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Riassunto "La Storia Moderna" di Paolo Prodi, Dispense di Storia Moderna

Riassunto molto esaustivo del libro.

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 19/05/2023

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matteo-cecchi-1 🇮🇹

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Scarica Riassunto "La Storia Moderna" di Paolo Prodi e più Dispense in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! “La Storia Moderna”, di P. Prodi. Capitolo 1: La Storia come disciplina - Il mestiere dello storico Il primo consiglio per gli studenti di storia all’università è quello di distruggere, ovviamente in senso concettuale, i manuali. Non si può infatti non provare un senso di ripulsa e rigetto nei loro confronti, servono per assimilare delle nozioni, materiale grezzo dove far funzionare la nostra intelligenza. Il manuale va però studiato, bisogna estrarne le parole per costruire un reticolo di coordinate spazio-temporali che è necessario per fare ogni discorso storico. Poi bisogna interrogarsi sulla storia come disciplina, nel suo significato più complesso. La parola Storia (Historia, che dal latino significa indagine) ci può dire tutto e niente. La Storia è antenata di tutte le scienze, le stesse che oggi ne hanno preso il sopravvento. “La storia studia il passato che è in noi, in funzione dell’oggi”, questa definizione risale all’1800 ed è di Droysen. Per lui la storia ha senso in quanto sostegno alla politica, lo storico è scienziato della società. “Storico: Politico=Scienziato: Dottore” La storia non mira a ricostruire il passato, ma a comprendere il presente. Nel 1900 soprattutto nella rivista delle Annales si accentua il ruolo della storia come scienza sociale, “Comprendere il presente mediante il passato e viceversa”. Rispetto alla realtà storica delle altre scienze sociali, lo storico recupera un elemento di dinamicità. Per secoli c’è stata la distinzione tra storia come Res Gestae, cioè i fatti e avvenimenti del passato, e la storia come Res Gestarum, interpretazione e racconto dei fatti. Il lavoro dello storico dunque consiste nell’interrogarsi sul presente cercando risposte nel passato, non è una curiosità per le cose antiche. Oggi la storia ha una sua identità oppure si è confusa tra le scienze sociali? Tutte esse hanno sottratto alla storia molti campi d’indagine, finendo per relegarla ai romanzi. Noi storici siamo convinti che esista ancora, che meriti imparare il mestiere dello storico, la cui artigianalità è un antidoto per evitare presunzioni che ci vengono propinate. Non è solo un esercizio intellettuale, ma deve avere una funzione vitale che cambi ad ogni generazione. Nietzsche denunciava la cultura storico-accademica dei suoi tempi e denuncia il pericolo di morire per l’inondazione delle cose passate. La storia era uno strumento di potere per educare le nuove generazioni al rispetto delle gerarchie sociali. Oggi invece è l’opposto: uno sbandamento per mancanza di identità collettive. Abbiamo bisogno del passato per sopravvivere, di un’identità culturale come di una individuale. Oggi la storia non è più “Magistra Vitae” Capitolo 2: Lo Sguardo dello Storico: Tempo e Spazio Lo storico riesce a vedere le cose anche nella quarta dimensione: il Tempo. Infatti vede le cose anche come sono cambiate nel tempo. La prima esercitazione di uno studente di storia è quella di andare a spasso cogliendo il tempo in tutto ciò che vedere. Quello che caratterizza lo storico è la ricerca dei rapporti per fissare delle coordinate spazio-temporali. Non si tratta di andare alla ricerca di una causa, ma di cercare l’immensa rete che collega gli avvenimenti. Per riuscirci bisogna avere una buona conoscenza cronologica. La prima cosa che ci importa è che non esiste un tempo unico, quello del calendario e dell’orologio è artificiale ed è un fenomeno storico. L’invenzione del calendario e del tempo è uno dei cambiamenti più importanti verso la modernità. L’evento esiste solo come realtà sempre frammentabile, alcuni fenomeni sono ben affermabili, come le guerre, mentre altri meno, come lo sviluppo economico. Da questo dibattito è emersa una riflessione sul metodo storico. Braudel nelle Annales scrive due concetti: La dialettica della durata e che i ritmi degli eventi sono molteplici. Infatti si va dal tempo corto della cronaca a quello lungo delle strutture, non dei rapporti fissi tra i fenomeni, ma grumi che si formano negli avvenimenti e sono di lunga durata. La Struttura è una connessione, realtà che il tempo porta con sé a lungo. Sono sia sostegni che ostacoli, e in quanto tali sono limiti dei quali l’uomo non può liberarsi, come ad esempio i quadri mentali delle persone. Le strutture sono come lo scheletro umano, ci condizionano ma la società senza di esse non può vivere. Questo nuovo sguardo ha portato ad una rivoluzione, sono venute meno le tradizionali definizioni cronologiche. Infatti abbiamo bisogno di una “Era Moderna” per la cronologia, ma questa non è mai esistita come tutte le altre epoche: sono Astrazioni. Il periodizzare la storia è un processo mentale, e una conseguenza di questa “scoperta” è l’allungamento dello sguardo dello storico ad altre questioni come il clima o la vita quotidiana. In realtà però anche i grandi storici del passato hanno inteso la storia come storie di civiltà. Lo stesso discorso va fatto sulla dimensione spaziale dello sguardo storico. Si è sempre distinto tra grande storia e storia locale, con la prima più importante della seconda, ma oggi non è più così. Non esiste una storia generale di prima categoria e una locale di seconda categoria, esistono indagini che sono legate ad un territorio definito e circoscritto e altre che sono legate a spazi più ampi. Uno studente dovrebbe sempre essere affiancato da un atlante storico , per collocare i fenomeni in uno spazio concreto. Capitolo 3: La Storia Moderna - La discussione sul Moderno L’espressione “Storia Moderna” è importata, ma in Italia viene usata in modo diverso rispetto all’estero. In Francia l’età moderna va dal 1400 al 1900, nei paesi Anglo Sassoni e in Germania si distingue tra Prima Età Moderna (1400-1792) e la Seconda Età Moderna (1789-1914). Nella ricerca e nell’insegnamento, l’interesse è concentrato sulla nascita del mondo moderno (fine XV-Inizio XIX) e non sul periodo della maturità. Questo è un periodo caratterizzato da movimento e progresso continuo nella considerazione della realtà. Secondo Voltaire è un periodo fondato sul progresso e riguarda l’uomo, e a noi interessa perché lo stiamo abbandonando. Anche i cattolici lo preferiscono al Medioevo, perché c’è stato un incivilimento, seppur delle forze selvagge continuavano ad apparire. Questi sono i motivi che attraggono lo studente, perché ci spiegano come siamo arrivati dove siamo oggi. Per la periodizzazione, la fine dell’età moderna non è chiara se coincide con la rivoluzione industriale o con i moti di indipendenza. Noi non vediamo differenze significative tra la prima e la seconda età moderna, ci fermiamo all’Ottocento perché il processo di modernizzazione ha coinvolto tutta la società. - Il versante Antropologico Il primo appoggio alla storia moderna è l’idea della nascita dell’individuo, frutto dell’umanesimo. L’Italia è un grande laboratorio intellettuale e politico, si passa dall’ “Homo Hierarchius” all’ “Homo Aequalis”, cioè da una visione basata sulla casta in cui l’uomo ha un ruolo fisso ad una visione basata sul rapporto egalitario e nobile. Al concetto di individuo è legato il concetto di rivoluzione, il mondo è sempre in trasformazione per l’uomo. La Democrazia è la fase finale di questo processo, ma la fase iniziale di questo cambiamento è la fine della concezione della società in tre ordini: I Bellatores, gli Oratores e i Laboratores. Già nella prima età moderna si afferma una mobilità sociale sempre maggiore e si afferma il Terzo Stato, cioè la Borghesia. Non vengono meno i privilegi aristocratici, ma vengono appunto chiamati privilegi, quindi con accezione negativa. L’Aristocrazia ha fornito dei modelli di comportamento alle classi in ascesa che poi sono diventati i pilastri della società. Nasce la famiglia moderna mononucleare, che ha un ruolo sociale intermedio tra l’individuo e la politica. Si estingue il ruolo della Patria Potestas, ossia che tutti sono sottomessi allo stato, la famiglia si svuota del significato politico, il matrimonio diventa un contratto pubblico e pubblicizzato. - Il Versante Religioso Viene perduta l’idea del mondo sacro governato da Dio, ora comandano entità che sfuggono alla comprensione= Secolarizzazione. Il Moderno nasce con un forte richiamo religioso, la prima tappa è infatti nel Medioevo, si pensi ai processi contro la stregoneria. La comunità religiosa rimane il centro della vita sociale, la chiesa è sempre presente nel centro di ogni città o paese. Nel Nord Europa con la Riforma sarà modificato il concetto, sarà l’uomo a salvarsi per i suoi meriti, ma la chiesa rimase al centro. Il processo di secolarizzazione iniziò nel XVII secolo con la crisi della coscienza europea e finisce nei giorni nostri. - Il Versante Politico Nacque lo Stato Moderno come unico soggetto politico con sovranità, che ha raggiunto la piena maturità nel Novecento. Nel Medioevo sullo stesso territorio ci sono più poteri in concorrenza tra di loro e sono fissi. La parola “Stato” indica già la Modernità. Alla fine del Medioevo ci sono tantissimi oggetti politici, che si ridurranno drasticamente. Nel Settecento parliamo di un “Sistema degli Stati Europeo”, avvenuto grazie ad una serie di guerre che sono la continuazione della politica; infatti, la guerra permette allo stato il monopolio sulla violenza. Nasce un corpo di funzionari per le varie strutture statali, che ricevono uno stipendio. Prima le tasse erano chieste al bisogno, da ora invece sono continue: Lo stato aveva più soldi per le guerre, si possono formare eserciti più potenti e numerosi. Nella politica estera, gli stati mantengono un equilibrio con dei giochi di alleanze, facendo nascere la diplomazia stabile. Lo Stato interviene nella vita privata con l’imposizione di norme. Lo Stato ha attraversato varie fasi: -Stato Confessionale: I primi due secoli dell’età moderna, il principio è quello di “Cuius Regio, Eius Religio”, il suddito segue la religione del principe. La Chiesa è incorporata nell’amministrazione, il Papato unisce la funzione di comando e di formatore, diventando un prototipo dello stato moderno -Assolutismo Illuminato: XVIII secolo, Lo stato si è rafforzato, il sovrano perde la sacralità e diventa il primo servitore dello stato -Stato-Nazione: Lo stato penetra e centralizza tutte le funzioni della società civile attraverso l’idea della Patria, che è l’anima collettiva di tutti. Il motto è “Pro Patria Mori”, ci sono le Costituzioni che garantiscono le libertà, il cittadino esercita la sovranità con il voto. - Il Versante Culturale e Scientifico L’uomo diventa capace di manipolare la natura e utilizzare la scienza, anche se questo succede solo in Occidente, perché? Già nel Medioevo nascono le università e si sviluppa il pensiero filosofico, nel Quattrocento si stabilisce che i cardinali devono essere laureati. Questa cultura cresce nelle città, grazie ai commercianti e alla borghesia. Qui nascono nuove conoscenze che si diffondono grazie alla stampa, che fu una rivoluzione secolare. Tra il Cinquecento e il Seicento l’istruzione diventa uno strumento di mobilità e di ascesa sociale, anche se fino al 1950 l’analfabetismo era molto diffuso. La scrittura ormai era fondamentale, l’oralità non poteva più essere utile. All’interno della comunicazione scritta prende piede il linguaggio matematico, la conoscenza del mondo fornisce gli strumenti per cambiarlo. Raffigurare e misurare la realtà in modo quantitativo e matematico è il nuovo legame tra scienza e tecnologia. Si inizia a misurare il tempo, Rinascimento e Umanesimo sono delle ideologie in cui si espone una nuova visione del mondo. Muta il concetto di Dio, che diventa colui che ha creato il mondo con le sue leggi, che l’uomo deve scoprire. La scrittura diventa la base del potere statale, la stampa è asservita al potere, Il testo è la base su cui nasce la società burocratica/industriale. - Il Versante Economico Rivoluzione è un termine ambiguo, si applica di solito alla sfera politica. Eppure parliamo di Rivoluzione Industriale riferendoci al complesso di innovazioni tecnologiche e organizzazioni che sostituiscono il lavoro delle macchine a quello dell’uomo, che poi ha portato alla produzione in serie e dunque alla società dei consumi. Se parliamo di rivoluzione in economia, lo possiamo fare solo per indicare il passaggio da una vita economica statica ad una fase dinamica di continuo mutamento. Allo storico interessa capire i motivi di questa svolta e tutti i riflessi che ha avuto sulla società. Ma perché tutto accade in Europa? La risposta è il nocciolo dell’età moderna: Tra il Medioevo e la Prima Età Moderna in Europa si spezza il legame tra ricchezza immobiliare (Terra) e il potere politico, che aveva caratterizzato tutte le società precedenti. La ricchezza Mobiliare (commercio) diventa autonoma e forma un livello superiore. I Re persero il controllo diretto sulle ricchezze del popolo, possono solo tassare ed è così che nacque il Liberismo, che è legato alla nuova ideologia dell’individuo e sul divieto di proprietà nacquero i germogli dei diritti umani. Quindi la trasformazione della Rivoluzione Industriale è preceduta da una evoluzione secolare della riflessione economica. Mentre nel Medioevo l’Europa è povera rispetto alla ricchezza dell’Oriente, nel Settecento è immensamente più ricca e al centro di una rete di scambi, perché sono cambiati i fondamenti dell’economia.
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