Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto "LA FORMA DELLE NUVOLE, saggi di letteratura inglese, di S. Bronzini", letteratura inglese, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

Riassunto esaustivo dei saggi del volume "La Forma delle Nuvole, di S. Bronzini". Argomenti: sintesi del saggio "modi di narrare", sintesi del saggio "un diario tra avventurosi racconti. ...", Robinson Crusoe, sintesi del saggio "Verità, menzogna e storia nei Gulliver's travels", sintesi del saggio "Infanzia e memoria nel David Copperfield", riassunto del saggio du Dickens e Thackeray.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 25/02/2019

francesca.olivieri93
francesca.olivieri93 🇮🇹

4.7

(155)

75 documenti

1 / 9

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto "LA FORMA DELLE NUVOLE, saggi di letteratura inglese, di S. Bronzini", letteratura inglese e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! LA FORMA DELLE NUVOLE Saggi di letteratura inglese •CAP 1: MODI DI NARRARE (letteratura viene dal latino literatura, che vuol dire “tracciare lettere dell’alfabeto; le lettere compongono le parolee le parole raccontano) In questo capitolo si parla della incredibile magia della narrazione (di qualsiasi tipo essa sia –romanzo, poesia, dramma, saggio, storie), una pratica straordinaria che, grazie alla potenza delle parole, riesce a fare vedere cose, ad evocare fatti che non sono presenti, a far emozionare, tanto da non distinguere se si tratta di res facta o res ficta (realtà o finzione, e in effetti che si tratti di cose vere o finte poco conta). I racconti fanno vedere mondi meravigliosi (pensa ad Ulisse che incanta da secoli il pubblico con i suoi racconti). Le parole evocano. Pensiamo ad Otello, reso grande dal racconto, e le cui parole evocano mondi “you people wouldn’t believe”; Enobrabo grazie alle parole descrive Cleopatra, che appare grande e potente proprio grazie al suo memorabile discorso, facendo vedere bellezza lì dove la bellezza non c’era più, e sempre con le parole fa vedere agli spettatori come fu che il terzo pilastro dell’impero romano divenne lo zimbello della regina d’Egitto. Il pubblico ne è affascinato. Per capire questo riportiamo le parole di Balzac Esempio in contrasto degli scenziati stravaganti di Swift: essi pensavano che le parole fossero inutili corrispondendo a oggetti, si burlano delle parole e proponevano un mondo alla rovescia in cui le parole dovevano lasciare il posto alle cose, ossia per comunicare sarebbe stato più comodo portarsi dietro tutte le cose di cui si aveva intenzioni di parlare abolendo, così le parole. È un paradosso, un mondo alla rovescia come tipico di Swift: scomodo portare dietro tutto e poi, niente parole niente passioni. Sempre andando avanti si trova uno scenziato stravagante alle prese con una macchina che avrebbe fatto scrivere tutti, anche gli ignoranti (un passo divertentissimo): ignoranti e dotti si affidano al caso nel comporre la propria letteratura. Ora, non bisogna di certo prendere per vero il mondo alla rovescia di Swift. Una delle forme di narrazione è il romanzo, che è solo una regione della letteratura, seppur molto vasta. Al romanzo si giunse per traiettorie diverse e dalle più disparate direzioni: si giunse alla forma romanzo anche un po’ per caso, si iniziò a narrare giorno dopo giorno, storia dopo storia, e si scoprì una forma che abbiamo chiamato romanzo; non era un approdo previsto, né la terra promessa, ma il terreno era fertile di futuri sviluppi. •CAP 2: UN DIARIO TRA AVVENTUROSI RACCONTI. UNA ULTERIORE RIFLESSIONE SUI TANTI ROBINSON. Prima di passare all’analisi del Robinson Crusoe, il saggio analizza un altro romanzo di Defoe (1660-1731), Fortune e Sfortune della famosa Moll Flanders. - FORTUNE E SFORTUNE DELLA FAMOSA MOLL FLANDERS • Struttura a episodi: la struttura è a episodi→ in questo romanzo si procede per episodi, separati e frettolosamente intrecciati, legati tra loro solo dalla presenza e dalla voce del narratore, non a caso Watt definì tale romanzo “frammentario”. Ci si muove nei ricordi della protagonista, tra le storie di abbandoni dei numerosi mariti e dei figli, e tale struttura emerge ancor più nella seconda parte, dove si racconta della sua carriera di ladra, facendo susseguire rapidamente (quasi come un conteggio) i vari furti. Tuttavia la costruzione del romanzo per blocchi di episodi non esclude un filo conduttore: nel flusso apparentemente ininterrotto e accumulativo della narrazione si delineano precise unità di racconto. Anche il narratore Robinson, come vedremo riferisce le sue trame avventurose in episodi, perché il racconto della sola vita avrebbe potuto annoiare. “Spesso ho compiuto viaggi deliziosi, imbarcato su una parola, tra gli abissi del passato come l’insetto che, posato sul filo d’erba, galleggia lasciandosi trasportare dalla corrente di un fiume. Partito dalla Grecia arrivavo a Roma e attraversavo la distesa delle età moderne. Che bel libro si potrebbe comporre raccontando la vita e le avventure di una parola! E non è così di ogni parola?” • Personaggio di Moll: è un personaggio narratore, sempre concentrata solo su se stessa, tanto che non si preoccupa di datare la sua storia o di richiamare al lettore alcun avvenimento storico. • Titolo: il titolo è rivelatore→ non si parla di tutta la vita ma solo delle avventure e delle disavventure: la vita domestica e tranquilla non è trattata, pertanto le sequenze hanno un ritmo estraneo al racconto del giorno per giorno. (questo ovviamente è anche una scelta di Defoe, che viene incontro alla sua pur fervida immaginazione quando questa si arena e che tramite la selezione dei materiali cerca di accattivarsi i gusti del pubblico che,, di certo, si annoierebbero della narrazione della monotona quotidianeità) - ROBINSON Le due edizioni: Innanzitutto bisogna tenere presente che Defoe scrisse due romanzi su questo personaggio, La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe (del 1719, che noi definiremo primo Robinson) e le Ulteriori straordinarie avventure di Robinson Crusoe ( del 1719, che noi definiremo secondo Robinson). • Trama del primo Robinson: dopo la presentazione il protagonista narratore, disobbedendo al padre che tenta di convincerlo con motivazioni dettate dal buon senso, si imbarca, seppur un anno dopo anche se subito nella pagina successiva dopo il dialogo con il padre. Seguono molte partenze (in un accumularsi di avventure: burrasche, pirati, rapimenti, fughe, piantagioni in Brasile) fino all’ultima partenza dal Sud America in un viaggio per comprare schiavi, che è quella del naufragio, che si trova dopo 50 pagine dall’inizio del romanzo. Seguono le 200 pagine del diario sull’isola (28 anni), poi il ritorno in patria cui non sono dedicate più di una ventina di pagine. Nelle ultime due pagine finali del libro si dispongono i materiali quasi come in un indice di ulteriori straordinarie avventure: così la fine diventa un nuovo inizio. • Secondo Robinson, solo avventure: questo proposito viene mantenuto nel secondo romanzo, in cui sin dal titolo si capisce che si tratterà solo di avventure e la vita è solo marginalmente menzionata. • I tanti inizi del Robinson e l’incapacità di stare fermo: pertanto molte sono le pagine dopo l’isola, la quale non rappresenta un punto di approdo: tante volte Robinson parte e tante volte ricomincia da capo in tanti nuovi inizi. Robinson non si ferma, farlo per lui è come morire e ogni volta che risiede in un luogo mostra insofferenza. • STRUTTURA NARRATIVA: i Robinson Crusoe si compongono del diario dell’isola, posta al centro, e di avventurosi episodi in racconti posti tutti intorno, in una narrazione per blocchi affidata ai ricordi, tra salti repentini (molto simile alla struttura di Moll). Mare→avventura Isola→ la vita (in Gulliver, ad esempio è il contrario) • L’ordine imposto al lettore non è quello del narratore: il primo legge avventure, l’isola e ulteriori avventure, il narratore prima scrive il diario poi delle avventure. • Titoli: i titoli non sono casuali: nella prima parte vita e strane sorprendenti avventure, nella seconda solo avventure. In moll avventure e disavventure. 1. Nel titolo della prima storia la congiunzione funge da distinguo, da un lato la vita e dall’altro le avventure (anche se, erroneamente da Rosseu in poi si è data importanza solo al diario sull’isola e alla vita del giorno per giorno, quando invece devono essere lette con attenzione anche le avventure, vissute dal giovane Robinson e narrate dal vecchio, che precedono e seguono il racconto della vita. •Avventure nel primo Robinson→ la narrazione segue un ordine cronologico ma, siccome il narratore la ricorda (è il vecchio Robinson a raccontare la sua giovinezza), le sequenze sono frammentarie. Prima di partire con le avventure il padre lo incita a rimanere con motivazioni dettate dal buon senso: la middle station è da lui presentata come la vita migliore ed essa non prevede avventure e imprese fuori dal comune, come dimostra l’esperienza del fratello maggiore, che era partito illudendosi che avventura e vita coincidessero. Il giovane Robinson parte invece per spirito di avventura, (spirito che si riscontra anche nel Robinson sessantenne delle Ulteriori avventure, anche se qui è il desiderio di rivedere la sua isola che lo spinge ad imbarcarsi nuovamente). Per lui la middle station è un porto da cui si salpa e in cui si può ritornare: duplice è la distanza dal padre, non solo anagrafica, ma anche ideologica e storica (Sertoli sostiene che l’etica calvinista sostiene le scelte del primo Robinson). I ROBINSON borsaioli, briganti di strada. Terminato il capitolo 7 sulle apparizioni interessanti sono i commenti e le riflessioni che Gulliver fa in seguito a ciò nel capitolo 8: ➢ CRITICA ALLA STORIOGRAFIA Confutazione alla critica storiografica classica → Questo è evidente e viene resa tramite due espedienti: 1. Il racconto dei fatti non è affidato a ciò che gli storiografi avevano detto dei grandi del passato, ma ai grandi del passato stessi che possono dare una verità oggettiva. 2. I personaggi smentiscono quello che di loro avevano detto gli storiografi (ad esempio Alessandro Magno non fa riferimento al presunto avvelenamento di cui si legge nelle Vite di Plutarco, e non c’è l’aceto nel campo di Annibale come invece si legge in Livio). Swift vuole far notare come gli storiografi di professione avevano proposto solo mendaci racconti e il bugiardo per definizione scopre che la Storia è andata molto diversamente da come era stata raccontata dagli storiografi di cui aveva letto: per questo Swift fa sfilare davanti al lettore una carrellata di personaggi storici concedendogli il dono della parola. Critica della Storiografia moderna. Dice che ne è disgustato e definisce gli storiografi “Prostitute Writers” (cronisti prostituti) , riferendosi a chi per mezzo di finzioni ha manipolato la realtà addomesticandola per piacere o per convenienza. “ Rimasi specialmente indignato con gli storici moderni: poiché, avendo attentamente esaminato tutte le persone di maggior rinomanza…vidi come il mondo sia stato turlupinato da cronisti prostituti” (libro 3, cap VIII) “ qui scoprii la gaglioffaggine e l’ignoranza di coloro che pretendono di scrivere aneddoti o storie segrete” (libro 3, capitolo VIII) Difficoltà nello scrivere di storia: Lo stesso Gulliver che dell’arte della menzogna è maestro, alla fine della carrellata mostra (per la prima volta) una diificoltà nel dover scrivere di storia e si pone il problema di come si possa trasformare la storia in piacevole racconto. “ Sarebbe qui tedioso per il lettore se raccontassi quale vasta schiera di personaggi illustri fu evocata, a soddisfare la mia insaziabile voglia di vedermi innanzi agli occhi il mondo in tutti i periodi dell’umanità…. Ahimè, non saprei come esprimere la soddisfazione che provai nell’animo, in modo da deliziare adeguatamente il lettore” (libro 3, capitolo 7) •MENZOGNA ED IL SUO RUOLO: la menzogna e la finzione sono, dunque, i mezzi per descrivere e narrare la verità. In questo metodo Swift riprende Luciano di Samosata della Storia Vera. •CAP 4: INFANZIA E MEMORIA NEL DAVID COPPERFIELD DI CHARLES DICKENS. CORRISPONDENZE VITA DI DICKENS E ROMANZO: il saggio si apre con questa riflessione. Molti si sono interrogati sulle corrispondenze tra la vita dell’autore e il contenuto del romanzo sebbene questo non sia affatto un punto centrale. Di certo scrivendo il Copperfiel Dickens si fece tentare dall’utilizzare pictures of his own life, (espediente che poteva soccorrere l’immaginazione dello scrittore e che aiutava il mandato degli scrittori vittoriani di soddisfare il palato dei lettori che, se avessero potuto credere autobiografica e veritiera quella storia si sarebbe commosso di più e si sarebbe accanito alla storia), intrecciando verità e finzione, ma è pur vero che i romanzi sono sempre imitazione della vita e quindi sempre finzioni letterarie. Inoltre non bisogna prendere per oro colato le somiglianze tra alcune vicende e la biografia di Dickens, dal momento che per comporre la biografia dell’autore Forster ebbe come fonte anche lo stesso romanzo, che come detto è finzione. In più lo stesso Dickens, nella Praface che aggiunse all’edizione in volume del 1851 del Copperfield, sostiene che si tratta solo di immaginazione senza una goccia di verità “Forse importerà poco al lettore di sapere con quanto dolore la penna è stata deposta dopo un lavoro di immaginazione durato due anni; o come si sente un autore quando una folla di creature sue, quasi egli avesse bandito una parte di se stesso nel mondo dell'ombra, si sta allontanando per sempre da lui. Tuttavia non ho altro da dire; a meno che non confessi (cosa che potrebbe essere di ancor minore importanza) che nessuno potrà mai credere in questo racconto, nel leggerlo, più di quanto vi abbia creduto io stesso nello scriverlo.” Dunque la verità degli avvenimenti non interessa . ciò che deve attirare l’attenzione è la maestria della tecnica narrativa. TECNICA E STRUTTURA NARRATIVA: - Dickens è abilissimo nel manipolare e disporre i materiali narrativi nello sviluppo del plot, in modo da garantire un più convincete impatto sul pubblico. - Rispetto ai suoi primi romanzi, dai ritmi vertiginosi e dettati da una scrittura di getto , Dickens aveva modificat il suo metodo di composizione, che divenne più meditata, ricca di correzioni e ripensamenti, come dimostrano i tanti interventi fatti in fase d redazione e nelle bozze. - L’intreccio è accattivante e trova la sua forza nell’equilibrio tra 1. I canoni della moderna forma del romanza 2. La caratterizzazione dei personaggi 3. La capacità di dosare e intrecciare registri linguistici e formali diversi Il modello è desunto dall’impianto narrativo ottocentesco e risente della lezione del secondo Settecento, in particolare di Stern (Tristram Shandy) e di Fielding ( The History of Tom Jones). •ANALISI DEL ROMANZO Quando fu pubblicato il Copperfield Dickens aveva già scritto sette romanzi, e altri sette seguiranno. Di certo questo romanzo sii rinforzò grazie agli errori che Dickens intuì di aver fatto nei precedenti lavori. Tale romanzo (illustrato da Browne) fu edito in 19 fascicoli da uno scellino dal maggio 1849 fino al novembre 1850, seguendo la tradizione ottocentesca del romanzo seriale, e fu rieditato in edizione unica nel 1851. In questo romanzo non si narra tutta la vita di Copperfield ma David, narratore-protagonista, narra solo un segmento di vita, dalla culla al matrimonio, dall’infanzia alla maturità. 1. PRIMI 3 ARTICOLI (DIVENTATI NOVE CAPITOLI NELLA EDIZIONE UNICA) : RACCHIUDONO L’INFANZIA DI DAVID. Inizio e fine dell’infanzia, in cui David si separa dalla sua Childness. [Tema dell’infanzia in Dickens: questo tema ricorre spesso in Dickens, e d’altronde il romanzo vittoriano si alimenta spesso di giovanissimi eroi, come Vanity Fair di Thackeray. Tanti infatti sono i bambini che Diickens fa diventare protagonisti dei suoi romanzi –Oliver Twist- : narrare dall’infanzia era necessario e vantaggioso per chi componeva fascicoli mensili perché si aveva molto di più da raccontare] I AM BORN→ I OBSERVE → nel racconto della nascita è ripreso il modello di Stern. Il capitolo primo è dedicato alla nascita dell’eroe. Affascinante e dal duplice registro, comico e sentimentale, il passo in cui David racconta ogni cosa che vede ancor prima di venire alla luce attraverso il grembo materno. Già da questo primo capitolo si possono delineare i 3 fili conduttori della storia, che vengono accennati e lasciati a futuri sviluppi: 1. Il mistero di zia Betsy 2. Il rapporto con Mr.Murdstone (patrigno) 3. Il futuro di little Emily nella scrittura AZIONE E MEMORIA SI INTRECCIANO e fanno si che il lettore possa seguire gli avvenimenti e si si commuova nel leggerli. Analisi della scena della separazione. Un esempio di questo intreccio lo si trova chiusura di questo capitolo dove si descrive la straziante separazione del ragazzo dalla madre, un gioiella di scrittura in cui per la prima volta David saluta la tranquillità domestica e entra nell’esperienza: tutto il brano è costruito sulla doppia scansione temporale di presente e passato→ i verbi ripetuti conducono il lettore nel passato e nella dimensione del ricordo straziante e commovente e allo stesso tempo nel presente degli avvenimenti, rallentano l’azione rafforzando il suo significato e danno secchezza e concisione per lasciare nella rapidità il nodo alla gola al lettore. La sequenza si chiude con l’immagine visiva della madre, ritratta da due verbi Standing and moved: è statuaria sulla strada e allo stesso tempo protesa verso il carro che porta via il suo ragazzo (dove moved evoca sia il movimento fisico che il sommovimento dell’anima nell’abbandono). La scelta delle parola e il modo di accostarle nel costruire l’intreccio e disporre i materiale GIOCA NEL ROMANZO UN RUOLO FONDAMENTALE. “Mi commuove ora, sebbene lo accenni solo di sfuggita, ricordare com'ero desideroso di abbandonare la mia felice casa, e pensare quanto fossi lontano dal sospettare che cosa lasciassi per sempre. Mi piace ricordare che, mentre il carro era al cancello e mia madre stava baciandomi, una dolce tenerezza per lei e per il vecchio luogo che non avevo mai lasciato, mi fece piangere. Sono felice di sapere che anche mia madre pianse e che io sentii il suo cuore battere contro il mio. E mi è caro ricordare che, quando il corriere cominciò a muoversi, mia madre corse fuori dal cancello e gli gridò di fermarsi per potermi baciare ancora una volta. E mi è caro soffermarmi sull'ardore e l'amore con cui sollevò il suo viso verso il mio e mi baciò. Mentre la lasciavamo ferma sulla strada, il signorMurdstone la raggiunse e parve rimproverarla perché fosse così scossa.” I HAVE A CHANGE→ I FALL INTO DISGRACE → Il capitolo cinque narra della partenza e del viaggio al collegio, il sesto è tutto dedicato a far conoscenza dei nuovi personaggi che lì vi si incontrano. La lista dei personaggi diventa sempre più nutrita nel settimo e la casa è sempre più relegata nel ricordo (tranne una breve vacanza nel capitolo ottavo, in cui David capisce di essere sempre più straniero in patria, nuovo padre, poi nuovo Il titolo di questo capitolo è “mutamenti” (traduzione di Cesare Pavese) che alludono ai cambiamenti che David troverà a casa al suo ritorno. Questo capitolo è un capitolo dai diversi registri: prima di narrare del ritorno a casa si racconta con toni realisti/favolisi del breve soggiorno a casa del fratello di Pegotty, descritto minuziosamente; segue poi il ritorno a casa, dove il tono diventa drammatico (in particolare nella domanda dubbio “mamma è morta?” cui segue lo svenimento di Peggoty) nuovi addii (come avviene sempre nella vita del protagonista) per partire alla volta della tranquillità domestica. Il viaggio è carico di aspettative, una smania del protagonista di tronare, non vedendo l’ora di riabbracciare la madre, cui si contrappongono i dubbi di Peggoty; ma una volta arrivati lì tutto è cambiato: David ha un nuovo padre, Mr. Murdestone (in questo modo il racconto si riallaccia alla fine del 2 capitolo, alla domanda di David). → I mutamenti non sono esterni ma interni all’io narrante (ecco perché I have): un nuovo padre, una nuova stanza, una nuova composizione domestica. •Personaggio di Murderstone→Già dal suo primo e veloce comparire sulla scena si comprende che Murderstone è un personaggio sinistro (il nome, che in origine era Mr. Harden, evoca murder (omicidio) e gravestone (pietra tombale). L’idea della pietra tombale rimanda al primo capitolo, alla bianca pietra tombale sotto la quale riposava il padre di David. •DIFFERENZA TRA LA PARTENZA DI DAVID E QUELLE DEGLI EROI DEI ROMANZI DEL 700 (come Gulliver e Robinson)→ David è sempre separato da qualcosa o qualcuno e la sua vita è costantemente pervasa da questo senso di perdita. La sua partenza non è desiderata, cercata, ma è una condanna per l’eroe ottocentesco: tanta quindi la distanza dalla partenza per avventura degli eroi settecenteschi, dove gli addii erano veloci e senza lacrime, dove si liquidavano i genitori e si era mossi da spirito di avventura. Questo capitolo è il racconto della perdita definitiva del proprio mondo: oltre alla figura di Murdestone subentra la sorella, Miss Murdertone (ogni puntata prevede nuovi personaggi) una donna arcigna, come si può già capire dalla descrizione che ne fa il ragazzo, che ricalca la figura dell'orche’sa dominatrice di bambini di un precedente romanzo, Dombey, ossia Mrs. Pipchin. Dall’arrivo di questo nuovo personggio la vita di David cade sempre più in disgrazia la sua casa diventa una prigione, la dolcezza domestica è sostituita dal rigore, la nuova fermezza imposta dai Murderstones separano David dalla mamma e dalla nutrice, costringendolo alla solitudine. Così cade in disgrazia e diviene straniero in patria (a casa sua). “Era arrivata la signorina Murdstone, una donna dal fosco aspetto, nera come suo fratello a cui assomigliava molto nel volto e nella voce, e con sopracciglia foltissime che quasi si univano sul grosso naso, come se, non potendo per le mancanze del suo sesso portar le fedine, le avesse sostituite con quelle. Portava con sé due poderose e solide casse nere con le sue iniziali sul coperchio in solidi chiodi di ottone. Quando pagò il vetturino trasse il denaro da una solida borsa di acciaio, e teneva questa borsa in una sacca che era una vera prigione, appesa al suo braccio con una pesante catena e serrata come un morso. Fin allora non avevo mai visto una donna così totalmente metallica com'era la signorina Murdstone.” L’estrema severità e le punizioni inflitte a David lo bloccano nello studio con la madre tanto che un giorno Murdestone gli infligge una punizione corporale fortissima (descritta con estrema drammaticità) cui David rispose per la prima volta con una sorta di ribellione. Per quel gesto venne chiuso nella biblioteca. Quella reclusione aprì un mondo si evasione in una biblioteca ricca di libri: quella prigione domestica divenne una pausa preziosa, e quella solitudine e riflessione consentirono la sua formazione. Iniziò a leggere libri: in realtà non si parla di libri, di titoli e di autori, ma dei loro indimenticabili eroi e delle loro gesta, secondo la formula ottocentesca di complicità tra lettore e personaggio. Questi eroi nutrono la sua fantasia e in essi trova conforto, per una vita che non può avere ma solo immaginare→morale: leggere i libri non cambia la vita ma serve se si vuole vivere meglio. “Il naturale risultato di questo trattamento, continuato, mi sembra, per sei mesi o più, fu di rendermi tetro, ottuso e ostinato. E non meno mi rese tale il senso di essere ogni giorno più escluso e alienato da mia madre. Credo che sarei giunto quasi all'idiozia se non fosse stato per una circostanza. E fu questa. Mio padre aveva lasciato una piccola raccolta di libri in una stanzetta del piano di sopra, alla quale avevo libero accesso (dato che era attigua alla mia) e che non venne mai violata da nessun altro di casa. Da quel benedetto stanzino vennero fuori Roderai Random, Peregrine Piccole, Humphrey Clinker,Tom Jones, il Vicario di Wakefield, Don Chisciotte, Gil Blas e Robinson Crusoe, glorioso esercito, per tenermi compagnia. Mantennero in vita la mia fantasia e la mia speranza in qualche cosa oltre quel luogo e quel tempo - essi e le Mille e una notte e i Racconti dei genii- e non mi fecero alcun danno” Al finire della prigionia David viene informato da Peggotty attraverso il buco della serratura che sarà mandato in collegio (il bisbiglio attraverso la serratura non è un’immagine nuova, anzi, è un chiaro riferimento Shakespeariano a Sogno di una notte di mezza estate; ma ciò che lì aveva fatto ridere nell’ambito della commedia, Dickens lo plasma in senso malinconico: le effusioni, i baci, le promesse, i saluti, che i due si scambiano separati da una porta portano ancora una volta alla commozione). La scena prelude a una infanzia che si va dissolvendo, che ora si può solo RICORDARE.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved