Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto "La Storia moderna" di Paolo Prodi, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto capitolo per capitolo del libro "La storia moderna" di Paolo Prodi per esame universitario di Storia moderna

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 26/12/2019

al.pi
al.pi 🇮🇹

4.7

(45)

22 documenti

1 / 12

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto "La Storia moderna" di Paolo Prodi e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Capitolo 1 Storia: - Non studia genericamente il passato, ma il passato che è in noi. Affermazione che risale all’Ottocento, periodo in cui la storia ha assunto lo statuto di disciplina scientifica. - Non mira a una ricostruzione (impossibile) di un passato ormai tramontato ma è una scienza che ci aiuta a comprendere la società del presente, quindi non un’immagine dell’accaduto in sé ma della nostra concezione ed elaborazione intellettuale di esso. Il lavoro dello storico consiste in una continua tensione tra il suo interrogarsi sul presente e la ricerca di risposte che provengono dal passato. - Funge da sostegno alla politica, perché fornisce strumenti allo Stato, al popolo e all’esercito. L’uomo di Stato è uno storico pratico. - Rispetto alle scienze sociali che forniscono un fotogramma immobile della realtà la storia deve recuperare l’elemento dinamico. La vicinanza dei fenomeni nel tempo è pericolosa perché rende più difficile la prospettiva. - L’identità collettiva data dalla storia è tanto importante quanto quella individuale. Tempo: il divenire della storia. - Non si tratta di trovare una causa o la causa di un fenomeno che vogliamo studiare, ma di mettere in luce la rete che collega gli avvenimenti nella vita concreta degli uomini. Per questo è indispensabile una preliminare conoscenza cronologica. - Non esiste un tempo unico ma una molteplicità di tempi storici, che derivano dalla coscienza culturale che l’umanità ha avuto del tempo nelle varie epoche. La pluralità del tempo è legata alle caratteristiche del fenomeno specifico che si vuole studiare. - L’evento non esiste o esiste come particella, come realtà sempre ulteriormente frammentabile. - Durata: i ritmi sono molteplici a seconda dei fenomeni che studiamo. - Strutture: quei grumi che si formano nel fiume del tempo e che per la loro interna coesione rappresentano elementi di lunga o lunghissima durata. - La definizione di epoche serve ad orientarci ma si tratta di astrazioni. La periodizzazione della storia è un processo mentale che varia secondo il tempo e la cultura dello storico e dipende dai fenomeni che vogliamo studiare. Estensione dello sguardo a settori della vita umana prima trascurati: il clima, i sentimenti, la vita quotidiana, la cultura materiale, le malattie, la vita sessuale… la storia comprende tutta la vita dell’uomo in società nella sua complessità quotidiana. Sotto la spinta delle scienze sociali la nostra attenzione verso questi fenomeni della quotidianità si è accentuata. Dimensione spaziale: - Per lungo tempo si è distinto tra una grande storia (storia generale) e una storia locale, ma con lo spostarsi dell’attenzione dai grandi uomini e i grandi avvenimenti alla vita quotidiana questo confine è venuto a cadere. - Esistono indagini che per loro natura sono legate a un territorio definito e circoscritto, altre devono essere affrontate su spazi più vasti, tuttavia i problemi non possono che essere comuni nella diversità delle metodologie. - I fenomeni sono sempre collocati in un ambiente e ciò implica la necessità di tenere in considerazione non soltanto i rapporti tra uomini ma anche quelli tra uomo e ambiente. In uno sviluppo complessivo delle scienze si è assistito a un loro frantumarsi in discipline sempre più specializzate e lo stesso è accaduto per la storia. Fino a poco tempo fa il metodo storico si apriva alle scienze ausiliarie, cioè a tutte le discipline che si ponevano al servizio dello storico. Ora da un sistema che poneva la storia al centro si è passati a un sistema a rete: le discipline coinvolte interagiscono tra loro e variano di volta in volta nei loro rapporti a seconda dell’epoca e del problema che si vuole affrontare. Ciò ha causato il distaccarsi dalla storia di interi settori che prima erano in essa incorporati (storia dell’arte, della letteratura, storia dell’economia). La storia rimane: - Come punto di intersezione delle storie particolari, perché senza di essa non risultano comprensibili. - Come studio di una linea di confine lungo la quale le singole storie si confrontano con il potere, con il conflitto tra la libertà e il dominio. Storia politico-costituzionale: storia politica intesa come quadro di un sistema mobile di potere, come insieme di rapporti che governano la vita degli uomini e che tendono a consolidarsi e modificarsi nella convivenza, nelle regole e nei comportamenti. Storico è: - Umanista: perché usa categorie concettuali astratte ed è impossibilitato a replicare gli avvenimenti in laboratorio. - Scienziato: perché compie un lavoro di esplorazione, classificazione e interpretazione delle testimonianze del passato. La ricostruzione operata dallo storico è sempre condizionata dagli strumenti concettuali che usa oltre che dalla presenza e dalla qualità delle testimonianze di cui dispone. I risultati che ottiene sono validi soltanto nell’hic et nunc, senza pretese di validità eterna e universale. Storicismo: idea che la storia possa costituire, dopo il tramonto delle interpretazioni metafisiche, la chiave di interpretazione della realtà e che solo possedendo una chiave interpretativa si possa comprendere la storia. Osservazioni: - Per Voltaire l’essenza della Storia Moderna sta nel fatto che essa è fondata sul progresso e riguarda direttamente l’uomo. Al contrario di Voltaire che ne ha visto l’espansione principale noi stiamo assistendo al suo tramonto. - Un aspetto condiviso da tutta la società europea era intorno al tema del progresso. Non troviamo ancora nessuna avvisaglia del senso di smarrimento che comincerà a trapelare nei decenni seguenti con la crisi della poesia e dell’arte figurativa. - Guardini dopo la tragedia della seconda guerra mondiale collega il tema della modernità come l’instaurazione del dominio dell’uomo sulla natura con il problema del potere, definendo la modernità come sull’orlo dell’abisso. - Nel corso del Novecento è stata la coscienza dell’Occidente moderno a essere posta in causa. Periodizzazione: - Il passaggio alla seconda età moderna o all’età contemporanea non è chiaro. Convenzionalmente ci fermiamo all’inizio dell’Ottocento quando il processo di modernizzazione sembra avere coinvolto tutti i settori della società, da quello politico, con la piena maturazione dello Stato-nazione, a quello della produzione, con la grande espansione della rivoluzione industriale. - Inizio: epoca moderna come baricentro di un periodo più grande e non come epoca chiusa, baricentro di elementi che si muovono anche nei secoli precedenti. - Nei secoli dell’età moderna persistono a lungo resistenze e sopravvivenze del passato. Nascita dell’individuo: vista come la prima grande novità, frutto del rinnovamento portato dall’umanesimo: dalla rinascita della classicità si sviluppa la consapevolezza personale. Avviene il passaggio dall’homo hierarchicus all’homo aequalis, si passa da una visione immobile della società a una nuova concezione basata su un rapporto egualitario e mobile tra gli esseri umani. Al concetto di individuo è legato il concetto di rivoluzione, in un mondo continuamente in trasformazione e modificabile per intervento dell’uomo.  Questo mutamento antropologico si ripercuote immediatamente sulle strutture sociali dell’Europa. Individuo e società sono aspetti inseparabili nella misura in cui gli uomini sono coinvolti nei mutamenti strutturali della società. Nell’Europa moderna si diffonde la convinzione dell’esistenza di un io separato (quello dell’individuo) dalle strutture sociali e in dialettica con esse.  Conseguenza: abbandono della concezione della divisione in tre grandi ordini in cui si ripartiva l’umanità medievale. Si afferma una mobilità sociale sempre maggiore e la centralità del “terzo stato” o borghesia. Non vengono meno i privilegi dell’aristocrazia ma l’accanimento che si manifesta in loro difesa durante i secoli dell’età moderna è rivelatore del tramonto della nobiltà. La società aristocratica non ha costituito solo un punto di resistenza al nuovo ma ha fornito alle classi in ascesa modelli di comportamento diventati pilastri della nuova società. Si passa dalla nobiltà come casta custode del potere alla nobiltà come onore ed esercizio di una funzione sociale. Storia sociale: studio delle evoluzioni della società, essenziale punto di incontro tra le varie storie nel concreto della vita quotidiana. Famiglia moderna: mononucleare, basata sulla coppia e sui figli. La famiglia allargata del tardo Medioevo era detentrice di un ruolo sociale intermedio tra la singola persona e un potere politico. - La nuova famiglia rimane il centro di interessi economici, patrimoniali e di produzione ma viene separata dalla sfera pubblica. - L’antico ruolo della patria potestas si estingue di fronte al potere avanzante dello Stato al quale tutti sono sottomessi. Il potere di punire e amministrare la giustizia verrà solo gradualmente e a fatica riservato allo Stato man mano che esso riuscirà a conquistare realmente il monopolio del potere. - Solo in questo periodo nasce la marginalizzazione dei figli illegittimi e l’affidamento al potere pubblico degli orfani e abbandonati. Si sviluppa la considerazione dell’infanzia. - La donna conquista poco a poco un suo ruolo come soggetto giuridico nella sfera privata, patrimoniale e come partecipe del processo produttivo. Versante religioso: perdita della visione preesistente di un mondo sacro, di un cosmo governato da un Dio supremo ma animato da entità sfuggenti alle leggi divine e della natura. - De-magnificazione (o disincanto): prima definizione scientifica del processo di fuoriuscita dell’Occidente dalla visione magica. L’interpretazione di Weber comprende l’insieme dei fenomeni religiosi in rapporto con l’aspetto antropologico. Il moderno nasce con un forte richiamo religioso in tutti i movimenti di riforma e nella devotio moderna viene diffuso nel Quattrocento il senso della trascendenza e il richiamo alla coscienza individuale che sarà la base dell’appello della Riforma. - Secolarizzazione: termine improprio in questo caso, perché indica il rifiuto di ogni concezione trascendente di Dio come creatore delle leggi della natura e della ragione. Questa tesi vede nel processo di modernizzazione una lotta tra le nuove idee razionaliste e un vecchio mondo dominato dall’oscurantismo. - La prima tappa del processo di de-magnificazione è nel Medioevo: il cristianesimo occidentale pone in primo piano il tema della trascendenza divina rispetto al mondo e – con la fusione tra la dottrina cristiana e la filosofia classica – restituisce al mondo una sua autonomia rispetto al sacro. Il culto dei santi infrange l’animismo e, proclamando i miracoli eccezione rispetto alla natura, si può iniziare a emarginare la percezione di un mondo animato e irrazionale. - La funzione di acculturazione forzata spiega perché le nuove confessioni religiose nate dalla Riforma abbiano superato la vecchia Chiesa cattolica nella persecuzione della magia e della stregoneria. - Il centro della vita sociale è la comunità religiosa, la chiesa-parrocchia, sia per i cattolici che per i riformati. Il quadro fondamentale delle strutture parrocchiali rimane quasi inalterato in tutti i secoli moderni sino alla formazione delle attuali megalopoli e delle immense periferie in cui le chiese sono quasi scomparse: solo negli ultimi decenni sembra essere venuta meno la funzione di acculturazione generale svolta nelle parrocchie. La Riforma protestante e quella cattolica del Concilio di Trento appaiono come la conclusione di un lungo periodo di crisi della cristianità medievale: il culmine della trasformazione del nuovo rapporto dell’individuo con Dio e del rapporto pubblico tra il sacro e il potere. - Dopo lo scisma d’Occidente tra Trecento e Quattrocento, il fallimento del conciliarismo e la trasformazione del papato in principato rinascimentale la strada è aperta alle nuove Chiese territoriali legate agli Stati emergenti. - Riforma protestante: rivoluzione rispetto alla Chiesa medievale; Concilio di Trento: moto di rinnovamento interno (Riforma cattolica) e una reazione repressiva nei confronti del protestantismo e dell’eresia (controriforma). Sono entrambe risposte al problema della modernità in un processo che vede l’affermarsi di un nuovo rapporto tra la coscienza e il sacro. L’uomo moderno pone in primo piano il problema della salvezza individuale: il problema teologico della grazia. - Martin Lutero: stabilisce un rapporto diretto tra la coscienza del cristiano e la parola di Dio (Bibbia). Superando la mediazione del magistero e dei sacramenti della Chiesa la salvezza viene soltanto da Cristo e tutti i cristiani sono sacerdoti. I pastori hanno solo un ruolo di servizio all’interno della comunità regolata dal diritto dello Stato. - Giovanni Calvino: accentua il ruolo dell’impegno dell’uomo nel mondo, in un destino di salvezza o dannazione (predestinazione). - Il concilio di Trento propone sulla salvezza una soluzione intermedia che unisce la necessità delle buone opere all’abbandono nella capacità redentrice di Cristo e riaffermando la sua funzione di mediazione tra Dio e l’uomo. Alla base della propria riforma propone il problema della salus animarum, una Chiesa responsabile della salute delle anime distaccando la propria funzione da quella politica: il vescovo e i sacerdoti sono pastori delle anime. - Il papato nei secoli successivi assume una funzione centrale e centralizzatrice nel mondo cattolico, in Italia mantiene un forte influsso sugli Stati della penisola. - Nei paesi riformati si tende a lasciare al potere politico il governo della disciplina ecclesiastica (es. Chiesa anglicana) - Nei paesi cattolici si contrappone al frazionamento degli Stati moderni il centralismo della curia romana. Ma anche tra chi è rimasto fedele a Roma si tendono a formare Chiese coincidenti con il territorio e controllate dallo Stato grazie al sistema dei concordati. Nascono gli Stati confessionali. - Nell’età confessionale ci si avvicina pericolosamente al monopolio del potere (il potere politico e religioso tendono a unirsi), rimane sempre una distinzione di piani tra la sfera pubblica e quella privata, che permette la crescita dell’individuo. - Il processo di secolarizzazione come distacco dal trascendente inizierà soltanto alla fine del XVII secolo con quella che viene chiamata crisi della coscienza europea. Versante culturale e scientifico: - L’uomo diviene capace di manipolare la natura e mettere al servizio della sua attività la scienza e la conoscenza. Ciò è dovuto a diversi fattori: la nascita delle università e lo sviluppo del pensiero teologico, filosofico e giuridico nei secoli XII e XIII. Il potere politico, sacro e della scienza costituiscono strutture in dialettica tra loro. - L’università è organizzata come un’associazione giurata di studenti e docenti e questo è importante non soltanto per l’autogoverno interno ma anche per l’affermazione della figura del dottore come grande interprete del mutamento della società. I dottori delle università andranno a formare la prima classe dirigente europea. - Lo sforzo razionale che si attua negli ultimi secoli del Medioevo nell’applicazione della ragione al mondo delle conoscenze acquisite sarà superato dall’età moderna dalla fuoriuscita di tutte le scienze dall’orbita della teologia e della filosofia. - La stampa diventa l’elemento moltiplicatore di queste conoscenze. Si tratta di una rivoluzione ma allo stesso tempo è frutto di una trasformazione secolare. - Nel Cinquecento e nel Seicento il progresso dell’alfabetizzazione è ben visibile e l’istruzione diventa uno strumento di mobilità e di ascesa sociale con l’introduzione di un sistema che inculca sin dall’infanzia il criterio di concorrenza e di competizione. L’istruzione non è ancora gestita dallo Stato ma dalle comunità locali o appaltata alle Chiese. La vita economica, amministrativa e politica sono sempre più fatte di scrittura. - C’è un modo diverso di porsi di fronte alla realtà: per la prima volta si crede che la conoscenza del mondo fornisca gli strumenti per cambiarlo. La possibilità di misurare la realtà in modo quantitativo, numerico, matematico costituisce il nuovo legame tra la scienza e la tecnologia. La misura del tempo con l’orologio a partire dal XIII secolo diventa programmazione dell’attività dell’uomo. L’uomo diventa il centro di un universo che si dilata sempre di più e che appare regolato da leggi razionali. - Mutazione del concetto di Dio: non più colui che interviene continuamente nel destino dell’uomo, ma è il creatore di un mondo in cui si manifesta la sua onnipotenza e che tocca all’uomo scoprire. La teologia e la scienza finirono per fondersi in un linguaggio unico. I progressi della scienza avvengono all’interno di questa nuova concezione religiosa del mondo che soltanto con l’Illuminismo lascerà il posto a una razionalità intrinseca che può fare a meno di Dio. - La scrittura diviene la base del potere e viene meno il latino come lingua universale. La stampa diventa strumento del potere e la lingua e la grammatica assumono una funzione fondamentale nella costruzione della nuova identità collettiva, così come le università, sempre più legate ai principi e alle monarchie che ne detengono il controllo. Nascono le accademie e le società scientifiche, diretta espressione del potere statale. - Rapporto tra la cultura popolare e quella delle élite dominanti: processo che coincide con la diffusione dell’alfabetizzazione. La cultura scritta tende a distruggere le tracce della cultura inferiore con la repressione e l’assimilazione. Il versante economico: la rivoluzione industriale. - Rivoluzione come passaggio da una vita economica statica e di sussistenza a una fase dinamica di continuo mutamento in cui i mercati si espandono e l’innovazione produce innovazione. - Costituisce un punto di partenza e un punto di arrivo dell’evoluzione verso il moderno. Sono importanti gli elementi del cammino che ha portato a questa svolta e i riflessi che la stessa rivoluzione industriale ha poi avuto sulla trasformazione della società. - La sovranità rinuncia a entrare nella sfera della vita economica se non con il prelievo di una quota della ricchezza prodotta. La tassazione diventa la base per l’esistenza e il funzionamento di tutti i sistemi rappresentativi. Si spezza il legame tra possesso immobiliare (di terra) e il potere politico, trasformando la ricchezza mobiliare autonoma e la ricchezza immobiliare ne diventa una forma inferiore. Si può fare una distinzione netta tra ciò che viene chiamato politico e ciò che viene chiamato economico. Nasce il liberismo moderno. - L’Europa nella prima metà del Settecento è già molto più ricca e al centro di una rete mondiale di traffici rispetto all’Oriente. In poco tempo sono cambiati i fondamentali dell’economia: popolazione, evoluzione tecnologica, organizzazione dell’impresa, del credito e della moneta, della produzione, del reddito e dei consumi. - L’Italia sembra esclusa da questo processo di sviluppo con l’accumulo di un ritardo che arriva sino ai nostri giorni: si è parlato anche di “rifeudalizzazione”. Questo processo è dovuto alla perdita d’importanza del Mediterraneo in seguito alle nuove scoperte, al maggior costo dei prodotti italiani, all’inflazione della seconda metà del Cinquecento (rivoluzione dei prezzi), a fattori spirituali (controriforma come freno e repressione dell’innovazione). Versante spaziale: espansione del modello europeo. - Italia: alla fine del Medioevo al Centro-nord si verifica uno sviluppo della produzione, del credito e del sistema politico-amministrativo sulla base delle tradizioni di autogoverno dei comuni; al Sud è ancora diffusa la struttura di potere feudale. - L’espansione europea nel mondo è una caratteristica fondamentale dei secoli della prima età moderna. Sul versante antropologico nasce il primo grande confronto tra civiltà diverse, con l’affermazione della superiorità della civiltà europea cristiana sulle terre recentemente scoperte. - Sul versante scientifico non si ha soltanto la rivoluzione copernicana ma anche la rappresentazione cartografica del pianeta sempre più precisa e nuovi mezzi di comunicazione che rivoluzionano il rapporto spazio/tempo. - La storia moderna è per sua natura eurocentrica, è l’età in cui l’Europa conquista il mondo. - L’Italia diventa oggetto delle mire delle nuove monarchie europee perché la sua organizzazione produttiva, le sue imprese commerciali, le banche e i suoi Stati regionali rappresentano un prototipo di quello che sarà nei secoli successivi lo sviluppo dell’Europa. L’Italia verrà quindi sopraffatta dal modello che si affermerà successivamente. Gli Stati d’Oltralpe hanno una popolazione e una ricchezza dieci e più volte superiore a quella degli Stati regionali ed è proprio questo precoce sviluppo della statualità ad impedire una unificazione a livello nazionale della penisola. Colonizzazione: 1. Conquista militare di punti di appoggio e di difesa a tutela del commercio delle spezie e dello sfruttamento delle risorse e materie prime locali. È legata alla monarchia portoghese e la corona assume una funzione imprenditoriale. 2. Conquista di veri e propri imperi. La Spagna concepisce la conquista del Nuovo Mondo come organizzazione politica ed economica dei territori acquisiti a imitazione dell’assetto territoriale della madrepatria, con lo sfruttamento delle risorse, il drenaggio dei metalli preziosi e la schiavitù della manodopera indigena. 3. Conquista gestita dalle Compagnie commerciali: nelle colonie olandesi, lungo le coste dei nuovi e vecchi continenti. 4. Colonie di insediamento o di popolamento: l’emigrazione verso le nuove terre di minoranze politiche o religiose oppresse o emarginate nella madrepatria. È il caso delle colonie inglesi nel Nord America. - Acculturazione: insieme dei fenomeni che avvengono quando culture e società di tipo diverso si incontrano. La distruzione delle società indigene fu soprattutto una conseguenza dell’imposizione del modello antropologico dell’individuo europeo, più che per lo sfruttamento economico o per le malattie importate. - La grande esplosione missionaria che si verifica nel Cinquecento a opera della Chiesa cattolica si manifesta mentre il cristianesimo perde gran parte dell’Europa: con la riforma essa tenta di fare del cattolicesimo una religione universale. - In estremo Oriente il tentativo fu quello di inserire il cristianesimo in antiche civiltà come quella cinese o giapponese senza negarle, ma adattando il messaggio evangelico, la teologia e la stessa liturgia alle singole culture con una incarnazione del Vangelo nuova ed esterna rispetto alla cultura europea. - Il successivo sviluppo imperialistico degli ultimi secoli vede l’opera missionaria controllata quasi completamente dalle grandi potenze coloniali.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved