registro delle imprese. L’iscrizione nel registro determina la nascita della società e l’acquisizione della personalità giuridica. Nella costituzione distinguiamo tre momenti rilevanti: - sottoscrizione del capitale sociale - versamento dei conferimenti in denaro - conferimenti dei soci 2.2.4 LA SOTTOSCRIZIONE DEL CAPITALE SOCIALE Con la sottoscrizione del capitale sociale i soci assumono l’obbligo di conferire le quote di capitale di loro spettanza. La sottoscrizione avviene contestualmente alla firma dell’atto pubblico. es. costituzione di società di capitali DARE AVERE VF+ VE- Azionisti c/sottoscrizioni Capitale sociale 200.000 200.000 2.2.5 IL VERSAMENTO INIZIALE DEI CONFERIMENTI IN DENARO Alla sottoscrizione dell’atto costitutivo deve essere versato presso una banca almeno il 25% dei conferimenti in denaro o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare (art.2342) Es. versamento del 25% in denaro in un conto vincolato DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c vincolato Azionisti c/sottoscrizioni 50.000 50.000 2.2.6 I CONFERIMENTI DEI SOCI: GLI APPORTI IN DENARO Una volta costituita la società gli amministratori richiedono ai soci il versamento delle risorse dovute, che possono essere: - conferimenti in denaro - conferimenti in natura Per quanto riguarda i conferimenti di denaro l’operazione può essere distinta in due momenti:  il richiamo dei decimi da parte degli amministratori  il versamento dei soci Con il richiamo dei decimi gli amministratori richiedono ai soci il versamento delle somme ancora dovute. Es. conferimenti in denaro DARE AVERE VF+ VF- Crediti v/soci per decimi richiamati Azionisti c/sottoscrizioni 150.000 150.000 Es. versamenti dei decimi richiamati DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Crediti v/soci per decimi richiamati 150.000 150.000 2.2.7 I CONFERIMENTI DEI SOCI: GLI APPORTI IN NATURA Gli apporti iniziali possono avvenire anche non in denaro, ma in beni diversi dalla moneta. Tali apporti possono essere liberati gradualmente secondo la tecnica dei decimi richiamati. A garanzia del capitale sociale però i soci devono trasferire alla società, contestualmente alla sottoscrizione, i diritti sui beni o crediti conferiti. Es. costituzione di capitali con conferimenti in natura DARE AVERE VF+ VF+ Azionisti c/sottoscrizioni Capitale sociale 200.000 200.000 Versamento del 25% dei conferimenti in denaro in c/c vincolato DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c vincolato Azionisti c/sottoscrizioni 20.000 20.000 Conferimenti in beni DARE AVERE VE- VF+ VF- Immobili Crediti Azionisti c/sottoscrizioni 60.000 40.000 100.000 La norma stabilisce che chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare una relazione giurato di un esperto, contenente la descrizione dei beni o dei crediti conferiti. Nel termine di centottanta giorni dalla iscrizione della società, gli amministratore devono procedere alla revisione della stima dei beni conferiti. Es. revisione della stima dei conferimenti in natura In sede di revisione della stima dei conferimenti in natura risulta che l’immobile apportato dal socio Rossi non vale 60.000 come precedentemente valutato ma 40.000 DARE AVERE VE- VE+ Minusvalenze da apporto di beni in natura Immobili 20.000 20.000 Conferimento del socio DARE AVERE VF+ VF- Debiti v/socio Neri per prestazione Crediti garantiti v/socio Neri.. 8000 8000 2.2.9 LE ALTRE SCRITTURE DI COSTITUZIONE La costituzione di una società comporta il sostenimento di diversi oneri:  spese derivanti da obblighi di registrazione (es. imposta di bollo)  compensi e rimborsi spese ai professionisti che hanno curato gli adempimenti preliminari  costi per l’emissione di azioni  costi per allacciature di luce, gas, acqua e telefono  costi per ottenimento delle autorizzazioni amministrative  spese di varia natura relative a indagini effettuate tali spese possono essere capitalizzate sotto il nome di costi d’impianto 2.3 GLI AUMENTI DI CAPITALE SOCIALE AUMENTI DI CAPITALE Reali o a pagamento misti Virtuali o gratuiti RIDUZIONI DI CAPITALE Acquisto e anull. Azioni proprie Liberazione soci da obblighi Per rimborso azioni Per perdite mancato rispetto norme sulle azioni revisione perizia conf. in natura Per morosità recesso/esclusione Per esuberanza Gli aumenti di capitale sociale possono attuarsi secondo diverse modalità: - aumenti reali/ a pagamento - aumenti virtuali/gratuiti Gli aumenti reali sono caratterizzati dall’ingresso di nuove risorse nell’impresa, provenienti da nuovi apporti dei soci in denaro o in natura. Con gli aumenti virtuali invece l’aumento è realizzato utilizzando riserve di utile netto che si sono formate in precedenza, quindi ricchezza autoprodotta. Ricordiamo però che l’art. 2438 impedisce di aumentare il capitale sociale fino a che le azioni precedentemente emesse non siano interamente liberate. Sarà necessario dunque prima richiamare gli eventuali decimi non ancora versati. 2.3.1 GLI AUMENTI REALI DI CAPITALE SOCIALE Gli aumenti di capitale sociale reali sono caratterizzati da un effettivo incremento delle risorse. Essi determinano quindi un aumento del patrimonio netto della società. Gli aumenti reali si realizzano mediante conferimenti analoghi a quelli esaminati in sede di costituzione della società: apporti di denaro e conferimenti in natura. L’aumento di capitale può avvenire anche mediante la conversione di debiti. Quando si aumenta il capitale sociale non è necessario versare il 25% dei conferimenti in denaro in un conto vincolato. L’art. 2439 però impone ai sottoscrittori delle azioni di nuova emissione di versare alla società, al momento della sottoscrizione, almeno il 25% del valore nominale delle azioni sottoscritte. Le nuove risorse possono essere apportate dai vecchi soci o anche da nuovi soci. Quando una società per azioni aumenta il capitale sociale mediante emissioni di nuove azioni a pagamento deve dare la precedenza nella sottoscrizione ai vecchi soci (diritto di opzione). In via generale quindi la sottoscrizione delle nuove azioni spetta di diritto ai vecchi azionisti tranne che per queste due eccezioni: - rinuncia legale - rinuncia volontaria Nel primo caso è la legge stessa o lo statuto della società che, in ipotesi particolari espressamente regolate, impone ai vecchi azionisti di rinunciare al diritto di opzione. Nel secondo caso, sono i vecchi azionisti che rinunciano volontariamente al diritto. Al momento della emissione di nuove azioni sorge il problema di determinare il valore di emissione (prezzo al quale le nuove quote sono offerte agli azionisti):  alla pari  sopra la pari Nelle emissioni alla pari i sottoscrittori sono chiamati a versare un importo uguale al valore nominale delle emissioni emesse Es. aumento di capitale alla pari DARE AVERE VF+ VE+ Azionisti c/sottoscrizione Capitale sociale 10.000 10.000 Al momento del versamento del 25% DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Azionisti c/sottoscrizioni 2.500 2.500 Al momento del richiamo dei successivi decimi DARE AVERE VF+ VF- Crediti v/soci per crediti richiamati Azionisti c/sottoscrizioni 7.500 7.500 Con il versamento DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Crediti v/soci per crediti richiamati 7.500 7.500 Quando l’emissione delle nuove azioni avviene sopra la pari invece i sottoscrittori sono chiamati a versare un importo superiore al valore nominale delle azioni emesse. La differenza positiva prende il nome di sovraprezzo di emissione. Il sovrapprezzo deve essere integralmente versato alla sottoscrizione. Pertanto gli azionisti devono versare immediatamente il 25% del valore nominale dell’aumento più il sovrapprezzo nelle scritture si segna come “riserva sovraprezzo azioni” 2.4 LE RIDUZIONI DI CAPITALE SOCIALE La riduzione del capitale sociale può avvenire:  per esuberanza  mediante acquisto sul mercato di azioni proprie e successivo annullamento  per recesso o esclusione di soci  per morosità  per altre cause 2.6 LA RAPPRESENTAZIONE IN BILANCIO STATO PATRIMONIALE ATTIVO A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI * Socio X c/sottoscrizione * Azionisti c/sottoscrizioni * Crediti verso soci per decimi richiamati * Crediti verso soci morosi per decimi richiamati * Azionisti c/reintegro © Crediti garantiti verso il socio în c/sottoscrizione capitale sociale B) IMMOBILIZZAZIONI I. Immobilizzazioni immateriali 1) costi di impianto e di ampliamento * Costi di impianto 5) avviamento © Avviamento II. Immobilizzazioni materiali 1) terreni e fabbricati * Immobili 2) impianti e macchinario * Impianti 4) altri beni ° Mobili C) ATTIVO CIRCOLANTE I. Rimanenze 4) prodotti finiti e merci * Merci II. Crediti 1) verso clienti * Crediti 5) verso altri * Crediti verso soci morosi IM.Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV. Disponibilità liquide 1) depositi bancari e postali * Banca c/e * Banca c/c vincolato D) RATEI E RISCONTI PASSIVO sa A) PATRIMONIO NETTO I. Capitale } * Capitale sociale 9 I. bis prata da apporto di beni in natura + Minusvalenza da apporto di beni in natura (E II. Riserva da sopraprezzo delle azioni » Riserva sovrapprezzo azioni V. Riserve statutarie * Riserva statutaria VI. Altre riserve * Riserva straordinaria * Versamento soci in c/capitale IX. Utile (perdita) dell’esercizio * Utile dell'esercizio » Perdita dell'esercizio (-) X. Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio DI * Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio (-) B) FONDI PER RISCHI E ONERI C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO e TER D) DEBITI 3) debiti verso soci per finanziamenti * Debiti verso soci 7) debiti verso fornitori * Fornitori * Debiti verso soci per prestazioni d'opera 14) altri debiti e Azionisti c/liquidazione * Debiti verso soci morosi * Debiti verso portatori di strumenti finanziari partecipativi E) RATEI E RISCONTI 3 I FINANZIAMENTI DI CAPITALE DI CREDITO 3.1 LO SCHEMA GENERALE DI RILEVAZIONE DEI FINANZIAMENTI ESTERNI I capitali necessari alla creazione e al funzionamento dell’impresa possono essere acquisiti da terze economie. Con l’acquisizione di finanziamenti esterni l’impresa negozia la temporanea disponibilità di risorse monetarie in cambio della corresponsione di un prezzo. L’impresa che riceve il finanziamento si impegna infatti a: - Restituire alla scadenza il capitale - Remunerare il soggetto finanziatore per il servizio ricevuto per mezzo di interessi I finanziamenti di terzi corrispondono dunque al capitale di debito dell’impresa. Il capitale preso in prestito inoltre deve essere remunerato con gli interessi a prescindere dal risultato economico conseguito dalla gestione. I capitali di credito in fine sono assoggettati al rischio d’impresa solo in via secondaria. Il finanziatore, cioè, perde il capitale prestato solo dopo che le perdite hanno completamente annullato i mezzi propri dell’impresa finanziata. Il rimborso dei debiti infatti deve avvenire sempre prima del rimborso del capitale proprio come garanzia per i creditori (captale a rischio limitato). I debiti differiscono dai fondi per rischi e oneri e dagli impegni che rappresentano accordi per adempiere in futuro obbligazioni assunte o per svolgere/eseguire determinate azioni/attività. Guardando gli aspetti contabili è possibile identificare i seguenti momenti rilevanti: 1. Erogazione del finanziamento 2. Remunerazione del finanziamento 3. Estinzione del finanziamento L’erogazione è la fase in cui l’azienda finanziata riceve dal soggetto finanziatore le risorse monetarie pattuite, a fronte dell’obbligo di restituirle a scadenza. La remunerazione è la fase del pagamento di un interesse da parte dell’azienda finanziata al soggetto finanziatore per il prestito ricevuto L’estinzione, in fine, è il momento in cui l’azienda finanziata rimborsa il soggetto finanziatore. Alcune di queste fasi possono presentarsi congiuntamente. Le diverse fasi determinano movimenti monetari di segno opposto e di diversa entità. Le disponibilità dell’impresa infatti: - Aumentano con l’erogazione del finanziamento - Diminuiscono al momento del rimborso (+ interessi) I debiti sorti per ragioni diverse da acquisti di beni e servizi, quali i debiti finanziari e altri debiti, sono rilevati nel momento in cui sorge l’obbligazione dell’impresa verso la controparte. In particolare l’iscrizione di un debito di finanziamento avviene al momento dell’erogazione del finanziamento. Fasi tipiche di un’operazione di finanziamento I I I V V V Entrata Uscita Uscita I I I V V V CAPITALE INTERESSI CAPITALE Es. erogazione del finanziamento DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Debito v/banca xx xx Es. remunerazione del finanziamento DARE AVERE VE- VF- Interessi passivi Banca c/c xx xx Es. estinzione del debito DARE AVERE VF+ VF- Debito v/banca Banca c/c xx xx la VF- rappresentata dall’uscita di cassa scompensa con un VF+ relativa alla riduzione del debito verso il finanziatore esterno. Questo schema si complica quando: a) Il prezzo di emissione è diverso dal valore nominale b) Sono sostenuti costi di transazione c) Il tasso di interesse contrattuale è significativamente diverso dal tasso d’interesse di mercato EROGAZIONE Del finanziamento REMUNERAZIONE Del finanziamento ESTINZIONE Del finanziamento 3.4 LE OPERAZIONI DI SMOBILIZZO DI CREDITI COMMERICIALI La necessità di coprire il fabbisogno finanziario derivante dallo svolgimento delle operazioni di gestione pone l’impresa nella condizione di dover riscuotere anticipatamente i credit commerciali rispetto alla loro scadenza naturale. Lo smobilizzo dei credit commerciali si realizza attraverso l’intervento di un intermediario finanziario al quale l’impresa cede i propri crediti. La banca versa all’impresa quale corrispettivo netto ricavo dell’operazione e il tutto si conclude con il pagamento del credito da parte del cliente debitore. L’operazione di smobilizzo di crediti può inquadrarsi nell’ambito di due principali forme tecniche: - cessione di crediti commerciali - crediti commerciali dati a garanzia di prestiti la cessione di crediti a sua volta può essere compiuta con una delle seguenti formule:  pro solvendo : se alla scadenza il credito non è pagato dal debitore, la banca non si accolla la perdita ma si rivale sull’impresa che ha ceduto il credito  pro soluto: nell’ipotesi del mancato pagamento del debitore, la banca non si rivale sull’impresa assumendo così il rischio di insolvenza sul credito Per la contabilizzazione, il credito può essere eliminato dalla contabilità quando: - i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dal credito si estinguono - quando la titolarità dei diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dal credito è trasferita e con essa sono trasferiti tutti i rischi inerenti il credito Le principali operazioni di smobilizzo dei crediti sono:  sconto di effetti attivi commerciali  incasso di effetti attivi commerciali con accredito “salvo a buon fine”  anticipi su ricevute bancarie e su fatture  factoring con accredito anticipato 3.4.3 GLI ANTICIPI SU RICEVUTE BANCARIE Le ricevute bancarie sono strumenti che contengono un ordine di incasso disposto dal creditore ad un istituto finanziario per la riscossione dei crediti verso i propri clienti. L’emissione delle ricevute e l’incasso configura un rapporto fra quattro soggetti: 1) l’impresa 2) il cliente debitore 3) la banca dell’impresa 4) la banca del cliente l’operazione si svolge nelle seguenti fasi:  insorge il credito dei confronti del clienti a seguito della cessione di beni/servizi  l’impresa creditrice consegna alla banca la ricevuta bancaria  la banca dell’impresa creditrice consegna la ricevuta alla banca del cliente debitore  una volta effettuato il pagamento viene consegnata al cliente debitore la ricevuta bancaria  in caso di mancato pagamento la banca ne da comunicazione all’impresa restituendo la ricevuta bancaria non pagata La ricevuta bancaria non è un titolo di credito ma uno strumento mediante il quale avviene l’incasso di un credito commerciale. La banca ottiene soltanto un mandato di riscossione, il credito non viene trasferito ma rimane nella titolarità dell’impresa. In caso di mancato pagamento non è possibile il pretesto. L’accredito della banca può avvenire con le seguenti modalità: - clausola salvo buon fine :la banca senza attendere l’incasso dal cliente concede all’impresa la disponibilità dei fondi secondo le modalità concordate - clausola al dopo incasso: la banca accredita l’importo della ricevuta bancaria dopo aver incassato il credito dal cliente debitore. L’incasso salvo buon fine avviene pro solvendo, pertanto in caso di inadempimento del debitore, la banca può rivalersi sull’impresa e riottenere l’importo anticipato. Es. anticipi su ricevute bancarie con accredito salvo buon fine In data 20 aprile sono emesse e presentate in banca, per l’incasso salvo buon fine, ricevute bancarie di importo pari a 1220, scadenti a 90 gg. In data 24 aprile, la banca accredita il relativo importo al netto di commissioni di incasso pari a 20. Gli interessi passivi di fine trimestre sono pari a 100. Emissione ricevuta 20/04 DARE AVERE VF+ VF- Clienti c/ri.ba Clienti 1220 1220 Presentazione di ricevute bancarie all’incasso salvo buon fine DARE AVERE VF+ VF- Clienti ri.ba incasso Clienti c/ri.ba 1220 1220 Accredito delle ricevute bancarie e liquidazione delle commissioni DARE AVERE VF- VE- VF+ Banca c/ricevute Commissioni Banca c/c 20 1200 1220 Incasso del credito verso il cliente DARE AVERE VF+ VF- Banca c/ricev. Clienti ri.ba incasso 1220 1220 Liquidazione e pagamento degli interessi passivi DARE AVERE VE- VF- Interessi passivi Banca c/c 100 100 3.8 IL MUTUO PASSIVO Il muto passivo rappresenta la forma tecnica più ricorrente di indebitamento a medio lungo termine con un istituto di credito. I principali elementi che lo caratterizzano sono:  i fondi sono erogati a fronte della realizzazione di un determinato piano di investimenti  la durata è più lunga delle altre forme di finanziamento  riguarda, normalmente, importi di rilievo  durata e importo fanno si che il prestito sia normalmente assistito da garanzie reali e anche personali (es. fideiussioni) Si articola in due momenti chiave: l’erogazione e il rimborso graduale. Il piano prevede scadenze periodiche nelle quali l’impresa paga alla banca le rate di muto che si compongono di una quota di capitale e una quota di interessi. Es. contrazione mutuo passivo Al momento dell’erogazione del finanziamento DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Mutui passivi 1000 1000 Pagamento di una rata di rimborso del mutuo DARE AVERE VE- VF- VF+ Interessi Banca c/c Mutui passivi 26 40 14 In sintesi, in applicazione di questo metodo l’impresa locataria: 1) Iscrive il bene oggetto del contratto tra le attività dello Stato patrimoniale e rileva la contropartita, il debito verso la società di leasing. 2) Imputa, per competenza, le quote di ammortamento e di eventuale svalutazione del cespite. 3) All’atto del pagamento dei singoli canoni: rileva per competenza, quale onere finanziario, la quota di interesse compresa nel canone, rettifica in diminuzione il debito residuo verso la società di leasing, per la quota capitale compresa nel canone di leasing. 3.14 ALTRE RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE E DI STORNO DI FINE ESERCIZIO Le altre tipiche scritture di assestamento che riguardano le operazioni di finanziamento con capitale di credito sono le seguenti: - Imputazione e storno di interessi per operazioni a cavallo di due o più esercizi - Interessi attivi e passivi da liquidare Es. imputazione interessi passivi DARE AVERE VE- VF- Interessi passivi su storni passivi Ratei passivi su ratei passivi 20 20 Es. storno di interessi passivi DARE AVERE VE- VE+ Risconti attivi su interessi passivi Interessi passivi su anticipazioni 20 20 4 I FATTORI PRODUTTIVI DI ESERCIZIO 4.1 L’ACQUISIZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI Per svolgere la propria attività e realizzare la produzione, l’impresa ha bisogno di combinare fattori produttivi. Una prima classificazione li distingue in:  A fecondità semplice: esauriscono la loro utilità al termine del singolo atto produttivo a cui partecipano. Attivano la struttura operativa dell’impresa, permettendo lo svolgimento del processo di lavorazione.  A fecondità ripetuta: partecipano a più atti produttivi, senza esaurire totalmente la loro utilità economica in ciascuno. Sono utilizzati nella produzione o nella fornitura di beni/servizi. Indipendentemente dalle caratteristiche del bene qualunque acquisto può essere scomposto nelle seguenti operazioni amministrative: 1. Perfezionamento contrattuale 2. Liquidazione 3. Pagamento 1) il perfezionamento contrattuale è il momento in cui si ha la formazione dei valori e in cui viene definito il prezzo le altre condizioni dello scambio. 2) la liquidazione è il momento in cui avviene la rilevazione contabile Es. liquidazione dell’acquisto di beni AVERE AVERE VE- VF- Merci c/acquisti Fornitori di merci xx xx 3) con il pagamento si ha la cessione di denaro a fronte dell’estinzione del debito Es. pagamento debito verso fornitore AVERE AVERE VF+ VF- Fornitori di merci Banca c/c xx xx Il momento della liquidazione, con la rilevazione del costo e del debito commerciale, è individuato nel rispetto del principio di competenza economica. Quindi l’operazione è rilevata quando: - Il processo produttivo dei beni è stato completato - Si è verificato il passaggio sostanziale e non formale del titolo di proprietà assumendo quale parametro di riferimento, per il passaggio sostanziale, il trasferimento dei rischi e benefici. In caso di acquisto di beni mobili il trasferimento dei rischi e benefici si considera avvenuto alla data di spedizione o di consegna dei beni stessi. Per i beni immobili invece si ha alla stipulazione del contratto di compravendita. Gli acquisti di servizi sono rilevati nel momento in cui il servizio è ricevuto. Per la rilevazione dei debiti infine sono previsti due criteri alternativi:  Rilevazione al valore nominale  Rilevazione al costo ammortizzato 4.2 L’IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO (IVA) L’IVA è un’imposta indiretta che si applica sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato italiano nell’esercizio di imprese, arti e professioni e sulle importazioni di beni. È applicata quando sussistono contemporaneamente i seguenti presupposti: 1. Oggettivo: deve trattarsi di cessione di beni o prestazione di servizi 2. Soggettivo: l’operazione deve avvenire nell’ambito di un’attività d’impresa 3. Territorialità: deve avvenire nelle territorio dello Stato italiano L’IVA funziona secondo il meccanismo della rivalsa. Da parte delle imprese l’IVA incassata sulle vendite non rappresenta un ricavo ma un debito verso l’erario, quella pagata sugli acquisti invece rappresenta un credito verso l’erario. Periodicamente l’impresa procede alla liquidazione del tributo, cioè compensa il credito per l’IVA pagata sugli acquisti con il debito per l’IVA riscossa (detrazione imposta da imposta). Per poter portare in detrazione l’IVA sugli acquisti occorre che i beni e i servizi siano inerenti all’attività esercitata. Le operazioni ai fini IVA possono dunque distinguersi in: 1. Operazioni imponibili 2. Operazioni non soggette a IVA 3. Operazioni soggette a IVA non rimborsabile 1) le operazioni imponibili sono le cessioni dei beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato italiano. Esse devono essere fatturate e registrate. 2) le operazioni non soggette a IVA includono: a) Operazioni estranee a IVA : acquisti di beni effettuati dall’impresa da soggetti privati b) Operazioni escluse da IVA: escluse su decisione della legge (es: cessioni di denaro o crediti di denaro, cessioni di terreni agricoli, cessioni di valori bollati ecc.) c) Operazioni esenti: esenti su decisione della legge (es: operazioni di credito e finanziamento, cessioni di oro in varie forme, servizio postale e telegrafico ecc.) es. acquisto di beni materiali e oneri accessori ricevimento della fattura AVERE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Materie c/acquisti Fornitori 1100 242 1342 Se gli oneri sono addebitati in una fattura separata: AVERE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Spese trasporto Fornitori 100 22 122 LE SPESE DI TRASPORTO SU ACQUISTI Dalla combinazione di queste clausole possono aversi numerose condizioni contrattuali che portano diverse rilevazioni contrattuali: 1) Franco magazzino compratore, porto affrancato: fino al magazzino del compratore la competenza economica delle spese di trasporto e del venditore 2) Franco magazzino venditore, porto assegnato: a partire dal magazzino del venditore, la competenza economica delle spese di trasporto è del compratore che si accolla anche il pagamento del trasporto 3) Franco magazzino compratore, porto assegnato: la competenza economica dei costi del trasporto è del venditore ma il pagamento è anticipato dal compratore Es. franco magazzino compratore, porto assegnato Pagamento spese di trasporto anticipate per conto del fornitore DARE AVERE VF+ VF- Fornitori spese trasporto anticip. Banca c/c 122 122 Liquidazione e regolamento spese DARE AVERE VE- VF+ VF- VF- Materie c/acquisti Iva credito Fornitori materie Fornitori spese di trasporto anticip. 1000 220 1098 122 4) Franco magazzino venditore, porto affrancato: la competenza economica dei costi di trasporto è del compratore ma il pagamento è anticipato dal venditore. Es. franco magazzino venditore, porto affrancato Liquidazione spese di trasporto anticipate dal fornitore DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Spese trasporto Fornitori 100 22 122 Liquidazione e regolamento spese DARE AVERE VE- VF+ VF+ VF- Materie c/acquisti Fornitori c/anticipi Iva credito Fornitori materie 1000 122 220 1342 4.5 L’ACQUISIZIONE DEI SERVIZI L’acquisto di servizi riguarda prestazioni o fattori immateriali che esauriscono la loro utilità economica in un singolo atto di produzione. Anche gli acquisti di servizi si distinguono in:  Acquisti imponibili  Acquisti non soggetti a IVA  Acquisti soggetti a IVA non rimborsabile Alcune precisazioni sono necessarie con riferimento a: 1) Servizi assicurativi 2) Servizi commerciali 3) Servizi professionali 1) Servizi di assicurazione: ai fini di IVA tutte le operazioni di assicurazione sono considerate operazioni esenti dall’imposta. 2) Servizi commerciali: tali attività possono essere svolte internamente, impiegando risorse dell’impresa, oppure possono essere acquistate da terzi. Es. acquisto di servizi di intermediazione commerciale Liquidazione di provvigioni a rappresentanti DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Provvigioni passive Fornitori servizi 220 1000 1220 Liquidazione di oneri provvidenziali su provvigioni a rappresentanti DARE AVERE VF+ VE- VF- Fornitori Oneri previdenziali su provvigioni Enasarco c/competenze 60 60 120 Liquidazione ritenuta fiscale su provvigioni a rappresentanti DARE AVERE VF+ VF- Fornitori servizi Erario c/ritenute su provvigioni 90 90 Pagamento di provvigioni a rappresentanti DARE AVERE VF+ VF- Fornitori servizi Banca c/c 1070 1070 Versamento delle ritenute fiscali e previdenziali DARE AVERE VF+ VF+ VF- Erario c/ritenute Enasarco c/competenze Banca c/c 90 120 170 3) Servizi professionali: fanno parte di questi: compensi al notaio per operazioni sociali che comportano la formazione e la modifica dell’atto costitutivo, compensi agli ingegneri per le perizie tecniche su immobili ecc. Nel caso di professionisti iscritto ad albi professionali. È prevista l’applicazione di un contributo sul compenso da versare alla Cassa previdenziale e da addebitare al cliente. Per l’impresa committente si tratta di un costo da assoggettare a IVA. VF- VE+ Fornitori merci Sconti e abbuoni attivi su acquisti 2196 200 Quando i ribassi, gli abbuoni e gli sconti su acquisti imponibili sono ottenuti dopo il ricevimento della fattura, l’acquisto è normalmente registrato per il suo importo complessivo. Se sono accompagnati da un documento giustificativo ai fini IVA, questo evidenzia:  La diminuzione del debito verso il fornitore  La riduzione dell’IVA a credito  La rettifica dell’originario costo di acquisto Es. abbuoni e sconti su acquisti imponibili accompagnati da nota di credito Ricevimento di una nota di credito da fornitori per abbuono su acquisti imponibili (rettifica indiretta) DARE AVERE VF- VE+ VF+ Iva credito Sconti e abbuoni Fornitori merci 44 200 244 Se l’impresa non riceve una nota di variazione, l’abbuono attivo, pur costituendo un componente positivo di reddito non rappresenta ai fini IVA una rettifica di costo Es. abbuoni e sconti su acquisti imponibili non accompagnati da nota di credito Pagamento di un debito commerciale con ottenimento di sconto senza nota di credito DARE AVERE VF+ VF- VE+ Fornitori merci Banca c/c Sconti attivi per pagamenti pronta cassa fornitori 2400 2240 200 3) premi su acquisti: si distinguono in:  premi di quantità: sono strumenti di promozione ottenuti da chi compra a seguito del raggiungimento di determinati quantitativi di acquisto dallo stesso fornitore  premi di fedeltà: sono concessi in misura discrezionale dal fornitore per creare o rafforzare il rapporto commerciale Anche questi si dividono in: imponibili e non soggetti IVA. Nel caso di premi di quantità su acquisti imponibili si ha:  diminuzione del debito verso i fornitori  riduzione dell’importo dell’IVA a credito  rettifica dell’originario costo d’acquisto nel caso di premi di quantità non soggetti a IVA, invece, non occorre movimentare conti accesi all’IVA. Es. premi di quantità su acquisti imponibili Liquidazione premi di quantità da fornitori DARE AVERE VF- VE+ VF+ Iva debito Premi quantità Fornitori merci 44 200 244 Es. premi di fedeltà su acquisti Incasso di premi di fedeltà da fornitori DARE AVERE VF+ VE+ Banca c/c Premi fedeltà su acquisti 100 100 4.9 LE ALTRE RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE E DI STORNO DI FINE ESERCIZIO Le tipiche scritture di assestamento che riguardano le operazioni di acquisto di fattori produttivi a fecondità semplice sono: a) fatture da riceve e note di credito da ricevere b) imputazione e storno di costi per operazioni a cavallo di due o più esercizi c) rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo merci a) fatture da riceve e note di credito da ricevere: alla fine dell’esercizio il primo aspetto da considerarsi riguarda gli acquisti di fattori produttivi per i quali non è ancora pervenuta la fattura del fornitore. La contabilità generale non ha rilevato tali operazioni perché, mancando il documento giustificativo, non ha visto la collegata manifestazione finanziaria. I valori economici connessi alle suddette operazioni devono essere rilevati al momento dell’esecuzione della prestazione e non nel successivo momento in cui si riceve il documento giustificativo della transazione. Pertanto anche se alla data di chiusura dell’esercizio non è stata ricevuta la fattura si deve inserire in contabilità, perché la merce è già stata ricevuta. Al fine di una corretta correlazione tra costi e ricavi, occorre dunque operare delle rettifiche di imputazione in modo da inserire in contabilità il presunto costo del fattore produttivo acquistato ma non ancora liquidato, rilevando i contropartita il debito da liquidare verso il fornitore. Es. fatture da ricevere Imputazione di costi per fatture da ricevere (rettifica indiretta) DARE AVERE VE- VF- Merci c/acquisti da fatturare Fornitori per fatture da ricevere 980 980 Nell’esercizio successivo quando si riceve la fattura di acquisto occorre rilevare una permutazione finanziaria Ricevimento fattura su acquisti dell’esercizio precedente DARE AVERE VF+ VF+ VE- VF- Iva credito Fornitori per fatture da ricevere Sopravvenienze passive Fornitori merci 220 980 20 1220 b) imputazione e storno di costi per operazioni a cavallo di due o più esercizi: in tutte le operazioni di acquisto di fattori produttivi può sorgere un problema di competenza economica quando l’operazione riguarda un periodo di tempo a cavallo di due o più esercizi. Le quote di costi di competenza dell’esercizio che verranno liquidati in esercizi successivi devono essere aggiunte mediante imputazione. Es. imputazione di quote di costi di competenza economica dell’esercizio aventi futura manifestazione finanziaria DARE AVERE VE- VF- Fitti passivi Ratei passivi su fitti passivi 40 40 Allo stesso modo se i costi sono liquidati nell’esercizio ma non sono per una quota di competenza economica dell’esercizio medesimo, occorre rimandare mediante storno Es. storno di quote di costi per i quali si è avuta manifestazione finanziaria ma di competenza economica di esercizi successivi DARE AVERE VE- VE+ Risconti attivi su premi assicurativi Premi assicurativi 110 110 5.2 L’ACQUISTO DA TERZI L’acquisto di beni durevoli da terze economie (da imprese fornitrici) rappresenta l’ipotesi di acquisizione più ricorrente. Questo porta il valore originario di iscrizione in contabilità a essere costituito dal costo di acquisto maggiorato dagli eventuali oneri accessori. Gli oneri accessori sono ad esempio:  per i fabbricati: spese notarili per la redazione dell’atto di acquisto, le tasse per la registrazione dell’atto, gli onorari per la progettazione dell’immobile ecc.  per gli impianti e macchinari: costi di progettazione, traporti, dazi su importazioni, costi di installazione ecc.  per i mobili: costi di traporto e dazi su importazione Dal punto di vista contabile la caratteristica fondamentale è costituita dall’utilizzo di un conto economico di reddito acceso a costi pluriennali la cui denominazione coincide con quella del bene acquistato.  Al momento della liquidazione si registra un costo pluriennale e in contropartita un debito verso il fornitore  Al momento del pagamento si rileva l’uscita di denaro e la riduzione parziale o l’annullamento del debito precedentemente accertato. Es. acquisto immobilizzazioni materiali DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Impianti Fornitori immobiliz. 660 3000 3660 Es. acquisto immobilizzazioni immateriali DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Brevetti Fornitori immobiliz. 440 2000 2440 Quando gli oneri accessori sono sostenuti per perfezionare l’acquisto o per consentire l’effettivo utilizzo del bene nel processo produttivo essi vanno capitalizzati, ossia portati in aumento del costo di acquisizione delle immobilizzazioni. La rilevazione contabile può avvenire nelle seguenti modalità:  Fuori conto: prevede di utilizzare specifici conti accesi ai singoli elementi  In conto: gli oneri sono capitalizzati imputandoli immediatamente al conto acceso al fattore produttivo pluriennale in fase di rilevazione iniziale al momento dell’acquisto. es. oneri accessori di acquisto di immobilizzazioni liquidazione oneri accessori DARE AVERE VE- VE- VE- VF+ VF- Spese legali/notarili Consulenze comm. Spese messa opera Iva credito Fornitori servizi 100 50 100 55 305 Capitalizzazione oneri accessori DARE AVERE VE- VE+ VE+ VE+ Impianti Spese legali/notarili Consulenze comm. Spese messa opera 250 100 50 100 Liquidazione acquisto di immob. liquidazione oneri accessori e capitalizzazione sulle immob. DARE AVERE VE- VF+ VF- VF- Impianti Iva credito Fornitori immob. Fornitori servizi 3250 715 3660 305 Es. acquisto immobilizzazioni non soggette a IVA Anticipo a fornitore di immobilizzazioni DARE AVERE VF+ VF- Terreni c/anticipi Banca c/c 800 800 Liquidazione acquisto di immobilizzazioni DARE AVERE VE- VF- VF- Terreni Fornitori immob. Terreni c/anticipi 2000 1200 800 Liquidazione imposte e parcella del notaio DARE AVERE VE- VE- VF+ VF- Imposta di registro Spese legali/notarili Iva credito Banca c/c 300 100 22 422 Capitalizzazione degli oneri accessori (rettifica diretta) DARE AVERE VE- VE+ VE+ Terreni Imposta registro Spese legali/notarili 400 300 100 Se si acquistano immobilizzazioni con IVA detraibile questa va portata direttamente ad aumento del costo di acquisto. Es. acquisto immobilizzazioni con IVA indetraibile Liquidazione acquisto autovettura al costo di 500 con iva indetraibile al 22% DARE AVERE VE- VF- Autovetture Fornitori immob. 610 610 5.3 LA COSTRUZIONE INTERNA O IN ECONOMIA Un bene acquisito mediante costruzione interna rappresenta oggetto complesso ottenuto impiegando diversi fattori produttivi ognuno dei quali comporta il sostentamento di un costo. Il costo iniziale di un cespite totalmente o parzialmente costruito è in economia il costo di produzione che comprende i costi diretti e le spese generali industriali. Mentre i costi diretti sono costi oggettivamente determinabili, in quanto relativi a fattori produttivi dei quali è possibile misurare il consumo. Si pone dunque il problema della ripartizione di costi indiretti, questa richiede di individuare una base di ripartizione che può essere unica o multipla. In pratica si tratta di ripartire i costi comuni tutti insieme o considerati per categorie omogenee, in proporzione a una o più grandezze oggettivamente misurabili. Sul piano contabile uno dei problemi legati alla rilevazione delle costruzioni in economia ad esempio di un impianto, sono sostanzialmente legati al seguente ragionamento. Per la costruzione interna di un bene durevole è di norma necessario un certo periodo di tempo. Nel corso di questo periodo l’impresa sostiene un insieme di costi relativi all’impiego di attrezzature, mano d’opera e materiali. Tali costi sono sostenuti sia per lo svolgimento dell’attività principale, quindi per produrre i beni e i servizi destinati alla vendita, sia per la costruzione dell’impianto. I costi relativi a tali fattori sono rilevati secondo la loro natura e confluiscono nel Conto Economico, cioè, i conti accesi ai costi dei fattori produttivi comprendono:  La quota di costo relativa alle produzioni , frutto dell’attività principale, realizzate e vendute nell’esercizio  La quota di costo relativa alla costruzione interna degli impianti Ora è evidente che tali costi non sono tutti di competenza economica dell’esercizio in chiusura. In particolare, non sono di competenza economica i costi relativi alla costruzione interna degli impianti. Tali costi, infatti, si riferiscono a fattori produttivi che non sono stati consumati nell’esercizio. Al contrario essi hanno generato altri fattori produttivi, gli impianti costruiti o in costruzione, che sono carici di utilità economica perché il loro servizi verranno utilizzati negli esercizi futuri. Per giungere a una corretta determinazione del reddito e del capitale occorre dunque capitalizzare la parte dei costi per mano d’opera, materiali ecc., imputata al Conto Economico, espressiva del valore degli impianti auto costruiti. Successivamente si procede alla capitalizzazione dei costi mediante rettifica diretta DARE AVERE VE- VE+ VE+ VE+ VE+ Impianti costruzione Materie c/acquisti Servizi Salari e stipendi ammortamenti 1500 600 300 450 150 5.4 LA PERMUTA Con la permuta si cede la proprietà di un bene in cambio della proprietà di un altro bene. L’operazione può avere una duplice finalità:  Non rappresenta una compravendita ma una mezzo per procurare la disponibilità di un bene simile senza l’obbiettivo di un ricavo  È riconducibile a una operazione di acquisto/vendita Parliamo permuta in senso proprio quando la permuta costituisce un mezzo per procurare la disponibilità di un bene simile senza l’obbiettivo di conseguire un componente positivo e quindi il valore originario dell’imm. acquisita è riconosciuta parti al valore contabile netto dell’imm. ceduta. Es. permuta in senso proprio Si scambia un macchinario A (valore 1000 e ammortizzato per 600) con il macchinario B dal valore di 400 che è il valore netto contabile di A. DARE AVERE VE- VE- VE+ Macchinario B F. ammortam. A Macchinario A 400 600 1000 Parliamo invece di permuta compravendita quando essa rappresenta un’operazione di acquisto-vendita. Es. permuta di compravendita Si scambia un’autovettura A (valore 1000 ammortizzata per 500) in cambio di un’autovettura B di valore pari a 600. Il valore netto di A è pari a 55 quindi si avrà una plusvalenza di 100. Utilizzo f. ammortam. Per permuta del cespite DARE AVERE VE- VE+ f. ammortam. A Autovettura A 500 500 Liquidazione permuta autovetture DARE AVERE VE- VE+ VE+ Autovettura B Autovettura A Plusvalenza 600 500 100 5.5 L’ACQUISIZIONE A TITOLO GRATUITO Può accadere che l’impresa riceva uno o più fattori produttivi di uso durevole. Con l’acquisizione a titolo gratuito di immobilizzazioni, si pone il problema di determinare il valore da assegnare a tali beni. Il metodo da utilizzare prevede una valutazione in base al presumibile valore di mercato a cui vanno aggiunti gli eventuali oneri sostenuti e/o da sostenere. Sul piano contabile la prassi nazionale suggerisce in contropartita di rilevare al valore dell’immobilizzazione un componente positivo si reddito da iscrivere nel Conto Economico. Es. acquisizione di immobilizzazioni materiali a titolo gratuito DARE AVERE VE- VE+ Mobili e arredi Sopravvenienze attive per imm. acquisite a titolo gratuito 500 500 5.6 IL LEASING OPERATIVO È un’operazione grazie alla quale l’impresa ottiene la disponibilità di un bene in locazione, senza acquistarlo in proprietà. Si può realizzare in due formule: - Operativo - Finanziario Il leasing operativo prevede un rapporto fra due soggetti:  L’impresa locataria, che utilizza il bene  L’impresa costruttrice che è anche locatrice A fronte della disponibilità del bene l’impresa locataria versa periodicamente un canone all’impresa locatrice, la quale di contro, si impegna a fornire una serie di servizi accessori. A fine rapporto, l’acquisto si configura come meramente eventuale, per questo di parla di leasing di godimento. Es. contabilizzazione del leasing operativo DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Canoni leasing Fornitori beni in leasing 220 1000 1220 5.7 IL CONCORSO DELLE IMMOBILIZZAZIONI ALLA FORMAZIONE DEL REDDITO DI ESERCIZIO I fattori produttivi durante la loro permanenza nell’impresa concorrono alla formazione del risultato economico d’esercizio in varie forme:  Ammortamento  Svalutazioni e ripristino di valore 5.7.1 L’AMMORTAMENTO È il procedimento tecnico contabile di ripartizione del costo di un fattore produttivo a utilità pluriennale. Riguarda però soltanto le immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo. Onde evitare che l’ammortamento dia utilizzato per manovrare il reddito di pericolo è necessario che esso sia condotto seguendo un piano di ammortamento prestabilito all’inizio della vita utile del bene. Tale piano deve essere:  Razionale: che la ripartizione deve essere coerente con le caratteristiche economico- tecniche del bene.  Sistematico: che deve essere operato in ogni esercizio a prescindere dal risultato economico in esso conseguito. La predisposizione di un piano di ammortamento prevede tre elementi:  Il valore da ammortizzare: coincide con il valore originario che di regola è il costo sostenuto al momento dell’acquisizione dell’imm. aumentato degli oneri accessori  Il periodo di ammortamento: riferimenti sono due: la durata fisica (vita fisica) e la durata economica (vita utile). La prima esprime il periodo entro il quale il bene mantiene la sua integrità e efficienza tecnica. La seconda esprime il periodo durante il quale il bene offrirà un contributo economico positivo. Solitamente la vita utile è più breve di quella fisica a causa dell’obsolescenza.  Il metodo di ripartizione: è il modo in cui il valore da ammortizzare è distribuito sul piano di ammortamento prefissato. I più diffusi metodi di ripartizione sono tre: a quote costanti, a quote decrescenti, a quote variabili con i volumi di produzione. L’ammortamento può essere rilevato:  Con il metodo diretto o in conto: il valore del bene è gradualmente ridotto mediante la registrazione della quota di ammortamento nella sezione Avere dello stesso conto che accoglie, in Dare, il valore originario.  Con il metodo indiretto o fuori conto: il valore del bene è gradualmente ridotto mediante la rilevazione della quota di ammortamento nella sezione di Avere di un altro conto, il fondo di ammortamento. 3) le operazioni a seguito di distruzione non volontaria (es. causa incendio) varieranno in base al fatto se l’impresa ha o meno una copertura assicurativa. 4) la cessione a titolo gratuito prevede delle particolarità per l’IVA:  Non deve essere messa in conto per cessioni operate a favore di enti pubblici, associazioni riconosciute ecc.  Deve essere calcolata per cessioni effettuate a favore di altri Es. cessioni a titolo gratuito di immobilizzazioni Utilizzo del f. ammortamento per cessione del cespite a titolo gratuito DARE AVERE VE- VE+ f. ammortamento impianti 800 800 In caso di cessione senza IVA DARE AVERE VE- VE+ Perdite su impianti per cessione a titolo gratuito impianti 200 200 In caso di cessione con IVA detraibile DARE AVERE VF- VE+ VE- Iva debito Impianti Perdite su impianti per cessione a titolo gratuito 44 200 244 6 LA VENDITA DI PRODOTTI E SERVIZI 6.1 LE FASI DELLA VENDITA La vendita rappresenta il momento in cui l’impresa cede sui mercati di sbocco i risultati della fase di sbocco i risultati della fase di trasformazione, realizzando la produzione ottenuta. Ogni vendita comporta la distinzione delle seguenti operazioni amministrative:  Perfezionamento contrattuale: è il momento in cui si ha la formazione dei valori. Si definisce il prezzo e le altre condizioni di scambio  Liquidazione: è il momento in cui avviene la rilevazione contabile. In questa fase è necessario addebitare l’IVA  Incasso: è il momento dell’acquisizione del denaro a fronte della estinzione del credito. 6.2 LA VENDITA DEI BENI E LA PRESTAZIONE DI SERVIZI La registrazione contabile dell’operazione id vendita avviene nel momento in cui i ricavi sono considerati realizzati. La realizzazione presuppone che:  Il processo produttivo dei è stato completato  Si è verificato il passaggio sostanziale e non formale del titolo di proprietà Per la rilevazione dei crediti, il Codice Civile e i principi contabili, prevedono due criteri alternativi:  Rilevazione al valore nominale  Rilevazione al costo ammortizzato In alcune circostanze, inoltre, i crediti sono iscritti al valore attualizzato. Ai fini IVA le vendite sul mercato si distinguono in :  Vendite di prodotti e servizi imponibili: sono l e cessioni di beni e servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio delle imprese o nell’esercizio di arti e professioni. L’IVA sulle vendite per le imprese rappresenta un debito verso l’erario.  Vendite di prodotti e servizi non soggette a IVA: le rilevazioni risultano semplificate perché non essendoci assoggettamenti all’imposta non è necessario movimentare i conti accesi all’IVA 6.3 I RIMBORSI SPESE Le operazioni di vendita possono comportare il sostenimento di spese accessorie che potranno essere:  A carico dell’impresa venditrice  A carico del compratore Es. spese di vendita a carico del venditore: franco magazzino compratore, porto affrancato DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Spese trasporto Fornitori servizi 88 400 488 DARE AVERE VF+ VF- Fornitori servizi Banca c/c 488 488 Es. spese di vendita a carico del venditore pagate dal compratore: franco magazzino compratore, porto assegnato DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Spese trasporto clienti 22 100 122 Es. spese di vendita documentate sostenute dal venditore per conto del compratore: franco magazzino venditore porto affrancato DARE AVERE VE+ VF- Clienti spese anticipate Banca c/c 122 122 Liquidazione della vendita merci con recupero spese documentate anticipate per conto del cliente DARE AVERE VF+ VE+ VF- VF- Clienti Merci c/vendite IVA debito Clienti per spese anticipate 1342 1000 220 122 Se i ribassi, gli abbuoni e gli sconti sono concessi dopo l’emissione della fattura, l’impresa può emettere una di credito. Questa andrà a evidenziare:  La diminuzione del credito verso il cliente  La riduzione dell’IVA da pagare  La rettifica dell’originario ricavo di vendita Es. abbuoni e sconti su vendite imponibili accompagnati da nota di credito Emissione di una nota di credito per abbuono concesso su vendite imponibili (rettifica indiretta) DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva credito Sconti, abbuoni passivi clienti 44 200 244 Es. abbuoni e sconti su vendite imponibili non accompagnati da nota di credito Riscossione di un credito commerciale con concessione di sconto senza nota di credito DARE AVERE VF+ VE- VF- Banca c/c Sconti passivi pagamenti pronta cassa da clienti Clienti 2240 200 2440 3) premi su vendite: concessi a seguito del raggiungimento di determinati quantitativi minimi di acquisto da parte dei clienti, i premi fedeltà invece sono accordati per creare o rafforzare vincoli commerciali. Possono riguardare: vendite imponibili, vendite non soggette a IVA. Nel caso di premi quantità su vendite imponibili concessi mediante nota di credito, si produce:  Diminuzione del credito verso clienti  Riduzione dell’importo dell’IVA a debito  Rettifica dell’originario ricavo di vendita Es. premi quantità su vendite imponibili DARE AVERE VF+ VE- VF- Iva debito Premi quantità Clienti 44 200 244 Es. premi fedeltà si vendite DARE AVERE VE- VF- Premi fedeltà Banca c/c 100 100 4)rettifiche degli errori di fatturazione: sono scritture contabili destinate a correggere errori e inesattezze casuali commessi durante la fatturazione. 6.7 LE ALTRE RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE E DI STORNO DI FINE ESERCIZIO Le più frequenti scritture di assestamento sono: a) Fatture da emettere e note di credito da emettere b) Rimanenze di prodotti a) fatture da emettere e note di credito da emettere: alla fine dell’esercizio, il primo aspetto da considerare riguarda i prodotti e le merci consegnati ai clienti, per i quali non è ancora stata emessa la fattura di vendita. Nonostante ciò anche se alla data di chiusura dell’esercizio non è stato emesso il documento che attesta lo svolgimento dell’operazione di vendita, si deve inserire in contabilità la relativa variazione finanziaria economica. Es. fatture da emettere DARE AVERE VF- VE+ VF+ Iva debito Prodotti c/fatturare Clienti per fatture da emettere 220 1000 1220 Es. emissione di fatture su vendite dell’esercizio precedente Liquidazione della vendita di prodotti consegnati nell’es. precedente (rettifica diretta) DARE AVERE VF+ VF- Clienti Clienti per fatture da emettere 1220 1220 Es. note di credito da emettere Imputazione di premi di quantità da liquidare a favore di clienti (rettifica indiretta) DARE AVERE VE- VF- Premi quantità su vendite da liquidare Clienti per premi passivi da liquidare 100 100 Rilevazione di rimanenze finali di prodotti DARE AVERE VE- VE+ Rimanenze finali di prodotti Prodotti c/rimanenze finali 200 200 7 IL REGOLAMENTO DI DEBITI E CREDITI COMMERCIALI 7.1 IL REGOLAMENTO DEI DEBITI VERSO I FORNITORI Il regolamento dei debiti verso i fornitori è il momento conclusivo dell’operazione di acquisto, consiste nell’estinzione dei debiti sorti al momento della liquidazione. Con riferimento al tempo di regolamento, si distingue tra:  Regolamento anticipato  Regolamento immediato  Regolamento dilazionato I mezzi di pagamento utilizzati possono essere: denaro contante, assegni bancari o circolari, rilascio o accettazione di cambiali passive, girata di cambiali attive, disposizione di ricevute bancarie. La scrittura contabile si presenterà così: DARE AVERE VF+ VF- Debiti v/fornitori Cassa(banca c/c, effetti attivi ecc.) xx xx Le forme di regolamento dei debiti possono essere:  Pagamento in contanti  Anticipi a fornitori, tipiche forme di regolamento anticipato  Girata o cessione di cambiali attive  Accettazione o firma di cambiali passive 7.1 IL PAGAMENTO IN CONTANTI È la forma di regolamento più naturale. Grazie a essa l’impresa può ottenere dal fornitore uno sconto pagamento “pronta cassa”. Es. regolamento di debiti verso fornitori mediante pagamento in contante Liquidazione dell’acquisto di beni DARE AVERE VF- VE- VF+ Fornitori merci Merci c/acquisto Iva credito 1000 220 1220 Pagamento del debito in contanti DARE AVERE VF+ VF- Fornitori merci Banca c/c 1220 1220 Di seguito si espongono le scritture contabili relative alle seguenti modalità di regolamento dei crediti commerciali:  Incasso in contanti  Anticipi da clienti, tipiche forme di regolamento anticipato  Regolamento mediante ricevimento o emissione di effetti attivi  Regolamento mediante emissione e incasso di ricevute bancarie  Regolamento per il tramite di società di factoring 7.2.1 L’INCASSO IN CONTANTI Vendute merci per 1000+IVA22% con regolamento a 60gg,. Liquidazione della vendita merci DARE AVERE VF- VE+ VF+ Iva debito Merci c/vendite Clienti 220 1000 1220 Incasso del credito in contanti DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Clienti 1220 1220 7.2.2 GLI ANTICIPI DA CLIENTI Rappresentano un regolamento parziale e anticipato rispetto all’emissione della fattura di vendita  Quando l’impresa riceve un aticipo per la vendita di un bene la cui cessione è imponibile, su tale anticipo si deve calcolare l’IVA applicando la medesima aliquota  Se la cessione NON è soggetta a IVA non deve essere calcolata sull’anticipo Es. anticipi da clienti su vendite imponibili Incasso anticipo su vendita imponibile DARE AVERE VF- VE+ VF+ Iva debito Clienti c/anticipo Banca c/c 22 100 122 Liquidazione della vendita di merci DARE AVERE VF- VE+ VE- VF+ Iva debito Merci c/vendita Clienti c/anticipo Clienti 100 1098 198 900 Incasso del credito verso il cliente DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Clienti 1098 1098 7.6.2 L’INCASSO DI RICEVUTE BANCARIE La Ri. Ba. È un documento contenente la dichiarazione rilasciata dal creditore di aver ricevuto dal debitore una somma di denaro per il tramite di una banca. Può avvenire nei seguenti modi:  Con clausola salvo buon fine: la banca senza attendere il pagamento del cliente concede all’impresa la disponibilità dei fondi secondo le modalità concordate  Con clausola al dopo incasso: l’accredito della somma di denaro da parte della banca avviene dopo il pagamento da parte del cliente debitore. Alla scadenza della ricevuta, possono verificarsi le seguenti situazioni:  La banca incassa il credito commerciale dal cliente  Il cliente debitore non onora la propria obbligazione Se alla scadenza, la banca incassa il credito commerciale, essa provvedere ad accreditare all’impresa l’importo corrispondente al netto delle commissioni bancarie. Se invece alla scadenza il cliente non onora i propri impegni le Ri. Be. sono trasferite nuovamente all’impresa emittente che assume l’onere della riscossione del credito (poiché l’operazione è avvenuta al dopo incasso). Es. incasso di ricevute bancarie con accredito al dopo incasso Emissione di ricevute bancarie DARE AVERE VF+ VF- Clienti c/ri.ba clienti 1200 1200 Presentazione di ricevute bancarie al dopo incasso DARE AVERE VF+ VF- Clienti c/ri.ba al dopo incasso Clienti c/ri.ba 1200 1200 Accredito della ricevuta bancaria DARE AVERE VF+ VE- VF- Banca c/c Commissioni Clienti c/ri.ba al dopo incasso 780 20 Insoluto su ricevute bancarie (per quanto riguarda le ricevute non incassate) DARE AVERE VF+ VF- Clienti c/ri.ba insolute Clienti c/ri.ba al dopo incasso 400 400 Addebito di spese di insoluto per mancato incasso di ricevute bancarie DARE AVERE VE- VF- Spese per insoluti Banca c/c 15 15 Recupero spese di insoluto su ricevute bancarie DARE AVERE VF+ VF- VE+ Clienti Clienti c/ri.ba insoluti Recupero spese per insoluti 415 400 15 7.3 LE PERDITE SU CREDITI Rappresentano la parte del valore nominale di un credito che non è incassata a causa dell’insolvenza del debitore o per la risoluzione transitiva di contenziosi con il cliente. Es. rilevazione perdite su crediti Riscossione parziale di un credito commerciale DARE AVERE VE+ VE- VF- Banca c/c Perdite su crediti Clienti 850 150 1000 7.4 LA SVALUTAZIONE DEI CREDITI PER INESIGIBILITA’ E L’UTILIZZO DEL FONDO SVALUTAZIONE CREDITI I crediti concessi alla clientela sono soggetti a un particolare rischio: quello di non poter essere riscossi, in tutto o in parte. Le eventuali perdite non devono gravare sul Conto Economico degli esercizi in cui esse si manifestano finanziariamente, devono essere addebitate al Conto Economico dell’esercizio in chiusura. Pertanto alla fine di ogni anno, in sede di assestamento dei conti, si deve valutare la quota dei crediti che presumibilmente risulterà inesigibile e imputarla come costo. 8 LE RETRIBUZIONI DI LAVORO DIPENDENTE 8.1 IL RAPPORTO DI LAVORO DIPENDENTE E IL COSTO DEL LAVORO Il rapporto dipendente è regolato da una disciplina articolata il cui effetto è quello di suddividere il costo di acquisizione del fattore produttivo di varie componenti. La retribuzione che spetta ai dipendenti può essere calcolata facendo riferimento a diverse basi di computo. Al riguardo si distingue tra:  Retribuzioni a tempo  Retribuzioni a cottimo  Retribuzioni a provvigione  Retribuzioni a premio La forma più diffusa è quella a tempo. Il costo del lavoro per il l’impresa è composto dai seguenti elementi: a) La retribuzione lorda, diretta e indiretta b) Gli oneri sociali c) Il trattamento di fine rapporto Per evitare confusione, a causa della numerosità delle voci da prendere in considerazione, occorre sempre ricordare lo schema logico. Esso distingue due momenti rilevanti: 1. La liquidazione: nella quale si accerta il valore economico di costo di retribuzione del lavoro dipendente DARE AVERE VE- VF- COSTO DEBITO XX XX 2. Il regolamento: effettivo pagamento della retribuzione DARE AVERE VF- VF+ CASSA DEBITO XX XX 8.2 LA RETRIBUZIONE DIRETTA E INDIRETTA La retribuzione spettante a dipendenti può essere diretta o indiretta. Se la base di computo è il tempo, la retribuzione diretta è commisurata al periodo di effettiva prestazione lavorativa. La retribuzione mensile si compone di numerose voci, le più comuni sono le seguenti:  La paga base  L’assegno di grado  Gli scatti di anzianità La retribuzione indiretta non è commisurata al tempo lavorativo. È in genere rappresentata da somme corrisposte sulla base di contratti nazionali. Alcuni esempi sono: mensilità aggiuntive (tredicesima ecc.), premi di produzione, gratifiche periodiche o occasionali ecc. Periodicamente l’impresa provvede all’accertamento della retribuzione lorda. Essa non misura quanto viene percepito dai dipendenti in busta paga perché prima l’impresa deve operare una serie di ritenute. 1. Le ritenute previdenziali: versamenti che ciascun lavoratore deve fare a favore di un istituto di previdenza (es. INPS) che gli assicurano il diritto di godere del trattamento pensionistico. L’impresa trattiene una parte della retribuzione lorda dei dipendenti e la versa all’ente di previdenza. 2. Le ritenute fiscali: l’impresa svolge qui svolge una funzione di sostituto di acconto delle imposte che questi dovrà pagare sul reddito percepito. 3. Assegni familiari: rappresentano una forma di integrazione retributiva per dipendenti aventi familiari a carico. Sono erogati da enti previdenziali. Es. liquidazione e pagamento di retribuzioni lorde, ritenute e assegni familiari. Liquidate in data 26 marzo retribuzioni lorde relative al mese di marzo per 1000. Le ritenute previdenziali a carico dei dipendenti ammontano a 100, le ritenute fiscali operate sulle retribuzioni lorde sono pari a 300 e le ritenute sindacali pari a 10. Liquidati infine assegni familiari relativi al mese di marzo per 50. Il pagamento delle retribuzioni avviene in data 31 marzo. Liquidazione delle retribuzioni lorde: DARE AVERE VE- VF- Salari e stipendi Dipendenti c/retribuzioni 1000 1000 Liquidazione delle ritenute previdenziali DARE AVERE VF+ VF- Dipendenti c/retribuzioni Enti previdenziali c/competenze 100 100 Liquidazione delle ritenute fiscali DARE AVERE VF+ VF- Dipendenti c/retribuzioni Erario c/ritenute su redditi di lavoro dipendente 300 300 Liquidazione ritenute sindacali DARE AVERE VF+ VF- Dipendenti c/retribuzioni Sindacato c/ritenute 10 10 Liquidazione assegni familiari DARE AVERE VF+ VF- Enti previdenziali c/competenze Dipendenti c/retribuzioni 50 50 100 300 10 1000 50 Tot. 410 Tot. 1050 1050-410= 640 stipendio netto Pagamento della retribuzione netta DARE AVERE VF+ VF- Dipendenti c/retribuzioni Banca c/c 640 640 Versamento delle ritenute fiscali DARE AVERE VF+ VF- Erario c/ritenute su redditi di lavoro dipendente Banca c/c 300 300 Es. anticipi sulla retribuzione Concessione di anticipi a dipendenti DARE AVERE VF+ VF- Dipendenti c/anticipi su retribuzioni Banca c/c 200 200 Es. rilevazione della quota annua di TFR DARE AVERE VE- VF- Quota annua TFR TFR 130 130 La quota maturata nell’esercizio è così calcolata: retribuzione lorda annua del dipendente/ 13,5 La quota pregressa (per rivalutare il TFR accumulato negli anni precedenti) si calcola così: TFR accumulato TFR accumulato indice ISTAT di fino al precedente * 1,5 + fino al precedente * 75% incremento del esercizio esercizio costo della vita Poiché esiste la possibilità di determinare oggettivamente l’importo del TFR si parla di debito per TFR infatti con riferimento alla data della redazione del bilancio, si è in presenza di una passività avente:  Natura determinata  Esistenza certa  Importo determinato Se come frequentemente accade, la risoluzione del rapporto di lavoro avviene in corso d’anno, l’impresa deve corrispondere:  L’importo del TFR maturato sino alla fine del precedente periodo amministrativo  La quota di indennità maturata nell’esercizio, fino al momento dell’interruzione del rapporto di lavoro. Es. utilizzo del fondo TFR Liquidazione del TFR DARE AVERE VE- VF+ VF- Quota annua TFR TFR Dipendenti c/liquidazione TFR 15 185 200 Pagamento del TFR DARE AVERE VF+ VF- VF- Dipendenti c/liquidazioni TFR Banca c/c Erario c/ritenute su TFR 200 160 40 Il dipendente può richiedere un anticipo del TFR. Questa anticipazione può essere rilasciata una sola volta durante l’intero periodo di durata del rapporto di lavoro. Il lavoratore deve avere almeno 8 anni di servizio alle dipendenze dell’impresa e le motivazioni devono essere serie. Es. anticipi sul TFR Pagamento del TFR (al momento del versamento dell’anticipo) DARE AVERE VF- VF- VF+ Banca c/c Erario c/ritenute Dipendenti c/anticipi su TFR 25 20 5 Liquidazione del TFR DARE AVERE VE- VF+ VF- VF- Quota annua TFR TFR Dipendenti c/anticipi su TFR Dipendenti c/liquidazioni su TFR 4 36 25 15 Pagamento del TFR DARE AVERE VF+ VF- VF- Dipendenti c/liquidazioni su TFR Erario c/ritenute Banca c/c 15 3 12 9 GLI INVESTIMENTI FINAZIARI 9.1 LE OPERAZIONI INERENTI ALLA GESTIONE FINAZIARIA ATTIVA Le operazioni inerenti alla gestione finanziaria sono: 1. Le operazioni in titoli 2. Le operazioni di prestito attivo 1. le operazioni in titoli: possono riguardare:  Titoli di debito= attribuiscono al possessore il diritto di ricevere un flusso determinato senza attribuire il diritto di partecipazioni diretta o indiretta alla gestione della società.  Partecipazioni= sono azioni o quote, ossia titoli rappresentativi del capitale sociale di un’altra impresa. Acquistare una partecipazioni significa dunque diventare socio della società partecipata. Le rilevazioni in contabilità generale delle operazioni riguardanti i titoli impone preliminarmente una scelta:  Istituire più conti, uno per ciascuna tipologia di operazioni in modo da registrarle singolarmente  Utilizzare un unico conto titoli nel quale rilevare le operazioni di acquisto e di vendita e i valori delle rimanenze 2. le operazioni di prestito attivo: consistono della concessione di finanziamenti a soggetti terzi a diverso titolo, determinano il sorgere di crediti finanziari. 