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RIASSUNTO LIBRO LE NOSTRE FAVOLE, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

RIASSUNTO LIBRO LE NOSTRE FAVOLE

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 24/05/2023

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lisa-cavejari 🇮🇹

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Scarica RIASSUNTO LIBRO LE NOSTRE FAVOLE e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! LE NOSTRE FAVOLE, di C. Boroni INTRODUZIONE Il Novecento si presenta come un secolo fortemente contraddittorio: da un lato c’è una forte volontà distruttiva, mentre dall’altro il costante desiderio di rinascita. La FAVOLA: -rinasce come genere nel Novecento, in maniera però drasticamente trasformata rispetto al passato, a causa dell’influenza del decadentismo. -Essa ha perso il carattere moralistico e i protagonisti raccontano solo ciò che accade. -rispecchia il disagio dell’uomo e dell’intellettuale. →L'obiettivo è infatti quello di scuotere l’uomo nella sua problematicità. PARTE PRIMA DALLA FAVOLA ALLA FIABA UNA NOTA SULLA FAVOLA IN VERSI E SULL’ORIGINE DEL NOME A questi due termini spesso viene attribuito lo stesso significato, ma corrispondono a due generi letterari ben distinti, con origini e sviluppi molto diversi, nonostante derivino dalla stessa voce verbale latina: fabula e favella derivano dalla radice FA di FOR/FARIS che significa parlare. L’evoluzione linguistica dei due generi è molto simile, ma la caratteristica narrativa assolutamente diversa: > FAVOLA → è un componimento letterario ben strutturato. -Ha quasi sempre l’intento moralistico, -è breve, è concreta e vuole insegnare più che intrattenere -è popolata da animali che parlano tra di loro assumendo voce, versi figurati e atteggiamenti e comportamenti simili a quelli degli uomini. -Ha avuto maggiore fortuna tra i generi della poesia didascalica, è la favola in versi; -in particolare è il ‘700 il secolo della favola. >FIABA → non è un componimento letterario ben strutturato, infatti essa ha radici esclusivamente popolari e orali. -Sono per lo più racconti fantastici in cui è prevalente l’aspetto narrativo. -L’ideale fiabesco si identifica con il reale, il magico e il meraviglioso. -Abbonda di fate, streghe, principi, -è scritta in prosa, ha un minore sviluppo narrativo rispetto alle favole e non ha necessariamente dei fini moraleggianti. -Nel ‘700 questo genere assume una connotazione originale e spesso al posto dei ‘racconti in prosa’ si predilige la scrittura in versi. Non è sempre facile distinguere con chiarezza questi due generi perché sono entrambi espressione di quel patrimonio di fantasia che si forma in ogni civiltà in modo apparentemente “spontaneo” e per un bisogno connaturato degli uomini. LA FAVOLA NELLA STORIA DALL'ANTICHITÀ AL MEDIOEVO La favola è stata in principio espressione della poesia popolare. E’ un genere antico e universale che ritorna con vivacità presso le diverse tradizioni culturali; la favola è eterna e parla a tutti. →La favola si sviluppa prevalentemente in Oriente, tramite alcune tappe: - mondo greco → alcune prima tracce in Omero (Odissea). ○ Esopo, scrittore greco antico di cui non si è certi dell'esistenza, ma che ha comunque riscosso molto successo. A lui è stato attribuito tutto il patrimonio favolistico greco. Viene collocato come contemporaneo di Saffo, è uno schiavo e soggiorna per diverso tempo ad Atene. Il corpus delle favole è composto da circa 400 storie con una omogeneità nella struttura. - mondo romano → Ennio con la favola esotica; Orazio; Catullo. ○ Fedro, nasce in Macedonia nel 15 a.C., viene condotto a Roma ancora bambino come schiavo di Augusto, dal quale venne poi affrancato, diventando un liberto. Le sue favole sono interpretazioni originali delle favole di Esopo e sono caratterizzate da una denuncia morale che non nasce da una sua esperienza personale, ma vuole portare l’uomo a riflettere sui suoi costumi e comportamenti. I personaggi delle favole sono animali che parlano la lingua del tempo. Rimangono cinque libri di favole incompleti per un totale di 102 composizioni. Ogni libro è preceduto da un prologo e termina con un epilogo. Egli ha il merito di aver innalzato la favola a genere letterario, dal momento che prima aveva bassa dignità e si trovava a fianco di altri generi letterari. Inizialmente veniva tramandata oralmente e poi viene trascritta e rielaborata. →Per quanto riguarda invece l’Europa, la prima favola usata per fare una riflessione di tipo morale è quella di Esiodo. →Nel corso del Medioevo si ha una grande diffusione della favola di Esopo con la sua volgarizzazione. La cultura medievale infatti, era didattica e aveva come principale obiettivo quello di insegnare e stabilire rapporti tra bene e male, vizi e virtù. In Italia si ha poi un'innovazione in cui gli animali incarnano figure vive e rispecchiano azioni di persona e categorie sociali e in generale in mondo umano: un esempio è il Canzoniere di Petrarca. Inoltre si diffonde molto la fiaba basata su due protagonisti classici: la volpe e il lupo. Definire l’origine storica della fiaba è una questione ancora oggi molto complessa e studiata. Ha avuto sicuramente uno sviluppo estremamente importante in Oriente. I due esempi più eclatanti sono: - Le mille e una notte → una ricca raccolta di novelle orientali di varia ambientazione sia storica che geografica. Inizialmente erano state tramandate oralmente e si pensa che siano state raccolte per la prima volta nel X sec. Il numero 1001 nel titolo non indica la quantità precisa di novelle, ma secondo la terminologia araba, il fatto che queste sono infinite. - Panchatantra→ una delle più antiche raccolte di fiabe della letteratura sanscrita (India). Risale al IV sec d.C ed è formata da un racconto cornice all’interno del quale si sviluppano 70 racconti legati tra loro, che veicolano una morale utilitaristica. Molto probabilmente si trattava di racconti destinati all’educazione e all’istruzione. DAL RINASCIMENTO ALL’ILLUMINISMO >L’età barocca in Italia trascura la favola nella sua forma moraleggiante, ma riscopre la favola nel suo aspetto letterario. Di questo periodo è l’opera dell’autore napoletano Giambattista Basile intitolata Lo cunto de li cunti→ che diventa l’opera di riferimento per lo sviluppo di quasi tutte le successive raccolte di fiabe. -La raccolta trova ambientazione nelle zone limitrofe a Napoli, da cui viene recuperato il patrimonio popolare. -Ha inoltre la struttura di un racconto all’interno del quale vengono narrati altri 49 racconti divisi in cinque giornate di recitazione. -Ogni racconto inoltre ha una medesima successione di eventi: conflitto, allontanamento, viaggio, ritorno e cambiamento di status. -Il viaggio è visto come una metamorfosi, che porta ad un miglioramento dell’individuo, tramite il contatto con individui dotati di poteri magici. →I temi più importanti riguardano: -il rapporto tra realtà e finzione, poichè solo l’ultima fiaba non è finzione e rompe così l’incantesimo; -il viaggio come allontamento da una condizione nota per inoltrarsi in luoghi sconosciuti. -E’ scritto con un linguaggio popolare, dialettale, ma è destinato al pubblico colto; inoltre non ha spessore storico. Ha infatti una grande diffusione all’interno delle corti italiane ed europee. OTTOCENTO E NOVECENTO Fino all’Ottocento la maggior parte delle fiabe è stata tramandata oralmente, ad eccezione di Basile e Perrault che riprende le fiabe di Basile. Tuttavia, dopo la rivoluzione francese, l’importanza di fondare e rendere autonome scienze come la storia, l’antropologia e l’etnologia fa sorgere negli studiosi anche il desiderio di attuare uno studio sistematico delle tradizioni popolari dei vari Paesi→di conseguenza comincia una raccolta sistematica della fiaba. E’ infatti nell’Ottocento che vengono trascritte antiche fiabe, ma per trovare una trascrizione abbastanza rispettosa e fedele al linguaggio e alla tradizione popolare, bisogna aspettare Le fiabe del focolare, dei Fratelli GRIMM, raccolte appunto all’inizio dell’Ottocento. Le fonti della loro più celebre raccolta Fiabe per bambini e famiglie sono amici e conoscenti e soprattutto una vecchia signora povera e analfabeta, Dorothea Viehmann. I Grimm sono convinti che attraverso le fiabe è possibile far conoscere e amare la cultura e le tradizioni del proprio Paese a tutti, non solo ai bambini. Pensiamo ad esempio a come le fiabe enfatizzano la situazione della mancanza totale di cibo e quello della sua sovrabbondanza. Ci si può imbattere in una grande carestia che colpisce soprattutto i più poveri, costretti a cibarsi delle poche bacche, delle radici e delle noci che riescono a trovare nel bosco e a soffrire la fame→ questa è la fame conosciuta da Pollicino o da Hansel e Gretel, abbandonati nel bosco a causa dell’estrema povertà in cui si trovano le loro famiglie. I protagonisti di queste favole, usano l’unico pezzo di pane che hanno per sfamarsi, sbriciolandolo lungo il sentiero del bosco per segnare la via del ritorno, ma non pensano agli uccelli che finiranno col mangiare tutto il pane. O ancora Hansel e Gretel che dopo tre giorni di digiuno, si trovano di fronte ad una casa tutta da mangiare, fatta di marzapane e quindi “incredibilmente attraente e tentatrice”. >A cavallo tra Ottocento e Novecento, nel contesto del decadentismo, la fiaba europea viene fortemente influenzata da autori di gialli americani come Poe, scrittore di storie paurose e meravigliose. Il genere della fiaba è infatti caratterizzato dalle stesse ambientazioni e dagli stessi elementi misteriosi, fantasiosi e magici. >Nel Novecento invece, ruolo fondamentale è assunto da Freud. Nell’Interpretazione dei sogni l’autore spiega che l’uomo, vivendo, deve reprimere molti desideri che ricompaiono sotto forma di sogni, quando la coscienza allenta la presa. Porta due esempi di sogni collegati alle fiabe: - sogno in cui ci si trova nudi in compagnia degli altri → nasce dal desiderio infantile di spogliarsi davanti agli altri e che produce una sensazione di piacere. Questo sogno starebbe all’origine della fiaba I vestiti nuovi dell’imperatore. - Sogno della morte di un familiare amato → collegato al desiderio nascosto del ragazzo di uccidere il padre per prendere il posto accanto alla madre, favola fin troppo nota. →Per quanto riguarda invece il pubblico dei ragazzi, che a fine Ottocento ha iniziato a delinearsi, vi si rivolgono in particolar modo creazioni come: -la fiaba drammatica di Peter Pan o Il ragazzo che non voleva crescere (1904) di Barrie -in Italia, Le avventure di Pinocchio di Collodi→ quest’ultima è nata con un excursus diverso rispetto a quello di altri grandi classici come Gulliver o Robinson Crusoe. Mentre questi romanzi sono stati scritti per gli adulti ma, con il tempo, sono stati collocati nella letteratura per ragazzi, Pinocchio, invece, è stato scritto per il pubblico dei più piccoli ma ha suscitato, sin da subito, l’interesse dei grandi. Importanti anche le fiabe di Capuana, teorizzatore del verismo accanto a Verga. Egli pubblica alcune raccolte di fiabe: - C’era una volta → in cui emerge la ricca personalità dell’artista quale verista, naturalista e mago dei ragazzi - Raccontafiabe e Chi vuol fiabe, chi vuole? → i personaggi e le situazioni si fanno più naturali proprio grazie al contatto che l’autore ha avuto con il popolo e le sue tradizioni. Caratteristiche delle sue fiabe sono l’allegro e tranquillo raccontare e la risata. Per quanto riguarda invece la morfologia della fiaba, Propp è il primo a delinearne la struttura. Anche Calvino si occupa della trascrizione in italiano di tutte le fiabe dei dialetti di tutte le regioni d’Italia, pubblicate in un libro intitolato Fiabe italiane. BIANCA PITZORNO: FIABE MODERNE AL FEMMINILE. LE BAMBINE AL POTERE -Le sue fiabe nascono dalla vita di tutti i giorni, infatti il tema che ricorre prevalentemente è lo straordinario che fa irruzione nella vita quotidiana. -Per quanto riguarda i personaggi, solitamente vengono presentati nel loro ambiente e nei loro rapporti e hanno nomi particolari, poco usati. -La lingua è molto simile a quella parlata, ma priva di termini alla moda o obsoleti. -Il narratore è sempre un coetaneo dei protagonisti -Ella si ispira in modo particolare alle bambine; è una innovatrice del raccontare e lo fa con ironia, anticonformismo e trasgressività linguistica. >Un esempio è Lavinia, una storia che ricorda la povera creatura di Andersen, la fiammiferaia orfana, prototipo della fanciulla infelice. Si ha però una rivincita grazie ad un’arma grottesca e terribile, la famigerata cacca che simboleggia tutto ciò che i bambini devono evitare. Il mezzo magico è un anello regalatole da una fata maliziosa e stravagante. L’orfana, in questo modo, vendica non solo se stessa e tutte le bambine tristi. Essa irrompe in un mondo di adulti per distruggere tutti gli schemi che la vogliono piccola, indifesa e sottomessa. La cacca è l’elemento di cui si serve per scardinare gli eufemismi e l’ipocrisia dei grandi. >Un romanzo è Ascolta il mio cuore. Protagoniste della fiaba sono tre bambine, Elisa, Prisca e Rosalba che il primo giorno di scuola si trovano di fronte ad una sgradevole sorpresa: l’amata maestra dell’anno precedente è stata sostituita da una persona per molti versi spregevole, servile con i potenti e spietata con i più deboli. Si tratta di una specie di “romanzo di formazione” al femminile, con venature descrittive irresistibili. >Ci sono inoltre anche lunghe fiabe sulla televisione, di come si insinua nelle nostre vite, nelle nostre scelte. Nella storia si racconta della madre di Colomba che, vedova, s’attacca alla tv come fosse una bottiglia e la beve a grandi sorsate tutti i giorni. Intossicata lei, rischia di contagiare IL LINGUAGGIO Il linguaggio usato nelle fiabe è semplice, derivato quasi sempre dal racconto orale, in genere mantiene le caratteristiche di immediatezza e di semplicità del linguaggio parlato. Il racconto orale implica sempre un uditorio presente e partecipe; ha esigenze di ritmo e di esposizione proprie, diverse dal racconto scritto. Il linguaggio della fiaba richiede quindi un procedere cauto che, sappia prendere in considerazione aspetti e caratteristiche non immediatamente trasparenti. Anche la trascrizione più fedele richiede l’intervento di un curatore in grado di supplire con opportuni artifici retorici all’inevitabile riduzione dell’effetto espressivo del testo orale. Di questa questione ne ha parlato Calvino facendo riferimento ai fratelli Grimm che per primi hanno utilizzato il metodo di trascrizione delle fiabe. Egli sottolinea il difficile compito di raccogliere fiabe senza incorrere nel rischio di travisarle nella forma o nel linguaggio. Forse la scelta più corretta consiste nel considerare il racconto orale, quello trascritto in dialetto e il racconto scritto in lingua, come tre cose diverse, ciascuna con le sue caratteristiche ed esigenze. Inoltre si deve tenere conto del fatto che il linguaggio si adatta al contesto sociale e alle sue regole. Di conseguenza, cambiando la società, anche il linguaggio cambia, e ciò che a noi può sembrare oggi come strano, magari un tempo non appariva tale. Per quel che riguarda le fiabe degli autori del Novecento, in genere il linguaggio utilizzato è quello colloquiale. Alcune fiabe si servono di rime e filastrocche (cioè brevi dialoghi o formule magiche) per vivacizzare il racconto. Altre fanno ricorso a vocaboli ricercati per sottolineare aspetti della fiaba particolarmente esotici o che si rifanno ad una diversa estrazione sociale. In ogni fiaba inoltre possiamo distinguere tra narrazione (l’autore racconta i fatti); dialogo (i personaggi parlano tra loro). FRA DIALETTO E LINGUA Il rapporto tra dialetto e lingua è uno dei temi più presenti in Italia, dove le tradizioni culturali regionali e, in vario modo, locali sono molto forti e radicate, sia per motivi storici che geografici. La questione della lingua infatti si è imposta in Italia come argomento ricorrente e vitale. Si contrappongono due possibilità: - modificare il dialetto per renderlo maggiormente comprensibile - mantenersi fedele al dialetto originario. I rapporti che intercorrono tra lingua italiana e lingua locale (vale a dire, nel nostro caso, tra lingua nazionale e dialetto bresciano) sono rapporti di forte contaminazione, a sfavore del dialetto. PERSONAGGI ED AZIONE I personaggi delle fiabe possono sembrare tanti e molto vari nelle loro caratteristiche. In realtà, come è stato evidenziato da Propp, dal punto di vista delle funzioni sono pochi e ben definiti. La prevedibilità delle loro azioni viene quindi attenuata tramite la dimensione magica, che permette di mantenere la suspence. I personaggi delle fiabe inoltre non hanno uno spessore psicologico, ma la loro caratterizzazione deriva dalle azioni che compiono. La narrazione non si ferma mai sulle motivazioni psicologiche dell’azione, tutto è azione. STREGHE, DEMONI ED ESSERI FANTASTICI Ogni fiaba, anche se trasmette un messaggio immediatamente comprensibile, ha sempre un significato più profondo riconducibile ai problemi umani universali. La fiaba infatti è atemporale. Streghe, orchi, matrigne, diavoli, maghi hanno per secoli rappresentato qualcosa di più profondo, legato a valori riguardanti il male e l’oscurità. Tuttavia il cambiamento sociale di oggi ha contribuito alla scomparsa delle credenze tradizionali. In questo contesto la comune credenza nel magico, che serviva a spiegare e a dare un senso agli eterni problemi del vivere, diventa sempre più espressione di angosce e paure individuali che non trovano risposta. Non è un caso che di tutte le credenze popolari, orchi, fate, folletti sono in via di estinzione. L’unica rimasta è quella nella stregoneria. Per quel che riguarda il territorio bresciano, in particolare per quello delle valli, la strega ha sempre rappresentato una figura di collegamento fra il mondo della realtà e il mondo dell’immaginario. La fonte più ricca sulla caccia alle streghe la troviamo, per esempio, nei Diarii del veneziano Sanudo, che riporta vicende accadute nei territori della Valcamonica sotto il dominio veneto del periodo tra il 1496 ed il 1536, quando diverse streghe furono accusate di aver portato siccità e quindi distrutto le coltivazioni e i raccolti con i loro incantamenti. I TEMPI E I LUOGHI Tempi e luoghi in cui sono ambientate le fiabe sono indeterminati, descritti con espressioni generiche, spesso intrisi di quotidiano, ma privati di tutti gli elementi legati alla cronaca. La maggior parte sono ambientati in luoghi naturali, con un aspetto verosimile e realistico, anche se talvolta possono acquisire connotati magici. Un elemento costante nelle fiabe è il viaggio, in genere intrapreso dal protagonista, che deve essere inteso come percorso di conoscenza di sé stesso e del mondo circostante. EROTISMO E FANTASIA Oggi è impossibile collegare il mondo delle fiabe a quello dell’erotismo, almeno di quello esplicito, fortemente connotato dalle tematiche sessuali, dal momento che queste sono rivolte ad un pubblico infantile. Invece in passato, almeno fino al Settecento, la preoccupazione di dover distinguere racconti per bambini da racconti per adulti non si poneva, dal momento che il bambino e l’infanzia non venivano considerati nella loro specificità e peculiarità. Non è un caso che la scoperta dell’infanzia sia coincisa, dal punto di vista temporale, con la valorizzazione delle fiabe. In generale il mondo delle fiabe, dei racconti e delle leggende è un mondo che prende in considerazione l’intero arco della vita e che affronta senza reticenze tutti i temi e tutte le contraddizioni del vivere. Ma dietro trame apparentemente banali e insignificanti non è raro che si celi l’argomento conveniente, il fatto inconfessabile, la vicenda censurata e rimossa. A questo proposito gli studi psicoanalitici dedicati alle fiabe hanno proprio messo in evidenza come in alcuni casi la fiaba non sarebbe altro che un modo indiretto di manifestare impulsi sessuali repressi o censurati dalla società e quindi non esprimibili apertamente. TABÙ E TRADIZIONI La trasgressione della fiaba consiste nel fatto che si possano dire cose che non potrebbero essere dette in altro modo, o che non potrebbero essere accettate in maniera esplicita. Si tratta di un modo per fuggire dall’oppressione del quotidiano, raggiungendo mondi fantastici quali luoghi di libertà e non controllo. PARTE QUARTA - APPROFONDIMENTI CON CENNI DI EDUCAZIONE CIVICA GUIDO GOZZANO Gozzano si appassiona al racconto di fiabe e ne scrive 25 dal 1909 al 1914, scritte per il “Corrierino dei piccoli” e per “Adolescenza”. Gozzano non innova, ma torna alla fiaba classica di ambiente medievale con fate, streghe, magie incantesimi e draghi. Egli infatti utilizza gli elementi fantastici tipici delle fiabe per interpretare situazioni vere legate all'uomo: fatti importanti dell’esistenza e i diversi ruoli che gli uomini possono assumere. Un esempio Piumadoro e Piombofino che racconta di una fanciulla povera che vive con la sola compagnia del nonno. Ella diventa sempre più leggera tanto che il nonno è costretto a legarla affinché questa non voli via. Il significato è il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, quando pian piano ci si allontana dai propri genitori ma questi fanno di tutto per tenersi i figli vicini. A livello didattico interessante la fiaba La lepre d’argento soprattutto per quanto riguarda l’ascolto attivo e attento. Scuola dell’infanzia → lavorare con l’utilizzo di immagini; ampliare i campi di esperienza e conoscenza dei bambini spiegando le parole nuove; riflettere sugli animali che si conoscono Scuola primaria → riflettere sulla trasformazione dell'uomo in lepre per il tema del rispetto verso gli animali.
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