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Motivazioni e Conseguenze delle Migrazioni: Economiche, Sociali e Culturali in Italia, Dispense di Geografia

Sui motivi e le conseguenze delle migrazioni in Italia, inclusi fattori economici, ambientali, politici e sociali. Esplora la storia della emigrazione italiana e l'impact sulla società e sulla popolazione straniera residente. Rivela dati sui flussi migratori, le condizioni delle nuove generazioni di immigrati e le politiche di accoglienza e integrazione.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 09/11/2022

Giulia.lia
Giulia.lia 🇮🇹

4.4

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Scarica Motivazioni e Conseguenze delle Migrazioni: Economiche, Sociali e Culturali in Italia e più Dispense in PDF di Geografia solo su Docsity! CAPITOLO 1. LA PROSPETTIVA GEOGRAFICA E LA DIMENSIONE MULTISCALARE DELLE MIGRAZIONI Nell’ambito della geografia umana e politica le analisi sulla popolazione hanno seguito le dinamiche socio-temporali e spaziali riguardanti i processi demografici interni e esterni agli Stati. Occuparsi di popolazione interessa diversi campi d’indagine, quello geografico, etnografico, sociologico, antropologico, economico, sulla sicurezza. I geografi che studiano la popolazione considerano la geografia come scienza dei luoghi ponendo in primo piano il ruolo degli individui e le scelte che determinano la mobilità. La struttura della popolazione viene classificata per età e per sesso. Secondo tale classificazione si costruisce la piramide della popolazione. [PIRAMIDE DELLA POPOLAZIONE: ISTOGRAMMA IN CUI SULLE ASCISSE ABBIAMO IL SESSO E SULLE ORDINATE LE CLASSI DI ETA’. LA PIRAMIDE DI UNA POPOLAZIONE STABILE, CHE HA BUONE CONDIZIONI DI VITA E UNA SPERANZA DI VITA LUNGA, AVRA’ UNA BASE AMPIA CHE SI RESTRINGERA’ VERSO L’ALTO. SE INVECE LA POPOLAZIONE CRESCE VELOCEMENTE SI HA UNA BASE MOLTO AMPIA. SE INVECE IL TASSO DI NATALITA’ E’ BASSA, LA BASE DELLA PIRAMIDE SARA’ RISTRETTA] La struttura della popolazione è caratterizzata da elementi quantitativi messi in relazione con elementi qualitativi, come lingua, istruzione, religione. I processi demografici della popolazione sono distinti nelle categorie di natalità, mortalità e mobilità. Le prime due producono una variazione verticale, mentre la mobilità una variazione orizzontale. La mobilità implica uno spostamento da un luogo di origine verso un luogo di destinazione. Abbiamo una mobilità interna quando avviene all’interno dei confini nazionali come spostamenti campagna-città, campagna-campagna ecc. e una mobilità internazionale, se avviene oltre i confini dello stato, con i suoi migranti, i rifugiati, i profughi. [categoria difficile da definire per la condizione relativa alle motivazioni volontarie o involontarie] Oltre che alla durata, la mobilità è legata anche alle motivazioni che possono essere economiche, ambientali, politiche ma anche le condizioni del contesto del paese di origine sono fondamentali (se ci sono conflitti, crisi politiche, disastri ambientali), e anche la percezione che i migranti hanno del luogo in cui voglio stabilirsi. Nell’ambito della ricerca geografica le indagini sul fenomeno delle migrazioni fanno riferimento ai flussi e alle analisi delle aree di partenza e di approdo. Gli anni ‘60 sono stati importanti per l’Italia sia per quanto riguarda le migrazioni interne che quelle internazionali. Nel Congresso Geografico Italiano, Migliorini, geografo, ha come principale compito quello di studiare le regioni di partenze e le loro condizioni, la loro durata, l’entità numerica. La geografia, secondo Migliorini, ha il compito di studiare i caratteri dei movimenti e le conseguenze, senza entrare nelle azioni che lo Stato avrebbe potuto mettere in atto. Negli anni ‘70 la ricerca geografica si orienta sul fenomeno delle migrazioni con un’attenzione particolare. Il Congresso Geografico Italiano del 1975 sottolinea l’esodo agricolo e la trasformazione economica e sociale dell’ambiente rurale siciliano in cui si registra la presenza di migranti nordafricani che forniscono manodopera a basso costo. Negli anni ‘80 si assiste ad un’iniziale esodo dal sud verso il nord del mondo e l’Italia assume un ruolo di transito per la sua posizione geografica. Dagli anni ‘90 in poi è presente un orientamento della ricerca geografica verso l’immigrazione straniera in Italia. Importante per la ricerca geografica risulta la pubblicazione degli Atti di due Convegni su “Immigrazione e multicultura in Italia di oggi”. Nella parte introduttiva si analizza il fenomeno in base a due livelli: oggettivo che riguarda il contesto strutturale e soggettivo che riguarda il comportamento individuale e il processo decisionale. Secondo questa chiave di lettura le motivazioni legate alla struttura socio economica condizionano ma non determinano la migrazione poiché la decisione dipenderà da come l’individuo percepisce il problema. In tal senso le migrazioni sono un fenomeno complesso in cui l’individuo ha un ruolo da attore. Nel 2000 l’interesse per il tema delle migrazioni percorre in modo attivo la ricerca geografica in relazione ai cambiamenti che si verificano a livello globale e locale. Si accolgono immigrati tunisini, dall’Africa sub sahariana e del Corno d’Africa partiti dalla Libia, terra di scontri e Lampedusa diviene terra di continui arrivi. Il continente asiatico ha assunto un ruolo importante nel processo di espansione. L’Europa è entrata nel sistema delle migrazioni con la presenza dei flussi verso l’America, dando il via all’emigrazione moderna. Le geografie dei flussi migratori internazionali sono state determinate dai grandi avvenimenti geopolitici come la caduta del muro di Berlino, i cambiamenti politici ed economici dell’America Latina, i conflitti regionali dei Balcani. Mentre le dinamiche dei flussi migratori interni sono concentrate nelle principali aree urbane, i flussi internazionali si dirigono verso le economie emergenti dell’Africa, dell’Asia, America Latina. Le migrazioni internazionali hanno riguardato la mobilità per il lavoro, per disastri ambientali, per conflitti bellici che hanno generato flussi illegali e irregolari. Nella distinzione tra aerea nord e area sud del Mediterraneo si può evidenziare che nell’area meridionale i flussi migratori provenienti dall’Africa del Nord o dal Medio Oriente sono aumentati, mentre l’area settentrionale ha riguardato il fenomeno sotto un profilo stanziale. (permanente) Sotto il profilo demografico, i paesi a nord del mediterraneo si trovano a dover immigrati, di fatto l’integrazione è legata al fatto di essere considerati dei cittadini all’interno del paese di destinazione. Le indagini conoscitive si sono concentrate soprattutto sul settore scolastico-istituzionale in quanto facilmente accessibile. La dinamica dell’ultimo decennio del 2000 mostra un incremento delle presenze dei minori stranieri in Italia. (Tabella 2.1.) I più numerosi sono i marocchini, i romeni, gli albanesi, i cinesi. La distribuzione territoriale in Italia dei minori residenti si concentra nella Lombardia, Veneto, Lazio, Sicilia. Il fenomeno dei minori non accompagnati si presenta in aumento, le categorie a cui si fa riferimento sono: i minori richiedenti asilo ai quali sono previste delle misure di protezione temporanea per motivi umanitari, i minori giunti in Italia per ricongiungersi con i genitori, i minori sfruttati dai racket e i minori maschi di età superiore ai 14 arrivati in Italia a causa del traffico della malavita. Tale fenomeno ha fatto realizzare servizi socio-educativi rivolti ai minori stranieri. I minori stranieri non accompagnati in Italia nel 2000 erano 8 mila, nel 2014 11 mila. Si tratta soprattutto di maschi, con un’età compresa dai 14 ai 17 anni, spesso finanziati dai genitori i quali si aspettano un ritorno economico. La Commissione europea ha presentato per la prima volta un Piano di intervento quadriennale per i minori non accompagnati presenti nei paesi UE. La numero consistente dei minori stranieri, senza un progetto reale, porta le nuove generazioni non riusciranno ad integrasi completamente, in quanto ciò che si offre loro è una cittadinanza frammentata e considerando anche la loro situazione di vulnerabilità, saranno destinati ad una condizione marginale . Quando si parla di spazi e luoghi non si fa riferimento solo agli spazi di vita, come scuola e famiglia, ma anche agli spazi che parlano delle esperienze personali. Si distinguono i luoghi della nostalgia, in cui ci sono i parenti lontani, quindi il luogo di origine, e luoghi di appaesamento ovvero quegli spazi urbani che diventano un po più simili al paese di origine grazie ad elementi simbolici, grazie anche alla religione, la quale non è per gli immigrati solo un’esigenza spirituale ma anche un luogo di rifugio, di riferimento, un luogo in cui sentirsi più vicini al proprio paese. Le dinamiche fondamentali da tener presente sono quella intragenerazionale, tra i coetanei, a scuola e quella intergenerazionale che ha come riferimento la famiglia e i suoi modelli. Se pensiamo alle famiglie vanno considerate non solo le loro condizioni iniziali, ma anche quelle di transizione e di ricongiugimento, infatti la famiglia dovrebbe essere un punto di riferimento per la fase di transizione, di passaggio ma per quanto riguarda i minori stranieri, molto spesso le famiglie non sono preparate e non riescono a rispondere alle richieste, ai bisogni dei minori, in quanto non conoscono quel nuovo mondo. La rete amicale è fondamentale perché offre protezione, ascolto e favorisce anche la costruzione dell’identità. Importanti sono le associazioni le quali sono luoghi di aggregazione, di ascolto, di condivisione. E’ la scuola che quotidianamente consente di costruire relazioni significative per l’integrazione culturale e sociale. La scuola italiana, dagli anni 90 in poi, ha dovuto misurarsi con una realtà multiculturale. La presenza totale all’interno del sistema scolastico va aumentando, dal 2002/2003 con il 2, 7% al 2012/2013 con l’8%. Si registra un livello degli alunni stranieri nella secondaria di prima di grado stabile ed un aumento, invece, nella secondaria di secondo grado. (dal 14% al 22%). I paesi di provenienza degli alunni sono Romania, Albania, Marocco. I valori più significativi si registrano nel nord ovest e nord est. Le regioni del nord risultano più attrattive dal punto di vista economico e ciò si riflette sulle scelte stanziali e dalla presenza di minori . Le regioni con minore percentuale sono la Campania, Sardegna, Puglia. Una riflessione va fatta anche sulle scelte scolastiche dei giovani stranieri e sugli esiti. Le difficoltà economiche delle famiglie, ma anche il desiderio di un riscatto sono i due motivi principali per la scelta del percorso scolastico. L’orientamento dei ragazzi stranieri va verso la formazione professionale e tecnica, al contrario dei ragazzi italiani che scelgono soprattutto i licei. Questo accade perché gli istituti professionali permettono, spesso, di entrare subito nel mondo del lavoro, senza frequentare l’università. E’ importante sottolineare che a livello europeo, all’interno delle scuole, si sta dando importanza a pratiche didattiche e politiche a favore dei ragazzi stranieri. Il Fondo europeo per l’integrazione, attraverso il Ministro degli Interni ha finanziato 385 progetti che riguardano politiche giovanili da attuare delle scuole e nei luoghi extrascolastici. Gli interventi cercano di favorire il dialogo interculturale e la valorizzazione di patrimoni culturali per contrastare forme di discriminazione e esclusione. Mentre sul piano della formazione si cerca di qualificare il sistema scolastico attraverso attività di sensibilizzazione, aggiornamento professionale per acquisire metodologie necessarie per rapportarsi agli studenti stranieri. CAPITOLO 3. LA PUGLIA E LE MIGRAZIONI Nel corso del 900 la Puglia ha avuto tassi elevati di emigrazione. La prima fase si è avuta dopo la prima guerra mondiale, indirizzata verso le Americhe e l’Europa Centro settentrionale (Germania, Francia, Svizzera). Successivamente, dopo la seconda guerra mondiale, i flussi si sono diretti anche verso l’Australia. Dagli anni 50 agli anni 70 si assiste anche ad una mobilità interna verso le aree industrializzate del nord, verso il Piemonte, la Lombardia. Le migrazioni, in questa fase, sembrano legate all’arretramento delle economie locali. Gli italiani che vivono all’estero sono originari soprattutto della Sicilia, ma anche della Campania, Lazio, Puglia, Veneto. Attualmente la componente di popolazione che emigra è diversa rispetto a quella del passato perché più autonoma, più mobile, linguisticamente dotata e tutto ciò andrebbe valorizzato e non sprecato, per questo le migrazioni non sono solamente legate alle difficoltà economiche e lavorative dei paesi di origine, ma sono legate ad una scelta, ad un esperienza, ad un voler ambire ad una qualità di vita, personale, lavorativa, più gratificante, più qualificata. Dagli anni ‘70 in poi la dinamica italiana cambia, il numero degli ingressi diventa più consistente rispetto agli espatri. La Puglia rappresenta una terra di frontiera nella quale si incontrano diverse culture. La prima grande migrazione in Puglia è stata quella degli albanesi nel 1991, a causa della crisi politica, della caduta del regime comunista, a causa, quindi, di squilibri territoriali. Queste migrazioni furono drammatiche, perché i centri di accoglienza non erano preparati a un tale flusso e molti migranti furono portati nello stadio comunale. L’Italia e la Puglia apparivano agli occhi degli altri paesi come un sogno, terre in cui si poteva ricostruire una nuova vita e ottenere un riscatto. In seguito alle regolarizzazioni dei permessi di soggiorno sono aumentati anche i minori stranieri presenti sul territorio e di conseguenza le acquisizioni della cittadinanza italiana. La presenza straniera residente in Puglia è aumentata notevolmente, da 42 mila nel 2003 a 83 mila nel 2011. (tab 3.1.) Una delle principali leve per gli immigrati è rappresentata dal lavoro. Negli anni ‘70 la domanda di lavoro riguardava soprattutto le attività meno qualificate del settore terziario e del settore domestico, e il tutto risultava legato all’emergenza e non all’integrazione. Il carattere stanziale dei flussi dipende dai permessi e dalle politiche che favoriscono l’accoglienza e il lavoro. La crisi economica in cui si trova l’Italia negli ultimi anni ha causato un innalzamento dei livelli di disoccupazione che hanno comportato la diminuzione del numero di occupati italiani e una stabilità del numero di occupati stranieri. (tabella 3.2) In quasi tutte le regioni del nord e del centro il tasso di occupazione italiana è più alto rispetto agli occupati stranieri, anche se il tasso di occupati stranieri è intorno al 10-13%, in Puglia, invece, il tasso di occupati stranieri è molto basso, i lavoratori stranieri sono 44 mila e costituiscono solo il 3% sulla popolazione generale. (tab 3.3) A livello strutturale il lavoro degli stranieri è ancora caratterizzato dal precariato. Il Sud d’Italia è diventato un serbatoio di manodopera a basso costo, nel settore dell’agricoltura, dell’edilizia, dei servizi alla persona. Ma anche gli immigrati in Puglia sono riusciti a diventare imprenditori soprattutto nel settore del commercio, della manifattura, del settore alberghiero. (tab 3.4) Tale analisi dimostra come affianco ad una situazione marginale, possano esserci anche aspetti che valorizzino il lato economico delle migrazioni. Dal 2002 al 2013 la presenza di minori e nati in Puglia è in aumento, nel 2013 su 110 mila stranieri residenti, 21 mila erano minori e 1.000 gli stranieri nati in Italia. Ricongiunte le famiglie, la presenza di minori stranieri è diventata andassero ad ostacolare la loro integrazione, questo può dipendere dagli stereotipi e pregiudizi del mondo e degli altri. ASPETTO AMBIENTALE (CONDIZIONE DI IMMIGRATO) In queste analisi ci sono domande specifiche sulla capacità di adattamento degli adolescenti e della loro famiglia nel nuovo contesto d’accoglienza. Per il 53% degli immigrati il motivo principale del trasferimento è legato al lavoro, per il 15% a motivazioni di carattere economico-sociale. Giudizi positivi sulla sicurezza e sulla presenza di vicini di casa, anche le relazioni tra i giovani risultano essere equilibrate riguardo amici italiani e stranieri. Per quanto riguarda le attività che si svolgono a casa, gli adolescenti stranieri hanno abitudini simili ai loro coetanei italiani (guardare tv, leggere, giocare a videogiochi, stare al pc). Quasi tutti gli immigrati non praticano la loro religione in un luogo di culto, probabilmente a causa della loro mancanza, molti pregano a casa. PROSPETTIVE FUTURE Data la condizione di adolescente, le decisioni risultano anche condizionate dalle scelte dei genitori. Ma più della meta degli intervistati vorrebbe proseguire negli studi, la restante parte vorrebbe entrare subito nel mondo del lavoro. Il 65% di loro vuole rimanere in Italia. PERCEZIONE DELLA PUGLIA Si è cercato di osservare l’immagine che questi ragazzi hanno della regione in cui vivono attraverso i loro disegni e i loro commenti. E’ scaturito che hanno un buon rapporto con il territorio pugliese, ma questo non garantisce il senso di appartenenza, perché si tratta di giovani oscillanti tra diverse opzioni, esperienze, culture. CONCLUSIONI Una diseguale distribuzione della ricchezza esercita un notevole impatto sulla mobilità internazionale ma non rappresenta l’unica motivazione. La mobilità va analizzata sia sul piano strutturale (interna o esterna) che riguardo le cause di carattere economico, politico o legate alle condizioni di origine, del contesto. La ricerca geografica si interessa al tema delle migrazioni seguendo l’evoluzione del fenomeno (emigrazione, immigrazione ed oggi nuova emigrazione). Si sono susseguite analisi sugli elementi strutturali guardando le relazioni materiali e immateriali che i sistemi territoriali di partenza e di arrivo realizzano: identità, multiculturalismo, dinamiche di interazione culturale, devianza, immigrazione di genere. I continui flussi e gli approdi lungo le coste italiane hanno dovuto fare i conti con le nuove traiettorie della migrazioni, ridisegnando un panorama complesso. In Italia i flussi migratori aumentano. I flussi migratori legati al lavoro seguono l’andamento dell’economia italiana, già da tempo in crisi, e la presenza straniera, concentrata soprattutto nei servizi alla persona e nel commercio subisce un arresto. La compressione della domanda di lavoro straniera e i nuovi flussi di ingresso richiedono una politica di welfare adeguata in quanto cresce la vulnerabilità economica e sociale dei migranti e la presenza di lavoro irregolare deve essere inquadrata nel generale contesto economico e del mercato del lavoro italiano che non riesce a garantire una stabilità ai lavoratori italiani. La consistenza dei flussi ha reso necessario realizzare azioni per la sicurezza, in caso di delinquenza, terrorismo. Le società moderne dovranno rapportarsi sempre più con interculturalità in quanto il processo è inarrestabile e non episodico. La stabilizzazione dei flussi ha comportato con il ricongiugimento familiare la presenza di nuove generazioni di immigrati. Affrontando l’analisi sulle nuove generazioni sono entranti in campo differenti approcci che hanno contribuito a spiegare come i minori vivono i luoghi di identità (famiglia, casa, scuola). I diversi livelli sono stati valutati ad incrocio, tenendo presente che la condizione di giovane immigrato è legata a problematiche tipiche della condizione che vive e a tutto ciò che il luogo di accoglienza esprime, oscillando tra l’identità di origine e il sistema in cui si inserisce. La scuola, in quanto istituzione specializzata, si presenta come una comunità di apprendimento e di esperienza che sviluppa strategie per l’integrazione. Il panorama dei giovani stranieri è un universo non compatto e omogeneo, le identità, dunque, non sono statiche ma transitorie. La presenza degli adolescenti di origine straniera ha generato una rivoluzione nel contesto formativo. La Puglia, terra di emigrazione, ha accolto flussi inarrestabili sulle proprie coste. Ciò che emerge sulle nuove generazioni e la scuola in Puglia indica che sarebbe opportuno promuovere un maggior coordinamento tra le linee di indirizzo generale e le azioni locali. Riguardo le migrazioni in generale, hanno spinto la Puglia a realizzare azioni integrate come la Legge regionale del 2009. Ciò ha permesso di comprendere anche il senso più profondo delle migrazioni, il reale cambiamento nella società di accoglienza e la consapevolezza del valore degli immigrati in tutti gli aspetti. Mentre il paesaggio culturale muta continuamente l’immagine negativa delle migrazioni e dei suoi effetti spesso deriva dal tipo di comunicazione che televisione e giornali offrono. Non va trascurato il fatto che gli stranieri producono l’8% della ricchezza nazionale. L’imprenditoria straniera nel sistema produttivo italiano può rappresentare non solo un contributo per l’uscita dalla crisi ma anche un veicolo utile per creare sinergie con gli imprenditori locali e attrarre investimenti esteri. Il loro valore, dunque, è importante sia per l’economia che per la cultura italiana. Riguardo le nuove generazioni, il senso di appartenenza e di radicamento, soprattutto per chi nasce in Italia, non può essere legato al fatto sociale, ma deve passare anche attraverso un riconoscimento giuridico della cittadinanza sul quale il dibattito appare aperto, ma ancora poco chiaro.
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