Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto "La rivoluzione e la letteratura" di Strada, Sintesi del corso di Letteratura Russa

Riassunto chiaro e essenziale del saggio di Vittorio Strada per esame di Letteratura Russa 2 con Niero

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 20/01/2021

matilde-vannella
matilde-vannella 🇮🇹

4.5

(29)

12 documenti

1 / 3

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto "La rivoluzione e la letteratura" di Strada e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! La rivoluzione e la letteratura Vittorio Strada La rivoluzione del 17 ha avuto una grandissima influenza sulla cultura russa. Sia la certezza che la Russia fosse finita, sia la certezza che in Russia nascesse una nuova umanità fanno parte del modo in cui la cultura russa visse la rivoluzione. Studiando la letteratura russa dei primi anni postrivoluzionari, notiamo subito un fenomeno importante: la Russia del periodo pietroburghese, dell’intelligencija e dei grandi autori classici da Puskin ai simbolisti scompare; sulla scena irrompe infatti una nuova Russia popolare e sottoproletaria, rimescolata potentemente alla rivoluzione. La fase “sovietica” può essere vista come una costante contraddizione e tensione tra due forze motrici: quella del gruppo politico, che aveva ottenuto il potere e che tale potere ha detenuto sempre in modo autoritario; e quella delle masse, che dal crollo del vecchio regime e dallo slancio della rivoluzione erano state spinte in una nuova attività e in una nuova speranza. Questa duplicità è molto importante per capire la drammatica dialettica della letteratura sovietica e della storia dell’Urss. La letteratura russa del periodo sovietico è dominata dal bisogno di capire la rivoluzione nel suo momento iniziale, esplosivo e eversivo (I Dodici di Blok), poi la rivoluzione in tutti i suoi sviluppi costruttivi e affermativi, cioè l'edificazione del socialismo nelle sue varie fasi. Nei primi anni postrivoluzionari si affermano vari schemi di lettura della rivoluzione. Innanzitutto, l’ideologia ufficiale vede la rivoluzione come l’inizio di una nuova era universale, mentre per altri è un processo malefico e distruttivo, il primo passo verso la distruzione della cultura. Tuttavia, non si possono classificare gli scrittori russi secondo il criterio dell’accettazione o del rifiuto della rivoluzione, bisogna fare un discorso più complesso. Gorkij si esprime contro la presa di potere da parte dei bolscevichi in Pensieri intempestivi: secondo lui avrebbe portato alla rovina della classe operaia. Un dualismo fondamentale è individuato da Gorkij nella cultura mondiale e, in modo riflesso, nella cultura russa: si tratta del dualismo tra Oriente e Occidente. L’Oriente è, per Gorkij, più arretrato, mistico; mentre il mondo occidentale è un mondo razionale che ha saputo trovare la via della liberazione attraverso l’attività del lavoro. Nella storia russa Gorkij individua un “disprezzo puramente orientale” verso la ragione. La conclusione è che le forze della nuova generazione devono lottare contro gli “strati asiatici” della loro psiche, favorendo lo sviluppo di una democrazia collettivistica come condizione dello sviluppo dell’individuo. Gorkij completa la sua filosofia della storia russa in Sul contadino: per Gorkij i contadini russi sono esseri primitivi e crudeli, del tutto privi di quello spirito religioso che la mitologia populista ad essi attribuiva. Egli attribuisce le crudeltà della rivoluzione all'arretratezza del contadino russo. Il lato più tenebroso del contadino russo lo vedeva nell’odio e nel disprezzo per l’intellettuale. (Opposizione tra intelligencja e popolo è fondamentale in tutta la letteratura russa moderna e avrà ampio corso nella letteratura postrivoluzionaria) Il mondo contadino si identifica quindi con il mondo orientale. Gorki respinge la rivoluzione perché la considera lo scatenamento dell’elemento anarchico, orientale: è quindi destinata al fallimento. Anche Blok sviluppa una sua originale filosofia della storia. Secondo il poeta, il ritmo della storia umana è scandito da due momenti: 1) la cultura, ovvero slancio vitale, momento creativo 2) civilizzazione: momento meccanico, statico necessario però allo sviluppo di nuove culture In luce di ciò, Blok accetta la tempesta rivoluzionaria e invita l'intelligencija ad ascoltare la musica della rivoluzione. Egli infatti scrive I Dodici, prima grande interpretazione poetica della rivoluzione. Tuttavia, Blok giunge presto alla disillusione e alla disperazione, in quanto si accorge che la civilizzazione è stata distrutta, ma una nuova cultura non è stata creata. Successivamente il pensiero di Blok si identifica con la corrente dello scitismo (infatti scrive poesia Gli Sciti): essi sostengono non una rivoluzione economica e politica ma bensì spirituale, che unisce l’intelligencja al popolo. Importante all’epoca è anche il movimento filosofico euroasiatico per capire le tendenze generali nell’interpretazione della rivoluzione. Gli eurasisti ritengono che la Russia si distingua per la compresenza di due entità geografiche e culturali: Europa e Asia. Per questo la rivoluzione è per loro un evento di grande importanza. Essi inoltre sono persuasi che il bolscevismo sia solo uno strumento e un momento della storia russa che avrà una fine. Troviamo anche questo pensiero nello smenovechostvo, secondo il quale l’intelligencja doeve accettare di collaborare con il bolscevismo per il risanamento economico e culturale del paese. Per la letteratura russa, il problema non è solo quello di comprendere la rivoluzione, ma anche quello di difendere se stessa nella nuova epoca di censura. Un grido d’allarme non indifferente è dato da Zamjatin nell’articolo Ho paura, in cui afferma che è impossibile creare una letteratura autentica se l’unico scopo è quello di educare il popolo. Anche Belyj denuncia i pericoli di una letteratura priva di individualità. Per quanto riguarda i nuovi movimenti artistici postrivoluzionari, dobbiamo citare il Prolektul’t, che originariamente rivendica l’indipendenza della cultura proletaria dal partito e dallo stato. Esso vanta una partecipazione di massa ragguardevole (400.000 membri). Il compito degli organizzatori della cultura proletaria è di dare vigore alla classe operaia, dandole organizzazione culturale. All’arte e alla letteratura viene riconosciuta quindi una forza organizzante, cioè la funzione di unire e strutturare le energie di una determinata classe. Il compito dell’arte è quello di formare una psicologia “collettivistica”, opposta a quella “individualistica” di tipo borghese. Centrale è infatti l’idea dell’organizzazione collettivistica della società, a partire dalla cellula primaria della società, ossia dal lavoro. Il Prolektul è il movimento che meglio esprime lo spirito dell’epoca rivoluzionaria, estendendosi
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved