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Riassunto lezione 6 di arte moderna, Appunti di Storia Dell'arte

Dettagliato riassunto lezione 6

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 29/10/2021

Catia8787
Catia8787 🇮🇹

4 documenti

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Scarica Riassunto lezione 6 di arte moderna e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! CAPITOLO 1 : IL 400 INTERNAZIONALE DAL 1370 L'EUROPA è TEATRO DI DIFUSIONE DI UN UNICO STILE: IL GOTICO INTERNAZIONALE. SI DEFINIRà POI 400 INTERNAZIONALE A CAUSA DEL PARALLELISMO CON IL PERIODO RINASCIMENTALE FIORENTINO. - TARDOGOTICO: IMPLICA UN'INTERPRETAZIONE AUTUNNALE DEL PERIODO = STILE DOLCE: EVIDENZIA L'IMPORTANZA DELLA LINEA MORBIDA CHE SI ACCOMPAGNA A UNA STESURA SFUMATA DELLE TINTE - GOTICO CORTESE: FA RIFERIMENTO ALL'AMBIENTE SOCIALE, IN PARTICOLARE ALL'AVANZARE DELLA BPORGHESIA. CARATTERISTICHE DEL GOTICO INTERNAZIONALE: - REALISMO MINUTO PER | DETTAGLI = CHE ANALIZZA GLI OGGETTI SINGOLARMENTE TRASFORMANDO L'IMMAGINE IN UNA CATALOGAZIONE DI OGGETTI in cui non sta a cuore la coerenza spaziale (IMMAGINI 1-5) - AMORE PER IL LUSSO, OGGETTI PREZIOSI CHE SI RIVERBERA SULLE SCELTE TEMATICHE cortesi (IMMAGINI 6-10) - NATURALISMO SPINTO FINO A ESASPERAZIONI GROTTESCHE, figure patetiche e composte (IMMAGINI 11-15) = IMAGINE DEL MONDO DOMINATA DA SELVAGGIO ESPRESSIONISMO E REALISMO, CHE EMERGE NELLA PREFERENZA PER LE STORIE DELLA PASSIONE (Crocifissione, Deposizione, Resurrezione, Flagellazione, Liberazione di Barabba, Ultima Cena, Salita al calvario, Passione di Cristo) (IMMAGINI 16-18) - DOMINAZIONE DELLA LINEA MORBIDA E FLUIDA, CUI SI ABBINA UNA CROMIA RAFFINATA, PANNEGGIO CHE ASSORBE L'ANATOMIA DELLA FIGURA (IMMAGINI 19-21) CONTESTO STORICO: - — L'AMORE DIFFUSO PER IL LUSSO E L'ELEGANZA SI DIFFONDE IN UN PERIODO STORICO TRA I Più AMARI DELLA STORIA D'EUROPA - DECLINO DI POTERE E PRESTIGIO DELLE GRANDI AUCTORITAS MEDIEVALI: PAPATO E IMPERO - ANCHE CAVALLERIA E FEUDALITÀ ERANO DA TEMPO PRIVE DI UN RUOLO ATTIVO - GRANDI RIVOLTE CONTADINE E OPERAIE SEGNI DI RIPRESA NEL CONTESTO STORICO: - RINNOVATA ASCESA ECONOMICA DELLA BORGHESIA - LA NASCITA DELLE CRITICHE ALLA SCOLASTICA - DIFFONDERSI DI UN SENSO RELIGIOSO Più INTIMISTA, RAPPORTO Più DIRETTO E PERSONALE TRA IL FEDELE E DIO - SI CERCA UN NUOVO RAPPORTO CON LA NATURA, VISTA CON OCCHI Più CURIOSI DI SCOPERTE, CHE MIRA SIA ALLA CONOSCENZA SIA Al FINI Più PRATICI. INFATTI, SI TRADUCE NELLA COSTRUZIONE DI DIMORE EXTRAURBANE, NELLA MODA DELLA CACCIA. EVIDENTE FRATTURA TRA LA VITA REALE E QUELLA RAFFIGURATA: L'ARTE NON è Più RIFLESSO DELLA SITUAZIONE STORICA, MA COMPENSAZIONE FANTASTICA, EVOCAZIONE DI UN MONDO PERFETTO. 1.1 L'EUROPA DELLE CORTI - AVIGNONE: tra i centri più vivaci, con il trasferimento del Papato, in città si propone lo stile del secolo precedente: MODI ITALIANI E DELLA FRANCIA SETTENTRIONALE SI MESCOLANO A UN FORTE INFLUSSO CATALANO SECONDO PERCENTUALI LEGATE Al GUSTI E ALLE NAZIONALITà DEI SINGOLI PAPI. Le pitture sono scarse ma abbonda la scultura funeraria, le oreficerie e i codici miniati. AVIGNONE IN QUESTO PERIODO NON è Più PRODUTTRICE O ESPORTATRICE BENSì FORNITRICE DI MODELLI DI INDISCUSSO PRESTIGIO DA CUI ATTINGERE AUDACIA SPAZIALE, NOTAZIONI NATURALISTICHE, EFFICACIA FISIONOMICA E ASTRAZIONI RAFFINATE. - BOEMIA: DOVE RAGGIUNGE IL SUO APICE LO STILE DOLCE CARATTERIZZATO DA SQUISITEZZE LINEARI, MOVIMENTO RITMICO DI PANNI E FIGURE, IDEALIZZAZIONE FISIONOMICA CHE INTENDE PURIFICARE E SPIRITUALIZZARE LA BELLEZZA CON TINTE OMBREGGIATE E ROTONDITà DELLE FORME. - PARIGI: LA PRODUZIONE è Più INTENSA, NASCONO OREFICERIE E ATELIERS IN CUI SPICCANO FIAMMINGHI E ITALIANI. OPERE DI MINIATURA CON PASSI AVANTI NELLA RESA SPAZIALE DEGLI INTERNI E DEI PAESAGGI. - BORGOGNA: DIVERSO è LO STILE ELABORATO SOTTO FILIPPO L’ARDITO, GRAZIE AD ARTISTI DI ORIGINE FIAMMINGA. PER ESEMPIO LO SCULTORE CLAUS SLUTER (IMMAGINE 30-31) CHE PROPONE FIGURE MONUMENTALI E IMMOBILI SALDAMENTE INSERITE NELLO SPAZIO, IN CUI PREVALE IL PURO E SEMPLICE VOLUME ANIMATO DA POTENTI EFFETTI CHIAROSCURALI. QUESTI TRATTI FONDAMENTALI PER IL FUTURO REALISMO FIAMMINGO RICORRONO ANCHE NELLA PITTURA, CON LA RICERCA DI SPAZIALITà E ESPRESSIVITÀ. ES. FRATELLI LIMBOURG, CHE DOPO AVER LAVORATO PER FILIPPO L'ARDITO CREANO PAESAGGI VASTISSIMI, AMPLIATI DALL'USO DELLE DIAGONALI, COLORI RAFFINATI ED EFFETTI DI LUCA Più SUGGESTIVI. 1.2_L'ITALIA INTERNAZIONALE - LA LOMBARDIA DI GIAN GALEAZZO VISCONTI, DUCA DAL 1374 AL 1402 GLI ATELIERS DI MINATORI AL SUO SERVIZIO SI ERANO IMPEGNATI IN UNA RILETTURA LUSSUOSA DELL'ADESIONE AL QUOTIDIANO TIPICA DELLA CULTURA LOMBARDA: TALE CONVIVENZA DI AMORE PER LA REALTà E DI DECORATIVISMO CONOSCE UN SUCCESSO STRAORDINARIO TANTO CHE VENNE DENOMINATA IN TUTTA EUROPA “ALLA MANIERA LOMBARDA”. TUTTAVIA, L'AVVENIMENTO CHE PROIETTO’ MILANO SU UN ORIZZONTE INTERNAZIONALE è L'AVVIO DEL DUOMO. DOPO LA MORTE DI GIAN GALEAZZO VISCONTI (1402) SI PORTÒ AVANTI LA DECORAZIONE IN PIETRA DEL DUOMO ALLA QUALE PARTECIPARONO ANCHE I PITTORI. FU IN QUESTO CONTESTO CHE MICHELINO DA BESOZZO (1388-1445) APPRESE IN MODO Più LIBERO E FANTASIOSO L'EREDITÀ DELLA GENERAZIONE PRECEDENTE. CON: LA DECORAZIONE DELL’OFFIZIOLO BODMER (FIG. 37) TAVOLA CON LO SPOSALIZIO MISTICO DI SANTA CATERINA (FIG. 38) LA CORRENTE Più SEGUITA IN LOMBARDIA FU QUELLA MICHELINIANA, ANCORA VIVA NEGLI AFFRESCHI DEI FRATELLI ZAVATTARI NELLA CAPPELLA DI TEODOLINDA NEL DUOMO DI MONZA NEL 1444 (FIG. 41). - FIRENZE 400= ESPANSIONE TERRITORIALE, BLOCCO DELL’AVANZATA VISCONTEA, EGEMONIA SU PISA, CORTONA E LIVORNO. L’ALTO COSTO DI QUESTE IMPRESE CONTRIBUì A LOGORARE IL POTERE E IL PRESTIGIO, PREPARANDO L'AVVENTO DELLA SIGNORIA MEDICEA NEL 1434. NEL TARDO 300 L'OTTICA DI UNA ORGOGLIOSA FIORENTINITA' DA VITA IN CAMPO ARTISTICA A REALIZZAZIONI COME LA CLASSICA LOGGIA DELLA SIGNORIA, IL PERMANETE GIOTTISMO NELLA TRADIZIONE PITTORICA E IL RIFIUTO DEI NUOVI MODELLI CORTESI. SI DELINEANO COSì DUE POSSIBILITÀ NELLE COMMITTENZE PUBBLICHE: 1) ACCOGLIERE LO STILE INTERNAZIONALE 2) RECUPERARE CON Più RIGORE LE RADICI CLASSICHE QUESTE DUE ALTERNATIVE EMERGONO NEI LAVORI PER LA PORTA DELLA MANDORLA (1391-97) E SONO ESPLICITATE NEI DUE SAGGI PRESENTATI DA GHIBERTI E BRUNELLESCHI AL CONCORSO BANDITO NEL 1401 DALL'ARTE DI CALIMALA PER SCEGLIERE L'ARTISTA A CUI ASSEGNARE L'ESECUZIONE DELLA PORTA NORD DEL BATTISTERO. IL SAGGIO RICHIESTO DOVEVA PRESENTARE ALL’INTERNO DI UN COMPASSO QUADRILOBO IDENTICO, IL SACRIFICIO DI ISACCO. LA VITTORIA DI GHIBERTI CHIARISCE COME ORMAI A FIRENZE FOSSE SUPERATA LA RESISTENZA AI MODI “INTERNAZIONALI”, MENTRE NON ERA ANCORA MATURATO L'ORIENTAMENTO VERSO UN CLASSICISMO INNOVATIVO, RINASCIMENTALE. NELLE OPERE DI GHIBERTI SI ASSISTE A UNA PROGRESSIONE DI ACCENTI INTERNAZIONALEI, CHE CULMINA NELLA STATUA BRONZEA DI SAN GIOVANNI BATTISTA (FIG. 80) ESEGUITA PER ORSANMICHELE. GHERARDO STARNINA (FIG. 79) PITTURA SCIOLTA E LUMINOSA, DOPO | VIAGGI IN SPAGNA. È IL MESTRO DI MASOLINO DA PANICALE. IN QUESTO CLIMA, DOPO UN ALUNNATO PRESSO GHERARDO STARNINA, MATURA MASOLINO DA PANICALE (1383- 1440) CHE AVRà PESO ENORME NEI DECENNI SUCCESSIVI. LA SUA INDIPENDENZA SI DICHIARA Già NELLE PRIME OPERE COME LA MADONNA A PALAZZO VECCHIO (FIG. 82) SU TUTTI QUESTI ARTISTI ESERCITERà LA SUA INFLUENZA GENTILE DA FABRIANO, CHE SI ERA STABILITO A FIRENZE A PARTIRE DAL 1421, INAUGURANDO LA SECONDA ONDATA INNOVATRICE, Più LUSSUOSA, ESEMPLIFICATA DALL’ADORAZIONE DEI MAGI ESEGUITA PER PALLA STROZZI NEL 1423 (FIG. 184) E CHE FU RITENUTA, IN QUEL MOMENTO, IL CULMINE DELLA PITTURA MODERNA. DAL CANTO SUO GENTILE NON RIMASE INSENSIBILE AGLI INFLUSSI DI BRUNELLESCHI, COME POSSIAMO VEDERE NEL POLITTICO QUARATESI DEL 1425 (FIG. 83), CHE TESTIMONIA CONOSCENZA DELLE OPERE DI GHIBERTI E MASOLINO. IL PUNTO DI ARRIVO DI GENTILE DOPO IL SUO ARRICCHIMENTO CULTURALE FIORENTINO Può ESSERE CONSIDERATA LA MADONNA DI ORVIETO (FIG. 84) CAPITOLO 2: IL 400 A FIRENZE PRESE IL SLANCIO UN'ALTERNATIVA AL GOTICO INTERNAZIONALE, FAVORITA DALLA FIORITURA ECONOMICA, DAI RECENTI SUCCESSI POLITICI DELLA CITTÀ, MA SOPRATTUTTO DALLO STRINGERSI DEL LEGAME CON LE ORIGINI ROMANE —— RINASCIMENTO A OPERA DI : - BRUNELLESCHI 1377 - 1446 - DONATELLO 1386 - 1466 - MASACCIO 1401 - 1428 RINASCIMENTO, PERIODO CHE VA DAI PRIMI DEL 400 AL SECONDO VENTENNIO DEL 500 TEMI SIGNIFICATIVI -. L’ANTICHITA’ , nuovo rapporto di consapevole discendenza si stabilisce col mondo antico, il termine stesso di rinascita implica un risveglio dello spirito e delle forme dell'età classica. L'intera tradizione classica diventa fonte di creazione originale, distantissima dall’imitazione - IL SAPERE E IL SAPIENTE, oltre alla conoscenza che ha come fine la verità, se ne affianca un’altra che ha sbocchi più pratici: scienza e tecnica permettono di conoscere la natura e modificarla secondo le esigenze umana. Alchimia e magia diventano le positive scienze della trasformazione. Il sapere scientifico gode di una diffusione ancora più capillare. - L'UOMO E IL MONDO, uomo che si rapporta in maniera diversa con la natura, con gli altri uomini, con Dio. L'uomo è in grado di coltivare da solo le doti che gli permetteranno di vincere la Fortuna, e grazie alla capacità tecniche che è consapevole di possedere, riesce a dominare la natura e modificarla. VALORIZZAZIONE E ATTUAZIONE DI TUTTE LE POTENZIALITA' UMANE. La SPONTANEA RICERCA DEL PIACERE e di una felicità mondana non è più vista con colpevolezza. ELOGIO ALLA VITA ATTIVA E AL SUCCESSO PERSONALE. Acquisiscono valore anche la COMPETIZIONE E IL CONFRONTO DIALETTICO. GLI UMANISTI, LA SOCIETA’, GLI ARTISTI. La piena consapevolezza di questi temi appartiene a un elite ristretta (nuova educazione pensata per il cittadino agiato che deve dare il meglio di sé nelle cariche pubbliche) ma gli ideali proposti dagli umanisti sono gli stessi proposti dalla borghesia cittadina: ETICA CIVILE, MORALITA’ PRAGMATICA, INDIVIDUALISMO, COMPETIZIONE, ESALTAZIONE DELLA VITA ATTIVA, LEGITTIMAZIONE DELLA RICCHEZZA. LE ARTI FIGURATIVE I mutamenti hanno radici trecentesche approfondite e viste sotto una luce nuova. Il mutamento si articola in due fasi: la prima (fino al 1450 circa) caratterizzata da un entusiastico sperimentalismo, da un approccio tecnico-pratico; la seconda, i cui inizi si intrecciano con la prima ma che si affermerà nei decenni centrali, segnata da una sistemazione più intellettualistica delle conquiste raggiunte. TRE TRATTI CHE QUALIFICANO LO STILE RINASCIMENTALE: - USO DELLA PROSPETTIVA LINEARE CENTRICA - ATTENZIONE ALL'UOMO COME INDIVIDUO, NELLA SUA COMPONENTE FISICA, ANATOMICA ED EMOTIVA - RIPUDIO DEGLI ELEMENTI ESORNATIVI: SINTESI ED ESSENZIALITA’ LO STUDIO DELL'ANTICO E LO STUDIO DELLA NATURA SARANNO LE STELLE POLARI DI QUESTO CAMMINO MA IL FATTORE Più IMPORTANTE è IL PROBLEMA PROSPETTICO. 2.1 LA SVOLTA INNOVATIVA Coloro che si posero con Maggiore chiarezza il problema del rapporto tra ideali umanistici e una nuova forma espressiva furono BRUNELLESCHI e DONATELLO. Tra i due, BRUNELLESCHI ebbe un ruolo di stimolo e di guida per il più giovane scultore. Probabilmente su iniziativa di Brunelleschi si recarono insieme a Roma, verso il 1409, per studiare i resti antichi e investigare con un criterio basato sull' imitazione non già di forme e risultati raggiunti, ma dei processi per raggiungerli. Esemplare da questo punto di vista è l'interpretazione che danno al tema tradizionale del crocifisso. - BRUNELLESCHI - CROCIFISSO per SANTA MARIA NOVELLA 1420-25 - DONATELLO - CROCIFISSO per SANTA CROCE 1425 I CANTIERI DELLA SCULTURA E DONATELLO. Il primo ambito in cui vennero recepiti fermenti innovativi legati alla cultura umanistica, fu quello della scultura, concentrata, all'inizio del secolo, nei due grandi cantieri di ORSANMICHELE e di SANTA MARIA DEL FIORE (PORTA DEI CANONICI, PORTA DELLA MANDORLA, FACCIATA) in cui prevaleva il linguaggio moderno di Ghiberti: una miscela di ritmica gotica, citazioni classiche, naturalezza di gesti. Emersero però, anche due portatori del rinnovamento della plastica: DONATELLO E NANNI DI BANCO. | due erano quasi coetanei, entrambi legati dall'amicizia con Brunelleschi, lavorarono si può dire fianco a fianco fino alla morte di Nanni, avvenuta nel 1421. Confronto tra 2 sculture per LA FACCIATA DI SANTA MARIA DEL FIORE: - NANNI DI BANCO - SAN LUCA 1411-14 - DONATELLO - SAN GIOVANNI 1412-15 Pochi anni dopo eseguono delle opere per ORSANMICHELE: - NANNI DI BANCO - SS. QUATTRO CORONATI 1411-14 - DONATELLO- SAN GIORGIO 1415-17 LA VARIETA’ DELL'IDEALE CLASSICO. Gli anni successivi furono per DONATELLO, che inizio anche una seconda collaborazione con l'architetto scultore MICHELOZZO, fitti di opere eseguite nelle tecniche più diverse. Egli accentua le sue scelte iniziali per esempio, la ricerca di una forte individuazione fisionomia. - DONATELLO - SAN ROSSORE - DONATELLO - PROFETA ABACUC E GEREMIA x CAMPANILE DI GIOTTO, 1425-36 Nel corso degli anni trenta un punto di arrivo e insieme di svolta è da individuare Nella CANTORIA DEL DUOMO FIORENTINO, maturo confronto con una tradizione culturale e rivissuta nella sua interezza e nuovo modo di interpretare il rapporto dinamico spazio e figure. La cantoria fu commissionata a DONATELLO dagli operai di Santa Maria del Fiore Nel 1433, poco dopo che ne era stata affidata una a LUCA DELLA ROBBIA di ugual misura nel 1431. La decorazione della cappella, che era stata fondata da Pietro Brancacci nella chiesa di Santa Maria del Carmine, fu commissionata a MASOLINO E MASACCIO nel 1424 da Felice Brancacci, genero di Palla Strozzi. Le pitture rivestivano interamente il vano sulla volta erano raffigurati gli Evangelisti mentre a partire dalle lunette le pareti erano decorate con le storie di San Pietro disposte su tre registri. Tra il 1426 e il 1427 però Masolino abbandono l'incarico per recarsi a lavorare in Ungheria, lasciando al solo Masaccio il compito di portare avanti l'opera. Tornato in Italia, MASOLINO fu chiamato dal Cardinale branda Castiglione a Roma, dove lo raggiunse nel 1428 anche MASACCIO. La morte, pochi mesi dopo, di quest'ultimo e il successivo esilio dei Brancacci in seguito all'instaurarsi della Signoria medicea, qui erano avversi, fecero si che la decorazione venisse completata solo nel 1481 da FILIPPINO LIPPI. Già partire dal 1460 però la cappella aveva subito notevoli mutamenti. Infatti, i frati Carmelitani vi fecero trasportare la tavola duecentesca della Madonna del popolo, che collocarono nella parete di fondo, distruggendo il riquadro con Il martirio di San Pietro che vi era alla volta, ornata poi da nuovi affreschi, distruggendo così le lunette e ovviamente la volta originale. Infine nel 1781, into, più avanti gli interventi furono ancora più radicali, nel 1746-48 viene rialzata un incendio danneggia pesantemente l'intero edificio è comportato in generale annerimento della cromia. IMPIANTO GENERALE Grazie al ritrovamento delle sinopie ossia i disegni preparatori dei perduti affreschi è possibile supporre la presenza di Masaccio già dall'inizio dei lavori e di una razionale pianificazione degli interventi da parte dei due pittori. In pratica Masolino e Masaccio, sfruttando un solo ponteggio, avrebbero seguito una storia l'uno sulla parete laterale, l'altro sulla parete di fondo, per poi scambiarsi i ruoli sul lato opposto punto. Tale volontà di unificazione emerge chiaramente da ulteriori accorgimenti quali: - L’ingabbiatura architettonica che serra tutta la cappella, separando diversi episodi. - L'adozione di un'unica gamma cromatica limpida e brillante. - L'utilizzazione di un unico punto di vista, pensato per un ipotetico spettatore fermo al centro della cappella. Il legame fortissimo con la realtà quotidiana si evidenzia in pieno nelle storie dell'ultimo registro. La storia sacra viene attualizzata è avvicinata al mondo dello spettatore. ICONOGRAFIA È possibile fare una lettura in chiave generale che interpreta le storie apostoliche con il loro antefatto biblico ossia come una storia della salvezza in cui ruolo primario è svolto da Pietro, cioè dalla chiesa. La coerente esaltazione della supremazia papale in ambito ecclesiastico che percorre l'intero ciclo si inserisce perfettamente nella tradizione pittorica, che si schierò sempre con decisione a favore del primato del papà. L'opera vede la luce in un periodo di poco posteriore alla fine del grande scisma è in una Firenze che stava tentando un avvicinamento politico con il papato. LA TRINITA’ IN SANTA MARIA NOVELLA, MASACCIO 1426-28 La consonanza con Donatello, preponderante nel Polittico di Pisa dove domina la ricerca di una forma plastica definita dall’illuminazione più che dal contorno, è sostituita nell'affresco con la Trinità (figura 171) in Santa Maria Novella da più stretti rapporti con l'opera brunelleschiana. L'architettura dipinta è brunelleschiano Infatti sia nelle proporzioni che nei singoli elementi. SCHEDA 5, COMMITTENZA UMANISTICA E CONFRONTO FRA: opere entrambe destinate ad altari di cappelle gentilizie - GENTILE DA FABRIANO, ADORAZIONE DEI MAGI 1423 commissionata da PALLA STROZZI per la cappella di famiglia IN SANTA TRINITA”. L’opera è ora agli Uffizi - MASACCIO, POLITTICO DI PISA 1426, commissionata da GIULIANO DI COLINO DEGLI SCARSI nella CHIESA DEL CARMINE A PISA. L’opera ora è smembrata, la Madonna alla National Gallery, l'Adorazione dei Magi a Berlino. La ricezione delle novità. Questo manipolo di innovatori e l'influenza esercitata dalle loro opere non fu recepita da nessuno degli artisti contemporanei indotti anche da una committenza favorevole a soluzioni meno radicali. L'originale formula di Michelozzo, allievo di Ghiberti, e collaboratore a lungo di Donatello, che scandisce con rigore geometrico raffinate decorazioni del gotico Fiorentino ad elementi classici, sara l'origine di una delle varianti più apprezzate dell'architettura quattrocentesca. SUBITO DOPO MASACCIO: GLI INIZI DI BEATO ANGELICO E FILIPPO LIPPI È bene ora puntare l'obiettivo sui pittori che studiavano la cappella Brancacci, perché tra questi si trovano i primi eredi in grado di mettere a frutto il patrimonio lasciato da Masaccio. Cioè Beato Angelico 1395 - 1455. Era allievo di Starnina e Lorenzo monaco. Sia nelle miniature (figura 174) che nelle prime tavole attribuitegli il frate offre immagini di geometrica purezza giocate su accordi luminosi di colori accesi. In esse lo spazio è creato è misurato dal gestire composto di figure appena allungate, dalle vesti semplici percorse da pieghe pesanti. Tutti questi elementi si ritrovano ad esempio nella tavola centrale del Trittico di San Pietro Martire databile intorno al 1425 (figura 175) Negli anni 1432 e 33 sono gli anni - DEL TABERNACOLO DEI LINAIOLI DI BEATO ANGELICO - DELLA MADONNA DELL’UMILTA’ DI FILIPPO LIPPI Saranno gli ulteriori sviluppi di questi due artisti e di Masolino, a segnare le direttrici lungo le quali si muoverà la cultura pittorica dopo Masaccio. Leon Battista Alberti dalla sperimentazione alla teoria a partire dalla metà degli anni 30 si creavano le premesse per una sistemazione teorica delle precedenti sperimentazioni. Da questo punto di vista la personalità chiave e Leon Battista Alberti 1406 - 1472 che scrisse il de pictura, de statua, de re aedificatoria. CAPITOLO L QUATTROCENTO FIAMMINGO REALISMO FIAMMINGO: - DIVERSA SENSIBILITA' RELIGIOSA A DIFFERENZA DELLA SENSIBILITA' RELIGIOSA FIORENTINA, QUINDI PERSONALE Più STRETTO CON DIO: TEMI COME PASSIONE DI CRISTO E LA FIGURA DI MARIA - IMMAGINE CONCRETA, RICCA DI DETTAGLI MINUTI E PRECISI - VARIE FONTI DI LUCI CHE CREANO OMBRE E RIFLESSI, USO DI SPECCHI E RIFLESSI CHE MOLTIPLICANO LE IMMAGINI - RADICI GOTICHE JAN VAN EYCK 1390-1441 Parallelo con la scoperta del reale compiuta da Masaccio a Firenze, ma la pittura fiamminga non rifiuterà mai il mondo gotico. Inoltre, Masaccio opera una sintesi in una visione prospettica e razionale della realtà con una tecnica pittorica modellata con potente chiaroscuro. Van Eyck invece procede per analisi, partendo dai singoli oggetti, con la tecnica a olio attraverso velature di colore lucide che mettono in risalto i particolari. Forte legame di Van Eyck con il mondo gotico, infatti le sue prime opere sono miniature, con attenzione alla natura come i Fratelli Limbourg, presso il quale probabilmente si formò Van Eyck. VAN EYCK, MADONNA DEL CANONICO, 1434 (FIG. 214) CONFRONTO TRA SCUOLA ITALIANA E FIAMMINGA CON DUE PITTORI LEGATI ALLA SENSIBILITA' LUMINISTICA: - VANEYCK, RITRATTO DEI CONIUGI ARNOLFINI 1434 (FIG. 211) - BEATO ANGELICO, GUARIGIONE DEL DIACONO GIUSTINIANO 1438-40 (FIG. 213) IL MAESTRO DI FLEMALLE (1375-1444) E ROGIER VAN DER WEYDEN (1400-64) Rispettivamente Maestro e alunno. Stile con atteggiamenti più familiari, umani ed emotivi rispetto a Van Eyck. - MAESTRO, TRITTICO DELL'ANNUNCIAZIONE DI MERODE 1430 - VANDERWEYDEN, DEPOSIZIONE 1435 Nel 1449 ROGIER va in Italia e poté vedere a Roma gli affreschi lateranensi di PISANELLO E GENTILE. - VANDERWEYDEN, DEPOSIZIONE 1450, Uffizi In cui prende come modello e filtra la concezione prospettica di - BEATO ANGELICO, DEPOSIZIONE 1438-40, Monaco Legato al tema della tomba, anche se più tardo, si lega IL SEPOLCRO DI PIERO E GIOVANNI DE MEDICI, eseguito dal VERROCCHIO nel 1472 nella SACRESTIA VECCHIA DI SAN LORENZO. Qui vengono eliminate le figure umane. TRA MASACCIO E | FIAMMINGHI: FILIPPO LIPPI, DOMENICO VENEZIANO, ANDREA DEL CASTAGNO. Nelle raccolte medicee erano presenti opere fiamminghe, come un San Girolamo di Van Eyck e un ritratto di Christus (copertina del libro). Uno dei primi a recepire questi fermenti fu FILIPPO LIPPI (1405-69), che dopo gli esordi masacceschi e un soggiorno padovano eseguì al ritorno in patria la MADONNA DI TARQUINIA (fig.295) nel 1437. L'influenza fiamminga e l’importanza del paesaggio sono presenti in: - FILIPPO LIPPI, ADORAZIONE DEL BAMBINO, 1453 (fig. 302) Il LIPPI attribuisce alle sue opere una crescente importanza alla linea: - FILIPPO LIPPI, PALA BARBADORI, 1438, (fig. 303) Nel percorso del LIPPI è importante il CICLO DI AFFRESCI x il DUOMO DI PRATO, con STORIE DEI SANTI STEFANO E GIOVANNI. - FILIPPO LIPPI, NASCITA DI SANTO STEFANO, 1452-64 (fig. 304) Tale componente è ancora più forte in DOMENICO VENEZIANO (1400-61), la sua formazione è oscura ma probabilmente si compì in Veneto dove i maestri fiamminghi erano conosciuti ed imitati, e venne completata tra Firenze e Roma al seguito di GENTILE e PISANELLO. - DOMENICO VENEZIANO, ADORAZIONE DEI MAGI,1439 Gli viene commissionata da PIERO DE MEDICI a cui chiede appoggio. Evidentemente a Piero piacque l'opera visto che l’anno dopo gli commissionò gli AFFRESCHI ABSIDALI in SANT'EGIDIO, insieme a PIERO DELLA FRANCESCA che fu decisivo per la sua formazione. LA PITTURA DEL VENEZIANO INFATTI è CARATTERIZZATA SOPRATTUTTO DALLA MISTA DEI COLORI CHIARISSIMI, IMPREGNATI DI LUCE. Sono i rapporti cromatici, governati dalla luce, a dare plasticità e sentimento alle figure. - DOMENICO VENEZIANO, PALA DI SANTA LUCIA DE MAGNOLI, 1445-47, Uffizi Masaccio e Donatello sono gli artisti che pesano di più nella formazione di ANDREA DEL CASTAGNO (1421-57). La sua pittura si basa sul CHIAROSCURO PLASTICO, reso più drammatico dalle tinte fonde; il realismo di fisionomie e atteggiamenti esasperato in senso espressionistico. Dal 1447, tornato a Firenze, dopo un soggiorno a Venezia crea: - ANDREA DEL CASTAGNO, AFFRESCO CON STORIE DI CRISTO,1447, x PARETE DI FONDO DEL REFETTORIO DELLA CHIESA DI SANT’APOLLONIA a FIRENZE - ANDREA DEL CASTAGNO, TRINITA’ E SANTI, 1455, FIRENZE - ANDREA DEL CASTAGNO CICLO DI UOMINI E DONNE ILLUSTRI, 1449-50, UFFIZI BEATO ANGELICO (1395-1455) è tra i continuatori di Masaccio. Legato al Medioevo e alla tradizione tomistica dominicana, si sforza di saldare le conquiste rinascimentali (prospettiva e realismo) con valori risalenti all'estetica medievale, come la funzione didattica, il valore mistico della luce e la proiezione terrena delle divinità. RIGORE SPAZIALE, GEOMETRICO e USO RAZIONALE DELLA LUCE. - BEATO ANGELICO, PALA DELL'INCORONAZIONE DELLA VERGINE, 1434, LOUVRE Le componenti fiamminghe si accentuano all’epoca della decorazione del CONVENTO DI SAN MARCO, in cui ai suoi lavori di pittura si affiancano quelli di architettura di ristrutturazione affidati da Cosimo de Medici a MICHELOZZO dal 1437. La decorazione pittorica prevedeva in ogni cella un affresco con EPISODI DELLE SACRE SCRITTURE - BEATO ANGELICO, MADONNA DELLE OMBRE, 1439 nel corridoio - BEATO ANGELICO, CRISTO DERISO - BEATO ANGELICO, ULTIMA CENA, per l'Armadio degli Argenti ROMA Con in consolidarsi del potere papale, Roma ridiventa un polo di produzione artistica. Soprattutto sotto NICCOLO 5 che concepisce un piano di riassetto: ripristino delle Mura, restauro di 40 Chiese, risistemazione del Borgo, ampliamento di San Pietro, ristrutturazione del Palazzo Pontificio. Fu importante l’ ALBERTI con i suoi scritti: DESCRIPTIO URBIS ROMAE, DE RE AEDIFICATORIA, dedicato proprio al Papa. La prima tappa delle decorazioni per il rinnovato Palazzo Vaticano fu la cosiddetta CAPPELLA NICCOLINA, dove le storie dei protomartiri Stefano e Lorenzo furono affidate a BEATO ANGELICO e BENOZZO GOZZOLI SCHEDA 11: MUTAMENTI DELLE PALE D'ALTARE (DAL POLITTICO ALLA PALA QUADRA) (Terzaghi: BEATO ANGELICO al centro di questa rivoluzione con la PALA DI ANNALENA) - LORENZO MONACO, INCORONAZIONE DELLA VERGINE E SANTI 1413 - BEATO ANGELICO, PALA DI SANTA TRINITA’, DEPOSIZIONE, 1440 - FILIPPO LIPPI, ANNUNCIAZIONE, 1437-41 - PIERO DELLA FRANCESCA, POLITTICO DELLA MISERICORDIA, 1448 CAPITOLO 6: ARTISTI/ARTIGIANI Verso la metà del secolo le teorizzazioni umanistiche promuovono l’arte al rango di liberale. Ma queste distinzioni sono ancora lontane dal 400 dove la cellula base dell'attività artistica era ancora la bottega. Si sviluppano nelle botteghe, anche mateirali di prestigio sociale come gioielli, mobili e ceramiche. CAPITOLO 7: URBINO E L’ITALIA CENTRALE La Citta Ideale, dalle geometrie perfette, è divenuta simbolo della cultura umanistica urbinate. Il responsabile dell'ascesa di Urbino fu FEDERICO DA MONTEFELTRO, in carica dal 1444 all'82 (il suo successore fu GUIDOBALDO DA MONTEFELTRO che sposò ISABELLA GONZAGA, sorella di FRANCESCO Il GONZAGA marito di ISABELLA D'ESTE). Egli inserisce l'architettura tra le arti liberali e nomina architetto di corte LUCIANO LAURANA. Alla sua corte sono presenti anche ALBERTI, FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI, PIERO DELLA FRANCESCA e LUCA PACIOLI. Ebbe interesse per i fiamminghi infatti chiamò a corte GIUSTO DI GAND nel 1472 e subito dopo lo spagnolo PEDRO BERRUGUETE. PIERO DELLA FRANCESCA 1415/20-1492 Nato a Borgo San Sepolcro, si forma a Firenze (da DOMENICO VENEZIANO, ma soprattutto da BEATO ANGELICO, suo mediatore verso MASACCIO e BRUNELLESCHI) e poi in numerosi viaggi. | tratti fondamentali del suo linguaggio sono: ORGANIZZAZIONE PROSPETTICA E RITMICA, SEMPLIFICAZIONE GEOMETRICA, ACCORDO TRA IMMOBILITA' CERIMONIALE E VERITA’ UMANA, LUCE ALTISSIMA CHE SCHIARISCE LE OMBRE. La divina proporzione o sezione aurea governa quasi tutte le sue opere. - LA MADDALENA, 1460 AREZZO - LA RESURREZIONE, 1463-65 BORGO SAN SEPOLCRO - MADONNA DEL PARTO, 1460-70 MONTERCHI CAPPELLA DEL CIMITERO - BATTESIMO DI CRISTO, 1448-50, NATIONAL GALLERY - CICLO DI AFFRESCHI CON LE STORIE DELLA VERA CROCE, CHIESA DI SAN FRANCESCO AD AREZZO 1452-1459 Nei suoi viaggi, prima della sua attività ad Urbino, Piero aveva certo avuto modo di studiare le opere fiamminghe: a Firenze, a Ferrara nel 1450, probabilmente a Roma dove incontrò ANTONELLO DA MESSINA nel 459. Il frutto di questi primi studi matura nel 1465: la fase più tarda della sua produzione mostra un'adesione convinta all'analisi fiamminga, agli effetti di luce su colori e materiali. - DITTICO CONI RITRATTI DI FEDERICO DA MONTEFELTRO E BATTISTA SFORZA 1465 - MADONNA DI SENIGALLIA, 1470 URBINO - SACRA CONVERSAZIONE, PALA DI BRERA, 1472, MILANO Piero morì nel 1492 e, se il suo rigore mentale fu il punto di riferimento per esperienze successive, comunque nessuno ebbe una successione di analoga qualità. Un buon esempio nei confronti dell’opera di Piero ci è fornito nella stessa Urbino da GIOVANNI SANTI, padre di RAFFAELLO, e da BARTOLOMEO DELLA GATTA. Però Piero non ebbe continuatori nella sua ricerca. La sua più vera eredità fu: il legame tra figure e paesaggio, i ritmi compositivi che alternano pieni e vuoti, alle scansioni geometriche permeate dalla luce, che troveranno all'interno del Palazzo di Urbino le prime risposte. IL PALAZZO DUCALE E LA CITTA’ La direzione dei lavori da parte di LUCIANO LAURANA passò nel 1472 al senese FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI, che curò soprattutto gli spazi privati Nello STUDIOLO si impone il problema del rapporto tra architettura reale e spazi suggeriti da artifici decorativi. Originariamente c'era un FREGIO CON RITRATTI DI UOMINI ILLUSTRI (con laici ed ecclesiastici) opera di GIUSTO DE Il ricorso all'antico e al virtuosismo verrà accentuato da MANTEGNA a MANTOVA, DOVE VERRA’ CHIAMATO NEL 1457 IN QUALITA’ DI PITTORE DI CORTE E DOVE SI STABILIRA’ NEL 1460. MANTOVA Il decollo in senso Rinascimentale di Mantova dipende in toto dalla dinastia dei GONZAGA (GIANFRANCESCO 1407-47, LUDOVICO III 1444-78, FEDERICO 1478-84, FRANCESCO Il 1484-1519). Inoltre, nel 1459 Mantova fu sede del Concilio radunato da Papa Pio Il per preparare la crociata contro i Turchi. Ma furono soprattutto le quasi contemporanee chiamate a ALBERTI nel 1459 e a MANTEGNA nel 1460 a determinare i punti indiscussi dell'avanguardia mantovana. ALBERTI E LA CITTA’ DEI GONZAGA Alberti manipola il lessico antico della CHIESA DI SAN ANDREA, la cui facciata riprende quella del Tempio Malatestiano con l'arco a un solo fornice. MANTEGNA E I GONZAGA All’interno del Palazzo Ducale domina ANDREA MANTEGNA, artista di corte. Tra i suoi primi lavori per la decorazione della CAPPELLA DEL CASTELLO a cui apparteneva la tavola: - MANTEGNA, LA MORTE DELLA VERGINE, 1461, Prado - MANTEGNA, CAMERA DEGLI SPOSI, finita nel 1474 - MANTEGNA, | TRIONFI DI CESARE, 1484-96, Hampton Court - MANTEGNA, MADONNA COL BAMBINO 1480, Milano - MANTEGNA, VIZI CACCIATI DA MINERVA x lo Studiolo di ISABELLA D'ESTE, 1502, Louvre FERRARA: TRA MONDO CORTESE E UMANESIMO _ ESTENSI La corte estense di Ferrara favoriva il mondo favoloso del gotico. Era molto stimato Pisanello e si apprezzava la produzione miniata. LIONELLO D'ESTE (1441-1450), già durante la signoria del padre NICCOLO III, era in contatto con Pisanello, Alberti, Jacopo Bellini, Piero della Francesca e il giovane Mantegna. Poi una raccolta di antiquaria e arazzi favorì i rapporti con le Fiandre tanto da determinare il soggiorno di Rogier Van Der Weyden. PERMANENTE FASCINO DELLA CULTURA CORTESE, RAZIONALITA' PROSPETTICA PIERFRANCESCANA, LUCIDITA' OTTICA FIAMMINGA sono i termini in cui si articolerà gran parte della successiva cultura ferrarese. Durante il dominio di BORSO D'ESTE (1450-71) le sollecitazioni formali di artisti esterni verranno tradotte in un idioma tutto ferrarese fatto di TENSIONE LINEARE, ESASPERAZIONE ESPRESSIVA, REALISMO ILLUSIVO. Questo linguaggio può essere colto nella decorazione dello STUDIOLO DI BELFIORE, voluta da Lionello, in cui ci sono una serie di tavole raffiguranti le MUSE: THALIA, POLYMNIA, ERATO (di COSME TURA). L’OFFICINA FERRARESE: COSME TURA, FRANCESCO DEL COSSA, ERCOLE DE ROBERTI. Tre artisti imparentati dalla preferenza per profili aguzzi e per la trasfigurazione di ogni materiale in gemma o pietra dura. - COSME TURA, ANTE PER L'ORGANO DELLA CATTEDRALE DI FERRARA, 1469 - COSME TURA, RICOSTRUZIONE DELLA PALA ROVERELLA 1470 FRANCESCO DEL COSSA giunge a esiti diversi grazie al prevalere dello stile pierfrancescano, poi nel 1470 si trasferì a Bologna perché non si sentiva apprezzato a Ferrara. - DEL COSSA, AFFRESCHI DEI MESI A PALAZZO SCHIFANOIA, 1469, Ferrara - DEL COSSA, PALA DELL'OSSERVANZA con L’ANNUNCIAZIONE, 1470 - DEL COSSA e ROBERTI, POLITTICO GRIFFONI ERCOLE DE ROBERTI, fu attivo insieme al COSSA a Schifanoia, tra l’altro fu lui ad occuparsi del corredo nuziale di Isabella d'Este. - DEROBERTI, MESE DI SETTEMBRE, AFFRESCHI DEI MESI A SCHIFANOIA, 1470 - DEROBERTI, PALA DI SANTA AMRIA IN PORTO, 1480 - DEROBRERTI, PIETA' di LIVERPOOL MILANO NELLA SECONDA META’ DEL 400 A Milano la vicenda artistica si configura come uno sviluppo, questo almeno fino all'arrivo di BRAMANTE e di LEONARDO (1479 e 1482). Alla morte di FILIPPO MARIA VISCONTI (1447), ci fu la presa di potere di FRANCESCO SFORZA, nel 1450, marito di un Visconti (poi successivamente suo figlio LUDOVICO IL MORO sposò nel 1491montefeBEATRICE D'ESTE, sorella di ISABELLA). L'alleanza politica con Firenze e i rapporti con Ferrara e Padova favoriscono la penetrazione del linguaggio rinascimentale. La prima presenza da segnalare a questo proposito è quella di FILARETE, a Milano dal 1451 dove costruisce l'Ospedale Maggiore, il Duomo di Bergamo e teorizza nel Trattato di Architettura il piano di Sforzinda, la prima città ideale compiutamente teorizzata. L'ingresso in città di più mature formulazioni rinascimentali si deve alla committenza di PIGELLO PORTINARI, a lui si deve la CAPPELLA PORTINARI costruita presso SANT'EUSTORGIO, come sepoltura privata per la reliquia della testa di San Pietro Martire. Gli affreschi della CAPPELLA PORTINARI, eseguiti da VINCENZO FOPPA, trattano STORIE DELLA VERGINE E DI SAN PIETRO MARTIRE secondo la prospettiva lombarda (estranea a valori di assoluta perfezione geometrica). Oltre a questo ciclo di affreschi Foppa crea: - VINCENZO FOPPA, 3 CROCIFISSI 1456, Bergamo - VINCENZO FOPPA, PALA BOTTIGELLA 1468 Pavia - VINCENZO FOPPA, ADORAZIONE DEI MAGI, National Gallery La CERTOSA DI PAVIA fondata da GIAN GALEAZZO VISCONTI nel 1396, se ne riprese la costruzione verso la metà del 400. In quello stesso periodo l’attenzione si appuntò sulla decorazione pittorica di cui il protagonista fu il BERGOGNONE (1481-1522) interessato prima a Foppa e alla pittura fiamminga, poi a Leonardo e Bramante. - BERGOGNONE, MADONNA DEL CERTOSINO 1490, Milano - BERGOGNONE, MATRIMONIO MISTICO DI SANTA CATERINA, 1490, National Gallery - BERGOGNONE, GIAN GALEAZZO CHE PRESENTA ALLA VERGINE IL MODELLINO DELLA CERTOSA, affreschi della Certosa di Pavia nell'abside, 1490-95 Una posizione analoga in campo pittorico è tenuta da BERNARDINO BUTINONE (1450-1507) e BERNARDO ZENALE (1450-1526). CAPITOLO 9: VERSO IL 500: NAPOLI, VENEZIA, FIRENZE NAPOLI: IL REGNO ARAGONESE. ALFONSO D'ARAGONA entrò vincitore a Napoli nel 143. Le opere eseguite a Napoli appartengono ai più diversi indirizzi e solo alla fine del secolo si avrà una più omogenea adesione alle formule rinascimentali. L'ingresso diretto a Napoli delle formulazioni fiorentine avviene solo negli ultimi anni del secolo in conseguenza all'alleanza politica con LORENZO IL MAGNIFICO. È il caso delle tre cappelle: Piccolomini, Toledo, Mastroianni-Terranova. ANTONELLO DA MESSINA In pittura si ha un percorso di accostamento alle tematiche rinascimentali, veicolate dalle opere di PIERO DELLA FRANCESCA. L'esito più alto di questo incontro si manifesta nelle opere di ANTONELLO DA MESSINA, uno dei pochi che insieme a GIOVANNI e PIERO BELLINI, assimila il rinnovamento fiammingo e lo coniuga con la sintesi prospettica italiana. La cultura iniziale di Antonello è squisitamente meridionale, acquisita da COLANTONIO, ma sarà superata e approfondita in direzione tanto fiamminga quanto italiana. Antonello per quanto riguarda i ritratti adotta la posizione di tre quarti, introdotta da JAN VAN EYCK negli anni 30, che permetteva una più minuta analisi fisica e psicologica dei personaggi. Tuttavia, Antonello, rispetto ai fiamminghi è meno dettagliatamente analitico e più concentrato all'umanità del personaggio. - ANTONELLO DA MESSINA, SALVATUR MUNDI, 1465 NATIONAL GALLERY - ANTONELLO DA MESSINA, CROCIFISSIONE, 1475 NATIONAL GALLERY - ANTONELLO DA MESSINA, MADONNA SALTING, 1460, NATIONAL GALLERY - ANTONELLO DA MESSINA, RITRATTO D'UOMO, 1473 NATIONAL GALLERY Molti ritratti appartengono a un gruppo di opere eseguite in Sicilia, nelle quali Antonello traduce in maniera italiana elementi fiamminghi, e la matura sintesi prospettico luminosa sarà introdotta dall’artista a Venezia, durante un soggiorno dal 1747 al 76, dove aveva conosciuto la Sacra Conversazione di Piero e la Pala di San Cassiano di Giovanni Bellini: - ANTONELLO DA MESSINA, ANNUNCIAZIONE, 1474, SIRACUSA - ANTONELLO DA MESSINA, SAN GEROLAMO NELLO STUDIO 1474, NATIONAL GALLERY - ANTONELLO DA MESSINA, SAN SEBASTIANO, 1476, DRESDA - ANTONELLO DA MESSINA, ANNUNCIATA, 1475, PALERMO In Sicilia il pittore non ebbe un vero e proprio seguito, la sua eredità, il senso della sintesi formale e della legatura luminosa, sarà invece raccolta a Venezia. VENEZIA L'isolamento della cultura veneziana, ancora legata a quella tardogotica e greco bizantina, comincia ad attenuarsi intorno alla metà del secolo, in seguito all'espansione verso la terraferma che produce lo stimolo alla svolta rinascimentale. In questo processo il peso di Firenze (ad eccezione di Donatello) fu scarso o nullo; la cultura artistica rinascimentale coinvolge Venezia soprattutto attraverso la mediazione Padovana, per quanto riguarda la pittura. | contatti con la cultura di Padova furono molteplici: GIOVANNI D’ALEMAGNA e VIVARINI lavorarono nella CAPPELLA OVETARI e MANTEGNA a VENEZIA, dove soggiornarono anche COSME TURA e CRIVELLI.
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