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Riassunto Legionari del duce in Spagna, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Riassunto che si concentra particolarmente sulle memorie dei legionari del duce che hanno combattuto in Spagna.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 14/06/2023

Martina_157
Martina_157 🇮🇹

4.8

(4)

10 documenti

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Scarica Riassunto Legionari del duce in Spagna e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! INTRODUZIONE La guerra civile spagnola inizia nel 1936 e termina nel 1939. vede il coinvolgimento dei soldati italiani fascisti. La Spagna dal 1600 era la più grande nazione in espansione, ma tra la fine dell’800 e l’inizio del 900’, con il regno di Alfonso XII non rimase più nulla a causa dell’instabilità politico-istituzionale e delle tensioni regionali. In questo periodo infatti vediamo moltissime rivolte, con ribellioni verso nobili e latifondisti che esercitavano il proprio potere sulla popolazione estremamente povera. Nel 1898 segue la guerra contro gli Stati Uniti con i quali si contendevano le colonie, Cuba e Marocco. Ciò portò il paese iberico a povertà e malcontento, portando invece gli USA a un’iniziale espansione fuori dai confini. Tra il 1923/1930 vi è una dittatura blanda di Miguel Primo di Riviera che non si presenta particolarmente feroce. Nel 1931 il re abdica e nasce così la seconda Repubblica spagnola guidata dai partiti di sinistra. Si diffonde però nel frattempo in Europa la paura di una repubblica di tipo comunista. Nel 1934 vi è la Rivolta delle Asturie nei confronti dei minatori che vivevano in condizioni pessime e fu guidata da Francisco Franco il più giovane generale della Spagna. Nella Spagna del 36’ si respira un’aria di paura di una rivolta comunista anche in Europa. Nello stesso anno Franco compie un colpo di Stato in pieno stile fascitsa e trova supporto nei legami internazionali: ha così inizio la guerra civile spagnola. E’ importante sottolineare che il Franchismo si ispira al fascismo di Mussolini che muterà nel tempo; il franchismo durerà fino al 1975 e da quel tempo ad oggi diverrà una monarchia liberale con la Prima Costituzione Spagnola del 1978. Al fianco della Repubblica troviamo i comunisti e l’Unione Sovietica. La guerra civile spagnola è ritenuta un laboratorio della seconda guerra mondiale divenendo una guerra internazionale. Nel 1936 in Italia siamo nel periodo di pieno consenso di Mussolini che è già impegnato nella guerra di Etiopia, ma che vuole comunque supportare la causa spagnola e decide, così, di mandare sotto etichetta di volontari oltre 75.000 soldati che vennero chiamati legionari del duce in Spagna. Il duce non ebbe la possibilità di mandare direttamente l’esercito per le questioni diplomatiche denunciate dalla guerra di Etiopia glielo impedirono. I legionari venivano pagati con un indennizzo per partecipare alla guerra e molti di questi erano contadini poveri - mentre Mussolini era impegnato in tutte le guerre nel frattempo in Italia si moriva di fame. Le immagini della propaganda a sostegno della causa spagnola sono molte: un soldato con alle spalle un legionario romano per creare il mito oppure un’iconografia quasi demoniaca in cui il comunismo che è bloccato dalla spada romana. La propaganda aveva anche l'obiettivo di integrare la religiosità, dove nel conflitto i repubblicani furono assassini di preti e responsabili di messe a fuoco delle chiese; anche per questo chiesa cattolica si schiera con fascismo come una crociata contro gli infedeli. La memoria è costruita con le lettere, troviamo la mobilitazione dei bambini che vengono arruolati in questi progetto di aggressione della spagna fomentati già a scuola - infanzia divisa in fasce d’età e formata come una sorta di esercito - fumetti mezzo utilizzati per convincere i bambini al di fuori della scuola che la guerra era giusta. I bambini per mezzo delle lettere facevano richiesta al caudillo di una fotografia. A Franco