9.2 I TITOLI DI DEBITO La loro caratteristica fondamentale è rappresentata dal fatto che l’investitore nel momento in cui procede all’acquisto, conosce esattamente il rendimento o le modalità in cui esso è calcolato. I titoli di debito possono essere acquistati:  Al momento della loro emissione  Dopo la data di emissione E possono essere emessi:  Alla pari: il prezzo di emissione è uguale al valore nominale  Sopra la pari: il prezzo di emissione è maggiore del valore nominale  Sotto la pari: il prezzo di emissione è minore del valore nominale Per chi sottoscrive un titolo di debito:  Il prezzo di emissione rappresenta il costo di acquisto  Il valore nominale è il valore di rimborso, ossia quanto verrà incassato alla scadenza del titolo Es. incasso a scadenza del valore nominale di titoli di debito DARE AVERE VF+ VE+ Banca c/c Titoli 120 120 Al momento della vendita dei titoli il venditore riceve un controvalore formato da due elementi:  Il prezzo di vendita dei titoli, dato dal corso secco  Gli interessi maturati fino alla data di vendita Es. vendita di titoli di debito  Valore nominale: 120  Prezzo di emissione: 120  Durata: 5 anni  Interesse: 10% annuo  Godimento: 30.6/ 31.12 L’acquisto avviene il 31 maggio. Il prezzo di acquisto, negoziato a tel. quel, è pari a 125 e si compone di:  120= valore capitale (corso secco)  5= interessi maturati dall’ultimo giorno di godimento Vendita di titoli e riscossione di un rateo di interesse DARE AVERE VF+ VE+ VE+ VE+ Banca c/c Titoli Plusvalenze su titoli Interessi attivi su titoli 127 120 5 2 9.2.3 IL PREMIO E L’ONERE DI SOTTOSCRIZIONE O DI NEGAZIONE come ricordato i tioli di debito possono essere emessi: alla pari, sopra la pari, sotto la pari. Differenze tra il valore di acquisizione e il valore di rimborso possono verificarsi anche in occasione di acquisto dei titoli sul mercato, in questo caso:  Il premio di negoziazione esprime il minor prezzo corrisposto per acquistare il titolo di debito sul mercato rispetto al valore di rimborso  L’onere di negoziazione esprime il maggior prezzo corrisposto per acquistare il titolo di debito sul mercato rispetto al valore di rimborso. Nel caso di titoli zero coupon esiste una differenza tra il valore di acquisizione e il valore di rimborso a scadenza rappresentata dagli interessi. Gli zero coupon bond infatti sono titoli di debito che non comportano la corresponsione di interessi periodici. Rilevando i titoli al costo di acquisto o sottoscrizione, la ripartizione del premio o dell’onere di sottoscrizione può avvenire secondo rate costanti per la durata di possesso dei titoli. Es. ripartizione del premio di sottoscrizione su titoli di debito  Valore nominale: 100  Valore di sottoscrizione: 90  Durata: 5 anni  Interesse: 10% annuo Sottoscrizione di un prestito sotto la pari DARE AVERE VE- VF- Titoli Banca c/c 90 90 Incasso di cedola di interessi su titoli DARE AVERE VF- VE+ Banca c/c Interessi attivi su titoli 10 10 Imputazione della quota annua del premio di sottoscrizione DARE AVERE VE- VE+ Titoli Quota annua premio di sottoscrizione 2 2 10/5=2 Incasso del valore nominale dei titoli a scadenza DARE AVERE VF+ VE+ VE+ Banca c/c Titoli Quota annua premio di sottoscrizione 100 98 2 La stessa metodologia si applica nel di titoli senza cedola o zero coupon. Es. imputazione interessi attivi su titoli zero coupon  Valore nominale: 100  Valore di sottoscrizione: 88  Durata: 1 anno Sottoscrizione dei titoli a debito DARE AVERE VE- VF- Titoli Banca c/c 88 88 Imputazione di interessi attivi maturati su titoli DARE AVERE VE- VE+ Titoli Interessi attivi su titoli 4 4 Incasso del valore nominale dei titoli a scadenza DARE AVERE VF+ VE+ VE+ Banca c/c Titoli Interessi attivi su titoli 100 92 8 9.2.4 LA RILEVAZIONE DEI TITOLI DI DEBITO AL COSTO AMMORTIZZATO Con l’espressione costo ammortizzato si intende:  L’importo al quale i titoli sono stati contabilizzati al momento della prima iscrizione in contabilità  Meno i rimborsi di capitale  Più o meno l’ammortamento cumulativo di qualsiasi differenza tra l’importo inziale e il valore nominale alla scadenza L’ammortamento della differenza deve essere operato impiegando il criterio dell’interesse effettivo. Quest’ultimo è il tasso di interesse che, applicato a partire dalla data del bilancio e fino alla scadenza dell’operazione, determina il valore contabile dell’attività. 𝑉𝐼 =∑ 𝐹𝐶𝑡 (1 + 𝑖)𝑡 𝑛 𝑡=1 Dove: VI= valori iniziali dei titoli FC= flussi di cassa futuri per interessi e capitale, in ogni periodo t i = tasso interessi effettivo il tasso interesse effettivo in sostanza è il tasso interno di rendimento (TIR) ossia quel tasso che rende la somma degli incassi annui attualizzati uguale all’importo dell’esborso iniziale. Per tanto il procedimento per determinare il valore dei titoli rilevati al costo ammortizzato è il seguente:  Determinare l’importo degli interessi calcolati con il criterio del tasso di interesse effettivo sul valore contabile del titolo all’inizio dell’esercizio  Aggiungere l’importo degli interessi così ottenuto al precedente valore contabile del titolo  Sottrarre gli incassi per interessi e capitale intervenuti nel periodo considera i costi di transazione. Se il tasso di interesse contrattuale è significativamente diverso da quello di mercato si pone il problema dell’attualizzazione dei crediti. Per la rilevazione dei crediti ci sono due criteri alternativi:  Rilevazione al valore nominale  Rilevazione al costo ammortizzato 9.1.4 LA RILEVAZIONE DEI CREDITI FINANZIARI AL VALORE NOMINALE La rilevazione avviene al valore nominale al netto dei premi, degli sconti, degli abbuoni previsti. Es. mutuo attivo concesso a una partecipata Erogazione del finanziamento DARE AVERE VF+ VF- Crediti finanziari Banca c/c 1000 1000 Incasso interessi attivi su crediti finanziari DARE AVERE VF+ VE+ Banca c/c Interessi attivi su crediti finanziari 50 50 Incasso del credito a scadenza DARE AVERE VF+ VF- Banca c/c Crediti finanziari 1000 1000 9.4.2 L’ATTUAZIONE DEI CREDITI FINAZIARI Al momento della rilevazione iniziale può essere necessario procedere all’attuazione dei crediti finanziari, in cui è molto importante tenere di conto del fattore temporale. Per tenere conti di quest’ultimo al momento della rilevazione iniziale, il tasso di interesse contrattuale deve essere confrontato con il tasso di interesse di mercato. Il primo prende in considerazione tutti i flussi di cassa pagati tra le parti e previsti dal contratto e non considera i costi di transazione. Il secondo è quel tasso che sarebbe applicato che se due parti indipendenti avessero negoziato un’operazione similare di finanziamento con termini e condizioni comparabili a quella in oggetto di esame che ha generato un credito. Se il tasso di interesse contrattuale è significativamente diverso da quello di mercato, il tasso di interesse di mercato deve essere utilizzato per attualizzare i flussi finanziari futuri derivanti dal credito. In questo caso il valore di iscrizione iniziale è pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri. Es. rilevazione iniziale di un credito finanziario al valore attualizzato All’inizio dell’anno è concesso un finanziamento di 1000 senza costi di transazione. Il tasso di interesse nominale è del 3% (incassati posticipatamente alla fine di ogni anno)e la durata del finanziamento è di 4 anni. anno Rimborsi di capitale Interessi attivi Totale 1 250,0 30,0 280,0 2 250,0 22,5 272,5 3 250,0 15,0 265,0 4 250,0 7,5 257,5 Il Valore Attuale del credito è determinato come segue: VA= 280/(1+0,1)^1 + 272,5(1+0,1)^2 + 265/(1+0,1)^3 + 257,5/(1+1,0)^4= =254.5 + 225,2 + 199,1 + 175,9 = 854,7 Erogazione del finanziamento DARE AVERE VF+ VE- VF- Crediti finanziari Oneri da attualizzazione crediti finanziari Banca c/c 854,7 145,3 1000 9.4.3 LA RILEVAZIONE DEI CREDITI FINANZIARI AL COSTO AMMORTIZZATO Al momento della rilevazione iniziale i crediti finanziari sono iscritti al valore nominale, pertanto possono essere rilevati inizialmente a un valore diversi da quello che sarà incassato alla scadenza. Tale differenza deriva prevalentemente dal fatto che:  Sono imputati costi di transazione sul valore originario del credito  Il valore iniziale è il valore attualizzato Il costo ammortizzato di un credito è:  L’importo al quale il credito è stato contabilizzato al momento della prima iscrizione in contabilità  Meno rimborsi in line capitale  Più o meno l’ammortamento cumulativo di qualsiasi differenza tra l’importo iniziale e il valore nominale alla scadenza L’ammortamento della differenza deve essere operato impiegando il criterio dell’interesse effettivo. Il tasso di interesse effettivo è applicato per attualizzare i flussi futuri incassi, per interessi e capitale, determina il valore contabile dell’attività. L’espressione è la seguente: 𝑉𝐼 =∑ 𝐹𝐶𝑡 (1 + 𝑖)𝑡 𝑛 𝑡=1 Dove: VI= valore iniziale del credito FC= flussi di cassa per interessi e capitale, ogni periodo t i= tasso di interesse effettivo In sostanza è il tasso interno di rendimento 9.5 LE ALTRE RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE E DI STORNO DI FINE ESERCIZIO In tutte le operazioni in titoli di debito e di finanziamento attivo infatti può sorgere un problema di competenza economica degli interessi quando l’impiego di capitale riguarda un periodo di tempo a cavallo di due o più esercizi. Se il periodo di maturazione degli interessi è a cavallo di due esercizi e gli interessi sono liquidati in via posticipata, occorre aggiungere, mediante imputazione, la quota di interesse maturata nell’esercizio ma che sarà liquidata in futuro. Es. imputazione di interessi attivi Incasso di cedola di interesse su titoli di debito DARE AVERE VF+ VE+ Banca c/c Interessi attivi su titoli 6 6 Imputazione di quota di interessi attivi maturati su titoli DARE AVERE VF+ VE+ Ratei attivi su interessi attivi Interessi attivi su titoli 3 3 Allo stesso modo, se gli interessi sono liquidati in via anticipata, occorre rinviare mediante storno la parte non di competenza agli esercizi futuri. 10.3.2 LE IMPOSTE DOVUTE AL SALDO E I DEBITI TRIBUTARI Le imposte sul reddito da pagare possono essere:  Uguali agli acconti versati  Superiori agli acconti versati  Inferiori agli acconti versati Le rilevazioni sono diverse a seconda che gli acconti siano: 1. Contabilizzati come costo: se le imposte del periodo sono uguali agli acconti versati, significa che l’impresa ha estinto tutto il debito tributario e nel giugno dell’anno successivo non dovrà effettuare alcun versamento. Se le imposte da pagare sono maggiori nel giungo successivo occorre versare la differenza. 2. Contabilizzati come credito verso l’erario: vuol dire che al 31.12 si deve rilevare l’importo integrale del costo. Se le imposte del periodo sono uguali agli acconti versati occorre semplicemente rielevare il costo per imposte e chiudere il credito verso l’erario. Es. rilevazione del debito d’imposta da versare a saldo: acconti rilevati come costo Imputazione del costo per imposte da versare a saldo DARE AVERE VE- VF- Imposte correnti Debiti tributari 50 50 Può capitare che al momento in cui si procede a un compiuta determinazione del reddito di competenza e delle relative imposte, queste risultino inferiori a quanto già versato in acconto. Vanteremo così di un credito verso l’erario. Es. rilevazione del credito d’imposta: acconti rilevati come costo Rilevazione del credito di imposta DARE AVERE VF+ VE+ Crediti v/erario per imposte sul reddito Imposte correnti 10 10 Es. rilevazione del costo per imposte: acconti rilevati come credito DARE AVERE VE- VF- Imposte correnti Erario c/acconto imposte 100 100 Se le imposte da pagare sono maggiori degli acconti versati occorre:  Rilevare il costo per le imposte correnti dell’esercizio  Rilevare il debito verso l’erario, al netto di quanto già versato a titolo di acconto, ciò si ottiene chiudendo il conto erario c/acconto imposte (importo già versato) e aprendo, per il residuo, il conto debiti tributari (importo da versare a saldo) Es. rilevazione del costo per imposte e del debito da versare a saldo: acconti rilevati come credito DARE AVERE VE- VF- VF- Imposte correnti Erario c/acconto imposte Debiti tributari 150 100 50 Se invece le imposte da pagare sono minori degli acconti versati occorre rilevare:  Il costo per le imposte correnti dell’esercizio  Il credito verso l’erario, per la parte di acconto versata in eccesso Es. rilevazione del costo per imposte e del credito verso l’erario: acconti rilevati come credito DARE AVERE VE- VF- Imposte correnti Erario c/acconto imposte 90 90 10.4 LA FISCALITA’ DIFFERITA Le imposte correnti costituiscono solo una componente del costo per le imposte, una seconda componente è rappresentata dalla fiscalità differita. In applicazione del principio di competenza economica occorre risolvere il problema del trattamento contabile delle imposte che:  Pur essendo di competenza dell’esercizio, si renderanno esigibili solo in esercizi futuri (imposte differite)  Pur essendo di competenza di esercizi futuri, sono esigibili nell’esercizio in corso (imposte anticipate) 11 LA CHIUSURA DEI CONTI E LA RILEVAZIONE DEL REDDITO DI ESERCIZIO 11.1 LA SINTESI DEI VALORI CONTABILI PER LA DETERMINAZIONE DEL REDDITO DI ESERCIZIO E DEL CAPITALE DI FUNAZIONAMENTO La rappresentazione dei calori di reddito e di capitale, opportunamente sintetizzati, avviene mediante l’istituzione di due conti epilogativi:  Lo Stato Patrimoniale: raccoglie tutti i valori che formano il capitale dell’impresa, ossia investimenti e finanziamenti.  Il Conto Economico: riporta tutti i costi e i ricavi. La differenza tra i valori indica se l’impresa ha conseguito un utile oppure ha subito una perdita. Lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico assieme al Rendiconto Finanziario e la Nota Integrativa costituiscono il bilancio d’esercizio. Tuttavia tali prospetti e i valori in essi contenuti non scaturiscono immediatamente dalla contabilità generale. Per giungervi è necessario il seguente percorso: 1. Rilevazioni contabili di assestamento, ossia scritture rettificative di storno e di imputazione 2. Rilevazioni contabili di chiusura dei conti 11.2 LE SCRITTURE DI ASSESTAMENTO: RETTIFICA DIRETTA E RETTIFICA INDIRETTA DEI SALDI CONTABILI Le operazioni di gestione sono rilevate secondo il criterio della manifestazione finanziaria: i fatti amministrativi vengono registrati se e quando originano variazioni di cassa, di credito o di debito. Alla chiusura dell’esercizio l’obbiettivo è determinare il risultato economico del periodo e il connesso capitale di funzionamento. Per far ciò occorre ragionare sulla competenza economica dei valori rilevati nel corso dell’esercizio. L’applicazione del principio di competenza economica è la risultante di un procedimento articolato in un due fasi distinte:  Realizzazione dei ricavi  Correlazione dei costi In base al principio di realizzazione dei ricavi si considerano di competenza economica dell’esercizio i ricavi realizzati per i quali:  Il processo produttivo è completato  Si è verificato un passaggio sostanziale e non formale del titolo di proprietà Riconosciuti i ricavi di competenza, si procede a individuare i costi correlati. Come si usa dire, i costi seguono i ricavi. Pertanto, sono di competenza economica dell’esercizio i costi, anche presunti, che si contrappongono ai ricavi realizzati nell’esercizio. In concreto la correlazione dei costi con ricavi può essere determinata sulla base di presupposti diversi Rettifiche di imputazione Costi presunti per l’utilizzo di fattori nella produzione del periodo  rettifica di imputazione del costo  passività del capitale Ricavi presunti per produzioni realizzate e cedute nel periodo  rettifica di imputazione del ricavo  attività del capitale Tutte queste sono realizzate attraverso le rilevazioni contabili di assestamento Rettifiche di storno  ammortamenti e svalutazioni  rimanenze di magazzino  capitalizzazione di costi  risconti attivi e passivi Rettifiche di imputazione  partite da liquidare  fondi per rischi e oneri  ratei attivi e passivi Le scritture di assestamento possono operarsi secondo due procedimenti contabili:  rettifica diretta: le scritture di storno sono operate direttamente negli stessi conti economici di reddito utilizzati per rilevare i lavori in corso d’esercizio  rettifica indiretta: le scritture di storno e imputazione sono operate non agendo direttamente sui conti accesi ai componenti positivi e negativi di reddito ma utilizzando appositi conti. Il Conto Economico che risulta dal procedimento di rettifica indiretta permette, dunque di tenere separati i valori oggettivi dai valori soggettivi, ponendo distintamente in evidenza:  componenti positivi e negativi di reddito rilevati nell’esercizio  componenti di reddito che collegano l’esercizio in chiusura con gli esercizi precedenti  componenti di reddito che collegano l’esercizio in chiusura con gli esercizi successivi Nella pratica i due procedimenti sono utilizzati congiuntamente. Si parla di procedimento misto. L’obbiettivo è quello di conciliare i vantaggi di sintesi e di immediatezza del procedimento diretto con quelli di analiticità del procedimento indiretto. I conti che funzionano come contropartita delle rilevazioni di rettifica possono distinguersi in due classi:  conti transitori di bilancio: svolgono una funzione provvisoria. Essi sono destinati ad accogliere soltanto valori di rettifica che favoriscono il conguaglio economico  conti permanenti: non svolgono una funzione provvisoria. Sono permanenti perché non servono come conti di contropartita nelle rettifiche di chiusura, ma anche possono funzionare durante lo svolgersi dell’esercizio. 11.3 LE RETTIFICHE DI STORNO Le rettifiche di storno permettono di rinviare al futuro costi e ricavi che hanno avuto manifestazione finanziaria nell’esercizio e quindi sono stati rilevati in contabilità ma che, per loro intero valore o per una quota, non sono di competenza economica dell’esercizio in chiusura. Dal punto di vista contabile si produce sempre una permutazione economica, in particolare:  la variazione economica rappresentata dallo storno del ricavo (VE-) o dallo storno del costo (VE+) è rilevata addebitando o accreditando un conto economico di reddito, da epilogare nel Conto Economico.  Alla variazione economica rappresentata dal ricavo sospeso (VE+) o dal costo sospeso (VE-), da rinviare al futuro, è rilevata in un altro conto da epilogare, però nello Stato Patrimoniale. Storno di componenti positivi di reddito DARE AVERE VE- VE+ Storno di ricavo Ricavo sospeso xx xx Storno di componenti negativi di reddito DARE AVERE VE- VE+ Costo sospeso Storno di costo xx xx Le tipiche rettifiche di storno sono:  Ammortamenti e svalutazioni  Rimanenze di magazzino  Capitalizzazione di costi  Risconti attivi e passivi 11.2.1 GLI AMMORTAMENTI E LE SVALUTAZIONI I fattori produttivi utilizzati dall’impresa possono suddividersi in:  Fattori produttivi a fecondità semplice  Fattori produttivi a fecondità ripetuta Il costo di acquisizione dei fattori produttivi a fecondità semplice è rilevato in conti economici senza ripresa di saldo, mentre il costo di acquisizione dei fattori produttivi a fecondità ripetuta è rilevato in conti economici con ripresa di saldo. Le immobilizzazioni sono iscritte al costo, rettificato del relativo ammortamento, finché vi è evidenza che tale valore netto contabile potrà essere recuperato mediante l’uso o la vendita. Se si possono prevedere difficoltà per il recupero del valore contabile, è necessario accertare se si è verificata una perdita durevole di valore. In questo caso, la perdita deve essere rilevata contabilmente tramite svalutazione del valore dell’immobilizzazione. 11.3.2 LE RIMANENZE FINALI DI MAGAZZINO Se una parte delle merci acquistate non è stata ancora venduta, l’accennata contrapposizione tra il costo degli acquisti e il ricavo delle vendite non si realizza, perché una parte dei costi di acquisto non trova correlazione con ricavi di vendita. Il medesimo discorso vale per i fattori produttivi acquistati che non sono stati ancora utilizzati nella produzione, oppure sono stati impiegati per realizzare la produzione non vendita. In tutte queste circostanze, i costi d’acquisto non sono di competenza economica dell’esercizio perché non sono correlati a ricavi realizzati. Tali costi, dunque, devono essere stornati e rinviati alla competenza economica degli esercizi successivi. 11.3.3 LA CAPITALIZZAZIONE DEI COSTI Un costo può essere considerato di competenza economica dell’esercizio se e in quanto esso faccia riferimento a fattori produttivi i cui servizi sono stati consumati nel corso dell’esercizio medesimo. Per la parte di servizi ancora da sfruttare, i fattori produttivi e i relativi costi sono da rinviare agli esercizi futuri nei quali saranno realizzati i correlati ricavi. Il che significa che essi devono concorrere a formare il capitale. Capitalizzare un costo, quindi, significa non considerare tale costo come un componente negativo di reddito dell’esercizio in cui ha avuto manifestazione finanziaria ma considerarlo invece un elemento attivo del capitale di funzionamento. La capitalizzazione dei costi può riguardare:  Immobilizzazioni materiali  Immobilizzazioni immateriali 11.3.4 I RISCONTI ATTIVI E PASSIVI I risconti sono quote di costo o quote di ricavi che hanno avuto manifestazione finanziaria nell’esercizio in chiusura.  I risconti attivi si riferiscono a quote di costi da rinviare agli esercizi successivi. Sono costi anticipati  I risconti passivi si riferiscono a quote di ricavi da rinviare a favore degli esercizi successivi, costituiscono ricavi anticipati Tra i risconti possono essere accolti solamente valori:  Comuni a due o più periodi amministrativi  La cui consistenza varia in ragione del tempo Secondo quanto previsto dai principi contabili, la rilevazione di un risconto può avvenire solo quando sussistono le seguenti condizioni:  Il contratto inizia in un esercizio e termina in uno successivo  Il corrispettivo delle prestazioni è contrattualmente dovuto in via anticipata rispetto a prestazioni comuni a due o più esercizi consecutivi  L’entità varia con il trascorrere del tempo
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