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Riassunto libro di L. Provero, M. Vallerani, Storia medievale, Le Monnier 2016, Sintesi del corso di Storia Medievale

Riassunto per macro-capitoli, fatti in vista dell'esame con la professoressa Paola Guglielmotti

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
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francesca_oneglio 🇮🇹

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Scarica Riassunto libro di L. Provero, M. Vallerani, Storia medievale, Le Monnier 2016 e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! STORIA MEDIEVALE SNODO I IV SECOLO: si fa crescente la pressione delle popolazioni nomadi euroasiatiche con i primi stazionamenti delle genti germaniche all’interno dell’impero romano (375). Le regioni settentrionali dell’impero cinese subiscono a loro volta incursioni delle popolazioni nomadi asiatiche. Gli imperatori Diocleziano e Costantino attuano una serie di riforme intese a contrastare la crisi economica, sociale e politica della compagine imperiale romana emersa già nel III secolo; si registrò anche una crescente separazione tra la sua parte orientale e quella occidentale, sancita nel 395. Ultime persecuzioni dei cristiani da parte dell’imperatore Diocleziano nel 303 e 10 anni dopo verrà proclamato da Costantino il libero culto, così il cristianesimo cattolico, dottato dall’èlites urbane, venne proclamato l’unica religione ammissibile nell’impero (380). Le chiese cristiane elaborano dottrine teologiche tra loro diverse, che trovano nei concili ecumenici il luogo di definizione dell’ortodossia e delle eresie, ed a fronte di ciò si svilupperà sempre più il fenomeno del monachesimo in gran parte dell’occidente, fenomeno sviluppato prettamente nel V secolo ove i monaci provenienti dalla Gallia avviarono la cristianizzazione dell’Irlanda e della Britannia. V SECOLO: si registra una forte crisi strutturale del sistema fiscale in Occidente e, conseguentemente, delle infrastrutture e dei servizi pubblici. Stanziamento di numerose popolazioni germaniche nei territori dell’impero romano la quale comportarono la dissoluzione delle istituzioni politiche e militari imperiali in Occidente nel 476 e la formazione dei primi regni romano-barbarici. VI SECOLO: il bacino del Mediterraneo è colpito dalla peste proveniente dall’Asia centrale, mentre il vaiolo imperversa invece l’Europa del Nord, con la conseguente crescita delle terre incolte, contrazione dei commerci e l’abbandono della monetazione in bronzo nei regni romano-barbarici. Le popolazioni germaniche cominciano ad integrarsi con quelle romane e l’imperatore Giustiniano riconquista parte dei territori mediterranei dell’impero d’Occidente riordinando le basi del diritto romano. Alla sua morte nel 565 l’impero continuerà ad esistere solo in Oriente. Negli anni successivi i Longobardi si stazioneranno nell’Italia settentrionale e centrale (569), dando origine alla frammentazione politica della penisola, mentre le popolazioni slave si insedino nei Balcani. Al contempo Benedetto da Norcia elabora la regola destinata a costituire il punto di riferimento delle esperienze monastiche successive. VII SECOLO: rappresenta il punto più basso della depressione demografica, dovuta alla scomparsa degli scambi a lunga distanza di beni d’uso quotidiano ed il consolidamento di sistemi economici locali a base agraria, mentre la circolazione delle monete d’oro si manterrà solo nell’impero bizantino. Al contempo Maometto predica l’Islam nella penisola arabica e la sua migrazione detta égira a Medina (622) segna la nascita della comunità mussulmana. Tale comunità va divisa tra una maggioranza sunnita, che fonda l’impero islamico e la minoranza sciita; dopo qualche vittoria sui persiani, l’impero romano d’Oriente perde i territori africani e dell’Asia Minore in seguito all’avanzata degli Arabi e si riduce a potenza regionale gravitante tra Egeo e Anatolia: si completa il passaggio dalla fase tardo antica a quella dell’impero bizantino. In seguito nell’Occidente vengono consolidati i regni dei franchi, visigoti e longobardi: nei primi emerge la potenza politica dei maestri di palazzo. VIII: l’espansione islamica raggiunge l’India e l’Europa nel 711 e l’impero islamico sviluppò di conseguenza, una florida economia di scambi ma si frammenta politicamente, difatti nel 576 nella penisola iberica si andò a formare un emirato autonomo. A fronte di tale espansione del mondo islamico, i franchi assunsero il ruolo di difensori dell’Europa cristiana sotto la guida dei maestri di palazzo: i Pipinidi, i quali svilupparono legami di fedeltà vassallatica e soppiantamento della dinastia dei re merovingi (751). In contemporanea all’espansione islamica nel 726, all’interno dell’impero bizantino si apre la crisi iconoclastica, fatto che volge a favore dei longobardi, i quali approfittarono dei dissensi tra le Chiese di Roma e Bisanzio per consolidare il loro regno. Di conseguenza a tale affronto, si sviluppò un’alleanza tra il papato ed i franchi la quale comportò grandi conquiste militari da parte di Carlo Magno. X SECOLO: la dinastia sassone degli Ottoni, sconfitti definitivamente gli ungari nel 955, restaurò l’autorità imperiale nel 962 per poi concentrarsi sul regno di Germania e su quello d’Italia. Principati territoriali e poteri locali consolidano la forma di dominazione più diffusa nell’Occidente europeo: la signoria. In questo secolo si registra anche la fine dell’unità politica dell’Islam: al califfato di Baghdad si affiancano quegli Omayyadi in Spagna e dei Fatimidi in Egitto. XI SECOLO: sviluppo dei commerci con fulcro, nelle città, delle attività produttive, così che i mercanti del nord Europa si colleghino a quelli del Mediterraneo con principali protagonisti i mercanti italiani con la concessione di privilegi commerciali ai veneziani nel 1082 segna l’inizio del declino economico di Bisanzio. La riforma ecclesiastica investe le chiese vescovili: sacerdoti deposti, preti scomunicati, movimenti laicali di contestazione delle gerarchie ecclesiastiche che si erano create a fronte della riforma del papato in senso gerarchico: il pontefice rivendica il primato universale sull’intera cristianità, concetto che sviluppò il conseguente scisma tra la Chiesa cattolica romana e quella ortodossa bizantina nel 1054. Scontro tra il papato e l’impero sulla nomina dei vescovi. Appello del papa alla difesa armata del pellegrinaggio in Terrasanta nel 1095: prima crociata e conquista di Gerusalemme. Successiva elaborazione ecclesiastica dell’immagine tripartita della società: oratores, bellatores, laboratores della società. La diffusione dei rapporti feudo-vassalatici rafforza i poteri signorili e facilita la ricomposizione territoriale intorno alle monarchie. Il duca di Normandia conquista il regno di Inghilterra nel 1066; la dinastia normanna degli Altavilla riunifica politicamente l’Italia meridionale. I regni cristiani avviano la reconquista della penisola iberica. XII SECOLO: si afferma la supremazia politica del papato sulla cristianità e la diffusione dei movimenti pauperistici ed evangelici accusati di eresia dal papato monarchico con la successiva formazione dei regni cristiani in Terrasanta; reazione musulmana alle spedizioni crociate con la riconquista di Gerusalemme per mano del sultano Saladino nel 1187. L’evoluzione della cavalleria come ceto sociale sempre più chiuse favorisce la trasformazione dell’aristocrazia di fatto in una nobiltà di diritto. Nella crisi dei poteri signorili le comunità rurali cominciano a ottenere il riconoscimento di forme di autogoverno. In Italia i comuni si scontrano con l’imperatore e conseguono ampie prerogative politiche (1183). XIII SECOLO: il primato della Chiesa pontifici si afferma su ogni altra autorità politica, tramite la nascita e diffusione degli ordini mendicanti, forme di repressione giudiziaria delle eresie e crociate interne alla cristianità, con successive espulsioni delle comunità ebraiche dai regni cristiani. Il saccheggio di Costantinopoli del 1204 conclude la IV crociata e fonda l’impero latino d’Oriente, monopolizzato dall’aristocrazia feudale europea e dai mercanti veneziani. L’impero bizantino è restaurato nel 1261 su un territorio ridotto al Bosforo e a poche isole Egee. La battaglia di Bouvines del 1214 sancisce la potenza politica europea del regno di Francia, ma ogni pretesa universalistica dell’impero declina con la morte nel 1250 di Federico II di Svevia, con la successiva diffusione dei parlamenti nelle grandi monarchie. L’alleanza tra il papato e il regno di Francia apre agli Angiò la conquista del regno di Sicilia. Si radicalizzano i conflitti tra guelfi e ghibellini. XIV SECOLO: ritorno della peste in Occidente (1347-1348), le ricorrenze epidemiche determinano una grave crisi di mortalità, comportando una ristrutturazione dell’economia agraria e manifatturiera, crisi del credito bancario e del debito pubblico; tali conseguenze recarono all’interno della società numerosi conflitti, rivolte politiche e repressioni come i violentissimi pogrom antisemiti. Il conflitto tra il papato e la monarchia francese determina lo spostamento della curia pontificia ad Avignone nel 1309: lo scisma tra la Chiesa di Roma e quella di Avignone (1378) sancisce la fine di ogni pretesa universalistica del papato con la diffusa aspirazione aa nuovi valori religiosi ed etici. Alla crisi dell’autorità pontificia si accompagna quella dell’impero, ormai meramente tedesco, si apre così nel 1337 una serie di conflitti bellici tra il regno inglese e quello francese, destinati a durare per più di 100 anni. Nelle città italiane al contempo si instaurano i governi signorili. XV: lo scisma rilancia il modello di Chiesa conciliare tramite una ricomposizione della divisione, riaffermazione dell’autorità papale e la ridefinizione dei rapporti tra la Chiesa cattolica e i singoli stati. La conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi ottomani nel 1453, sancisce la fine dell’impero bizantino e suscita una vasta eco in Europa. Si consolidano i poteri sovrani e gli apparati amministrativi degli stati europei, mantenendo i privilegi di nobiltà e clero. Termina la guerra dei cent’anni con la perdita totale dei territori inglesi nel regno di Francia (1453). Con l’espugnazione di Granada si completa la reconquista della Spagna nel 1492. In Italia si sviluppano stati di dimensione regionale e dopo una serie di conflitti, la pace di Lodi sancisce la nuova geografia politica nel 1454. l’esperienza di predicazione laica di S. Francesco, mentre chi la rifiutò fu cacciato d’eresia e perseguitato. Dalla fine del secolo XII la lotta contro l’eresia fu progressivamente inasprita, anche attraverso crociate fino all’istituzione del tribunale dell’inquisizione. SNODO VI LA RIORESA ECONOMICA (X-XII SECOLO) La crescita della popolazione europea divenne più continua dal X secolo per proseguire poi fino a tutto il XIII, esso fu dovuto ad un insieme di fenomeni: la scomparsa delle grandi epidemie, la fine delle incursioni barbariche, le accresciute disponibilità alimentari; l’inversione del ciclo demografico non fu omogenea in tutte le regioni europee, ma un po' ovunque si diffusero nuovi insediamenti rurali. L’incremento demografico spinse a mettere a coltura nuove terre attraverso un’intensa opera di dissodamenti e bonifiche, così all’economia silvo-pastorale dei secoli precedenti si sostituì un’economia agricola fondata sull’espansione delle colture e sulla loro specializzazione per i nuovi mercati urbani. Più in generale, da un’economia basata esclusivamente sulle rendite agrarie si passò progressivamente ad un’economia che produceva ricchezza attraverso gli scambi. Lo sviluppo fu sostenuto dalla crescente domanda di beni inizialmente proveniente dalle rendite dei grandi proprietari fondiari. Decisivo fu lo sviluppo delle che avvenne in forme diverse nelle varie regioni europee, difatti l’urbanizzazione fu più intensa dove più forte era stata la presenza delle città in età romana e dove i nuovi centri si trovarono disposti lungo gli assi del commercio a lunga distanza. Lo sviluppo economico rese infatti la società meno rurale rispetto ai secoli precedenti e soprattutto nelle città si svilupparono le manifatture in molti settori: le diverse aree di produzione furono collegate tra loro da reti di commercio internazionale che ebbero nei mercanti italiani e in quelli fiamminghi gli operatori privilegiati, rispettivamente nel Mediterraneo e nell’Europa del nord. SNODO VII GLI SVILUPPI POLITICI (XI-XIII SECOLI) I secoli XI-XIII appaiono caratterizzati dal punto di vista sociale e politico dalla sistematica diffusione dei legami feudali, difatti dall’XI secolo, quando la natura ereditaria di tutti i benefici fu legalmente riconosciuta, le relazioni feudali si trasformarono in rapporti di tipo prevalentemente politico, che legavano i feudatari ai loro signori nell’esercizio del potere. I raccordi di tipo feudale si rivelarono gli strumenti più efficaci per ricomporre la frammentazione dei poteri locali ed a operare tale ricomposizione furono soprattutto le monarchie che vennero a formarsi in Francia, Inghilterra, nell’Italia Meridionale e in Spagna per iniziatica dei principi territoriali che riuscirono ad imporre la propria sovranità sugli altri signori. L’autorità regia si affermò progressivamente anche attraverso nuovi apparati burocratici e tramite la stabilizzazione dinastica della corona. Anche le sovranità universali ricorsero ai legami feudali per consolidare la propria autorità, però il potere imperiale era indebolito dalla natura elettiva della carica e dalla necessità di concedere ampie autonomie ai principi elettori: l’rea imperiale rimase infatti più frammentata. I pontefici, invece, utilizzarono la fedeltà feudale per legare a sé molti sovrani europei, in una gerarchia che poneva il Papa al vertice anche politico della cristianità. La ricomposizione dei quadri politici e la nuova natura dei vincoli feudali consentirono di tradurre la crescita economica e demografica dell’Occidente europeo in una rinnovata fase di espansione militare e territoriale, tra cui l’espansione della cristianità, la quale raggiunse la sua massima espansione quando indirizzò l’azione militare alla difesa del pellegrinaggio in Terrasanta. Se i regni feudali in Medio Oriente ebbero breve durata, viva rimase invece l’idea di crociata contro i nemici interni ed esterni della cristianità, che papi come Innocenzo III rivolsero anche contro gli eretici; la crociata dirottata dai veneziani contro Costantinopoli nel 1202-1204, ne svelò anche la forza degli interessi economici sottostanti. I protagonisti principali delle vicende belliche del periodo furono i cavalieri, i quali furono progressivamente inquadrati dal pensiero ecclesiastico in un ordine sociale ed etico: da un lato furono posti dall’XI secolo a difesa dei deboli e della Chiesa e invitati a militare per Cristo, dall’altro lato, la cavalleria si chiuse dal XIII secolo in un ceto ereditario che servì alla nobiltà per distinguersi dagli altri gruppi sociali. SNODO VIII L’APOLOGEO DELL’EUROPA (XII-XIII SECOLO) La congiuntura demografica ed economica favorevole che aveva preso avvio intorno all’anno Mille, proseguì anche nei secoli XII-XIII, dando luogo ad ulteriori differenziazioni sociali ed incrementi di ricchezze, difatti si ebbero innovazioni significative nei settori tessili, bancari e finanziari, mentre i notai cominciarono a certificare giuridicamente la crescita esponenziale delle transazioni economiche e a tenerne memoria scritta. Sul piano politico, l’autorevolezza che la casata degli Hohenstaufen conferì alla carica imperiale rilanciò le ambizioni universalistiche d’un ordinamento civile non dipendente da quello religioso; a sua volta il papato sviluppò le posizioni gregoriane di supremazia su ogni altro potere temporale, proponendosi come arbitro nelle vicende della politica europea e mediterranea. Il consolidamento delle autorità monarchiche rese i regni i nuovi antagonisti delle rivendicazioni universalistiche dei pontefici: lo scontro col re di Francia per il controllo del clero fece di Bonifacio VIII l’ultimo Papa capace di celebrare la potenza dell’autorità pontificia. Nell’Europa orientale si formarono, invece, regni di grande estensione territoriale ma di debole coesione politica nei quali la potenza della nobiltà mantenne intatte le proprie prerogative; nelle grandi pianure del Don e Danubio, cominciò a prendere forma il principato slavo di Kiev a guida varega: l’impressionante espansione dell’impero mongolo verso l’Europa e il Mediterraneo nella prima metà del XIII secolo rese i principati slavi tributari del khanato dell’Orda d’oro. SNODO IX LA CIVILTA’ URBANA (XII-XIV SECOLO) Anche la cultura fu attraversata dal rinnovamento promosso dalle esigenze d’una società in espansione: il fenomeno di fondo fu l’accesso dei laici alla scrittura e alla letteratura, il quale spezzò il monopolio ecclesiastico della cultura e promosse la diffusione letteratura volgare. La maggiore complessità delle relazioni politiche tra le sovranità portò alla ridefinizione complessiva dei diritti che lo regolavano, così dal XII secolo furono oggetto di studio e di migliore sistemazione il diritto romano e quello canonico, che lo sviluppo della curia pontificia arricchì di nuove implicazioni disciplinari e giurisdizionali e il diritto feudale, per l’importanza politica assunta dai legami vassallatici. Lo studio del diritto fu condotto in nuove sedi avanzate di formazione del sapere: le università, esse furono il segno della definitiva rottura del monopolio ecclesiastico della cultura che aveva caratterizzato i secoli precedenti; le nuove curiosità intellettuali che sorsero in una società in cui gli intellettuali non erano più solamente chierici ma anche uomini di legge come giuristi e notai, i quali promossero anche l circolazione in Occidente di testi e autori greci antichi, fino ad allora poco conosciuti. Tra il XII e XIII secolo si affermarono in quasi tutte le città europee forme di autogoverno che esprimevano la forza dei nuovi soggetti politici urbani: nell’Italia del centro-nord l’impero e le signorie rurali cessarono di essere le principali strutture di inquadramento dei territori lasciando spazio ai comuni cittadini; nelle altre regioni europee le città ottennero gradi inferiori, ma significativi, d’autonomia fiscale, giudiziaria e amministrativa dai re. Nelle città italiane del centro- settentrionali lo sviluppo dei governi comunali seguì l’evoluzione della società, infatti a guidare le città furono dapprima le famiglie dell’aristocrazia urbana, detti milites, attraverso le magistrature consolari. Nella prima metà del XIII secolo, la partecipazione ai consigli fu allargata ai gruppi sociali cresciuti in ricchezza grazie alle attività commerciali; nei decenni centrali del secolo i movimenti che organizzavano sul piano politico mercanti, banchieri, notai e artigiani, affiancarono con proprie istituzioni quelle del comune e diedero vita ad alcune città a governi di “popolo”. Dalla seconda metà del XIII secolo, nelle città italiane i governi comunali e di “popolo” non furono più in grado di offrire una cornice stabile alla crescente complessità della convivenza sociale e politica ed in un varietà di configurazioni istituzionali l’evoluzione generale fu quella verso la sperimentazione di forme di potere personale e signorile e la progressiva concentrazione del potere ristrette oligarchiche di nobili mercanti. SNODO X CRISI E NUOVI SVILUPPI (XIV-XV SECOLI) Dopo una lunga e intensa crescita della popolazione l’Europa fu colpita d’una grave crisi demografica nel corso del XIV secolo, innescata dallo squilibrio tra le risorse alimentari disponibili e l’eccessivo numero di bocche da sfamare. A carestie sempre più frequenti si aggiunse dalla metà del ‘300 il ritorno della peste in Occidente, che si susseguirono a intervalli regolari per oltre un secolo, comportando in molte regioni l morte della metà degli abitanti e nel complesso la popolazione calò di almeno un terzo. Guerre, carestie, pestilenze ed eventi naturali catastrofici accentuarono la sensazione, largamente diffusa, d’estrema precarietà dell’esistenza: l’esperienza della morte divenne comune e indusse profonde trasformazioni nella mentalità e la nascita di movimenti collettivi di penitenza e di nuovi culti incentrati sulla passione e sulla sofferenza, i quali si accompagnarono allo sviluppo dei temi macabri nell’arte sacra e nella letteratura. Al contempo il calo della popolazione favorì il miglioramento delle condizioni di vita e dell’alimentazione dei sopravvissuti, con un aumento medio del reddito che si tradusse in una nuova domanda diffusa di beni di largo consumo e a basso costo. La produzione agricola si orientò verso colture specializzate e destinate al commercio anche a distanza; nelle manifatture la ristrutturazione dell’organizzazione del lavoro intorno al lavoro salariato e a domicilio consentì di incrementare la produzione di merci di minore qualità ma con uno smercio più vasto. Nelle campagne e nelle città s’acuì la polarizzazione tra un ristretto numero di proprietari terrieri, fondiari e strati sempre più ampi di contadini privati dell’uso comune delle terre e di braccianti salariati che vivevano in condizioni al limite dell’indigenza. Il crescente disagio si espresse in frequenti rivolte urbane e rurali contro l’oppressione nobiliare e a favore d’una redistribuzione della ricchezza e d’un allargamento della partecipazione politica. Solo dalla metà del XV secolo tornarono a farsi evidenti i segnali di ripresa, difatti la popolazione ricominciò a crescere dando ulteriore impulso allo sviluppo dei consumi. Superati i fallimenti finanziari del secolo precedente con l’organizzazione di filiali stabili e autonome, i mercanti e i banchieri allargarono i propri traffici internazionali intorno ai nuovi assi commerciali che rispecchiavano l’impetuoso sviluppo economico dell’Europa atlantica rispetto a quella mediterranea. SNODO XI IL DECLINO DEI POTERI UNIVERSALI (XIV-XV SECOLI) Nel corso del XIV secolo gli ideali universalistici si rivelarono inapplicabili nella nuova realtà politica europea, la formazione dei regni, infatti, veniva affermando un più stretto rapporto tra i sovrani e i gruppi sociali che lo sostenevano ed anche l’ideologia imperiale non poté che declinare, anzi si prestò come modello ai poteri monarchici per rivendicare l’autonomia da qualsiasi condizionamento esterno, tanto meno pontificio. Lo spostamento del papato ad Avignone segnò la sua dipendenza dalla politica del regno di Francia, ma offrì anche l’occasione per un ulteriore rafforzamento dei poteri della curia e dell’accentramento in senso monarchico del potere pontificio, il quale s’infranse però nello scisma che si aprì dal 1378 tra papi romani e francesi. Lo scisma diede forza alle posizioni che all’interno della Chiesa sostenevano la preminenza dei concili sull’autorità del papato: il concilio di Costanza contribuì a superare la disunione, ma quello di Basilea naufragò nei contrasti tra conciliaristi ed i fautori della restaurazione del potere pontificio. Le divisioni mostrate dalle gerarchie ecclesiastiche accentuarono i movimenti di contestazione religiosa e quelli che esprimevano la necessità di un rinnovamento spirituale; i primi furono repressi come eretici, ai secondi non venne dato ascolto. Per quanto riguarda la politica imperiale, esaurite, nella prima metà del XIV secolo le discese in Italia, gli imperatori delimitarono definitivamente il proprio raggio d’azione all’area tedesca; ciò fu dovuto anche alla riforma dei criteri d’elezione imperiale che legarono direttamente la corona imperiale al titolo di re di Germania, senza più la necessità di dover cingere anche quello di re d’Italia e di esser poi consacrati dal papa. L’esercizio del potere imperiale era però effettivo solo nei territori di cui era titolare diretto il sovrano, negli la sua autorità era invece poco più formale, ma nondimeno, per il prestigio superstite la corona imperiale continuò ad esser contesa tra alcune grandi casate, tra le quali emerse nel corso del XV secolo la dinastia degli Asburgo. Nel Mediterraneo orientale all’irreversibile crisi politica e militare dell’impero bizantino, fece riscontro la rapida affermazione dell’Asia Minore e poi nei Balcani della dinastia turca degli Ottomani, essa guidò l’espansione dell’islam verso il continente europeo, che seguì la conquista di Costantinopoli nel 1453; la fine dell’impero bizantino contribuì infatti a spostare per secoli in Europa la frontiera tra la civiltà cristiana e quella mussulmana. IL VESCOVO DI ROMA E LE SUE PREROGATIVE FINO AL X SECOLO Le prerogative del Vescovo di Roma ebbero un primo sviluppo con l’Editto di Milano, con cui si dava libertà di culto ai cristiani, facendo sì che i vescovi ottenessero funzioni prettamente giudiziarie. Attraverso il concilio di Nicea del 325, lo stesso Costantino dona maggior dignità alle 4 Chiese cardine: Roma, Gerusalemme, d’Egitto, e quella d’Antiochia, che nel 381 grazie al Concilio di Costantinopoli diventò la Chiesa principale. Nonostante ciò, le dispute teologiche nel 445, spinsero Valentiniano III a promuovere in Occidente il papa Di Roma come unico capo della cristianità, così nel nono secolo il Vescovo di Roma richiese a Corrado II di rinunciare alle elezioni ecclesiastiche con la volontà di uscire dalla situazione di assoggettamento nei confronti dell’imperatore. Con l’ascesa di Enrico III si venne a riformare la Chiesa, portando tale questione in concilio a Sutri nel 1046, in cui vennero deposti 3 papi eletti dalle famiglie romane, eleggendo in via ufficiale Clemente II. IL MONACHESIMO ALTOMEDIEVALE Il monachesimo è un’istituzione attraverso la quale si mira al controllo delle passioni tramite la rinuncia sia alla vita sociale che ai beni materiali; si sviluppò nella parte orientale dell’impero tra il II e III secolo ed ai suoi arbori si trattava d’un movimento radicale, in seguito il movimento venne dotato di norme affinché venisse regolata la vita comune: la prima fu quella di Pacomio. Quando il movimento giunge in Occidente nel IV secolo, venne privato della sua caratteristica più radicale, sviluppandosi in primo luogo in Provenza, in Italia ed in seguito in Irlanda. La massima espressione del monachesimo in Italia si ebbe con la fondazione del monastero di Montecassino per mezzo di Benedetto da Norcia e la compilazione della regola benedettina nel 540, la quale durante il IX secolo verrà riconosciuta come unica regola monasteriale dell’episcopato carolingio. In Irlanda il monachesimo, invece, si espanse in seguito all’ondata d’evangelizzazione proveniente dalla Britannia romanizzata. CONTINUITA’ ED INNOVAZIONE ISTITUZIONALE CON CARLO MAGNO Il grande regno di Carlo Magno formato attraverso le conquiste militari, necessitava di una forte impalcatura politica attribuitogli durante il IX secolo, caratterizzata dall’integrazione dei valori propri e pubblici ed anche dallo spiccato intervento degli organi ecclesiastici. Sul territorio si presentò una fitta rete di comitati posti sotto il controllo dei conti, affianco ai quali si posero le neoformate marche, ovvero territori di difesa caratterizzati dalla presenza di mura difensive ed eserciti stabili. Peculiarità del regno carolingio furono i missi dominici: ufficiali che venivano inviati nelle diverse parti del regno a controllo dell’operato dei funzionari territoriali; essi esistevano già in età merovingia, ma Carlo nel 802, modificò la loro provenienza, difatti essi non furono più semplici vassalli, bensì grandi signori dell’Impero. Le normative e le leggi nel regno circolavano tramite capitolari e le grandi innovazioni giunsero dal momento in cui Carlo Magno decise di centralizzare il potere, scegliendo una città che avrebbe avuto la funzione di capitale: Aquisgrana. Carlo Magno chiamò alla sua corte diversi intellettuali provenienti da diversi ambienti culturali, ai quali chiese di elaborare ed integrare la attività culturale che sarebbe poi stata resa nota grazie al lavoro degli scribi all’interno dell’imponente reticolo di monasteri e centri ecclesiastici. IL VESCOVO ALTOMEDIEVALE Il vescovo era posto al culmine di una determinata comunità cristiana e deteneva determinate prerogative: egli poteva battezzare, scomunicare, proteggere i monasteri e molto altro, ma il compito prevalente era di certo quello di confermare i decreti imperiali, spesso, infatti, gli imperatori provarono a controllare la loro chiamata. Le prerogative del vescovo, quindi, non si limitarono solamente al mero campo ecclesiastico, difatti essi esercitarono diversi poteri in ambito politico all’interno delle diocesi a loro conferite; tali poteri si esplicitarono prettamente in età carolingia, quando diventarono per la gran parte missi dominici, al fine di controllare l’operato dei funzionari pubblici e durate le invasioni barbariche si fecero difensori dei vassalli e dei Signori. Infine, i loro poteri politici furono legittimati durante il X secolo, prima dai signori locali e poi da Corrado II, il quale gli riconobbe la “descritio”. SANTI E SANTE DELL’ALTO-MEDIOEVO Tra il 450 e il 750 è stata registrata la più alta produzione de testi riguardanti la vita dei santi, difatti sia in età merovingia, sia in epoca carolingia ci si dedicò principalmente alla santificazione di uomini, mentre le sante erano ancora legate alla produzione agiografica tardo antica e solamente dal momento in cui si passò dalla concezione di morte santa a quella di vita santa tale produzione si ampliò, principalmente ciò accadde in Oriente. Nuovo avvio dell’attività di santificazione venne portato avanti nell’Europa del Nord, dove il cristianesimo si era piano piano affermato in età più tarda tramite la progressiva centralizzazione della funzione della Chiesa aveva agito nel campo dell’agiografia e nonostante fosse stato decretato che l’attività dell’uomo fosse moralizzante e quella donna connotata da un’intrinseca debolezza morale, per santificare le donne si decise ugualmente di procedere tramite l’elaborazione del principio della virilità , ovvero la forza ascetica che prescindeva dalla debolezza morale della figura femminile. COLLOCARE IN ORDINE CRONOLOGICO: CARLO MARTELLO, TEODORICO, ROTARI, CLODOVEO TEODORICO: regnò sugli Ostrogoti tra V e VI secolo, combattendo contro Giustiniano la prima fase della guerra Greco-Gotica. CLODOVEO: primo re Merovingio, il quale regnò nel V secolo ed è principalmente ricordato per la sua conversione diretta al cristianesimo che portò tutto il popolo franco a convertirsi al cristianesimo. ROTARI: regnò sui Longobardi nel VII secolo e fu l’autore nel 643 dell’editto che porta il suo nome. CARLO MARTELLO: operò nel VIII secolo ed è ricordato per le sue importanti imprese militari, come quella di Poitres dove vinse contro gli islamici nel 732. COLLOCARE IN ORDINE CRONOLOGICO: OTTONI, MEROVINGI, SVEVI-HOHENSTUFEN, CAROLINGI MEROVINGI: governano su Neustria e Austria dal V al VIII secolo CAROLINGI: governarono su Neustria, Austria, Regno Longobardo e sull’Aquitania dal 775 fino al 887 OTTONI: governarono sul regno teutonico, parte dell’Italia settentrionale e centrale dal X al XI secolo SVEVI DI HOHENSTAUFEN: governarono sul regno teutonico, parte dell’Italia settentrionale e centrale e dal 1198 sul regno di Sicilia.
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