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Globalizzazione, pedagogia interculturale e migrazioni: aspetti positivi e negativi, Sintesi del corso di Pedagogia

CulturaPedagogia interculturaleMigrazioniGlobalizzazioneSocietà

I cambiamenti economici, sociali e culturali derivanti dalla globalizzazione e i loro effetti positivi e negativi, con un focus particolare sulla pedagogia interculturale e le implicazioni per l'italia e la migrazione. Di nuove tecnologie, l'uomo moderno, l'imigrazione e i mutamenti culturali, illustrando le sfide e le opportunità che si presentano in un mondo sempre più interconnesso.

Cosa imparerai

  • Quali sono le implicazioni positive e negative della globalizzazione per la pedagogia interculturale?
  • Come l'Italia è stata influenzata dalla globalizzazione e dalla migrazione?

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 02/02/2022

unige94
unige94 🇮🇹

4.4

(8)

13 documenti

1 / 3

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Scarica Globalizzazione, pedagogia interculturale e migrazioni: aspetti positivi e negativi e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Globalizzazione e pedagogia interculturale – Portera Mutamenti economici e sociali Aspetti positivi e negativi L’uomo moderno si trova a far fronte a un crescente pluralismo culturale, economico, scientifico e religioso, che implica non solo delle opportunità, ma anche dei gravi rischi, che necessitano di attenta valutazione anche sotto il profilo pedagogico. Fra le valenze positive troviamo: sul piano politico: aumento dei sistemi di vita e di governo democratici; sul piano sanitario: sconfitta di molte malattie prima considerate incurabili, aumento dell’aspettativa di vita, diminuzione della mortalità infantile; sul piano economico: aumento di benessere e di ricchezza in molti Paese del mondo; sul piano culturale: occasioni per conoscere, esplorare, sperimentare, confrontare, grazie all’aumento di mobilità e all’avvento della società multietnica. Le nuove tecnologie e le nuove modalità di vita consentono un positivo ripensamento dei mezzi e dei metodi più opportuni ed efficaci: pensiamo all’utilizzo didattico della televisione o del videoregistratore, alle molteplici possibilità offerte dal computer in maniera da rendere più facilmente comprensibili e assimilabili informazioni e contenuti di diversa natura. Il nuovo sviluppo è accompagnato però anche da un insieme di aspetti problematici. Sotto il profilo economico e commerciale, globalizzazione e mondializzazione vedono come protagonisti le superpotenze industriali, militari e satellitari contendersi mercati e profitti a scapito dei più deboli. Multinazionali e giganti economici, attraverso l’invasione dei loro prodotti in tutti gli angoli della Terra, ingenerano effetti disastrosi nei fragili tessuti economici e sociali dei Paesi in via di sviluppo. Le nuove tecnologie provocano una gestione meno serena delle risorse umane: i robot sostituiscono gli operai; le macchine i controllori; i corsi a distanza e i computer gli insegnanti. In poco tempo l’attività lavorativa di un soggetto risulta essere stravolta. L’insicurezza professionale (paura della mobilità o del licenziamento) sfocia spesso in sovraccarico lavorativo. Molto frequenti a questo proposito sono i casi di malattia a livello fisico, psichico o psicosomatico. Migrazione italiana Per quanto riguarda l’Italia, da Paese prettamente di emigrazione, dagli anni Settanta in poi diviene territorio di immigrazione. Alla fine degli anni Sessanta lo sviluppo economico in Italia ha prodotto una notevole diminuzione dei flussi in uscita, e per la prima volta il saldo migratorio italiano è stato positivo. In tale periodo, in Italia si assiste a un graduale e significativo aumento del numero di cittadini immigrati provenienti da Paesi non comunitari. L’incidenza media sulla popolazione è del 4,8% e i motivi del soggiorno confermano un chiaro desiderio di inserimento stabile (9 immigrati su 10 sono in Italia per lavoro o per ricongiungimento familiare). L’immigrazione è più concentrata a Nord (59 % della presenza immigrata), è mediamente presente nel Centro (27%) e si riduce nel Mezzogiorno (14%). Fra gli aspetti poco conosciuti dell’immigrazione vi è il fatto che il livello di istruzione dimostra come la maggioranza dei cittadini immigrati siano mediamente più istruiti degli italiani. Tra le donne immigrate, poi, il livello di istruzione è ancora più alto. Nonostante l’alto livello di istruzione, molti immigrati riescono con fatica a conseguire qualche miglioramento professionale; in un terzo dei casi, lamentano essere costretti a svolgere lavori pesanti. Mutamenti culturali Modernità liquida Sul piano culturale, i cambiamenti in atto si rivelano destabilizzanti. La tecnologia digitale sta trasformando ogni aspetto dell’esistenza umana e la biotecnologia si appresta a mutare la vita stessa. In pressoché tutti i Paesi del mondo, le minoranze etniche e culturali sono divenute parti integranti dei diversi sistemi sociali. Nella maggior parte dei Paesi europei e in Italia, si assiste a un crescente cambiamento sul piano delle regole, dei valori e delle modalità di interazione: la vita sembra essere sempre più accompagnata da sentimenti di insicurezza e di precarietà; diminuiscono i legami stabili, la capacità di gestire la frustrazione e lo stress; aumentano le crisi associate al senso dell’esistenza umana. Come causa e conseguenza