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Riassunto La semiotica narrativa di Greimas, Sintesi del corso di Semiotica

Riassunti per l'esame di Semiotica del professor Cervelli, 2° anno di Scienze della comunicazione, La Sapienza.

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 26/04/2015

adriana.saverino
adriana.saverino 🇮🇹

4.3

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Scarica Riassunto La semiotica narrativa di Greimas e più Sintesi del corso in PDF di Semiotica solo su Docsity! La semiotica narrativa di A.J. Greimas La semiotica narrativa è studio semiotico del racconto, o più in generale della narratività come si realizza nei testi, come parte della corrente di studi semiotici detta Semiotica generativa. L'evoluzione della semiotica strutturalista (ma anche della semiotica in generale): • da semiotica del codice • a semiotica del testo. Perché la semiotica del codice non può fornire un utile strumento per approfondire la nostra comprensione di testi perché un codice non è una ricetta da applicare a un testo per trovare il suo significato (per individuare il codice pertinente abbiamo bisogno di comprendere il testo almeno in un certo grado); perché non tutto il senso di un testo è retto da codici. Servono invece metodi, strategie di analisi, che consentono dato un testo (che già comunque comunica un senso) di esplicitare questo senso e rendersi conto di come mai il testo può comunicarlo. Partire dal testo anziché dal codice è la mossa di base di ogni forma di semiotica del testo. La semiotica del testo non è perciò limitata allo studio dei testi verbali. Come si può affrontare l'analisi semiotica di testi? Secondo la prospettiva del codice, si dovrebbe: individuare il codice usato dall’emittente, decodificare i segni. Ma abbiamo già visto come questo non sia fruttuoso. Secondo la prospettiva del testo invece si deve: considerare un testo (come) dotato di senso, esplicitare il sistema che permette al testo di significare. Alla semiotica del testo è giunta per altra via anche la semiotica ispirata a Peirce dando luogo all'indirizzo di studi detto semiotica “interpretativa”, caratterizzato soprattutto da attenzione per le procedure interpretative che il testo richiede al lettore di eseguire. La semiotica “generativa” di Greimas può invece essere definita come un tentativo di spiegare perché un testo ha il senso che ha. A questo scopo la semiotica generativa propone un insieme di strumenti concettuali che hanno impiego diretto nell'analisi di testi (esplicitazione del loro senso, motivazione dell'assegnazione di senso). Il percorso generativo: E' un insieme di tappe della generazione del senso (generazione non in senso psicologico o storico, ma nel senso della priorità logica o della maggior indipendenza e generalità nei confronti del piano dell'espressione) seguendo le quali si può esplicitare e motivare il senso di un testo non globalmente (cosa che sarebbe impossibile, obbligandoci a replicare il testo così com'è!) ma per livelli e con ciò secondo aspetti diversi. Il percorso generativo comprende: 1. grammatica fondamentale (sistema di opposizioni che governa il senso del testo / operazioni che permettono di passare da un termine all’altro di tale sistema); 2. grammatica narrativa “di superficie” (enunciati narrativi, attanti, modalità, ruoli attanziali); 3. strutture discorsive (ruoli tematici, attori, spazializzazione e temporalizzazione..); 4. manifestazione testuale (possono intervenire diverse sostanze dell’espressione). Le opposizioni che governano il senso del testo sono specificate in azioni narrate e queste (precisate anzitutto a livello sintattico) sono rivestite da investimenti semantici; il tutto può poi essere manifestato diventando il piano del contenuto di un piano dell'espressione che può dipendere da una o più sostanze dell'espressione eventualmente disponibili. Terminologia E' necessario a questo punto un cenno alla terminologia usata. Se per il piano dell’espressione si può parlare di: • femi tratti distintivi (lettere pregne o meno di significato: figure o variabili) • fonemi combinazioni di tratti distintivi (parole) • catena fonica realizzata (rapporto sintagmatico o associativo) per il piano del contenuto si identificano i seguenti tre tipi di unità: • semi tratti distintivi del contenuto (caratteristiche del semema) • lessemi unità di contenuto che comprendono più effetti di senso possibili e che danno luogo (negli enunciati) a uno o più sememi (vengono determinati a seconda del contesto di riferimento) • sememi unità minime di manifestazione semantica (effetti di senso). Parole che significano in quanto tali. ESEMPIO: Testa (lessema, parola che ha senso in quanto tale), Testa del corteo (Semema, cambia significato a seconda del contesto), Sferoidicità ed estremità (Semi, caratteri del lessema). E' da tener presente che sia i lessemi che i sememi comprendono più semi; i lessemi sono strutture più ampie, ma virtuali, che rendono possibile la manifestazione di più fra: intreccio (sequenza di unità narrative nell’ordine in cui si presentano nella manifestazione testuale) e fabula (sequenza di unità narrative che rispetta i nessi temporali e causali). E' la fabula e non l'intreccio che viene studiata dalla grammatica narrativa. Si distinguono nella fabula gli enunciati narrativi, la cui forma generale può essere rappresentata come F (A) (funzione di un attante). NB. Greimas riprende il termine attante del linguista Tesnière che usava questo termine per l'analisi sintattica di enunciati linguistici: "Mario corre" è un enunciato a un attante, "Mario picchia Gianni" è un enunciato a due attanti e "Mario da a Gianni una mela" è un enunciato a tre attanti. Gli enunciati narrativi formano una serie orientata, ricostruibile a ritroso per implicazione. Ciò significa che in ogni fabula ogni enunciato narrativo è un passo necessario per raggiungere lo stato di cose cui si applicherà l'enunciato narrativo successivo; ma anche che dato un enunciato narrativo, possiamo risalire agli enunciati narrativi ad esso precedenti e da esso presupposti. Per questo motivo una storia si capisce veramente soltanto alla fine. In un racconto gli enunciati descrittivi possono essere trasformativi o di fare quando descrivono un evento o azione che fa avanzare la vicenda trasformando uno stato di cose in un altro: "Il drago rapisce la principessa" "Il cavaliere uccide il drago" "La fata dona al cavaliere una spada" "Il cavaliere riporta la principessa al re"; Di stato o di essere quando descrivono uno stato di cose (se attribuiscono a un agente una proprietà o un oggetto possono essere detti attributivi): "La principessa è prigioniera del drago" "Il drago è feroce" "Il cavaliere possiede una spada"; Dagli enunciati descrittivi si distinguono gli enunciati modali nei quali vi è un predicato modale e cioè un predicato che si applica a un altro predicato: "Il cavaliere deve liberare la principessa" "Il cavaliere può vincere il drago" "Il re vuole che il cavaliere liberi la principessa" "Il re fa uccidere il drago dal cavaliere"; Per Greimas sono predicati modali dovere, volere, potere, sapere e anche fare e essere. Questi enunciati possono essere considerati come enunciati attributivi in quanto attribuiscono all'agente un oggetto modale. Vi sono due modi principali per rappresentare la struttura di enunciati narrativi _ si può distinguere fra: • enunciati a due attanti "Il cavaliere possiede una spada" "Il cavaliere uccide il drago" • enunciati a tre attanti "Il contadino dice al cavaliere dov'è il drago" "Il cavaliere libera la principessa dal drago" e rappresentare ciascun tipo di enunciato con una simbologia ad hoc (usando i simboli S, Soggetto, O, Oggetto per gli enunciati a due attanti e quelli De, Destinante, O, Oggetto e Do, Destinatario per gli enunciati a tre attanti). Questo tipo di rappresentazione è frequente in Greimas, Del Senso. Oppure: _ si può rappresentare ambedue questi tipi di enunciati in termini di congiunzioni e disgiunzioni Soggetto-Oggetto In questo caso gli enunciati a tre attanti sono rappresentati come la trasformazione da parte di un Soggetto S1 di uno stato in cui S1 è congiunto/disgiunto da O mentre S2 è disgiunto/congiunto con O, in uno stato in cui uno o ambedue questi stati di giunzione cambiano. Ad esempio nel caso di "Il cavaliere libera la principessa dal drago" inizialmente S1 è disgiunto da O, che è congiunto con S2, mentre l'azione di S1 trasforma questo stato in un altro in cui S1 è congiunto con O mentre S2 ne è disgiunto. Nel caso di "Il contadino dice al cavaliere dov'è il drago" l'oggetto è un sapere e se inizialmente S1 è congiunto con O mentre S2 ne è disgiunto, successivamente sia S1 che S2 sono congiunti con O. Questo tipo di rappresentazione è frequente in Greimas, Del Senso 2. Bisogna tenere presente che questi simboli non servono al calcolo logico ma sono semplici abbreviazioni o schematizzazioni che rendono la struttura di un enunciato narrativo generalizzabile a enunciati che hanno contenuti e contesti diversi. I sintagmi narrativi: L'estensione al racconto nel suo insieme o comunque a sintagmi narrativi (sequenze di enunciati narrativi) dell'analisi degli enunciati narrativi sopra delineata è mediata dal riferimento implicito a Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, 1928 Propp chiama funzione l'operato di un personaggio considerato per il suo significato nello svolgimento della vicenda Es. allontanamento, divieto, infrazione, danneggiamento, partenza, lotta, vittoria, compito difficile, adempimento, identificazione, smascheramento, punizione, nozze Per Propp non tutte le funzioni proprie della fiaba di magia devono essere realizzate in ogni fiaba, ma quelle che sono presenti in una fiaba data devono seguire un ordine fisso. Inoltre Propp identifica sette ruoli o sfere d'azione per il personaggi della fiaba di magia: Antagonista, donatore, aiutante, re/principessa, mandante, eroe, falso eroe. Funzioni e ruoli proppiani sono via via resi da Greimas più astratti e generali in vista dell'estensione dell'analisi dalla fiaba di magia a altri testi narrativi (mito, racconto letterario) e dai testi narrativi alla narratività in qualunque genere di testo. In una prima fase Greimas distingue due tipi principali di sintagmi narrativi: • il contratto in cui il destinante trasmette un oggetto modale (dovere, volere) a un destinatario che con ciò diventerà soggetto di un programma narrativo; • la prova in cui il soggetto si confronta con l'opponente o antisoggetto per la realizzazione del programma narrativo (congiunzione con l'oggetto). Si distinguono tre tipi di prove: • prova qualificante • prova decisiva • prova glorificante Nella prova qualificante il soggetto acquisisce/non acquisisce il sapere e potere necessari ad affrontare la prova successiva. Nella prova decisiva ha luogo un confronto o lotta fra il soggetto e l'antisoggetto, uno dei due prevale e ne consegue l'attribuzione dell'oggetto di valore. Nella prova glorificante il soggetto si confronta con l'antisoggetto, viene riconosciuto come tale e premiato (mentre l'antisoggetto sarà punito). In una seconda fase Greimas distingue quattro strutture modali • fare-fare (far fare) • essere-fare (essere del fare) • fare-essere (far essere) • essere-essere (essere dell’essere) cui corrispondono quattro momenti della struttura di un racconto: •..1 manipolazione •..2 competenza •..3 performanza •..4 sanzione Poiché competenza e performanza insieme costituiscono l'atto o azione, Greimas identifica la seguente struttura a tre fasi chiamandola schema narrativo: Manipolazione - Azione - Sanzione Nella Manipolazione il Destinante predispone il Soggetto a un programma narrativo. personaggi diversi, ambientazione diversa, eccetera. Immaginiamo una versione urbana di Cappuccetto Rosso con la città al posto del bosco, le medicine al posto delle fragole, un automobilista come lupo e un vigile al posto del cacciatore. La differenza fra grammatica narrativa e semiotica discorsiva corrisponde a una differenza fra attanti e attori. Gli attanti sono entità narrative di carattere sintattico. Gli attori sono entità discorsive in cui è importante l'aspetto semantico. La corrispondenza fra attanti e attori non è uno a uno: • un attante può essere manifestato da più di un attore • un attore può manifestare più di un attante e ciò può avvenire sia in sequenza (ad es. un certo personaggio all'inizio del racconto manifesta il Destinante, mentre poi manifesterà l'Antisoggetto) sia simultaneamente (ad es. un certo personaggio può manifestare tanto il Soggetto che l'Antisoggetto poiché il racconto mette in scena una lotta interiore). Per spiegare il passaggio da attanti ad attori bisogna considerare: • la costituzione, a partire dagli attanti, di ruoli attanziali • la costituzione, a partire da figure, di ruoli tematici I ruoli attanziali: Il ruolo attanziale è l'attante in quanto investito di una certa competenza modale in una certa fase del racconto. Soggetto virtuale, attualizzato (secondo il potere, secondo il sapere), realizzato; destinante manipolatore, destinante giudice; aiutante, opponente possono essere considerati ruoli attanziali. Anche l'intervento della veridizione crea ruoli attanziali (antisoggetto mascherato, soggetto in incognito). La figuratività: Nella terminologia risalente a Hjelmslev la figura è l’unità più piccola di un piano della semiotica (espressione oppure contenuto) considerato separatamente dall'altro. Abbiamo così: Fonemi _ figure dell’espressione Semi nucleari/contestuali _ figure del contenuto Il lessema come organizzazione semica virtuale (insieme di possibili sememi) costituisce una figura lessematica (che si manifesta nel contesto di un enunciato). Al lessema inteso come figura si associano configurazioni discorsive, che si articolano in sequenze di enunciati, dando luogo a motivi e temi. Ad esempio, intorno al lessema "sole" si crea una configurazione discorsiva in quanto possiamo parlare di raggi, di luce, di calore, oppure di pianeti, eccetera. I motivi sono sequenze mobili, che possono sostituirsi l'una all'altra nella stessa funzione narrativa oppure assumere funzioni diverse, e che possono migrare da un racconto all'altro o anche presentarsi come racconti indipendenti. I temi consistono nella disseminazione lungo i programmi e i percorsi narrativi dei valori semantici posti in relazione con gli attanti. I ruoli tematici: Il ruolo tematico è la realizzazione all'interno di un discorso di un percorso figurativo reso possibile da una configurazione discorsiva (come il semema è la realizzazione all'interno di un enunciato di un percorso di senso reso possibile dal lessema). In particolare, ne è una realizzazione che consiste in una figura nominale che trova un'equivalente in un nome d'agente. Così può essere non soltanto un tema ma anche un ruolo. Un lessema come "pescatore" designa qualcuno che • possiede una competenza a un certo tipo di azioni, che potrebbe venir esplicitata dando lungo a un'ampia sequenza discorsiva (tipicamente, solo alcune di queste possibilità verranno realizzate nel testo); • può occupare diverse posizioni attanziali sia linguistiche che narrative. Così il ruolo tematico riduce • la configurazione discorsiva a un solo percorso figurativo realizzato o realizzabile nel discorso • un percorso figurativo a un agente competente. La presa in carico dei ruoli tematici da parte dei ruoli attanziali produce gli attori e costituisce la mediazione fra le strutture narrative e quelle discorsive. Principi euristici per l'analisi della narratività: I seguenti principi euristici che si possono ricavare dagli strumenti concettuali forniti da Greimas e dallo spirito del suo lavoro andranno tenuti presenti come linee guida nella discussione degli esempi. 1. per segmentare un testo: tieni conto della presenza di sintagmi di sanzione (ciascuno dei quali chiude un'occorrenza dello schema narrativo); 2. per identificare gli attanti manifestati dagli attori: tieni conto delle attribuzioni di competenza modale (che danno indizi per risalire dall'attore al ruolo attanziale e quindi all'attante narrativo); 3. dove c'è un soggetto, cerca un destinante; 4. dove c'è performanza, cerca un antisoggetto; Per quanto riguarda questi ultimi due suggerimenti si può sostenere che è caratteristico della semiotica narrativa greimasiana concepire il "soggetto" come un agente in relazione con e dipendente da un agente di ordine diverso, appunto il suo "destinante", fonte del programma narrativo del soggetto e dei valori in gioco nel racconto. E' inoltre un'idea caratteristica della semiotica narrativa greimasiana che la performanza, cioè l'esecuzione del programma narrativo da parte del soggetto, sia essenzialmente polemica, non si svolga cioè in isolamento unilaterale ma sia sempre oltre che "per" un obiettivo anche "contro" l'obiettivo contrastante di qualcun altro.
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