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Riassunto libro Malavoglia, Appunti di Letteratura Italiana

Riassunto libro I Malavoglia di Giovanni Verga

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 17/11/2022

17marco06
17marco06 🇮🇹

4.8

(4)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto libro Malavoglia e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! I MALAVOGLIA Verga dà indicazioni interessanti per comprendere il romanzo: è lo studio (indagine scientifica) senza pregiudizi di come si sviluppano le irrequietudini (non semplice richiamo) tra i poveri, per il benessere, in una famiglia che nel pre-moderno era felice e poi “cade” nel moderno. Subentra la riflessione su di sé, l’autoconsapevolezza (v. la Storia del Genere umano). Quando si capisce che si potrebbe star bene, si finisce col star peggio. Fiumana del progresso: qualcosa che travolge. Qui lui si occupa del livello base della società e lo fa in maniera oggettiva. Quando il desiderio si scatena, pungola continuamente, iniziano i problemi. È una caratteristica che riguarda tutta le classi sociali. Qui si tratta solo di bisogni materiali. Ma lui ha in mente una scala crescente fino alle classi più elevate; dopo sarà il tipo borghese, povero arricchito che cerca l’aggancio alla sfera nobiliare, poi la vanità aristocratica, poi l’ambizione dell’onorevole (cd romanzo parlamentare) fino all’uomo di lusso. Più si va avanti più si fa forte il peso della civiltà rispetto alla natura, con un sottofondo di visione deterministica (educazione definisce il nostro carattere). La storia viene vista come processo che miete vittime e non ha altro scopo che proseguire! A lui interessano i personaggi vinti in questa lotta per l’esistenza (darwinismo). Chi osserva, non deve giudicare. Non ci sono intenti morali (a differenza di Manzoni): deve rappresentare le cose come accadute o come avrebbero dovuto accadere, infatti non è un documentario, è pure sempre un’opera. Questa prefazione ha valore programmatica. Si nota subito lo stacco con l’inizio della storia che presenta una vasta galleria dei personaggi... il lettore è immerso senza che la voce narrante spieghi niente... Nella lettera a Capuana nel febbraio 1881 dice che l’interesse doveva apparire una volta chiuso il libro. CAPITOLO 1 La voce assume un registro popolare e semplice che appartiene alla comunità di Acitrezza. Si parla di nomignoli in chiave rovesciata e la voce narrante aderisce pienamente a come ragione la comunità. Entra in gioco la distanza tra scritto e orale, cosa che purtroppo per i personaggi conterà molto perché il moderno è la fine del regime dell’oralità. Fino a questo momento la casa del nespolo era rimasta intatta e padron ‘Ntoni se lo spiegava perché erano sempre stati coesi, si aiutavano tra di loro, con ciascuno che sapeva cosa fare. Il dito grosso è il nonno. Bastianazzo aveva spostato la Longa (soprannome al contrario, era piccola) ed insieme avevano 5 figli: Ntoni (diverso dal padre, un bighellone), Luca, Mena (timorata di dio), Alessi e Lia. Padron ‘Ntoni ripeteva sempre proverbi degli antichi perché loro non sbagliavano. Nel 1863, ‘Ntoni è chiamato per la leva militare. Don Silvestro consiglia una tangente per risparmiargli di partire ma ha fatto una vita talmente sana che non c’è modo di trovargli un difetto. ‘Ntoni esce quindi dal paese e va in citta, a Napoli, e ci va in treno. Grande novità per la Sicilia. Sta cambiando qualcosa. Conoscerà altre situazioni. È uno scenario che sta cambiando. Vanno tutti a vederlo partire. Il treno parte mangiando i canti di addio: come una bestia vorace che si porta via qualcosa. La partenza del ragazzo è il primo strappo al nucleo familiare, la madre pensa sempre a questa macchina, simbolo del moderno, che le porta via il figlio. Iniziano ad arrivare lettere (altro incontro con il testo scritto, per cui va trovato qualcuno che le legga). Nella prima lettera chiede soldi perché vuole adeguarsi alla vita cittadina, descrive donne vestite elegantemente, il teatro da vedere, le pizze da gustare... sta assaporando un tipo di via diverso. Manda una foto (oggetto misterioso!) suscitando interesse e soddisfazione della madre. Nelle lettere successive, che all’inizio fa scrivere ad un commilitone, si lamenta della dura vita di bordo, della disciplina, ed è indicativo della sua personalità, ad accettare una condizione di vita dura, che poi gli sarebbe spettata tornato dal servizio militare. Il problema più urgente è rimpiazzarlo sulla barca con nonno e padre. Alla giornata lavora Menico della Locca. Patron ‘Ntoni era preoccupato per Mena che richiamava l’attenzione dei ragazzi ed aveva solo 17 anni. Compie un grave errore. Sceglie di fare un investimento, che non era cosa che faceva solitamente: per continuare la pesca, con lo zio Crocifisso (finto sordo) aveva combinato di comprare lupini a credito, una volta venduti avrebbe restituito i denari tenendosi i guadagni. Cincghialenta informa che una nave di Trieste era li con i lupini ma non erano freschi. Campana sa che i Malavoglia hanno bisogno di lavorare e che questa era l’occasione di lavorare. Interviene un altro mediatore: Piedipapera. L’affare si fa. La Longa presagisce qualcosa di male e si limita a non far niente. I Malavoglia strappano una condizione che sembra più favorevole e la Provvidenza parte. Sembra ci siano buone condizioni per viaggiare ma si vedono nubi. Menico chiede che i soldi siano dati alla madre, La Locca, e poi non si udì nessuna altra sua parola. Questo fa già presagire un esito funesto. CAPITOLO 2 La narrazione si sofferma sulle dinamiche del paese. Iniziamo a capire parentele, posizioni politiche, ci sono pettegolezzi e malignerie su uomini e donni. Su Mena, si viene a sapere che Padron ‘Ntoni cerca un accordo con il figlio di Padron Cipolla, Brasi, che era concupito da tante persone perché avrebbe assicurato benessere. Vengono contrapposte saggezza antica e cambiamenti moderni. (DA CONTINUARE??) CAPITOLO 3 Dopo la mezzanotte… la situazione atmosferica si sta facendo pericolosa. Sono tutte espressioni colloquiali. È una brutta domenica. La Longa era agitata ed è sempre più forte il presentimento che il viaggio vada male. Persino la Messa diventa l’occasione per commentare con malignità, parlando del fatto che la longa non si e’ presentata a Messa. Se l’è cercata (la disgrazia, non andando a messa), cosi dicono, anziché esprimere solidarietà. Padron Cipolla si esprime cosi: “nessun vuole accontentarsi del suo stato”… la Longa osserva il mare, sembrava aver capito che si era consumata una tragedia. Mentre torna a casa, si accorge che tutti hanno un comportamento strano, tanti sembravano commentare tra di loro, lei era sgomenta e stringeva al petto la bimba. Finalmente il più compassionevole la prende e porta a casa, tutti la guardavano. Davanti a casa la presenza di alcune persone le fa capire quello che è accaduto. Comare Pierdipapera e Cugina Anna (di zio Crocifisso) le vanno incontro. Sono forse le sole due che si avvvicinano a lei, ma alla fine si sente dire: “che disgrazia, la barca era carica di lupini!” Siamo arrivati ad un passaggio importante per l’economia del romanzo: il naufragio di bastianazzo, partito con questo carico di lupini per compiere un affare del tutto inedito per le abitudini della famiglia malavoglia. È proprio il desiderio di mutare che nei malavoglia diventa una scelta che si ‘Ntoni non riesce ad adeguarsi a questo modo di risolvere le questioni perché lui vuole rimanere fedele al suo onore di galantuomo ripagando il debito, cercando quindi un compromesso: propongono a Piedipapera di ritirare l’ingiunzione: chiede di prolungare il tempo limite del debito e come garanzia danno il fatto che maruzza rinuncia alla casa come sua proprietà, rendendola pignorabile. CAPITOLO 7 È natale. Arriva la chiamata alla leva per Luca, altro elemento della famiglia che si allontana, ma nei confronti di Luca padron ‘Ntoni ripone fiducia. ‘Ntoni sminuisce l’essere un soldato nonostante lui non abbia resistito. Padron ‘Ntoni pensava che Luca sarebbe stato in grado di risollevare la casa del nespolo, se “dio gli avesse dato giorni lunghi”, ma la voce narrante dice che dio non gliene diede perché “era fatto di quella pasta” (era troppo buono come il padre, determinismo, sorte segnata). Luca infatti muore e alla madre rimane il rimorso di non averlo visto un’ultima volta. Per poche righe Verga si lascia scappare una voce narrante che già sa cosa sta per accadere. Finalmente la Providenza è stata restaurata e può tornare in acqua. Padron ‘Ntoni ritrova nuove energie e si rimette a lavoro ed anche Maruzza e Mena si danno da fare. Padron Cipolla non gli dà alcuna speranza e non fa previsioni rosee per i loro affari. Nel frattempo vi è il filo narrativo delle questioni matrimoniali. Anche ‘Ntoni si capisce che ha un interesse per una giovane donna del paese, la figlia di turi, Barbara. Barbara era desiderata da molti, e tutti in un modo o nell’altro provavano ad accaparrarsela. Don Salvatore, ad esempio, aveva fatto intendere a Venera che se avesse acconsentito al matrimonio con Barbara, lui avrebbe fatto nominare Turi assessore del paese. Da una parte troviamo ‘Ntoni che si trova spesso a passare a casa di Turi, dall’altra troviamo la situazione di Mena, che ha la precedenza per il matrimonio. Quest’ultima ricambia Alfio Mosca, ma lui dal canto suo, sa che il matrimonio con il figlio di padron Cipolla non è stato accantonato, non avendo nessuna possibilità. Decide quindi di allontanarsi dal paese, avvicinandosi a Catania per cercare lavoro. Il paese in questo periodo è in fibrillazione a causa dei tanti cambiamenti che sono in corso i quel periodo (leva militare, ferrovia, navi a vapore). Ci sono tante questioni che preoccupano i paesani, i quali si sentono spaventati e disorientati e non riescono ad accettare le nuove tasse che il regno d’Italia impone. Queste persone parlando degli italiani come se fossero altre persone, come se loro non fossero italiani, e sono indignati per le imposte del sale e le imposte della pece. Questo è lo stato d’animo che circolava in Sicilia in quel periodo. In particolare, a fomentare gli animi, è Venera Zuppidda, la quale fa un comizio ed accusa una persona in particolare: Don Silvestro, in quanto uomo importante del comune, vuole imporre le tasse, solo perché non ha ricevuto in moglie Barbara, corteggiata ora da ‘Ntoni. Mentre tutti si lamentano si sente il fischio del treno ed il rumore della ferrovia... si sentono invasi da questa modernità. Zio Crocifisso si chiude in casa poiché pensa di venir preso di mira essendo il più ricco. Padron Ntoni chiede a Ntoni di non immischiarsi e finalmente si riunisce il consiglio del comune di Acitrezza: interviene Venera Zuppidda, il quale ha un battibecco con Piedipapera, accusandolo di essere uno speculatore ed in combutta con zio Crocifisso. Lui di risposta, per offenderla, allude al fatto che ‘Ntoni si fa vedere troppo spesso in casa sua con la figlia Barbara; ‘Ntoni è particolarmente offeso, fermando per strada Piedipapera e affrontandolo, mettendo davanti le sue esigenze che quelle della famiglia. Nasce una violenta rissa, la quale è un’ulteriore conferma del suo legame con la donna. Terminata la rissa, ‘Ntoni va da Turi e Venera e chiede la mano della figlia, nonostante sapesse che la priorità fosse far accasare Mena. ‘Ntoni torna a casa tutto contento, ma i poveri Malavoglia si aspettavano da un momento all’altro l’usciere che li buttasse fuori. La madre lo rimprovera subito e padron ‘Ntoni chiede dov’è finita la sua autorità, poiché in famiglia deve decidere tutto lui, e gli ricorda che la priorità e far sposare la sorella. ‘Ntoni reagisce violentemente strappandosi i capelli e maledicendo la sua sorte, lamentandosi del fatto che non ha mai un soldo in tasca, che non può andare in osteria e che non può sposare la donna che vuole. Si pente di essere tornato a casa, dicendo che il fratello Luca sta meglio di lui. CAPITOLO 8 Vi è l’intrigo che ruota attorno alla figura di barbara, giovane donna che viene corteggiata e desiderata da molti uomini del paese, fra cui ‘Ntoni. Don Salvatore cerca di mettere alcuni suoi rivali gli uni contro gli altri, in particolare Ntoni contrapposto a don Michele, e dall’altra parte vi è Piedipapera istigato da un altro pretendente di barbara, vanni; Piedipapera accelera il processo che deve portare alla perquisizione della casa dei Malavoglia e lo fa perché gli preme accattivarsi le simpatie di don Michele. Piedipapera ha bisogno dell’appoggio di don Michele perché è coinvolto nel giro di contrabbando di Acitrezza; si reca da zio crocifisso e lo incoraggia a stringere il cerchio attorno ai Malavoglia insinuandogli il dubbio che se fossero riusciti a risollevarsi mena avrebbe sposato (?) cipolla e quindi Alfio Mosca avrebbe insidiato vespa, già interessata a lui. Zio crocifisso si dimostra disponibile ad aiutarlo e decide di aspettare massimo fino a pasqua. Mentre loro pianificano queste future mosse, intanto la faccenda del matrimonio tra mena e brasi sembra procedere; i Malavoglia hanno messo la provvidenza in mare con grandi sforzi e cercano si risollevare la loro situazione, rimettendo in corsa mena. Secondo le usanze occorreva seguire un protocollo prima di arrivare al matrimonio: la prima tappa è la presentazione di brasi in casa malavoglia. Si presenta a casa e conosce quanto mena tanto tutta la famiglia, con la contentezza di padron ‘Ntoni. Pochi giorni dopo Alfio Mosca decide di lasciare ufficialmente Acitrezza dato che il matrimonio fra brasi e mena era assicurato, decidendosi di spostare nei pressi di Catania, pur sapendo che si trattava di una zona funestata dalla malaria; trova il coraggio di parlare con mena poco prima di partire e dichiararle i suoi sentimenti (ALFIO FA UN PERCORSO PARAGNABILE A QUELLO DI NTONI poiché SI ALLONTANA NEL TENTATIVO DI MIGLIORARE LA SUA CONDIZIONE). Mena è andata a salutarlo con il pianto in gola poiché in cuor suo aveva sempre sperato il naufragio del suo matrimonio, ma non ha il coraggio di dirlo. Chiede ad Alfio come mai se ne va visto che lì c’è la malaria, ed Alfio le chiede allora perché lei si sposa con brasi. (ALFIO A DIFFERENZA DI NTONI NON HA IL DESIDERIO DI CONOSCERE IL MONDO, SE NE VA A SUO MALGRADO). Le dice che lui avrebbe voluto sposarla, ma sa che ormai è troppo tardi, e quindi bisogna adeguarsi alle situazioni. Mena gli risponde che anche lei avrebbe voluto sposarlo se solo la sua famiglia avesse acconsentito. CAPITOLO 9 Arriviamo alla festa di fidanzamento tra Mena e Brasi. Nella casa del nespolo si celebra questa festa, che richiama per la terza volta tutti i compaesani. Durante la festa giunge voce che in paese sono tornati due soldati della marina, i quali riferiscono che si è svolta poco tempo prima una battaglia in mare, la battaglia di lissa, dove la marina italiana e quella austriaca si sono fronteggiate il 20 luglio 1866. Gli eventi storici finiscono per entrare nelle vite dei più umili pescatori. Giunge però un’altra notizia: anche Luca aveva partecipato alla battaglia e Maruzza attende per giorni notizie da parte del figlio, temendo sia morto. Padron ‘Ntoni trova il coraggio di andare ad informarsi fino a Catania con Mena, ed in prima persona entra in contatto con il centro abitato più grande. Padron ‘Ntoni fu mandato dal capitano del porto, il quale tra dei libri iniziò a leggere i nomi dei deceduti. Si arriva al nome di Luca ed i sospetti vengono confermati. Nuovamente i Malavoglia si ritrovano a fare i conti con una nuova disgrazia, come se ci fosse un ciclo. Venera Zuppidda è preoccupata del fatto che la figlia possa andare in sposa a ‘Ntoni poiché prima o poi sarebbe stato lui quello che doveva farsi carico dei debiti della famiglia. Piedipapera vuole approfittare della situazione per mandare avanti più rapidamente le pratiche ed infatti poco dopo la notizia della morte di luca le carte bollate vengono recapitate; adesso i Malavoglia non hanno più nessuna alternativa. Padron ‘Ntoni non aveva il coraggio di dire alla nuora che dovevano lasciare la casa (SENSO DI SRADICAMENTO). Piedipapera finge quindi di appropriarsi della casa (che in realtà è di zio Crocifisso) e racconta a padron ‘Ntoni di aver venduto la casa a zio crocifisso. Vespa si rende conto che è meglio riavvicinarsi a zio crocifisso. Non solo i Malavoglia hanno trasportato le loro cose di notte senza farsi vedere, ma saranno anche esclusi dalla comunità. Nemmeno padron Cipolla li saluta più, dicendo che padron ‘Ntoni gli aveva fatto una brutta parte facendo saltare il matrimonio. Mena spera che il matrimonio saltato con Brasi possa tenere aperta la speranza di un futuro con Alfio; Ntoni invece vive questa situazione in maniera poco pacificata. Venera gli fa capire che la dote della figlia avrebbe saldato i debiti della famiglia e ciò non le piace; gli consentirebbe di sposare Barbara solo se ‘Ntoni si separasse dal resto della famiglia. ‘Ntoni non se la sente e Venera lo ricatta, chiedendo di scegliere tra Barbara e la sua famiglia; alla fine sarà la stessa Barbara ad allontanarlo definitivamente (a questo punto il suo senso di scontentezza si fa più pressante; non vuole più adattarsi). In ‘Ntoni si sta insinuando l’attitudine di guardarsi dentro e comprendere l’insensatezza della propria esistenza; questo lo porta a non voler più agire. Inizia a prendere forma la fisionomia di un personaggio problematico e in crisi, che per lungo tempo è in un momento di passaggio, lasciandosi alle spalle un habitus mentale e culturale e sta per diventare un soggetto moderno. CAPITOLO 10 ‘Ntoni partecipa al lavoro della Provvidenza e veniamo a sapere che nonostante sia stata raccomandata da turi la pesca solo lungo la costa, padron ‘Ntoni e Ntoni si allontanano sempre di più perché ha bisogno di aumentare i frutti del lavoro. Il rischio che possa accadere qualcosa di grave si riaffaccia. ‘Ntoni dal canto suo dà una mano alla causa familiare ma alla sua maniera: per esempio lo vediamo sulla barca coricato a cantare, con un atteggiamento tra lo svogliato ed il sognante, lasciandosi andare alle sue fantasticherie di evasione, invidiando i gabbiani. Padron ‘Ntoni è invece un uomo tenace, che spera ancora nel risollevamento, e si fa prendere dall’amor di guadagno, sentendosi autorizzato a rischiare di più. La Provvidenza si vede di nuovo coinvolta in una tempesta, ma stavolta vi sono sopra ‘Ntoni e padron ‘Ntoni. Il mare agitato viene paragonato al suono del treno che arriva ad Acitrezza (viene suggerito al lettore di leggere il mare tumultuoso come un’immagine della modernità, che si schianta violentemente contro chi fa il passo più lungo della gamba). ‘Ntoni rimane attaccato alla barca ma è quello più vicino a cadere; l’albero maestro si stacca, cade sulla barca e finisce su padron ‘Ntoni, che sembra morto. I nipoti riescono a tornare a riva e vengono soccorsi da alcuni paesani. Con sollievo si accorgono che padron ‘Ntoni è ancora vivo e viene portato in casa. Dopo 3 giorni di silenzio, padron ‘Ntoni riunisce tutti per fare un discorso, con accanto ‘Ntoni che non smette di piangere, poiché dopotutto aveva il cuore buono. Il nonno gli dice di non piangere poiché il capo adesso è lui e raccomanda a tutti come gestire la situazione, dicendogli di non spendere troppi soldi per il funerale e di sostenersi a vicenda. Chiede di non vendere la Provvidenza poiché c’è molto attaccato, vuole assicurarsi che Mena e Lia vengano fatte sposare, e se alla fine rimangono soldi, vorrebbe che la casa del nespolo fosse riacquistata. Don Michele, che è stato tra quelli ad aiutare i Malavoglia dopo il naufragio, si va vantando di averli salvati, volendo anche corteggiare barbara grazie a questa storia. CAPITOLO 13 Scopriamo che ‘Ntoni non solo frequenta l’osteria ma inizia a tornare tutte le sere ubriaco a casa con grande dispiacere di Padron ‘Ntoni. Si è insinuato qualcosa di inedito, nessuno dei Malavoglia era mai tornato a casa ubriaco tutte le sere; ‘Ntoni inizia quindi a dare questa impressione di malessere. La visione di Padron ‘Ntoni del mondo trova in ‘Ntoni un interlocutore sordo nel sentire. Davanti ai rimproveri del nonno, ‘Ntoni risponde dicendo che sperimenta la condizione di dimenticanza dal pensiero del vero. Il nonno non capisce la disgrazia del nipote. Nella prima pagina sembra quasi di sentire le parole di Leopardi, ad esempio in Plotino. ‘Ntoni non è del tutto indifferente a questo tipo di discorsi, non aderisce più all’insieme di valori ma secondo la sua logica oscillante per un po’ di tempo dà retta alle indicazioni del nonno, che quando riusciva a toccargli il cuore lo faceva piangere. Ntoni per i fratelli è un estraneo in casa e sembra recepire ciò: c’è il senso di colpa. Questo però dura poco, una settimana, dopodiché ritorna all’osteria. È sempre più assente anche fisicamente dalla sua casa. L’osteria nelle pagine seguenti diventa sempre più importante e diventa anche luogo dello scenario dello sconto tra ‘Ntoni e don Michele. Questo scontro è da tempo nell’aria ma viene pian piano alimentato dalle chiacchiere di pie di papera che già da tempo si sente sempre più sotto pressione da parte di don Michele per la faccenda del contrabbando nel quale anche ‘Ntoni finirà per collaborare. Pie di papera sparge la voce che don Michele sia interessato alle donne della famiglia Malavoglia, lo fa perché cerca di sviare l’attenzione dagli affari che conduce, coinvolgendo i due sbandati del paese, compagni di bevute di ‘Ntoni: Rocco Spatu e Cinghialenta. Quando parla della sorella non si riferisce più a Mena ma a Lia, la sorella più piccola; Don Michele infatti si avvicina sempre di più a lei. Don Michele fu l’amante di Santuzza ed è proprio per questo che chiudeva un occhio sul fatto che il vino servito nell’osteria che proveniva da Filippo il Massaro era venduto tramite contrabbando. Santuzza aveva cacciato don Michele. ‘Ntoni aveva rimpiazzato don Michele all’interno dell’osteria, era diventato lui l’uomo dominante, servito e riverito, e in cambio gestiva la situazione se lei era assente e teneva in ordine l’osteria. Si vanta della sua relazione con la Santuzza davanti al nonno, il quale lo invita a pensare alla famiglia e alla sua casa. Lia ricambia i sentimenti per don Michel. ‘Ntoni ha capito è stabilito che non ne vale la pena affannarsi come fanno il nonno e gli altri membri della famiglia. Utilizza parole molto dure dicendo che “tocca la disparità di classe”. A causa del suo comportamento la famiglia non è vista di buon occhio dalla comunità e in particolare le due giovani fanciulle sono sempre più isolate ed emarginate. A casa Malavoglia passa solo don Michele. Lia sa che deve trovare il modo per badare a se stessa se vuole uscire da quella condizione che la sopprime e non la soddisfa. Don Michele le fa capire che sarebbe disposto a portarla con lui a Catania ma per i codici di comportamento lei rifiuta. Esce fuori che ‘Ntoni si è fatto coinvolgere nel giro del contrabbando, don Michele fa capire a Lia e Mena le attività che pratica ‘Ntoni e spiega che avrebbe chiuso un occhio su di lui se avesse ricevuto il consenso di Lia. Mena mette in guardia ‘Ntoni ma lui pensa semplicemente che don Michele voglia spaventarlo, non crede a questa minaccia, anzi cova sempre più risentimento. Le cose per ‘Ntoni non si mettono bene, si sente forte per aver spodestato Michele dall’osteria e per poter godere della sua vita senza essere un peso della famiglia. Santuzza però si rende conto che da quando don Michele si è allontanato e non può più utilizzare il vino di Filippo il Massaro l’osteria è meno frequentata: a questo punto caccia ‘Ntoni, il quale si trova in difficoltà e non ha il coraggio di rientrare in casa. Non tiene conto della minaccia ma intensifica l’attività notturna del contrabbando per guadagnare, cosa che non sfugge all’occhio di don Michele. Padron ‘Ntoni che si sente vecchio e prossimo alla morte cerca di agganciare zio crocifisso per riacquistare la casa del nespolo perché molto faticosamente si sente di aver guadagnato abbastanza denaro da consegnargli. Scopriamo che zio crocifisso è uscito sconfitto dalle sue vicissitudini perché una volta sposata, scopre che la vespa sta dilapidando tutto il suo patrimonio. Gli ultimi capitoli sono incentrati su ‘Ntoni che si sente come un cane cacciato, frustrato, perché vede che don Michele ha ricominciato a frequentare l’osteria ed è incitato a rivalersi su di lui. Un giorno entra nell’osteria e inizia ad insultare sia Santuzza che don Michele. Ntoni è molto diverso da quello conosciuto all’inizio, è fuori controllo. Una volta separati dalla rissa per Ntoni la situazione non era finita, gli avrebbe dato il resto in un’altra occasione. CAPITOLO 14 Inizia riallacciandosi con la fine di quello precedente. Impostazione narrativa, si fa più articolata e complessa, la voce narrante ci accompagna dandoci anticipazioni e flashback. Accade che una notte di pioggia ‘Ntoni, insieme a Spatu, Cinghialenta l’altro figlio della Locca, ubriachi escono dall’osteria e si intrattengono perché devono compiere un colpo. Questo episodio ci fa conoscere tutti i nomi di quelli coinvolti nell’attività del contrabbando. Scopriamo Vanni Pizzuto e Don Salvatore impiegati anche loro nell’illegalità. Vanni fa entrare segretamente nella sua bottega i quattro, non appena si è accorto che don Michele si è appartato con la Santuzza. È il momento giusto per agire perché si sa che la merce sarebbe arrivata proprio quella notte via mare. È una situazione clandestina, una riunione di furfanti che parlano tra loro e sia scopre che don Michele si apparta anche con Lia nella casa Malavoglia. Il maltempo dovrebbe scoraggiare i contrabbandieri ma questi sono ormai rassegnati al loro ruolo e sanno bene che i benefici del traffico vanno nelle tasche dei loro padroni. Vediamo i quattro che si avviano verso la costa, con un’atmosfera di tensione e suspance. Devono passare necessariamente per la strada dove si trova la casa dei Malavoglia. ‘Ntoni chiede di farlo senza farsi notare perché non vuole che la sorella Mena, la quale veglia tutte le notti, si accorga del suo passaggio. C’è uno stacco di scena, sappiamo che Mena era sveglia, in attesa del fratello, e insieme a lei era sveglia anche Lia perché quella stessa notte don Michele era passato da lei e le aveva detto che se avesse visto passare il fratello l’avrebbe dovuto trattenere affinché non rimanesse coinvolto in una brutta retata. Lia sta lì insieme a Mena ma non ha il coraggio di dire nulla alla sorella per non svelare il passaggio di don Michele. Appena i quattro sbandati escono allo scoperto vengono fermati e inseguiti dalle guardie, ‘Ntoni si trova davanti don Michele e quasi istintivamente lo accoltella, si scaglia contro di lui e gli pianta un coltello nello stomaco. Cinghialenta e Spatu riescono a fuggire mentre Ntoni e il figlio della Locca vengono arrestati. La notizia si sparge per tutto il paese. Ormai ‘Ntoni è marchiato come un poco di buono. Padron ‘Ntoni vuole salvare il nipote nonostante tutto e con quei soldi che aveva racimolato per pagare la casa paga l’avvocato Scipioni per difenderlo. L’avvocato dà delle pacche sulle spalle a Padron Ntoni e gli dice che con al massimo 4/5 anni di prigione se la sarebbe cavata. Padron ‘Ntoni lo fa perché ancora dentro di lui c’è la speranza che una buona volta il nipote sarebbe tornato in famiglia. I Malavoglia hanno questa parte di romanzo giudiziario, con processi e avvocati. Padron ‘Ntoni si fa coraggio e decide di assistere all’udienza che divenne lo spettacolo per tutto il paese. Don Michele é sopravvissuto, quindi ‘Ntoni non è accusato di omicidio. Proprio quella che doveva essere l’ancora di salvezza è ciò che procura a Padron ‘Ntoni un dolore irrimediabile. L’avvocato per avere questo sconto di pena rivela durante il dibattimento la tresca tra don Michele e Lia, quindi il motivo del gesto di ‘Ntoni è che voleva difendere l’onore della sorella (delitto d’onore: contemplato dal tribunale, in vigore in Italia fino agli anni 70, soprattutto in caso di adulterio). Sentire queste parole e la reazione di tutti i presenti per Padron ‘Ntoni è un colpo durissimo, ha macchiato l’onore della famiglia. Il capitolo si chiude con questa scena che solitamente non viene ricordata eppure è un passaggio importantissimo per Padron ‘Ntoni, per ‘Ntoni e per Lia stessa, pubblicamente svergognata. ‘Ntoni viene condannato a 5 anni. Il capitolo si conclude con Grazia pie di papera che vuole parlare con Lia prima che le arrivasse la voce da qualcun altro. Questo riversa un forte senso di colpa su Lia, come se non avesse sentito, uno sbigottimento senza parole, la guardò come paralizzata finché non prende una decisione. CAPITOLO 15 Padron ‘Ntoni si ritrova spiazzato, perde giudizio e lucidità. Questa vicenda del processo e dell’allontanamento di Lia fa iniziare il suo declino. Gli unici che riescono a tenere su la situazione sono Alessi che lavora lontano da Acitrezza e torna solo il sabato, e Mena che si occupa della casa e accudisce il nonno. In questa situazione compare Alfio Mosca che fa ritorno al paese. Il suo ritorno non implica un pieno recupero del passato, sente che c’è stata una frattura, c’è qualcosa di diverso. Alessi è in procinto di sposare Nunziata e il matrimonio sarà solo una tappa di avvicinamento alla casa del nespolo che lo zio crocifisso vuole restituire velocemente ai Malavoglia per evitare che Vespa possa perderla. Padron ‘Ntoni rifiuta la proposta, dice che i Malavoglia ormai sono dispersi come le foglie dell’albero di nespolo nel cortile della casa. Mena non può più sposarsi e arriva a dire che Alessi una volta sposato farà meglio ad andarsene; il nonno è tristemente convinto della fine dei Malavoglia, non vuole neanche più la casa. Le sue condizioni di salute peggiorano sempre di più e nei suoi ultimi giorni chiede ai nipoti di portarlo all’ospedale in città così che non gravi sulle tasse della famiglia. I nipoti rifiutano la proposta perché vogliono assisterlo il più possibile fino all’ultimo. Il ritorno di Alfio Mosca serve perché è proprio lui che accoglie la richiesta di Padron Ntoni e lo trasporta in città un giorno in cui in casa non ci sono né Alessi né Mena, fa un gesto di pietà nei suoi confronti. Durante il tragitto Alfio Mosca è accompagnato da Nunziata, alla quale rivela di sapere il destino di Lia, e lascia intendere di averla vista a Catania sull’uscio di una casa di prostituzione. Questo evoca ad Alfio i tempi passati per sottolineare la distanza dal passato al presente (è un uomo consapevole, lo sradicamento porta consapevolezza). Scopriamo che Barbara Zuppidda ha sposato Compare cipolla, un uomo anziano e vedovo, per interesse economico. La notizia del fatto che compare Cipolla si sia sposato da risvegliare un’idea in Alfio, di proporsi di nuovo a Mena. Prende coraggio e affronta l’argomento con la ragazza, la quale aveva sempre sperato nel ritorno di Alfio. Mena non reagisce più come l’ultima volta, persino lei ha subito un cambiamento, dice di non avere più l’età per sposarsi. In fin dei conti entrambi capiscono che esiste una morale alla quale entrambi si attengono, prendono atto che non si può più porre rimedio a quello che è accaduto e non cercano di forzare quel codice morale che ad esempio ‘Ntoni ha deciso di infrangere. Nel frattempo Alessi si è sposato con Nunziata e riesce a riprendersi la casa del nespolo e la riporta alle sembianze iniziali. In seguito vanno a trovare Padron Ntoni all’ospedale poco prima della sua morte. Il vecchio muore fuori casa e non ha la possibilità di tornare nella casa del nespolo. Qui troviamo Alessi con Nunziata e Mena. ‘Ntoni si trova in carcere e le ultime pagine del romanzo ci raccontano il suo rientro in scena. Una sera fa la sua comparsa, uscito dal carcere (il suo terzo allontanamento). Questa volta il carcere non è un viaggio di conoscenza del mondo perché è immobilitato ma è l’ultimo tassello di un percorso di disillusione e presa di coscienza di sé e delle cose. Ntoni è molto cambiato ma ormai ha concluso quel processo di transizione che tanto gli è costato, ora sa chi è e sa che quello non è più il suo posto. Sceglie di non restare, questa volta non lo fa per il desiderio di cambiare stato ma a spingerlo è una maturazione e uno sguardo più conscio sul mondo. Nelle ultime pagine del romanzo vi è un diverso approccio al suo ritorno, la casa è vuota ormai, non c’è più la serenità di prima. ‘Ntoni sta per iniziare una nuova vita, che noi non conosceremo (condizione tipica del soggetto moderno che vive lo sradicamento, perdita delle sue origini, non sa dove andrà). ‘Ntoni capisce che il nonno è morto, chiede di Lia e con le gambe tremanti fa un ultimo giro della casa per andarsene. Alessi crede che questo sia un segnale di voler rimanere ancora per un po’, e gli dice che se vuole questa è la sua casa. Diventa un personaggio consapevole, la sua presa di coscienza non è compatibile con il vivere in quel mondo, ormai è entrato nella modernità. Questo fu un addio ritardato, quando si allontanò nella piazza quasi all’alba si fermò ad ascoltare se chiudessero la porta della casa del nespolo. Si ferma in mezzo alla strada a guardare il paese. Solo ora che è
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