di tale crisi, si assiste a una medicalizzazione della vita che tende a fornire risposte per ogni tipo di problema. Nel caso di malessere, di conflitti o di problemi, laboratori farmaceutici propinano prontamente risposte veloci e indolori. Tutti i problemi sembrano essere ridotti sul piano del disordine molecolare. Come illustra Bauman, la globalizzazione e l’incontro fra culture diverse pare sfociare in una “modernità liquida”, da cui scaturiscono delle identità flessibili, in grado di adattarsi velocemente a ogni situazione e degli “amori liquidi” 1 incapaci di costanza, impegno e progettualità. La persistente volontà di cambiare e il bisogno di farlo subito vanno a scapito di legami che durino nel tempo. Mancano sistemi di valori in cui tutti possano riconoscersi. Elementi costitutivi della pedagogia Alcuni significati dell’azione educativa: -aiutare l’educando a esplicitare le proprie capacità mediante il duplice atto del tirar fuori o educere tutte le potenzialità e le risorse che detiene, e dell’apportare, mettere dentro quelle componenti esterne, come cultura, valori, regole di cui necessita per la piena realizzazione personale e sociale; -formare nell’uomo piena coscienza di sé e degli altri; responsabilità per la propria vita e per quella degli altri a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, etnia, lingua. Secco individua i seguenti elementi formali necessari nel progetto educativo: -il fine educativo: fine ultimo dell’educazione è l’autonomia, intesa come capacità di governarsi da sé. -I contenuti dell’educazione: l’educazione si avvale della cultura, intesa come tutto ciò che è stato prodotto dall’uomo (usi, costumi, tradizioni). E’ necessario che l’educatore sappia scegliere ciò che ha valore da ciò che non lo ha per lo sviluppo del soggetto e per il raggiungimento della sua forma migliore di vita. Pedagogicamente non esistono valori uguali per tutti. -Il metodo educativo: focalizzando l’attenzione sulle potenzialità proprie e specifiche del soggetto, queste diventano il criterio base per rendersi conto di quale cultura, di quale stimolazione abbia bisogno il singolo educando. -I mezzi educativi: sono gli strumenti, gli attrezzi, utensili, arnesi, apparecchi, dispositivi di cui l’educatore si serve nel costruire il progetto educativo. Ad esempio tv e cinema, che sarebbe necessario educare al loro utilizzo, assumendo un atteggiamento critico. -Il rapporto educatore-educando: l’educazione nella pratica si compie sempre come relazione tra due persone. Ecco perché l’educatore non può essere sostituito da un PC. Solo l’educatore può garantire un’adeguata considerazione dei bisogni, dei sentimenti e dei bisogni dell’educando. L’educazione non deve essere addestramento o condizionamento; deve essere un processo di liberazione dagli ostacoli e dalle componenti negative. L’educatore fornirà le condizioni, i metodi e i mezzi per l’educazione del ragazzo. L’educatore dovrà essere in grado di conoscere i bisogni, desideri e paure dell’educando. -L’ambiente in educazione: L’ambiente è considerato indispensabile, e l’atto educativo dovrà misurarsi con l’ambiente in cui il soggetto vive. Pedagogia interculturale Occorre abbattere con forza il primo pericoloso preconcetto circa l’esistenza di più razze: l’unica razza presente sulla terra è quella umana. Ma se è vero che gli esseri umani sono tutti parenti è anche vero che sono tutti differenti: nel corso dei millenni si sono sviluppate non solo lingue, culture, tradizioni e regole diverse, ma anche caratteristiche somatiche differenti. Al sostantivo straniero si associa comunemente qualcosa di negativo o minaccioso. Proviamo ad effettuare una breve rassegna storica sui modelli di incontro-scontro avvenuti nel corso dei millenni tra persone o gruppi di persone con caratteristiche linguistiche, religiose, culturali o etniche diverse: 1. eliminazione dei più deboli. Mediante l’uso della violenza o delle armi, si è cercato di eliminare fisicamente, con l’uccisione, chi la pensava diversamente, oppure si è cercato di eliminarlo attraverso l’espulsione definitiva dal proprio territorio o Stato nazionale (guerre fratricide nella ex Jugoslavia). 2. assimilazione. Lo straniero, concepito come primitivo, arretrato, ignorante, non si elimina ma si cerca di assorbirlo nella propria cultura. 3. segregazione delle persone differenti: basti pensare agli ebrei durante il fascismo italiano o il nazismo tedesco, agli aborigeni australiani o ai neri del Sudafrica durante l’Apartheid. 4. universalismo. Viene posto l’accento sulle parti comuni che uniscono tutti gli esseri umani della terra (es. nei Paesi dell’ex Unione Sovietica o in altri Stati comunisti). 5. infine, il multiculturalismo: esseri umani di cultura, etnia e religioni differenti cercano di convivere nel rispetto reciproco e delle leggi. Concetto di integrazione: a livello sociologico, Copley distingue due livelli di integrazione: l’integrazione primaria e l’integrazione secondaria. L’integrazione primaria è la fase in cui il soggetto immigrato, pur avvertendo ancora nostalgia dell’ambiente di provenienza, comincia a interiorizzare i valori del nuovo ambiente e ad adattarsi alla vita nel Paese di immigrazione. Integrazione secondaria: l’individuo si estranea dalla sua cultura di provenienza e interiorizza lingua, valori, norme e modelli di comportamento della società che lo ospita. 2
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