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Riassunto Libro Management e Organizzazione Imprese Globali, Appunti di Management Theory

Riassunto del libro - HILL, C.W.L., 2017, “International business” . Economia e strategia internazionale: l’impresa nei mercati globali, HOEPLI Gli appunti riprendono i punti chiave dei capitoli assegnati -Mercato Valutario -Strategia di espansione globale -Organizzazione dell'impresa internazionale -Strategie di entrata e alleanze strategiche -Produzione globale outsourcing e logistica -Marketing Globale e R&S -Export Manager

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 21/11/2022

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Scarica Riassunto Libro Management e Organizzazione Imprese Globali e più Appunti in PDF di Management Theory solo su Docsity! Il mercato valutario (Cap. 11) Nell’ international business la valuta estera ha un impatto rilevante. Pertanto, le vendite, i ricavi, i profitti e i costi dipendono anche dal rischio di cambio. Avere una valuta estera più forte avvantaggia il nostro commercio, in termini di export. Dalla valuta dipende anche il benessere e lo sviluppo di un’economia. Esistono: -Paesi a bassa inflazione: i costi aumentano poco, i redditi delle persone non perdono potere d’acquisto e possono comprare di più. -Paesi ad alta inflazione: i prezzi aumentano e i redditi delle persone perdono potere d’acquisto. Si può comprare di meno. -Paesi più rischiosi di altri sul piano eco-politico Le imprese internazionali devono quindi diversificare (=non esporsi solo e troppo verso un determinato paese) e controllare il rischio paese. Es.1 export: ITALIA ESPORTA SCARPE DI LUSSO VERSO GLI USA (PREZZO 1.000 EURO) Oggi 1 euro= 1,5 dollari PREZZO PER GLI AMERICANI 1000*1,5= 1500 DOLLARI DOPO UN MESE: 1 EURO= 1,7 DOLLARI PREZZO PER GLI AMERICANI 1000*1,7= 1700 DOLLARI Quindi se la moneta nazionale diventa più forte, le esportazioni sono meno convenienti per gli stranieri. Se mi assicuro contro il rischio di cambio, posso continuare a vendere a 1500 euro anziché 1.700 Curva elastica: piccole variazioni di prezzo determinano grandi variazioni di domanda Curva anelastica: grandi variazioni di prezzo determinano piccole variazioni di domanda. Chiamata anche “curva rigida”. L’APPREZZAMENTO DELL’EURO DANNEGGIA I PRODUTTORI (ESPORTATORI) EUROPEI E L’APPREZZAMENTO DEL DOLLARO DANNEGGIA I PRODUTTORI (ESPORTATORI) USA ECC Es. 2 import: ITALIA IMPORTA PETROLIO DALLE COMPAGNIE USA (PREZZO BARILE =57 DOLLARI) Oggi 1 euro=1,5 dollari PREZZO AL BARILE PER GLI ITALIANI 57 DOLLARI/1,5= 38 EURO DOPO UN MESE: 1 EURO= 1,7 DOLLARI PREZZO AL BARILE PER GLI ITALIANI 57 DOLLARI/1,7= 33,5 EURO Quindi se la moneta nazionale diventa più forte, le importazioni sono più convenienti, mentre gli esportatori di beni in dollari ci perdono. AL CONTRARIO, IL DEPREZZAMENTO DELL’EURO FAVORISCE LE ESPORTAZIONI MA DANNEGGIA LE IMPORTAZIONI. QUANDO SI HANNO PREZZI E COSTI IN VALUTE DIVERSE (E LA VALUTA DEI COSTI SI RAFFORZA) BISGNA DELOCALIZZARE, UNIFORMANDO LE VALUTE OPPURE ANDANDO IN PAESI CON VALUTE PIU’ DEBOLI RISPETTO A QUELLA DEL PREZZO. Le forti oscillazioni del tasso di cambio creano sia opportunità che minacce. Attenzione quindi alla valuta dei costi, che deve essere meno forte o la stessa di quella in cui è espresso il prezzo di vendita. Di conseguenza le imprese necessitano di un’adeguata strategia e gestione valutaria. Come? 1. Disperdendo la produzione internazionale in differenti località geografiche, meglio se con valuta debole. 