Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Riassunto libro "La rivoluzione americana" di Guido Abbattista, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto del libro di Guido Abbattista "La rivoluzione americana" (Edizioni Laterza)

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 11/10/2021

Edoardoeu
Edoardoeu 🇮🇹

4.7

(16)

20 documenti

1 / 6

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto libro "La rivoluzione americana" di Guido Abbattista e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LA RIVOLUZIONE AMERICANA di Guido Abbattista IL NORDAMERICA BRITANNICO DOPO LA GUERRA ANGLO-FRANCESE PER L’IMPERO Sono passati solamente 25 anni dalla guerra anglo-francese (1763) e la proclamazione degli Stati Uniti d'America grazie alla rivoluzione americana, la quale viene considerata il primo evento rivoluzionario di segno democratico a cui appartiene anche la Rivoluzione francese. La guerra anglo-francese costitui un vero punto di svolta per l’indipendenza delle colonie perché apri alla crisi imperiale e alla conseguente guerra d’indipendenza americana, ma per comprendere nel dettaglio in che modo accadde è necessario analizzare l'economia, la società e le politiche delle colonie. 1) ECONOMIA E SOCIETA’ COLONIALI A META’ SETTECENTO Dopo i grandi stenti dell’inizio del 600, le colonie britanniche conobbero un periodo di crescita demografica e di rapido sviluppo che non aveva precedenti in Europa fino a quel periodo. Quest’improvviso incremento demografico era in parte una crescita naturale della popolazione dovuta alla fertilità delle terre e in parte dall’emigrazione europea nelle colonie dovuta alle loro attrattive economiche, politiche e religiose, ma anche all’emigrazione forzata degli schiavi africani. La popolazione immigrante proveniva prevalentemente dagli strati medio-bassi della società ed era molte volte perseguitata nella madrepatria per motivi religiosi o politici. Si era passati da circa 250.000 abitanti all’inizio dell’700 a circa 2.5 milioni prima della rivoluzione mentre nella madrepatria allora si contavano 7 milioni di abitanti. L’aspetto demografico ebbe un rilievo centrale per la futura indipendenza delle colonie per via di 2 fattori: 1. la diversità di cultura, lingua e origini dei coloni confluiti in America impresse agli ambienti coloniali maggiore apertura e libertà nei modi della vita politica; 2. l’esistenza di una popolazione numerosa e giovane rese sostenibile lo sforzo bellico, mentre nelle colonie delle Indie il lealismo verso la madrepatria venne mantenuto perché la popolazione era poca, soprattutto quella dei coloni bianchi. In America gli schiavi era il 20% mentre nelle Indie il 48% della popolazione. Si costituirono nel tempo 2 sezioni geografiche principali: -le colonie settentrionali, meno ricche e popolate, ma più urbanizzate, producevano soprattutto tum d’esportazione e materie prime quali legname, pellicce, prodotti navali e derivati della pesca. -nelle colonie del Centro e in quelle del Sud si concentravano maggiormente la ricchezza e la popolazione e si coltivavano cereali, riso, tabacco e cotone, soprattutto nelle grandi piantagioni delle colonie meridionali. Seguendo una politica mercantilista-protezionistica con le colonie, l’impero inglese riuscì ad assicurarsi la completa dipendenza economica delle colonie, escludendo la concorrenza straniera. Ciò fu possibile già nella seconda metà dell’ 600 grazie agli “atti di navigazione”, coni quali l’Inghilterra obbligava le colonie ad esportare le proprie merci solamente in Gran Bretagna e imponeva l’importazione dei soli prodotti britannici in America, sistema che fu allentato con leggi successive nel corso del Settecento e che non sempre veniva rispettato a causa dell’inefficienza amministrativa inglese, più disposta a scendere a compromessi che a imporre rigidamente le leggi. Tuttavia dopo la guerra anglo-francese, gli inglesi per ripagare l’enorme debito per spese militari creatosi abbandonarono questa politica coloniale di tolleranza e compromessi esistente da decenni, causando così il conflitto con le colonie nordamericane. Malgrado le restrizioni mercantili imposte, l’economia Nord-americana ebbe uno sviluppo notevole e ciò sostanzialmente per due motivi: 1. l’ampliamento del mercato interno legato all’incremento demografico; 2. icosti amministrativi e militari erano coperti dalla madrepatria, inoltre la protezione da parte della madrepatria per terra e per mare e la garanzia di sbocchi di mercato furono altri motivi che favorirono lo sviluppo coloniale (pertanto il sistema mercantile favorì da un lato anche le colonie). 2)AFFERMAZIONE DELL’IDENTITA’ AMERICANA Nonostante la storiografia patriottica americana dipinga la società coloniale come una società egualitaria, con valori democratici e in contrasto con la madrepatria, la realtà dei fatti era tutt’altra. La società coloniale americana prima della rivoluzione presentava invece quei caratteri tradizionalisti, organicisti e patriarcali propri della società inglese dell’epoca; al contrario permaneva, soprattutto nelle èlites coloniali, un senso di lealtà e di appartenenza verso quel paese che per molti costituiva il luogo d'origine e inoltre nei coloni erano rimasti impressi i modelli sociali e comportamentali tipici della madrepatria. Gli elementi innovativi della società coloniale americana erano invece: -la mobilità sociale; -un individualismo più marcato; -la valorizzazione del lavoro e dei meriti personali. Tuttavia le colonie, nella seconda metà del 700, cominciarono a mostrare i tratti di una emergente identità americana e ciò fu dovuto grazie anche alla partecipazione dei coloni nella guerra dei 7 anni, evento che contribui a risvegliare sentimenti patriottici e di autostima. Negli anni precedenti la rivoluzione ci fula piena maturazione di questa coscienza che andò a prevalere sul lealismo verso la madrepatria. Alla vigilia della rivoluzione anche le religioni presenti nelle colonie avevano contribuito a creare un ambiente favorevole alla diffusione di sentimenti patriottici: la libertà religiosa era sempre stata difesa nei nuovi insediamenti e 1° America presentava una diversificazione tra colonie del nord e quelle del centro-sud (anche se prevaleva la religione calvinista tra tutte): o al Nord si formarono congregazioni perfettamente integrate con le istituzioni civili; o nel Sudsi era consolidata la Chiesa Anglicana pur senza possedere l’autorità e l’influenza esercitate in madrepatria. ISTITUZIONI E POLITICA IN UNA COMUNITA’ IMPERIALE: “A NOBLE CHINA VASE” 1)IL PRIMO IMPERO BRITANNICO E L’AMERICA Il primo impero britannico, quello della prima età moderna, non era ancora uno stato moderno ed unitario, non era dunque dotato di una struttura di autorità organizzata tale da tenere legati a sé i possedimenti oltreoceano, per di più le colonie nordamericane erano nate non grazie ad un'iniziativa dell’impero ma attraverso delle iniziative private concesse dalla Corona inglese. Giacomo II, tentò inutilmente di porre rimedio a questa situazione cercando di trasformare i possedimenti americani in colonie regie direttamente amministrate da funzionari della Corona. Inoltre, nella teoria l'esercizio del potere sulle colonie doveva appartenere al re e al suo consiglio privato, ma nella pratica era nelle mani di diverse istituzioni quali: -il “Board of trade” per gli affari meridionali (Segretariato di Stato); -l’Ammiragliato; -il ministero della guerra; -il ministero del tesoro; Questa situazione di inefficienza da parte della Corona consenti alla vita politica locale di svilupparsi in modi sempre meno compatibili con la supremazia della madrepatria. 2)GOVERNO E CULTURA POLITICA IN EPOCA PRERIVOLUZIONARIA Le colonie nordamericane possedevano delle istituzioni di governo locale: -assemblea o camera bassa, formata da deputati eletti dagli abitanti (il suffragio censitario, uguale alla GB, dava la facoltà di voto al quadruplo degli aventi diritto che vi erano in Gb, ciò grazie al buon livello di reddito medio nella popolazione americana; in questa maniera le assemblee erano uno specchio abbastanza fedele della società); -i tories filo-monarchici si opponevano alla guerra ed erano favorevoli ad accettare senza riserve l’autorità della madrepatria. Il 4 Luglio 1776 si arrivò infine alla dichiarazione d’indipendenza, grazie non solo alla continuazione della guerra ma anche grazie ad uno scritto di Thomas Paine, denominato “Common Sense”, che invocava con parole dirette e accessibili a tutti l’idea di una nazione indipendente. La dichiarazione fu opera di Thomas Jefferson e si basava sull’idea che ogni individuo ha dei diritti naturali e inalienabili e affermava la legittimità di cambiare governo qualora questi impedisse l’esercizio dei loro diritti; tuttavia la dichiarazione non fu accettata da tutti e molti coloni dichiararono invece il loro lealismo alla Corona inglese. Nei loro primi anni come nazione indipendente gli Stati Uniti d’ America dovettero affrontare una guerra lunga e difficile e il Congresso diede da subito disposizioni affinché si realizzasse un esercito continentale sotto la guida di George Washington. Dall’altro lato il governo North invece preparò un esercito composto per la maggioranza da mercenari tedeschi. Per quanto riguarda le operazioni militari: -nella prima fase le truppe britanniche ebbero la meglio occuparndo New York nel 1776 e Philadelphia nel 1777 senza riuscire a vincere però sulle truppe di Washington; -il progetto di isolare il New England da parte degli inglesi venne sventato nel 1777 con la vittoria della battaglia di Saratoga dimostrando la buona capacità organizzativa delle truppe continentali; -l’entrata in guerra a fianco dei coloni della Francia (1778) e della Spagna (1779) ebbe come effetto di trasformare il conflitto in una più ampia guerra transatlantica. -in questa fase i britannici cambiarono tattica cercando di favorire la sollevazione dei sudditi nordamericani fedeli alla madrepatria, i quali erano particolarmente numerosi nelle colonie del Sud, la Gran Bretagna riuscì così nel 1780 a conquistare la Georgia e la Carolina del Sud; -nel 1782 l’esercito continentale con quello francese ottenne l’importante vittoria di Yorktown, benché non fondamentale dal punto di vista militare ebbe come effetto quello della caduta del governo di Lord North; -lo stesso anno avvenne la firma preliminare di pace con la quale la Gran Bretagna riconosceva l’indipendenza americana; -nel 1783 ci fu la Pace di Parigi (tra Francia e Gran Bretagna), con la quale gli USA vedevano l’acquisizione dei territori tra i Grandi laghi, la Florida e il fiume Mississippi. La guerra d’indipendenza americana non vide lo scontro solamente tra coloni e inglesi ma ha tutti gli elementi per essere considerata una guerra civile: infatti tra il 20 e il 30% della popolazione coloniale era leale alla madrepatria, elemento che venne sfruttato dagli inglesi e che portò alla costituzione di reggimenti coloniali lealisti. Durante e dopo la guerra i lealisti furono vittime di violenze popolari ma anche di una severa legislazione in materia di tradimento che prevedeva la confisca delle loro proprietà, motivo per cui circa 60-80 mila lealisti dal 1783 lasciarono l'America. Le maggiori difficoltà a cui il governo provvisorio dovette far fronte erano quelle di creare una forma politica capace di consolidare i singoli stati in un organismo unitario. Il primo passo verso un governo unico si ebbe con la stesura degli articoli di Confederazione e la loro adozione (tra il 1776 e il 1781): essi poggiavano sui principi di riconoscimento della supremazia, della sovranità e dell’eguaglianza degli stati. La costituzione (1787) Dopo la guerra le ormai ex colonie non volevano dare vita ad uno stato unitario per cui inizialmente non andarono oltre un debole vincolo confederale (ossia un’alleanza diplomatica tra 13 soggetti politici indipendenti). All’interno delle 13 colonie si erano sviluppati due partiti: -partito repubblicano, guidato da Jefferson, che difendeva la sovranità inviolabile di ciascuna delle 13 colonie; -partito federalista, guidato da Washington, che sosteneva la necessità di costituire un’autorità centrale capace di dare unità alla nascente nazione americana. Alla fine, prevalse il partito federalista e nel maggio del 1787 i delegati degli Stati si riunirono a Philadelphia in una Convenzione che si occupò di scrivere una nuova Costituzione (tuttora in vigore), atto che diede vita ad uno Stato federale caratterizzato da una divisione dei poteri e da un sistema di pesi e contrappesi che garantivano margini di libertà e autonomia in tutti e 13 gli stati. Il potere esecutivo fu affidato al presidente eletto a suffragio universale maschile (sceglie i ministri, è capo dell’esercito, promulga le leggi approvate dal Congresso, è responsabile della politica estera e nomina i 9 membri a vita della Corte Suprema), il potere legislativo affidato al Congresso e al Senato mentre il potere giudiziario alla Corte Suprema (ha compiti di controllo su eventuali abusi di potere, decide sulle controversie fra gli stati federati e fra Stato e Stato centrale ed è garante della Costituzione). I primi dieci emendamenti della costituzione sono chiamati Bill of Rights e fissano i limiti che il Governo centrale deve rispettare nei confronti dei singoli individui e degli Stati dell’Unione (I° emendamento: tutela la libertà di religione, di parola, di stampa, di riunione...; II° emendamento: garantisce il diritto di ogni cittadino a portare le armi). Il nuovo Stato Nel neonato stato nacquero subito problemi di territorio e di identità; non sorprende che uno dei primi compiti che il Congresso si pose fu la definizione dei criteri per l'attribuzione della cittadinanza americana, la quale venne attribuita in primo luogo per nascita ammettendo tuttavia che gli stranieri potessero essere naturalizzati dopo anni di residenza sul territorio degli Stati. Il secondo problema fu quello dei confini territoriali, i quali erano considerati del tutto flessibili perché le terre poste a ovest popolate da tribù pellerossa potevano essere colonizzate da chi ne aveva voglia; il governo, dal canto suo, non cessò di condurre operazioni militari o diplomatiche per spingere i pellerossa più a ovest e per occupare nuove terre. Il movimento verso ovest fu molto accentuato e brutale, e portò all'occupazione di muove terre e alla creazione dei nuovi Stati del Tennessee, del Kentucky e dell'Ohio. Uno Stato nuovo, privo di tradizioni e di memorie, ha tanto bisogno di definire le sue norme e i suoi confini quanto di costruire i propri simboli, che possano servire da elemento di riconoscimento per tutti i cittadini. Fu così che i padri fondatori degli Stati Uniti fin da subito si preoccuparono di stabilire e diffondere le icone della nuova Repubblica. Tre simboli sono particolarmente importanti: -il Gran Sigillo degli Stati Uniti -la bandiera degli Stati Uniti -la Libertà nelle sembianze di una donna che ha in mano la Costituzione o la bandiera e al suo fianco e, a sua protezione, l'aquila d'America
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved