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Riassunto la storia elsa morante, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Riassunto dettagliato la storia elsa morante esame di letteratura italiana

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021
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Caricato il 13/11/2022

giovanna-cantiello
giovanna-cantiello 🇮🇹

4.1

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Scarica Riassunto la storia elsa morante e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! 1 CAPTTOLO Un giorno di Gennaio del 1941 Gunther Viene introdotta la figura di un soldato che stava facendo una passeggiata Andatura marziale= andafura militare Posizione provocatoria del berretto Soldato straniero, solo e terribilmentetriste Il soldato non sa dove è destinato ad andare, è qui in Italia per passaggio È un giovane, non è ancora strutturato né preparato. Vorrebbe compiere azioni eroiche per il suo Furer, ma allo stesso tempo non è molto sicuro di sè. SA CHE DEVE CONBATERE È un ragazzo ignorante. Il problea è che lui non ha passione conoscitiva, non ha voglia di scoprire il mondo, dato che la sua vita è appesa a un filo. Si sente da solo, vorrebbe avere al suo fianco una donna, col la quale poter parlare e poter rifugiarsi quando sta male DONNA=FORMA DiRIFUGio E PROTEEIONE Vicinanza di un altro essere umano. Questo soldato si aggira a vuoto per la città, poi trova un'osteria,entra e beve a più non posso. Esce dall'osteria ed era ubriaco Gli vengono in mente i ricordi di casa sua NOSTALGIA E MANCAN2A “Fra l'odore freddo e paludoso della campagna e quello tiepido del cavolo cappuccio che sua madre ribolliva in cucina” Grazie al vino, prende bene questa malinconia e inizia ad illudersi pensando che possa arrivare un aereo a prenderlo e a portarlo a casa sua Si ferma davanti a un portone, con lintenzione di addormentarsi sopra un gradino Si era scordato di avere la Lo faceva da piccolo durante il Carnevale divisa militare dell'esercito Era rifornato bambino, un tempo sospeso tra la sua infanzia e la sua maturitá Si era promesso che qualunque essere femminile l'avesse guardato negli occhi, lui l'avrebbe abbracciato, buttandosi ai suoi piedi e gridando “Meine Mutter” (madre mial Arrivò una signora che stava entrando nel portone di casa sua con delle buste fornando a casa La donna lo guardò con occhio disumano, come con l'apparizione dell'orrore. In quel momento si incrociano due vite distintissime.La storia di Gunther, un soldato, pronto a combattere, che si trova a Roma, in Italia:si sente solo e nostalgico. [nostalqia materna] Coordinate di spazio e tempo Dall'altra parte una donna Ci fa capire che non è una donna importante e nobile, ma nemmeno una poveretta.E una donna che comunque ha cura di se stessa e della sua immagine. VESGKIZIUNE VELLA VIIA VELLA VUNNA Aveva 27 anni, e faceva la maestra d'elementare. Si chiama lda Ramundo, vedova Mancuso. Il suo prima nome in realtà doveva essere Aida, ma per un errore del'impiegato, era stata iscritta all'anagrafe come lda Corpo denutrito, informa nella strutura. Aveva la fede nuziale nella mano sinistra Indossava un cappotto marrone da vecchia,con un collettino di pelliccia. Ricci crespi e neri Portava anche un cappello, provvisto di un velo di antica vedovanza. Ida nel fondo era rimasta una bambina, aveva paura del mondo. Gli unici a non farle paura erano suo padre, suo marito e i suoi scolaretti. Tutto il resto del mondo per lei era un'insicurezza Ida è una giovane donna nata a Cosenza, in Calabria, da due genitori, chiamati Nora e Giuseppe.La madre era ebrea,ma questo era una grande segreto. [messo in evidenza da subito, con se fosse un dato importante] lda era nata nel 1903. La madre decide appunto di non dire a nessuno che fosse ebrea, lo tiene segreto a tutto, ancora prima che i nazisti arrivassero in Italia. Lo dice solo alla figlia, chiedendole di mantenere ilsegreto. [Viene descritta brevemente Nora].Era una grande lavoratrice;innamorata di suo marito. Aveva dei momenti di euforia e folia, ma poi tornava se stessa. Ci viene detHo questo per dare una pennellata di eccentricità, di lieve squilibro a questa madre. Giuseppe invece, ci viene descritto come un uomo dalle idee liberali, quasi anarchiche. Un uomo ossessionato dalla libertà e dalla giustizia.Datisce l'ingiustizia e affoga i suoi problemi nell'alcool È un alcolista. lda vive a Cosenza, e ha un'infanzia abbastanza serena, anche se leggermente disturbata dalle eccedenze dei suoi genitori lil padre quando beve un po' troppo e la madre durante quei momenti di follial) Ci viene raccontato che durante un'estate lda combatte contro un male innominato. Dalle parole ufilizzate possiamo capire che l'autrice si riferisce ad una crisi epilettica[bocca tremava, respiro faticoso, scossa elettrica al corpo] Poi la bambina si riprende e questo episodio non accadrà mai più. Il padre è un maestro di scuola e tra lui e lda c'è un bellissimo rapporto padre-figlia. In seguito scoppia la prima guerra mondiale (1915).Nora mantiene uno stile di vita tranquillo e riesce a nutrire la sua famiglia senza problemi. Ida prende il diploma magistrale e diventa maestra anche lei. Poi si fidanza con un ragazzo ragazzo, chiamato Alfio Mancuso,che fa il mercante.Alfio viene felicemente accolto dalla famiglia di lda e i due si sposano. Solo dopo 4 anni di matrimonio, Ida resta incinta e nasce un bambino che si chiama Nino(ninuzzo) -Viaggio di nozze I genitori rimangono a Cosenza. Ida, suo marito e il figlio si trasferiscono da Cosenza a Roma e continuano li la loro vita. 2 CAPTTOLO Nella prima pagina vi è l'anno (1941) Vi sono alcune pagine dove si spiega cosa succedeva in quel periodo.Tutto cio che riguarda la macrostoria. Elsa Morante divide l'anno mese per mese, scrivendo cosa succede in ogni diversa parte del mondo ci fa. Ida non venne mai a conoscenza del nome di Gunther. Nè scopri mai ciò che gli accadde Lui si era presentato, ma lda non capi le parole tedesche, e in più era sopraffatta dall'ansia. Ida cerca di dimenticarsi di quello che è successo, ma non c'è la fa Quelloche ci accade lascia sempre un segno, bello o brutto. Oltretutto,è anche rimasta incinta, quindi la rimozione di quell'evento diventa totalmente impossibile. Le rimane la paura di rincontrarlo, magari al'entrata del suo portone, come la prima volta. Le tracce di quello che è accaduto le restano. Alcune volte quando guarda il suo corpo lo sente estraneo, e inizia a piangere. non ama piu ie soo carpo corpo sbageiato Ida è una donna malinconica, triste.Una figura che non ha alcuna pienezza.Una figura di donna contraddetta in tufte le sue possibilità Però metterà al mondo la creafura più bella del mondo. Non pensa minimamente ad abortire. Quasi non loconosce.Accetta la propria gravidanza. Ancora una volta lei cerca di cacciare i brutti ricordi di quell'esperienza; cerca di far finta di niente. Ida tiene nascosta la propria gravidanza al figlio Nino. DESCRIZIONE DI NINO Ragazzo pieno di vita, irresponsabile, ma non anafettivo. Non conosce un limite tra i comportamenti giusti e quelli sbagliati. Si lascia suggestionare di discorsi del duce. Ragazzo pieno di vitalità. È un po' sereanzato, non ha molto rispetto per la madre. Non gli importa che la tenga sveglia, le chiede sempre noldi E poco istruito, non gli inferessa del sapere, però ha le sue convinzioni e le sue idee. NINO CANA LE CAN RONi FASCiSTE iN Scherzositá e irresponsabilità= pericolo HODO PRONOCAIORiO Ida è stanca, e non riesce più a L-si aggicano le truppe Fasciste badare a Nino. Lampadine oscurate= paura dei bombardamenti. sensodi appartenensa Nel mentre si avvicina il momento del parto. Inizia a cercare un'ostetrica. Andò nel ghetto di Roma (tipico degli ebrei) È un ragazzo di strada e appartiene alla classe popolare. IL MOMENTO DEL PARTO Il bambino esce con tranquillità, senza troppo dolore. L'autrice dice come se non volesse far troppo male alle madre. La pancia di lda era piccola, facile da nascondere. Pianse pochissimo Cercò subito le mammelle di sua madre. “Un mascolillo"=un masdietto È collaborativo e amoroso fin da piccolo I capelli del neonato erano neri.lda riconobbe subito il colore azzurro del figlio degli occhi di Gunther→tratko genefico I suoi occhi sono incantati dalla vita, dal'avventure che sta cominciando per lui. occhi dee paradiso occhi grandi Lo battezzano con il nome di Giuseppe felice Angiolino.Ida viene dimessa e torna a casa con suo figlio.È intimorita perché si avvicina il ritorno di Nino. Ida lascia il bambino solo in camera sua per andare a fare la spesa. Nel mentre forna Nino a casa e vede suo fratellastro. Nino si è riempito di alleqria, senza fare troppo domande Nino è felice, lo ha acceftato. Questo bambino ha la capacità di toccare chiunque nel suo punto più debole. Ha la capacità di incantarti. Inizialmente Ida provò a mentirgli, dicendolo che era un bambino trovato per strada e che lei l'avesse portato a casa. Ma Nino non le credette. Nino è una mina vagante, ne combinerà di tufti colori. Ma é anche la salvezza di Giuseppe, poiché quest ultimo è una macchina di gioia e la gioia da lda non Nino e Giuseppe legheranno tantissimo e diventeranno buonissimi fratelli. L'avrebbe frovata. Ida ha la sua dolcezza e la sua forza, ma non è una creatura di gioia. Ida si era preparata una scusa, una bugia, ma colta di sorpresa e impacciata, lascia che Nino capisca la verità Nino le facilità il compito, non chiedendo approfondimenti, senza fare domande. Nino si limita ad esprimere P'aspetto emotivo più forte che questa novità gli procura.Era esaltato e contento.La scritrice ripete pi volte che Nino era contento Nino vuole prenderlo in braccio. Comunicazione= corpi e giochi Giocano insieme e hanno un'intesa immediata Nino diventerà il maestro di Giuseppe. Nino è un personaggio contraddittorio. È prepotente e avido tratta maee soo madre È attaccato ai soldi, ai beni materiali Alla fine riesce ad avere 5 lire per comprarsi le Bambino pronto a meravigliarsi, e pieno di entusiasmo Vuole adoftare un cane Nino ha smania di esistere.Non importa come possa essere, un fascista o no, che sia buono o cattivo, per lui, l'importante è esistere. sigarette. Nino portò un cane a casa. Un cane bastardo, senza razza. Lo chiamò Blitz. IUSEPPE=GRATIDUDINE La casa di lda si riempie di persone gioiose. Nino presento Bitz a Guseppe Tob ScuERSoso É un fumatore e ha idee LAma il gioca.Non ha una perscnalita che ci fa capire realmente che età abbia politiche abbastanza chiare Vuole diventare il capo dele camice nere. È un sognatore,è maleducato, Nino è finalmente contento. gioca e scherza Primo ingresso di una creatura animale (Bltz) Lqei animali hamo on rudo importante Gi accomuna sotto molti aspetti. La Morante paragona gi esseri umani aqli animali Fa molti paragoni. Giuseppe è entusiasta di vivere, è contento. Il mondo animale,per Elsa Morante,rappresenta la specie vivente incanta tutll Innocente e generosa. Elsa Morante parla in prima persona,si rende partecipe delle loro vite Quando la mamma lavora,Nino porta i suoi amici a casa per farli conoscere Guseppe Giuseppe sorride.Nino non vedeva l'ora di dirlo alla mamma non coadeva E invece ogni volta che Giuseppe vedeva Nino sorrideva felice. Giuseppe impara i nomi,della mamma,di Nino e di Blitz. StA CRESIENDO Giuseppe=incarcerato perche troppo piccolo per uscire. La Morante continua a descriverci Giuseppe. Doppio amore tra Bitz,Giuseppe e Nino. Bete:IRIAN2A OHE SE POSSE CAA PERSONA 3 CAPTTOLO La prima pagina,come al solito, ci presenta la situazione generale del mondo,durante l'anno 1942 Viene suddiviso l'anno nei diversi mesi. Dopo un elenco di fatti drammatici durane la guerra, la Morante serive una canzoncina con l'intento di rendere il tutto meno drammatico possibile. Dopo di cio,comincia la narrazione della via di lda e i suoi figli CHE LE COLONE DERCOLE Narrazione=tono epico È una scelta che vuole anche farci ridere. È un contrasto,la piccolozza di un bambino con l'eroicita di un personaggio greco. La madre non c'e praticamente mai,lavora sempre Questo bambino impara da chi puo,cresce da solo,matura in fretta Giuseppe fa i suoi esercizi di appartenenza al mando,da solo. Giuseppe non assomigliava a nessuno dela famiglia Aveva gli occhi azzurri,come Gunther. Era diverso da lda e diverso da Nino. Questa serittura si lascia andare nel momento in cui ci wuole trasmettere il senso di agio,con cui questo bambino sta al mondo.Se la cava sempre da solo.Sa gioire,sa divertirsi senza l'aiuto di nessuno. trovava in giro per la città, chi sa dove. Una signora consolò il piccolo Useppe, disperato per la perdita di Blitz, dicendogli che il suo cane aveva messo le ali e, diventato una palombella, era volato in cielo. Su suggerimento del cantiniere, Ida e Useppe si erano poi accodati a un gruppo di fuggiaschi, avviati in direzione di Pietralata, dove era stato allestito un dormitorio per i senzatetto. In questo viaggio un uomo reduce di guerra con un carrettino suggerì ad Ida di appoggiare all'interno di esso Useppe addormentato. Ida un po' indecisa alla fine lo lasciò dormire nel carrettino perché troppo stanco di tenerlo in braccio. Useppe dormì per tutto il viaggio. Chissa cosa avrebbe detto nino nel non ritrovare pių blitz si domanda ida? Sebbene, dal giorno della sua partenza, lui non avesse più dato notizie, lda si sentiva fulgidamente certa, come alla testimonianza di un angelo, che Nino tornerebbe sano e salvo dalla guerra. Passarono circa due mesi e mezzo senza nessuna notizia di Nino. Il 25 luglio il Duce era stato arrestato dal re e con lui era caduto il fascismo, sostituito dal governo provvisorio badogliano che durò 45 giorni. L'8 settembre 1943 gli Alleati angloamericani avevano segnato un armistizio con i governi provvisori. Liberato dagli hitleriani, Mussolini era stato insediato nel nord a capo di una repubblica nazifascista. Roma si trovava sotto l'occupazione hitleriana. Il dormitorio consisteva in un unico locale a pianterreno con un solo rubinetto nel bagno. Tra i rimasti dalla prima sera c'era Cucchiarelli Giuseppe (l'uomo che aveva portato Useppe sul carrettino durante il viaggio che aveva una gatta che si chiamava Rossella), che portava con sé la sua gatta Rosella e due canarini di nome Peppinello e Peppinella. Degli altri abitanti fissi nel ricovero c'era una famiglia, mezza romana e mezza napoletana, che Cucchiarelli Giuseppe (detto anche Giuseppe Secondo) soprannominava i Mille. La famiglia, molto numerosa, era composta dall'anziana signora Mercedes, suo marito (anch'egli di nome Giuseppe), altre due signore, un uomo avanti con l'età, alcune nuore giovani, tra cui Çarulina, e diversi ragazzini. Carulina era rimasta incinta all'età di quattordici anni e aveva partorito due gemelle, Celeste e Rosa, delle quali era ignoto il padre. Nonostante la giovane età era una brava madre, dai modi autorevoli e sbrigativi. Carulina era una ragazzina che amava il cinema, che giocava a nascondino con i ragazzi ma appena sentiva rosa o celeste piangere lasciava qualsiasi cosa stesse facendo per andare da loro. Le bambine avevano attaccate al polso u nastro celeste e un nastro rosa per poterle riconoscere. Carulina non era bella anche a causa della gravidanza ma per Useppe doveva essere molto bella perch aveva imparato bene il suo nome. L'autrice descrive Useppe come un bambino estroverso: Però è sicuro che se là nello stanzone si fosse presentato uno squadrone di SS con tutto il loro armamentario di strage, il buffo Useppe non ne avrebbe avuto paura. Quell'essere minimo e disarmato non conosceva la paura, ma un'unica, spontanea confidenza. Sembrava che per lui non esistessero sconosciuti, ma solo gente sua di famiglia. Da allora, l'esistenza promiscua in quell'unico stanzone comune, che fu per Ida un supplizio quotidiano, per Useppe fu tutta una baldoria. La sua minuscola vita era stata sempre (salvo che nelle felicissime notti degli allarmi) solitaria e isolata; e adesso, gli era capitata la fortuna sublime di ritrovarsi, giorno e notte, in compagnia. La riapertura delle scuole veniva rinviata a data incerta nella città di Roma e la sola attività di lda era la difficile caccia al cibo. Dai Mille essa acquistava dei pezzi di carne, del burro o delle uova, a prezzi alti di borsa nera che ella si permetteva a beneficio esclusivo di Useppe. La riapertura delle scuole veniva rinviata a data incerta nella città di Roma e la sola attività di Ida era la difficile caccia al cibo. Dai Mille, dediti al commercio clandestino, essa acquistava dei pezzi di carne, del burro o delle uova, a prezzi alti di borsa nera che ella si permetteva a beneficio esclusivo di Useppe. Alla fine di settembre, a causa del caldo, si era soliti dormire con le finestre aperte. Era il 29 o il 30O di quel mese quando, poco prima del coprifuoco, bussò alla porta un individuo che si identificò come un soldato scappato dal nord il quale, appena entrato, quasi cadendo sulle ginocchia si buttò a sedere a terra per poi vomitare sul pavimento. Lo sconosciuto trascorse la prima notte ad agitarsi, febbricitante e delirante. Aveva lasciato la sua sacca in terra e tra i suoi oggetti personali, alcuni membri dei Mille, trovarono un documento d'identità in cui si leggeva il nome Carlo Vivaldi, Bologna come luogo di nascita e studente come professione. La mattina seguente (la notte l'avevano forzato a mandare giù un'aspirina), il giovane sembrava essersi calmato anche se farneticava nel sonno di calcoli matematici con ossessione ripetitiva. Di Carlo Vivaldi, si capì subito che non amava parlare e preferiva trascorrere la maggior parte del tempo in solitudine, nella sua tenda a scrivere su di un quaderno, spesso in sola inconsapevole compagnia della gatta di Giuseppe Secondo Rossella, che fin da subito gli si era molto affezionata. Aveva un aspetto pallido, quasi da malarico e di sé aggiunse solo che era diretto verso Napoli, dove aveva dei parenti e che presto contava di riprendere il suo viaggio. I fratelli di Carulina, anche loro presto diretti a Napoli, con il camion di un amico, gli offrirono un passaggio suggerendo però di restare al sicuro fino all'imminente liberazione di Roma, per trovare la strada libera, convincendolo così a rimanere. Ogni tanto Carlo Vivaldi usciva dallo stanzone e da una di quelle uscite un giorno tornò con delle lettere da parte dei suoi parenti, insieme alle quali ricevette dei soldi, per la sua festa, che gli permisero di acquistare carne di contrabbando dai Mille così da rifiorire rapidamente a livello fisico. I fratelli di Carulina riportarono notizia certa che Napoli era stata sgombrata dalle truppe tedesche, suscitando trepidazione nei Mille per un prossimo ritorno a casa. Il giorno stesso dell'annunciato sgombro, i Tedeschi avevano tenuto una grande parata di forza nelle vie di Roma. Non di rado in quei giorni, senza preavviso, le strade venivano bloccate dai militari tedeschi o dai militi fascisti, che arrestavano tutti i giovani presenti. Ormai nello stanzone c'era sempre qualcuno di vedetta, il quale se avvistava qualche uniforme del Reich subito avvertiva gli altri abitanti dello stanzone secondo il codice che era stato cifrato. In questo modo gli uomini potevano prendere la fuga verso i campi. A pochi giorni di distanza dall'arrivo di Carlo Vivaldi entrarono nello stanzone Nino il figlio di Ida, e un suo compagno, chiamato Quattropunte poiché la sua specialità era utilizzare i chiodi quadripunte per forare le gomme ai Tedeschi. Nino aveva dimenticato completamente le sue simpatie fasciste si presentò con il nome partigiano Assodicuori, molto abile nella mira, dichiarando di essere li di passaggio e di aver bisogno di mangiare e dormire prima di rientrare alla base. Ida disse a Nino che ormai Blitz, il suo amato cane, non c'era più ed il ragazzo, sul punto di piangere, reagì con molta ira. Vista la serata eccezionale, la cena fu apprestata in comune nel centro dello stanzone su un'unica tavoletta fatta di casse d'imballaggio accostate.Giuseppe Secondo, molto eccitato dall'arrivo dei due giovani, rivelò che anche lui era un compagno, a tal punto che il vero nome che aveva dato alla sua gatta non era Rossella ma Russia. Carlo Vivaldi (il cui vero nome era Davide Segre) confessò invece a Nino di essere un deportato e raccontò la sua fuga da un lager dove i tedeschi lo tenevano rinchiuso poiché anarchico e propagandista. In seguito con una parlata monotona quasi scientifica, descrisse con accuratezza le celle di sicurezza dove venne rinchiuso, dette anche “anticamera della morte”, luoghi angusti e disumani dai quali si usciva unicamente per essere giustiziati. L'unico modo per non impazzire, a sua detta, era non pensare e mettersi a contare, a far calcoli, così da tenere la mente impegnata. Egli era tuttavia contro la violenza e affermava che “la violenza è peggio di tutto". All'alba Assodicuori e Quattro erano pronti per la partenza quando Giuseppe Secondo decise di unirsi a loro a servizio della Causa. Nino prima di salutare sua madre le confessa di non credere che Carlo Vivaldi fosse Bolognese e che forse anche il suo nome era falso, ma non aveva dubbi sul fatto che fosse anarchico, suscitando tenerezza in Ida per il ricordo del padre, anarchico anch'egli. Nino RIASSUNTO DA PAG 168 A PAG 203(DAL LIBRO DA PAG 244 A PAG 294) La signora Di Segni, dopo aver girato intorno , si avviò in direzione dello scalo, verso il cancello di servizio per le merci; Ida la seguì, rimanendo ad una decina di passi dall'entrata, quando cominciò ad avvertire un brusio benchè i treni non fossero in movimento. Verso i binari il suono aumentò di volume ed lda s'accorse che si trattava del vocio di una folla umana, degli ebrei, ammassati in un treno lunghissimo in un binario morto: si vedeva una ventina di carri bestiame, senza finestre, con minuscole grate poste in alto. La signora Di Segni andava avanti e indietro, stravolta, sulla piattaforma scoperta, urlando i nomi dei suoi famigliari e, dall'interno dei vagoni, si sentiva una voce che le intimava di andarsene: una scena straziante tra coloro che erano stati presi e la donna miracolosamente sfuggita alla trappola tesa, che rifiutava la libertà per condividere la sorte con i suoi cari: urla, alterchi, salmodie da processione, parlottii, nomi di persone urlati, richieste di acqua e di aria riempivano l'aria. La donna raccontava che verso le dieci del mattino, tornando a Fara Sabina con due fiaschi d'olio, aveva trovato il ghetto deserto e di aver saputo che tutti erano stati portati alla Tiburtina; il marito continuava a pregarla che se ne andasse, sentendosi rispondere un tragico no dalla moglie che cercava di sforzare le sbarre di chiusura per abbracciare i suoi. Il personale della ferrovia insisteva con il marito che se ne andasse prima che giungessero i tedeschi. Ida osservava un poco indietro rispetto al limite della rampa, piena di smarrimento, sentendo il cuore di Useppe battere all'impazzata e decidendo di andarsene, di fuggire. Mentre stava per andarsene, si sentì chiamare da una persona al di là di una grata che le porse un biglietto mentre lda ne vide molti altri, sparsi lungo i vagoni, per terra: durante la guerra, nel momento delle deportazioni, ci fu una vera e propria gara postale tra coloro che raccoglievano i biglietti che i deportati , in qualche modo, riuscivano a gettare dai treni e c'era sempre qualcuno che provwedeva a far recapitare i vari messaggi ai parenti dei disgraziati che erano portati verso i campi di concentramento come fu sperimentato anche dai miei genitori allorchè mio fratello Guido fu fatto prigioniero. Tornando alla storia, in quel momento, i poliziotti italiani sollecitarono Ida ad andarsene e lei uscì dalla stazione col bimbo in braccio, vedendo entrare un autofurgone nerastro che, passando, si lasciava dietro un rumore che assomigliava al coro che usciva dai vagoni-merce: nella cabina di guida vi erano giovani militari in divisa di S.S. ed Ida si tenne stretto Useppe, awiandosi verso l'autobus e dimenticandosi della spesa per ritrovarsi dietro la sua tenda di sacchi. Nello stanzone tutto scorreva al solito modo: il grammofono suonava, le napoletane si insultavano senza poter svegliare Useppe, piombato in un sonno profondo. Ida gli si distese accanto e dormnì a lungo finchè non sentì le risatine del figlio, intento a mostrare a tutti gli stivaletti nuovi. Fu durante la notte che lda lo sentì sussultare e piangere, mentre lui l'allontanava con le sue manine come per rifiutare ogni conforto e la madre riuscì a calmarlo solo mostrandogli gli stivaletti: lui, sospirando di soddisfazione, si riaddormentò.Il mattino, Ida lesse il biglietto ricevuto in stazione, indirizzato a un çerto"Efrati Pacificho" cui lo scrivente faceva sapere di stare in buona salute, senza l'indirizzo del destinatario. Della sorte degli ebrei, molto presto non si parlò più ma Salvatore leggeva le ultime notizie dal “Messaggero" che erano sempre disastrose: annunciavano la ricostruzione delle squadre d'azione fasciste, di morti, di minacce di gravi provwedimenti; ma la notizia più rilevante preannunciata da Mosca, fu che il 28 ottobre Roma sarebbe stata liberata. Nel frattempo, i nazifascisti si occupavano di bloccare i franchi tiratori che operavano nelle zone periferiche, Pietralata compresa, e sempre più spesso le vedette dello stanzone avvertivano per pericoli incombenti; lo stesso Carlo rientrava ogni sera prima del coprifuoco, atteso dalla gatta Rossella che lo accoglieva miagolando. Il 22 ci fu battaglia tra tedeschi e la folla al Forte Triburtino: più di una volta la folla affamata l'aveva assalito a settembre, portando via viveri e medicinali con armi e munizioni con l'accondiscendenza degli italiani, ma i tedeschi l'aveva attaccata e si diceva che marciassero contro gli angloamericani e che lo scontro sarebbe avvenuto nei pressi dello stanzone ove si preparavano ad affrontare il momento, proteggendo le finestre con sacchetti di sabbia mentre i più piccoli si divertivano per lo spavento delle donne. Ci fu una sparatoria che durò a lungo, in seguito alla quale lo stanzone fu perlustrato dai tedeschi che cercavano il covo dei franchi tiratori, sfuggiti alla cattura dopo lo scontro al Forte. Alcuni giorni dopo anche a Petralata furono condannati a morte dieci membri di una banda di comunisti e, dopo la perquisizione allo stanzone, alcuni fatti ne determinarono la riduzione delle presenze. Un giorno si presentò un frate in cerca di Carlo che si trovava in giro per la città per cui l'uomo pregò Caruli di avvisarlo di recarsi al più presto dove lui sapeva per notizie urgenti.Quando Carlo rientrò, ricevuta l'informazione, riprese a precipizio la via di strada. Nonostante le più sospettose congetture delle napoletane, si trattò di un frate vero, emissario di un convento romano, dove stava nascosto un cugino di Carlo che faceva da tramite tra la famiglia e Carlo che rincomparve nello stanzone dopo alcuni giorni e non si sa come avesse potuto eludere la sorveglianza tedesca in quei tragici giorni : quella stessa mattina capitò anche Mosca, portando ottime notizie su Nino e sull'amico partigiano, dicendo che per merito loro qualche quintale di infame çarnaccia era andato a concimare il terreno dei Castelli Romani. Gli fu triste dover ammettere che la liberazione di Roma sarebbe avvenuta più tardi del previsto ma ripartì con Carlo, deciso a seguirlo, accolto da un bel" era ora" del partigiano: l'anarchico si scordò perfino di salutare Rossella che, non vedendolo più arrivare, si appiattì sotto la catasta di banchi e, verso sera, partorì un gattino da cui si allontanò perché non poteva allattarlo; lo guardò con malinconia a lungo, senza più rispondere a quel blando miagolio, lontano da lei. Quando i mille apersero l'uscio, gettato un ultimo sguardo indifferente al figlio, saltò fuori dalla tenda senza farsi vedere per giorni, mentre il gattino moriva, ripresentandosi nello stanzone solo al pomeriggio del terzo giorno, rincorsa dalle napoletane che la considerarono snaturata: lei soffiava, convinta di sembrare un essere terrificante e, ad un certo momento, fulminea, si gettò sui canarini , usciti dalla gabbia, lasciata aperta da Rosuli, lasciando per terra due straccetti sanguinolenti. Cacciata come un'assassina, nessuno la vide più ed Ida dovette consolare Useppe dicendogli che i canarini se n'erano volati via. Fortunatamente, inquel giorno Nino ritornò, raggiante ed elettrizzato quanto lo fu Useppe nel rivederlo: era giunto per rispettare la promessa fattagli, portandoselo via per quattro ore, secondo quanto si lesse nel messaggio lasciato alla madre. Caricatoselo sulle spalle, giunse in un praticello dove lo attendeva Remo e la moglie in un camioncino, in cui c'erano damigiane, ceste, sacchi pieni e vuoti: nessuno li fermò, benchè Remo disponesse di un permesso di circolazione per trasporto di derrate alimentari ed Useppe potè fare il suo primo viaggio motorizzato, in aperta campagna. Dapprima rimase muto, poi si scatenò in un commento incomprensibile ed impensato di fronte alla sua scoperta dell'universo. I due fratelli scesero dal camion ad un piccolo incrocio ove Nino si caricò sulle spalle il fratellino per fermarsi ad una casetta dove una ragazza scuoteva i rami di un ulivo mentre un'altra donna ne raccattava i frutti in un canestro: Nino riferì al fratellino che la ragazza era la sua innamorata e che l'avrebbe sposata. Compiuto dell'altro cammino, Useppe volle correre con le proprie gambe divertendosi come un matto, in mezzo alle capanne di paglia e ai muletti che brucavano l'erba. In una delle capanne il partigiano Mosca stava intento a sbucciare patate dentro un catino; con lui c'erano due giovani che pulivano armi arrugginite con petrolio, tra coperte militari,mucchi di paglia, pale, picconi, zaini e munizioni. Nino fece le presentazioni, chiedendo come fossero andate le cose durante la sua assenza; esaminò le armi in restauro, che lui stesso aveva trovato al limite di una boscaglia dov'erano stati accampati alcuni tedeschi ed Useppe ascoltava, rapito, il suo fratellone che impartiva ordini per organizzare la prossima impresa. I due giovani partigiani dichiararono, soddisfatti, di aver sistemato Pai che era stato una spia che aveva favorito un rastrellamento tedesco e si procedette al bilancio degli armamenti con l'apporto fondamentale di Mosca che dichiarava che le granate che aveva ai piedi erano proiettili di marca tedesca. Anche Useppe faceva le sue domande, rallegrandosi per tutto ciò che udiva e chiese se anche i muli volassero, suscitando l'indignazione del fratello per la sua ottusità perché ignorava le frottole che in testa il berretto da ciclista che lei stessa gli aveva rimediato, dentro i soliti pantaloni alla Charlot e gli stivali fantasia. Il mese dopo, Albano fu distrutta e Ida continuava a pensare alla loro sorte, ignara che fossero tutti incolumi e fu Nino a scoprirlo quando fece loro visita a Napoli: abitavano in un palazzo semidistrutto dalle bombe, cui accedevano da una finestra per il crollo della scala! Quando i mille partirono, Useppe ed Ida si ritrovarono soli: intorno a loro non c'era neanche uno scarafaggio; ovunque c'erano resti lasciati dai mille. Ida si era abituata alla baraonda dei napoletani che non riusciva più ad abituarsi a quell'infinito silenzio che acuiva la tensione dei suoi nervi, anzichè calmarla: erano soli come in un deserto, ove non giungeva nè voce dalla città nè dalla borgata ed Useppe non sapeva abituarsi alla solitudine dopo il cataclisma dei napoletani: correva all'impazzata per lo stanzone, calciando con accanimento una pallaccia di pezza, usata dalla tribù. Cadeva la pioggia ininterrottamente e lo stanzone, abbandonato e freddo, sembrava uno spazio irreale, privato del calore e del colore di prima. Ida cercava un passatempo per il figlio ma finiva sempre a raccontare la storia delle navi, più volte e su richiesta. Fu allora che il piccolo confessò di aver visto il mare che lda giudicò una semplice fantasia per cui si astenne di fargli domande. Nel mese di novembre gli abitanti di quel rifugio erano in due; le scuole erano iniziate ma quella di lda era stata requisita dalle truppe e lei, in qualità di sinistrata, ottenne la licenza temporanea dalle lezioni. Doveva, comunque, provvedere alle spese, per cui era costretta a chiudere a chiave il figlio che trascorreva ore da solo: Useppe imparò a trascorrere il tempo pensando: si metteva i due pungerti sulle tempie e pensava non si sa cosa, ma pensava. Riceveva visite di qualche animale che giungeva allo stanzone alla ricerca di cibo e che rappresentava per il bambino una distrazione; giunsero anche dei tedeschi che picchiarono violentemente alla porta con il calcio del fucile ma lui non si impressionò. Li salutò dalla finestra da dove i militari spiavano l'interno offrendo loro del cavolo bollito che era l'unico alimento che c'era in casa, suscitando la loro ilarità. Un giorno entrò Eppetondo che faceva parte della banda partigiana di Nino: aveva le chiavi dello stanzone ove era giunto per prelevare del cibo che non trovò. Portò notizie dal campo parlando ad Useppe come a un guerrigliero; raccontò che la loro squadra aveva cosparso le vie d'accesso all'Urbe di chiodi a quattro punte, d'accordo con l'aviazione inglese che fece strage degli automezzi bloccati; che Nino ed altri avevano fatto saltare un treno di milizie tedesche e che " Libera" si era trasferita dalla capanna in una casetta in muratura e che tutti i partigiani gli mandavano tanti bacetti. Concluse che tutti stavano bene tranne Carlo- Piotr, caduto in depressione e ubriaco tutto il giorno tanto che si era pensato di disfarsene sparandogli un colpo alla nuca e che era vivo per la compassione di Nino. Finito il rendiconto, Useppe continuava a dirgli "ancora" come sempre faceva, avido di tutto. L'uomo se n'andò via a bocca asciutta, avendo constatato che i napoletani si erano portati via anche le sue provviste mettendo il suo materasso sopra quello di Ida perché potessero dormire in maniera più confortevole. Il 30 novembre del'43 la Repubblica sociale di Mussolini emanò un'ordinanza che prevedeva l'immissione di tutti gli ebrei in appositi campi di concentramento, la confisca dei loro beni a favore dei sinistrati ma anche che tutti coloro che, nati da matrimonio misto, ebbero.....il ricongiungimento di appartenenza alla razza ariana, devono essere sottoposti alla speciale sorveglianza degli organi di polizia. L'ordinanza interessava Ida che si ritenne ufficialmente una vigilata speciale. La donna non aveva nessuna paura per Nino che riteneva invulnerabile ma ne aveva tanta per Useppe sapendo che i tedeschi avevano strappato tanti bambini dalle braccia materne e gettato nei camion come straccetti e che ne avevano schiacciati con i carri armati, bruciati vivi e sbattuti contro i muri: lei ne era ossessionata. I nazifascisti non si facevano vedere troppo nelle borgate e le fucilazioni di ottobre non erano bastate per impaurire la gente. Con l'inverno si formavano bande di guerriglieri per la fame e si diceva che nelle borgate si nascondessero armi rubate e i giovani non avevano paura di mostrarsi come, invece, succedeva altrove. Ida cercava di non allontanarsi troppo dal figlio, ma per cercare cibo era spesso costretta a farlo: il suo tesoretto era agli sgoccioli e la pancia del piccolo si gonfiava sempre più. Lo stanzone si andava ripopolando con la famiglia di un piccolo bottegaio di Genzano, terrorizzata dai bombardamenti; il marito rimaneva in paese per fare la guardia ai suoi beni che aveva murato in qualche parete della casa: morì per paura, in seguito ad un bombardamento che aveva risparmiato la casa e la famiglia ne fu informata da un parente: vivevano tutto il giorno intorno ad un braciere, mandando via Useppe quando si avvicinava. Capitò nello stanzone anche la madre di uno dei fucilati del ventidue ottobre e il pagliericcio del Vivaldi fu occupato da un giovane di cui lda aveva paura come del lupo mannaro anche se aveva apportato delle migliorie al rifugio, sostituendo con vetri la carta che proteggeva le finestre. Lo temeva perché di lui non si sapeva nulla e perché lui stesso mandava via il bambino, quando gli si avvicinava: ľ'allegria e la generosità dei mille era solo un ricordo. La sola a mostrare qualche riguardo ad Useppe era la madre del fucilato: lo conduceva per mano al gabinetto e lo intratteneva con qualche favola mimata che aveva, a suo tempo, raccontata ai suoi bambini. Era la favola delle dita della mano che si racconta anche in Veneto, prendendo le dita della mano al piccino, ad una ad una, dicendone la particolarità a dimostrare che ciascuno svolge il proprio compito.Useppe era felice e contento: lo esprimeva ripetendo all'infinito il suo eterno" ancora"... RIASSUNTO DA PAGINA 203 A 248 In questa parte del romanzo, viene descritta la situazione della guerra nella città di Anzio dopo lo sbarco degli alleati il 22 gennaio. Si pensava che la guerra fosse finita mentre i fascisti si nascondevano e la gente correva a procurarsi il cibo, Ida spaventata preferiva uscire il meno possibile. Questa in realtà fu solo una situazione illusoria dato che i tedeschi riuscirono da li a poco a contenere lo sbarco e prevalere. Ida ricevette la visita dell'oste Remo che aveva notizie da comunicarle: Suo figlio Nino stava bene, la Libera si era sciolta, Asso e Piotr erano partiti per Napoli, Mosca e Quattro erano morti. Inoltre, l'oste portava a lda un messaggio postumo da parte di Giuseppe Cucchiarelli. Aveva lasciato alla donna e a suo figlio del denaro fra la lana del materasso. In seguito, l'autrice descrive la morte di Maria, detta Mariulina, fidanzata di Nino, che per paura di morire aveva tradito, confessando informazioni ai tedeschi che poi si rivelarono insignificanti. Ida quella notte si preoccupò di nascondere il denaro trovato nel materasso, e passò la notte a ricordare colui che le aveva lasciato questo dono. Una sua collega anziana vedendola così spersa, le propose un trasloco conveniente offerto dalla famiglia di un suo alunno partito per il fronte. Ida e Useppe si trasferirono da Pietralata a Testaccio, che si trovava molto vicino alla scuola di Ida. L'autrice fa un breve preambolo della situazione riguardo le deportazioni nei campi di concentramento. L'autrice descrive i componenti della casa in cui lda e Useppe si erano trasferiti: i Marrocco, erano nativi della Ciociaria, trasferiti a Roma da qualche anno. La moglie Filomena era una sarta, il marito Tommaso era portantino negli ospedali, Annita la sposa del figlio Giovannino, e il vecchio padre di Filomena. L'autrice fa una descrizione accurata della casa, in particolare della camera occupata da Ida e Useppe che Filomena aveva lasciata intatta dalla partenza del figlio. Ida rimane stupita dai loro comportamenti grezzi. Descrive poi le varie clienti di Filomena e vicine di casa, una delle quali, Santina, leggeva le carte a cui le donne credevano tanto, per avere notizie del loro figlio e marito. L'autrice descrive Roma durante gli ultimi mesi dell'occupazione tedesca. I cittadini si rifugiavano nei rifugi antiaerei, nei sotterranei dei grandi monumenti, mentre negli alberghi di lusso i tedeschi, in particolare il comandante, imbandivano cene strepitose. La gente al contrario fuori moriva di fame, tra l'oste gli aveva dato l'indirizzo della madre. Dali Ida non seppe più niente di nino fino ad Agosto, in cui arrivò una cartolina da Capri dove aveva firmato “Nino see you soon". A loro quella scritta sembrava indecifrabile, poi tramite Santina che faceva il mestiere con i militari alleati, riuscirono a capire che significava “arrivederci a presto". Passò anche l'autunno nel silenzio di Ninnuzzo. Nel frattempo gli alleati tramite lo sbarco in Normandia avevano liberato la Francia ed entrati a Parigi con il generale De Gaulle. Le armate russe avanzavano dall'oriente. In Italia dopo Roma gli Alleati avevano preso Firenze. Annita aveva fatto visita alla casetta di famiglia in montagna, per fortuna ancora intatta anche se DEi paesi in pianura non restava nulla. Inoltre in agosto morì anche il nonno, il quale sentitosi male di notte fu portato in ospedale dove morì e fu portato direttamente al camposanto e riversato in una fossa comune. Ad Ida avevano ripreso a pagare gli stipendi ma era comunque per lei difficile reperire pasti ogni giorno, nonostante questo ormai rubare per lei era esçuso. La sua scuola al testaccio era stata occupata da un reparto di sudafricani, cosl tramite Tommaso Marrocco che andava li a chiedere un po' di cibo in cambio di qualche commissione, Ida aveva trovato un impiego nell'insegnare italiano ad un tale. Di Giovannino non c'erano notizie e lda e Useppe occupavano sempre la stanzetta di Via Mastro Giorgio. In un pomeriggio di fine settembre si ebbe la visita di Carlo, in cerca di Nino che sapeva essere a Roma in quei giorni. Ida lo chiamò Signor Carlo Vivaldi, ma lui sottolineò che si chiamava Davide Segre.Vedendo lda molto ansiosa di avere notizie si fermò insieme da altre donne di casa i bambini e lo strillone dei giornali. Tutti sapevano che lui era il famoso partigiano compagno di Ninuzzo, Ida lo identificava con il titolo di Signor, ma aveva l'aspetto di uno zingaro e di un proletario. Consolata e le Marocco le chiesero notizie dei loro cari e lui rispose in maniera brutale che non sarebbero più tornati. Cosl lo strillone dei giornali trasferì il discorso prontamente su Santina, che aveva promesso di venire a leggerele carte.Davide rimase colpito da Santina quando arrivò e le chiese di accompagnarlo perchè se ne sarebbe dovuto andare. Così i due sene andarono insieme a casa di Santina. L'uomo si sfrenò in un rapporto di un'aggressività animalesca, poi quando se ne andò le diede tutti i soldi che aveva tranne dei spicci per il tram. Quei soldi ben che pochi per Santina erano più del doppio della sua tariffa. In più le disse che quando ritornava a Roma sarevve tornato a cercarla e che ynavolta liberato il nord le avrebbe potuto dare più soldi. Qualche giorno dopo comparve per una breve visita a casa dei Marrocco anche Nino. Era in forma, bello e spavaldo. Arrivò con della cioccolata americana per il fratellino che però non era in casa. Lui era arrivato fondamentalmente per questo. Ida era un po' arrabbiata con lui per vari motivi, ma ugni tanto sferrava un sorriso ai suoi racconti. Dopo poco mentre stava per andarsene andò verso la madre e le diede una manata di am-lire. Lei rimase così sbalordita da questo fatto che nemmeno lo ringraziò. Poi prese in disparte la madre e le disse che gli era giunta voce che lei era Giudia (ebrea) e le chiese se anchee ilo padre lo era lda rispose di no. Promise di tornare a breve invece lo sprovveduto Ninnarieddu si fece rivedere solo nel marzo dell'anno successivo. Tramite Santina che aveva notizie da Davide si seppe che sin era mischiato a dei napoletani che con dei camion giravano per l'Italia liberata facendo il contrabbando di merci. Davide con santina si era aperto; era meno taciturno e a volte, quando beveva, si abbandonava anche a lunghi discorsi. Tra i suoi soggetti uno dei più fervorosi era Nino. Vantava le azioni di Nino con grande rispetto.Secondo lui il compagno Remo non capiva Ninnarieddu, perché lui non poteva immaginarselo fare il partigiano al nord, dove i partigiani erano organizzati come un esercito, da sempre era stato scettico verso questi e più nino cresceva meno si adattava al potere diceva Davide. Anche lui non aveva una buona considerazione del potere diceva, a Santina, che era degradante per chi lo subisce, per chi lo esercita e per chi lo amministra. Il potere è la lebbra del mondo! Riassunto da pag 245 a pag. 265 Capitolo 6 di "La Storia" di Elsa Morante Si fece rivedere, soltanto al mese di marzo, dell'anno seguente. Santina apprese da Davide Segre, vero nome di Carlo (di origini ebree), che Nino (NINNUZZO) faceva il contrabbando delle merci insieme a certi Napoletani e che era stato in diverse occasioni a Roma, sebbene sempre di corsa e in incognito. Nino contrabbandava non per il guadagno ma per l'illegalità, più cresceva e meno si adattava al Potere; “era troppo intelligente per lasciarsi accecare da certe stelle false... ...1945 Gennaio: Intanto in Italia, come in altri paesi occupati dai Nazifascisti, si moltiplicavano le azioni di genocidio, assassinii, stragi di intere popolazioni e deportazioni verso i lager o verso le industrie del Reich. Sul fronte orientale, invece, i Sovietici ripresero l'offensiva e costrinsero i Tedeschi a lasciare Varsavia e il resto della Polonia per poi raggiungere il confine della Prussia. Febbraio: Nei pressi di Yalta (residenza estiva degli Zar) avvenne una nuova Conferenza dei Tre Grandi delle potenze alleate (Russia,Gran Bretagna, Stati Uniti) in previsione della prossima vittoria. Marzo: Il Führer intanto ordinava la distruzione di tutte le installazioni militari e civili, di trasporto e comunicazione e degli impianti industriali e di approvvigionamento del Reich. Sotto l'avanzata dei Sovietici la popolazione tedesca fuggiva verso Occidente da dove già avanzavano gli Alleati vittoriosi sul Reno. Aprile: Il Fhürer ordinava la difesa a oltranza delle città tedesche comminando la pena di morte per i trasgressori. Muore Roosevelt, presidente degli Stati Uniti. Gli succede nelle funzioni Truman,già vicepresidente. In Italia, gli Alleati, sfondata la linea gotica e occupata Bologna, avanzano rapidamente nel Nord verso Milano, dove le forze tedesche in ritirata abbandonano la città ai partigiani. Capitolazione dei Tedeschi su tutto il fronte. In un suo tentativo di fuga verso la Svizzera travestito da tedesco, Benito Mussolini viene scoperto e catturato dai partigiani, e portato in fretta sul luogo dell'esecuzione, presso Como, insieme con la sua amante Claretta Petacci. I cadaveri dei due giustiziati, con quelli di altri gerarchi fascisti, vengono esposti alla folla, appesi per i piedi, in una piazza di Milano. In Germania, si sviluppa la grande offensiva sovietica che porta all'accerchiamento di Berlino, in congiungimento con l'avanzata dal Brennero delle forze americane.Dal suo bunker, Hitler (tuttora comandante supremo dell'esercito) seguita a impartire ordini febbrili, che si tradurrebbero, se fossero ancora eseguibili, nell'autodistruzione e autogenocidio totale del Reich tedesco. Mentre già le prime avanguardie sovietiche entrano in Berlino distrutta, Hitler si uccide nel suo bunker insieme con l'amante Eva Braun e coi suoi più stretti seguaci. Il suo cadavere, bruciato in fretta dai superstiti, viene identificato dai Russi. In Jugoslavia, i partigiani di Tito liberano definitivamente il paese dai Nazisti,che hanno già evacuato la Grecia. Maggio Con la resa incondizionata della Germania, cessano le azioni di guerra sul fronte europeo. Fra le novità dell'industria bellica, le più recenti, sperimentate in questo settore, sono alcuni prodotti perfezionati della propulsione a razzo, quali ilLancianebbia germanico a canne multiple, col suo corrispondente Organo di Stalin sovietico, e, da ultimo, le famose armi segrete di Hitler, i missili V.2. Giugno-Luglio In Italia, si costituisce il Governo Parri, composto dei sei partiti della Resistenza, sulla direttiva del CLN, che già s'era assunto il controllo dei poteri. Rimane irrisolto - in attesa di un referendum- il problema della istituzione monarchica, della quale il papato e gli invitti mandanti del fascismo- tuttora vivissimi e operanti dietro la scena - auspicherebbero la conservazione, in vista di restaurazioni ulteriori. A Roma, viene giustiziato, mediante fucilazione alla schiena, il torturatore Koch. Negli Stati Uniti, esce dalla fabbrica la prima bomba atomica, al cui progetto - già in cantiere dal 1943 - hanno lavorato segretamente migliaia di scienziati e tecnici specializzati. In Estremo Oriente, il Giappone, che nonostante le disfatte persiste «ella continuazione della guerra, riceve dagli Stati Uniti un ultimatum: o la resa, o la distruzione totale. Agosto: Nessuna risposta del Giappone all'ultimatum degli Stati Uniti. Il giorno 6 del mese gli Stati Uniti sganciano sul Giappone (città di Hiroscima) una prima bomba atomica (energia liberata pari a 20 mila tonnellate di tritolo). Il giorno 8, l'Unione Sovietica dichiara guerra al Giappone, e invade la Manciuria e la Corea. Il giorno 9, gli Stati Uniti sganciano sul Giappone una seconda bomba Giappone aveva firmato la resa totale. La Seconda Guerra Mondiale si era conclusa e nello stesso mese i tre Grandi (Churchill, Truman e Stalin) si ritrovarono a Potdam per definire la pace. Con l'autunno i primi a tornare furono gli ebrei, sebbene dei 1056 passeggeri del convoglio Roma-Auschwitz, tornarono in Italia in 15, di cui una sola donna, e vennero ricevuti da un comitato di assistenza. Uno dei sopravvissuti, di circa trent'anni, fu ricoverato all'Ospedale di Santo Spirito che pesava quanto un bambino. Molti di loro non avevano più denti e sulle teste rase aveva iniziato a ricrescergli una leggera peluria. Nessuno ascoltava i loro racconti: la gente voleva anzi rimuoverli dalle proprie giornate. Un giorno Ida chiese tuttavia ad un ebreo, che incontrava spesso passando per Piazza Gioacchino Belli, se tra i reduci dai lager gli risultassero una certa signora Celeste Di Segni e una vecchia levatrice. La risposta fu negativa. Verso la fine di novembre tornò dalla Russia Clemente, il fratello di Consolata, il quale, partito da Roma sano, ci tornava mutilato delle dita di un piede e di tre dita della mano destra. Di Giovannino disse di averlo visto l'ultima volta nel gennaio del 1943. Stavano camminando a piedi ma, per lo sfinimento, Giovannino era caduto più volte fin quando non si era messo giù a riposare sull'orlo della pista. Clemente a star solo veniva preso da angoscia e spavento e ogni piccolo sforzo lo affaticava. Da giovane egli era stato favorevole al Fascio e si fidava del Duce ma nei suoi occhi, segnati dalla malattia, si muoveva ora un certo disprezzo. Clemente, senza saperlo, era stato con Giovannino fino a poco prima della sua morte. Non essendo più capace di rimettersi in piedi, Giovannino, camminando sulle ginocchia, aveva intrapreso il viaggio verso occidente. I panni della divisa gli si erano induriti addosso come lamiera e il cervello gli bolliva. Si rannicchiò e nella posizione che sempre prendeva per dormire, chiuse per sempre gli occhi. Riassunto 1936-Gennaio|Marzo Iniziano i movimenti di rivolta fra i popoli delle colonie. In Europa, oltre ai bombardamenti c'erano anche intere popolazioni che si trasferivano dopo l'introduzione delle frontiere concordate a Potsdam, avvenuta dopo la guerra. In Italia, i poteri della restaurazione alimentano i disordini nel paese, specialmente al sud, ma a tutto ciò seguirono scontri sanguinosi con la polizia. In URSS, Stalin ha accentrato su di sé tutto il potere, avendo il potere anche sulla libertà di tutti i suoi cittadini. Invece, nei campi di concentramento iniziano ad entrare anche i combattenti e reduci accusati di tradimento. In Cina, continuano gli scontri fra ľ'armata Rossa e il kuomitang. Giugno\Settembre In Italia si ebbero le prime elezioni a suffragio universale e si scelse tra la Repubblica e la monarchia. Vinse la Repubblica, la famiglia dei Savoia fu costretto a partire e si riunisce così l'assemblea costituente. In Palestina, ci fu uno scontro tra il terrorismo ebraico e controterrorismo arabo. Il Grecia la guerra civile vide riprendere le armi dai partigiani contro la monarchia inglese E a tal proposito lunedì sovietica, in seguito agli accordi di Potsdam, dovette rimanere in silenzio. Venne impiantato a Berkeley (Stati Uniti) il sincrociclotrone da 340 Me V. Ottobre\Dicembre A Roma, in uno scontro tra polizia operai, due di questi ultimi (operai) vennero uccisi. A Norimberga si conclude il processo contro i capi nazisti e attraverso questo processo se cercato di capire l'organismo statale del Reich ovvero una macchina industriale-burocratica della decadenza promossa in nome dello stato. La flotta francese intanto bombarda Haifong (una flotta del Vietnam) ed occupa il ministero delle finanze ad Hanoi (sempre nel Vietnam). I Capitolo Nel 46, in Marrocco seppero che un loro parente di Vallecorsa era tornato dalla Russia. Ogni mattina nella loro casa vi era la speranza di rivedere Giovannino che però verso sera andava via, per poi rispuntare il giorno dopo. Il parente di Valle corsa era attualmente malato di tubercolosi e si trovava al sanatorio Forlanini di Roma, dove le Marrocco andavano a visitarlo. Anche lui di Giovannino sapeva ben poco poiché i due si erano persi ormai di vista dopo lo sbandamento definitivo, infatti gli ordini iniziano ad essere confusi e non si adattava più di una guerra ma di uno sterminio. Questo parente racconta di essersi rifugiato presso una famiglia russa di contadini i quali lo avevano accolto in un villaggio che però poi venne incendiato. Filomena e Anita si facevano raccontare questi episodi molte volte in modo da trovare particolari che potessero risalire a Giovannino. Un giorno però successe che la piccinina arrivo di tutta corsa e disse di aver visto Giovannino al secondo piano delle scale. Ovviamente tutti corsero giù per vederlo, ma sul pianerottolo non c'era nessuno. Nonostante ciò, la piccinina era convinta di averlo visto e affermava di non essersi sbagliata e ripeteva di aver intravisto una persona vestita da militare con le scarpe chiodate, un mantello,era biondo e di statura mezzana. Filomena e Anita per tutto il giorno scendevano e salivano le scale e sospettavano che Giovannino fosse per qualche assurdo motivo arrabbiato con la famiglia, magari per la sua cameretta che era occupata da estranei. Ida, allora, iniziò a cercare una sistemazione e una vecchietta, cliente di Filomena, aveva intenzione di lasciare la sua abitazione e andare a vivere dalla figlia. Ida e Useppe avrebbero finalmente avuto una casa propria e ciò avrebbe anche aiutato Useppe, il quale non riusciva a stare tranquillo e specialmente verso sera veniva preso da un'inquietudine turbolenta e iniziavo a correre per le stanze. Una sera però Useppe non voleva coricarsi e lda si spaventò perché da qualche tempo lui godeva di un sonno ininterrotto.Durante la notte Ida venne svegliata e accese la luce e vide o seppe seduto accanto a lei che agitava le mani freneticamente, così come facevano i malati di classe umani, i quali toccavano e lasciavano la loro camicia da ospedale. Però, trovandosi in estate, egli era nudo e il suo movimento faceva pensare che lui si volesse strappare di dosso la pelle. Ida provo in tutti modi a calmarlo e con delle lusinghe cercava di distrarlo, ma anche queste furono vane. Poi, sopraffatto dallo spavento si buttò giù e si rannicchiò nascondendosi la testa e quasi immediatamente si addormentò. Questo fu solo uno dei primi dei tanti incubi che Giuseppe ebbe. Ida alcune volte lo sentiva gridare, chiamare la madre, chiedere aiuto e accadde pure che lo trovo già sveglio e che piangeva come se fosse accaduta una strage. Quando la moglie lo chiedesse che sogni faceva, lui le rispondeva che faceva troppi sogni e che non riusciva a spiegarle ciò che succedeva, infatti alcune volte sognava degli edifici altissimi, o delle voragini, ma il sogno più frequente era il fuoco. Soltanto una volta riuscì a raccontare un sogno preciso, impegnandosi con tutto se stesso a ricordarlo e disse di aver sognato la faccia della madre E sulla sua bocca si posavano prima la mano di Ninnuzzo e poi la mano Useppe. Però questi incubi di Useppe iniziano anche nelle ore diurne e lda decise di portarlo da una dottoressa. Arrivati li la dottoressa disse che Useppe non aveva nessuna malattia organica, ma è soltanto magrolino e gli da soltanto un calmante per la notte e un ricostituente, infatti queste prescrizioni si mostrarono ben presto utili. II capitolo Nonostante il ritardo, Ninnuzzo arrivo con la motocicletta sotto la casa dei Marrocco e chiamò Useppe, il quale si precipitò dalle scale per salire nella macchina. Il viaggio fu strepitoso, Giuseppe si è divertito molto e ho visitarono tutto il centro storico. Di Nuzzo guidava per le strade e il rumore della macchina era gigantesco perché per far sentire che era lui aveva abolito il sistema della marmitta. Dopo la fine del giro in macchina Giuseppe, divertito, sollecitava Ninnuzzo nel fare un altro giro, ma dopo la terza volta si salutarono con il bacio e Useppe se ne andò. Negli occhi di Giuseppe però quel giorno c'era qualcosa di diverso, non dovuto alla velocità, ma di questo Nino non se ne era accorto. Prima di andarsene salutò il Fratello l'infamia dell'esperienza operaia non sulla carta ma sul proprio corpo, con un testo sanguinoso, nel quale la sua idea si renderebbe vivente per esclamare la rivoluzione e liberare il mondo. Già dopo una settimana di lavoro le sue riserve fantastiche furono consumate infatti per lui non esisteva più la terra coi boschi e prati in quanto non gli davano più piacere anzi nemmeno le ragazze lo attiravano più. L'universo per lui si era ristretto a quel capannone. i suoi rapporti coi compagni del capannone si limitarono, solo un sabato sera egli si ritrovò a cena con loro e gli argomenti di cui si parlò furono esclusivamente di sport, cinema e donne. Questo continuo lavoro spingeva Davide a fare molti incubi e anche in questi incubi si vede che lui voleva evitare ogni tentazione alla felicità. Lui si impegnava nel suo mestiere e quello che gli mancava era la pratica così per allenarsi faceva anche gli straordinari. Lui era un uomo sano e forte e per lui resistere in quel capannone rappresentava non solo un impegno ma un punto d'onore, invece fu proprio il fisico che lo tradì infatti la terza settimana gli andò male. Il giorno a seguire egli stette male e infatti riposo e fece anche dei sogni di felicità. Il lunedì mattina si svegliò con l'intenzione di andare al lavoro ma quando stava scendendo dalle scale le sue gambe si paralizzarono alla sola idea di andare al capannone, E anche se la sua volontà morale era di andarci le sue gambe non vollero assolutamente. Così l'esperienza operaia di Davide Segre si concluse in 19 giorni. Ninnuzzu riconosceva che da allora ad oggi Davide non era più lo stesso ragazzo, forse a quel tempo era ancora un po' viziato ma, nonostante ciò, ninuzzu guardava sempre con supremo rispetto il suo compagno Davide e verso la fine di agosto annuncio che fra un paio di settimane sarebbe tornato con intenzione di fermarsi a Roma, in quanto lui si trovava a Mantova. IV Nel giorno di Ferragosto santina fu assassinata da suo magnaccia che poche ore dopo si costituì alla polizia. Davide non ne seppe nulla in quanto in quel periodo non leggeva nemmeno i giornali. Sui giornali parve la foto di santina e anche dell'assassinio e in quest'occasione si scoprì anche il nome del magnaccia, nello d'angeli. Le armi usate per l'assassinio furono molteplici, infatti, i giornali parlavano di UN raptus omicida. I vicini non avevano sentito né urla né alterchi, dentro il locale il sangue formava una grande pozzanghera presso il letto. Il corpo di santina era sul letto nudo, prima di ammazzare santina ella gli diede dei buoni. In questura nello d'angeli dichiarò di averli rubati anche se così non era in quanto si stancava di chiarire certi particolari. La vecchia probabilmente aveva nascosto una parte dei guadagni e lui così l'aveva punita. A tutte le domande che gli si ponevano lui rispondeva con una sorta di rilassatezza e senza discutere firmò in fondo al verbale. Fin da piccolo lui aveva preso l'abitudine di rubacchiare e quindi veniva spesso punitogli. Non era un bambino simpatico e ne sveglio e a nessuno veniva mai di difenderlo, man mano che cresceva i suoi pugni erano già duri come il ferro e gli altri ne avevano paura. Fu rilasciato dagli istituti intorno ai vent'anni e andò di sua iniziativa a trovare la madre che faceva lo stesso mestiere di santina. Un giorno lui menò la madre coi pugni e non si fece più vedere. Dopo qualche mese era venuto a vivere a Roma, in quel periodo adottò un cane che probabilmente era bianco solo che vivendo nella sporcizia risultava nerastro. Però non pagava la tassa legale di conseguenza il comune lo portò con se e da lì lo portarono per l'ammazzatoio e da quel giorno ogni volta che nello incontrava un animale randagio lo torturava finché non moriva. Nello non era un uomo bruttissimo ma lui stesso si scansava dalla gioventù e della bellezza, la sua unica donna era santina e il loro legame era basato sui soldi. ogni volta prima di salutare santina gli chiedeva i soldi. Lei faceva il mestiere mignotta solo per lui, per dare i soldi a lui, e lui con la scusa dei soldi era attaccato a santina solo che non riusciva a riconoscerlo. Nello non provava nessuna gelosia per lei pur sapendo che andava con altri uomini in quanto sapeva che quegli uomini non contavano niente e che apparteneva a lui, suo unico padrone. Santina per lui si annullava, faceva tutto per lui, gli lavava la biancheria, gli cucinava e gli faceva trovare le sigarette americane. Nello d'angeli trattava molto male santina, gli diceva che era brutta e che doveva cucinare. dopo le lunghe giornate nello si buttava sul letto e si addormentava però faceva degli incubi, in questi incubi molte volte c'era santina. Il giorno di Ferragosto ,quando nello uccise santina, sognò che si incamminava su un Prato verso uno sterro, non era né giorno né notte, ma in fondo alla strada c'era santina caduta che non si muoveva più e lui andò verso di lei, prendendo in braccio il suo corpo nudo e lui per la prima volta nella sua vita si sentiva contento e fiducioso. Svegliandosi però si rivide le macchie di sangue sulla camicia rosa e immediatamente si ricordò tutto. non c'era più casa dove lui potesse andare, così andò a denunciarsi e avendo ormai 32 anni era certo di farsi vecchio li dentro, la sola casa sua era quella, la galera. I primi giorni di settembre Davide scese a Roma senza preavviso e andò per la città a cercare Nino ma non lo trovo in quanto lui era partito. Da lontano però senti useppe chiamarlo e gli disse che Nino era partito con l'aliplano, anche se ormai useppe aveva fatto 5 anni ancora non sapeva scandire bene le parole. Sentendo questo Davide andò via e svolto all'angolo di via bodoni e siccome aveva viaggiato tutta la notte gli era passato l'appetito. In assenza di Nino a Roma lui non aveva nessun altra conoscenza, così decise di andare a trovare santina ma trovò una donna sudata e scalza che gli disse che ella non abitava più lì. Così Davide preso una grande sete decise di andare in un bar di vicino chiedendo comunque dove si trovasse santina e un signore gli raccontò tutta la faccenda e alla notizia Davide non risentì nessuna emozione particolare gli parve anzi un annuncio naturale e risaputo. Domandò ai presenti se conoscessero qualcuno che affittasse una camera nelle vicinanze al più presto E gli dissero che una casa da affittare era proprio quella di santina così Davide uscì dal bar E rivide quella donna seduta ai piedi della casa di santina così la pagò e si prese le chiavi e di fretta entrò nell'alloggio e si buttò sul letto. In quella stanza c'era anche l'odore di santina e tutti i suoi effetti personali che erano rimasti in eredità alla padrona di casa. di sera quando l'aria rinfrescò Davide uscì a ritirare la propria valigia e mandò una lettera a Nino per fargli sapere il proprio indirizzo romano e dirgli che lui stava là in attesa di rivederlo al suo prossimo ritorno. V Nino nell'estate del 1946 era insolitamente assiduo in via bodoni e per farsi sentire da useppe non era più necessario che lui fischiasse ma bastava un suono del clacson, ma un giorno ,all'inizio di luglio,Nino iniziò a chiamare useppe dalla finestra e quando quest'ultimo si affacciò vide un meraviglioso cane, iniziò a correre per le scale e perse le scarpe, questo fu il primo incontro tra Giuseppe e bella. Nino aveva incontrato questo cane nel 44 ma il padrone era un suo socio che non volle mai vendergliela, solo che nell'estate del 46 il padrone, ovvero Antonio, fu sorpreso in una rapina a mano armata e messo dentro. A questo punto essendo che bella era sola, decise di affidarla a Nino. Il cane inizialmente non voleva staccarsi da Antonio ma dopo un po' Nino riuscì a persuaderla e a portarla con sé. Bella aveva un aspetto Campagnolo pieno di maestà, il pelo tutto bianco folto e a volte un po arruffato. Nino per stare con bella rinunciava al cinema, spettacoli, Dancing e a tutti quei posti in cui i cani non potevano entrare. il massimo sacrificio che ninnuzzu dovette fare in onore di bella fu rinunciato all'uso della moto. Nino era assecondato da bella al punto che la anteponeva alle ragazze. Andavano spesso al mare e inoltre promise a useppe di portarlo in gita con loro al mare e insegnargli a nuotare, ma le sue giornate diventarono così febbrili da non lasciare spazio per la gita e anche le passeggiate si riducevano a breve scappate. Verso la fine di agosto Nino quando tornò a Roma ebbe un diverbio con le persone che lo ospitavano e da quel momento andò via tornando nella casa materna. Bella non era un cane da appartamento e al suo ingresso in quel piccolo appartamento si rimpicciolì. Ida gli sistemo la stanza al meglio, Bella dormiva con lui nella stanza accucciata ai piedi del letto, aspettando che lui si svegliasse e appena Nino Apri va gli occhi bello balzava in un fracasso entusiasmato cosicché tutto alla casa sapeva del risveglio di Nino, fino a quel momento lda badava a far piano per non disturbare il suo primogenito.Nino rincasava tardi la sera e non solo lda si svegliava al suo ritorno ma anche useppe. Tutti ciò ebbe la durata di 5 giorni ma tanto bastò a lda per caricarsi la fantasia di una famiglia felice. durante una mattinata ci fu una discussione tra Nino e lda, ella continuava a dire che il diploma contava e chè Nino doveva prendere una licenza liceale ma Nino continuava a dire che comunque la guerra l'aveva cambiato e una volta imparato a giocare alle armi ci si rigioca, aggiungendo che loro erano la prima generazione dell'inizio. tutto si concluse con l'abbaiare di bella. In quel momento ida aveva sotto gli occhi a via bodoni un figlio pieno di salute, il quale non aveva bisogno di nessuno e tanto meno di lei. Dopo il discorso Ida era un po preoccupata in quanto era a conoscenza dell'ordine di consegna delle armi alle autorità però ho pensò che il figlio Nino non avesse rispettato quest'ordine così non appena Nino uscì dalla stanza lei si mise a frugare tra le sue cose ma trovo solo panni sporchi e delle lettere e vide solo la firma, Lidia, rimise in fretta il foglio al suo posto. L'unica arma che vide fu un coltellaccio a scatto un po arrugginito. il quinto giorno Nino annunciò che sarebbe partito ma i cani non potevano entrare quindi lo avrebbe lasciato in via bodoni. Dopo quasi due settimane Nino tornò a riprenderla e annunciò che disponeva di un alloggio periferico quasi campetto dove bella poteva abitare assieme a lui. Nino fece poi vedere a Giuseppe l'acquisto che avrebbe fatto, ovvero una Jeep, che anche se non correva tanto era ottima per i corsi d'acqua, i terreni impervi e gli avvallamenti. questa visita fu una delle più brevi in quanto c'era qualcuno in strada che lo stava aspettando in un camioncino Essa non voleva conoscere troppi particolari dell'infortunio. Risultò che viaggiavano in tre, sul camion. Uno, il conducente, era già morto all'arrivo dei soccorsi. Nino era spirato sulla soglia dell'ospedale. Il terzo, ferito all'addome, con le gambe spezzate, giaceva in una corsia di San Giovanni. C'era, nell'episodio, qualche elemento losco, a quanto la stessa Ida poté intendere durante il suo colloquio stuporoso in questura. Pare che quel camion fosse sospetto, per via di una targa rubata, e che, sotto un carico di legname, ci si trasportasse in realtà della merce abusiva, con in più nascoste delle armi non autorizzate, del tipo già in dotazione dell'esercito germanico. L'infortunio era avvenuto poco prima dell'alba. Pare che la polizia stradale avesse dapprima intimato l'alt, ma il conducente, invece di fermarsi, aveva premuto sull'acceleratore, deviando su una strada laterale, non si sa con quale intenzione precisa. Allora si era dato inizio all'inseguimento, al quale gli occupanti del camion (così gli agenti attestavano) avevano reagito sparando alcuni colpi da dentro la cabina di guida. Da parte loro gli agenti avevano risposto ai colpi, però solo a scopo intimidatorio o mirando alle gomme (sul posto s'erano ritrovati in séguito dei bossoli, di cui l'esatta provenienza rimaneva tuttora in discussione). E nel corso della brevissima sparatoria, forse per una manovra errata del conducente, o forse perché la strada era sdrucciolevole (aveva piovuto durante la notte), alla prima curva il camion aveva sbandato, precipitando giù per una scarpata di fianco. Capitolo 8 riassunto Ida, non partecipò ai funerali del figlio Ninuzzo, non aveva nemmeno pianto. Di fronte a Useppe, infatti, doveva forzarsi a nascondere. Urlava soltanto in sogno. Quando le riusciva di assopirsi, ascoltava dei gridi terribili, che erano i suoi propri. Ma questi gridi risuonavano solo dentro il suo cervello. Nella casa, tutto era silenzio. Durante gli ultimi anni, Ida s'era incantata nella magica fiducia che suo figlio Ninnuzzu fosse invulnerabile. E adesso, le era difficile convincersi all'improvviso che la terra viveva, senza Ninnuzzų. Ida si sentiva in colpa per la morte del figlio e più di una volta sentiva nella sua testa la voce di Nino che diceva che la colpa fosse la sua perché lei lo aveva messo al mondo. Questi pensieri cessarono solo dopo poche settimana dalla sua scomparsa. Una mattina alla porta apparve Bella, il cane di Ninnuzzo, tutta denutrita, che riconobbe subito Useppe. Forse, aveva assistito al disastro del camion? sfuggita, per grazia d'intùito, alle mani infide delle guardie e dei barellieri, aveva seguito l'autoambulanza galoppando invisibile fino a San Giovanni, e poi s'era aggirata intorno a quelle mura, intoccabile come un paria, per accompagnare il carro del suo Ninnuzzu? Forse, da allora, era sempre rimasta seduta a vegliare sulla sua tomba, quasi in forma di statua? o forse, al pari di Ida, se n'era andata alla ricerca di lui per le strade di Roma o anche magari di Napoli e di chi sa dove, seguendo gli odori già lasciati da lui nei suoi passaggi, e ancora vivi e freschi sulla terra? Nessuno potrà mai dirlo. La storia di quella sua latitanza restò sempre un segreto suo proprio, su cui lo stesso Useppe,mai le fece domanda, nemmeno in séguito. Dopo un breve periodo di assenza dalla scuola, Ida riprese il proprio lavoro da maestra di asilo. Purtroppo, a causa di ciò che le era capitato, il suo insegnamento ebbe un declino vertiginoso. Molte erano le volte in cui sbadatamente diceva una cosa per un'altra e si assopiva sulla cattedra. Era obbligata tuttavia, secondo il solito, prima di rincasare, a deviare qua e là per le sue spese giornaliere e altri servizi. E non di rado le succedeva, in quei giorni, di sbagliare strada. La guerra era finita, il Duce e i suoi comprimari erano stati sepolti, e la Famiglia Reale aveva fatto le valige; ma chi teneva i fili stava sempre dietro alla scena, pure mentre le quinte giravano. Agli agrari spettava sempre la proprietà della terra, agli industriali quella dei macchinari e delle fabbriche, i gradi agli ufficiali, ai vescovi le diocesi. E i ricchi si nutrivano a spese dei poveri, i quali poi tendevano, a loro volta, a pigliare il posto dei ricchi, secondo la regola generale. Ma né fra tali ricchi, né fra tali poveri, aveva posto Ida. Di politica si interessava poco e l0unico suo problema era quello di evitare di essere cacciata dalla scuola per il suo scarso rendimento. Nel mese di giugno, per la prima volta nella sua vita, essa era stata chiamata a dare il proprio voto alle elezioni. E siccome giravano voci che l'astensione verrebbe registrata a titolo di colpa dalle Autorità, s'era presentata alle urne, fra i più solleciti elettori mattinieri: votando repubblica e comunismo, perché così le avevano consigliato Da 330-354 L'autrice in questa parte dice che i tradimenti, ritardi erano per Remo una tattica e il segreto di essa era solo nella mente del compagno Togliatti. Quel giorno era la vigilia del Nuovo Mondo. La notte del 31 Dicembre 1946, a Roma, la fine dell'anno veniva festeggiata con petardi e bombe di carta. ...1947 Gennaio-Giugno In Sicilia, i proprietari terrieri rispondevano a contadini e braccianti con assassinii di dirigenti sindacali. A Roma,viene confermato il Concordato fra Stato e Chiesa, dall'AssembleaCostituente. Inghilterra chiede l'intervento degli Stati Uniti a sostegno della reazione monarchica contro la resistenza partigiana. Si inizia guerra fredda. Attraverso il piano Marshall gli Stati Uniti intervengono con aiuti economici. Ripresa della corsa agli armamenti, specialmente del segreto atomico, rimasto monopolio degli Stati Uniti. Nei paesi del blocco occidentale, tensioni fra partiti di destra e sinistra. In Grecia ancora guerra civile.In Cina, controffensiva vittoriosa dell'Armata Ross. In Vietnam, vengono respinte le condizioni di armistizio presentate dai Francesi. Fondazione in Italia di un nuovo governo, con De Gasperi, con esclusione dei Comunisti. Luglio-Settembre Dopo 30 anni di lotta contro l'impero Inglese, condotta da Gandhi, con mezzi non violenti, India ottenne indipendenza.Territorio suddiviso in 2 Stati: India e Pakistan . Conflitto tra Indù e Maomettani sanguinoso con tanti morti. Al colonialismo subentra il neocolonialismo. Ottobre-Dicembre Fondazione del Cominform (Centro informazioni dei partiti comunisti europei). Rottura di trattative di pace tra le Potenze dei due blocchi. In Italia, scioperi, scontri e uccisioni. Negli Stati Uniti, fabbricazione primi missili, già inaugurati dalla Germania nella Seconda Guerra Mondiale. Continuando dopo questo breve excursus storico l'autrice dice che sul finire dell'invermo, a casa di lda era stato messo il telefono e la prima chiamata la ricevette da Useppe. Lui non resisteva all'attrazione di quell'oggetto appeso, metteva curiosità. Useppe continuava a chiamare, ma alcune volte lda non rispondeva. Cosi, dopo un pò Useppe si stancò di quell'oggetto. Ida andò dalla dottoressa, che le diede un foglietto strappato dal ricettario con l'indirizzo di un Professore specialista, che avrebbe potuto sottoporre il malatino Paradiso perché non vuole che ci sia qualcosa dopo la morte. Subitodopo manda via Useppe e Bella dicendo che li avrebbe cercati lui. L'indomani, il piccoletto con la cagnolina tornano da lui ma Davide non in casa. Passano i giorni e Davide non si fa più vivo. Un giorno fecero un altro incontro importante: un ragazzetto, di circa 13 anni, che si stava nascondendo dal fratello perché fuggito dal Riformatorio. Il suo nome è Scimò (in realtà era il cognome, ma lui si faceva chiamare così). Una mattina mentre ritornavano al nascondiglio di Scimò, Useppe e la cagnolina fecero un incontro inaspettato alla fermata del pullman: una ragazza con una neonata in braccio che li riconosce e dice di essere Patrizia; tra una lacrime e l'altra, la ragazza rivela che la bambina in braccio, Ninuccia, è la nipote di Useppe, lasciandolo sbalordito e una volta incontrato Scimò, racconta tutto all'amico. Nonostante questa nuova amicizia con Scimò, Useppe continua a pensare a Davide; una volta solo, davanti ad un fiume questa tristezza gli porta una leggera crisi: questa volta solo con leggeri tremiti di tutti i muscoli, appena riuscì a calmarsi si addormentò sotto al sole insieme a Bella. Riassunto Elsa Morante da pag. 379 a pag.402 UseRRe lasciato a sè stesso avrebbe dormito ancora per ore.Ma Bella lo svegliò alzandosi e scrollandosi la pelliccia. ll viaggio di UseRre verso casa fu strano, perché, sebbene muovesse i piedi dietro al guinzaglio di Bella, non era del tutto uscito dal suo sogno. Era cosl assonnato che a cena la testa gli ciondolava. E il giorno dopo seguitò a dormire fino oltre l'ora di pranzo, resistendo ai richiami di Ida. Quando finalmente si alzò, gli ci volle un poco per ritrovare il senso del tempo. D'un tratto si ricordò che Bella e lui dovevano incontrarsi con Scimó alla capanna. Ci arrivarono verso le quattro: troppo tardi per l'appuntamento con Scimó. E difatti, Scimó non c'era. La capanna era come loro l'avevano lasciata il glorno avanti. . UsepRe non si accorse del fatto che la candela non era calata d'altezza da ieri. Unica novità: la sveglia era ferma. UseRRe suppose che Scimó, per la fretta, avesse trascurato di caricarla. E siccome aveva imparato a riconoscere le ore sugli orologi, vide che essa segnava le due. Quel due per lui significava senz'altro le due del pomeriggio; mentre la sveglia, invero, al momento che s'era fermata senza carica, faceva le due di notte. UsepRe non sapeva, né seppe mai, che Scimó da quando li aveva salutati, ieri, non era più tornato a dormire nella capanna, e aveva passato la notte al riformatorio. UsepRe si disse, amareggiato, che certamente Scimó, dopo avere atteso invano lui e Bella all'appuntamento, se n'era andato senza più aspettarli, per trovarsi in orario al primo spettacolo domenicale. E certo a quest'ora si trovava già al cinema, né sarebbe tornato alla capanna prima di notte. Così, per oggi, non si sarebbero riveduti. Questa idea già bastava a dargli dolore. Per un dovuto rispetto al domicilio di Scimó, uscì dalla capanna, e si sedette in terra, a un passo dall'entrata. Bella, vedendolo triste, gli si sedette accanto senza disturbarlo, tutta quieta, solo ogni tanto divertendosi a dare una testata nell'aria, per mettere paura a un moscerino di passaggio. A dispetto della sua età, e pure nelle situazioni più serie, essa si lasciava sempre tentare dal suo passato di cucciola.Una certa stanchezza, da leri, durava ancora nel corpo di UsepRe, che non aveva voglia di rotolarsi, correre e arrampicarsi come gli altri giorni. Ma nel tempo stesso lo prese un'irrequietudine che lo tentava a spostarsi e cambiare luogo,pur senza indicargli dove andare. Perfino nella tenda d'alberi gli durava questa impazienza. Il tetto di rami gli riportò una vaga remlniscenza del sogno di ieri, che però oggi, in gran parte, s'era già scancellato dalla sua memoria. Non ne ricordava più | particolari. Quello che ricordava del sogno era una distesa acquatica e un dolce movimento di colori con insleme un bisbiglio canoro che mettevano in lul un desiderio di lettuccio e di riposo, contrastato da una paura di rimettersi a dormire, mentre tutti erano svegli. Vedendolo bisognoso di conforto e di svago, Bella, seduta accanto a lui, risolse di raccontargli una storia. Raccontò di quando divenne madre e i suoi cagnolini scaparono senza fare mai ritorno. Poi iniziano a parlare della bellezza dei cuccioli di bella e della bellezza di UsepRe, Scimò e Davide, però da qualche tempo lui veniva scansato e si capisce: era perché teneva questo brutto male. «Annàmo via», disse a Bella.Le strade erano animate dalla folla dei pomeriggi domenicali. Di là da certe case in costruzione, su un terreno aperto s'era attendato un grande lunapark. UsepRe, che s'era spinto irresistibilmente con Bella fino sul margine del lunapark,ebbe una involontaria risatina di gioia, alla presenza di questi macchinari fantastici. Ma sùbito si ritrasse, con un sentimento di nostalgia mista di delirio, come davanti a una ebbrezza negata. E un fatto che, dall'inizio del suo male, la notte aveva certi sogni di paura (sebbene pol li dimenticasse) nel quali precipitava dall'alto in voragini cieche, oppure veniva mulinato su orbite incommensurabili in un vuoto rutilante e senza principio né fine. Il possesso, nella tasca abbottonata, del soliti quattrini da spendere, lo invogliava a farsi avanti, verso le bancarelle, ma anche qui, la calca festante lo respinse solitario indietro.Poi,sulla via Marmorata verso il Testaccio, s'incontrarono col carrettino isolato di un gelataio.E allora UsepRe si decise a tendere la manuçcia coi soldi, nell'acquisto di due coni: uno per sé e uno per Bella. Anzi, Incoraggiato dalla faccia del gelataio, il quale era un ometto sguercio, dal sorriso simpatico, vedendogli l'orologio gll domandò: «Tu, che ora fal?». «Le cinque e mezza», rispose il gelataio. Era ancora presto per rincasare. E d'un tratto UsepRe prese la risoluzione impulsiva di far visita a Davide Segre. Usepre ebbe l'idea di portare in offerta al suo amico quel flasco di vino che giorni prima era stato acquistato da Ida apposta per lui. C'era speranza che Davide, al vederli presentarsi con quel regalo, oggi non li caccerebbe di casa. Per tornare sui loro passi verso Via Bodoni, stavolta,invece che Vla Marmorata, presero le strade interne del quartiere. Dalle finestre, dai caffè e dalle osterie, li accompagnavano le voci unlformi delle radio, che trasmettevano i punteggi delle squadre di calcio; ma incrociando Via Mastro Giorgio udirono, da dentro un'osteria, qualcuno gridare: «guerra... storia...» e altre parole coperte dalla radio. Era la voce di Davlde.UsepRe conosceva l'osterla, per averci talvolta accompagnato Annita Marrocco, la quale ci si recava a prendere il vino. Agitato dalla sorpresa, istantaneamente sl fece sulla soglia del locale; e scorto Davide, gli disse forte: «Ahól» facendogli con la mano il suo familiare gesto di saluto. C'era una sola tavolata di avventori, tutti povera gente del quartiere, e tutti uomini piuttosto anziani, dei quali un gruppetto di quattro giocava alle carte, e gli altri, più numerosi, seduti all'intorno accanto ai primi, o un poco più indietro, assistevano al gioco senza parteciparvi. Davide era nel numero di costoro, per quanto non mostrasse alcun interesse alla partita. Il suo posto, fino a un momento prima, era stato a un tavolinetto ià prossimo, dove lui sedeva a bere da solo, e sui quale rimanevano tuttora, lasciate da lui,un paio di feiette, una vuota, e l'altra a metà. Lui stesso, d'un tratto, aveva girato la sua sedia, prendendo posto alla tavola vicina, senza che nessuno ce lo invitasse. Alla vista di Useppe e di Bella, una Iuminosità subitanea, dolce e fanciullesca, gli accarezzò la faccia per un momento: «Useppe!» esclamò nel tono di chi incontra un amico. E Useppe, insieme a Bella,gli fu vicino in un balzo. «Méttit 人 qui» , lo invitò Davide , accostando a sé una sedia libera. Però non appena Useppe,raggiante di contentezza, ci si fu seduto, non s'occupò più di lui. Dopo quel suo fugace movimento di benvenuto, la sua faccia riprese la stessa espressione tesa e bruciante di poco prima. Di Useppe e di Bella non s'occupava nessuno là intorno. Ma cosi soddisfatti erano i due della loro presente situazione, da non chiedere niente di più. La vicinanza di Davide, pure incutendogli rispetto, lo liberava da ogni disagio. E inoltre, fra i presenti (in aggiunta a un paio d'altri personaggi del quartiere già da lui conosciuti di vista) aveva scorto sùbito una sua vecchia conoscenza: Clemente,il fratello di Consolata. Gli fece un timido cenno d'intesa, ma quello non lo riconobbe. Non giocava, e stava seduto fra i giocatori, quasi dietro alle loro spalle, sul lato opposto a quello di Davide. Rimpicciolito dalla magrezza estrema, di un pallore verdastro, con gli occhi infossati e torbidi da morto. Sulla mano mutilata, al posto del guanto di maglia nera di Filomena, attualmente ne portava un altro, assai consunto, di pelle tinta marrone-rossiccio.Però veniva sempre inteso col suo nomignolo di Manonera. La sua condizione era d'invalido e disoccupato senza rimedio; e la sua dipendenza definitiva dalla sorella lo aveva ridotto a odiarla, e a farsene odiare. Specie i giorni festivi, che lei non si assentava per il suo lavoro, quest'odio lo cacciava di casa fino dalla mattina; e trascorreva le intere sue domeniche suo padre e sua madre, senza nessun sospetto di offendere, chiamavano inferiori i dipendenti; e anche la loro usuale cordialità verso costoro pareva sempre concessa come un'elargizione dall'alto. Poi racconta di uno dei suoi primi urti, quando aveva 11 anni ed era in macchina con il padre, vennero fermati per strada da un uomo che lavorava per il padre e poco prima era stato licenziato, quest'uomo ricorda Davide cercava di spiegare le sue ragioni con educazione, ma il padre lo zittii urlandogli contro gonfio di collera. In quel momento Davide provò un senso di schifo nel trovarsi in macchina con il padre e per tutta la giornata non le rivolse parola; da li ha iniziato ad odiare i suoi famigliari e a vederli con occhi diversi. «E dove si trova, adesso, la tua famiglia?» s'interessò, a questo punto, l'ometto dagli occhi sanguinosi. Ma Davide non rispose alla sua domanda, né mostrò di reagire all'interruzione altro che con uno sguardo vacuo, tornando poi sùbito, e quasi di rincorsa, a sgranare il suo rosario d'imputazioni. «E una bella ragazza, tua sorella?»lo interpellò qua, direttamente,il vecchio dalla medagliuccia."...SI...»rispose Davide,interdetto, dopo un istante, «è bellna...»E,In questa risposta, attraverso la sua voce imbronciata emerse involontario un compiacimento fraterno in cui tutte le sue durezze precedenti si scioglievano, «... però, è stupida...» aggiunse, col tono di certi fratelli quindicenni che, per pudore, fanno mostra di canzonare. «E dove si trova, adesso, tua sorella?» tornò a interessarsi l'ometto dagli occhi sanguinosi.Stavolta, Davide non lasciò la sua domanda senza risposta. Li per li, si ristrinse nel corpo, stralunato, come sotto un'ingiurla o un'intimidazione. Poi fece un sorriso miserabile e rispose bruscamente: «Si trova nel mucchio». L'ometto, non comprendendo, rimase inespressivo. «E pure mio padre e mia madre», ripigliò Davide, con uno strano accento neutro e meccanico, quasi recitasse una litania, «e... e gli altri. Tutti nel mucchio. D'un tratto, a questo tumulto visiblle gli subentrò il vuoto, i suoi occhi si agghiacciarono. E volgendosi ai vicini, s'informò con una piccola risata fredda: «Non ne avete sentito parlare, voi, dello ZYKLON B6? (si tratta, per chi non lo sapesse, di un composto chimico usato dal Nazisti per lo sterminio nelle camere a gas). Nessuno dei vicini aveva udito menzionare un tale oggetto; ma dedussero che dovesse trattarsi di qualcosa di grottesco, dal modo come lui se ne esilarava. «Ahó, Vyàxide!» si fece udire a questo punto la voce di UseRRe, Ma stavolta essa aveva un suono spezzato, inservibile e distante, quasi l'agitarsi di una manina invisibile dietro una palizzata fitta. Del resto Davide meno che mai sembrava in vena di risponderle:forse anzi nemmeno la percepi. Nessuno nel locale lo stava ad ascoltare. Sul più bello davanti al suo totale insuccesso venne turbato da sospetti incresciosi sulla propria oratoria e gli tornò in mente un sogno avuto in passato precisamente al tempo che si chiamava Pietr e si era dato partigiano nei Castelli. Era stato nell'ultimo periodo quando i viveri più scarseggiavano,una notte che lui faceva il suo turno di vedetta alla base. Fra la stanchezza della veglia, e la debolezza per il vitto scarso, a una cert'ora di quella notte lo aveva preso una sonnolenza terribile. E lui, per vincerla, non faceva che camminare su e giù, evitando di fermarsi, o, tanto meno, di sedersi; ma pure, in un punto,gli era capitato invincibilmente di assopirsi addossato al muro, in piedi come i cavalli. Per quanto, certo, di durata brevissima,la sua dormita era bastata a portargli un sogno. E questo era il sogno: lui si trova in una cella bianca,stretta appena a misura d'uomo, ma dal soffitto vertiginoso, così alto che si perde alla vista. E i suoi occhi si protendono verso l'alto,in attesa, poiché si sa di certo che fra poco, giù da quel soffitto invisibile, un Essere ultraterreno scenderà fino a lui per una Rivelazione. Si tratterà (questo è già previsto) di una sola e breve frase: la quale però conterrà in sé la somma delle verità universali uniça soluzione definitiva che libererà l'intelletto umano da ogni ricerca... L'attesa del sognatore non è lunga. L'Essere non tarda a scendere, fin quasi alla sua altezza. E una figura superumana, in tunica e barba bianca, dall'aspetto maestoso. Si arresta sospeso nell'aria di fronte al sognatore, e gli dice con voce tonante: Per una zuppa calda, è buono pure bollire i pezzi delle suole vecchiel Poi si dilegua. Il ricordo di quel sogno gli si accompagnò a un sospetto subitaneo: forse, io credo di tenere chi sa quali discorsi importanti, e invece, da quando ho aperto bocca,non faccio che sbraitare delle insulsaggini ridicole, senza logica né connessione... Questo non fu, tuttavia, per lui, che un obnubilamento passeggero, di là dal quale ritrovò, lucida, la propria fissazione odierna di dovere svolgere un certo gomitolo, come nelle leggende,per arrivare chissà dove: forse a salvare qualcuno, o almeno qualcosa... Non ne aveva idea. Sapeva solo che oggi era il giorno. Come dovesse attraversare un ponte, che poi verrebbe vietato al passaggio Si gettò, allora, alla ripresa con un nuovo respiro, dopo l'ultimo salto dell'ostacolo: Alla folla bisogna parlare di partiti, di bandiere pensò, lo li annoio. Bisognerebbe aver l'arte di intrattenerli... di divertirli... » Qua gli balenò a proposito una trovata brillante, e ci si mise a ridere in anticipo, con una dolcezza inerme e fiduciosa: «Non mi ricordo in che libro», raccontò,«ho letto l'aneddoto di uno scrittore che visita un manicomio. Un malato gli si avvicina e gli sussurra, indicandogli un altro malato: Occorre guardarsi da quello, che è matto, si crede d'essere un bottone. Ma fidatevi di me, se lui davvero lo fosse, il primo a saperlo sarei io, che sono un'asola!!»Anche questa gag di Davide falli l'effetto sperato, il solo a riderne, di fatto, fu Useppe, il quale, del resto, là dentro, era l'unico attento ascoltatore di Davide; e non importa se dei suoi discorsi non capiva quasi niente, che anzi proprio per questo essi gli suonavano più venerabili,come oracoli.Avvertiva tuttavia, fin da principio, nella condotta del suo amico, qualcosa d'inquietante, peggio d'una tristezza o di una malattia, così che spesso era tentato di dirgli: «Annàmo via, Davide?» ma non osava. Era entrata, frattanto, nell'osteria, un'altra sua vecchia conoscenza, lo strillone di giornali amico dei Marrocco, che lui riconobbe sùbito,per quanto lo vedesse mutato. Ma sebbene in passato gli si mostrasse cordiale, colui rispose al suo saluto festoso con un gesto vago, e alquanto scostante. Qualche mese prima, lo aveva colpito una trombosi, che lo aveva tenuto a lungo all'ospedale, lasciandolo mezzo paralizzato S'appoggiaya a un bastone, tutto sbandato, con la faccia avvilita e gonfia in cui si leggeva una continua paura di morire. E non poteva più strillare i giornali né bere vino. Dall'ospedale, s'era trasferito in casa d'una nuora, un appartamento al primo piano, rumoroso e ristretto, sopraffollato di nipoti ragazzini. E presentemente vedeva tutti i ragazzini viventi come un disastro. E in quanto a Davide, non sembrava averlo più rivisto dopo il primo incontro a casa Marrocco. I due non si salutarono, a ogni modo, né mostrarono di conoscersi; né Davide avrebbe potuto, da parte sua, prestarsi a saluti o simili convenienze, ormai travolto dal suo flusso verbale come certi infermi dimenticati nelle corsie,Ogni tanto, è vero, i suoi occhi giravano intorno per la tavolata, interroganti e sperduti, arrestandosi un poco ora su questo ora su quel viso, con l'aria di mendicare una risposta; ma il solo interlocutore (se tale poteva dirsi) che gli restasse tuttora disponibile, era Clemente Manonera. Costui da ultimo anzi non cessava di guardario un poco di sbieco e con la sola parte inferiore dell'occhio, sempre in una medesima espressione astiosa, di tedio e di sarcasmo. Al momento di raccontare la sua barzelletta, Davide aveva fatto un nuovo tentativo di mettersi in piedi, ma presto era ripiombato giù, rotto dalla spossatezza che quasi lo riduceva al deliquio, nel tempo stesso che lo eccitava a discorrere, come in certe insonnie morbose. La voce gli si faceva sempre più bassa e roca; mentre in lui ritornava, frequente ma discontinua, la sensazione di gridare, come a un comizio. «lo», borbottò, sudando, «sono un assassinol In guerra, c'è chi ammazza spensierato, come andare a caccia. Ma io, invece, ogni volta assassinavo! Un giorno, ho assassinato un tedesco: un individuo odioso, repulsivo! E mentre agonizzava, mi sono tolto il gusto di finirlo a calci, pestandogli la faccia a morte coi miei scarponi.Allora,preciso in quell'atto, m'ha invaso il pensiero:Eccomi diventato tale e quale a lui: un SS che massacra un altro SS...Tutti quanti», disse in sua difesa o riscatto, «ci portiamo dentro nascosto un SS! e un borghesel e un capitalista! e forse anche un monsignore! Tutti quanti noi! borghesi e proletari e...anarchici e comunistil Tutti quanti... Ecco perché la nostra lotta è sempre un'azione monca... un eguivoc9~un alibi.. false rivoluzioni, per evadere dalla rivoluzione vera, e conservare il reazionario che sta dentro a noi! Non indurci in tentazione significa: aiutaci a eliminare il fascista che sta dentro a noi! ‘Ur e_PEUA “Made comi PA TASETAAUQUE N DOSI sc DI Ca a os nArZA feStaRà , SÌ ai Ti PRoOno DI AVER UN AUrRO OR INT PESCE LEE ORIERA cata SS LORD Peer mol DE RES ee ET moi ANSIA » PES S te ERÈ SONO puttAcARUA ud PLENNA NON TA ND e SO \ iS Lul RI et ERP “SR Vado Sato d BELL Rae A Se ARFÒ RIPETE PERDE af a fs SEPCCARENIAGESLENDI, CRCR E arkua IS ERE Ep AA SE vano NE SOMmo SI Ri Neo Spore BSESE - el inizia nat RERÙA È vor DI PORTA est RU TRO Pustentao, i umana ER E RE OE SRE BESSUATE MEN LOonanà LeSAroe + SPESO fECNSSRE ceeufaro Sa MASRe BLU Epprriora CD Ria (ER SOMERSERAA atorttor gt tetano o SEE REL CAPPORTAMENTR RE Ad METENTATRITE RIO LUNA AGGAYATÀ Ù BEPPE WMAMÒ RIPETUTAMENTE DANCE * co NQnigrre salto, DEE pie LA mPATB UR URSLACSFEALA ABRSES O AUBLUFIASITARANAN GA un seen so rie cono vosit ni Fasano OR TA DER = SL “daranno ve ere di NE © SEGLT . a SESTA NGTE pafide SEGRE MOeIA NELA Sua grantà TEOYÒ il AGUO DEVA PROFLIETARIA DEA Bagna ME ANCORA PESPIRANA | BEPPURE. IMPERCE MBILMENTE, ANVINGi AMO AL CUSCINO , APPENA ALZSTO LA Sua RESPIRARRON® coso, AD UCCIDERLO UNA iIPERDOSE - LA SUA. PPESONTA ORDALIA i ERA RISOLTA Con) UNA pe VERGOGNAS A _ PROBABILMENTE NELL'INIETTARSELA LA SoA) gouonttao Nol ERA GUHELA DI MORiCE NA SOLTANTO DI Parsi Un DOEMITA CRE LO GUARISSE - DI oNecra Imeeesa PINA DI ONIO: NÉ ina, NE LSEPPE , NE BELA eB&cROo MAI NONTBA, dofo L'Accesgo USER AL RIS RISVEGUO Non fe MAN RITO iL ioni DI DANN © IDA Pisperd GWESTO SUIENRTo SENZA COo BRERNE | MOTI, LUSEPPEO TUIEALIA ic ERA + LO Stesso Prima , ERA CONFoss Scam ita LU INBOmAni x VERI E | Stai OCCHI SI ERANO VELATO DI UNA Sogra DI NEBBIA, IDA ANENA PUCOMINUATO A SOMMINI STRARGU DI nascosto LFEPRNAGI O GEE ANAIA Sinesso NI DARGU NEDENTBOLO TRANQUILLO E FELUG. sguecettiyamente LS eifarrd AL POLCLINOD , QUI LA Sstope LL AIMPRO NERO X non auEE. LasiciTto Al meEDICO SO SPENDENDO LA SiraminiSTRATIONI bei FARMAtI AL FIGNO, Da pagina 427 a 448 A seguito della morte di Davide, le condizioni di Useppe peggiorarono ulteriormente. Infatti, l'ultimo capitolo del libro vede il progredirsi della sua malattia, accompagnato dal timore e dall'ansia di Ida nel vedersi abbandonata anche dal suo ultimo figlio. Nella parte iniziale del capitolo vi è un continuo dialogo tra Ida e la dottoressa di Useppe. riguardo le condizioni preoccupanti del bambino, non soltanto a livello fisico, perché a preoccupare era anche la sua condizione psicologica, in quanto Useppe non era più il bambino di un tempo e i suoi occhi, la cui caratteristica principale era la vivacità, erano ormai spenti e tristi. Useppe era continuamente colpito da attacchi, aveva paura di uscire di casa, fino ad arrivare al punto di non avere più la cognizione del tempo, con brevi momenti di lucidità che facevano riaffiorare in Ida un sentimento di speranza. C'è un punto, verso la fine del libro, in cui l'attrice spiega che da quel momento sarebbero mancati soltanto due giorni alla morte di Useppe e che, in qualsiasi altro caso, sarebbe bastato narrarla e terminare il romanzo, ma, per una vita piena e speciale come quella di questo bambino, il racconto degli ultimi due giorni sarebbero equivalso al racconto di anni ed è infatti in quest'ultima frazione della sua vita che Useppe, accompagnato dalla sua compagna di avventure Bella, fa il suo ultimo incotro: Pietro Scimò, la cui presenza riporta luce nella vita di Useppe. Ogni giorno, accompagnato da Bella, si incontra con Scimò, trascorrendo interi pomeriggi insieme. E' deducibile egli vedesse in Scimò qualcuno con cui colmare l'assenza di Davide, tanto e vero che, per un momento, ha creduto di dover incontrare lui e non Scimò Questo perhè la malattia di Useppe faceva brutti scherzi alla sua mente, era spesso colpito da visioni e allucinazioni. Una volta, ad esempio, mentre era sul ramo di un albero, gli parve di vedere uno spettacolo naturale.Lo spettacolo esilarava Useppe e, nel momento stesso che esso svaniva, Useppe inventò la seguente poesia: «Il sole è come un albero grande che dentro tiene i nidi. E suona come una cicala maschio e come il mare e con l'ombra ci scherza come una gatta piccola». Ma una delle allucinazioni più gravi fu quando scambiò un gruppo di ragazzini della sua età per dei pirati dai quali difendersi. Il che irritò i bambini, che si difesero, picchiandolo e prendendolo in giro, fino a quando colpito da un attacco, Useppe cadde a terra e rotolò giù per una collina, inerme, scatenando l'ira di Bella e la paura nei bambini che poco dopo fuggirono. Bella prese a correre al fine di avvertire Ida, che al contempo aveva fatto un sogno: era all'ingresso di una nave con un bambino, il quale, a seguito del rifiuto di imbarco, aveva cacciato un oggetto fisicamente dentro il territorio orientale, e politicamente spartita a mezzo fra i due blocchi opposti. Continue fughe di berlinesi dal settore est al settore ovest.-Nasce ufficialmente l'esercito della Germania Federale. - In opposizione al Patto militare del blocco occidentale (NATO) i paesi del blocco orientale firmano a loro volta un'alleanza militare (Patto di Varsavia). -Gli USA sperimentano la prima bomba atomica subacquea. - L'URSS attua il primo lancio sperimentale di una bomba H da un aereo..... 1956-1957-1958-1959-1960-1961 Comincia la battaglia di Algeri contro i Francesi. -In URSS,al Ventesimo Congresso del Partito, Krusciov denuncia il regime di terrore del defunto Stalin. Ha inizio la destalinizzazione. -Rivolta in Ungheria domata dall'intervento militare sovietico. - Crisi di Suez. Boicottaggio egiziano del Canale, che blocca l'afflusso verso Israele di emigranti e rifugiati ebrei da tutto il mondo. Vittorioso attacco di Israele contro l'Egitto. Azione militare di Franco-Inglesi che tentano l'occupazione del Canale e bombardano il territorio egiziano. Minaccia d'intervento sovietico e ritiro delle truppe franco-inglesi.-A Cuba,guerriglia contro la dittatura di Batista, condotta da Fidel Castro. Nell'Indocina, finalmente evacuata dai Francesi, ha inizio una lotta di liberazione dei partigiani comunisti seguaci di Ho Chi-minh (presidente del Vietnam del Nord) contro un governo dittatoriale instaurato nel Vietnam del Sud sotto la protezione americana. - Esplosione sperimentale della prima bomba H inglese. - Gli USA e l'URSS producono missili balistici intercontinentali con testate nucleari in grado di raggiungere qualsiasi punto del Globo.Nessun accordo fra le Potenze per la città di Berlino. - A Cuba, vittoria trionfale dei rivoluzionari di Fidel Castro e fuga del dittatore Batista. - Incominciano a manifestarsi divergenze politico-ideologiche fra le due massime Potenze comuniste (Unione Sovietica e Cina popolare). - Scontri alla frontiera Cin0-indiana.- Movimenti insurrezionali nel Congo Belga, sotto la guida di Patrice Lumumba. I Belgi abbandonano la Colonia. Scontri e disordini in tutto il paese. Dimostrazioni in Italia contro la recente instaurazione di un governo di tendenze neo-fasciste. Cariche della polizia contro i dimostranti con morti e feriti in tutto il paese. Dimissioni del Governo. -Sperimentata la prima bomba atomica francese.-Si acuiscono le divergenze fra la Cina comunista e l'Unione Sovietica. -In Germania, viene realizzato un processo (segreto di stato) per la fabbricazione di armi atomiche anche da parte di paesi sprovvisti di mezzi. - Caos nel Congo. Lumumba assassinato.- In Algeria, continua la lotta per l'indipendenza con feroci repressioni da parte dei colonialisti francesi.-Attacco anticastrista a Cuba con lo sbarco di un corpo di spedizione alla Baia dei Porci e bombardamento sulla capitale. L'attacco viene respinto. - A Mosca,i delegati cinesi abbandonano in segno di protesta il Congresso del Partito dell'URSS. -A Berlino Est (settore sovietico) costruzione di un muro fortificato lungo la linea di frontiera con Berlino Ovest. Chiuso il settore orientale ai berlinesi occidentali. Divieto di lavoro ai pendolari risiedenti a Berlino Est e già occupati a Berlino Ovest. Divieto di uscita da Est a Ovest. Ordine di sparare a vista a ogni tentativo di infrazione.-Nel Vietnam, continua l'opposizione alla dittatura. Inutili i mezzi di repressione adottati dal Governo (la popolazione contadina, complice abituale dei partigiani, viene segregata in villaggi fortificati,ecc.).- Nelle nazioni avanzate, si estende lo sviluppo progressivo e mastodontico delle industrie, che vanno succhiando le migliori energie e accentrando in sé tutti i poteri. In luogo di servire all'uomo, le macchine lo asserviscono. Lavorare per le industrie e comperarne i prodotti diventano le funzioni essenziali della comunità umana. Alla proliferazione delle armi si accompagna una proliferazione di beni di consumo irrisori e subito scaduti per le necessità del mercato (consumismo). I prodotti artificiali (plastiche) estranei al ciclo biologico trasformano la terra e il mare in un deposito di rifiuti indistruttibili. Sempre più si allarga, sui territori del mondo, il cancro industriale che avvelena l'aria, l'acqua e gli organismi e assedia e devasta i centri abitati, così come snatura e distrugge gli uomini condannati alle catene nell'interno delle sue fabbriche. Per l'allevamento sistematico di masse di manovra al servizio dei poteri industriali, i mezzi di comunicazione popolari (giornali, riviste, radio, televisione) vengono usati per la diffusione e la propaganda di una «cultura» deteriore, servile e degradante, che corrompe il giudizio e la creatività umana, occlude ogni reale motivazione dell'esistenza, e scatena morbosi fenomeni collettivi (violenza, malattie mentali, droghe). - Con la febbre esclusiva del consumo e del guadagno, si attraversa un periodo temporaneo di boom economico in varie nazioni, fra cui l'Italia. -Competizione economico-industriale con l'America da parte della sua rivale URSS, dove si dà tuttora prevalenza alle industrie pesanti. - In séguito a divergenze politiche, l'URSS ritira i propri tecnici dalla Cina, con la sospensione di 178 progetti industriali in questo paese. -Nuovi esperimenti sovietici con armi nucleari: esplosione di una super-bomba di energia pari a circa 100 milioni di tonnellate di tritolo (cinquemila volte più potente di quella lanciata su Hiroscima). - Secondo gli ultimi calcoli, le spese per armamenti in tutto il mondo assommano a circa 330 milioni di dollari al giorno..... .....1962-1963-1964-1965-1966-1967 Vittoria delle forze di liberazione in Algeria. - Scontro fra cattolici e protestanti in Irlanda. - Installazione di basi missilistiche sovietiche a Cuba e conseguente blocco della flottiglia sovietica da parte degli Stati Uniti (crisi di Cuba). Smantellamento delle basi da parte dell'URSS. - Enciclica «Pacem in terris» del papa Giovanni XXIII. - Morte di Giovanni XXIII.-Nel Vietnam, proseguono le offensive dei partigiani e le repressioni del Governo. Per protesta contro la dittatura, alcuni buddisti si bruciano vivi in roghi volontari. - Scontri di frontiera fra Algerini e Marocchini.-Assassinato a Dallas John Kennedy, presidente degli Stati Uniti. -Aperta rottura fra la Cina comunista e il Partito Comunista Sovietico. -Colpo di Stato militare nel Vietnam, con l'appoggio degli Stati Uniti, che intervengono con bombardamenti massicci nel Vietnam del Nord. -La Cina sperimenta la sua prima bomba atomica. - Gli Stati Uniti procedono alla loro escalation contro il Vietnam, in cui seguiranno la tattica di guerra totale dei tre tutti (tutto uccidere, tutto bruciare, tutto distruggere). Nuove tecniche scientifiche per l'escalation: bombe a bilia (capaci di liberare in un solo lancio milioni di bilie d'acciaio di effetto mortale), erbicidi e defoglianti chimici per la distruzione totale delle vegetazioni e della natura, ecc. - Colpo di Stato militare in Algeria.-Colpo di Stato militate in Indonesia. Il Comunismo messo fuori legge. Mezzo milione di comunisti ammazzati. - Esperimenti atomici sotterranei nell'USA e nell'URSS. -Continua e si dilata l'industrializzazione intensiva, promossa dalle Potenze occidentali e orientali. -Intere popolazioni uccise dalla fame nei paesi del Terzo Mondo. - Procede l'escalation americana. Tremilaseicentoventuno bombardamenti aerei sul Vietnam in sei mesi, dichiarano gli Stati Uniti. - In Grecia, i militari assumono il potere e sospendono la costituzione. Deportazioni e arresti in massa..... .....e la Storia continua.....
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