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Riassunto "La pelle di Zigrino" di Honoré de Balzac, Sintesi del corso di Letterature comparate

Riassunto "La pelle di Zigrino" di Honoré de Balzac

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 25/02/2022

FrancescoMalagoli
FrancescoMalagoli 🇮🇹

5

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Scarica Riassunto "La pelle di Zigrino" di Honoré de Balzac e più Sintesi del corso in PDF di Letterature comparate solo su Docsity! Honoré de Balzac (1799-1850), La pelle di Zigrino. 
 PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE (1831). 
 => tenta di spiegare la disparità tra il talento di uno scri4ore e la sua fisionomia. Vi sono ar8s8 le cui composizioni rifle4ono la natura del loro animo, e vi sono ar8s8 le cui opere sono in forte contrasto con le loro personalità. Petrarca, Lord Byron, Hoffman, Voltaire: uomini in cui si rispecchiava il loro genio. Rabelais invece smen8va l’ingordigia del suo s8le essendo persona sobria e astemia. In modo simile Charles Robert Maturin, prete che scrisse Melmoth the wanderer (1820) teneva all’eleganza delle sue opere ma la no4e si trasformava in un dandy. Così come spesso i tragediografi più cupi erano in realtà persone molto dolci (es: Jean-François Ducis). Contras8 e accordi sono 8pici nella duplicità dell’uomo. Risulta molto difficile però per il le4ore rimanere imparziale, è naturale delineare la sagoma del poeta e immaginare le sue fa4ezze. Così gli autori in cer8 luoghi sono giovani e snelli, in altri vecchi e gobbi, in alcuni salo\ sono odia8 e in altri eleva8 a stelle. Alla fine l’autore diventa una sorta di creatura immaginaria che il le4ore veste come meglio aggrada. A volte gli autori non a4ribuiscono il proprio nome a un’opera per poter detenere libertà di pensiero senza essere associa8 a una determinata figura, e non dovrà so4ome4ersi alle norme altrui. E se poi l’autore rivendicasse l’opera e si rivelasse un animo sensibile la gente che lo aveva giudicato per le sue idee riprovevoli dovrà ricredersi. È difficile credere che uno scri4ore possa concepire dei crimini senza essere un criminale. Porta l’esempio di Fisiologia del matrimonio (l’autore è Balzac stesso, opera del 1842 censurata perché ritenuta immorale e scandalosa) dicendo che forse un giorno l’autore sarà elogiato e compreso in quanto tenta8vo di ritornare alla le4eratura spiritosa, pungente, ironica del 18^ secolo. Se il pubblico condanna gli sforzi degli scri4ori di riportare in auge la le4eratura schie4a allora bisognerebbe augurarsi un “nuovo medioevo e il rogo delle biblioteche”. L’autore considera l’arte le4eraria composta di due par8 ben dis8nte: ⁃ Osservazione: mol8 uomini notevoli sono dota8 di talento di osservazione senza possedere la capacità di dar forma viva ai propri pensieri. A questo sogge4o toccherà la capacità di a4uazione. ⁃ Espressione: alcuni scri4ori seppur dota8 di uno s8le meraviglioso non sono guida8 dal genio perspicace e curioso che scruta ogni cosa. A questo sogge4o toccherà la capacità di concezione. Uno sa suonare la lira senza poter concepire armonie sublimi, l’altro scrive melodie solo per sé non possedendo lo strumento. => le due capacità riunite rendono completo l’uomo. Tu4avia non basta perché il genio possiede un’ulteriore cara4eris8ca: la capacità di intuire la verità in tu4e le situazioni possibili. Per questo lo scri4ore prima di scrivere deve aver studiato usanze, cara4eri, girato il globo e provato tu4e le passioni. Il genio invece ha il potere di descrivere meravigliosamente il deserto senza esserci mai passato. Il loro cervello è un talismano che abolisce le leggi dello spazio e del tempo, in grado di condurre l’universo da loro. IL TALISMANO (prima parte del romanzo originariamente in8tolata “la pelle di zigrino” suddivisa in 14 capitoli). 1830, verso la fine del mese di o4obre un giovane entra nel Palais-Royal proprio quando aprivano le case da gioco. Un piccolo vecchio gli prende il cappello, l’autore rifle4e sull’ironia di questo gesto che implicitamente costringe a tenere un comportamento rispe4oso di fronte a chi sta vincendo il of 1 15 nostro denaro. È anche un modo per farci capire che entrando nelle case da gioco siamo in gioco noi stessi, il nostro bastone e il nostro mantello. Il giovane che entra manifesta stupore e innocenza, quello che gli prende il cappello manifesta un’anima spenta, apa8ca davan8 alla gente che perde i soldi andando in rovina, in a4esa di giocare il suo s8pendio: è l’incarnazione del GIOCO. L’autore lo chiama “Cerbero” (cit Dante ai cancelli dell’Inferno). Le serate alla bisca sono impeto e delirio. Alcuni cercano svago alla sera, altri non riescono ad uscirne fino alla ma\na quando escono senza aver mangiato, dormito, vissuto, pensato, vinto. Se la Spagna ha avuto le corride e Roma i gladiatori, Parigi può andare fiera del suo Palais-Royal. Fa ironia sul fa4o che la gente non nota quanto spogli siano le tappezzerie unte di ques8 luoghi e le sedie impagliate in modo sgradevole, nonostante entrino in quei luoghi per morire di ricchezza e lusso []. Tu\ sono coinvol8 dai loro giochi e non alzano la testa, finché il giovane apre la porta. Alla vista dello sconosciuto tu\ si pongono in silenzio in un senso quasi di spavento. Un aura di mistero avvolge il suo viso giovane e grazioso. Il suo aspe4o esprime una rassegnazione tale che fa male a vedersi. Riconoscono nella sua pelle segnata da sofferenze e le sue palpebre affa8cate chissà dallo studio uno dei loro prìncipi. La sua giovinezza tenta visivamente di lo4are contro la lussuria di quel posto ma sta cadendo nel vizio. Sembra sperduto, come un angelo senza aureola. Punta una moneta d’oro sul nero. Il tailleur augura buona fortuna. Esce il rosso e il giovane capisce la sua rovina quando il rastrello raccoglie l’ul8mo dei suoi napoleone. Esce quasi dimen8candosi il cappello e fischiando debolmente per coprire il dispiacere. Contempla il suicidio. L’autore fa una riflessione sulla disperazione di un uomo se come soluzione arriva a cercare sollievo nella canna di una pistola o in un baratro infinito. Rifle4e su quan8 giovani soffrano per mancanza di un amico o di una donna che li consoli. Tu4o impallidisce davan8 a tale disperazione. Arriva alla Senna e una vecchia gli dice ridendo che c’è bru4o tempo per annegarsi, la Senna è fredda e sporca []. Vede il soccorso agli asfissia8 e l’immagine del suo corpo nell’acqua lo inquieta, ciononostante non riesce a fare a meno di sen8rsi uno zero sociale, inu8le allo stato, un uomo di talento senza prote4ori (si sente poeta ma in realtà si scoprirà che lavorava nel campo del diri4o col padre). Un barlume di speranza si accende sentendo 8n8nnare delle monete in tasca ma sono talmente poche che risultano inu8li. Dei mendican8 gli chiedono a carità e lui gli allunga le monete. Pensa sia meglio aspe4are la no4e per togliersi la vita così che il suo corpo alla ma\na risul8 irriconoscibile. Per passare il tempo cammina davan8 alle vetrine ed entra in un negozio di ogge\ rari. La donna (che definisce “Calibano femmina”) gli dice che al primo piano hanno ogge\ rari come mummie del Cairo e ogge\ scolpi8 in ebano. 
 Vi trova coccodrilli, scimmie, boa impaglia8. Vasi con sopra dipinto Napoleone. Un girarrosto, Madame Dubarry (gius8ziata) nuda in un quadro. Pugnali, pistole, zuppiere di porcellana, pia\, congegni pneuma8ci... L’esistenza di tante esistenze intorpidisce i sensi del giovane che gradualmente sale in un mondo ideale. [] SI levano davan8 a lui una mol8tudine di figure, l’Egi4o misterioso, le mummie terribili, Mosè e gli ebrei, le statue di marmo della Grecia, una regina la8na accarezza la sua chimera. I cieli si spalancano in un dipinto e vede la Vergine Maria. Tocca un mosaico e si trova in Italia tra le lave del of 2 15 (movimento conservatore di stampo ca4olico-tradizionalista che si proponeva di difendere il diri4o al trono dei discenden8 di Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna) grida “l’intelligenza ha ucciso tu4o, la libertà assoluta porterà al suicidio delle nazioni”. Partono veri e propri li8gi, il bellicoso Nathan, che a malapena si regge in piedi, vuole suonarle a uno che lo provoca. Bixiou il caricaturista fa una caricatura del dire4ore della rivista “Revue des deus mondes” cieco da un occhio ma il caos non perme4e di sen8re nulla. Altre descrizioni dell’ambiente: tappezzerie di seta, il candore dei marmi, i bronzi delica8, dieci di fiori mis8 a rubini e zaffiri, ragazze ammalian8 che danzano: una vera seduzione per gli occhi. Un’inglese casta, una parigina di una grazia infinita, italiane coscienziose nella loro felicità… Si respira imbarazzo pieno di 8more che non fa altro che caricare la seduzione. [] Una ragazza impetuosa, dai capelli lunghi e neri, boccoli, dalla pelle bianca e affascinante, dalle labbra rosse e carnose si avvicina con delicatezza ai due amici. Sembra avere 16 anni. Si presenta a Raphael come Aquilina, e lui dice che allora deve venire da Venezia Salvata (dramma di Otway del 1682). Dice che come i papi cambiano nome per porsi al di sopra degli uomini, lei ha fa4o lo stesso per porsi sopra alle donne. Sembra la tentazione del diavolo incarnata, capace di far impazzire qualsiasi uomo con la sua bellezza. Con lei un’altra ragazza: Euphrasie. Aquilina era l’anima del vizio, Euphrasie il vizio senza anima. Emile le chiede se pensa mai all’avvenire e lei dice che pensa al presente sapendo già che il futuro degli uomini è l’ospedale. Euphrasie dice invece che se lui avesse milioni non gli basterebbero un anno e preferirebbe morire presto di piacere piu4osto che nel tempo di mala\a. Aquilina confessa che il suo cinismo deriva dal fa4o che dopo aver lavorato tanto per un uomo è stata lasciata per un’eredità e ora non vuole più essere lo zimbello di nessuno. Commenta su Euphrasie dicendo che è così perché non ha mai amato. Raphael ride dicendo ad Emile che quando lo hanno trovato se ne stava sul quai (molo) Voltaire pronto a togliersi la vita, e ora sta immerso negli eccessi. Emile dice che solo la vita trascorsa nel vuoto e negli abissi conduce alla saggezza. In breve esistono due soluzioni: uccidere i sen8men8 per vivere fino alla vecchiaia, oppure morire giovani acce4ando il mar8rio delle passioni. Emile gli chiede come mai volesse suicidarsi, facendo ironia sulle sue sofferenze e dicendo che ha il pretesto di aver sofferto più di altri che hanno avuto sor8 peggiori senza lamentarsi. Raphael riba4e dicendo che il dolore è proporzionale alla sensibilità. LA DONNA SENZA CUORE. INIZIO DEL FLASHBACK: Raphael racconta la sua gioventù e le sue sofferenze per spiegare ad Emile (che non è minimamente interessato) il suo stato d’animo. È figlio unico, ha perso la madre da qualche anno. Dopo il collegio il padre lo costringeva ad andare a le4o alle 9 e alzarsi alle 5 per studiare diri4o, fino a 21 anni. Il padre era rigido e severo, lui lo temeva pur volendogli bene. Una sera si trova a un ballo dal duca di Naverreins, ves8to con abi8 sgualci8. Il padre gli affida la sua borsa e solo il sen8r 8n8nnare l’oro della sala da gioco gli fa desiderare di vivere i pecca8 della sua età. Si dirige al tavolo da gioco con due monete da 20 franchi. Vince 160 franchi, rime4e nella borsa del padre quelli che gli appartenevano e non gioca più. Il padre vedendo che dalla borsa non mancano soldi, tornato a casa, gli dice che gli darà 100 franchi al mese per imparare a vivere e fare economia. Si sente in colpa ma la vergogna non gli perme4e di confessare. Racconta che il lavoro che svolge insieme a suo padre è duro, tenta di interessare gente alto locata dei loro affari, lavora giorno e no4e e viaggia molto. Non vuole lasciarsi cadere nelle sue passioni of 5 15 temendo di causare la rovina di suo padre. Dividere il peso degli affari e il suo nome lo responsabilizza. La Rivoluzione manda in rovina il padre, Raphael rimane al verde e 8ene solo un’isola della Loira senza valore dove sta sepolta sua madre. Il padre ci me4e 10 mesi a ripagare i suoi creditori poi muore di crepacuore. Raphael nel 1826 è orfano e ha perso il suo primo vero amico: suo padre. Si trova dietro un carro funebre e si sente senza futuro. Ma riceve in eredità dal padre una borsa contenente 1112 franchi. Abbandona il luogo dove è cresciuto e il maggiordomo gli raccomanda di essere economo. Si sente perso, senza amici, con forte ambizione ma è come se sprofondasse nel nulla. Desidera un amore passioievole ma non si sa relazionare: incontra alcune ragazze le vuole piacere troppo e finisce per tacere o parlare troppo. Vuole vendicarsi sulla società diventando ricco così che tu\ conoscano il suo nome e desiderino essere accol8 nelle sue dimore fastose. Ora ha 26 anni e ancora non è stato con la donna che sogna di possedere, dunque sembra un folle illuso che ogni donna che ripone il suo sguardo su di lui lo desideri, ma sa di non essere altro che un povero e un 8mido. Eppure ha un forte senso di superiorità nel dire che le donne preferiscono uno stolto con qualche pregio piu4osto che un uomo superiore con qualche dife4o. Fa quindi una scommessa su se stesso in cui è sia giocatore che posta in gioco. I 1112 franchi dovevano bastargli per 3 anni, in cui dare alle stampe un’opera che potesse a\rare l’a4enzione pubblica su di lui e procuragli fortuna. Riduce la vita allo stre4o necessario. Beve alla fontana, si lava la biancheria, spende poco in pane e la4e e si taglia i capelli da solo: sopporta con fierezza la sua povertà. In povertà trova la bellezza nelle piccole cose, la nebbia, il fumo dei camini, i muschi ravviva8 dalla pioggia e amava quella sua prigionia perché volontaria.[] Una sera girando per le strade arriva all’hotel Saint Quen8n dove aveva soggiornato J.J. Rousseau, è malrido4o da fuori ma è sorpreso dalla pulizia che regna al suo interno. Riuscendo a concordare un buon prezzo con la padrona di 40 anni, povera e dallo guardo infelice l’indomani si trasferisce in una soffi4a dell’hotel. Vive li per circa tre anni e in quell’ambiente l’esercizio del pensiero e lo studio sono un piacere, e prova piacere nel veder sorgere il sole la ma\na.[] L’ambiente silenzioso, la carta da para8, la fodera scura che copre lo scri4oio dove scrive, il suo pianoforte diventano suoi silenziosi amici. E nel fra4empo accarezza l’idea di avere una donna un giorno che lo abbracci e gli dica “quanto hai sofferto”. Da li a poco pubblica “Teoria della volontà” opera vasta sulla fisionomia, a cui aveva dedicato tu4o il suo tempo e che fu derisa da tu\ tranne Emile. Soffre perché il suo sacrificio non è stato ripagato: goloso è rimasto sobrio, amante è rimasto dedito al lavoro, desideroso di girare il mondo è rimasto chiuso a scrivere. Tra lui, la padrona di casa e la figlia (che notano che anche lui vive in miseria) si crea un legame. Pauline, la figlia, si propone di servirlo, si introduce nella sua stanza e la madre non si oppone. Gli rammendano la biancheria e cucinano anche per lui. Pauline racconta la storia di suo padre, disperso in una ba4aglia fa4o prigioniero dai Cosacchi. Da allora la padrona (signora Gaudin) non aveva più avuto sue no8zie ed era caduta in povertà durante la Restaurazione (1814-15, periodo in cui Napoleone viene estromesso e viene riportata al trono la dinas8a borbonica, con conseguente conservatorismo e aumento dei poteri poli8ci della chiesa). Dice che soffre perché Pauline non può ricevere un’educazione come si deve e così Raphael si offre di insegnarle in compenso per i loro servigi. Pauline si rivela essere un’o\ma studentessa e in poco diventa persino più brava di lui al pianoforte. of 6 15 Dice di essere a4ra4o da Pauline ma la vede come una sorella minore, quasi come una figlia. È seducente come un quadro o una statua di marmo [] ma non può provare amore per lei. Inoltre desidera una donna meravigliosa, altolocata, circondata di omaggi, avvolta nella seta, imponente, con modi da principessa. [] Dice ironicamente che è una fortuna che la Francia non abbia una regina da 20 anni sennò si sarebbe innamorato di lei! E Pauline non era tu4o questo, ed offrendosi lei stessa a lui gli toglieva quella passione che desiderava nel ricercare un amore impossibile. Eppure ripensando a Pauline si riempie di tenerezza, ma pensa sia meglio non averla sposata o l’avrebbe condannata a una vita di miserie. Nel 1829 incontra Ras8gnac (personaggio immaginario, cioè reale nella storia fi\zia del romanzo ma non realmente esis8to nella storia), uomo di mondo che già se lo vede morto sconosciuto in un ospedale. Gli consiglia di sme4ere di vivere da dissennato e iniziare a frequentare il bel mondo, abituando la gente a pronunciare il suo nome. Lavorando non si guadagna niente. Lui invece è pigro, procras8na i suoi doveri, mente, si vanta e fa debi8 e la gente lo crede un grand’uomo. Vive e si diverte perché conosce i trucchi del mondo. Gli dice di farsi trovare li domani, presenterà il suo libro alla bella gente, milionari di Parigi che se esprimono un parere posi8vo renderanno il suo libro di moda. Lo presenterà alla contessa Fedora, donna più bella e tra le più ricche di Parigi (in cui lui vede le sue speranze incarnate). Il giorno dopo mentre si dirigono verso il luogo d’incontro Ras8gnac gli da qualche consiglio su come comportarsi e dicendo di stare a4ento a quello che dice in quanto Fedora è una donna dalla memoria crudele e sa smascherare le bugie. Al loro arrivo la donna elegante e ves8ta di bianco va loro incontro, stuzzicata dalla descrizione di Ras8gnac che ha descri4o Raphael come un uomo di talento ma modesto. Fa un giro per le sale col suo accompagnatore, i salo\ sono arreda8 con gusto squisito. Quadri di valore, tappezzeria colorata, arredamento che crea armonia. Un salo\no o go8co con il soffi4o di travi brune scolpite e finestre vetrate colorate e preziose. [] Poi Ras8gnac lo porta a vedere la sua camera da le4o che pare un le4o di fata. Dice che i più audaci l’amano ancora senza successo eppure restano suoi devo8: definisce la donna un enigma. Questa parola crea ebbrezza in Raphael. Torna al salo4o dove parla con Fedora e lei sembra intrigata dalle sue idee, stuzzica la sua curiosità citando i pensieri di Diderot, Napoleone, e la donna dimostra acume. Così lei si congeda invitandolo a tornare a trovarla. 
 La osserva e dice che ogni parte del suo corpo emana passione, dalle labbra italiane con l’inferiore leggermente più grosso, ai suoi lineamen8. L’imperce\bile peluria del suo viso che rende la sua pelle fine e dorata. [] Vede in Fedora due donne separate: una fredda e misteriosa, l’altra ricca di sen8men8 e di slancio. Esce dalla casa rapito sentendosi vivo e commosso, innamorato urla “Fedora o la morte!” (È risoluto a volerla conquistare). 
 Così cerca di conquistare il suo animo passando dalla sua mente e nel processo si innamora perdutamente. Descrive l’amore come una sorgente pura che sgorga dal suo le4o di fiori, erba, ghiaia, diventa torrente, poi fiume fino a cambiare aspe4o e natura divenendo oceano []. La sua voce sussulta in lui un delirio e spera di percepire un’emozione di contraccambio nella sua espressività: ne è stregato. Un giorno spende il suo ul8mo scudo per andare a teatro con lei, ma all’ul8mo questa per un capriccio decide di non uscire e lo prega di lasciarla sola. Arrivato a teatro la vede nel suo palco e la sua anima è adirata. of 7 15 “La volontà” chiedendole di depositarla eventualmente alla Biblioteca Reale (credo s8a già contemplando il suicidio). Non passa a salutare la signora Gaudin, e così si separa da loro. Arriva da Ras8gnac dove lo aspe4a nella sua stanza che sembra rifle4ere la via dissipata alla quale lo stava votando: una poltrona piena di cicatrici come un soldato, mobili elegan8, calzini ammucchia8 su un divano: sembra che opulenza e miseria si accoppino. [] Ras8gnac ritorna dalla bisca e ha vinto 26 mila franchi che si spar8scono, per alcuni basterebbero a vivere ma a loro serviranno per “morire”. Dal giorno dopo Raphael inizia a sperperare il denaro in piaceri vani e in un appartamento costoso che fa arredare da tappezzerie costose. Cade nel vizio e negli eccessi. E dice che non è facile cadervi: bisogna abituarcisi, allargare il proprio stomaco, tollerare il vino, e ricominciare anche quando non se ne ha voglia. Vive così per 3 anni e poi finisce i soldi ma suo malgrado gode ancora di o\ma salute, così chiede delle cambiali e si indebita ulteriormente, e inizia a temere il giorno in cui arriverà il conto da pagare che lo perseguita come un fantasma. I suoi debi8 sono come cavalle4e, sono dappertu4o: nelle pentole, sulle poltrone, nei mobili []. Così è costre4o a vendere l’isola della Loira dove è sepolta sua madre, lo fa a malincuore e percepisce un presagio nega8vo quando riscuote il denaro. Paga8 i debi8 gli rimangono 2000 franchi ma non vuole tornare alla vita modesta di prima, vuole ancora vendicarsi su Fedora che con8nua ad ossessionare la sua mente. Ha bisogno di vino, falsi amici, cor8giane: non sa più rimanere solo con sé stesso. Rimane con una moneta da 20 franchi. FINE DEL FLASHBACK: Poi si rianima inebriato dal suo stesso racconto e dal vino e brandisce la pelle e gridando che adesso vuole vivere e finalmente potrà farlo. Emile dice che dopotu4o la sua storia che riassume con “Fedora o la morte” non è così dramma8ca. Raphael con8nua a brandire la pelle e grida ai qua4ro ven8 che possiede il testamento di Salomone grazie al quale potrà essere padrone dell’universo e trasformare tu\ in suoi domes8ci. Emile lo prega di mantenere un decoro maggiore. Raphael dice che la pelle si restringe per ogni suo desiderio così la stendono su un tovagliolo e la misurano. Poi Emile lo fa stendere in modo che si addormen8 dopo una no4e ricca di parole senza idee e di idee a cui mancava l’espressione. La ma\na dopo tu\ si alzano con un aspe4o orrendo, distru\ dalla stanchezza. Le donne sono spe\nate e ingiallite, l’elegante edificio è sciupato, le bocche sono aride e bianche e portano i segni dell’ubriachezza []. La vita in mezzo al lusso si manifesta in miseria umana e tu\ sembrano sconten8 di sé stessi e dei propri comportamen8 []. Entra Emile fresco e roseo e dice che oggi non riuscirebbero a lavorare dunque chiama la giornata persa e fanno un’abbondante colazione. Un convitato, tale capitalista Cardot, che la sera prima se l’era svignata per proseguire con un’orgia nel suo le4o coniugale, arriva dicendo che deve consegnare 6 milioni a uno di loro. Chiede a Raphael se sua madre si chiamasse Barbe-Marie O’Flaharty. Raphael risulta essere erede del maggiore dei O’Flaharty deceduto nel 1828 a Calcu4a e i 6 milioni appartengono a lui. Raphael misura la pelle di zigrino con la sagoma che aveva disegnato e si accorge che si è ristre4a, prova un brivido. Vede la morte negli occhi, sa di poter avere tu4o ma improvvisamente gli sembra di non volere più niente. Sta per me4ere la pelle in tasca quando Emile lo vede e dice a tu\ che è in possesso di un potere per esaudire tu\ i desideri, così i presen8 iniziano con sfilze di desideri da 100 mila lire ad avere i debi8 paga8, se non è un ingrato regalerà una carrozza ad Aquilina, il notaio vuole che gli si curi la go4a, etc. Emile vuole 200 mila lire e quando lui dice che gli costerebbe troppo lo chiama egoista, sentendosi solo inizia a bere per dimen8care il suo potere funesto. of 10 15 L’AGONIA. Un vecchio di 70 anni è in cerca della casa del marchese De Valen8n. Arrivato al portone il domes8co dice che non riceve nessuno e lo fa parlare con Jonathas: il vecchio servitore del marchese da cui ha ereditato la fortuna. Il vecchio si presenta come il professore di Raphael, colui che ha plasmato la sua mente: il Signor Porriquet. La casa è arredata con sfarzo, un palazzo che apparteneva a un duca di Francia, dimora di silenzio perché Raphael non riceve nessuno. [] Jonathas va avan8 parlando delle stranezze dei modi di vivere di Raphael, ha un menù stabilito per tu4o l’anno, vuole la vestaglia da no4e sempre nello stesso stato, si fa fare la barba e si fa alzare sempre alla stessa ora, fa colazione sempre alle 10, i cavalli sono sempre pron8 per non farlo aspe4are se vuole uscire, tu4e le porte si aprono tramite un meccanismo se lui ne apre una, etc..: non ha niente da desiderare. Non ha niente da fare così non fa altro che leggere. Ha 1000 franchi al giorno da spendere per ogni capriccio. Acce4a di vedere il professore, troviamo Raphael intento a leggere il giornale in una poltrona, pallido, manifesta malinconia a4raverso il suo corpo sofferente, ha i capelli biondi e radi, il suo sguardo avaro emana rimorso e disperazione. Vive come un automa e il professore ha un brivido vedendo il suo stato cadaverico []. Dopo essersi saluta8 Raphael sta per desiderare che se ne vada ma fissa la pelle di zigrino appesa al muro a cui ha contornato di rosso i bordi: dalla serata di orge ed ebrezza vive senza desiderio per paura di vederla restringere. Ha bandito le parole “spero/desidero/voglio” anche per i suoi domes8ci così da soffocare ogni suo capriccio. Il professore spiega che è stato allontanato dalla ca4edra con accuse di Carlismo (fautori di Carlo X) e ora si trova senza lavoro e senza soldi. Prega dunque il suo vecchio studente di parlare al nuovo ministro per farlo reintegrare. Raphael dice che non può fare niente e gli augura di riuscire… ma al pronunciare queste parole la pelle si restringe e lui urla di terrore. Diventa collerico ed insulta sia il professore che Jonathas accusandoli di avergli so4ra4o 10 anni di vita (che ora gli è più preziosa che mai) e congedandoli. La sera va al theatre des italiens dove vede un vecchio magro, piccolo, elegante, che sembra più vitale di Raphael nonostante l’età. Dopo poco lo riconosce: il vecchio mercante di ogge\ rari, l’uomo a cui deve la sua sventura. Con lui riconosce la detestabile Euphrasie che gli rivolge parole d’amore. Il vecchio dice a Raphael che ora capisce il vero significato della vita: in un’ora d’amore c’è tu4a una vita (il desiderio che aveva espresso nei suoi confron8 come piccola vende4a per essersi sen8to preso in giro si è avverato). Raphael scorge Fedora dall’altro capo della sala. Si cive4a sentendosi superiore a tu\ gli uomini e più bella di tu4e le donne presen8. Ma quando incontra lo sguardo di Raphael impallidisce, davan8 a lui il suo fascino era ormai niente. Si sente sminuita quando tu\ gli sguardi si volgono verso la donna che si siede accanto a lui durante il secondo a4o, una donna cento volte più bella di tu4e le altre presen8. Scruta anche Emile, Taillefer accompagnato da Aquilina, e Ras8gnac. Risoluto nel non voler più desiderare alcuna donna non si gira verso la sua vicina, finché un conta4o indesiderato fa incrociare i loro sguardi e si riconoscono: è Pauline. Sorpresa di vederlo gli dice di raggiungerla domani all’hotel saint Quen8n a riprendere le sue carte, poi se ne va. Ora Raphael trova Fedora bru4a al confronto di Pauline. of 11 15 Tornato a casa desidera che Pauline lo ami ma la pelle non si restringe (impossibile esaudire qualcosa di già vero, pensa). Il giorno dopo si reca a piedi alla sua vecchia abitazione. Arriva e una vecchia dice che la signora Gaudin è diventato baronessa grazie al ritorno del marito arricchito. Ciononostante è rimasta una donna modesta e non superba. Arriva nella stanza di Pauline dove le dice che è stato infelice senza di lei e nel vederla si commuove di gioia, dichiarandole il suo amore. Lei scoppia di gioia, lo ha sempre amato. È sorpreso che non sia diventata vanitosa con la ricchezza. Pauline gli svela che lei aveva messo la moneta nel casse4o che aveva trovato, che lavorava fino alle 2 del ma\no dipingendo parafuoco per potersi perme4ere di lavargli la biancheria e dargli il la4e dato che ne beveva più del doppio di quello che gli spe4ava. Raphael è commosso e non si sa esprimere. Decidono di sposarsi in 15 giorni e Pauline è entusiasta ma dice che dovrà prendersi cura del padre che è tornato malato dalle Indie [> prospe\va postcoloniale dickensiana] Vanno insieme a vedere il palazzo di Valen8n che lei trova maestoso, poi lui la accompagna da suo padre. Quando rimane solo gli si spezza il cuore nel vedere che la pelle di zigrino si è effe\vamente ristre4a. Reagisce correndo fuori e bu4ando la pelle in un pozzo, “vada come vada”. Così stanno insieme e trovano la felicità nella compagnia l’uno dell’altra. Il matrimonio viene annunciato per i primi di marzo. Poi un giorno in cui chiacchierano, ridono, giocano infan8lmente con un ga4o arriva il giardiniere che dice di aver pescato dal pozzo una creatura strana, che non si è bagnata né sgualcita. Raphael si sente male e bruscamente dice a Pauline di lasciarlo, così se ne va. Dopo un secolo di Lumi non trova spiegazione a questa stregoneria. Decide di rivolgersi a uno scienziato: il signor Lavrille, massimo della zoologia. Da lui gli espone tu4e le razze di anatre che possiede. Raphael gli porge la pelle di zigrino e lui la riconosce dicendo che è una pelle d’asino ben tenuta. Ma non un asino qualsiasi, un onagro persiano ritenuto fantas8co, dal manto più bello dei loro cavalli migliori. Dotato di rapidità e coraggio salta sulle montagne come un capriolo. Lo scienziato naturalista lo tranquillizza dicendo che è normale che la pelle si sia ristre4a a causa di un deperimento naturale, ma se vuole provare a distenderla gli dice di andare dal professore di meccanica Planche4e, e così va. Planche4e è un uomo alto e asciu4o, vive con modes8a felice delle sue scoperte e disinteressato alla gloria e alla fama. Gli chiede in modo complesso cosa voglia fare della pelle, Raphael la vuole distendere. Organizza un marchingegno con creta, acqua, bastoni di sambuco, falche\, il tu4o per svolgere un elogio a Blaise Pascal (Raphael prome4e di erigergli una statua se riuscisse a distendere la pelle). Si danno appuntamento per l’indomani dandosi appuntamento da un tale Spieghalter che ha finito di proge4are una macchina so4o sua commissione che tornerà loro u8le. Arrivano all’edificio accordato, c’è un forte odore di ferro e una quan8tà di marchingegni da pistoni a chiodi, vi8, leve, legname… Appoggiano la pelle su un grosso torchio e iniziano ad operarlo, un grosso sibilo echeggia e la ghisa del torchio idraulico si spezza, lo zigrino è rimasto inta4o e uguale a prima. Provano a picchiarla con un martello sull’incudine senza riuscire ad inciderla. La me4ono nel fuoco per 10 minu8 ed esce fredda e inta4a. Pensano che abbia qualcosa di diabolico. Provano a farla tra4are dal chimico Japhet poco distante. Tentano con acido fluoridrico, con minerali, niente. Vuole tagliarne un pezzo per esaminarlo e spezza un rasoio nel tenta8vo. of 12 15
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