Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto Letteratura Italiana A.A. 2021/2022, Appunti di Letteratura Italiana

Riassunto Letteratura Italiana A.A. 2021/2022 x Esame

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 04/06/2023

Manuel_Vantaggiato21
Manuel_Vantaggiato21 🇮🇹

4

(2)

9 documenti

1 / 27

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Letteratura Italiana A.A. 2021/2022 e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Umanesimo (1400-1492): Petrarca, Boccaccio Ariosto Rinascimento (1492-1590): Machiavelli, Ariosto e Tasso Barocco: (1610-1690): Marino, Goldoni, Parini, Alfieri Neoclassicismo (1760-1815) Romanticismo (1790-1848): Manzoni, Foscolo Decadentismo (1870-1910): Pascoli, D’Annunzio, Pirandello, Svevo Genere Epico: Ariosto, Tasso, Boiardo, Marino Teatrale: Goldoni, Parini, Alfieri 1 Dante Alighieri (1265-1321) Nasce a Firenze nel 1265, da famiglia della piccola nobiltà guelfa. La sua formazione avviene tra Toscana e Bologna, in un ateneo con docenti illustri. Nel 1274, avviene il primo incontro con Beatrice. Nel 1283 avviene il secondo, e scrive il primo sonetto della Vita Nova (dove descrive Beatrice)(Amore Stilnovista). Rivela una passione sperimentale che lui non riscontra nei suoi contemporanei. Non segue un solo modello stilistico, ma adotta modi e tecniche di scrittura differenti, una ricerca per le tecniche. Nel 1283 avvia la composizione di 2 poemi allegorico-didascalici anonimi (l'attribuzione a Dante è incerta) ispirandosi al poema dell’Amor Cortese Roman de la rose, il Fiore e il Detto D’amore (coevi). Il Fiore è una corona di sonetti in lingua doyle, sull’argomento dell’innamoramento, alla conquista del fiore (donna amata). Il Detto d’amore, formato da 480 Settenari a rima baciata, rappresenta i principi dell’amor cortese, è presente un forte plurilinguismo, pluristilismo e sperimentalismo. Nel 1285 si sposa con Gemma Donati, dalla quale avrà 3 o 4 figli. Partecipa molto alla vita politica. Nel 1289 partecipa come combattente guelfo a cavallo. Nel 1290, muore Beatrice. Nel 1292 compone la Vita Nova, è un prosimetro, 31 componimenti in versi; dove racconta e descrive l’amore per Beatrice, prima e dopo la sua morte; indicata come un’esperienza nuova, che rinnova la vita, rinnovamento spirituale e letterario. Iniziata dal primo incontro con Beatrice. Tanto Gentil Ed Onesta Pare, in questo sonetto, la poetica stilnovistica di Dante si allontana dall’idea di amare inteso come angoscia. Viene presentata Beatrice in un’atmosfera incantata, come creatura celeste ed espressione di qualità morali, celebrate in un dialogo non personale, ma corale, dove Dante non trova le parole per descrivere tale bellezza. Nel 1295 si iscrive alla corporazione dei Medici e degli Speziali. Nel 1300, sono anni tesi per la situazione politica di Firenze, il partito guelfo tra 15 Giugno e 15 Agosto, si divide in Bianchi e Neri; 2 opposizioni che lottavano per la situazione politico-economica di Firenze. I guelfi bianchi sostenevano per un’amministrazione autonoma; I guelfi neri invece erano sostenitori del Papa, come unico avente il diritto di governare su tutto. Dante inizialmente cercò un equilibrio, ma era favorevole per l’autonomia della città. Il 1 Novembre 1301 entrano a Firenze le truppe angioine di Carlo di Valois, destituiscono i Guelfi Bianchi. Il 27 Gennaio 1302, viene mandato al confine per 2 anni, poiché bandito. Il 10 Marzo 1302 viene condannato a morte in contumacia, insieme ad altri esponenti bianchi. Dante viene così bandito da Firenze, iniziando a girovagare per le corti e signori d’Italia, dove chiede ospitalità, offrendo servizi, come funzionario, cancelliere, diplomatico. Nei primi anni dell’esilio, scrive il Convivio, un titolo metaforico al banchetto, al quale il lettore è invitato, per raggiungere la sapienza, dove vengono trattati argomenti filosofici (lui è uno scrittore che tratta filosofia, non un filosofo). Per Dante, gli intelligenti, con il loro sapere si avvicinano a Dio. Doveva comprendere 15 libri, ne compone solo 4. Tra il 1303 e 1305 compone il De vulgari eloquentia, dovevano essere 4 volumi, ma ne compone solo 2, sull’importanza del Volgare, come lingua unica, che secondo lui deve essere: Cardinale, superiore agli altri volgari; Aulico, per luoghi istituzionali; Curiale, chiaro, definito da usare dal sovrano. Dante individua 14 varietà della nostra lingua, e il volgare ha ogni caratteristica di ciascuna varietà, partendo da una base toscana, con sicilianismi. Lo scrive in latino per rivolgersi ai dotti del suo tempo. Il Monarchia, è un trattato diviso in 3 libri, su tema politico, interviene sulla questione tra i rapporti tra Impero e Papato; affermando che entrambi discendono da Dio, e devono collaborare tra loro, un equilibrio, per il benessere del cittadino. Muore nel 1321. Divina Commedia La Divina Commedia è un poema didattico-allegorico, che narra in prima persona di un viaggio nell’aldilà fino alla visione di Dio, iniziato nel 1300, giorno di anniversario della Morte 2 Nasce nel 1313 a Firenze, da una famiglia borghese mercantile. Nel 1327 segue il padre a Napoli; da qui ha inizio il periodo napoletano, le 4 opere di questo periodo, sono su tema amoroso, in senso terrestre: Caccia di Diana, un poemetto in terzine, poste con un pretesto di caccia, finendo per descrivere le belle donne; Filocolo, un libro in prosa, che racconta gli amori rocamboleschi sull’avventura delle vicissitudini; Filostrato (abbattuto d’amore), su un episodio infelice della Guerra di Troia, Trailo innamorato di Griselda, prigioniera della città, tradito da lui, si lascia uccidere. è un poemetto in ottave; Teseida, in ottave, su tema eroico, cortese e cavalleresco; l’amore trattato con forte risalto guerresco. Nel periodo napoletano, è ispirato da romanzi cortesi, in lingua doyle. (Bassa Cultura) Nel 1341 torna a Firenze, richiamato dal padre per difficoltà economiche; Periodo Fiorentino ha l’unione della lirica Stilnovistica con l’amor cortese-cavalleresco: Commedia delle Ninfe fiorentine, è un prosimetro e si ispira dalla Vita Nuova per la parte di Dante. Amore del Pastore, Ameto? per la ninfa Lia con schemi allegorici Medievali, con moduli cortesi e profani; Amorosa Visione, poema in terza rima, come la Commedia di Dante, composto tra il 1342-1342. Il poeta visita in sogno un nobile castello, nelle cui sale ammira affrescati i trionfi della Sapienza, Gloria, Ricchezza, Amore e Fiducia, ispirandosi ai trionfi di Petrarca. La macchina allegorica permette a Boccaccio l’elogio di personaggi famosi antichi e medievali, ma anche di donne napoletane e fiorentine, tra le quali Fiammetta; Ninfale Fiesolano, poemetto mitologico di 473 ottave, sotto il segno dell’amore, è un omaggio a Firenze e illustra l’origine favolosa dei due torrenti Africo e Mensola; Nel periodo fiorentino, è ispirato dai poeti latini e storiografi latini. (Alta Cultura) Nel 1348 muore il padre dopo l’epidemia della della peste nera. Tra il 1349 e 1351 scrive il Decameron (arte del raccontare), Raccolta di 100 novelle, anche se non è una semplice raccolta di novelle, ma è un novelliere, raccolta organizzata in cui c’è una narrazione unica tra narratio brevis e l'insieme della nouvelle, scritto tra il 1349-51. Attraverso la cornice, Boccaccio descrive il contesto storico, ovvero dell’epidemia della peste nera, che fu una catastrofe culturale, non solo sanitaria. L’uso della cornice del Decamerone, non è un’idea nuova, ma è innovativa la struttura dell’opera. La cornice è il perno, la base, sulla quale si struttura, l’intera opera. Si ispira ai modelli orientali del racconto brevi, come Una Mille e Una Notte. Titolo parlante, ricalcante sull'Exameron di Sant’Ambrogio. Il Decameron ha un “orrido cominciamento” all’inizio della narrazione, che è la condizione di Firenze devastata dalla peste a contrasto c’è la dimensione dell'allegra brigata, 7 ragazzi e 3 ragazze della nobiltà fiorentina che vanno via da Firenze e si rifugiano fuori dalla città, per trascorrere il tempo funesto dell'epidemia. Le dieci giornate del Decameron sono scandite in modo tale da dare l'idea di un'organizzazione testuale non casuale. Scansione di tipo tematico delle giornate: 1. La riprovazione del male, la fortuna, l'ingegno (I-III) 2. Tragedia e lieto fne nell'amore (IV-V) 3. I mort e le beffe (VI-VIII) 4. Dalla libertà tematica all’esaltazione della magnificenza (IX-X) I temi delle 10 giornate del Decameron individuiamo una polarità tematica, ossia fra amore e denaro, eros ed economica. L'amore viene raccontato come una forza distrutva, pulsione erotca, manifestazione senile, appagamento dei sensi che si risolve nel vincolo 5 matrimoniale; Il secondo tema polare, il denaro, l’economia, la mercatura. Di quest'ultimo, ammira di questo ceto l'attenzione al denaro, l’impegno per procurarselo. A questa scansione tematica si accompagna un ulteriore processo di strutturazione: Boccaccio inserisce alcuni elementi che hanno una funzione di tessuto connettivo tra le singole novelle e puntano a tenere insieme il materiale: 1. Il proemio, in cui il poeta definisce esplicitamente chi è il destinatario, ossia le donne, dando al suo libro un sottotitolo definito “Decameron e cognominato principe Galeotto", nei poemi cavallereschi, questo personaggio ha favorito l'amore di Lancillotto e Ginevra. Allo stesso modo, Boccaccio fa da mediatore tra le donne il suo libro. Scritto per finalità di diletto. 2. Introduzione, bipartita: la prima parte, in cui si racconta l’occasione storica, ossia la peste. La seconda parte: le vicende della lieta brigata. 3. Conclusione, in cui puntualizza la sua poetica. 4. Introduzione e conclusione delle singole giornate, in particolare, nella conclusione, il re o regina della giornata canta una ballata. Tutto questo è la cosiddetta cornice dell’Opera. Tutto ciò fa del Decamerone un'opera chiusa, strutturalmente organizzata. La Novella Di Lisabetta, questa novella presenta componimenti che appartengono a due orizzonti, al tema mercantile, descrivendo aspetti negativi e introduce il tema feudale. Elisabetta, abita a Messina, con i suoi fratelli, in un ambiente feudale. Per la sua famiglia lavora Lorenzo, che incontrerà Elisabetta, e si innamoreranno. I due fratelli scoprendo questa relazione, non l’accettano, in quanto infrange una regola sociale, Lorenzo è di un ceto diverso. Uccidendo così Lorenzo, di cui Elisabetta ne verrà a conoscenza tramite un sogno, dove poi si recherà sul posto e troverà il cadavere, tagliandogli la testa e conservandola in un vaso. (Tema Follia) Boccaccio offre una storia da toni fiabeschi e cupi allo stesso tempo. Negli ultimi 20 anni di vita, scrive alcuni trattati eruditi, in poesia latina: Genealogia deorum gentilium, un repertorio di mitologia classica, uso simbolico immagini classiche) De Mulieribus Claris, 104 biografie di celebri figure femminili; De casibus virorum illustrium (sulle sventure degli uomini), da Adamo fino ai suoi contemporanei, raccoglie, con l’intento di un insegnamento morale, testimonianze storiche su personaggi baciati dalla fortuna e poi caduti in miseria; Corbaccio: Il titolo si pensa rinvii a corvo, simbolo gracchiante di maldicenza, oppure dell’animale che nei bestiari medievali si cibava di occhi e cervello, emblema dell’amore che acceca e provoca pazzia. Muore il 21 Dicembre 1375. UMANESIMO Con Petrarca (ed anche Boccaccio, durante la fase napoletana) si parla di Preumanesimo, con la ricerca nelle biblioteche. Questo tratto culturale si rafforza e si manifesta in tutta la sua significatività durante l’Umanesimo che coincide con il XV secolo dove questo atteggiamento, di riscoperta dei classici, codici, manoscritti, ad uno studio di approfondimento di questo testi antichi, non più filtrata attraverso la lente della propria epoca, ma restituite al loro significato originale. La riscoperta dei classici da un punto di vista sia quantitativo che qualitativo, pone però un problema: dal punto di vista letterario, come si devono porre i moderni rispetto ai classici? Ecco che esplode il grande dibattito sull’imitazione letteraria. A fronte di una riscoperta del patrimonio classico, rafforzato in termini qualitativi e quantitativi, bisogna imitarli mimeticamente o in modo originale. In campo letterario l'Umanesimo si caratterizza anche per la Fondazione di nuove istituzioni culturali, tra queste c’è sicuramente l'accademia. Le prime accademie sono centri di aggregazione culturale e letteraria e nascono nel ‘400 e poi troveranno un loro rigoglio nel ‘500 e nel ‘600. Anche le biblioteche rientrano in queste istituzioni culturali, in quanto il ‘400 6 è l’epoca dell'invenzione della stampa, mutano radicalmente i meccanismi di produzione e riproduzione delle opere letterarie. La stampe, in maniera molto graduale, si sostituiscono ai codici e ai manoscritti. Il primo libro stampato è quello della Bibbia. Un’altra caratteristica dell’Umanesimo è il bilinguismo, secolo in cui si produce una fiorente letteratura italiana e latina. Sono identificabili più centri: Firenze, Ferrara, Napoli. Secolo della questione della lingua: il ‘500 vede la vera e propria nascita della lingua italiana. Fino ad allora si parlava di volgare, dal ‘500 in poi, dalle prose di Pietro Bembo (1525) si abbandona la dizione volgare a favore della dizione italiana, si codifica la lingua italiana. Su questo sfondo culturale, si stagliano alcune figure del rinascimento italiano: Machiavelli, Ariosto e Tasso; si collocano in momenti diversi: • Machiavelli e Ariosto ad inizio del rinascimento, con Ariosto che comincia a percepire i segni della fine di questo grande periodo culturale. • Tasso si colloca nella seconda metà del ‘500, come esponente di un Rinascimento maturo e declinante. Quindi i tre interpretano il rinascimento italiano in tre momenti diversi: Machiavelli nella sua nascita, nel suo apogeo (con qualche segno di declino) Ariosto e nella sua maturità e nel suo tramonto Tasso. Niccolo Machiavelli (1469-1527) Nasce a Firenze nel 1469, da una famiglia borghese, suo padre era notaio. Nel 1498, viene nominato segretario della Cancelleria della Repubblica Fiorentina. Occupandosi di faccende diplomatico-militari, compì numerosi viaggi in Italia ed Europa. Il suo ruolo dura fino a quando la Repubblica dura, dopo 14 anni, nel 1512, viene restaurato il dominio mediceo e Machiavelli viene licenziato. Nel 1513 si ritira nel suo paese, in provincia di Firenze, dove si dedica alla scrittura e lettura. Si reca a Firenze di rado, per degli incontri con giovani repubblicani. In questo periodo compone Il Principe, I discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Dell’arte della Guerra, Istorie Fiorentine, Mandragola, Clizia. Il Principe, composto nel 1513, scritto di getto, ma poi sottoposto ad una revisione linguistico-tecnica. Ha una struttura rapida, frutto di una lunga esperienza politica ed una complessa riflessione storica, La prima edizione risale al 1532, dedicandola ai Medici, per il tema trattato, struttura principati e ruolo principe. Machiavelli non fu il primo a scrivere un trattato sul principe che coincideva col perfetto cristiano, ma tratta la figura del principe, svincolato da ogni vincolo morale religioso, autorizzato a infrangere qualche norma, se necessario. Realizza 26 capitoli di varia lunghezza, nel capitolo introduttivo, distingue gli Stati in Repubbliche e principati, e il capitolo finale , nel quale esorta Lorenzo de medici a liberare l’Italia dai barbari. Può essere diviso in due grandi parti: nella prima si esaminano i tipi di Principato, milizie e i compiti militari del principe. La seconda è dedicata al principe, ed esamina i compiti che debba assolvere e quali comportamenti debba adottare ai fini di una prospera vita dello stato in cui regna. Machiavelli ribalta questa tradizione idealizzante, condividendo la morale, ma afferma che se necessario per salvare lo Stato, il principe debba infrangere, trasgredire la morale, l’etica; il principe deve essere pronto ad infrangere. Condivide l’etica per evitare di rovinare lo Stato. Per il principe è ideale essere temuto ed amato, se così non dovesse essere, è meglio essere temuto che odiato, perché gli uomini hanno meno rispetto ad offendere uno che si faccia amare che uno che si faccia temere. quindi deve farsi temere, non odiare. Capitoli 15 e 19 : fondamentali, spiega le situazioni nelle quali il principe è autorizzato a infrangere le regole Capitoli 1 e 11 : esamina vari tipi di principato 7 successo. Nel 1565 approda a Ferrara, dove s’impiega al servizio di Luigi d’Este. Nel 1572 posa alle dipendenze di Alfonso II, dove il poeta nel 1563 compone l’ Aminta, è una favola favola pastorale, una storia d’amore, divisa in 5 atti, composta nel 1573, rappresentata a Ferrara sul Po, in una cornice cortigiana fiorente della Corte Estense. Esprime la breve stagione della felicità di Tasso, infatti i personaggi alludono a personaggi reale. Ha un lieto fine. Aminta è un pastore innamorato di Silvia che respinge il corteggiamento di Aminta. Coppia speculare Tirsa e Dafne, la quale accetta il corteggiamento di Aminta. L’impatto metrico è fondamentale per lo sviluppo del linguaggio melodrammatico fino all’800. Nel 1575 porta a termine la Gerusalemme Liberata (intitolata dapprima Goffredo) abbozzata nel 1559, accostando l’idea di un poema epico sulla Prima Crociata. Il motivo della Guerra Santa è un tema attuale poiché fa riferimento alla Battaglia di Lepanto nel 1571 (soggetto storico : Realtà attuale). Tra il 1565 e 1566, poichè più maturo, a Ferrara torna sul progetto chiamato Goffredo, da Goffredo di Buglione (condottiero dell’esercito cristiano). Nel 1580 esce a Venezia con una stampa non autorizzata dei primi 14 canti (è l’edizione che ha circolato di più). Nel 1581 autorizzata viene stampata con il titolo Gerusalemme Liberata. Nel 1597, dopo una profonda revisione, condizionato da critiche, viene ristampato con il titolo Gerusalemme Conquistata. 3 livelli del conflitto : Superficiale : Cristiani e Saraceni; Conflitto Cosmico: Angeli e Demoni; Interiore: Personaggi e rapporti personaggi. Ogni ottava racchiude un periodo : nuovo ruolo ottavaCrociata : unisce ideali eroico-militari e religiosi : cronaca attuale. Tancredi, sofferente di perenne malinconia, è in lotta con sé stesso, poiché è innamorato della guerriera pagana Clorinda, che senza saperlo uccide in un duello, ucciderà anche Argante. Argante e Solimano sono due guerrieri dalla forza smisurata, segnati dal presagio della sconfitta. Lo schieramento degli infedeli spetta a Arminda, maga seduttrice dell’eros, ma donna fragile; Clorinda: guerriera altezzosa e sdegnosa, dalla suggestiva bellezza. Intersezione Bene-Male. Morte del Feroce Solimano: siamo nell’ultimo canto della Liberata, vi è uno scontro decisivo, in campo aperto, tra i due eserciti, quello pagano e quello cristiano. Il grande Solimano, osserva in solitudine la battaglia, dalla Torre di David, capo delle truppe arabe mercenarie. La sua presenza trasmette forza e fiducia ai saraceni, compare più volte, diventa protagonista nell’audio di Gerusalemme. Riflette sulle sventure umane non su sé stesso, viene folgorato dall’apparizione minacciosa di Rinaldo e dal presagio di morte imminente. Il poeta successivamente diventa vittima di sé stesso, nel 1577 si autoaccusa al tribunale dell'inquisizione, di essere incorso all’eresia; così nel 1579 verrà rinchiuso nell’ospedale ferrarese, fino al 1586. Nel 1585 risale il Discorso sull’Arte del Dialogo, dove c’è il richiamo del folletto, che gli fece visita nella cella di Sant’Anna, in qualità di intermediario tra cielo e terra. Negli ultimi dieci anni si dedica e pubblica nel 1593 il rifacimento del poema con il titolo Gerusalemme Conquistata, a Mantova pubblica la 1’ parte delle Rime, a Brescia la 2’, lasciando incompiute la 3’ e 4’ parte. Muore a Roma nel 1595. Tasso supera modello unitario di Petrarca pubblicando una collezione di Rime, basata su 3 tematiche: ( Amorose, Morali, Sacre). Per molti è un autore che si colloca nel Manierismo Giovan Battista Marino (1569-1625) Nasce a Napoli nel 1569, figlio di giureconsulto, che tenta di indirizzarlo a studi di legge. Nel 1600, dopo essersi fatto notare dall’aristocrazia Napoletana, per l’ingegno artistico e per la prepotente spregiudicatezza, che lo portano in carcere nel 1598 e 1600. Nel 1600 fugge da Napoli e va a Roma, al servizio di altri prelati. Tra il 1608 e 1615 risiede per lo più a Torino, al servizio, alla corte del duca Carlo Emanuele I di Savoia, dal quale nel 1609 riceve la nomina a Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro. Nomina che provoca la gelosa rivalità di 10 Gaspare Murtada ? che cerca di spararlo con la pistola. Nel 1614 pubblica La Lira e Le Dicerie Sacre, innovando il genere dell’impresa: unione di un motto e figura; predica + impresa. Nel 1615 si trasferisce a Parigi, dove viene pagato svolgendo il ruolo del cortigiano. A Parigi pubblica l’Adone, dedicato a Luigi XIII, è un poema etico mitologico, chiamato poema, solo perché è in ottave. L’opera si basa sull’intreccio favolistico, amoroso dell’amore di Venere per il giovane e bellissimo Adone; da qui si immettono vari episodi collaterali tra incontri. I due giovani si uniscono in matrimonio da Mercurio finchè Marte non provoca la morte del giovane. Venere allestisce per lui delle esequie festose, trasformando il cuore in un fiore, (riprendendo la metamorfosi di Ovidio). La storia narrata è erotica-sensuale. Adone non è un eroe, è una creatura dedicata al piacere temporaneo e passeggero. A differenza di Tasso, non c’è guerra. L’amore sensuale non è l’amore etico narrato da Dante,Petrarca, Boccaccio. Elogio della rosa: si trova nel canto III, intitolato l’innamoramento. Troviamo giochi con assonanze ad esempio Riso/Rosa e rime tra due parole uguali, ma di diverso significato “Sole/Sole”, metafore continue. Sono presenti ottave in endecasillabi, versi intonati da Venere e dalla Rosa : simbolo dell’Adone. Pratica uno sperimentalismo in vari generi. Apporta nella Lirica varie innovazioni; usa il concettismo, procedimento della scrittura Barocca, considera la lingua come animatrice di oggetti. Concetto: non significa un pensiero speculativo, associando immagini e idee, diverse e contrapposte. Alla fine della pubblicazione torna a Torino, Roma e Napoli, riverito da intellettuali locali. Muore in città nel 1625, a 56 anni. Confronto - In Poliziano e Ariosto c’è il puro sentimento della bellezza, in Tasso non c’è la bellezza della rosa, ma la sua breve vita; in Marino non c’è una tendenza naturalistica, ma una descrizione con tendenze liriche, tra i vari concetti e giochi con le rime. ‘600: nascita melodramma metafora: trasferimento del nome proprio di un oggetto ad un altro oggetto. Unione di immagini diverse per creare immagini nuove. BAROCCO Il termine Barocco venne usato a partire dal tardo Ottocento, con un’accezione negativa. L’origine del termine è dubbia, vi sono 2 possibili spiegazioni: 1) BARROCO, dal termine portoghese, che indica un tipo di perla irregolare, non perfettamente sferica 2) BAROCO, tradizione italiana, termine noto nella filosofia medievale, per indicare un’argomentazione del tutto corretta. Irregolarità, capriccio. La civiltà Barocca non ha più una fede, una certezza. L’unica fede è quella dell’incertezza, della relatività. - La prima metà del ‘700 è caratterizzata da tre grandi movimenti culturali e laterali: l'Arcadia, l’Illuminismo e verso la fine del secolo dal Neoclassicismo, in cui si muovono figure Metastasio, Goldoni, Parini, Alfieri. Durante l’Arcadia, esponente di punta è Metastasio che riforma il genere del melodramma, sul quale l'aspetto musicale aveva finito per prevalere su quello testuale. Goldoni riforma la commedia, invece, attraverso alcuni passaggi graduali che comprendono la scrittura del copione, quindi non più l’improvvisazione. Configura i personaggi, che si trasformano da maschere fisse e 11 stereotipate a personaggi veri e propri, scolpiti e definiti dal punto di vista psicologici e caratteriali. Carlo Goldoni (1707-1793) Nasce a Venezia nel 1707, da una famiglia borghese. Studia a Perugia, poi a Rimini, Pavia, per poi laurearsi a Padova nel 1731. Esercita per un breve periodo la professione d’avvocato, applicandosi anche nel teatro. Dal 1734 al 1743 lavora con Giuseppe Imer, capocomico del teatro San Samuele di Venezia. Nel 1748 abbandona la professione d’avvocato, torna a Venezia, firmando un contratto per la compagnia di Medebach, da qui inizia la Riforma teatrale. La Riforma Goldoniana consiste nel trasformare la Commedia dell’Arte, del ‘500 e ‘600 (caratterizzata dalle maschere) nel sostituire le maschere da personaggi caratterizzati psicologicamente, usando un testo scritto, non improvvisando. Nella Stagione Teatrale con la compagnia di Medebach, viene messa in pratica la Riforma. I primi successi suscitano reazioni ostili, accusandolo d’ignorare le regole letterarie. Il pubblico veneziano si divide in Goldonisti (d’orientamento illuminista con interessi morali); e Chiaristi (d’orientamento tradizionalista, con prevalenti interessi di carattere ludico e morali). Per la stagione 1750-1751, scrive 17 commedie, sperimentando la relazione con l’ambiente. Il 26 Dicembre 1752, al Teatro Sant’Angelo di Venezia, venne rappresentata La Locandiera; è suddivisa in 3 atti, ambientata a Firenze, all’interno della locanda, gestita da Mirandolina e dal cameriere Fabrizio, al quale Mirandolina è promessa in sposa dal padre. Nella locanda giungono il Conte d’Albafiorita, il Marchese di Forlipopoli e il Cavaliere di Ripafratta. I primi due, corteggiano Mirandolina, mentre il Cavaliere ostenta un disprezzo per il genere femminile, che provoca l’orgoglio di Mirandolina, provando a farlo innamorare. Dopo aver manifestato la sua simpatia, il cavaliere è ormai cotto, e la passione del Cavaliere diventa incalzante, ma Mirandolina dichiara di sparare al cameriere Fabrizio, salvaguardando il suo interesse e reputazione, la propria libertà. Goldoni fa usare al servo un registro linguistico diverso da quello usato da un nobile. Ispirandosi ai Veneziani, evitando però una chiusura regionalistica, rivolgendosi ad un pubblico più ampio, nazionale, inserendo anche francesismi lessicali. Dopo un periodo romano, torna a Venezia, nel 1753, che coincide con la seconda stagione del Teatro San Luca, scrivendo 70 testi, tra i quali il Campiello e Gli Innamorati. Nel 1762 accetta il trasferimento a Parigi, poiché l’atmosfera di Venezia non era più d’ispirazione, soprattutto dopo il successo di Gozzi. A Parigi esporta la Commedia Italiana, scrivendo per Théâtre de la Comédie Italienne, Théâtre Comédie Française; scrive anche un autobiografia. Muore a Parigi nel 1793. La Produzione Goldoniana conta più di 120 commedie, che variano tra loro, per esigenze teatrali o per le capacità teatrali. Vittorio Alfieri (1749-1803) Nasce ad Asti nel 1749, il padre muore nel 1750; nel 1758 entra nella Reale Accademia di Torino, dove resta fino al 1766, in un ambiente severo, militaresco. Il giovane Alfieri unisce varie malinconie con i moti della ribellione, contro ogni forma di obbligo sociale, gerarchico. Dal 1766 al 1775 è in viaggio in Italia ed Europa, ed è occasione per una formazione culturale e di scoperta del mondo. L’interesse per la letteratura nasce dallo sconforto di sé stesso, dal sentimento di riscatto. Nel 1775, al Teatro Carignano di Torino ed è rappresentata la prima tragedia Alfieriana, Cleopatra, che nonostante sia un pò acerba, gli consente il successo. Alfieri si applica alle Rime, per oltre 20 anni, dal 1776 al 1799. Nel 1786 cura e riordina l’edizione già uscita. Nel 1789, ne cura la stampa. Tra il 1789 e 1798 compone altre Rime e a Firenze stampa nel 1799. Costituiscono un ritratto complementare alla vita, un diario in versi che accompagnano quasi ogni giorno l'esperienza vissuta dal 12 legame, tramite affettivo, tra chi è scomparso e chi no, andando oltre la morte. Menzionando anche l’editto di Saint-Claude, il quale afferma che un ladro ed uomo giusto, devono entrambi riposare nella stessa fossa, poiché in morte, siamo tutti uguali. La seconda parte, documenta il culto delle tombe, lungo il corso della Storia. La terza parte si apre con la celebrazione solenne delle tombe di Santa Croce, e successivamente vengono introdotte le tombe illustri di Maratona, che hanno ispirato i Greci. La quarta ed ultima parte, tratta del riconoscimento della poesia, come virtù eternatrice, che supera secoli e secoli, nonostante l’autore muoia. Vengono pubblicati a Brescia nel 1807. Nel Marzo 1808, ottiene la cattedra all’Università di Pavia. nel 1812 si trasferisce a Firenze. Il rientro a Milano, nel 1813, segue la caduta nel Regno Italico del 1814. Rifiuta il giuramento delle autorità e fugge per sempre dall’Italia nel Marzo 1815, arrivando a Lugano, poi Zurigo e nel 1816 a Londra. Scrive studi su Dante, Petrarca, Boccaccio, sul poema cavalleresco, sul teatro moderno e letteratura italiana contemporanea. Nel 1827 pubblica le Grazie, è un poema incompleto, frammentario, frutto delle vicende biografiche. Viene composto in varie fasi; Grazie sono delle figure mitologiche, ispirandosi al Canova e rappresentando il mito della Grecia Antica. (Versante Neoclassico) Muore a Londra, in povertà, nel 1827. Alessandro Manzoni (1785-1873) Nasce a Milano nel 1785, da Giulia Beccaria, moglie di Pietro Manzoni, ma il padre naturale è Giovanni Verri. Nel 1792 i suoi genitori si separano. Dal 1801 al 1804 vive a Venezia, dove scrive alcuni sonetti. Oltre a Milano si trasferisce a Parigi, nel 1805, invitato dalla madre che convive con Carlo Imbonati. Nel 1807 conosce Enrichetta Blondel, da famiglia porestante. nel 1808 si sposeranno con un rito calvinista. Nel 1810 viene celebrato secondo il rito cattolico. La riconciliazione con il Cristianesimo è sinonimo di una rigenerazione contro le cadute ed errori del passato, come centro equilibratore. Nel Giugno 1810 ritorna in Italia con la moglie e con la madre, questo rientro per lui significa rinsaldare un legame mai interrotto con la cultura lombarda. Nel 1815 pubblica gli Inni Sacri; La Pentecoste, raccolto negli Inni Sacri, c’è una lunga ricerca sulla difficile conciliazione tra cielo e terra. Il tramite è rinvenuto nella Chiesa Militante. La preghiera corale diventa una ricerca di nove conquiste e di nuova pace. Scompone il tono pessimistico delle Tragedie. La religione non è il segno d’una rinuncia, rifugio dallo sconforto d’una sconfitta, ma interpretazione agonistica della realtà. Si umanizza così il rituale liturgico dei primi Inni Sacri. Il mondo della storia ha esteso i suoi confini, sulla ribalta non ci sono più soltanto gli eroi, ma anche umili personaggi, le figure sconosciute che rappresentano il vero volto d’una società, con loro gioie e soprattutto loro dolori, diventano persone nel momento in cui si scontrano con i parenti. Fondendo così i casi dei Promessi Sposi. Scompone il contrasto violento tra ideale e reale, appare nelle tragedie. Da questa visione nasce la grande novità dei Promessi Sposi, contestazione della violenza. Negli stessi anni degli Inni Sacri compone Aprile 1814 e Proclama di Rimini, che rappresentano due linee separate, la prima l’esaltazione della lirica sacra e dall’altra l’esaltazione della lirica civile. L’attenzione di Manzoni è rivolta a rappresentare il mistero cristiano, sofferto da personaggi innocenti. Nel 1816 (Data Romanticismo Italiano). L’esperienza degli Inni Sacri, viene superata da un tipo di tragedia, che vuol essere corale e popolare, ispirandosi da Shakespeare. Nel 1819 ritorna a Parigi. Tra il 1820-1822 pubblica gli Adelchi, Il Conte di Carmagnola, La Pentecoste, Marzo 1821, Fermo e Lucia. Il Conte di Carmagnola , pubblicato nel 1820, rappresenta la vicenda del condottiero Francesco Bussone, detto Conte di Carmagnola, valoroso uomo di milizia, artefice della fortuna militare di Filippo Visconti, duca di Milano. Il conte è avversato dal duca Filippo, che mal lo ripaga dei molti servizi e dell’assoluta fedeltà, e ingiustamente lo destituisce dal suo 15 grado di generale. Passando al servizio della Repubblica di Venezia; Carmagnola, battendo l’esercito del suo antico signore. Ma la generosità dell’uomo d’arme è sospetta d’un legame segreto con il nemico. Così viene arrestato e decapitato, nonostante il Senatore Marco, abbia provato a difenderlo. Il Conte quindi, deve sperare nel giudizio di Dio per salvarsi. Adelchi, è una tragedia scritta nel 1822, che risale al periodo della caduta Longobarda, nelle figure del Re Desiderio e del figlio Adelchi associato al Trono, e l’inizio della dominazione dei Franchi di re Carlo, appoggiati dalla Chiesa, mentre sullo sfondo vi sono le illusioni di riscatto ed il triste stato di asservimento della popolazione Latina conquistata. Marzo 1821 è un’ode che rappresenta come dato reale ciò che in effetti è soltanto un’aspirazione, da parte dei Piemontesi, di risollevare le sorti della Lombardia contro gli Austriaci. Il rapporto con la situazione politica, s’allarga ad una meditazione cristiana, ad uno spirito patriottico che comprende anche i nemici. La libertà dei popoli è difesa da Dio. Le Odi Civili: Gli apici del Manzoni lirico sono raggiunte nelle 3 composizioni del 1821-1822. Si superano le fratture formali, sono contemporanee all’Adelchi, ciò significa che il soggetto storico-politico, si compresenti nella riflessione religiosa. Il Cinque Maggio è un’ode, un inno religioso, scritta in occasione della morte di Napoleone; richiama il clima della stessa profonda meditazione cristiana applicata al mondo storico, tipica dell’Adelchi. Napoleone, padrone d’Europa, appartenente alle figure dominanti, vengono rievocati gli ultimi giorni, quelli dell’esilio. Risalta la vicenda terrena, della sua miseria, quando ormai la grandezza è solo un ricordo, poiché ora è solo un vinto. Nel 1827 pubblica i Promessi Sposi e successivamente si reca a Firenze. I Promessi Sposi, è un romanzo storico, dove la composizione s’è sviluppata in 3 fasi fondamentali, la relazione iniziale, Fermo e Lucia, avviata nella primavera 1821, e terminata nel 1823, mai pubblicata. Caratterizzata da commenti dell’autore, spesso pieni di un risentimento umanitario, sacrificando l'individualità dei personaggi. L’edizione pubblicata nel 1827, chiamata Ventisettana, con il titolo definitivo Promessi Sposi, una storia milanese, vi è una presenza dell’autore come regista-narratore, con un sottofondo della polemica ideologica è equilibrata, ha cambiato tono, vi è una profonda riscrittura, modifica sul piano strutturale. Nell’ultima edizione, pubblicata nel 1840, chiamata Quarantana, non incide sulla struttura del libro, ma riguarda la forma linguistica, al toscano da biblioteca, subentra quello vivo, parlato per le strade. Comprende la Storia di una Colonna Infame, dove due poveri uomini, vengono scambiati come focolaio della peste, e vengono giustiziati. Manzoni rivendica la responsabilità dei misfatti legalizzati, della corruzione, che hanno indotto ad un delitto di Stato. (Smascheramento). Nel 25 Dicembre 1833, muore Enrichetta. Nel 1850 viene stampato il Discorso del Romanzo Storico, tecnica usata per i Promessi Sposi. Muore a Milano nel 1873. Giacomo Leopardi Nasce a Recanati nel 1798, da una famiglia borghese. Nel 1809 inizia i 7 anni di studio disperato, da autodidatta, con un intenso studio che lascia traccia sulla sua salute. Nel 1811 compone due tragedie. Nel 1816, risale la convenzione letteraria, ovvero iniziando a studiare la poesia. Esordisce tra il 1818 e 1823. Nel 1819 avviene la conversione filosofica, passando dal confessionismo devozionale, ad un convincente ateo e materialistico, basato sull’atomismo greco. Nel 1824 vengono composte le Operette Morali, dei componimenti lirici; e nel’34 viene pubblicata la seconda edizione, con due testi in più. La prima edizione è stata composta nel 1824, presentano temi centrali del pensiero filosofico leopardiano, la continua e vana ricerca della felicità, l’inesistenza del piacere, il desiderio della Morte, che rifiuta però l’ipotesi del suicidio, per evitare il dolore dei suoi cari che restano in vita. Un momento di pausa meditativa, in cui il poeta guarda “in controluce” le proprie angosce; 16 funzionale alla propria coscienza dell’infelicità umana. Nella parte conclusiva, viene affermato che la morte è preferibile alla vita. Secondo lui, ciò che muove gli uomini, è il desiderio, il piacere, che esiste solo nell’immaginazione, non nella vita reale, la quale può offrire solo piaceri finiti e limitati. L’infelicità, l’insoddisfazione è data dal desiderio, tensione inappagata; è considerato un precursore dell’Esistenzialismo, poichè le sue riflessioni sono molto simili a quelle di filosofi come Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche, Pascal e Kafka. Le canzoni vengono raccolte per la prima volta in un volume nel 1824. L’io muove dal desiderio di dichiarare la propria grandezza ed il proprio volare contro la corrotta mediocrità del presente. Nel 1825 si trasferisce a Milano, illudendosi di poter vivere facendo il proprio lavoro. Nel 1830 lascia per sempre Recanati, trasferendosi a Firenze. Con l’allontanamento da Recanati, la prospettiva leopardiana, esce dall’isolamento e affronta con un nuovo animo i rapporti umani, con una matura consapevolezza di sé stesso; si ha un’affermazione dell’Io lirico, viene sviluppato il tema dell’amore, indice del nuovo atteggiamento del poeta. A Firenze pubblica la prima edizione dei Canti, che racchiudono 36 liriche composte tra il 1817 e 1836. Sequenza dei Cant nelle tre diverse edizioni: 1)Nella prima edizione, 1831 (Edizione Piatti): i primi 10 componimenti sono le canzoni, dal decimo in poi sono gli idilli; 2) Nella seconda edizione (Edizione Sta Vita): il primo segmento, fino al 10, è uguale all’edizione Piatti, ma si aggiungono Il passero solitario, Consalvo, i due Sepolcrali, la Palinodia al marchese Gino Capponi, poi una serie di Frammenti e l'Imitazione, cioè delle traduzioni di poeti antichi; 3) Nella terza edizione: Leopardi introduce delle varianti d’autore su una copia dell'edizione Sta Vita, ossia prende appunto una copia della seconda edizione, e comincia ad annotare di proprio pugno alcune modifiche, che poi saranno accolte nell'Edizione postuma pubblicata a cura dell'amico Ranieri. Per quanto riguarda la struttura, è uguale all’edizione Sta Vita, tranne che per l'inserimento dei componimenti 33 e 34, che sono gli ultimi componimenti scritta dal poeta, Il tramonto della luna e La ginestra o il fiore del deserto. Quindi possiamo dire che il libro dei canti si conclude con la ginestra. Nei Canti Pisano-Recanatesi, chiamati anche Grandi Idilli del 1828-1830, (troviamo A Silvia, L’infinito, Alla luna, Il sabato del villaggio,..) è presente il tema memoriale del paese d’origine, presto svanita felicità. Vi è un sentimento di perdita irrecuperabile. Viene approfondito il sentimento dell’infinito e dell’indeterminato, la potenza emotiva del ricordo. Viene anche descritta l’ambientazione esterna, ma non viene però concessa, nel momento dell’introspezione. Il personaggio protagonista è sempre l’Io del poeta, che ripercorre l’esistenza, in relazione alla vita dei personaggi. Secondo lui gli esseri umani devi allearsi tra loro per opporsi alla Natura Matrigna. Nei Canti troviamo La Ginestra, una canzone in cui il dolore privato si tradisce in un invito alla solidarietà umana, diventa speranza d’un mondo migliore. (simbolo di resistenza). La lirica non ha più protagonista, la prima persona del poeta, ma si presenta come un viaggio nel passato, giungendo all’attualità presente. A sé stesso viene composto a Firenze nel 1833; è un dialogo solitario con il proprio cuore, perché cessi una buona volta di innamorarsi, un autocontrollo emotivo. Tale processo individuale introspettivo, si estende a tutto l’Universo; il cuore è introdotto come un alter-ego, che cerca di istruirlo sulla negatività dell’esistere. Sono 16 versi, 10 endecasillabi, 6 settenari; si distribuiscono in 3 gruppi di 5, 5 e 6 versi. Tra il 1816 e 1832 scrive Zibaldone di pensieri, un diario personale di pensieri, aforismi, appunti; (pubblicata postuma tra il 1898-1900 da una commissione, nella quale c’era Carducci). Stringe amicizia con Antonio Ranieri, stabilendosi a Napoli nel 1833; dove muore nel 1837. Secondo il poeta la poesia ha il compito di indagare il rapporto tra natura ed animale. (non è Romantico ma classicista) La fine ‘800 fu caratterizzato dalla Scapigliatura Milanese dal Positivismo e dan Naturalismo 17 omaggia Alcyone di D’Annunzio. Nel 1904 pubblica i Poemi conviviali, genere dell’epiglio, genere greco-latino, poema epico breve. Poesia campestre e amore coniugale. Rappresentano la difesa della piccola proprietà contadina, come riconquista della propria identità. Tentativo di ricostruzione del nido familiare. Mondo Classico: osservato con un’investigazione interiore - culto classicità. Muore improvvisamente nel 1912 a Bologna. La Tessitrice, contenuta nelle Myricae. Ritorno onirico e visionario al paese natale, tra le persone care che sono defunte e che il ricordo ossessivo del poeta, non rassegnato dalla loro scomparsa, ri-propone come vive e presenti, in un clima irreale. Incontra una figura femminile, amata in anni passati, tra i due si svolge un dialogo muto, attraverso parole non dette, attraverso gesti, lacrime, sorrisi. La tessitrice è una proiezione memoriale del poeta che ha assunto fattezze umane. Attraverso il meccanismo del ricordo, non del sogno. Atmosfera Onirica. 3 gruppi strofici, 3 quinari doppi ed uno semplice, e 3 quinari doppi. è presente anche un Fonosimbolismo. FINIRE MYRICAE Ha influenzato: - tono espressivo : crepuscolari; - lessico regionale, dei mestieri: linea operante primo ‘900; - Tecnica cannocchiale rovesciato per analisi quotidiana: influenzando Montale; - L’analisi dei propri traumi, l’apparente semplicità hanno influenzato Saba; - I poemetti: Pasolini. Gabriele D’Annunzio (1863-1938) Nasce nel 1863 a Pescara, da una famiglia benestante, di cognome Rapagnetta, che cambierà usando il secondo cognome paterno, usando la D minuscola come i nobili. Tra 1874 e 1881 studia a Prato. Nel 1879, pubblica il primo volume poetico Primo Vere, dal titolo latino (Inizio Primavera), finanziato dal padre, ottenendo una risonanza nazionale. Nel 1881 si trasferisce a Roma, dove inizia a farsi notare, frequentando poco le lezioni, senza terminarle mai. Nel 1882 le poesie di Canto Novo,(retaggio Vita Nova Dante) offrono il primo esempio di ebbrezza paesistica, pubblica anche Terra Vergine, ed altre opere. Nel 1883 sposa Maria Hardouin, entrando nell’aristocrazia. Nel 1895 intraprende una relazione con Eleonora Duse, iniziando l’attività come drammaturgo. Nel 1889 da Treves, pubblica Il Piacere, è il primo romanzo di D’Annunzio, pubblicato nel 1889. Il protagonista Andrea Sperelli è un dandy colto ed aristocratico; ed è l’alter ego di D’Annunzio. Nel 1884, dopo aver viaggiato tanto si ferma a Roma, dove conosce Elena Muti, giovane vedova sensuale. Sperelli corteggierà tante donne, ma quando incontra Elena, viene travolto. Provando un senso di stanchezza dell’anima. Viene influenzato dal romanzo russo, introspettivo. Supera il Verismo, è un narratore onnisciente per il gusto del pubblico. Superuomo D’Annunziano: Esteta Potenziato. (Nello stesso anno esce Mastro Don Gesualdo di Verga). Successivamente lavora Le laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi, è un ciclo poetico, formato da 7 libri, i quali prendono il nome della costellazione delle Pleiadi, ovvero Maia, Elettra, Alcyone, e Merope e i Canti della Guerra Latina. Alcyone, è presente un’evasione panìca, particolare natura sensuale. Panismo: intreccio, identificazione tra uomo e natura; la natura diventa una proiezione dell’uomo. Si presenta come un diario estivo, dov’è presente un matrimonio con la natura. Si fonda sull’amore-illusione, a ritmo di danza. Il poeta e la sua compagna Ermione (Eleonora Duse) vengono sorpresi nel bosco da una pioggia estiva, celebrando la loro metamorfosi con la natura. Motivo Fonoespressivo imita i suoni della pioggia, natura. Viene celebrato il matrimonio con la natura, con l’Io del poeta. Originariamente prevedeva 7 libri, non 5. Nel 1910 va in Francia, tornando in patria 20 nel 1915, dove prende parte al conflitto mondiale come interventista, rimanendo ferito in un incidente aereo. Trascorre una lunga convalescenza a Venezia, dove compone Il Notturno, dove racconta di sé, pubblicato nel 1921. Nel 1918 partecipa a due imprese militari : La beffa di Buccari al volo su Vienna e l’impresa di Fiume dove fonda lo Stato del Carnaro, autoproclamandosi Duce. Nel 1921 si ritira sul Lago di Garda nella villa di Vittoriale, lasciata in eredità allo Stato Italiano. Muore nel 1938. In D’Annunzio è presente il mito della classicità, e l’influenza di Nietzsche. Ha preso parte a vari movimenti : -Estetismo: Arte per Arte; -Simbolismo: Rivoluzione linguaggio letterario. -Decadentismo: estremalizziazione ideale; che in Italia diventa Modernismo, rapporto armonioso tra tradizione ed innovazione. Pascoli e D’Annunzio ricevono una formazione classicista, aderiscono al decadentismo ma la tradizione è riadeguata. Italo Svevo (1861-1928) Ettore Schmitz, nasce a Trieste nel 1861, da un’agiata famiglia ebraica della borghesia mercantile. Nella sua città trascorre un’esistenza regolata, di commerciante, marito e padre. Pratica la letteratura quasi di nascosto, come un esercizio/terapia, per conoscere meglio gli altri e sé stesso. Da autodidatta crea la sua formazione. Firma le sue opere più importanti con Italo Svevo (nella sua formazione c’erano due civiltà/cultura confluenti, quella italiana e quella germanica). Nel 1873 è a Baviera, per studiare il tedesco per poi avviare gli studi commerciali. Nel 1880 a causa del fallimento dell’azienda famigliare, lavora presso la Banca, dove vi rimane per 18 anni. Nel 1892 pubblica il suo primo romanzo, a proprie spese, Una Vita; Alfonso è un impiegato bancario, incapace di realizzare i suoi sogni, ha un senso di frustrazione, si innamora della figlia del suo dottore. Si ammala = condizione non solo fisica ma anche psichica. Non conclude la storia d’amore, suicidandosi. Ma nessuno se ne accorge, come il secondo romanzo Senilità pubblicato nel 1898 a proprie spese, rappresenta un intreccio intorno a 4 personaggi funzionali; Emilio Brentani si innamora di Angelina la quale si innamora di Stefano Balli. Giunge ad uno stato di senilità psichica, di sogni mai realizzati. Son presenti coppie di vinti e coppie di vincitori, richiamando la teoria di Darwin. Nel 1896 si sposa con la seconda cugina. Nel 1899 cessa di lavorare in banca, inizia a lavorare in un’industria di vernici sottomarine; a causa del lavoro si sposta in Germania, Francia, Inghilterra. Abbandona momentaneamente la letteratura, scrive per sé stesso. Nel 1907 conosce James Joyce, narratore olandese, che soggiorna come insegnante privato d’inglese. Nel 1908 entra in contatto con Freud, diffuso nell’ambiente medico Triestino, ebraico. La coscienza di Zeno, iniziato nel 1919, stampato a proprie spese nel 1923. Il protagonista è esposto al giudizio critico del narratore, il protagonista analizza sé stesso. Zeno Cosini, su invito del Dottor S., a scopo terapeutico, scrive un memoriale autobiografico, ma per antipatia verso il dottore interrompe la terapia. Il Dottore, così per vendetta, pubblica l’autobiografia di Zeno, dove nella Prefazione, numerata come primo capitolo, viene spiegata la vicenda. Zeno, rievocando gli anni dell’infanzia, del suo passato, si rende conto che è incurabile, in quanto la vita sia malattia. Il realismo di Svevo, consiste nella scomposizione di Zeno, analizzando sentimenti pensieri contraddittori, infatti l’opera si presenta come un racconto introspettivo (autobiografico). Svevo, il tempo narrativo non è cronologico ma mentale, ciò differenzia Svevo dal Verismo ed Estetismo. Rappresenta un legame tra Evoluzionismo e Psicoanalisi (Darwin e Freud). Svevo utilizza il monologo interiore, usato da Joyce. Rappresenta una novità per il personaggio di Zeno, caratterizzato da una malattia spirituale, di cui non sappiamo fino a che punto menta poiché nutre antipatia 21 verso il Dottore. Zeno è quindi un Inetto, incapace di agire, provocando del male a sè e agli altri. Joyce contribuisce a rendere noto la Coscienza di Zeno all’estero. Lavora intanto ad un quarto romanzo rimasto incompiuto. Nel 1928, inizia ad essere conosciuto, ma muore in un incidente automobilistico. Modelli di riferimento: -classici italiani da Boccaccio a Verga -dal naturalismo francese, Zola, l’idea nuova di romanzo -Darwin ed il suo naturalismo -la filosofia di Schopenhauer, l’autentica realtà dell’Io di Freud -rifiuta il Superuomo di Nietzsche, D’Annunzio -Osserva l’uomo analizzandone i punti deboli, i segreti. LETTERATURA NOVECENTESCA Il panorama della letteratura primo ‘900 è molto complesso, a causa di importanti fattori culturali: 1 questo periodo è caratterizzato dall’esperienza del fascismo, che ha anche condizionato le direzioni delle pratiche letterarie; poi, c’è una figura culturalmente dominante, Benedetto Croce (erudito, filosofo, storiografo, critico letterario), che non si compromette con il fascismo, in quanto la sua autorevolezza è tale che neppure il regime riesce a nuocere. 2. Vi sono anche le riviste, come “La voce" o “La ronda", sono spazi di libertà in cui, anche in epoca fascista si può sviluppare un dibattito letterario. 3. Le Avanguardie del ‘900 vi sono il Crepuscolarismo e il Futurismo. 4. Inoltre, i rapporti con la letteratura europea sono intensissimi, come il Futurismo che viene importato dalla Francia, o la fortuna di Svevo grazie al suo rapporto con Joyce. I caratteri fondamentali di questa stagione letteraria sono: 1. Mistilinguismo: interazione tra la lingua nazionale e i dialetti. Può essere di tipo creativo (si adotta il dialetto come lingua della poesia) o ideologico (produzione di poesie in dialetto come polemica contro il Fascismo, come fece l'autore dialettale Giacomo Roveta). 2. Compresenza di poesia e narrativa, con destini diversi: la poesia novecentesca ha una grande fioritura, mentre la narrativa soffre la concorrenza della lirica. 3. Modernismo: tentativo di coniugare tradizione e modernità; rifarsi alla tradizione in chiave moderna. 4. Nel Novecento, la grande esperienza lirica fu l'Ermetismo, una lirica intimistica, introspettiva, ermetica. A questa linea ermetica si oppone una linea antinovecentesca, che, rispetto allo stile difficile degli ermetici, propone uno stile facile. Questa linea ha come capostipite Saba; Per quanto riguarda la periodizzazione, si possono individuare alcune date simbolo dell'inizio del Novecento letterario: -Poesia: si individua la data del 1903, anno di edizione dei Canti di Castelvecchio di Pascoli (la versione evoluta di Myricae). Stesso anno della pubblicazione dell Alcyone di D'Annunzio. Inoltre, il 1903 è l'anno in cui in Italia nasce il Crepuscolarismo. -Prosa: si individua la data del 1904, anno in cui fu pubblicato Il Fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello. Luigi Pirandello (1867-1936) Nasce il 28 Giugno 1867 ad Agrigento, da una famiglia benestante. La sua formazione avvenne tra il 1886 e 1887, presso Palermo e Roma. Nel 1891 si laurea a Bonn, con una tesi sul dialetto di Girgenti. Nel 1892 si stabilisce a Roma, dove conosce Luigi Capuana, 22 Giuseppe Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto, da genitori emigrati dalla Lucchesia. Nel 1890 il padre Antonio muore per una malattia, la madre gestisce un forno della periferia della città. Nel 1912 si trasferisce a Parigi, entrando in contatto con l’avanguardia Francese. Allo scoppio della guerra si reca a Milano, nel 1915 escono le sue prime poesie. L’allegria è un romanzo autobiografico, una raccolta di liriche scritte tra il 1914 e 1919, in trincea; stampate a Firenze, un diario, ed è l’esempio più radicale di rivoluzione espressiva della poesia novecentesca, con l’apporto di chiare influenze, di tipo futurista. L’angoscia, la desolazione della paura davanti alle trincee, alla morte; ricerca delle proprie radici ed un sentimento di fratellanza e di comunione con gli altri. Percezione di frantumi di un mondo rinnovato, al di là del naufragio, si può attingere per un attimo la forza primordiale, fiducia della vita, d’ottimismo, la presa coscienza di sè; è assente la punteggiatura, con associazioni imprevedibile, con accertamenti fulminei di immagini diverse tra loro. Adagio che termina all’improvviso. Si divide in 5 parti: -Ultime: quadri di vita cittadina e ricordi del paesaggio africano -Il Porto Sepolto: è la cronaca di un anno di guerra sulle linee del Carso -Naufragi: sullo sfondo della guerra con la morte vicina, dove si sviluppano per contrasto evocazioni o sogni di luoghi sereni, di remote oasi di pace. -Girovago: a guerra finita rimane nel poeta il bilancio fallimentare della sua condizione d’uomo senza patria e radici -Prime: sono poesie che preludono a quella riscoperta del tempo. Nell’Allegria, è presente I Fiumi, nella sezione Il Porto Sepolto, che rappresenta l’esperienza della guerra. Si arruola volontariamente nel 1915, combatte da soldato semplice sul Carso e sul fronte della Francia. Si sposa nel 1920 con Jeanne Dupoix, stabilendosi a Roma nel 1921. Dal 1931 viaggia per l’Europa, ritornando anche in Egitto. Sentimento del tempo, uscito nel 1933, è una raccolta di poesie, il cui tema centrale è la percezione tra presente, passato ed eterno, vi è la voglia del poeta di riconquistare il proprio passato, recuperare il tempo e la storia. Il lessico diventa nobile, viene usata la punteggiatura. Ha trasferito il proprio dramma e condizione biografica su uno sfondo collettivo e storico. Vuole “inventare” una propria tradizione, innestando sulla linea Petrarchesca e Leopardiana, l’unione del Barocco romano ed europeo. Dal 1936 al 1942 vive in Brasile, docente di lingua e letteratura Italiana nell’Università di San Paolo. Nel 1937 perde l’unico fratello, Costantino; Nel 1939 muore il figlio a soli 9 anni. Rientra in Italia nel 1942, è chiamato per “chiara forma” ad insegnare letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma, fino al 1958. Dolore è una raccolta di liriche, composte tra il 1937 e 1946, pubblicate a Milano nel 1947. Era suddivisa in 6 parti, nella prima dava voce allo sconforto della perdita del fratello; nella seconda e nella terza invece, alla perdita del figlio; la quarta sulla guerra, la quinta e la sesta sulla Roma occupata. Ungaretti esegue una confessione autobiografica, una cronistoria del dolore. Nel 1950 pubblica La Terra Promessa, è un libro, che contiene frammenti di un ampio e incompiuto poema ispirato al mito di Enea, dove si riflette l'ansia impossibile di raggiungere finalmente un “paese innocente”, una terra promessa. Nel 1952 pubblica Un grido e paesaggi, dove riaffiora il ricordo del figlio, sullo sfondo del paesaggio brasiliano, con una rassegnazione e distaccata saggezza. Nel 1960 pubblica Il Taccuino del vecchio, è un inventario di memorie, registrato dal vecchio poeta, con un fitto scambio tra realtà e suggestione onirica. Nel 1968 gli sono tributate solenni onoranze in Campidoglio. Si è spento a Milano nel 1970. Nella produzione si possono individuare 4 fasi: -1 L’Allegria 25 -2 Sentimento del tempo -3 Dolore -4 La Terra promessa, Un grido e paesaggi, Il Taccuino del vecchio. Rilievo storico: Grande poesia post-simbolista europea; linea lirica pura che ha profondamente segnato la cultura novecentesca, accanto a quella Montaliana, Sabiana, orientata verso un’autoanalisi di tipo psicoanalitico. Recupera classici per scelte metriche. Eugenio Montale (1896-1981) Nacque a Genova nel 1896, trascorse la sua infanzia in Liguria, tra Genova e la villa paterna di Monterosso, nelle cinque terre. Nel 1915 si diploma ragioniere nel 1917, interruppe gli studi di canto, combatté con il grado ufficiale di fanteria durante la Grande Guerra, si lega ad ambienti letterari diversi, Genovesi e Torinesi. Nel 1925, a Torino, pubblica la raccolta poetica Ossi Di Seppia, lasciando un segno nella letteratura novecentesca. Ha affinità con i Vociani, con ascendenze pascoliane e dannunziane; dimostrando di aver assimilato la tradizione. Non c’è un inno celebrativo, né un canto consolatorio, ma una voce ferma, senza ironia, sarcasmo, amore e desolato. Il titolo rappresenta un’immagine dei frammenti, rottami gettati a riva dalla marea della vita, e che ha pazientemente raccolto. La poesia aiuta a conoscere la vita, anche nei lati più quotidiani. Si ha una consapevolezza etica di un mondo disgregato, accecato senza illusioni, di fronte al caos della storia. Nel 1927, da Genova si trasferisce a Firenze, dov’è consulente dell’editore Bemporad, ma è costretto ad abbandonare l’incarico nel 1938 perché non è iscritto al partito fascista. Dal 1939 vive con Drusilla Tanzi, affettuosamente Mosca. Nel 1939 pubblica la raccolta poetica Le Occasioni. Il tema, prospettiva interiorizzata, si approfondisce e diviene tema centrale. Presente storico degradato, mentre netta evidenza acquistano misteriose ed inquiete apparizioni evocate da un arcano sopramondo, ascesa dei ricordi, che si presentano come una forma di resistenza disperata di fronte all’assurdo della realtà. A Liuba Che Parte, contenuta ne Le Occasioni, è dedicata ad una giovane israelita inglese, costretta a lasciare l’Italia dove vive da molti anni, porta con sè un gatto, simbolo della famiglia dispersa, l’immagine della casa perduta ed un modo di fiducia nel domani e il poeta la saluta alla stazione di Firenze, nel 1938. Si accompagna in primo piano la cronaca delle persecuzioni razziali, la possibile sopravvivenza a quei periodi bui, “ciechi”. Nel 1945 fonda a Firenze, con Alessandro Bonsanti e il narratore solariano Arturo Loria, “Il Mondo”. Nel 1948 si trasferisce a Milano. Nel 1956 pubblica La Bufera ed altro, con foschi presentimenti di tragedia che affiorano nelle Occasioni, sono diventati sostanza effettiva. Primavera Hitleriana: rievoca il presagio sinistro della parata a Firenze per la visita di Hitler e Mundini. Nel 1963 muore la moglie e ciò dà avvio a una nuova fase di poesia, dunque a nuovi temi e stile: Satura (1971), Diario del ‘71 e del ‘73 (1973) e Quaderno di quattro anni (1977). Onorato da una fama internazionale, diventa senatore a vita nel 1967, e vince il nobel nel 1975. Muore a Milano nel 1981. 26 Decameron (arte del raccontare), è una raccolta di novelle raccontate in dieci giorni da dieci diversi novellatori. Mentre la città è devastata dalla peste, un martedì mattina, 7 fanciulle e 3 giovani, s’incontrano nella Chiesa di Santa Maria Novella e decidono di ritirarsi in campagna, per ristabilire un ambiente protetto. Ogni giorno è eletto un re, che decide il tema da trattare nelle novelle. L’uso della cornice del Decamerone, non è un’idea nuova, ma è innovativa la struttura dell’opera. Attraverso la cornice, Boccaccio descrive il contesto storico, ovvero dell’epidemia della peste nera, che fu una catastrofe culturale, non solo sanitaria. La cornice è il perno, la base, sulla quale si struttura, l’intera opera. Si ispira ai modelli orientali del racconto brevi, come Una Mille e Una Notte. Non raccoglie solo novelle, è un testo pragmatico. Boccaccio si concentra sull’interesse dei lettori, creando un’opera d’intrattenimento. Realismo e rappresentazione del mondo. (Novella: Genere per raccontare la realtà). L’opera è simmetrica, il cui centro ideale è la sesta giornata; la prima giornata è a tema libero come la nona. La varietà del reale, Boccaccio dimostra una profonda gioia di raccontare, offrendo la molteplicità dei punti di vista narrativi. Al territorio mercantile appartengono l’ampia spregiudicatezza, grettezza e avidità. Al territorio del mondo cortese, appartengono la superficialità, oziosità. Boccaccio descrive ambienti diversi, personaggi diversi, senza mai idealizzare. Nel proemio, l’introduzione dell’opera, spiega che la sua opera è dedicata per intrattenere le donne. Studiando i meccanismi dell’agire umano 27
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved