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RIASSUNTO LE CONFESSIONI DI SANT’AGOSTINO, Sintesi del corso di Storia Della Filosofia

RIASSUNTO LE CONFESSIONI DI SANT’AGOSTINO (libro I , II , VII , VIII , IX)

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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anna-finocchio22
anna-finocchio22 🇮🇹

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Scarica RIASSUNTO LE CONFESSIONI DI SANT’AGOSTINO e più Sintesi del corso in PDF di Storia Della Filosofia solo su Docsity! RIASSUNTO LE CONFESSIONI DI SANT’AGOSTINO (libro I , II , VII , VIII , IX) LIBRO I RIASSUNTO Nascita, infanzia e fanciullezza: All’inizio del capitolo Agostino invoca il Signore ( “Tu sei grande Signore, grande è la tua virtù e la tua sapienza incalcolabile” ; “l’uomo particella del tuo creato vuole lodarti” ; “concedimi signore di conoscere e capire se si deve prima invocarti o lodarti, prima conoscere oppure invocare”) , lo ringrazia per cosa è e cosa fa (“ Dimmi per la tua misericordia, cosa sei per me. Dì all’anima mia: la salvezza tua io sono”). In un secondo momento ricorda la sua infanzia e continua a ringraziare il signore ( “ Mi accolsero i conforti del latte umano , ma non erano mia madre o le mie nutrici a riempirsene le poppe, bensì eri tu, che per mezzo loro alimentavi la mia infanzia “). Pone una riflessione su se stesso e sugli altri bambini : qual è il peccato che può caratterizzare i bambini? “Atti che sono destinati a sparire con il crescere degli anni” ? Forse il sentimento di invidia verso il compagno di latte o la malvagità con la quale tormentano i genitori ? Dopo aver rimembrato l’infanzia, ricorda la fanciullezza e continua a ringraziare il signore ( “ ma fui io stesso il mio maestro con l’intelligenza avuta da te, Dio mio”). Della fanciullezza ricorda la scuola, di cui non è uno studente modello e peccando, veniva picchiato dagli insegnanti ( “ peccavo ai precetti dei miei genitori e dei miei maestri .. per amore del gioco”). Improvvisamente si ammala (“Tu signore vedesti un giorno che per un’occlusione intestinale mi assalì improvvisamente la febbre e fui lì lì per morire”) e continua a ringraziare l’azione del Signore ( “ vedesti con quale slancio e quanta fede invocai la tua chiesa” ) ed improvvisamente guarì. Il battesimo messo in programma dalla madre, dopo la sua guarigione, venne posticipato. Crescendo impara il greco e il latino. Non ama comunque studiare (apprezza di più le declamazioni retoriche). Fra l’altro sottolinea l’inutilità delle nozioni epiche e mitologiche, che allontanano il fanciullo da Dio. Fino alla fine del libro chiarisce come era intento a ricercare i piaceri sensibili che non portano alla felicità, al contrario del piacere spirituale (“ Io non amavo te, trescavo da te” ; “il mio peccato era di non cercare in lui , ma nelle sue creature , i diletti, i primati precipitando così nei dolori, nelle umiliazioni”). Dunque fin dall’inizio nota dentro di sé la presenza di istinti, se non che , conseguenze del peccato originale insieme al bene. LIBRO II RIASSUNTO L’adolescenza inquieta: Agostino per il Signore continua a raccontare il suo percorso (“per amore del tuo amore m’induco a ripercorrere le vie dei miei gravi delitti”) e l’adolescenza gli appare sprofondata nelle passioni carnali e nei peccati ( separandomi da te, dall’unità, svanii nel molteplice quando, durante l’adolescenza, fui riarso dalla brama di saziarmi delle cose più basse e non ebbi ritegno ad imbestialirmi in diversi amori” “esalavo dalla paludosa concupiscenza della carne che offuscava il mio cuore” “non si distingueva più l’azzurro dell’affetto dalla foschia della libidine” ; “trascorsi quel sedicesimo anno di età della mia carne, quando prese il dominio su di me, la follia della libidine”). A sedici anni appunto interrompe i suoi studi a Medura e torna a Tagaste e qui si immerge totalmente nel peccato (“ per evitare il biasimo , mi immergevo nel vizio. Quando mancavo di colpe inventavo fatti che non avevo fatto per timore di apparire innocente”). La rappresentazione di questo continuo peccare è il furto delle pere. Una notte infatti , Agostino insieme ad alcuni suoi amici ruba delle pere ma solamente per il gusto di infrangere le regole. (“non già per mangiare noi stessi, ma per gettarli ai porci tanto per il gusto dell’ingiusto”). Fino alla fine del libro si domanda cosa lo ha portato a sentirsi attratto da quel furto e sembra rispondersi (“l’anima pecca allorchè si distoglie da te e cerca fuori di te la purezza ed il candore che non trova, se non tornando a te”) e si pente dello sbaglio (“io mi dispersi lontano da te ed errai, Dio mio”) LIBRO VII Verso la verità : Nella prima parte di questo libro Agostino scrive del credere Dio come qualcosa di corporeo esteso nello spazio e “diffuso per lo spazio infinito oltre il mondo”. ( “qualcosa di vasto che da ogni dove penetra per
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