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Geografia Medioevo: Africa nera e civiltà precolombiane in America - Prof. Lagioia, Sintesi del corso di Storia Moderna

La conoscenza geografica del mondo alla fine del medioevo, con un focus sulla africa e america. Il testo tratta della popolazione, sviluppo economico, e le civiltà preesistenti in africa e america prima dell'arrivo europei. Inoltre, vengono descritte le esplorazioni e scoperte di nuovi mondi da parte dei portoghesi e spagnoli, le dispute per il possesso dei territori, e l'impatto di queste scoperte sulla colonizzazione e economia globale.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 04/08/2022

svevaberto
svevaberto 🇮🇹

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Scarica Geografia Medioevo: Africa nera e civiltà precolombiane in America - Prof. Lagioia e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Le conoscenze geografiche alla fine del medioevo: l’Africa nera. Alla fine del medioevo, i rapporti diretti del mondo europeo col resto del pianeta erano sostanzialmente limitati agli scambi economici e culturali tra le varie sponde del Mediteranno. I viaggi verso oriente si erano ridotti dopo l’avvento della dinastia Ming in Cina e a causa dell’espansione della potenza ottomana nel Mediterraneo orientale e nei Balcani. Il blocco di tre continenti noti (Europa, Africa e Asia) era collocato, secondo il pensiero dell’epoca, nella parte settentrionale del planisfero e non si aveva ancora nessuna conoscenza sull’esistenza delle Americhe o dell’Oceania. Paradossalmente questi errori portarono a incoraggiare i viaggi di esplorazione dei portoghesi e di Colombo. Per quanto riguarda l’Africa, questa non era affatto un continente senza storia, non era quel posto “oscuro” che si pensava fosse inserito in un contesto di primitiva barbarie. La popolazione era in lenta ma continua crescita e anche lo sviluppo economico era vario a causa della penetrazione araba, che aveva portato con sè l’espansione dei traffici alla quale si collegava la fioritura di diversi fenomeni statali. Le civiltà precolombiane in America. Nel continente americano le civiltà più evolute si svilupparono nel millennio precedente l’arrivo degli spagnoli, negli altipiani dell’America centrale e lungo la catena delle Ande. Quando gli spagnoli giunsero in America, era ormai in declino la grande civiltà dei Maya, degli Inca, e degli Aztechi, questi ultimi iniziarono spedizioni militari alternate ad azioni politiche tra il XV e XVI secolo. Le azioni militari erano utili all’impero azteco per accrescere i tributi, ma anche per catturare prigionieri che venivano sacrificati agli dei, sui quali era basata la religione azteca. I viaggi di esplorazione e di scoperta. Il primo paese ad intraprendere nel XV secolo le esplorazioni di nuovi mondi fu il Portogallo, vista la sua favorevole posizione geografica naturale. L’espansione marittima portoghese ebbe inizio sotto il regno di Giovanni III, con l’esploratore Bartolomeo Diaz, che percorse le coste africane raggiungendo nel 1487 l’estremità meridionale chiamandola Capo di Buona Speranza. Nel frattempo Cristoforo Colombo, con l’intento di raggiungere i continenti orientali, si rivolse ai portoghesi per il finanziamento dei propri viaggi; essi però, rivelatisi scettici, lo indirizzarono verso altre monarchie, e così furono firmate fra il navigatore e i re cattolici di Spagna le capitolazioni di Santa Fè. Colombo iniziò il suo viaggio con tre caravelle il 3 agosto 1492 e raggiunse le isole delle Bahamas (San Salvador) il 12 ottobre 1492. L’eco della scoperta di Colombo aveva stimolato nuove iniziative quali le spedizioni di Giovanni Caboto, che raggiunse le coste del nord America; Amerigo Vespucci, un altro esploratore, capì fra i primi che non era stato raggiunto un continente conosciuto, l’Asia, ma si trattava di una meta nuova agli occhi del mondo: l’America. Scoperti i nuovi territori, come da copione, si accese una disputa fra Spagna e Portogallo circa il possesso dei territori scoperti: venne così stipulato il trattato di Tordesillas (una linea immaginaria divideva le terre brasiliane da quelle argentine e continuava in linea verticale, affidando la parte “destra” al Portogallo e la “sinistra” alla Spagna). Il primo esploratore che circumnavigò il globo, raggiungendo il Pacifico e poi sboccando sulle Filippine, fu il portoghese Ferdinando Magellano. Questo traguardo aumentava a dismisura i limiti delle esplorazioni, e cambiava radicalmente il modo di intendere il globo che fino a quel momento si pensava fosse una figura piatta. Fra il 1497 e il 1499 il navigatore Vasca da Gama compì la circumnavigazione dell’Africa, con quattro caravelle al suo seguito (ne perse due), dando così un punto nella gara alla scoperta al Portogallo; l’intento era infatti quello di trovare un passaggio che permettesse di andare oltre l’America e trovare una rotta marittima per l’Asia, il primo a vedere l’Oceano oltre il continente americano fu Nunez de Balboa. Ben più ardua fu l’impresa di Magellano, che circumnavigò l’intero globo partendo il 10 agosto del 1519 e tornando il 21 ottobre dell’anno seguente. Spezie e cannoni: l’impero marittimo dei portoghesi. Tra le conquiste portoghesi, quella del Brasile rimase in un primo tempo priva di risultati economici. Il Portogallo si concentrò nello sfruttamento a fini commerciali della via marittima verso le Indie orientali scoperta alla fine del Quattrocento. Il lungo tragitto di andata e ritorno (circa 1 anno e mezzo di tempo) e il numero di portoghesi stabiliti in Oriente nel XVI secolo (6 mila) portava a pensare che in queste condizioni la conquista e la colonizzazione di vasti territori era impossibile. Il tentativo più serio di bloccare l’espansione portoghese fu compiuto dal sovrano dell’Egitto in alleanza col sultano dello Stato indiano di Gujarat che però venne stroncato con la grande vittoria della flotta portoghese. Nei decenni successivi si aggiunsero le nuove conquiste (per i portoghesi) nell’isola di Ceylon e nelle Molucche, la Cina concesse l’apertura di un emporio a Macao e perfino il Giappone fu
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