2. Utilizzando fornitori internazionali situati in diverse località del mondo, meglio se con valuta debole. Es. 3 export: ITALIA ESPORTA SCARPE DI LUSSO VERSO GLI USA: PREZZO 1.000 EURO Oggi 1 euro= 1,5 dollari PREZZO PER GLI AMERICANI 1000*1,5= 1.500 DOLLARI DOPO UN MESE: 1 EURO= 1,2 DOLLARI PREZZO PER GLI AMERICANI: 1000*1,2= 1.200 DOLLARI Se la moneta nazionale diventa più debole, le esportazioni sono più convenienti per gli stranieri Es. 4 import: ITALIA IMPORTA PETROLIO DALLE COMPAGNIE USA, PREZZO BARILE = 57 DOLLARI Oggi 1 euro= 1,5 dollari PREZZO AL BARILE PER GLI ITALIANI: 57 DOLLARI/1,5= 38 EURO DOPO UN MESE: 1 EURO= 1,2 DOLLARI PREZZO AL BARILE PER GLI ITALIANI: 57 DOLLARI/1,2= 47,5 EURO Se la moneta nazionale diventa più debole, le importazioni sono meno convenienti. Pertanto, il rapporto di cambio non solo modifica la convenienza delle importazioni e delle esportazioni per uno Stato, ma cambia anche il fatturato internazionale delle imprese e i costi degli approvvigionamenti internazionali e quindi cambia l’utile internazionale di un gruppo e quindi la redditività. Per questo le imprese internazionali devono assicurarsi contro i rischi di cambio. A causa di una crisi economica globale, dell’inflazione e della perdita di valore della propria moneta, uno Stato può anche fallire e quindi andare in bancarotta. In questo caso ci vuole un salvataggio da parte del FMI che immette, quindi, liquidità nel sistema a certe condizioni. ll Fondo Monetario Internazionale (International Monetary Fund, di solito abbreviato in FMI in italiano e in IMF in inglese) è un'organizzazione internazionale pubblica a carattere universale composta dai governi nazionali di 189 Paesi e insieme al gruppo della Banca Mondiale fa parte delle organizzazioni internazionali dette di Bretton Woods, dal nome della località in cui si tenne la famosa conferenza che ne sancì la creazione. L'FMI è stato formalmente istituito il 27 dicembre 1945, quando i primi 44 stati firmarono l'accordo istitutivo e l'organizzazione nacque nel maggio del 1946. Attualmente gli Stati membri sono 189. Gli scopi del FMI sono: -promuovere la cooperazione monetaria internazionale -facilitare l’espansione del commercio internazionale -promuovere la stabilità e l’ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive -favorire e regolare le convivenze economiche anche dei paesi in via di sviluppo. Entrare in un mercato in anticipo rispetto ad altre imprese può presentare anche degli svantaggi, first mover disadvantages: -costi di esplorazione: costi che il first mover deve sostenere ma che le successive aziende possono evitare. I costi d’esplorazione includono i costi di fallimento dell’investimento. Dipende dal fatto stesso di essere stranieri in quel mercato e non conoscerlo appieno. Chi entra successivamente può trarre vantaggio dagli errori commessi da chi è entrato precedentemente. -costi del pionierismo: costi di produzione e promozione, compresi quelli per educare i consumatori. Essi possono essere sostenuti quando i prodotti offerti non sono familiari ai consumatori locali. Questo rischio è molto concreto soprattutto nei paesi in via di sviluppo ove le normative sono spesso in evoluzione e ciò può provocare danno all’impresa first mover che, in questo quadro di instabilità, si vede più volte costretta a cambiare e modificare le sue strategie. Vantaggi e svantaggi connessi alle diverse modalità di entrata: 1. Esportazione Vantaggi: possibilità di ottenere facilmente maggiori vendite Svantaggi: alti costi commerciali, barriere tariffarie, problemi con venditori e agenti di commercio locali 2. Contratti chiavi-in-mano (contratti di realizzazione ex novo di siti produttivi realizzati da aziende specializzate estere per conto dell’impresa domestica) Vantaggi: possibilità di ottenere uno stabilimento funzionante all’estero in modo agevole (la produzione estera inizia con poco sforzo) Svantaggi: creazione di concorrenti, breve permanenza nel mercato esteri, elevati costi per l’attivazione dello stabilimento 3. Licensing Vantaggi: velocità di entrata nel mercato estero, basso rischio, bassi costi di sviluppo Svantaggi: poco controllo sul licenziatario, mancato coordinamento a livello globale 4. Franchising Vantaggi: velocità di entrata nel mercato estero, royalties, bassi costi di sviluppo Svantaggi: mancanza di controllo sulla qualità, impossibilità di un coordinamento strategico globale 5. Joint Venture Vantaggi: velocità di entrata, accesso all’esperienza, condivisione di costi e rischi, maggiore accettazione politica Svantaggi: condivisione di know-how e rischio nascita di nuovi concorrenti 6. Sussidiarie estere possedute interamente Vantaggi: protezione della tecnologia, coordinamento strategico globale Svantaggi: alti costi e rischi dovuti all’inesperienza, per esempio Perché alcune acquisizioni falliscono? 1.Errori in fase di analisi e di progettazione dell’operazione 2. Errore nell’identificazione del partner 3. Errori nel progetto strategico complessivo 4. Eccesso di ottimismo circa i vantaggi dell’acquisizione (Teoria dell’arroganza) 5. Eccessivo prezzo di acquisto rispetto al valore effettivo dell’acquisito 6. Conflitto tra culture aziendali 7. Leadership non adeguata 8. Mancanza di fiducia reciproca e di un network coeso e informale a livello di management Produzione globale, outsourcing e logistica (punti fondamentali cap. 15) La scelta della localizzazione di produzione si basa su fattori paese, tecnologici e di prodotto. Tra i fattori paese vi sono: l’influenza del costo, l’impatto della politica economica e nazionale sui costi di produzione. I fattori tecnologici includono i costi fissi di installazione degli impianti di produzione, la disponibilità di tecnologie produttive che permettono la personalizzazione di massa. Le strategie di localizzazione prevedono l’accentramento o il decentramento della produzione e la scelta dovrebbe essere improntata sulla base dei fattori paese, tecnologici e fattori prodotto. MAKE OR BUY? Cosa produrre internamente e cosa far produrre ai fornitori indipendenti? Dovrebbe essere redatta un’analisi di costi-benefici in termini di: -costi di produzione -investimenti specializzati -protezione del know-how I vantaggi del MAKE. Vi sono molte argomentazioni a favore di questa scelta di produrre internamente tutto o parte di un prodotto- integrazione verticale- tra cui ridurre i costi: può essere vantaggioso produrre un bene/una componente da parte della stessa azienda se l’impresa è più efficiente nell’attività di produzione rispetto ad altre imprese, cioè se in quello ha un vantaggio competitivo. Un altro vantaggio è quello di facilitare investimenti specializzati: quando sono richiesti investimenti significativi in attività particolari per produrre un componente/bene, l’impresa preferirà produrlo internamente piuttosto che esternalizzarlo ad un fornitore. La produzione di tecnologie proprietarie è un altro vantaggio per un’impresa; se essa esternalizza la produzione di un bene che contiene una tecnologia proprietaria, corre il rischio che i fornitori si approprino di tale tecnologia. Un altro argomento a favore della produzione è quello di risparmiare sui costi di produzione I vantaggi del BUY, ovvero, l’acquisto di componenti o dell’intero prodotto da parte di fornitori esterni e indipendenti può offrire all’azienda: flessibilità strategica: l’impresa può mantenere la propria flessibilità spostando gli ordini tra fornitori, secondo convenienza. Inoltre, il buy può presentare costi inferiori: l’impresa può evitare problemi di coordinamento e controllo delle sotto unità organizzative e produttive (soprattutto in multinazionali che sono dislocate nel globo), incentivare i propri fornitori interni. I fornitori esterni, sanno di dover continuare ad essere efficienti se vogliono rimanere competitivi e produttivi. Inoltre, poiché i prezzi dei fornitori indipendenti sono definiti dal mercato, non si pongono particolari problemi connessi al prezzo. Quindi, le inefficienze burocratiche e alti costi possono essere superate con l’acquisto di parti da fornitori indipendenti. Nella gestione dei materiali i sistemi informativi web-based e just-in-time giocano un ruolo cruciale. I primi, attraverso lo scambio di informazioni e dati via internet semplifica la tracciabilità degli input, permette all’impresa e ai suoi fornitori di comunicare in tempo reale ed elimina il flusso cartaceo tra loro. I secondi permettono maggiori risparmi sui costi riducendo le spese di immagazzinaggio e mantenimento delle scorte. Inoltre i sistemi JIT aiutano l’impresa a individuare le parti difettose e a rimuoverle rapidamente dal processo produttivo, migliorando la qualità del prodotto. Marketing globale e R&S (punti fondamentali cap. 16) Trade-off (scambio) tra riduzione dei costi e adattamento alle esigenze locali. Si possono adottare due strategie: -a livello globale, comuni a tutto il mondo -specifiche di paese che convergono in strategie di prezzo, prodotto, comunicazione e distribuzione La segmentazione del mercato consiste nell’individuare gruppi omogenei di clienti il cui comportamento d’acquisto è diverso da quello degli altri. I segmenti del mercato variano da paese a paese, ma esistono segmenti che trascendono i confini nazionali (es. prodotti standardizzati e conosciuti in tutto il mondo). Per vendere nei diversi paesi bisogna investire molto per: -fare conoscere l’azienda nel paese -diffondere un’immagine aziendale positiva -adattare il prodotto ai consumatori di quel paese -pubblicità e promozioni in quel paese Negli ultimi anni, gli studiosi registrano tendenze di mercati e consumi sempre più standardizzati, cosa che porta l’impresa ad adottare strategie di standardizzazione delle preferenze e dei comportamenti dei consumatori. PUBBLICITA’ GLOBALE (STANDARDIZZATA) PUBBLICITA’ LOCALE (CONTESTUALIZZATA) Le scelte strategiche relative al canale di distribuzione si riferiscono al modo migliore per far giungere il prodotto ai consumatori. La catena distributiva può essere: 1. Concentrata al dettaglio o all’ingrosso 2. Può essere corta o lunga 3. Può essere più o meno esclusiva 4. Può essere più o meno di qualità Esistono strategie di comunicazione push e pull. La strategia push enfatizza la vendita diretta, quella pull si basa sulla pubblicità di massa del prodotto. Le due strategie non sono a sé stanti e a volte è necessario utilizzarle entrambe adottando diversi mix in diversi paesi. Quali prezzi? Si verifica discriminazione di prezzo quando i consumatori di diversi paesi pagano un prezzo diverso per lo stesso prodotto. Questa strategia è volta a massimizzare i profitti. Affinchè la discriminazione di prezzo risulti efficace, i mercati nazionali rispetto ai quali si discrimina devono essere separati e la loro elasticità al prezzo deve essere diversa. Una strategia di prezzo si definisce predatoria quando i profitti realizzati in un mercato vengono utilizzati per sostenere una politica di prezzo aggressiva in un altro mercato, al fine di estromettere i concorrenti. Nelle imprese internazionali bisogna integrare sempre di più ricerca e sviluppo, marketing e produzione. Per conseguire un’elevata integrazione tra queste componenti, è necessario costruire
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