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RIASSUNTO “LETTERATURA PER L'INFANZIA.FORME, TEMI E SIMBOLI DEL CONTEMPORANEO" (S. BARSOTTI, L. CANTATORE, Sintesi del corso di Letteratura

Riassunto del libro di letteratura per l'infanzia "Letteratura per l'infanzia. Forme, temi e simboli del contemporaneo" di S. Barsotti e L. Cantatore

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Scarica RIASSUNTO “LETTERATURA PER L'INFANZIA.FORME, TEMI E SIMBOLI DEL CONTEMPORANEO" (S. BARSOTTI, L. CANTATORE e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura solo su Docsity! LIBRI E LETTURA 0-3: PAROLE E IMMAGINI DI GIOCO  PRIME ALFABETIZZAZIONI Storicamente, la letteratura per l’infanzia è stata poco considerata, come l’età a cui si rivolge. I libri per bambini, inoltre, erano scritti e pubblicati da donne. Oggi rappresenta uno dei settori più vitali e sperimentali tra le arti, è molto sfruttata commercialmente ed è caratterizzata da un’ambivalenza: scritta da adulti per i bambini, controllata per la sua alterità e per la sua natura eversiva e testimone delle trasformazioni antropologiche, culturali e valoriali. Studiare la letteratura per l’infanzia significa trovarsi di fronte all’incontro tra la teoria e la vita reale, rinnovando gli interrogativi su 2 questioni: perché leggere? Per chi sono questi libri? La letteratura per l’infanzia destinata ai pre-lettori si inscrive nel passaggio graduale dalla cultura orale a quella scritta, con la modificazione della vita cognitiva ed emotiva del lettore che va di pari passo con l’acquisizione di forme narrative sempre più complesse e di un linguaggio sempre più letterario. (--> lo sviluppo bio-psico-sociale bambino è collegato con le caratteristiche del libro). STUDI SUL CERVELLO CHE IMPARA A LEGGERE: - prospettiva dell’emergent literacy (sviluppo graduale della consapevolezza delle convenzioni e funzioni della parola scritta per assecondare gioco e immaginazione). A partire dagli anni ’80, studi di linguistica, psicologia cognitiva, pedagogia e di letteratura per l’infanzia, hanno dimostrato quanto l’uso precoce dei libri sia fondamentale per l’acquisizione del linguaggio: --> VISUAL LITERACY (capacità attiva di decodificare, leggere ed interpretare i testi visivi. È connessa con l’acquisizione del linguaggio, perché il dialogo intorno alle immagini estende il primo lessico dei bambini,); -->LITERACY LITERACY (capacità di interagire con la struttura narrativa, di saper riconoscere e comprendere convenzioni linguistiche, giocare con la lingua e le parole, creare significati usando le figure retoriche, drammatizzare un discorso, individuare connessioni letterarie intertestuali). L’obiettivo finale di un percorso di alfabetizzazione è compendiato dal concetto di READING LITERACY, ovvero dalle abilità richieste per comprendere e utilizzare testi scritti, riflettere su di essi e impegnarsi nella loro lettura al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie potenzialità. Adulti e “ambiente letterato” -->favoriscono incontro precoce e costruttivo del bambino con un ampio, ricco e diversificato repertorio di libri e materiali digitali (serve per conseguire gli obiettivi dell’emergent literacy) Primi testi che i bambini incontrano sono gli albi illustrati, ovvero testi multimodali connotati da 2 codici comunicativi che richiedono processi di decodifica complessi: i lettori interagiscono con le parole (scritte sequenzialmente e in accordo con delle regole linguistiche) e le immagini (hanno una propria grammatica visuale). Il testo e le figure di un albo sono interdipendenti e le forme che assume la relazione tra testo e immagine sono molteplici (congruenza, potenziamento, espansione, divergenza o dissonanza contraddittoria). ADULTO = modello di interazione con le figure e la lingua scritta, avvia il bambino alle prime forme di interrogazione ed elaborazione cognitiva dei segni. Le modalità di mediazione sono rilevanti dal punto di vista della formazione della mente e delle disposizioni cognitive e culturali del piccolo lettore. Invitare i bambini all’esplorazione di testi favorisce la consuetudine intellettuale a trattare con i simboli e ad integrarne i significati in insiemi di rappresentazioni sempre più complessi e obbedienti ai principi di coesione e coerenza.  ALL’INIZIO, UN GIOCO DI PAROLE Durante le prime sessioni di lettura l’adulto sostiene il coinvolgimento del bambino, incoraggiandolo a riprendere quello che si è scoperto e condiviso nelle esperienze di lettura o di racconto precedenti. Le tecniche di “scaffolding” (ovvero di aiuto) dell’adulto includono domande, commenti, esclamazioni, ripetizioni in risposta alle reazioni dei bambini. L’esperienza dell’ascolto di una storia per i primi 9 mesi non può essere distinta da un gioco, una conversazione o altre interazioni con gli adulti. Il bambino risponde alla lettura in modo simile a come risponde alle altre forme di comunicazione ludica: si muove a ritmo della voce del lettore, stabilendo il contatto visivo, seguendo i suoi gesti mentre indica le immagini.  Dai 9 mesi in poi, può maturare la consapevolezza che quello che ha tra le mani è un libro e man mano che le capacità cognitive si sviluppano, i bambini fingono di leggere, raccontano storie che hanno già ascoltato coinvolgendo anche i propri giocattoli.  18/24 mesi: incontro con le prime storie può impartire lezioni di lettura. I bambini iniziano a compiere connessioni testuali, ponendo domande su ciò che accade nella storia nel complesso, facendo osservazioni su oggetti assenti, eventi passati o altri aspetti decontestualizzati. Ricerche neuroni a specchio di Rizzolatti e Sinigaglia--> comprendere meccanismi che permettono al cervello di elaborare stimoli provenienti dall’espressione facciale degli altri. Attraverso osservazione del volto della mamma, i bambini acquisiscono informazioni anatomiche, sociali e affettive, imparano a riconoscere le emozioni (competenza che si può rafforzare con “libri delle facce”). L’uso di nonsense diventa centrale per la comunicazione genitore-figlio e per l’apprendimento del linguaggio. “Mammalingua. 21 filastrocche per neonati e per la voce delle mamme”, Tognolini sceglie le 21 lettere dell’alfabeto per dedicare brevi filastrocche corredate da illustrazioni. Le filastrocche sono utili per sperimentare la libertà del linguaggio e della sua creatività, partendo da sensazioni e percezioni che si legano ai ritmi del corpo. I primi libri favoriscono la consapevolezza fonologica, ovvero la capacità di individuare e manipolare i segmenti sonori delle parole pronunciate; e fonetica, ovvero il modo in cui le lettere sono collegate ai suoni per formare corrispondenze lettera-suono e configurazioni di sillabazione. L’importanza dell’intonazione ritmica e della ripetizione è fondamentale, e ai suoni dell’adulto il bambino risponde con lunghe sequenze di modulazioni vocali. Esperimento della magia delle parole è costituito da “Tararì Tararera” scritto nella lingua inventata Piripù, che stimola a fare le voci, sussurrare, strizzare gli occhi, aggrottare le sopracciglia. Molti libri dedicati ai bambini a partire dai 9 mesi chiamano in causa le mani, esortando i lettori a muoverle e usarle in modo divertente e creativo-->si sviluppano gesti performativi (manipolare, indicare). 4. Piccolo lettore. Le competenze del promotore sono: a) Competenze teorico-scientifiche: il promotore ama i libri, è un fine conoscitore della letteratura per ragazzi, è costantemente aggiornato sulle novità editoriali, conosce teorie e tecniche della lettura ad alta voce. b) Competenze metodologico-operative: è un esperto progettista. Il progetto di promozione della letteratura deve trovare il suo fondamento nell’analisi dei bisogni della realtà infantile e deve essere flessibile per poterlo rimodulare in base al loro variare. Queste competenze hanno a che fare anche con le tecniche di costruzione del setting in cui avranno luogo le attività laboratoriali e di conduzione delle stesse (ambiente, metodologie lettura, disegno, scrittura) e di gestione del gruppo. c) Competenze comunicativo-relazionali: comunicare significa saper trasmettere il libro, saper interagire con il bambino attraverso esso. Ciò vuol dire conoscere le tecniche di lettura e sapersi disporre all’ascolto (testi scelti in base a sogni, pensieri personali) e a partire da questo creare l’atmosfera giusta, adatta a favorire il coinvolgimento nella lettura, poiché gli ascoltatori possano riconoscersi nel racconto. PRIMA FASE: scelta del libro--> adeguato all’età e ai gusti del piccolo lettore e deve essere difficile, adatto a suscitare domande, riflessioni, discussioni. Il processo di ascolto è collegato alla comprensione del contesto e la capacità di cogliere il significato del racconto dipende dall’interazione libro-quando il bambino già conosce. La comprensione e l’elaborazione dei significati sono fondamentali perché il bambino possa partecipare soggettivamente alla storia e trarre piacere dal momento della lettura condivisa. In un laboratorio di lettura ben progettato i gusti del lettore si intrecciano con quelli del promotore. Importante è la costruzione del setting de laboratorio che ha a che fare con lo spazio e con il tempo della lettura. Si deve creare uno spazio della lettura che delimiti i confini della fabulazione e che sottolinei il passaggio dal mondo reale a quello fantastico. Indicati sono la “tana delle storie” per i più piccoli e lo spazio biblioteca per i più grandi. Per creare l’atmosfera giusta è sufficiente che il pavimento sia ricoperto da tappeti e cuscini colorati e che il bambino vi possa trovare anche dei giocattoli (props), utili quando si ricollegano ai contenuti del testo perché favoriscono la correlazione visivo-tattile. Curare anche l’illuminazione: deve essere sufficiente per vedere bene le illustrazioni e le espressioni del volto dei lettori (narratore e ascoltatori), ma non eccessivamente forte perché potrebbe stancare la vista. LA PAROLA POETICA PER L’INFANZIA TRA GIOCO ED ESPERIENZA ARTISTICA  “LA POESIA DEI BAMBINI NON ESISTE” Nel 1973, nell’articolo “Infanzie, poesie, scuoletta”, il poeta Zanzotto si è soffermato sul rapporto tra infanzia e poesia, riconoscendone le tensioni e le ambiguità a più livelli che interessano sia l’idea di un’infanzia immaginata attraverso la poesia, sia l’individuazione di un legame metaforico per il quale un termine simboleggia l’altro. La poesia è efficace per il bambino perché usa una lingua musicale, protesa a godere del gioco dei significanti e fortemente evocativa. La responsabilità della scuola nella diffusione di un’idea di poesia come qualcosa di noioso, di impenetrabile è condivisa da molti. Gianni Rodari attraverso le sue poesie ha vivificato il dialogo con i bambini, innestando temi di attualità, concretezza e socialità. Nel 1972 ha pubblicato le sue osservazioni in merito a “I bambini e la poesia”. In questo scritto egli affermava che non esiste una poesia per bambini, ma esiste la poesia a prescindere dal destinatario del suo messaggio. Rodari traccia un nuovo manifesto per la poesia per l’infanzia: - Necessario rivolgersi ai bambini in versi, per interessarli, divertirli, per offrirgli immagini stimolanti, nutrire e formare la loro immaginazione; - Ideale che a scrivere le poesie per bambini fosse un poeta; - La scuola dovrebbe facilitare l’incontro con la poesia; - La poesia deve essere libera da forme didascaliche, deve rappresentare l’incontro con il linguaggio e la sua libertà.  SUL CANONE DELLA POESIA PER L’INFANZIA CANONE: insieme delle norme che fonda una tradizione e l’insieme dei valori che costituisce l’identità culturale di una comunità che in essi si riconosce. Nella storia della poesia per l’infanzia--> 3 momenti: 1. Fine ‘700 – inizi ‘800: poesia didascalica-moraleggiante. È una poesia che rasserena e guarda ad un bambino ideale. Prende avvio il “fanciullo pascoliano” ancorato ai temi degli affetti e della natura, poi sostituito dal “bambino di regime” che Marinetti volle libero dalla retorica e dalle frasi fatte. 2. Periodo post-bellico: permane approccio alla poesia descrittiva e morale-conformistica ma ancora muta. Attenzione alla filastrocca di derivazione popolare, carica di brio e di ritmo, aperta al gioco, vicina al linguaggio infantile 3. Anni ’50: vede contributo di Rodari e Gatto che hanno portato alla nascita di una poesia per l’infanzia rinnovata nel suo nucleo, nella forma, contenuti e intenzioni. Si tratta di una poesia alta, intensa e leggera che introduce il piacere dello sperimentalismo linguistico collegato ad un impiego sociale. È una poesia che dà valore al sorriso e al gioco, accoglie i motivi universali di pace, uguaglianza e solidarietà. Si crea, quindi, un nuovo canone della poesia per l’infanzia che è originale ed efficace sul piano estetico, formativo ed etico-sociale e connotato dal trinomio fantasia-gioco-impegno.  ANNI ’80 E ‘90 Fare poesia rinnovato, basato sul pensiero di Rodari. Prevalgono il gioco, fantastico, musicalità, piacere scaturito dal testo. Anni ’80 – oggi: ROBERTO PIUMINI, è il poeta che si contraddistingue per la raffinatezza e la qualità dei contributi che riconosciamo già nelle prime raccolte come “C’era un bambino profumato di latte” (1980). Piumini si incentra sull’ingegnosità inventiva e sulla ricerca estetico-formale. In prosa e in poesia la sua scelta è estetica e formale (Rodari = didattica). L’atto educativo è estetico (Rodari = didattico). Sia Rodari che Piumini hanno dato la parola ai bambini o ai ragazzi: - Rodari nel senso di “dar voce” come “permettere di esprimersi” - Piumini nel senso di “dare il pane”, come nutrimento espressivo fondamentale. Anni ’80: PIETRO FORMENTINI, ricerca di sperimentazione e di libertà espressiva attraverso una poesia priva di finalità educative: - “Poesiafumetto” (1982): raccolta di poesia visiva, sperimentale, provocatoria, capace di sollecitare più sensi attraverso l’iconismo linguistico. - “Parola mongolfiera” (1993): suo lavoro poetico che si fa più interattivo. Dagli incontri a scuola con i bambini nasce una parola che è materia plastica, elemento primario dell’espressione per esercitare la propria ragione e l’affettività. ANNI ’90: grande disponibilità e attenzione da parte dell’editoria verso la poesia nonostante difficoltà del mercato e penuria di poeti. Inoltre, si assiste ad una capacità originale di intrecciare la molteplicità di forme espressive derivate dalle diverse esperienze artistiche e comunicative. Il nonsense, come la filastrocca e la fiaba popolare: - proviene da un’epoca arcaica, - si diffonde attraverso l’oralità; - Evoca una dimensione magica Esse sono materia ricorrente tra i poeti per l’infanzia, che ne propongono una forma ibrida che insegue il ritmo e la rima. -->Uno sguardo agli stranieri: rinnovamento editoriale di questi anni e l’accresciuta sensibilità verso la poesia per l’infanzia hanno favorito una proposta dei poeti stranieri, cui opere sono state tradotte. (“Un giardino di versi” di Robert Stevenson, 1987).  LA POESIA DEI BAMBINI OGGI Trend generale nella letteratura che decreta la crisi della poesia e la diffusione di tanti diversi modi di interpretare, definire e fruire la poesia stessa. EFFETTO: osserviamo una poesia per l’infanzia connotata da sperimentazione e dimensione ludica e allo stesso tempo sempre impegnata nel ricercare e cogliere: - sul piano dei contenuti, oggetti e problemi dei nostri bambini; - sul piano formale, una varietà di linguaggi e modalità espressive. Si tratta di una poesia alta, raffinata, ibrida, che incrocia diversi linguaggi artistici (musica, teatro, illustrazione di qualità). o Sonorità e rime-->ricerca sonora connota una poesia più giocosa. Si ritrova anche in Tognolini. o Nidi di versi--> i poeti di oggi riconoscono nella sonorità della parola giocata un elemento di originarietà e di naturale prossimità al mondo della prima infanzia. PAROLA STAMINALE (Tognolini): parola provvisoria, soggetta ad estensioni e torsioni. È la parola dei bambini, caratterizzata da una carica esplosiva interna. o Natura e mondo interiore, le immagini-->trend che vede protagoniste soprattutto le poetesse, in particolare Vivian Lamarque. Viene ripreso il tema dell’identità, delle emozioni. L’INFANZIA TRA LETTERATURA E MUSICA  INTRODUZIONE 1987--> esce un testo che è diventato punto di riferimento per la possibile comparazione di letteratura e musica: “Music and Literature – A Comparison of the Arts” di Calvin Smith Brown. Legame letteratura – musica – infanzia: si trova la centralità di alcuni autori che hanno posto l’infanzia al centro della loro narrazione musicale. - SCHUMANN, durante ‘800 romantico, è riuscito a far dialogare narrazione e musica, proiettando questo dialogo verso l’infanzia (“Kinderszenen”, 1838). I suoi brani ritornano spesso in molti contesti narrativi contemporanei, proprio perché è riuscito ad arricchire di senso il concetto di narrazione. possibili tappe di un percorso ben strutturato di visual literacy. L’obiettivo è quello di veicolare l’importanza di saper costruire e promuovere una cultura del visivo più critica e più consapevole. 1. Sensibilità percettiva: aiutare giovani lettori a comprendere ed utilizzare la propria sensibilità percettiva grazie ad una lettura più consapevole e interattiva delle immagini negli albi illustrati 2. Abitudine culturale a leggere immagini diverse: avvicinare narrazioni iconiche meno descrittive e referenziali 3. Sviluppo della conoscenza critica: proporre una varietà di narrazioni iconiche, dialogare intorno a esse, creare un vissuto emozionale ed esperienziale, per far sì che bambino possa essere avviato a percorsi di analisi visiva e di comparazione affrontabili attraverso la proposta di una moltitudine di opere illustrate (silent books, albi illustrati, concept books, pop-up). Sta alla curiosità e alla capacità del bambino di individuare rimandi e altre possibili forme interpretative di un testo. 4. Apertura estetica: bambino avrà la possibilità di prendere in considerazione orizzonti visivi poco frequenti (illustrazioni complesse, surreali, simboliche) 5. Eloquenza visiva: lavoro sul visivo aiuta il bambino ad impossessarsi di un’eloquenza visiva che darà modo di immaginare ed evocare immagini in assenza. L’esplorazione delle immagini è un percorso educativo utile per conquistare una propria autonomia estetica e per dare significato a figure, oggetti, spazi, luci, usando diverse chiavi di lettura.  ICONOGRAFIA, SIMBOLOGIA E INTERICONICITÀ NEGLI ALBI ILLUSTRATI Le immagini possiedono qualità e valenze diverse: possono essere caratterizzate da contenuti mediocri, ma possono anche imporsi allo sguardo di un fruitore attento e competente perché portatrici di un complesso intreccio di simboli, meccanismi narrativi, rimandi intertestuali (accrescono pensiero critico, immaginazione e senso estetico). ORSO: icona della letteratura (soprattutto nel ‘900), presente in leggende, fiabe, miti, favole e letteratura per l’infanzia. L’orso è il simbolo delle forze elementari che possono evolversi, ma anche regredire in modo temibile-->condizione vicina al bambino durante infanzia. (“libro della giungla”, “winnie the pooh”, “orso, buco!”). Importanti anche: paesaggi di brughiera (INNOCENTI), ritratti espressionisti (GREDER), protagonisti astratti capaci di coniugare astrazione e simpatia (PICCOO BLU E PICCOLO GIALLO, LIONNI). TRENT’ANNI DI ILLUSTRAZIONE IN ITALIA (1987-2017)  L’ILLUSTRATORE OGGI Il ruolo dell’illustratore è diventato complesso e articolato: la forza seduttiva e persuasiva del linguaggio iconico ha sopraffatto quella del linguaggio verbale. Fin dall’inizio del ‘900, la professionalità dell’illustratore comprendeva anche l’universo ella grafica caratterizzandosi per un’attenzione al libro in quanto complesso oggetto narrante, dispositivo narrativo verbo-visuale connotato da elementi grafici, iconici e materiali. Vi sono editori nati negli ultimi 20 anni che si sono lanciati verso il picturebook (Babalibri,1999; Topipittori, 2004), ma anche editori storici (Mondadori, Rizzoli, Adephi). Ciò ha permesso la nascita di un mercato promettente. Però, la crescita della produzione di materiali editoriali non ha sempre corrisposto ad un’attenzione verso la qualità estetica e letteraria dei prodotti. Lo scenario editoriale contemporaneo in Italia risulta interessante e complesso, costellato da voci molteplici di illustratori e da una varietà di stili e di idee.  ILLUSTRAZIONE NEI LIBRI DI DIVULGAZIONE La funzione illustrativa delle immagini ha nutrito l’editoria rivolta a bambini e ragazzi per tutto il ‘900, sfruttata in diversi campi del sapere. - LIBRI TASSONOMICI: illustrazioni di un determinato sistema o insieme di elementi attraverso la rappresentazione di un certo numero di esemplari nel gruppo + brevi testi. Francesco Rugi e Silvia Quintanilla-->costruito immagini con figure tratte da stampe scientifiche ‘800 disposte su più livelli, ciascuno rilevato da un filtro cromatico che rende visibili figure che risulterebbero intrecciate. (“Naturalia” 2016-->colori mostrano animali giorno e notte; “Il corpo umano” 2017-->i 3 livelli riguardano scheletro, muscoli e organi). - LIBRI DI MATRICE STORICA: illustratore americano Peter Sìs, storyteller, costruisce figure e ambienti con fitti e morbidi punti e tratteggi, raccontando ad esempio l’avventura di Darwin in “L’albero della vita” (2005). Tra gli artisti emergenti in questo campo vi è anche Peter Goes, che nel 2017 ha pubblicato per la Mondadori il volume “La storia del mondo”, che racconta la storia del nostro pianeta e delle diverse civiltà che lo hanno popolato.  LE FORME DEL REALISMO ANNI ’50-->rivoluzione grafica che ha inciso fino agli anni ’60 (In Italia, la prima fu Emme Edizioni con Lionni, a farsi portavoce del rinnovamento). ANNI ’80-’90-->ritorno al figurativo e al realismo. INNOCENTI (anni ’60): ha vinto il premio Hans Christian Andersen (come Rodari), si è affermato negli USA alla fine degli anni ’80. Solo a partire dagli anni ’90, grazie alle edizioni “C’era una volta” e “La margherita”, è riuscito ad affermarsi in Italia. I suoi libri si basano sulla storia (Rosa Bianca, 1985) e sul fantastico (Pinocchio, 1988).  VOLTI DELLA STILIZZAZIONE Una delle principali forme di stilizzazione è la linea grafica che consente di rappresentare personaggi, ambienti e scene in modo più o meno verosimile rispetto alle forme e ai colori riali Esistono 2 scuole di linea grafica: - Scuola inglese del tratto grafico: nasce nel XIX secolo (con nascita dell’idea moderna del picturebooks) grazie ad artisti quali Caldecott, Greenaway, Crane. Si è sviluppato lungo tutto il ‘900 anche con Oxenbury (illustratrice di 10 dita alle mani e 10 dita ai piedini) e Quentin Blake. - Scuola franco-belga della ligne claire: nasce negli anni 20 del XX secolo con il fumettista francese Hergé. Altri artisti puntano sulla potenza espressiva del colore e della sua metericità (Negrin). Collage-->consente di assemblare materiali eterogenei con effetti espressivi di contrasto tra gli elementi (Chiara Carrer, “La bambina e il lupo” del 2005). Importante è Stian Hole, che ha interpretato in maniera innovativa e cromaticamente esplosiva l’idea di collage, assemblando elementi digitalmente rielaborati. Altra figura importante è Erlbruch, che traccia le figure essenziali con matite di grafite e colorate, facendole dialogare con frammenti di altri discorsi visivi e dando vita a racconti verbo-sensoriali di spessore filosofico ed intensità poetica. FIGURE REALIZZATE CON TAGLI, FUSTELLE--> esaltano le qualità materiali, evocative e narrative del supporto al quale si affida il racconto. Importante è l’artista giapponese Komagata, che sfrutta le proprietà intrinseche delle diverse carte di cui si serve per dare forma a racconti elementari sorprendenti in cui l’evocazione delle forme naturali e delle emozioni umane gioca un ruolo centrale. ALBO ILLUSTRATO: STORIA, VISIONI E CONTEMPORANEITÀ  INTRODUZIONE Prima della nascita dell’albo illustrato (‘800 in Inghilterra con il picturebook, arrivato in Italia nella seconda metà del ‘900), i bambini si sono nutriti di fogli volanti portati dai venditori ambulanti nelle piazze, immagini di Santi e storie popolari illustrate, immagini che stavano fuori casa, sui muri e soffitti delle chiese. In tempi più recenti (infanzia genitori e nonni) si trovavano libri di narrativa o si scienza corredati di figure, i bambini trascorrevano ore sui dizionari illustrati, sui cataloghi di vendita, sulle figurine allegate dal marketing, oppure sfogliavano un’edizione di un classico della letteratura illustrato, guardando soprattutto le figure. Il rapporto dell’infanzia con le immagini è stato studiato da Comenius (1600) che osservò quanto attrattive e interessanti possono essere le immagini per i bambini. Nell’ “Orbis Sensualium Pictus” (il mondo dipinto, 1658) egli progetta il libro con le figure per bambini, è il progenitore dei sussidiari didattici e dei moderni albi illustrati. L’intento di Comenius era di tipo pedagogico e didattico: intendeva raccontare il mondo ai bambini attraverso tavole illustrate ad incisione con brevi didascalie. È un progetto (non-fiction) di divulgazione della conoscenza con immagini e parole, in forma breve, adatta all’attenzione dei bambini. Il codice della forma letteraria breve degli albi illustrati nasce da una ricerca di incontri inediti fra linguaggi e lettori. Rapidità e visibilità (Calvino) sono le caratteristiche fondamentali dell’albo illustrato, che è capace di rivolgersi anche a lettori illetterati e molto giovani. Nell’albo illustrato il rapporto tra immagini e parole ha un’infinita varietà combinatoria. L’albo illustrato è una forma composita (no genere letterario), un contenitore elastico ma con sue caratteristiche proprie e viene attraversato dai generi, intenzioni, sperimentazioni sui limiti della sua forma.  SPERIMENTAZIONI DI METÀ ‘900 In Italia, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, l’editoria per l’infanzia ha cominciato a dedicare uno spazio specifico agli albi illustrati. - BRUNO MUNARI(anche a pag.3!!)--> negli anni ’40 rivolge sua attenzione al libro per bambini. Gioca con la forma delle pagine e la cartotecnica, con le fustelle, toglie e aggiunge parole e immagini fino a progettare i “libri illeggibili”, cui pagine sono fogli di carta colorata, con un angolo mancante, con tagli diversi, ma senza testo. Egli riflette sul fatto che per un bambino un libro è prima di tutto un oggetto di design, ovvero un oggetto da esplorare con i sensi, per vivere un’esperienza tattile, ludica, fisica. - ROSSELLINA ARCHINTO--> nel 1967 aprì a Milano l’impresa editoriale Emme Edizioni, molto rivoluzionaria. Ella pubblicò in Italia gli albi illustrati visti negli USA, per offrire cultura di primo livello ai bambini italiani. Archinto offre un catalogo di eccellenza di albi illustrati progettati, scritti ed illustrati da grandi artisti ed intellettuali, e pubblica studi di pedagogisti, critici, pediatri, con il progetto di formare educatori, insegnanti, genitori e di fornirgli strumenti per avvicinarsi ad un nuovo modo di intendere la cultura per e della prima infanzia.  ALBO ILLUSTRATO MESSAGGERO DI PACE BolognaRagazzi Award: all’attenzione di una comunità culturale che non interessava solo gli appassionati del fumetto. 3. 2010: nascita della Bao Publishing, a oggi è il marchio editoriale più forte del settore grazie a una proposta molto varia e rilevante sul piano quantitativo. Si deve però fare attenzione alla cultura di massa, non è detto che ciò che “fa tendenza” sia qualitativamente buono, bisogna quindi educare alla consapevolezza di lettore.  CARATTERISTICHE Si vive in un tempo in cui è sempre meno possibile pensare a eroi solidi, privi di ombre, capaci di ergersi al di sopra delle nostre vite e di proteggerle (Batman nel Il ritorno del cavaliere oscuro). La capacità di azione si assottiglia sempre più e lascia spazio alla contemplazione dei fatti, a un senso progressivo di impotenza. Un processo che si avvia ben prima dell’affermazione del graphic novel, ma che questo porta all’estremo, raccontando personaggi comuni, quando non fallimentari, spesso neppure capaci di una vera azione, se non quella di dare testimonianza della realtà che hanno intorno. - approccio autobiografico, che ha le sue radici nel fumetto underground americano degli anni Sessanta e trova in Maus di Spiegelman la sua definitiva pragmaticità. In questo approccio gli autori si autorappresentano e si mostrano nella loro fragilità; l’autore non vive le vicende in diretta come protagonista ma come narratore che fa di sé stesso e del proprio passato l’oggetto della testimonianza. La solidità stessa della testimonianza viene meno e questo da una parte produce un effetto di straniamento nel lettore, dall’altra lo induce a riflettere sui meccanismi della visione, della memoria, della percezione del reale. - Ha un numero di pagine fisso, limitato a ciò che influenzava la necessità narrativa. Ora questo impedimento è in gran parte decaduto e c’è quindi più spazio per dare il respiro desiderato al racconto. Questo processo ha permesso sempre più ad alcuni autori di fare del tempo e della sua rappresentazione il vero protagonista. - La struttura compositiva che si costruisce accostando una vignetta all’altra non serve solo a far procedere l’azione e il racconto, ma è un’ “apparecchiatura” del tempo. L’invisibile si fa visibile e ciò può accadere perché da sempre il fumetto gioca su questa dialettica, anche nelle sue forme più tradizionali.  INSEGNARE IL FUMETTO? Rispetto al cinema il fumetto non ha avuto molta fortuna nelle aule scolastiche. Fin dal suo apparire in Italia all’inizio del Novecento ha ricevuto per lo più critiche e censure dovute a pregiudizi culturali del linguaggio e dei contenuti. Il fenomeno del graphic novel apre forse una nuova occasione: la diversa considerazione culturale inizia a sollecitare l’interesse di docenti, bibliotecari o di altre figure educative. I rischi sono da una parte la difficoltà a orientarsi in un panorama sconosciuto e in continua crescita, dall’altra parte la difficoltà ad approcciarsi a un linguaggio visivo. La soluzione più semplice rischia di essere la più deleteria: accostarsi al fumetto per i contenuti vicini a temi in programma o periodi storici. Obbiettivi di per sé nobili ma che non sono validi se si utilizza il linguaggio visivo solo come veicolo. Allora è fondamentale prima di proporre il fumetto a scuola o in altri contesti educativi, leggerlo prima noi. Quando ci si sarà innamorati allora saremo “pronti” perché inevitabilmente la nostra conoscenza e il nostro entusiasmo passeranno con naturalezza a chi vorremo. FIABE E NUOVE FORME DEL FIABESCO La fiaba fa parte della tradizione orale, si adatta ai cambiamenti e ai conflitti sociali. Il genere fiaba è un genere metaforico con cui si racconta un’unica storia, ovvero il fluire dell’esistenza, per sollecitare un percorso di straniamento (uscita di sé grazie al quale il lettore può vivere altre storie/dimensioni esistenziali diverse). La fiaba continua a “persistere” e a proiettare la sua ombra sulle narrazioni contemporanee grazie alla sua capacità di accogliere il nascosto, l’oscuro, il doloroso e attraverso il viaggio nell’inverosimile, il soggetto accede a nuove forme di conoscenza di sé, del proprio mondo e della propria esperienza emotiva. LA FIABA--> è narrazione, letteratura, filosofia, legame con l’alterità. Ha una componente filosofica perché risponde alle grandi domande dell’esistenza (quelle che si pongono i bambini). La fiaba possiede una propria “transgenericità” che determina la migrazione dei suoi temi e delle sue icone tra epoche storiche e tra i generi e le tecniche narrative. Il fiabesco permane come struttura testuale ma muta nel contatto con società e culture che attraversa. ES: Negli albi illustrati viene spesso usato il personaggio del narratore che introduce a un doppio piano narrante come a suggerire un rimando all’originaria oralità di quel racconto. (Innocenti e Frisch in “Cappuccetto rosso, una fiaba moderna” del 2012). ZIPES--> ha analizzato anche i rapporto fiaba – cinema affermando che nella nostra società, la fiaba e i racconti popolari sono divenuti prodotto commerciale e che nel il mondo occidentale la loro ricezione è influenzata dalla Disney Corporation e da aziende dello stesso tipo, tanto che le persone tendono ad avere nozioni precostruite su ciò che una fiaba è o dovrebbe essere. Le nuove fiabe sono destinate ad un pubblico di giovani adulti/adulti, perciò spesso i personaggi mutano e da “icone fiabesche” diventano “personaggi verosimili”. (“Cappuccetto rosso sangue”; “Biancaneve e il cacciatore”).  LETTERATURA PER L’INFANZIA CONTEMPORANEA E TERRITORI DEL FIABESCO Fiaba ha contaminato la contemporanea letteratura per l’infanzia. Essa offre ai bambini il ruolo di protagonisti ed essi possono pensare di ribaltare il proprio destino. Inoltre, custodisce illusione, utopia, possibilità di vivere più storie e attraverso la metafora, offre la capacità di decifrare la realtà. La fiaba ha un rapporto privilegiato con l’infanzia. Il fiabesco è ritenuto sciocco, è deriso dalla gente colta che pone popolo – infanzia – fiaba sullo stesso piano culturale più basso. Però, ne riconosce una sua collocazione culturale e restituisce al fiabesco una valenza alta nel consegnarlo all’infanzia attraverso il libro, salvaguardando così la sopravvivenza della fiaba stessa. La fiaba, attraverso la metafora della piccolezza straordinaria, narra i rapporti di forza esercitati dal mondo adulto sui bambini, restituendo una storia dell’infanzia fatta di maltrattamenti, violenza, abbandono MONDO ADULTO = MONDO INTERO. o VIAGGIO: caratteristica costitutiva della fiaba, che parla di un eroe che si mette per via, attraversa una serie di esperienze cruciali che lo sottopongono a prove, a pericoli, per poi arrivare al traguardo prefissato. Il viaggio si pone come un percorso di formazione: conoscere mondo, l’altro da sé, conoscere sé stessi. Si configura come passaggio da una situazione squilibrata ed insoddisfacente di partenza, ad un punto di arrivo di equilibrio e soddisfazione e si innesta su un percorso che determinerà crescita protagonista. il protagonista può tornare a casa (Modello: casa – lontananza – casa) oppure può non tornare alla casa di origine (Mod: casa – lontananza – nuova casa). o BOSCO: così come la foresta, la selva, rappresenta un’alterità rispetto al mondo abitato, opponendosi al dentro delle case che tanto ci contiene e ci rassicura. Luogo in cui si possono incontrare i mostri (Vedi “il paese dei mostri selvaggi”). o EROINE FIABESCHE: quelle raccontate oggi siano storie al femminile, le protagoniste sono ragazze, le antagoniste sono donne. La fiaba è un’occasione di raccontare questioni femminili che altrimenti non troverebbero parole. Principesse si salvano da sole, sono eroine armate di arco e frecce. “La regina del bosco” (Gaiman, 2015) l’autore mescola storie, temi, generi con tecniche a incastro dando vita ad una narrazione originale. In questa storia Biancaneve sale al trono al posto della regina. Lei sarà l’eroina che con un bacio risveglierà la Bella Addormentata. Il bacio tra 2 figure femminili ha destato molte critiche. Con quel bacio, però, la regina svolge la canonica funzione del principe qui ridotto ad una mera comparsa iniziale. FIGURA BIANCANEVE: rievocata esplicitamente e implicitamente, anche nelle narrazioni fiabesche cinematografiche e televisive. La figura di Biancaneve ha assunto i tratti specifici dell’eroina che ristabilisce la giustizia del regno. Es. serie tv “C’era una volta”-->Biancaneve, armata di arco e frecce, vive nella Foresta Incantata, braccata da Regina (matrigna) in attesa di riprendersi il trono. Nel frattempo, si improvvisa novella di Robin Hood e ruba alla regina per dare al popolo affamato. Prima di poter regnare, però, dovrà passare attraverso una serie di avventure, tra cui la morte per avvelenamento e resurrezione per mezzo del bacio del principe. LE RISCRITTURE DEI CLASSICI NELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA  RISCRITTURE TRA PREGIUDIZI E NUOVE TENDENZE Riscrittura classici è un genere letterario molto diffuso nel settore della letteratura per l’infanzia e può essere concepita in modi diversi. È uno strumento educativo che mette in contatto il pubblico giovanile con gli autori, opere e storie del passato, e riesce ad aprire al lettore scenari emotivi e conoscitivi originali e degni di un’attenzione critica. Letteratura per l’infanzia = campo in cui viene maggiormente applicata la riscrittura dei grandi classici in altre forme. Riutilizzare le storie già scritte comporta un rimaneggio linguistico, stilistico, delle illustrazioni, che ubbidisce al tentativo di catturare l’attenzione del pubblico giovanile. Si tratta di costruire un rapporto il più possibile vivo e costruttivo tra un capolavoro letterario d’altri tempi e i bambini/ragazzi di oggi.  LEGGITTIMITÀ CULTURALE E LETTERARIA DELLE RISCRITTURE “Primo autore”: definizione di autorità. Elimina la riflessione sui miti e sulla fiaba in quanto testi poligenetici. Calvino afferma: “un classico è quel libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Denota l’esigenza, l’opportunità e la legittimità di riscrivere i classici dando loro modo di parlarci sempre di più. Riscrivere un classico è un modo per farlo parlare, salvare una storia che altrimenti sarebbe stata ignorata. Es. nella storia, i racconti orali sono stati sempre rivisitati oralmente da chi li proponeva al suo auditorio. Il nucleo centrale delle storie rimaneva intatto, cambiavano i particolari, adattandosi ai contesti, alla memoria e alla cultura di chi tornava a raccontarle e ad ascoltarle. propria testa. (Duchessa: simbolo dell’autorità adulta che cerca di impartire insegnamenti e una morale anche quando non c’è). - “Alice attraverso lo specchio” è un film del 2016 diretto da Bobin. Sequel di “Alice in Wonderland”, ispirato al romanzo di Carroll “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” (1871). Alice diventa la rappresentazione dell’infanzia come figura di evasione dal quotidiano, l’eroina-bambina anglosassone che fugge in un altrove immagnifico. Sia Wonderland che Throught the Looking Glass diventano per Alice, Carroll e Burton una tana, un paese immaginario dove essere sé stessi, cercando e ritrovando la propria identità. Dal 2008 al 2012 arriva nelle sale cinematografiche una serie dedicata ai ragazzi, “The Twilight Saga”, basata sui romanzi di Meyer (2005-2008). La serie è composta da 5 film costituenti le fasi lunari di questa saga crepuscolare (“Twiligh”, “New Moon”, “Eclipse”, “Breaking Down”). La storia è quella di Isabella Swan che si innamora di Edward Cullen, un ragazzo misterioso che si scopre essere un vampiro. Un amore totale che rende i protagonisti disposti a tutto. Amore inteso come eros, attrazione oscura, sensuale, sensoriale. Ha ricevuto molte critiche per quanto riguarda il modo in cui è concepito il rapporto tra i 2 protagonisti: amore malato. Bella diventa una figura ossimorica: riscopre la parte indipendente della ragazza contemporanea, guardando anche alla fanciulla perseguitata, succube dell’uomo e dello status. C’ERA UNA VOLTA IL LIBRO. DAI LIBRI-GAME ALLE APP  IL LIBRO-GAME La letteratura rivolta ad un pubblico giovane a partire dagli anni ’80 subisce delle trasformazioni. Alcuni autori cominciano a guardare alle nuove tecnologie come ad un indispensabile strumento per rinnovare temi e modo di narrare. 2 ambiti coinvolti nella trasformazione: 1. Modificazione struttura racconto, che perde linearità 2. Modificazione soggetto narrazione e metafore di riferimento LIBRO-GAME: evento autonomo, diretta conseguenza dell’avvento delle nuove tecnologie. In origine si trattava di “Adventure-games” che mettevano in connessione uomo e macchina. Vi erano 2 categorie distinte: TEXT (per PC) e GRAPHIC (consolle e macchinari da sala giochi). Per quanto riguarda i primi, sullo schermo compaiono la breve descrizione testuale di un ambiente, dei personaggi e degli oggetti con cui l’utente può interagire e una domanda su come procedere. Il giocatore risponde digitando i comandi composti da un verbo, un oggetto o una direzione e così via. Questo tipo di videogame riesce a creare un’interazione uomo-macchina, mirando ad una partecipazione soggettiva del giocatore, anche se i percorsi sono prestabiliti. Il LIBRO-GAME è un tentativo di rendere interattive le storie impresse sulla carta, di far partecipare attivamente il lettore allo svolgimento della trama, consentendogli di operare delle scelte autonome all’interno del testo. Sono caratterizzati dalla rottura dello schema narrativo e dall’utilizzo della seconda persona, che permettono al lettore/giocatore di identificarsi immediatamente con il protagonista ed inserirsi nella trama. (film BANDESNACH che viene da un libro giapponese omonimo).  NUOVE METAFORE Quello esplorato dal libro-game, dai role-games è un territorio nuovo. Una dimensione narrativa che prevede un modo particolare di raccontare storie che vedono la trama frantumarsi e spingono il lettore a ricostruirla secondo le proprie priorità ed esigenze. Gli scrittori per ragazzi hanno guardato alle innovazioni come ad un’occasione per riflettere e far riflettere sul presente e sul futuro dell’umanità.  DA DISTOPIA A UTOPIA Nella letteratura per i giovani si da spazio al bisogno di riaffermare l’umano attraverso la fondazione di una nuova civiltà sui ruderi di quella occidentale contemporanea. SAGHE DISTOPICHE: “Hunger Games” della Collins, “Divergent” della Roth. In queste saghe la tecnologia sembra non rappresentare più il centro dell’interesse narrativo, rappresenta e garantisce la stabilità del sistema sociale, economico e civile. Aiuta a mantenere lo status quo. Le tecnologie diventano l’occasione per sovvertire l’ordine stabilito e per ipotizzare la fondazione di una nuova civiltà. Nella saga Divergent, grazie ai protagonisti, la tecnologia informatica passa da strumento repressivo del pensiero a mezzo di liberazione. Cambia l’atteggiamento che chi lo usa pone su quello strumento: a livello immaginativo si può ipotizzare di aver avviato ad un più consapevole approccio alle tecnologie. Con la diffusione di smatphone e tablet, avviene la vera rivoluzione: nelle app la narrazione acquista un’autonomia diversa, per certi aspetti inedita. Lo stesso libro digitale si modifica adattandosi ai touch-screen device e alle loro potenzialità narrative, attraverso l’aggiunta di funzionalità interattive e di elementi lucidi (app-books). Questi ultimi permettono al lettore di accedere dietro le quinte del racconto, di superarne la linearità e consequenzialità, smontare e rimontare a piacere le sequenze. Animare immagini o di interagire con esse. Il timore che le tecnologie informatiche appiattiscano la narrazione e la scrittura e che ne banalizzino i contenuti si scontra con opere in grado di cogliere appieno la potenzialità della contaminazione tra linguaggi, strumenti e media. LIBERTÀ DEL ROMANZO Bisogno vitale del romanzo-->Esprimersi liberamente ROMANZO PER RAGAZZI: - topos dell’orfanezza infantile (solitudine infantile, conflitti, abbandoni) I romanzi del XXI secolo hanno come protagonisti bambini o adolescenti che interpretano relazioni difficili (famiglia, scuola, rapporti sociali, migrazione, miseria, guerre) Il romanzo usa metafore per parlare di temi difficili (morte, sessualità, dolore, conflitti bambino- adulto) che sono esposti al rischio di occultamento da parte dell’adulto, che cerca di proteggere il bambino. Il romanzo libera fantasie e pensieri distanti dalla realtà, e punti di vista inattesi. È amato dalle ragazze, soprattutto i romanzi d’amore, di avventure del corpo e della mente che portano ad infrangere le regole, alla distrazione e al sogno. Il romanzo, inoltre, prevede una lettura solitaria che crea una relazione intima tra lettore-romanzo. È una forma aperta che permette l’atto educativo e didattico, e anticipa ed inizia il cammino del percorso esistenziale. (‘800) Il romanzo è stato controllato, non attraverso censura ma si è cercato di puntare alla norma, usando standard accettati: lingua, temi, modelli culturali e valori erano disciplinati ed influenzati. Però, il romanzo ha saputo usare strategie per non conformarsi del tutto (es. Alice nel paese delle meraviglie: Carroll sovverte schemi prefissati). Italia post-unitaria-->scuola rifiutava i romanzi quando uscivano dalle strutture prefissate. Usavano gli “antiromanzi”: restavano interni alla struttura consona alla visione della classe egemone ed istruivano educando ai valori dominanti. Romanzo provoca uscita da sé, ascoltare l’altro, ritornare poi a sé un po’ cambiati (nuovi pensieri, intuizioni)-->una sorta di viaggio di formazione! È caratterizzato da UBIQUITÀ--> permette di essere in più tempi e luoghi nello stesso momento, di essere visibili a sé stessi ma invisibili agli altri: il lettore si sposta dal QUI all’ALTROVE
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