vengono scritte moltissime lettere e nell’infanzia molti bambini prendevano carta e penna per materializzare il sogno di essere letti da un potente. Le lettere inviate a Franco provenivano per la maggior parte da famiglie italiane che chiedevano soldi a causa delle morti di guerra di padre, fratello o marito; i soldati rimpatriati perdevano la paga e quindi richiedevano un indennizzo oppure chiedevano di essere arruolati nuovamente. La diffusione dei totalitarismi è favorita anche dall’immaginario che assumono i capi dittatori idolatrati e che prendono le sembianze di un padre. LEGIONARI DEL DUCE DI SPAGNA LEGIONARI Per lo più erano nullatenenti, specialmente del sud Italia che partirono come volontari per sottrarsi alle ristrettezze economiche. Tra tutti gli interventi in Spagna quello fascista fu quello più consistenti in impiego di uomini: tra il 1936 e 1939 Mussolini ingaggiò un piccolo esercito di legionari che contribuirono alla vittoria finale di Franco. Le modalità con cui venivano reclutati i legionari erano ingannevoli e che possiamo ritrovare in moltissime testimonianze: vi sono moltissimi casi di neo soldati partiti senza neppure sapere quale fosse la meta in cui erano destinati. La leva economica era la componente che convinceva maggiormente i legionari, in quanto ottenevano un premio in denaro all’ingaggio, rimborsi a scadenze periodiche e una diaria doppia grazie alla contribuzione italo-spagnola. Nell’insieme dei volontari troviamo persone che vogliono rifarsi una vita e che perseguono uno riscatto sociale: viene teorizzata da Gabriele Ranzato l’esistenza di uno sostrato comune fatto di precarietà e indigenza al quale poi si aggiungono impulsi di natura personale. Combattere, partecipazione militare L’intervento del 1936 da parte dell’Italia in supporto alla causa spagnola fu precoce. Nel settembre venne firmato un patto di non intervento da parte dei paesi europei anche se Francia e Inghilterra ritenevano che gli aiuti alle compagnie di lotta continuassero ancora arrivare. Il 28/11 venne stipulato un accordo segreto tra Spagna e Italia per l’invio di supporto logistico per le truppe nazionali : esigenza OMS (Oltre mare Spagna) nel quale Mussolini inviò l'aviazione, navi da guerra, sottomarini, armamenti e munizioni. Il reclutamento si avviò per mezzo del doppio canale milizia/esercito in cui non venne solo determinato un sensibile incremento degli aiuti ma anche una trasformazione del carattere stesso del supporto italiano alla ribellione franchista. Si possono contare oltre 75.000 uomini mandati in Spagna ma è difficile determinare un numero certo, questo perchè vi era estrema segretezza nell’OMS, vi fu una dispersione di schede di arruolamento degli uomini della milizia e a causa del cambio d’identità delle reclute del Tercio Extranjero. Quando l’allontanamento dalla guerra avviene per cause di forza maggiore, come una ferita, molti volontari richiedono un riconoscimento di tipo economico e identitario. Il venir meno della paga durante il servizio militare genera la necessità di compensazione della perdita attraverso forme di sussidio soprattutto per quei soldati divenuti inabili al lavoro per le ferite riportate; la maggior parte delle lettere inviate alla Segreteria Particolare infatti erano di componente economica. Il fatto che i volontari si rivolgessero alle autorità spagnole anziché a quelle italiane la dice lunga sulla credibilità di quest’ultima. L’impulso della scrittura è anche dovuto ad un carattere psicologico-identitario dove vi è un bisogno di riconoscimento come ricerca di approvazione e gratitudine per il sacrificio offerto alla patria. Entusiasmi La propaganda del supporto al generalissimo ha effetti entusiasmanti su moltissimi italiani tanto che molti abbattono il muro della riverenza per tentare di trasmettere la propria eccitazione a Franco. Nicola Bansegna infatti invia felicitazioni al caudillo per i successi ottenuti approfittando per esprimere le proprie idee sulla politica internazionale. L'ebbrezza per i successi spagnoli coinvolge anche moltissime donne che desiderano mettersi in contatto con Franco per esternare il loro entusiasmo e la loro partecipazione ideale alla campagna militare. Vi sono anche moltissime madrine di guerra preoccupate per la sorte del loro soldato, chiedendo alla Segreteria possibilità di rimpatrio o notizie. Anche gli uomini di chiesa sono coinvolti nell’adesione alla guerra fascista, infatti arriveranno moltissime immagini di benedette di santi al comando spagnolo. Troviamo anche espressioni artistiche in supporto alla causa con opere letterarie, componimenti musicali e poetici. Moltissimi sono anche gli uomini che mettono a disposizione la propria professionalità e la propria forza lavoro per la Spagna; Romeo Biason da Roma ex soldato automobilista della grande guerra indirizza a Franco una lettera nel quale chiede di essere scelto come collaboratore esprimendo di voler esporre direttamento al generalissimo un piano di ricostruzione agricola per la Spagna. Famiglie La morte di un figlio in guerra rappresenta un naturale dolore ma bisogna sommare a questo anche le preoccupazioni economiche causate dal venir meno di braccia e fonti di sostentamento, soprattutto tenendo della provenienza perlopiù povera ed emarginale dei soldati volontari. Molti genitori, fratelli e sorelle presero carta e penna per cercare di comprendere le sorti dettagliate dei propri soldati. La scrittura ha uno scopo operativo infatti si cerca di intercettare il favore del caudillo per intervenire a protezione del soldato, per migliorare la situazione contingente o per scongiurare destini peggiori. Le lettere per Franco non provengono solo dall’Italia, sono diversi i luoghi da cui i familiari dei soldati scrivono. Le lettere scritte in seguito a eventi luttuosi hanno il fine di elaborazione della morte, volontà di ricordare il proprio caro, impegno a esaudire un suo desiderio o addirittura a vendicarlo. Vi è chi invece semplicemente vuole individuare il luogo di sepoltura del proprio caro per poterne visitare il sepolcro. Donne Le donne sono assolute protagoniste delle lettere inviate alla Segreteria Particolare; i loro testi mostrano le difficoltà e il pesante carico della gestione famigliare che grava sulle loro spalle a causa dell’assenza del proprio coniuge. Le loro parole sono grida soffocate di aiuto e rappresentano la disperata ricerca di un sostentamento per i propri figli spesso numerosi e di tenera età. Rivelano anche la loro determinazione nella lotta e nella ricerca di tutti gli strumenti possibili per non cadere nella miseria. Molte esprimono il loro malcontento a causa di un inganno: i loro uomini hanno dato la vita e in cambio non hanno ricevuto nulla. Si sentono abbandonate ma cercano comunque una via d’uscita e un possibile riscatto. Gli aiuti economici richiesti hanno il fine di garantire sopravvivenza, integrare pensioni insufficienti, sfamare famiglie numerose e cercare di ricostruire una vita distrutta. La risposta spagnola sarà per tutti la medesima ossia quella di rivolgersi a Roma che provvederà a risolvere la situazione. Relazioni La guerra ha agito sulle relazioni sentimentali in maniera ambivalente, distruggendo alcune ma creandone anche delle nuove; la presenza del contingente italiano nella terra iberica ha determinato infatti occasioni di incontri tra legionari e donne spagnole. Moltissime lettere indirizzate a Franco avevano lo scopo di ottenere il permesso delle coppie miste italo-spagnole nel contrarre il matrimonio: era necessaria la benedizione del caudillo. Così amore e guerra si mescolano. Molti scrissero per comunicare il battesimo dei loro figli con il nome del generalissimo. Bambini Molti bambini scrivono a Franco la possibilità di ricevere una fotografia che ritraeva il caudillo; la fotografia non rappresenta solo un dono ma è il surrogato di un mito verso il quale i più piccoli canalizzano desideri e speranze grazie al flusso continuo di influenza delle istituzioni e della propaganda. Molte ragazze e ragazzi scrivono