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RIASSUNTO LEONARDO SCIASCIA-ESAME DI STATO, Sintesi del corso di Italiano

RIASSUNTO SCIASCIA LEONARDO 5^SUPERIORE-riassunto ITALIANO per l'esame

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Caricato il 05/04/2021

jessica-de-martin
jessica-de-martin 🇮🇹

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Scarica RIASSUNTO LEONARDO SCIASCIA-ESAME DI STATO e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! LEONARDO SCIASCIA LA VITA Nacque nel 1921 a Racalmuto (Agrigento) da una famiglia borghese, e morì a Palermo nel 1989. Trascorse la giovinezza nel paese natale e nel 1941, diplomato, iniziò a lavorare come maestro elementare. Si impegno molto nel contesto politico-civile diventando Consigliere Comunale negli anni ’60 e deputato del parlamento nazionale europeo (1979-1983). Espresse 19 volte il suo pensiero; tre volte parlò di mafia utilizzando la Storia della mafia come base per i suoi interventi. Fu tra i primi a sollevare la questione tra potere politico e mafia ed evidenziare i pericoli per la democrazia derivanti da questa. Giudico severamente l’operato di quelli che si occupavano di reprimere i mafiosi; pensava infatti che questi lo facevano solo per apparire sui giornali e non realmente per sconfiggere il pericolo mafioso. Queste polemiche gli procurarono accesi dibattiti con suoi ex sostenitori. Nel 1986 ascolto la deposizione del pentito Tommaso Buscetta a Palermo ma non capì la nuova Cosa nostra. Il mostro da lui avvistato anni prima stava tornando sotto nuove forme. Collaborò con molte riviste e quotidiani (l’Espresso, la Stampa) e presso numerose case editrici. Verso la fine degli anni ’50 iniziò a pubblicare le sue opere. LE OPERE Esordi con Le parrocchie di Regalpietra (19569) una serie di cronache incentrate su un immaginario paese della Sicilia, in cui sono emblematizzate le condizioni generali dell’isola. Ne Gli zii della Sicilia (1961) la vocazione a scoprire il passato ed analizzare il presente della sua terra e della sua gente viene spostata dal piano saggistico a quello narrativo. Questa tendenza avanza anche nelle opere successive come : Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno il suo (1966), brevi romanzi di impianto giornalistico, dove l’autore affronta in modo diretto il problema mafioso e i legami corrotti con la politica. Il Consiglio d’Egitto (1963) è un ritratto storico in cui è rappresentata la storia della Sicilia del settecento. Il contesto (1971) è dove descrive la tensione tra fiducia nella ragione e constatazione della continua sconfitta della giustizia che si estende in tutta Italia. Todo modo(1974) è un sottile dialogo filosofico fra personaggi che si scontrano sul problema del male. Il male colore del vino tratta di alcune piaghe sociali del sud Italia, tra cui l’emigrazione clandestina. In La scomparsa di Majorana (1975), La strega e il capitano (1986) e Porte aperte (1987), l’autore rilegge venti del passato (come noti casi giudiziari) in un continuo gioco passato-presente. Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia (1977) riprende il genere del racconto settecentesco. A ciascuno il suo: è un romanzo giallo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1966 dalla casa editrice Einaudi. È il secondo romanzo poliziesco di Sciascia ed è ispirato all'assassinio del commissario di pubblica sicurezza di Agrigento Cataldo Tandoy (1960). Il titolo è la traduzione dal latino di unicuique suum, frase stampata sul retro della lettera minatoria che compare nel racconto ed elemento rilevante per l’indagine. • In una calda estate siciliana del 1964, in un piccolo borgo dell'entroterra, il farmacista del paese, tale Manno riceve una lettera anonima, in cui viene minacciato di morte. L'uomo, benvoluto da tutti i compaesani ed estraneo alla politica, aveva un'unica passione: la caccia. Incoraggiato anche dagli amici nell'ipotesi che si trattasse di una burla, non dà peso alla lettera e viene tragicamente ucciso durante una battuta di caccia insieme all'amico, il dottor Roscio. Gli inquirenti ipotizzano che il movente dell'assassino sia stata la presunta relazione di Manno con una frequentatrice della farmacia, ma questa pista si rivela sbagliata. Solo il professore Laurana, quasi ossessionato dall'omicidio, segue la pista giusta, ponendo la sua attenzione sulla parola nel retro del foglio: unicuique, composta utilizzando i caratteri di un giornale, L'Osservatore Romano, che ricevono solo due persone in paese: il parroco di Sant'Anna e l'Arciprete. Laurana recandosi prima da uno e poi dall'altro, intuisce che il vero bersaglio non era il farmacista Manno, bensì il dottor Roscio. Si reca dunque dalla moglie e dal padre di quest'ultimo e trova infine la soluzione del delitto: il dottor Roscio aveva scoperto la relazione che sua moglie, Luisa, aveva con suo cugino, l'avvocato Rosello, e che ormai continuava da anni. A causa dell'ultimatum che il dottor Roscio aveva lanciato a Rosello, l'avvocato reagisce facendolo uccidere da un sicario. L'ultimatum infatti prevedeva che, se non fosse terminata la tresca con sua moglie, Roscio avrebbe fatto scoppiare uno scandalo sulla base di documenti compromettenti personalmente procuratisi. Laurana si propone di tenere per sé i risultati della sua indagine, continuando per la sua strada. Ma non ci riesce in quanto viene sedotto ed ingannato dalla bella Luisa, che, in accordo con il cugino, vuole liberarsi della pericolosa testimonianza che avrebbe potuto costituire. Mentre il professor Laurana giace in una zolfara, Rosello e la vedova Roscio si sposano, rendendo dunque evidente che furono proprio la bella Luisa e il cugino a liberarsi del dottore per poter felicemente vivere insieme. La storia della mafia: è un saggio scritto nell'aprile 1972, inizialmente pubblicato nello stesso anno solo in forma di articolo comparso su Storia illustrata. La pubblicazione in volume è avvenuta solo nel 2013, in un libro dell'editore Barion, Milano. Sciascia compie un'accurata ricostruzione della storia del termine mafia
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