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riassunto La storia moderna Paolo Prodi, Schemi e mappe concettuali di Storia Moderna

riassunto La storia moderna Paolo Prodi

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2016/2017

Caricato il 10/10/2022

beatrice_masucci
beatrice_masucci 🇮🇹

4.3

(15)

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Scarica riassunto La storia moderna Paolo Prodi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! La storia moderna – Prodi Lo sforzo è quello di estrarre dalle pagine del manuale problemi e nozioni, questioni e dati per costruire in modo il più possibile personale quel reticolo di coordinate spazio-temporale. La seconda operazione quello di interrogarsi sul significato della storia come disciplina, intendo questa parola nel suo significato più complesso. La storia è proclamata come la disciplina che non studia genericamente il passato ma il passato che è in noi, in funzione dell’oggi. Lo storico è lo scienziato dalla società. Non è una scienza che mira a una ricostruzione di un passato ormai tramontato, ma che ci aiuta a comprendere la società del presente, come studio della civiltà in cui viviamo. Non disponiamo del mezzo dell’esperimento, non possiamo far altro che indagare. Nonostante ciò l’indagine più approfondita non può contenere se non un’immagine frammentaria del passato. L’economia prima, poi la sociologia, l’antropologia, la psicologia ecc. hanno sottratto alla storia campi sempre più vasti d’indagine ricacciando la storia ai margini della scienza accademica in qualche modo come una scienza residui. Oggi il pericolo maggiore che si avverte è quello di uno sbandamento dovuto a uno sradicamento a un oggi senza passato: in realtà per sopravvivere abbiamo bisogno del nostro passato e di identità collettive in cui affondare le nostre radici, così come abbiamo bisogno di un’identità individuale. Ciò che distingue lo storico dagli altri scienziati è che egli ha in più nel vedere le cose: una specie di quarta dimensione, la dimensione tempo, non vede le cose soltanto come sono ma come sono divenute. Ciò che caratterizza l’occhio dello storico è la ricerca dei rapporti che permettono di fissare le coordinate spazio-temporali di un fenomeno, cercare di mettere alla luce l’immensa rete che collega gli avvenimenti nella vita concreta degli uomini. Non esiste un tempo unico nel quale inserire: esiste una pluralità di tempi storici. Due indicazioni in particolare sono entrate a far parte del nostro sguardo: la prima è il concetto della dialettica della durata (contrapposizione tra istante e il tempo che scorre), la seconda che i ritmi di questo tempo sono molteplici a seconda dei fenomeni si va da quello velocissimo al ritmo più lento sino al tempo lungo delle strutture. Una struttura è una connessione che il tempo stenta a logorare sono anche prigioni perché ci condizionano, ma la società non può vivere senza di esse. L’età moderna non è mai esistita così come l’epoca storica tutte queste sono astrazioni, concetti usati dallo storico per rendere possibile il discorso. Il periodizzamento della storia è un processo mentale che varia secondo il tempo e la cultura. I grandi storici del passato hanno inteso sempre la storia come storia di civiltà che comprende tutta la vita dell’uomo in società nella sua complessità quotidiana. La dimensione spaziale dello sguardo dello storico. Non si può più parlare di storia locale come se si trattasse di qualcosa di differente dalla storia senza aggettivi: i confini che fino a qualche tempo fa potevano sembrare sicuri e definiti tra la storia locale e quella generale sono saltati. E’ più opportuno parlare semplicemente di una dimensione spaziale accanto a quella temporale. L’unico confine possibile è tra una ricerca che indaga in un determinato territorio fenomeni che si ripetono in modo identico in tanti altri spazi e ricerche che invece portano a un mutamento del quadro generale che assumono una valenza più generale. I fenomeni non sono mai collocati in uno spazio astratto ma concreto, ciò implica la necessità di considerare i rapporti tra gli uomini e l’ambiente circostante. Le divisioni della storia non sono avvenute soltanto nel senso cronologico: storia medievale, moderna... ma anche nel senso della specializzazione: storia economica, storia religiosa. Si è passati a una sistema di rete, nel quale le discipline coinvolte interagiscono tra di loro e variano di volta in volta a seconda dell’epoca. Gli storici partecipano un po’ della natura dall’umanista e un po’ di quella dello scienziato. Dalla prima distingue il lavoro pesante di esplorazione, classificazione. Dalla seconda li distingue l’uso di categorie concettuali astratte. La ricostruzione dello storico è sempre condizionata dagli strumenti concettuali che usa, i risultati a cui arriva sono validi soltanto hic et nunc. L’unica cosa che interessa lo storico è l’uomo nella sua incarnazione sociale concreta. Il metodo storico consiste nel procedere dai concetti storiografici acquisiti alla ricerca del particolare per ampliare e modificare i concetti di partenza. Max Weber ha teorizzato per la prima volta all’inizio del Novecento un procedimento parlando di “tipi ideali” in cui possiamo riunire i fenomeni simili sotto un’unica denominazione: non valori o astrazioni dotate di una loro realtà ma strumenti concettuali da verificare e modificare continuamente. Tutti i manuali di metodo storico tendono a distinguere 4 fasi della ricerca: 1) la prima fase progettuale è quella che porta alla formazione della domanda, dell’ipotesi di ricerca. 2) la seconda fase è quella relativa allo scavo di dati bibliografici dalle testimonianze o delle fonti. 3) terza fase la critica e l’interpretazione delle fonti. Prima distinzione da fare quando affrontiamo la fase della critica è la distinzione tra autenticità veridicità o attendibilità. 4) l’elaborazione o stesura del testo rappresenta l’ultima fase. “Storia moderna” è un’espressione che abbiamo recepito dall’esterno, nel discorso storiografico e nell’insegnamento ma che viene utilizzata da noi in modo differente. Oltralpe si intende i secoli che vanno dalla fine del Medioevo sino al Novecento inoltrato. In Italia i secoli che vanno dalla fine del XV agli inizi del XIX. Convenzionalmente ci fermiamo all’inizio dell’Ottocento quando il processo di modernizzazione sembra aver coinvolto tutti i settori della società da quello politico a quello della produzione. Il primo e più diffuso approccio al moderno è costituito dall’idea che esso corrisponde alla nascita dell’individuo, quella autoconsapevolezza personale che pone l’uomo al centro dell’universo. La novità più visibile ed emergente nella storiografia dell’età moderna è la nascita dello Stato moderno come unico soggetto politico dotato di piena sovranità caratterizzato da 3 elementi: un territorio, una popolazione e il monopolio del potere legittimo. L’analisi della parola Stato dapprima viene usata per parlare della situazione concreta di una comunità, poi del potere e infine per indicare la concreta forma politica che si vuole illustrare. Il più
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