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Riassunto Libro Grammatica Valenziale e tipi di Testo - Didattica dell'Italiano, Sintesi del corso di Lingua Italiana

Riassunto del Libro Grammatica Valenziale e tipi di testo di Francesco Sabatini. Capitolo 1; capitolo 2 (in questo documento manca perché l'ho integrato nel terzo capitolo del Viaggio nella grammatica); capitolo 3.5.1 e 3.5.2; capitolo 4.1, 4.2, 4.2.3 e 4.2.4 (racconto in generale di che parlano i capitoli); capitolo 5 (il capitolo parla di tutto l'elenco di tratti di rigidità ed elasticità, nel riassunto ne cito qualcuno e li introduco con il par. 5.1); capitolo 6 (assente perché presenta tutta una serie di esempi di testi che non ho inserito nel riassunto). Ho studiato questo per l'esame di Didattica dell'Italiano al corso di SFP con il prof. Vincenzo Pinello

Tipologia: Sintesi del corso

2023/2024

In vendita dal 01/07/2024

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Scarica Riassunto Libro Grammatica Valenziale e tipi di Testo - Didattica dell'Italiano e più Sintesi del corso in PDF di Lingua Italiana solo su Docsity! 1 GRAMMATICA VALENZIALE E TIPI DI TESTO - Francesco Sabatini e Carmela Camodeca CAPITOLO 1: Le due facce della lingua: sistema e testo 1.1 Alla base: le due funzioni della lingua Il linguaggio verbale svolge due funzioni basilari: cognitiva e comunicativo-relazionale, le quali sono sviluppate inizialmente attraverso un processo spontaneo che coinvolge la sfera fonico-acustica (insieme a quella gestuale), ovvero l’uso della lingua parlata (che avviene per imitazione) e successivamente attraverso un processo guidato che coinvolge la sfera grafico-visiva, ovvero l’alfabetizzazione (apprendimento della lettura e della scrittura). - La funzione cognitiva sviluppa la formazione del SISTEMA della lingua, che consente la produzione di frasi-tipo ed é elaborato in modo automatico grazie alle nostre facoltà cerebrali e poi grazie alla conoscenza riflessa dovuta all’attività di scrittura. Il sistema è l’insieme delle regole che servono per formare una frase-tipo (regole grammaticali e ortografiche). - La funzione comunicativa si attua nella produzione di TESTI, orali o scritti, che permettono l’interazione tra emittente e ricevente. Il sistema fa riferimento alla dimensione virtuale della lingua perché è l’insieme delle regole grammaticali e ortografiche. Inizialmente, è elaborato grazie alle nostre facoltà celebrali e successivamente attraverso la conoscenza riflessa, cioè la scrittura e lo studio della grammatica. Dunque, fa riferimento alla funzione cognitiva del linguaggio verbale. Il sistema ci guida nella produzione dei nostri testi. Il testo è la dimensione d’uso della lingua e fa riferimento ai prodotti scritti e orali. Il testo è la prova che il sistema esiste. Dunque, fa riferimento alla dimensione comunicativo-relazionale del linguaggio verbale. 1.2.1 L’esistenza del sistema Quando si parla del sistema della lingua, spesso si pensa che la sua esistenza sia ovvia e facilmente riconoscibile. Storicamente, le descrizioni grammaticali delle lingue sono state associate al sistema stesso m alcuni studiosi considerano il sistema “un’astrazione”, quasi un’invenzione degli studiosi, rispetto alla concretezza dei testi. Louis T. Hjelmslev, un importante linguista, ha affermato che il manifestarsi concreto della lingua attraverso i testi (che lui chiama “processo”) presuppone necessariamente l’esistenza di un sistema (grammatica) sottostante che lo governa e ne determina lo sviluppo. L’esistenza e la scoperta del sistema linguistico è avvenuta attraverso un processo di alfabetizzazione che mette in luce la complessità e la struttura della lingua, permettendo agli individui di acquisire e utilizzare consapevolmente il linguaggio per comunicare. 1.2.2 La “scoperta” del sistema o grammatica La scrittura ha trasformato l’uso della lingua, portando a diverse importanti scoperte e possibilità (Sabatini): - La scoperta di una struttura interna della lingua, ovvero della grammatica; - La possibilità di modificare ed espandere questa struttura, aggiungendo ad esempio, le frasi complesse, i segni grafici (punteggiatura), la forma e le dimensioni dei caratteri, che sono osservabili visivamente; - La creazione di un corpus di conoscenze riflesse riguardanti i meccanismi della lingua, considerati fondamentali e come patrimonio da tramettere ai discenti attraverso l’istruzione; - L’istituzione della scuola, prima per pochi e poi per un numero sempre più ampio di individui e con un percorso via via più lungo, diventata ambiente in cui si potenzia e si diffonde un uso canonico della lingua (“uso canonico” si riferisce a un insieme di norme standardizzate che definiscono in modo corretto e accettato di utilizzare una lingua in un determinato contesto). Originariamente, il termine “grammatica” non indicava la struttura della lingua ma la forma materialmente incisa (spesso nell’argilla), dato che la sua base deriva dal greco “gràphein” (scavare, incidere - “ciò che è inciso”). Successivamente, l’aggettivo “grammatike”, unito a “tèchne”, indicava l’arte della lingua scritta. È da qui che le civiltà hanno compreso la meccanica interna della lingua permettendogli di esprimere i propri ragionamenti e di essere utilizzata per ottenere effetti comunicativi specifici. 1.3 Frase ed enunciato - La frase è un’espressione linguistica completa che comunica un senso compiuto attraverso gli elementi verbali che la compongono, senza bisogno di ulteriori informazioni derivanti dal contesto. Contiene almeno un verbo di forma finita e in alcuni casi può ridursi al verbo stesso. Inoltre, una frase completa è anche un enunciato quando è inserita in un determinato contesto comunicativo. 2 - L’enunciato è un’espressione linguistica che ha senso compiuto per i partecipanti a un atto comunicativo, anche senza essere completa, grazie all’integrazione di informazioni dal contesto. Soltanto dal contesto comunicativo può essere pienamente compreso. Inoltre, un enunciato isolato costituisce di per sé un testo e se è legato ad altri enunciati, rappresenta l’unità minima di un testo più grande. 1.4 L’altra faccia della lingua: il testo I precedenti della linguistica testuale: la retorica, la teoria della comunicazione La nozione di testo si è sviluppata già partire dalla seconda metà del Novecento e radici profonde nella Retorica, una disciplina fondamentale già nell’antica Grecia e Roma. Retorica, Grammatica e Dialettica formano il Trivio, cioè l’insieme delle discipline essenziali per formare cittadini istruiti, capaci di partecipare alla vita civile e politica. La retorica sottolineava l’uso comunicativo della lingua, distinguendolo dal puro funzionamento grammaticale. In quest’ambito, teorici come Aristotele e Cicerone hanno definito molti procedimenti attraverso i quali oratori e scrittori trasformavano la forma linguistica per ottenere effetti specifici sugli ascoltatori o sui lettori, come metafore, anafore, metonimia, sineddoche e ellissi. Il termine “testo” emerse già nell’antichità, quando Marco Fabio Quintiliano lo utilizzò per descrivere il discorso come una “tessitura” fatta di parole, derivato dal participio passato del verbo “texere”. Le moderne tecnologie hanno portato a dei nuovi approfondimenti relativi alla teoria della comunicazione. Roman Jakobson (1966) ha individuato sei fattori cruciali nel processo comunicativo: emittente, canale, codice, messaggio, referente e destinatario. Questi concetti influenzano la forma linguistica del messaggio, che può essere espressiva (in base alle emozioni dell’emittente; prevale la soggettività), persuasiva (in base alla volontà dell’emittente di guidare il comportamento del destinatario), referenziale (attenzione alla concretezza dell’informazione), poetica (originalità della forma linguistica), metalinguistica (spiegare bene termini o espressioni) o focalizzata sul contatto con il destinatario. Il termine destinatario, lo sostituiamo con il termine “referente” per sottolineare il suo ruolo attivo nella comunicazione. 1.4.2 La “scoperta” del testo: caratteristiche generali I principi costitutivi che ci permettono di interpretare il contenuto di un testo sono: Coesione (collegamento degli elementi con un significato); Coerenza (congruenza sul piano concettuale delle informazioni); Intenzionalità (intenzione di comunicare un contenuto specifico e di farsi capire); Accettabilità (atteggiamento del ricevente nell’interpretare il messaggio); Informatività (grado di informazione veicolata dal testo); Situazionalità (dipendenza del testo alla situazione in cui è prodotto); Intertestualità (rapporto tra un testo presente e un testo assente); Unità del tema (convergenza delle informazioni verso un tema centrale); Completezza (sviluppo sufficiente delle informazioni). Le prime due qualità, coesione e coerenza, si possono considerare quasi la sintesi di tutte le altre. CAPITOLO 3.5: Il patto tra emittente e ricevente sul vincolo interpretativo Il vincolo interpretativo si riferisce alla serie di regole, norme e presupposti che guidano il processo comunicativo tra emittente e ricevente: il primo stabilisce questo vincolo; il secondo interpreta e comprende il testo o il messaggio sulla base delle proprie competenze linguistiche, scopi ed esperienze. Questo concetto è fondamentale nell’ambito della linguistica testuale e della teoria della comunicazione, poiché sottolinea come la comprensione di un testo non sia semplicemente una questione di decodifica del linguaggio, ma coinvolga anche un processo attivo di interpretazione influenzato da diversi fattori (coesione, coerenza, intenzionalità…). Sabatini ha elaborato il modello tipologico del vincolo interpretativo che si basa su principi chiave: a. Il testo è un atto comunicativo; b. I protagonisti sono l’emittente e il ricevente, i quali interpretano il testo secondo la propria competenza linguistica e esperienza del mondo. c. La materia nella quale sono depositati il significato e la funzione del testo è il tessuto linguistico. Entrambi i soggetti del processo comunicativo, a titolo collettivo, sono immersi nella totalità della lingua come rappresentazione del mondo e sono influenzati dalle tradizioni culturali della società; a titolo individuale, sono influenzati da motivazioni sociopsicologiche personali. d. Il testo va confrontato con il sistema della lingua, considerato come “il grado zero” della lingua stessa; e. L’interpretazione del testo dipende sia dal contesto situazionale sia dal macrocontesto culturale, dato che gli usi della lingua risentono di lunghi processi culturali. Il modello tipologico identifica due parametri chiave, la rigidità e l’elasticità interpretativa, due estremi opposti che rappresentano il grado di flessibilità interpretativa di un testo: la rigidità indica un’interpretazione più stretta e convenzionale; l’elasticità permette una maggiore libertà interpretativa e una gamma più ampia di significati possibili.
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