lettere indirizzate al caudillo come il balilla Carlo Bianco con una lettera nei giorni della battaglia di Guadalajara augurando a Franco una pronta vittoria. Molto spesso alla passione infantile per la guerra si intrecciano interessi di studio. Anche le bambine mostravano interesse nella scrittura di lettere alla Segreteria Particolare, questo sempre grazie alla suggestione scolastica e alla propaganda, in cui venivano inviate lettere con componimenti poetici come una bimba di Genova che invia una lirica dedicata al caudillo e alla causa nazionali. MORIRE PER MUSSOLINI Pietro da Varzi al secolo Giovanni Bergamini, parroco e oratore che è stato capace di entrare nelle grazie di Mussolini divenendo il suo braccio operativo per le commemorazioni dei caduti alla guerra civile spagnola, assumendo incarichi ben superiori di quelli che poteva avere un semplice cappellano. Fu incaricato della costruzione di numerosi cimiteri di guerra e ideò il sacrario che avrebbe dovuto ospitare le spoglie di 4.000 volontari caduti in Spagna. La seconda guerra mondiale e la caduta del regime in Italia però lo privarono degli appoggi e della protezione politica avuta fino a quel momento. Nel 26’ la vita del cappellano prende una svolta significativa in cui matura la sua idea alla causa del fascismo e converte la comunità italiana di Avignone al regime, recandosi da Mussolini con un progetto dettagliato. Per conto del fascismo raccoglie volantini e giornali sovversivi segnalando esponenti di punta del movimento comunista nell’emigrazione. Nel 34’ decide di rimpatriare; dopo un anno con lo scoppio della guerra civile spagnola Pietro da Varzi inizia una fortissima predicazione antibolscevica tramite articoli di giornale e accese orazioni di cui molte verranno trasmesse in radio; matura anche una convinzione nel voler partire per il paese iberico. Subito le sue domande non vengono accolte ma nel 37’ viene precettato come cappellano militare. La sua prima destinazione è Gaeta dove dovrà dedicarsi alla bonifica morale dei reduci di Guadalajara. Dal suo esame obiettivo la deficienza di alcuni combattenti era legata ad un reclutamento volontario affrettato, alle rivalità tra comandi, ad antagonismi tra esercizio e camicie nere. Inoltre la causa del male andava ricercata nel comportamento di alcuni comandanti che puntavano il dito contro i soldati semplici. Il 15/02/37 riceve l’ordine di partire per la Spagna. e da lì a poco sarà impegnato nelle battaglie delle Asturie e di Santander. I corpi dei legionari e dei miliziani venivano trattati in modo diverso: mentre le truppe avanzavano a recuperare i corpi ci pensava Varzi insieme alla sua squadra che si occupavano di costruire tombe provvisorie. Nel 38’ passa alla OCS (onoranze caduti in Spagna). Il cappellano militare si occupa di trovare i terreni, elabora schizzi e progetta le disposizioni delle salme; il seppellimento spetta alla sua squadra che insieme alla salma ripongono anche una bottiglia di vetro con dentro un bigliettino in cui sono scritti i dati dei soldati. I registri dei caduti vengono aggiornati continuamente. Prima significativa creazione risale al 38’ con la “Cappella del Legionario” a Guadalajara e si presentava come un piccolo cimitero di guerra, dedicato alla Madonna del Legionario in cui l’affresco presente rappresenta un volontario in ginocchio di fronte alla madonna con Gesù in grembo. Si occupa anche di predicare la messa nelle terre catalane appena liberate e rimaste a lungo prive di parroco. Nel 39’ riceve la prima di molte medaglie di bronzo al valore militare. Nello stesso anno iniziano anche i primi rimpatri delle legioni e le smobilitazioni progressive dei cappellani militari. A Puerto del Escudo venne eretta nel 39’ una Piramide in memoria dei caduti dove era stata combattuta la sanguinosa battaglia di Santander e inoltre nella piana sottostante si trovava già uno dei tanti cimiteri militari. La piramide era alta appena 13 metri, i quattro vertici
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