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Riassunto libro La Storia, indagare, apprendere, comunicare Beatrice Borghi, Sintesi del corso di Storia Antica

Riassunto dettagliato libro La Storia, indagare, apprendere, comunicare Beatrice Borghi

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Scarica Riassunto libro La Storia, indagare, apprendere, comunicare Beatrice Borghi e più Sintesi del corso in PDF di Storia Antica solo su Docsity! La Storia - Indagare, apprendere, comunicare -Beatrice Borghi INTRODUZIONE -La storia viene appresa dai bambini solo se li si coinvolge emotivamente; ogni bambino proverà sensazioni diverse nei confronti di un luogo, che lo porteranno a voler scoprire il passato e a porsi domande (importanza dell’osservazione). E’ importante porsi domande su un fatto storico e accettare opinioni e prospettive diverse dalle nostre. Di cosa si occupa la Storia? La Storia cerca di: 1.Comprendere i processi che hanno creato un fatto storico 2.Comprendere le motivazioni che hanno indotto le persone ad agire in un determinato modo 3.Valutare il contesto in cui l’evento si è svolto Tutto ciò implica un’immaginazione storica e quindi Empatia tramite la quale si attivano i processi cognitivi di conoscenza, capacità di ragionamento, sentimento e comprensione di diversi punti di vista. Il libro è composto da 3 parti: 1.Riflessione sulla ricerca (indagine) 2. Insegnamenti e apprendimento della storia 3.Comunicazione della storia Partendo dal presupposto che rispetto alle indagini, l’insegnamento e la comunicazione della Storia avvengono in ritardo. PREMESSE TERMINOLOGICHE ED EPISTEMOLOGICHE La cultura storica è indispensabile per la conquista della libertà, per acquisire consapevolezza, per essere autonomi nelle scelte e per accettare opinioni diverse. L’obiettivo è quello di rendere i ragazzi più consapevoli e responsabili rispetto al passato, presente e futuro. Qual è l’obiettivo della ricerca storica? E’ quello di voler conoscere il passato, cosa è accaduto nel tempo da quando esiste l’uomo (quindi eventi e trasformazioni). Che cos’è la Storia? -La Storia è l’insieme dei fatti accaduti, cioè degli eventi e dei cambiamenti che si sono verificati dalla comparsa del genere umano (circa 50000-10000 anni). -il suo ambito di studi è multidisciplinare poiché comprende tutti gli aspetti delle vicende umane e dei fenomeni naturali che le condizionano. -la conoscenza è in continuo divenire : spesso è difficile trovare metodi e contenuti giusti per spiegare agli alunni cos’è la storia così che questa viene percepita come materia inutile. -la storia non inizia con la nascita della scrittura (visione Eurocentrica), né esiste una divisione in periodi: protostoria – storia antica -la storia è oggettiva in quanto i fatti che la compongono cambiano la realtà precedente. 1 Che cos’è la Storiografia? -La Storiografia è una sintesi dei fatti in cui è importante l’interpretazione, la trasmissione, lo studio e il racconto della vera e propria Storia. -La storiografia è soggettiva, parziale e provvisoria in quanto ogni individuo interpreta il fatto storico dal suo punto di vista. Storia = ciò che accade VS Storiografia = sintesi dei fatti basata su sensazioni e interpretazioni I fatti della storia si dividono in: 1.Eventi: avvenimenti di breve durata con incidenza limitata (solo rare volte possono avere ripercussioni persistenti come i terremoti, cataclismi e battaglie). 2.Fenomeni: tendenze che si svolgono in periodi più lunghi 3.Evoluzioni: trasformazioni di lunga durata che si estendono oltre le singole epoche storiche (mutazioni climatiche, astronomiche..) Questa periodizzazione, ovvero la divisione della storia in periodi, è valida solo per la storia dei paesi occidentali: -protostoria suddivisa in: Paleolitico – Mesolitico – Neolitico – Età del Rame – Età del bronzo – Età del ferro -età antica -medioevo -età moderna -età contemporanea PARTE 1: INDAGARE LA STORIA LE FONTI DELLA STORIA Si parte dal presupposto che tutto ciò che ci circonda è FONTE = impronte lasciate dai fatti, come tracce, resti, documenti provenienti sia dall’agire umano che da fenomeni naturali. La fonte più importante è l’esistenza umana in quanto partendo da essa, si possono indagare linguaggi, modi di agire, credenze, relazioni che sono il risultato dell’incontro fra passato e situazioni\reazioni odierne. -Secondo Bloch ci sono tante testimonianze storiche derivate dall’incontro fra passato e presente: evolversi del mondo + studio del passato. Con la nascita degli Annales non esisteva più solo il documento scritto come fonte, ma ogni cosa che lo storico era capace di interrogare veniva considerata una fonte. Le fonti sono suddivise in base a: 1.Origini 2.Tipologia 3.Forma 4.Finalità LE ORIGINI DELLE FONTILe fonti possono essere originate da Fenomeni Naturali Fenomeni Umani 2 (avvenimenti, astronomici, climatici, genetici sanitari conseguenti a terremoti epidemie, eruzioni vulcaniche) I loro effetti sono concreti, percepibili e osservabili Includono sia fenomeni di breve durata (battaglie, concili, editti,) che di lunga durata (creazioni artistiche, culturali e produttive dell’uomo) -Genealogia: disciplina che ricostruisce e tramanda le origini familiari, discendenze e legami di parentela -Museografia: tecnica relativa alla costruzione dei musei -Numismatica: scienza che studi della moneta -Onomastica: scienza che studia le origini di nomi e cognomi di persona e nomi di luoghi -Paleografia: disciplina che studia la storia della scrittura -Statistica: scienza che analizza dati quantitativi -Sfragistica: scienza che studia sigilli e timbri usati dai sovrani per firmare documenti -Storiografia: registrazione scritta di fatti della vita degli individui, della società del passato e dell’interpretazione che ne danno gli storici -Topografia: scienza che studia la rappresentazione di simboli convenzionali -Toponomastica: scienza che studia l’origine dei nomi di luogo Le fonti scritte La storia fornisce la conoscenza di dati e l’allievo, esercitando il suo spirito critico, riesce a farli propri. Questo processo è importante non solo per il ragazzo ma anche per l’insegnante, il cui compito è quello di presentare il documento (idee e pensieri). Commentare un testo significa comprendere un’epoca prendendo in considerazione gli elementi che la compongono e interpretandoli. L’insegnante sceglie il testo e lo propone in classe, dopodiché: 1.Fase della lettura Viene letto il testo per scoprire di quale natura esso sia (giuridico, narrativo etc..) + vengono evidenziate le informazioni principali e secondarie e con esse: -la capacità di smontare il testo in periodi -la messa per iscritto delle principali parole 2.Fase del commento Il testo viene commentato usando: -un dizionario nella lingua in cui è stato scritto il testo -un manuale di storia -un dizionario storico -un atlante geografico e riviste specializzate -una bibliografia del tema del testo + repertori bibliografici E’ importante l’uso di un metodo per l’analisi testuale esistono vari metodi: -analisi letterale: ordina il testo sulla base della sua struttura -analisi logica: ordina in modo personale le idee del documento Le fonti narrative Lo studio di fiabe e leggende ci porta al confronto fra culture diverse; l’obiettivo è scoprire le somiglianze e i circuiti che si creano fra tradizione orale e scritta. Attraverso i racconti, infatti, si comprendono i legami con la vita quotidiana: i racconti sono fonti importanti tramite i quali è possibile conoscere e comprendere il nostro passato (elementi linguistici, storici, etnografici). E’ importante però ricordare che: -le fonti narrative trasmettono la verità dell’autore -sono condizionate dalla struttura del proprio genere -non rispettano sempre il dato storico Per questi motivi vengono usati i testi narrativi scritti e ambientati nello stesso tempo in cui visse l’autore. Questi sono utili per comprendere le trasformazioni della cultura, i comportamenti e i valori dell’individuo e del popolo in determinate epoche e territori. 5 I MITI Sono racconti fantastici usati dell’uomo per darsi delle risposte relative a: -fenomeni naturali -origini del mondo e dell’uomo -presenza del bene e del male -presenza della morte Nascita del mito -all’inizio i miti erano tramandati oralmente venivano recitati durante i riti sacri con accompagnamento musicale -vennero poi ripresi come materiale di cui si servirono poeti e scrittori -iniziarono ad essere recitati in cerimonie religiose e feste per scongiurare malattie e pericoli Il mito: rappresenta l’espressione dei desideri, delle paure e delle ansie che accomunano l’uomo. Per questo spesso a civiltà diverse corrispondono miti simili, come quello del Diluvio universale o la Scoperta del fuoco. Diversi tipi di mito -Miti biblici: mito della creazione -Mitologia classica: eroi protagonisti dei poemi epici greco-latini -Miti dei popoli primitivi Protagonisti dei miti -uomini ed eroi con poteri particolari -animali resi umani Linguaggio usato nei miti -Miti biblici: linguaggio semplice (formule e ripetizioni) -Miti classici: parlano di vicende eroiche in modo più aulico -Miti dei popoli primitivi: linguaggio disadorno con frasi brevi Obiettivo del mito -Insegnare regole di comportamento e di convivenza; -Il mito ci fa apprezzare culture diverse dalla nostra + incoraggia l’immaginazione e la meditazione 6 LE FIABE Racconti che ci consentono di capire quali fossero i costumi e i comportamenti presi a modello e imitati dalle società più antiche. Protagonisti delle fiabe -contadini e pescatori -re e regine -maghi, orchi, draghi -streghe e fate Le avventure si svolgono in un tempo indeterminato e in una realtà lontana da noi. Nascita della fiaba -inizialmente le fiabe erano tramandate oralmente da adulti per adulti -solo gli studiosi decisero successivamente di scriverle per preservarle Linguaggio usato nella fiaba -veniva usato un linguaggio che favoriva la memorizzazione fatto di: Ripetizioni di frasi + formule magiche + filastrocche e poesie Obiettivo della fiaba Le fiabe contenevano insegnamenti su come affrontare ansie e paure e, terminavano sempre con un lieto fine fiabesco (lontano dalla realtà) Struttura della fiaba L’inizio e la fine di ogni fiaba erano simili in quanto costituite da uno schema simile: • Inizio (situazione iniziale e personaggi) • Svolgimento (episodio che rompe l’equilibrio) • Fine (eroe che raggiunge il suo scopo + lieto fine) E’ importante ricordare inoltre che: -Le fiabe sono completamente inventate, non ci sono riferimenti ne temporali ne spaziali, ne descrizioni fisiche o caratteristiche dei protagonisti + nel tempo le fiabe rimangono inalterate Fiabe popolari Mille e una notte: sono racconti di diversa origine uniti sotto un’unica lingua, quella araba; qui si intrecciano usi e costumi della realtà quotidiana e urbana egiziana. LE LEGGENDE Sono storie molto antiche che venivano tramandate oralmente; sono racconti in cui il fantastico si mescola con il reale. Obiettivo della leggenda Le leggende cercano di spiegare l’origine di regole e modelli da seguire e episodi storici le leggende contengono sempre una parte di verità (fanno riferimento a un evento realmente accaduto), che viene poi trasformata dalla fantasia dell’uomo quando questo cerca di scoprire le cause di fatti che non conosce, allora immagina e fantastica -Ogni cosa ha una leggenda, tanto che talvolta, essa diventa comprensibile solo a un determinato spazio geografico Struttura della leggenda -La leggenda è caratterizzata da una conclusione tragica e drammatica -Non ha nessuna struttura rigida (vs fiaba), per questo è stata modificata nel tempo dai narratori influenzati dall’ambiente sociale e culturale in cui vivevano. Conclusioni: l’indagine sui miti, fiabe e leggende stimola l’emozione e il fascino della storia. 7 -Una didattica con il film ha come obiettivo lo sviluppo dello spirito critico e di analisi della fonte , introducendo quindi una riflessione generale sui mezzi di comunicazione. -L’obiettivo dello storico è invece, attraverso l’osservazione, ricercare nel film più informazioni possibili sul soggetto (la maggior parte delle volte esterno al documento) della sua ricerca. Quali film utilizzare per lo studio della storia remota? I film classificati come storici sono quelli che si basano su determinati personaggi, avvenimenti storici o eventi storici che hanno una propria visione dell’avvenimento e della realtà storica rappresentata. Si possono distinguere 6 categorie: -il film storico propone un racconto veritiero (Ben-Hur) -il film che ha un’intenzione apologetica (Giovanna d’Arco) -il film che descrive il pensiero politico corrente (Germania Nazista) -il film che durante periodi di guerra include e sviluppa implicazioni morali -il film che, dopo la guerra, è il miglior strumento di spiegazione della stessa, conforme alle intenzioni politiche dei nuovi governanti (film sul Vietnam) -il film che ripropone in maniera centrale situazioni storiche con nuovi tratteggi psicologici (Cesare e Cleopatra) Il genere e l’epopea storica si basano su una trama letteraria tesa a raccontare: -la vita del personaggio (biografia) -una leggenda reale o di finzione -la storia socio-politica o culturale di una comunità Il Cinema storico comprende quindi: 1 Film di valore storico e sociologico nel tempo diventano fonti per capire la mentalità di una data società in una data epoca 2 Film di genere storico narrano avvenimenti del passato senza approfondimenti storici (cinema di Hollywood), sono comunque importanti per scoprire costumi e ambienti 3 Film che nascono con la volontà di fare storia ricostruendo un periodo o un evento storico (film del Vietnam) Quando un film viene usato con funzione didattica è importante ricordare: -Agli studenti che la messa in scena del passato è una ricostruzione e quindi è soggettiva, i fatti vengono interpretati -Nel film la realtà e la finzione si mescolano per cui: ambienti, personaggi e discorsi si trovano sul piano sia descrittivo che simbolico -il film è un’opera collettiva, per cui talvolta i linguaggi usati possono contraddirsi -il film è condizionato dalla strumentalizzazione tecnica del periodo in cui è stato realizzato -il regista e gli attori sono condizionati dalle vicende politiche e situazioni del loro tempo -il film tratto dal romanzo deve tener conto della vicenda storica narrata, della trama e dell’evento rievocato 10 Le fonti filmiche vengono usate: 1.nell’ambito della ricerca e documentazione scientifica (fonti filmiche applicate all’archeologia, all’arte, dove il loro uso consente comparazioni cronologiche e spaziali). 2.nell’archiviazione: si rendono fruibili fondi conservati in archivi pubblici e privati salvaguardando gli originali 3.nella didattica: film usati per trattare temi storiografici *L’insegnante che propone una fonte filmica agli alunni deve: 1.cercare informazioni sul film tratte da altre fonti come quotidiani e internet + preparare ad esempio una scheda del film + cercare esercizi di comprensione e particolari immagini 2.verificare il corretto funzionamento del video e dell’audio 3.prima della visione è importante ricordare agli alunni il motivo della scelta del film 4.vedere le emozioni degli studenti, che saranno utili nella fase di analisi 5.dopo il film, l’insegnante chiederà ai ragazzi le loro impressioni sul film Il film è quindi importante per far comprendere ai ragazzi che la realtà trattata e “inquadrata” nel film è diversa dalla realtà vissuta; Viene sottolineata l’importanza del tempo: in quanto gli eventi si creano e si sviluppano in un tempo preciso. La fonte orale: una storia viva e narrata L’idea della società è legata all’idea di Storia, due realtà inseparabili, ognuna con proprie caratteristiche. Parlare quindi di Storia significa parlare della società: l’uomo ha nel suo tempo la sua storia e partecipa contemporaneamente al tempo della natura. Cos’è una FONTE? Tutto ciò che nasce dall’intelletto e dalla creatività umana in una determinata società e in un determinato tempo. La storia orale è un’attività storiografica che si caratterizza da 2 diversi aspetti: 1 lo storico cerca di apprendere informazioni dal testimone orale (fonte) + usa un determinato metodo di lavoro la storia orale appare come una tecnica qualitativa attuata sulle fonti orali 2 la storia orale è attuabile nell’ambito di una storia recente, si relaziona quindi con altre discipline e cerca di prefigurarsi come una specializzazione tematica e cronologica Problematica della fonte orale: si basa su dichiarazioni orali, sulla soggettività, sulla dinamica tra intervistato e intervistatore. Fonte orale: è la forma più antica di fare storia in cui è importante il ritmo melodico della voce che rende unica l’esperienza narrata. Le fonti orali sono caratterizzate da: -tensione drammatica -ricchezza narrativa -linguaggio polisemico -ritmo della parola 11 Fonte orale VS Fonte sonora: riguarda i mezzi che ci permettono di conservare canzoni, discorsi e suoni La storia orale: -usa quel metodo di ricerca basata sulla fonte orale -è la storia della soggettività : in quanto dipende dalla percezione che un individuo (o una collettività) hanno di un processo storico. Ecco che nella storia orale si può percepire la mentalità dell’individuo (e della collettività), idee politiche e ideologiche. La storia del quotidiano La storia orale non guarda al passato ma al presente in quanto il testimone vive l’esperienza diretta (che viene attualizzata dalla storia orale). La memoria di un individuo è quindi una fonte primaria. Le fonti orali aiutano a ridefinire la storia contemporanea a patto che l’evento sia sufficientemente distante per essere indagato dallo storico. -La storia del quotidiano nasce dallo storico che cerca di ricostruire un fatto + dall’ individuo testimone di tale fatto tra i due si instaura un dialogo dinamico in quanto le domande possono essere contestante direttamente dal testimone (al contrario delle fonti scritte). Le fonti orali sono infatti caratterizzate da espressioni, punti di vista e modifiche che il testimone del racconto può attuare ogni volta che vuole.* -il lavoro dello storico: indaga le fonti partendo da un problema formula delle ipotesi trova fonti che confermano o contraddicano la sua ipotesi formula un’interpretazione (personale) -la funzione della storia orale è quella di allargare l’orizzonte sociale della storia: il che significa avere come oggetto di studio la mentalità collettiva (delle classi “basse”). Si parla di mentalità popolare quando ci riferiamo a immagini, simboli, credenze e miti che costituiscono un universo in cui si immergono le azioni dei soggetti. *Le fonti orali sono quindi: -fonti dinamiche e modificabili sulla base dei ricordi del testimone -quando lo storico ascolta un testimone è come se vivesse il fatto in prima persona grazie al linguaggio usato e all’atmosfera che si crea (al contrario della fonte scritta), questo determina una maggiore sensibilità dello storico. -Lo studio della vita quotidiana è importante in quanto le grandi trasformazioni accadute nella storia partano dal quotidiano e generano cambiamenti sociali e culturali (invasioni, rivoluzioni..) Per cui la storia orale e la storia popolare sono importanti per raccontare la parte di storia “più umile”: solo attraverso la storia orale si può comprendere la quotidianità delle persone, le credenze, i miti, le religioni. 3 caratteristiche della storia orale: 1 è circoscritta alla contemporaneità: ha quindi un ciclo di vita breve (la storia orale non può ricostruire un evento di 100 anni prima in quanto l’evento è stato raccontato e tramandato da piu persone, in tal caso si parla di memoria orale, dato che non c’è un testimone diretto dell’evento). 2è utile per ricostruire fatti (atmosfere sociali e culturali), ma non è l’unica fonte usata dallo storico in quanto, non si possono ricostruire fatti usando solo fonti orali. 3la fonte orale è un dialogo fra storico e testimone: importante ricordare quanto il racconto sia soggettivo. 12 -Nelle città comunali nacque la figura dell’Ufficiale dell’Ornato, un magistrato che aveva il compito di regolare la costruzione e la demolizione delle strutture nella città. Nel 1513 Raffaello Sanzio venne nominato Maestro delle Strade Nel 1515 Papa Leone X istituì la carica dell’Ispettore Generale delle Belle Arti, ricoperta dallo stesso Sanzio, il quale scrisse “ la lettera a Leone X” in cui si prevedeva un programma di ricostruzione dell’Antica Roma. Il documento era importante in quanto trattava del recupero, della conservazione e della tutela dei monumenti della Roma Antica e di come attuarlo nel tempo + conteneva le cause che avevano portato alla scomparsa dell’Arte Classica: la principale era proprio l’incuria degli uomini che avevano permesso di rovinare i monumenti antichi, traendo materiale per costruire nuove opere. -Nel Rinascimento c’è quindi un interesse per il passato e per la conservazione dei monumenti che raggiunge la sua piena consapevolezza nell’età moderna. Nel 1534 Papa Paolo III istituì la carica di Commissario alle Antichità -Solo tra il XV e il XVI sec i Pontefici elaborarono le prime legislazioni che tutelavano il patrimonio monumentale, salvando libri e monumenti (anche se molte opere furono perdute con le riforme protestanti e le guerre di religione). Molti furono coloro che contribuirono alla tutela delle opere: attraverso atti legislativi venne vietato di distruggere i resti dell’Antichità, di procedere con scavi non autorizzati o vendere materiali ritrovati. Tra i tanti ricordiamo il cardinale Ippolito Aldobrandini il quale, con un editto (1624), vietò l’esportazione illegale di opere d’arte e oggetti antichi. Nel 1704 con l’editto di Spinarola: -il patrimonio artistico favoriva chi ne era fruitore continuo -nuove norme vietarono l’esportazione illegale di opere -venne vietato di commerciale opere false (Benedetto XIV vietò poi la falsificazione di opere) -Nel secolo del Lumi venne estesa la possibilità di fruire dell’opera d’arte. I Musei pubblici erano curati da docenti universitari che per accedere ai libri dovevano pagare. Nel 1716\1720 Scipione Maffei creò il Museo delle Epigrafi romane grazie al contributo di cittadini privati. Nel 1759 venne aperto il British Museum di Londra Nel 1769 vennero aperti gli Uffizi di Firenze Nel 1825 Victor Hugo denunciò i demolitori del patrimonio in quanto portatore di valori: - Ci sono due cose in un edificio, il suo uso e la sua bellezza: il suo uso appartiene al proprietario e la sua bellezza è di tutti: distruggere un edificio significa oltrepassare i propri diritti -. Nel 1882 La Gran Bretagna approva la legge che tutela gli edifici storici; difendere i monumenti significa difendere la cultura che lo stato moderno doveva garantire a tutti. 30 Marzo 1887 venne pubblicata la 1 Legge di protezione dei monumenti storici, in base alla quale: tutti i beni mobili e immobili appartenenti a persone pubbliche o private che 15 rivestivano un interesse storico o artistico potevano essere classificate dal ministro dell’Istruzione pubblica e delle Belle arti. Le azioni volte alla conservazione e tutela del patrimonio dell’Italia furono mosse da un sentimento nazionale, il quale esaltò gli ideali e l’arte del Medioevo (revival dei secoli bui). Negli anni 1850-60 (definiti Neomedievalismo) si sviluppò un particolare interesse e sentimento per il gotico, soprattutto in architettura la moda gotica si sviluppò in tutta Europa. Si studiavano materiali del gotico e le cattedrali gotiche erano il risultato dello sforzo collettivo. Il Medioevo era stata un’epoca in cui : -erano nati i popoli nordici e con esso il gotico, che era lo stile nazionale che li rappresentava. -si assiste al trionfo del Cristianesimo -Nel 1800 il bene era riconosciuto come un’eredità del passato e deposito di memorie storiche della nazione; la scuola dell’obbligo aveva il compito di formare cittadini che conoscessero il patrimonio della propria nazione, mentre il compito dello storico era quello di tutelare il bene. Il monumento diventa sacro (non per religione), ma in quanto portatore di valori che la società gli attribuisce : sono quindi le comunità che danno un significato ai monumenti (religione laica). Il Governo italiano ha avuto una particolare attenzione per il patrimonio librario nel 1861 nacque la biblioteca nazionale di Firenze. Il Ministero della Pubblica Istruzione si occupava della tutela Il Ministro degli Interni si occupava degli archivi e del restauro dei monumenti Nel 1874 nacquero le commissioni conservatrici dei monumenti e delle opere d’arte, organizzate su base provinciale e quindi territoriale-regionale. L’anno seguente venne istituita la Direzione Generale delle Antichità e delle Belle Arti Nel 1900 Si sviluppò il metodo scientifico del restauro con lo scopo di distinguere fra autentico e rifatto, si svilupparono nuove parole chiave fra cui il concetto di bene culturale, di bene immateriale e di paesaggio. Sul concetto di “patrimonio” e “bene culturale” nell’età contemporanea Patrimonio: è l’insieme dei beni ambientali e culturali, materiali e immateriali, uniti alle manifestazioni della natura (giardini, parchi) e ai componenti immateriali del sapere e dei luoghi del patrimonio. (Per far ciò è necessario che la società attribuisca un significato e un valore collettivo al bene). Evoluzione del termine “patrimonio”: -dall’antichità fino all’età umanistica veniva usato il termine “Monumentum” che comprendeva tutto ciò che era stato ereditato dalla civiltà romana, resti archeologici che ricordavano la grandezza di Roma -nel 700 il termine “Monumentum” inizia a indicare oggetti d’arte che testimoniano la grandezza delle monarchie sovrane (con il significato di “documento”) -nel 1790 il termine “Monumentum Historique” indica oggetti conservati in quanto testimonianza civile di un popolo 16 Concetto di Patrimonio Culturale: viene definito tra la Rivoluzione e la Restaurazione francese (al fine di creare una Nazione unita dal punto di vita culturale e giuridico) -l’esercito francese saccheggiò le opere d’arte portandole a Parigi, con la scusa che le arti potevano affermarsi solo in un regime di libertà; l’esercito rivoluzionario saccheggiò i musei fiamminghi, affermando di aver operato come i romani (barbari) contro i greci. -al saccheggio si oppose il teorico d’arte De Quincy il quale affermò che le opere , tolte dal loro contesto di origine non avrebbero più espresso il loro significato e condannò il gesto -da qui si comprese che le arti appartengono all’intera società civile europea, non a una sola nazione; ogni Stato deve promuovere una politica di scavi e restauro per il progresso dell’arte. -I Borboni dopo la Restaurazione restituirono ai paesi le opere tolte con la forza: nacquero così i primi regolamenti giuridici volti a tutelare il patrimonio storico artistico -con il congresso di Vienna gli inglese decisero di restituire le opere d’arte ai legittimi proprietari, mentre per il papa Pio VII, lo Stato doveva intervenire sui beni posseduti Bene culturale: termine usato per la prima volta dalla Convenzione dell’Aia nel 1954. Vengono considerati Beni Culturali: -beni mobili e immobili importanti per un popolo come monumenti e opere d’arte, libri e manoscritti -edifici la cui funzione è conservare o esporre beni (musei, biblioteche, archivi) -centri monumentali In Italia il termine è stato usato per la prima volta nel 1999 con il significato di “testimonianza materiale avente valore di civiltà”. Secondo Mathieu il Patrimonio è un matrimonio fra la cultura passata e la cultura come progetto della società: è data da un processo di selezione in base al valore che una comunità da a un bene. Il valore di un bene viene tramandato di generazione in generazione e può esser messo in discussione. Patrimonio e Paesaggio: connessione interdisciplinare per il valore culturale del territorio Come ci suggerisce la Convenzione Europea del paesaggio, quest’ultimo indica una determinata parte del territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni. Secondo la Convenzione il paesaggio quindi è un valore di riferimento identitario per la popolazione e gli Stati devono impegnarsi nella sua tutela. Il Paesaggio: è un fenomeno nato dall’interazione di oggettività (territorio) e soggettività (sguardo dell’individuo), per cui: -cambia nel tempo e acquista nuovi significati -è il prodotto dell’azione della cultura locale e dell’agire umano (uomini come attori) + uomini guardano le conseguenze del loro agire (uomini come spettatori che colgono il senso che i paesaggi emanano) -influenza il benessere delle popolazioni -è un componente fondamentale dell’identità della popolazione Il patrimonio della nazione è quindi costituito dai monumenti e dai beni culturali e paesaggistici la storia e la natura quindi sono beni collettivi da salvaguardare e tutelare 17 Le epidemie si attenuarono alla fine del VI-VII sec e scomparvero nel VIII d.c Alla fine del XIV comparve una nuova pestilenza pandemica conosciuta come “Peste nera” Le epidemie si protrassero per 300 anni, ricordiamo: 1665 d.c : a Londra 1500-1700 d.c : Gli Europei sbarcarono nelle Americhe portando malattie che decimarono le popolazioni locali XIX: la mortalità causata dalla peste è diminuita anche se si ricorda alla fine dell’800 la peste che colpì HongKong. -Secondo William Ruddiman: non è esistita un età dell’oro in cui l’uomo viveva in armonia con la natura, anzi, l’uomo ha sin da subito sfruttato all’eccesso le risorse che la natura gli offriva e che ben presto termineranno. La concentrazione di metano nell’atmosfera, così come l’anidride carbonica producono anomalie causate dall’agricoltura: l’uomo coltivando e disboscando ha prodotto l’emissione di gas serra nell’atmosfera, che ha aumentato la temperatura e portato epidemie. Conclusione: è importante tutelare e rispettare l’ambiente dato che l’uomo dipende dalla biosfera terrestre e ad essa deve la sua esistenza. A proposito del grande racconto dell’evoluzione umana: una storia di divergenza e di convergenza La Storia dell’uomo è composta da: 1 Storia di Divergenza: l’uomo ha sviluppato culture e civiltà diverse è una storia poco conosciuta in quanto abbiamo di essa poche testimonianze 2 Storia di Convergenza: i diversi gruppi umani sono poi entrati di nuovo in contatto è una storia breve che ci aiuta però a capire chi siamo. -L’uomo inizialmente nomade ben presto è divenuto sedentario, nonostante ciò ha sempre mantenuto la sua curiosità e il suo spirito avventuriero. Al contrario delle altre specie umane, l’uomo si sposta anche quando non deve cercare risorse. -4milioni di anni fa comparvero sulla terra i primi Australophitecus: un anno fa in una grotta in SudAfrica, forse culla della civiltà umana, sono stati ritrovate ossa appartenenti a 15 individui con un cervello dalle dimensioni di un’arancia. Si è parlato dell’Homo Naledi, vissuto 2 milioni e mezzo di anni fa. Secondo altri resti è comunque possibili affermare l’esistenza dell’uomo 5-6 milioni di anni fa. Nel 1769: l’esploratore inglese Cook, in possesso di una carta con informazioni sulle isole del Pacifico, datagli dal polinesiano Tupaia, decise di andare alla scoperta di quei luoghi. Cook comprese che molto tempo prima, un popolo aveva esplorato e colonizzato senza avere una mappa a disposizione. Le conoscenze erano quindi state tramandate oralmente. Oggi si cerca di ricostruire i flussi migratori dell’uomo moderno: forse Tupaia aveva ragione nel pensare che gli antenati avevano colonizzato il Pacifico 2300 anni prima. -La natura per molto tempo ha governato la Terra, dato il numero esiguo di uomini e i loro sporadici interventi sul paesaggio. 20 Da 11mila anni fa ci sono stati cambiamenti climatici naturali come lo scioglimento dei ghiacciai causati dall’alta presenza naturale di metano e anidride carbonica; 8mila anni fa gli uomini hanno iniziato a disboscare foreste per fare spazio all’agricoltura, ciò ha provocato emissione di gas serra 5mila anni fa ha iniziato a irrigare le pianure e addomesticare animali che hanno contribuito al disboscamento I tassi di disboscamento crebbero tra il XVIII e il XIX secolo: l’uomo produceva combustibile per le attività estrattive: clima globale riscaldato La natura iniziava così a subire l’azione dell’uomo. Conclusioni: Nel 2015 c’è stato un incontro a Parigi dei potenti della terra, i quali hanno discusso sulle sorti dell’ambiente e dell’uomo, affermando che occorre tutelare anche i paesi in via di sviluppo. Si parla di globalizzazione ingiusta in quanto parte del mondo usa all’eccesso le risorse a sua disposizione, mentre l’altra parte del mondo muore per tale mancanza. -Le risorse sono mal distribuite e in esaurimento: per risolvere questo problema è opportuno attuare energie rinnovabili e tutelare l’ambiente. Cosa può fare l’uomo? L’uomo è in cerca di potere e supremazia: distrugge l’ambiente, le risorse naturali e impoverisce le popolazioni coinvolte. Per poter agire e migliorare è necessario conoscere e far conoscere il passato anche ai più piccoli, al fine di creare cittadini consapevoli di ciò che sta accadendo all’ambiente attraverso lo studio e l’indagine del territorio. PARTE 2: APPRENDERE LA STORIA L’USO DELLE FONTI NELLA DIDATTICA DELLA STORIA E DEL PATRIMONIO Raccontare la storia tra ricerca scientifica e ricerca didattica -Duby affermava che l’uomo moderno non ha più la pretesa di ricostruire interamente il suo passato (la sua storia), così come lo storico è consapevole di poter indagare e comprendere solo una parte del passato. -Le tracce sono le impronte che l’uomo ha lasciato nel corso nel tempo lo storico, usandole, le trasforma in fonte di informazione ricostruendo il passato e interpretandolo non si parla più di fonte ma di documento. Lo storico, al fine di attestare l’attendibilità dell’oggetto di indagine, usa precisi procedimenti tecnici, con lo scopo di ricostruire il racconto storico: spesso in mancanza di fonti deve usare l’immaginazione. -La ricerca è un’attività che contraddistingue l’uomo il cui obiettivo è scoprire e interpretare i fatti usando metodi scientifici (procedimenti affidabili, verificabili e condivisibili). Lo storico deve quindi: raccogliere dati evidenti e misurabili sperimentare formulare ipotesi verificare 21 Per orientarsi in un argomento storico è necessario: 1 Una consultazione Bibliografica basata su: -enciclopedie, dizionari e atlanti = strumenti di sintesi di conoscenze generali (poco aggiornati) -repertori bibliografici = pubblicazioni che elencano le opere pubblicate -bibliografie = pubblicazioni periodiche che registrano opere e articoli usciti -periodici e collane = riviste e periodici specializzati 2 Una consultazione Documentaria basata su: -inventari = fonti contenute in archivi pubblici civili e ecclesiastici. Tutti gli archivi delle biblioteche hanno inventari di manoscritti che conservano -collezione di fonti = pubblicazioni di fonti raccolte in collane -dizionari = opere specializzate per comprendere i testi delle fonti storiche in ogni contesto e periodo -manuali di cronologia e metrologia = sistemi di datazione in uso nei vari tempi dai vari popoli Motivare, stimolare e attivare In ambito scolastico è importante seguire percorsi formativi che suscitino curiosità e interesse nel bambino in merito al suo passato (bambino attivo). Per cui l’insegnante deve: -coinvolgere e stimolare l’apprendimento della storia facendo sentire protagonista ogni bambino -cercare di affrontare i temi storici, partendo dagli interessi del bambino -usare laboratori in cui il bambino è protagonista -esporre i risultati dei lavori alla comunità -far indagare al bambino la realtà circostante per coglierne le problematiche e le soluzioni (cittadinanza attiva) Le radici, ancora preziose, della storia Le nostre radici sono importanti: -per la formazione della nostra identità -per conoscere e accettare l’altro attraverso il suo racconto si comprende che non esistono realtà fisse Parlare delle nostre radici significa far riferimento al legame che si crea con i luoghi in cui siamo nati e cresciuti; solo partendo dalla conoscenza del nostro passato potremmo avvicinarci all’altro e capire che la società è formata da tante radici. Lavorare con le fonti: la didattica laboratoriale Gli insegnanti sanno che è necessario rinnovare le strategie didattiche per garantire un miglior apprendimento degli alunni, soprattutto in una materia che, come la storia, è in continua evoluzione. La storia dovrebbe essere insegnata in laboratorio, partendo dalla voglia di conoscere e scoprire del ragazzo, lavorando con vecchi materiali e producendone di nuovi; il laboratorio è il luogo dove i ragazzi possono emozionarsi, pensare e interrogarsi. L’obiettivo infatti non è quello di imparare nozioni storiche, ma di verificare quanto la conoscenza storica può essere importante per comprendere il passato attraverso le domande e l’interpretazione delle fonti. Sarebbe opportuno portare i ragazzi a visitare gli archivi, ma, poiché non sempre è possibile, è necessario creare archivi simulati in cui i documenti sono ordinati secondo le categorie archivistiche originali. Lavorare su e con le fonti permette all’allievo di mettere in campo le proprie conoscenze e idee, elaborare informazioni e attuare connessioni per risolvere il problema. 22 -Non esiste un’unica modalità di lavoro con le fonti ma esistono procedure da seguire: è importante spiegare agli studenti il concetto di fonte ed è importante che le fonti siano poi selezionate dall’insegnante sulla base dell’obiettivo didattico prescelto. Per far capire al bambino cos’è una fonte possiamo chiedergli di portare a scuola “tracce “ che ci aiutano a ricomporre la sua storia. 1Il percorso può iniziare dal nome e cognome del bambino. Conducendo un’indagine tra i membri della famiglia scoprirà date e luoghi di nascita, date di matrimoni e di morte che lo aiuteranno nella costruzione del suo albero genealogico. In questo modo il bambino si troverà a maneggiare documenti come il libro di famiglia contenente certificati civili, partecipazioni a eventi, lettere e fotografie. Usando inoltre internet e digitando il proprio cognome potrà ricavare informazioni della sua distribuzione territoriale geografica e della sua etimologia. (nell’albero possiamo decidere di inserire solo antenati paterni o solo avi noti, oppure creare un album di famiglia con foto e copie di documenti trovati durante l’indagine). Il bambino indagando il passato ricostruirà la sua storia e inizierà a conoscere se stesso. 2costruzione dell’ “albero degli incontri”: il bambino è sollecitato a pensare a persone importanti per lui che lo hanno aiutato in qualcosa di pratico. Questo metodo viene usato nelle classi in cui sono presenti bambini extracomunitari. Per loro risulta difficile cercare fonti della propria storia in quanto lontani dal paese di origine. Obiettivo: la storia è il risultato di incontri, sguardi, opinioni, azioni che possono aver contribuito alla nostra formazione. La storia ci aiuta nella conoscenza di noi all’interno della società. -Lavorare con le fonti significa: sviluppare nel bambino la capacità di selezionare e elaborare le conoscenze sviluppare nel bambino un approccio critico nei confronti della storia far comprendere al bambino se stessi e le problematiche della quotidianità E’ importante guidare il bambino e porsi due interrogativi quanto si utilizzano le fonti: 1.quali conoscenze ricavo dalle fonti che ho 2.quali conoscenze ottengo dallo studio di una fonte -Per intraprendere un processo di valorizzazione dell’allievo è necessario riconoscere che il soggetto è formato dal suo modo di vita. Sono importanti le relazioni, le emozioni, gli affetti dentro e fuori la scuola in quanto aiutano il bambino a definire la propria identità. E’ importante conoscere la storia, la cultura, il contesto sociale dell’allievo attraverso l’ascolto e il dialogo è possibile costruire il progetto di sé. Nella scuola l’ascolto è importante: chi racconta mette in mostra le proprie emozioni e i propri sentimenti chi ascolta conosce meglio se stesso e gli altri (oggi la scuola deve considerare le differenze personali e le particolarità di ogni bambino perché è da qui che deve iniziare il percorso formativo.) 25 -Il racconto autobiografico favorisce quindi l’incontro tra alunno e insegnante: l’alunno raccontando di sé condivide esperienze con i compagni e comunica le difficoltà incontrate all’insegnante l’insegnante motiva e aiuta il bambino a conoscere le sue competenze La scuola deve aiutare il bambino a diventare una persona capace: ovvero in grado di auto apprendere e auto formarsi. -Il metodo autobiografico indirizza lo studente verso una formazione permanente e continua in quanto insegna come elaborare informazioni o espressioni. Sarà poi il ragazzo che in età adulta sceglierà il proprio percorso di formazione. Dal punto di vista didattico: il bambino attraverso il racconto di sé e la raccolta di dati compie il lavoro dello storico. Dove non può ricordare usa testimonianze, osserva e ipotizza. Dal punto di vista educativo: emerge nel bambino l’importanza di raccontarsi, di sentirsi parte di un gruppo, di condividere esperienze (a questo serve il metodo autobiografico) (Educazione al progetto di se : abituare anche i più piccoli a riflettere sul passato e a renderli autonomi). -L’autobiografia è importante anche per: collegare la vita famigliare, scolastica, extra-scuola affrontare il percorso della storia personale. In questo caso le fonti vengono definite “evocatori” in quanto esercitano emozioni sulla memoria. Prima che io nascessi. Sul significato dell’insegnamento della storia nella scuola dell’infanzia La Storia è la comprensione dei fatti umani che si sono svolti nel passato, è la comprensione delle motivazioni che hanno spinto l’uomo ha comportarsi in un determinato modo in un determinato contesto. E’ importante che il bambino scopra il presente sulla base del passato. 1.I bambini della scuola dell’infanzia devono essere accompagnati nell’osservazione del passato a loro più prossimo al fine di notare le analogie con il tempo presente. 2.I bambini della scuola primaria possono condurre invece indagini su periodi storici più antichi anche se sarà difficile la reperibilità dei documenti. L’insegnante di storia deve stimolare nel bambino: l’interesse per il passato la comprensione dei valori della nostra società l’apprendimento delle situazioni attuali del proprio paese e del mondo la conoscenza cronologica la capacità di trovare, selezionare, valutare e interpretare documenti e eventi storici la ricerca di prove che avvalorino il proprio punto di vista la valutazione delle cause che sono alla base di un evento 26 Come entrare nel passato: un primo approccio al concetto di tempo Il concetto di tempo nasce ascoltando il passato. La comprensione del concetto stesso di conoscenza storica si crea quando stabiliamo una relazione personale con essa, è una conoscenza individuale che difficilmente scomparirà. -Il concetto di sequenza (tempo-storia) può essere spiegato ai bambini anche se difficilmente lo comprenderanno. I bambini infatti percepiscono solo trasformazioni che avvengono in un lungo arco di tempo in quanto l’idea che hanno del tempo è personale. Si possono comunque usare strategie didattiche per insegnare il concetto di sequenza temporale: discutere sull’ordine di un’attività (lavarsi-vestirsi) creare una sequenza della giornata scolastica stabilire una sequenza della giornata del bambino rispetto a un evento importante organizzare un gioco di sequenze promuovere uscite didattiche sul territorio: ordinare in sequenza edifici (moderno-antico) mostrare immagini di avvenimenti in relazione e chiedere quale viene prima costruire un cartellone a partire da queste immagini chiedendo cosa cambia se la sequenza delle immagini viene alterata 1Nella scuola dell’infanzia dobbiamo far riferimento al passato e ricollegarlo al presente in quanto i bambini riescono a relazionarsi solo con il passato a loro più prossimo (la loro data di nascita e quella dei genitori). 2Per i bambini di 8-10 anni la cronologia può comprendere un periodo più ampio includendo: fatti storici della propria località e nazione età più antiche (età egizia, sumera, babilonese, greca, romana, medievale). Il ragazzo potrà costruire una linea del tempo che potrà poi essere aggiornata aggiungendo informazioni. L’obiettivo è quello di indurre l’alunno a percepire una “scala” del passato e a confrontarla poi con la sua “scala” personale. Questo stimolerà il bambino a cercare nuove informazioni. 27 -E’ importante educare al patrimonio al fine di: promuovere una cittadinanza attiva promuovere una cittadinanza democratica per il dialogo interculturale promuovere una cittadinanza planetaria E’ importante che i cittadini attribuiscano un valore al patrimonio culturale: in questo modo si riconosceranno in esso. Il patrimonio è di tutti perché la storia è di tutti , per cui è importante stimolare la voglia di scoprire culture diverse dalla nostra e identità diverse. Il termine patrimonio: deriva dal latino pater: padre + munire: proteggere. Prima del XII secolo con il termine patrimonio si intendeva un bene che si trasmetteva ai figli Dopo il XII secolo con lo stesso termine si indica un bene materiale o immateriale connesso alle generazioni che ci hanno preceduto, da tramandare alle generazioni successive. Si intende quindi un bene comune. Proprio per questo il cittadino deve impegnarsi nella valorizzazione e tutela del patrimonio della città in cui vive (es. riabilitando gli antichi sobborghi attribuendogli un nuovo valore). Ambiente come bene comune. Una questione di responsabilità Insegnare l’identità terrestre significa entrare in contatto con la terra e l’ambiente, sviluppare un atteggiamento di responsabilità e solidarietà verso l’altro comprendendo che l’uomo è (oltre a un essere culturale) un essere naturale inserito in un ambiente che non deve dominare ma migliorare e comprendere. Ricordando che l’ambiente è un bene comune che va rispettato. Nel corso del tempo si sono riscoperti luoghi incontaminati e si è compresa l’importanza di attuare percorsi che permettano di avvicinarci alla natura senza danneggiarla : si cerca di preservare il patrimonio ambientale e rispettando gli ecosistemi e suoi valori. Quello che ci circonda diviene quindi un “bene paesaggistico”: formato dai beni naturali e dai beni che documentano le trasformazioni dell’ambiente attuate dall’uomo al fine di vivere in armonia con la natura. L’obiettivo è quello di essere cittadini attivi che difendano un bene comune e per fare ciò è necessario: 1.essere informati sui grandi temi del nostro tempo (cambiamenti climatici, inquinamenti della terra e dell’acqua, deserti e sovrappopolazione) al fine di trovare il giusto modo per affrontarli 2.rispettare l’altro, le diversità culturali, idee e opinioni 3che l’uomo sia consapevole di poter vivere in un modo diverso rispetto a quello attuale Oggi è evidente come i comportamenti umani e ambientali siano cambiati negli ultimi decenni con conseguenze sui meccanismi di trasformazione di cultura in quanto gli adulti, che pur hanno vissuto nel bel mezzo della trasformazione, sembrano aver dimenticato i vecchi comportamenti, mentre i giovani non possono pensare a quel passato dato che non l’hanno vissuto. 30 Ma qual è allora il futuro che ci aspetta? Es. consumo del pane: il pane è un bene prezioso dato che molti non lo possiedono, anche se oggi molti altri lo sprecano. Dopo il boom economico il pane ha iniziato infatti ad essere un bene superfluo. E’ necessario un cambiamento: è importante abituare i bambini ad affrontare i problemi quotidiani facendoli allontanare dai comportamenti sbagliati usati solo con la riflessione i bambini potranno assumere sane abitudini. Per cambiare è necessario agire: tutelare il nostro passato e promuovere educazione alla cittadinanza attiva. Per fare ciò sarebbe opportuno portare i bambini alla scoperta dei segni che l’ambiente offre per comprendere la storia dall’attualità e spiegare quella passata partire dalla storia personale per poi trattare la storia più prossima e le problematiche del mondo. Il passato non è più estraneo in quanto vi si rintracciano le basi dell’attualità. E’ importante oltre che porre attenzione al tempo e allo spazio, coinvolgere gli alunni in attività che stimolano il loro interesse, usare i vari linguaggi come racconto e visite guidate discostando il bambino dal libro e rendendolo un soggetto attivo in questo modo acquista consapevolezza che a ogni fenomeno attuale si collega a un fatto antecedente. E’ importante sviluppare nel bambino la speranza di un futuro migliore: l’uomo deve comprendere la società del passato e sulla base di quella anche la presente. E importante ricostruire le vicende personali del bambino e sulla base di quelle acquisire conoscenze storiche, così com’è importante evidenziare i legami fra passato e presente. Lo studente può condurre indagini sugli edifici scolastici e sugli ambienti circostanti che aiutano a ricostruire la loro evoluzione e la loro storia per poi leggere situazioni e immagini del territorio, quartiere e città. Ciò è utile ad apprendere il significato e la classificazione delle fonti. Partendo da segni e impronte evidenti sarà poi opportuno cercare altre forme di testimonianza. E’ bene sottolineare poi che non tutti gli interrogativi troveranno risposte, ma, l’indagine sarà comunque importante in quanto svilupperà uno studente attivo che fa storia e che non la subisce. Il territorio per l’apprendimento della storia Lo studio del proprio territorio è indispensabile in quanto tramite questo è possibile trovare punti in comune con le generazioni passate. Ma territorio e paesaggio si equivalgono? No. Territorio -per parlare di territorio deve essere presente un elemento prevalente che lo designi (un centro, una specifica area geologica o geografica -il territorio è ciò che si vede, è uno spazio circoscritto senza determinazioni di tempo Paesaggio -è un concetto più astratto di territorio -il paesaggio è ciò che si osserva in relazione ai suoi caratteri, è uno stadio provvisorio di un processo evolutivo di organizzazione dello spazio, legato al concetto di tempo 31 L’interesse per la tutela dei beni culturali dipende dalla conoscenza storica della società, dalle istituzioni e dalla diffusione della conoscenza da parte dei professionisti della materia. E’ importante valorizzare i beni culturali e storici come le risorse, anche se le politiche culturali attuate oggi non hanno avuto questo obiettivo. E’ opportuno perciò che tutti studino la storia delle città per conoscerne il patrimonio artistico e tutelarlo. -Nelle scuole potrebbero nascere percorsi didattici volti al censimento del patrimonio storico, artistico e culturale (cittadinanza attiva). Già dalla scuola dell’infanzia e, in seguito, da quella primaria è importante far comprendere i problemi della vita umana (spreco delle energie – difesa dell’ambiente) e far capire l’importanza dell’azione umana. Il modo migliore per spiegare ciò è ricorrere all’utilizzo della storia. Per una didattica della storia inclusiva La scuola deve garantire un apprendimento che: 1tenga conto delle particolarità del singolo attraverso processi: individualizzati: ovvero strategie didattiche usate per il raggiungimento di certe competenze personalizzati: con lo scopo di valorizzare le potenzialità del singolo 2tenga conto dei bisogni, interessi, emozioni del bambino al fine di favorirne la crescita Didattica inclusiva tutti devono partecipare a tutte le attività scolastiche; la scuola deve tener conto dei bisogni e delle differenze tra gli alunni, ricorrendo a forme di attività didattica diverse che mirino al raggiungimento degli stessi obiettivi (bambini disabili che attraverso percorsi personalizzati raggiungono gli stessi obiettivi della classe). 1DSA: disturbi specifici dell’apprendimento. In questo caso, in età scolare, i bambini non sviluppano alcune abilità come leggere, scrivere e fare calcoli. I bambini non hanno però diritto a un’insegnante di sostegno, ma solo a strumenti didattici e tecnologici come registratori e calcolatrici. Quali strategie didattiche usare per insegnare loro la storia? ricorrere a immagini, schemi, video, mappe concettuali (no alla lezione tradizionale) 2CAA: comunicazione Aumentativa e Alternativa descrive le modalità di comunicazione che possono facilitare e migliorare la comunicazione. Aumentativa: in quanto non sostituisce ma ampliale possibilità comunicative naturali della persona Alternativa: in quanto usa modalità di comunicazione diverse da quelle tradizionali 3Strategia educativa della “Pear Education” (educazione alla pari): “è una metodologia che favorisce l’attivazione di un processo spontaneo di passaggio delle conoscenze, emozioni, espresse da un membro di un gruppo a un altro membro”. In pratica si basa su giovani che guidano in attività educative altri giovani condividendone l’età, interessi o background. In questo modo si sviluppa un dialogo e un confronto di idee. (questa strategia viene attuata all’inizio dell’anno quando i ragazzi più grandi accolgono nella struttura scolastica i più piccoli, durante le assemblee..). 32 Ecomuseo: la comunità si impegna a prendersi cura del territorio, a comprendere i problemi, le potenzialità e lo stato di questo. Infatti il territorio non viene percepito solo come spazio fisico, ma come luogo in cui l’uomo si relaziona con la natura, dove si sviluppano i sapere, tradizioni e linguaggi ovvero il patrimonio immateriale (il luogo in cui l’uomo si identifica, ricco di significati e valori). La Convenzione Europea (2000) ha parlato di paesaggio come bene collettivo da salvaguardaree valorizzare in quanto parte del patrimonio culturale. Curare il proprio territorio è un diritto\dovere del cittadino Alla base però deve esserci la “coscienza del luogo” Ovvero la consapevolezza da parte dei cittadini del valore patrimoniale dei territori Le mappe di comunità per costruire una cittadinanza attiva in Italia Nuove idee introdotte dal movimento culturale della nuova museologia Vengono rivalutati gli aspetti i contesti rurali non vengono ordinari della vita quotidiana più visti come i soli detentori (non ci si interessa solo ad aspetti della tradizione (rivalutazione culturali curiosi o insoliti) delle città: tracce della tradizione) nuove forme di partecipazione viene screditata la conservazione diretta dei cittadini al di fuori dei luoghi di origine, valorizzando quella nei luoghi di origine In Italia Drugman diffonde le idee legate alla nuova museologia, rivisitandole: secondo lo studioso la museologia può aiutare i popoli a trovare la loro identità culturale in una società moderna in continua trasformazione. Il museo diviene quindi un punto di aggregazione dei cittadini, la loro casa comune. La realizzazione di ecomusei non è stata facile: -a causa del difficile recupero di oggetti, come vestiti, giochi, utensili che spesso venivano gettati in quanto considerati senza valore -in quanto gli individui sono impegnati nel lavoro e non hanno tempo per il volontariato -a causa della carenza di risorse economiche e umane= tempi lunghi Perché gli ecomusei sono arrivati in Italia in ritardo? A causa della storia del paese, in quanto, al fine di raggiungere l’Unità Nazionale vennero adottate politiche culturali di svalutazione delle diversità presenti nei territori. I musei istituiti nel XII secolo miravano al recupero della memoria storica e dell’identità della nazione. Oggi invece si cerca di valorizzare le identità locali. Oggi sono stati riconosciuti 4 diversi tipi di musei: 1Museo-Collezione: formato dagli oggetti tradizionali di uso comune considerati patrimonio in quanto legati a un territorio 2Museo di Cultura e materiale e mestieri: vengono valorizzati le attività tradizionali 3Museo dell’ambiente: attenzione agli aspetti ecologici e geografici del territorio (recupero di siti archeologici). 4Museo delle genti: rappresenta la vita rurale delle comunità e degli stili di vita Oggi gli ecomusei sono soprattutto diffusi nel nord e centro , in cui viene promossa l’identità territoriale di ampie aree e meno al sud, dove viene promossa la tradizione locale. 35 Mappe di comunità -includono mappe culturali, percettive, recitative, filmiche e parish maps -nascono in Inghilterra negli anni 80 dall’associazione Common Ground con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale coinvolgendo le comunità locali L’associazione Common Ground ha usato il termine “parish” con l’accezione di piccola comunità in grado, attraverso il rapporto con il suo territorio, di produrre una propria cultura e identità. Ground: Al fine di aiutare le comunità locali a individuare e apprezzare il proprio patrimonio definisce i principi del Local Distinctiveness : Local in quanto basato su persone e territorio Distinctiveness in quanto si tiene conto delle particolarità di ogni territorio Il carattere distintivo di un territorio dipende da diversi aspetti: Oggi con il “globalismo” (tendenza che sulla base di nuove tecnologie ha avvicinato paesi diversi e lontani in un sistema unitario) si assiste a un impoverimento dell’idea di luogo a causa della scarsa conoscenza del territorio -Questo influisce sulla vita delle persone per cui le mappe possono essere importanti per tutelare la specificità dei territori documentando il territorio in un preciso momento storico -Nel progetto della Common Ground “Parish maps”: è stata posta attenzione sui tratti distintivi dei territori, basati sui saperi della comunità del luogo. Sono state prodotte 66 mappe, successivamente esposte in un museo, mentre le loro copie poster sono state vendute. dal dettaglio: della particolarità: dalla patina del tempo: un elemento che acquista un significato per la comunità che vive in quel luogo (perdita di un albero= senso di smarrimento) un elemento speciale o insolito che da al luogo un significato scelto dalla comunità (modo di costruire i muri) segni lasciati sul territorio dalle società che si sono succedute 36 Costruire una Mappa di Comunità. I tempi e gli spazi Le mappe esprimono interazione fra natura e cultura. Nella realizzazione di una mappa è importante tener presente delle diversità, del territorio e dell’esistenza del territorio nella continuità. Passi per costruire una mappa: 1. definire obiettivi e motivazioni del lavoro mappa 2.presentare l’iniziativa per coinvolgere la comunità locale 3.formare gruppi di lavoro e assegnare ruoli 4.identificare l’area e le tematiche oggetto della mappa 5.cercare informazioni sull’oggetto della mappa 6.analizzare i risultati della ricerca e discuterne 7.elaborare le mappe con tecniche ritenute idonee 8.presentare la mappa alla comunità La realizzazione di una mappa: -porta alla riscoperta di luoghi trascurati che vengono quindi rivalorizzati e che andranno a far parte del patrimonio locale -permette la collaborazione di individui diversi (per età, sesso, religione, status) che lavorano per un fine comune. Attraverso il confronto con l’altro si potranno modificare le proprie idee e ampliare le proprie conoscenze. Importante è soprattutto la collaborazione fra generazioni diverse portatrici di valori e tradizioni diverse in grado comunque di dialogare. Per la realizzazione di una mappa serve tempo (mesi-anni) perché: -ci sono tante aree da analizzare -i cittadini non sono sempre disponibili al volontariato -si deve dar tempo all’individuo per riflettere sull’iniziativa -possono verificarsi imprevisti che ci portano alla fase precedente Per tutto questo è importante mantenere vivo l’interesse dei partecipante al fine di non annoiarli. Conoscenze e competenze interdisciplinari: un dialogo tra le discipline Le mappe nascono dall’intreccio di più saperi, soprattutto geografici e storici. Tutti, popolazione, tecnici e amministratori mettono a disposizione le proprie conoscenze urbanistiche, letterarie, storiche.. per la costruzione di una mappa e quindi per costruzione dell’identità dell’ecomuseo. La mappa posta nell’ecomuseo e quindi consultabile, diventa testimonianza dei cambiamenti avvenuti nei territori, nella comunità e nel patrimonio culturale. Le funzioni della mappa: la mappa non serve solo per orientarsi nei territori come fosse una carta geografica. 37 Si può studiare la propria famiglia ricostruendone la storia attraverso: -genealogia e archivio familiare -raccolta di ricette di cucina della famiglia Si può anche studiare la storia locale con attività volte a comprendere: -gli effetti locali dei fatti nazionali -la storia delle istituzioni, associazioni, dell’artigianato -la vita dei personaggi politici locali Le interviste sono utili soprattutto quanto non sono costrette a sottostare a schemi: quando ci si pone in ascolto di racconti “senza fine”. Anche le modalità di indagine tradizionali possono dimostrarsi utili: come per esempio la ricerca in archivio che può essere stimolante. -dopo aver raccolto il materiale questo viene condiviso e discusso nei gruppi di interesse si riflette sulle conoscenze emerse che formano il sapere comunitario attraverso metodologie capaci di stimolare la partecipazione come il brainstorming (intuizione tramite parole chiave) e il rele playng (gioco di ruolo). -l’ultimo passo consiste nel rappresentare il lavoro di ricerca per presentarlo alla comunità attraverso mappe, video, spettacoli, siti web, riviste. I “QUADRI DI CIVILTA’” Un viaggio attraverso il tempo Concetto di “quadro di società” si intende la descrizione della società sulla base dei suoi elementi costitutivi quali: -ambiente in cui la società si sviluppa -rapporti sociali - tecnologie e risorse prodotte -usi, credenze, cultura, religione VS Concetto di “quadro di civiltà” si intendono le caratteristiche di un gruppo umano in un preciso contesto spaziale e temporale. Gli elementi fondamentali sono: 1.cornice temporale: 2.cornice spaziale: delimita una fase evolutiva racchiude un gruppo umano entro confini della storia ed evidenzia etnici, fisici o culturali ed evidenzia gli aspetti e i caratteri del gruppo i caratteri durevoli di quel gruppo umano in un preciso tempo Gli “indicatori” usati per descrivere il quadro della civiltà sono: -il tempo e il luogo (quando e dove) -l’organizzazione sociale e politica -la vita quotidiana -la religione e l’arte -la tecnologia, le costruzioni e le invenzioni -la lingua -l’incontro con altri popoli 40 Gli indicatori, poiché familiari al bambino, lo aiuteranno a scoprire e conoscere la storia dei popoli. Questa metodologia didattica incoraggia le interazioni in quanto si lavora in gruppi e si confrontano le idee. Gli strumenti usati sono: enciclopedie, testi storici, cd rom e internet Raccolte le informazioni si costruisce con gli indicatori approfonditi (al fine di condividere le conoscenze acquisite) -una mappa mentale -una mappa concettuale di una civiltà -poster che permette la visione globale di più informazioni sparse nel testo -poster che mette in relazione gli aspetti di un popolo -mappa che stabilisce paragoni con gli altri quadri di civiltà si cerca di scoprire somiglianze e differenze fra le diverse organizzazioni sociali per far comprendere che le società evolvono. LA CONOSCENZA STORIA PER UNA CITTADINANZA ATTIVA E RESPONSABILE La democrazia si impara. Per una didattica della cittadinanza attiva -Oggi si parla sempre più spesso di “educazione alla cittadinanza”; sono stati prodotti libri e gli insegnanti di ogni grado sono stati invitati a partecipare a convegni in cui si discute di problemi legati alla cittadinanza. -Si parla poco dei progetti attuati che hanno contribuito alla nascita dell’educazione civica: ad essere cambiato è il modo con cui i cittadini partecipano alla tutela del loro territorio, in quanto considerati parte integrante della loro comunità (cittadinanza attiva). Conoscenza e partecipazione sono connesse alla dimensione della democrazia, intesa come progetto e processo storico, politico e culturale. La democrazia non è però un fenomeno universale e lo vediamo in quanto una parte del mondo non ha accesso al cibo, all’istruzione, non ha libertà di pensiero e di espressione (questo è evidente con le continue migrazioni). La cittadinanza è quindi intesa come esercizio il cittadino agisce in quanto tale realizzando un’azione culturale collegata alla dimensione identitaria. Essere cittadino significa partecipare alla vita della città e quindi occuparsi di politica. Oggi il termine “Politica” viene considerato negativo soprattutto dai giovani, è importante invece considerare il termine sin dalla scuola dell’infanzia, inteso come “partecipazione ai problemi della vita pubblica”: significa impegno politico L’educazione alla cittadinanza in Italia La scuola iniziò a interessarsi ai temi della cittadinanza nel 1958: con la pubblicazione del decreto che introduceva il concetto di educazione civica basata sulla collaborazione tra scuola e vita Negli anni 70: nacquero nuovi progetti didattici il cui obiettivo era far acquisire i valori della Costituzione, celebrando i momenti più importanti per la fondazione della Repubblica; tra gli insegnanti iniziò a svilupparsi l’idea dell’importanza di una formazione globale del bambino e dell’educazione alla cittadinanza. 1979: fu pubblicato un decreto che assegnava alla scuola media il compito di formare l’uomo e il cittadino attraverso l’insegnamento di eventi storici e geografici. 1985: si inizia a ritenere importante la formazione del cittadino sin dalle scuole elementari, basata sui principi della Costituzione e sulla dichiarazione internazionale dei diritti dell’uomo e del fanciullo (tutti hanno uguale dignità sociale difronte alla legge). 41 1996: nei Programmi di insegnamento di Educazione Civica si parla della formazione del bambino basata su una cultura costituzionale 1998: Il Ministero della Pubblica istruzione invitò gli insegnanti a trattare fatti storici recenti come le deportazioni, l’olocausto e le leggi raziali, mentre il Ministro per i beni e le attività culturali incoraggiò progetti al fine di sviluppare la conoscenza del patrimonio culturale. -Negli stessi anni nacque un dibattito: ci si chiedeva se fosse giusto insegnare o meno la storia più recente; il problema venne risolto dal Decreto Belinguer che delegò l’insegnamento della storia del 900 all’ultimo anno delle Scuole Superiori. (sarebbe opportuno insegnare la storia partendo dal presente e stimolare gli alunni a cercare informazioni sulla storia passata). Alla fine degli anni 90: i vari Stati iniziarono a concepire l’importanza di diventare una comunità; nel 2000 infatti venne promulgata una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea in base alla quale vennero mette in atto nuove iniziative educative. 2000: I capi di Stato facenti parte dell’Unione Europea si impegnavano, nel Consiglio Europeo di Lisbona, a costituirsi come un organismo economico in grado di offrire lavoro ai cittadini entro il 2010 in più si riconosceva l’importanza di una formazione del cittadino attraverso l’istruzione e della cittadinanza attiva. 2004: In Italia il ministro dell’Istruzione Laura Moratti firmò il decreto di legge che introduceva l’educazione alla convivenza civile, non tenendo conto però che nella scuola primaria non veniva insegnata la storia contemporanea, moderna e medievale e quindi sarebbe stato difficile educare al patrimonio locale. 2008: il ministro dell’Istruzione Gelmini firmò una riforma volta a coinvolgere le scuole nella partecipazione a progetti didattici (mai applicata) 2012: E’ stato rivisto il curricolo della scuola dell’infanzia e primaria in cui si affermava l’importanza della cittadinanza attiva, ma ribadendo che l’insegnamento di storia nella scuola primaria riguardava solo dalla comparsa dell’uomo sulla terra fino alla tarda antichità. Com’è possibile educare alla cittadinanza attiva senza poter trattare della storia contemporanea e della nascita dei principi della vita sociale? Per educare alla cittadinanza nei 5 anni della scuola primaria è opportuno: -far conoscere le tappe che hanno portato alla formazione politica, economica e sociale del cittadino -far conoscere i testi e le norme del periodo antico e quelle più recenti Educare alla cittadinanza quindi non significa trattare superficialmente i temi e i principi della Costituzione, ma far aprire i bambini al dialogo e alla ricerca al fine di creare individui consapevoli. 42 Questo progetto favorisce l’impegno civile dei giovani contrastando la mancanza dei valori affermata da Galimberti. Cittadinanza: non è solo un insieme di diritti e doveri, ma è dialogo, confronto, informazione sulla vita dei cittadini. La scuola è importante per sviluppare nel ragazzo il concetto di cittadinanza attiva e quindi di educazione politica. 2Progetto “La comunità educante di Concittadini” -Progetto ideato dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna che da diversi anni si interessa i temi di educazione alla cittadinanza con lo scopo di contribuire alla formazione di cittadini responsabili coinvolgendo gli studenti al dialogo con persone che rappresentano l’istituzione. -L’Assemblea cooperando con enti locali e con la società ha realizzato una comunità di persone che mirano ad avvicinare giovani e territori al fine di creare cittadini consapevoli di poter agire sul proprio territorio. -L’Assemblea accompagna i giovani, di età compresa tra i 6 e i 18 anni, nella riflessione di temi come memoria, diritti, legalità e patrimonio con l’obiettivo di confrontarsi, dialogare, far circolare le informazioni e socializzare. -Ciascun progetto viene così realizzato sulla base degli interessi, del patrimonio, del punto di vista del gruppo dei ragazzi che se ne occupa. Ecco che tutti sono invitati a ricercare informazioni e risorse dal proprio territorio. 3Progetto “Se solo i petali volassero” -è una docu-fiction realizzata da una classe superiore bolognese, il cui obiettivo era quello di cercare informazioni e comprendere gli effetti che l’amianto ha avuto sulla vita degli individui e sull’ambiente. -Il progetto è stato autofinanziato dai ragazzi che hanno provveduto a ricavare denaro organizzando feste e cene e attraverso la vendita di un cd musicale da loro realizzato. -con il ricavato si sono recati all’Officina grandi riparazioni di Bologna e a Casale Monferrato per intervistare ammalati di amianto, parenti delle vittime e lavoratori superstiti. -Gli studenti hanno letto libri per documentarsi e hanno incontrato il Senatore Casson con il quale hanno parlato di ambiente, lavoro e salute. -Tornati a Bologna, gli studenti hanno incontrato medici, ricercatori e lavoratori delle Officine grandi riparazioni. -Hanno poi somministrato un questionario ai cittadini ponendo loro domande che attestassero la loro conoscenza sull’argomento e il loro livello di preoccupazione. -Il progetto è andato avanti ed è stata aperta anche una pagina facebook dalla quale seguire il suo sviluppo. 4Progetto “Un passamano per San Luca” -Il progetto fa riferimento all’episodio della Storia della Basilica di San Luca: nel 1677 si dovette affrontare il problema del trasporto dei materiali che servivano per la sua costruzione, data la mancanza di strade carrabili. -La soluzione fu quella di creare un passamano di cittadini -Ogni anno, a Ottobre, l’episodio viene ricordato creando una catena formata da bambini e adulti che si passano di mano in mano le bandiere del mondo, che vengono poi piantate nella piazza davanti alla Basilica. -Questo è il risultato di varie attività didattiche a completamento di un lavoro collettivo di studio del territorio e del patrimonio condiviso (esempio di cittadinanza partecipata alla vita pubblica) 45 L’importanza di coinvolgere, attivare e responsabilizzare in un’ottica globale e interculturale L’autonomia di pensiero è data da azioni volte alla conoscenza e alla responsabilità; per rispettare e valorizzare il patrimonio è infatti necessario conoscerlo e apprezzarlo. Educare alla città significa conoscere il proprio territorio di origine, le agenzie formative e informative e il rapporto fra mondo locale e mondo globale. Questo perché ciò che accade nel mondo influenza tutti e perché, dall’altro lato, ogni persona è responsabile del futuro del mondo. Solo con l’aiuto di tutti si potranno trovare soluzioni ai diversi problemi dell’umanità. -Gli alunni si sentiranno quindi cittadini globali: avranno la responsabilità di costruire un mondo vivibile per le prossime generazioni. Riflessioni conclusive. L’educazione alla cittadinanza. Un investimento per il futuro -L’Educazione alla cittadinanza deve essere praticata all’interno dell’ambito scolastico, attraverso la riflessione con noi stessi e con gli altri. I genitori devono lasciare i figli liberi di capire e conoscere, comprendere i legami tra il passato e il presente e realizzare progetti futuri basati sull’eredità del passato. -Solo attraverso la partecipazione, i giovani comprenderanno il concetto di democrazia. -Per educare alla cittadinanza, alla conoscenza dei nostri diritti e doveri, per rispettare culture e tradizioni diverse occorre contare sul dialogo fra scuola e territorio (enti locali). -Nella società di oggi occorre educare alla convivenza favorendo lo sviluppo di identità aperte: ogni alunno sarà responsabile sia come cittadino locale che come cittadino del mondo. PARTE 3 COMUNICARE LA STORIA GENERI STORIOGRAFICI TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE Il racconto della storia nel tempo La storiografia comprende tutte le forme e i modi di interpretare, trasmettere, studiare, raccontare un fatto accaduto. Occorre ricordare che la Storiografia è soggettiva, parziale e provvisoria, questo perché la ricerca e l’esposizione di quanto accaduto dipende dalle interpretazioni personali influenzate dal clima culturale e politico. Compito degli storici: è quello di fornire esposizioni attendibili e fondate anche se queste saranno inevitabilmente influenzate dalle correnti di pensiero ,dal clima in cui sono state prodotte e dalle esperienze personali dello storico. Il problema di conoscere la storia è dato dalla mancanza di qualità e quantità delle fonti, del loro uso e della loro interpretazione è importante comprendere le metodologie e le strategie usate per condividere la conoscenza storica. Nel corso del tempo il racconto della storia è cambiato proprio per la diversa capacità di usare le fonti e per le diverse forme adottate per comunicare le conoscenze apprese. 46 Profilo di Storia della Storiografia. L’Antichità Nelle culture antiche (gruppi protostorici, civiltà mediorientali, transoceaniche e mediterranee) con il racconto della Storia si tramandavano: -miti relativi all’origine dell’identità collettiva -fatti realmente accaduti dai quali trarre insegnamenti: questo perché i popoli avevano una concezione circolare del tempo, per cui la Storia insegnava a non commettere più gli stessi errori Chi aveva il compito di trasmettere la conoscenza dei fatti (storico) aveva infatti lo scopo di far emergere l’insegnamento della Storia. C’era inoltre una grande attenzione ai personaggi, eroi di mentalità e condizione sociale superiore rispetto al popolo, e alle loro gesta, le quali venivano scelte solo se meritevoli di essere tramandate quindi solo se basate su fatti realmente accaduti. Da qui nasce l’importanza di tramandare il vero, di ricostruire eventi basati su una documentazione derivata da una testimonianza diretta, da un’analisi delle fonti e dalla conoscenza delle dinamiche politiche. Tra VI e V sec a.c si era sviluppata la Storiografia Greca ponendo in primo piano le vicende del popolo greco e le relazioni con il mondo persiano III sec a.c Roma iniziò a sentire l’esigenza di esaltare il proprio passato attraverso l’indagine storica e la sua divulgazione. Erodoto di Alessandria, il più grande storico, scrisse “le Storie”: opera in cui individuava le cause della guerra tra città greche e Impero Persiano in prospettiva storica ovvero mettendo in discussione i racconti dei suoi predecessori. L’uso del termine “historia” ci permette di comprendere che per la realizzazione dell’opera l’autore realizzò una vasta indagine, servendosi di notizie geografiche, resoconti di viaggi, avvenimenti e prendendo le distanze dall’oralità dei Greci. La sua ricerca è razionale in quanto, pur inserendo nel suo racconto miti, lo scopo è quello di tramandare una memoria collettiva. V sec a.c l’ateniese Tucidide scrisse “le Storie”: opera che trattava i primi 20 anni della guerra del Peloponneso e le cause del conflitto. Anch’egli cercò di ricomporre i fatti reamente accaduti, rifiutando il favoloso e il soprannaturale (riprese solo i discorsi fittizi, cercando di estrapolarne il senso) Ricordiamo poi: -“le Storie” di Senofonte, il quale creò altri generi storiografici: la memorialistica militare, la biografia romanza e agiografica e la biografia encomiastica -“le Storie Filippiche” di Teopompo il quale pose al centro della storia la personalità del re della Macedonia, Filippo II, inaugurando il genere della biografia storica e il genere dell’epitome (riassunto di un’opera a scopo didattico). La fase più antica della storiografia ellenica: era basata sulle gesta di Alessandro Magno, sul suo impero e sulle conseguenti monarchie greco-macedoni. Venivano usati per la narrazioni vari artefici come colpi di scena e peripezie che emozionavano i lettori. Gli annalisti romani della prima generazione: Quinto Fabio Pittore e Cincio Alimento basarono i loro testi storiografici sugli Annales Maximi, ovvero cronache dei pontefici che ogni anno venivano affisse per informare i cittadini dei principali fatti, usando la lingua greca. Marco Porcio Catone, con la sua opera “Origines” fu il primo a usare la lingua latina in un’opera storiografica. 47 Braudel introdusse la Storia Quantitativa: le virtù quantitative del fenomeno erano messe in relazione con lo sviluppo economico e democratico. Anni 60 In Italia, Ginzburg, Levi e Grendi fondarono la Microstoria, il cui obiettivo era quello di ricostruire le mappe mentali, i costumi e gli atteggiamenti comuni del passato basandosi sullo studio delle singole personalità presenti. 1989 si formò il movimento Americano della “New cultural History” ispirato al titolo di un libro al quale avevano contribuito vari studiosi che trattava la storia della Francia. Con il termine “Nuova cultura storica” si intende un filone di studi nato nel XX secolo che aveva posto attenzione alle innovazioni introdotte dagli studiosi del passato e ai contesti culturali, come la mentalià, le credenze e usanze di popoli antichi e moderni. LA STORIA, TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE Una storia da manuale La conoscenza della storia non può essere considerata fine a se stessa, questa infatti è importante per comprendere il presente e per promuovere progetti futuri. Anticamente ai bambini veniva insegnata storia nel primo ciclo scolastico con lo scopo di fargli acquisire quei concetti che li avrebbero resi perfetti cittadini del tempo appartenenti a una comunità Nazionale. La storia generale in quanto astratta appare difficile da comprendere per i bambini, cosi come comprendere concetti e dimensioni del passato. Risulta comunque indispensabile riuscire a superare questo problema in quanto è necessario avvicinare i bambini alle problematiche attuali come: la globalizzazione, la convivenza, i conflitti etnici.. e l’unico modo per farlo appare proprio attraverso la storia. E’ necessario quindi cercare strumenti e metodologie che consentano al docente di insegnare la storia sin dalla scuola primaria, ma non è semplice: il metodo tradizionale di raccontare storia, usando il libro rischia di annoiare lo studente. Per cui, dato che l’obiettivo di far conoscere la storia è comprendere il presente è opportuno che i ragazzi trovino nel presente degli stimoli. Si è compreso che il principale problema è il distacco fra contenuti scientifici e strumenti divulgativi dovuto alla formazione degli insegnanti. Anche nelle Università si tende a trascurare l’intercomunicazione con il resto della società e gli insegnanti di materia storica insegnano la propria materia d’esame trascurando il problema della didattica. Qual è allora il giusto metodo? Nel 1-2 grado di scolarizzazione non si parla di apprendere la storia, ma di preparare il bambino all’insegnamento della storia che avverrà successivamente. Sin dal 900 è stato usato il sussidiario nella scuola primaria: inizialmente questo era destinato agli insegnanti e conteneva nozioni e norme con testi domanda-risposta senza illustrazioni; successivamente i sussidiari hanno iniziato a essere usati anche dagli alunni diventando ricchi di immagini. Rispetto al XX sec: si è compreso che i libri di storia non esprimono verità assolute, ma sono frutto dell’interpretazione dell’autore del testo. (nei sussidiari non viene mai detto che i documenti presentati non sono oggettivi ma scelti da un autore). Quindi il manuale di storia traccia una sintesi degli eventi del passato proposti secondo un approccio storiografico: i ragazzi sono posti davanti all’interpretazione dei fatti da parte degli storici, quindi fatti non oggettivi. 50 Gli strumenti della valutazione dei sussidiari e manuali Nei sussidiari della scuola primaria viene fatta una distinzione fra Sapere umanistico: storia e geografia e Sapere scientifico: matematico, informatico, scientifico L’uso del sussidiario è importante per lo studio della storia in quanto favorisce la memorizzazione attraverso un linguaggio appropriato (giusta terminologia) anche se non è sempre così. Anche se la storia ha uno spazio minore della geografia entrambe sono formate da un testo scritto e iconografico. La raffigurazione storiografica ha il compito di catturare l’attenzione e integrare la parte verbale. Per analizzare un libro di testo è necessario tener presente: * 1. giustificazioni stimoli alla conoscenza del passato 2. terminologia 3.contenuti 4.esposizione 5.uso di cartografia e iconografia 6.proposte operative Ci sono inoltre 4 gradi di valutazione: 0 = assente\1= insufficiente\2 =sufficiente\3= buono/ 4 = ottimo Dato che il sussidiario è uno strumento didattico usato dall’insegnante per stimolare la conoscenza del passato, sono stati selezionati dei parametri per verificare quanto i manuali siano aggiornati, coerenti e di qualità. Requisiti fondamentali 1.cura dell’efficacia didattica 2.competenza metodologica 3.aggiornamento di contenuti 4.chiarezza espositiva 5presenza di riferimenti a fonti e dibattiti 6utilità e adeguatezza di cartografie e iconografie 7efficacia delle proposte operative Modalità di verifica: Lo strumento seleziona parametri di verifica dei suddetti requisiti, mediante 24 elementi di valutazione suddivisi in 6 settori tematici. Va poi aggiunta alla somma dei voti di verifica e alla loro media, una valutazione generale sull’efficacia, pertinenza e coerenza. Sezioni e argomenti di cui verificare presenza e qualità* 1Giustificazioni e stimoli alla conoscenza del passato (connessioni fra passato e presente per far percepire la storia passata più vicina) Valutazioni -pertinenza delle argomentazioni -chiarezza espositiva -coerente svolgimento delle premesse nel contesto del manuale 51 2Terminologie, distinzioni ed elementi basilari per lo studio della storia (precisare il significato per non creare equivoci) Gli argomenti che devono essere trattati sono: -relazione tra fatti, interpretazioni e conoscenze -fonti delle ricerche e delle conoscenze -cronologia (durata e portata di eventi, costanti e varianti, periodizzamento etc) 3Contenuti e trattazioni Valutazioni -affrancamento da visioni globali di carattere ideologico e religioso -ricerca di rapporti fra eventi, fenomeni, trasformazioni -ampiezza di orizzonti spazio-temporali -attenzione per temi guida e concetti generali (territorio, società, vita quotidiana) -collegamenti interdisciplinari -saggi di approfondimento -aggiornamento dei contenuti 4 Esposizione Valutazioni -Comprensibilità -Distinzione fra fenomenologia e eventi -Equilibrio fra nozioni e conoscenza generale 5Corredo cartografico e iconografico Valutazioni -adeguatezza della cartografia -abbondanza, pertinenza e qualità dei disegni e delle foto -pertinenza di tabelle 6Proposte operative -questionari sugli argomenti svolti e di attivazione delle capacità interpretative e di sintesi -stimolazioni multimediali alternative Questi criteri sono stati usati da ricercatori dell’Ateneo di Bologna per verificare la validità dei sussidiari: -nessuno dei sussidiari cercava di stimolare i giovani all’apprendimento della storia (questo compito veniva delegato all’insegnante) probabilmente perché si riteneva che i bambini amassero la storia o capissero da soli l’importanza di apprenderla. In realtà la mancanza di stimoli è stata poi notata in classe, in quanto i bambini sono apparsi sempre annoiati e demotivati quando si cercava di avvicinarli alla storia. Inoltre, è stato notato, che i libri hanno ancora un’impostazione tradizionale di storia- racconto che i bambini sono tenuti a imparare. I libri quindi non cercano di stimolare l’apprendimento del bambino, di avvicinarlo alla ricerca, alla riflessione e alla formazione di ipotesi. Il compito della storia però non è quello di far imparare a memoria date e eventi, ma dare una conoscenza storica dei fenomeni quotidiani, far riflettere sulla realtà considerando le vicende personali, sociali e politiche e sviluppando la capacità di autocritica. 52 1970: nasce la corrente del Revisionismo ad opera di De Felice e Nolte. Nolte scrive un articolo in cui afferma che i crimini nazisti sono una copia del modello di sterminio asiatico: per cui comparando i tedeschi agli asiatici è come se giustificasse le azioni tedesche. Egli ha usato la storia piegandola al proprio punto di vista (facendone un uso proprio). -Un altro filosofo tedesco parlò allora di “uso pubblico della storia”, denunciando le forme di strumentalizzazione della storia. -Anche oggi la storia viene spesso strumentalizzata da giornalisti e romanzieri, i quali cercano di diffondere convinzioni errate. Bloch: studia l’antropologia storica attraverso la sua opera “ i re taumaturghi”, una tradizione nata nel Medioevo, in Francia e in Inghilterra, dove si credeva che il re riuscisse a guarire in modo magico. Secoli dopo, la scienza dimostrò che questo era impossibile e le guarigioni cessarono. Questo ci fa comprendere come anche un falso può produrre realtà. La storia veicolata dai mass media (anche se ritenuta dagli insegnanti di storia “storia minore” in quanto non basata su ricerche scientifiche) è invece importante in quanto i mass media: -riescono a rivolgersi a un pubblico ampio -usano un linguaggio quotidiano -scelgono temi che interessano giovani e adulti -mantengano viva l’attenzione -usano immagini e suoni -si rivolgono contemporaneamente a più categorie di utenti. I mass media ci dicono la verità? E i giornalisti come lavorano? E’ importante farsi una propria opinione a riguardo. Innanzitutto dobbiamo ricordare che il lavoro del giornalista (così come quello dello storico) consiste nel far conoscere un evento usando il materiale trovato. E, seppur cerca di raccontare la verità, la sua interpretazione dipenderà poi dal montaggio del video e dai relativi commenti. E’ importante realizzare percorsi didattici attraverso i quali far capire ai bambini che cosa accade dietro la cinepresa. Così com’è importante comprendere la differenza fra “evento” e fatto: l’evento è ciò che accade in un tempo e in uno spazio e viene raccontato: il compito del giornalista è, attraverso l’osservazione, trasformare un fatto quotidiano in un evento (diffondendolo) in tempi brevi. E’ difficile separare un evento dalla sua memoria, ma c’è una differenza fra: 1 storia: insieme dei fatti accaduti 2 memoria storica: è il modo e la forma con cui rievochiamo il passato. Questa si forma e si modifica nel tempo in quanto è selettiva. La memoria è una rappresentazione del passato e si distingue in: memoria individuale, collettiva, pubblica, memoria degli storici e contro memorie pubbliche. La fotografia: nessuna immagine conserva un linguaggio unico, ed è quindi importante imparare a codificarla: -se siamo davanti a una sola immagine, questa verrà letta in modo personale dall’osservatore -se siamo davanti a due immagini a confronto, la lettura sarà “guidata” 55 LA STORIA CONDIVISA Public history: la storia, patrimonio dell’umanità La Public history su sviluppa nel 1970 nel mondo accademico britannico, americano e canadese nel campo della storia e delle discipline umanistiche. Non si può tradurre Public history con “storia pubblica” che richiamerebbe “l’uso pubblico della storia” in quanto non si cerca di strumentalizzare la storia (il passato) per piegarla al proprio punto di vista; il termine potrebbe essere tradotto invece con “storia scientifica pubblica” in quanto per Public history si intende l’insieme eterogeneo di pratiche individuali e collettive di conoscenza della storia comunicate in ambito pubblico si parla pertanto di una storia partecipata e condivisa. L’esperto che si occupa della Public history è il Public historian, il quale è chiamato a risolvere problemi, a usare una risorsa o a organizzare un’attività. Nel suo lavoro è importante indagare il passato sul quale si baseranno i progetti futuri. Per Storia condivisa si intende quindi: l’insieme di attività coordinate, metodologicamente valide, che mirano a far percepire la storia come patrimonio della comunità (condiviso e partecipato). i 3 concetti di base della Public history sono: condivisione, partecipazione, cittadinanza attiva. I cittadini devono riscoprire la loro storia passata al fine di tutelare il proprio patrimonio storico. Le connessioni tra “Public history” e la diffusione della storia I 3 elementi chiave della Public history (intesa come storia condivisa) sono: -l’utilizzo dei metodi di ricerca storiografica -l’attenzione posta sull’utilità della conoscenza storica dell’agire quotidiano -l’importanza della formazione e della pratica professionale Mentre i suoi campi di interesse riguardano: -scienze archivistiche e gestione del patrimonio culturale -salvaguardia e tutela del patrimonio storico e artistico -archeologia storica, museologia e storia orale -scienze sociali, umane e storia digitale La metodologia usata è volta a promuovere lo studio della storia partendo dalla costruzione della propria storia personale e comunitaria (al contrario dell’apprendimento della storia attraverso metodi tradizionali). Educare i giovani a essere cittadini attivi e partecipare alla tutela del patrimonio (passato) appare oggi necessario, dato che sempre più spesso i luoghi della memoria come biblioteche e musei vengono diseredati proprio dai ragazzi, i quali sono sempre più convinti che la storia sia una disciplina noiosa. Il disinteresse per la storia è causato dall’utilizzo, da parte dell’insegnante, di metodi (di insegnamento) tradizionali: far imparare a memoria date e eventi. Fortunatamente oggi si sono scoperti nuovi metodi di insegnamento basati sull’apprendimento attivo, sulla scoperta, sull’indagine e condivisione di idee che consentano al bambino di essere protagonista e non soggetto passivo. (Spesso sono gli insegnanti che non hanno passione a insegnare mentre altri mirano a terminare in tempi brevi il programma ministeriale). 56 Oggi l’apprendimento della storia dovrebbe esser legato: 1 allo studio del presente come risultato del passato, quindi per comprendere l’identità e le diversità attuali 2 all’acquisizione del senso di responsabilità e capacità di progettazione La storia può essere un efficace strumento formativo solo se l’insegnante propone metodologie adeguate. Occorre quindi: - riscoprire il perché si insegna\apprende la storia -quali sono i metodi e gli strumenti che rendano interessante l’insegnamento della storia - l’importanza di comunicare i dati della ricerca storica al pubblico Le ricerche sulla storia si basano su domande (diverse da una generazione all’altra) ed è importante ricordare che moli personaggi hanno lasciato il loro contributo seppur non materiale, in idee e tendenze ancora presenti. Dalla teoria alla pratica: la città come “public history” La storia oltre a darci insegnamenti ci permette di riscoprire le nostre origini, la nostra cultura e le nostre tradizioni. Questo è importante in quanto ci troviamo in collettività eterogenee dove ognuna ha la propria storia e, per costruire delle nuove comunità, è necessario conoscere le proprie origini e quelle degli altri. Le tradizioni (storia) sono importanti non per chiuderci al confronto, ma al contrario, per comprendere e scoprire l’altro. nella città si devono sviluppare infatti dialoghi che portano al confronto fra chi governa e chi è governato. Ogni comunità ha un patrimonio di storie e di episodi che, se indagate, permettano di comprendere comportamenti attuali. Pur non esistendo un censimento della Public history sappiamo che questa cerca di: 1.Far sviluppare collaborazioni fra addetti alla ricerca storiografica e scuole 2promuovere progetti didattici che mirano alla conoscenza e alla tutela del patrimonio cultur. 3promuovere la conoscenza del passato attraverso il legame con il presente 4perseguire la solidarietà civica 5sviluppare iniziative di valorizzazione culturale e attività economiche e turistico- commerc. 6creare nuovi itinerari culturali e turistici della città e del suo territorio E’ quindi importante un dialogo fra: scuola: forma i cittadini attivi e responsabili università: contribuisce alla formazione degli insegnanti territorio: percepito come public history (Il compito dello storico è quello di divulgare e far conoscere a tutti la storia). I vari settori di formazione (storia, arte, musica, diritto, filosofia…) condividono l’idea dell’importanza dello sviluppo della mentalità e delle idee e del ruolo del pensiero, nonché della conoscenza delle diverse culture presenti sulle quali basare progetti futuri. Le discipline ritengano importante che “l’individuo sia attivo”, sia cioè capace di comprendere e tutelare il patrimonio, in quanto le città sono ricche di fonti importanti da tutelare e tramandare alle generazioni successive. Ricostruire vicende storiche significa far riaffiorare luoghi che erano stati dimenticati e che attraverso la riqualificazione tornano ad essere importanti. 57
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