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Riassunto libro “Passeggiate Africane” di Alberto Moravia, Appunti di Letteratura Italiana

Riassunto del libro “Passeggiate Africane” di Alberto Moravia, solo dei capitoli 1, 2, 3, 5, 7, 8, 10, 15, 20.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 25/06/2023

emanuela-maura
emanuela-maura 🇮🇹

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Scarica Riassunto libro “Passeggiate Africane” di Alberto Moravia e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Alberto Moravia – Passeggiate Africane Cap. 1 Diario di viaggio. Partono da Zaire (Atlantico) con la Land Rover. Vanno frontiera Tanzania da Ovest -> sbagliato, entrata corretta è Est. => Viaggiatore imprudente. Non c’è nessuno. Scrive sempre a che “ora” scrive l’appunto, o la durata dell’evento che descrive. Pensiero “meravigliosa ”nuvole Baudelaire che ricorre più volte. Trivio -> prendono strada lunga sbagliata “Rulenge”. Cercano Biharamulo, discussione se vedono lumi o lucciole. Arrivati, cercano una missione, chiedono ad un hotel dove possono trovare una missione, dopo un’ora di ricerca a causa di indicazioni sbagliate trovano la prima che non li ospita a causa della presenza del vescovo. Gli danno altre indicazioni sbagliate -> discussione se l’abbia fatto apposta. Vendono missionario anglosassone che li ospita nella missione, senza cena perché era tardi. Il giorno dopo fanno colazione con missionari curiosi, che chiedevano del Papa. Dopo tanta corsa da una collina all’altra (colline considerate pessime per fossi e rilievi che fanno sobbalzare). Arrivano alla pianura, il temporale gli fa immaginare zuffe tra dinosauri erbivori/carnivori. Improvvisamente vedono il lago Victoria e poi gli mancava poco per prendere il traghetto. Felice dalla freschezza dovuta alla pioggia che non gli faceva più sentire l’afa, spiega di non essersi accordo dello “squallore” del traghetto, lo descrive. Una volta tornato il sole, racconta come i “personaggi delle fermate” tornano fuori, descrive bambini, donne e uomini, chiedendosi cosa vogliono, cosa pensano e perché sorridono. Inoltre, descrive la natura che vede, gli animali. Fino ad arrivare ad una riflessione-> in quel lago ci son morti missionari, esploratori, ecc. -> dice di provare delusione e frustrazione. Arrivano a Mwanza (visitata 20 anni fa), la trova più grande, soggiornano in un albergo. Parco Serengheti: gli consigliano una strada (giudicata ingannevole) che li avrebbe fatti arrivare in primo pomeriggio. Strada ingannevole perché descrizione strada e gli si blocca la macchina nel fango. Mentre autisti spalano le macchine, lui si consola guardando il paesaggio, lo descrive dimenticandosi della situazione in cui si trovava. Arrivano li la notte, ed il personale non c’era perciò mangiarono scatolette. Ogni sera c’è sempre l’informazione della pioggia e tuoni che ci sono la notte. L’inganno dagli africani, per Moravia è sempre presente. Ambientato Seronera, Febbraio Cap. 2 Land rover ferma per passaggio di Gnù. Descrizione di essi e di come vede il loro pensiero “VIP”. Ritorna termine “ingannevole”-> serenità della pianura ingannevole. Entrati nel parco tra le strade di Seronera e Ngorongoro descrive caratterialmente e fisicamente gli animali che vede (leonessa, leone, rinoceronte, bufali, iene, varie zebre morte, mangiate da leoni e iene e zebre vive, ippopotami, giraffe). Tornano confusi perché hanno l’impressione di aver vissuto in un paradiso terrestre.-> lo considera artificiale per paradosso “la natura feroce abita in paradiso artificioso, mentre le coltivazioni o pascoli sembrano naturali”. Pag. 16 fa riferimento al mito occidentale, protestante e capitalista di Max Weber (Adamo ed Eva che traggono profitto dal territorio in cui si trovavano). Parla del lusso, della bellezza, introducendo il lusso delle “Lodge”, che “vogliono dare fino in fondo l’illusione dell’Eden”. Racconta dell’albergo dove abitarono prima di arrivare a Seronera, albergo dove ha riconosciuto la soluzione “cinese” del problema del consumo-> avere aspetti di una produzione industriale per contadini, produrre oggetti poveri e poco duraturi. Descrive cosa vede dalla terrazza la mattina della partenza (scimmie e cratere). Fa una riflessione sul cratere-> verra conservato come esempio di utopia capitalista? Cap. 3 Non avevano abbastanza benzina per riportare la macchina affittata nello Zaire (Kinshasa) -> Arusha prossima tappa dove c’è benzina. In una riflessione, considera il paesaggio africano “religioso”, si spiega meglio citando le divinità e la paura (pag.19) Non c’è benzina, devono rincorrersi malvolentieri al mercato nero. Si fermano ad un albergo di lusso, un verosimile luogo favorevole al mercato nero. Gli viene presentato un tizio che li accompagna in un bar per trattare la benzina, fecero varie soste per bar, poi seguirono un motociclista che li portò nelle capanne Masai-> la donna gli comunica il prezzo della benzina, tre volte più alto del previsto, fino ad arrivare al prezzo giusto, grazie alla trattativa fatta dal motociclista. Si affacciano ad un’altra tenda contenente diversi bidoni da 200L ciascuno. Pagano la benzina e la mediazione e se ne vanno. Durante il tragitto di ritorno si fermano ad un mercatino, racconta gli acquisti/baratti dei suoi amici. Fa una riflessione sui Baobab, ritiene che Pasolini aveva ragione nel voler scrivere “Gli alberi dell’Africa”-> protagonisti dell’Africa, non gli animali. Baobab ha una sua utilità spirituale. Arrivano alla Lodge di Tarangire, parco nazionale specializzato in rinoceronti. Solo che le due guide erano impegnate con altri visitatori perciò non si potevano vedere gli animali-> decidono di partire subito la mattina dopo. Ricorre il verbo “Correre”, correvano davvero? Per lui volare era a 40 Km/h, per loro era correre, cosa che per noi oggi no. Ultima tappa della giornata-> Kibondo, Far Western Africano, lo descrive. Vuole soffermarsi a descrivere la clientela della steppa, sbucata da chissà dove, per le due camionette di merciaioli ambulanti nella pista. A primo impatto li descrive come Monaci della confraternita della Misericordia; poi, guardandoli attentamente, nota che sono un unico gruppo appartenente alla stessa tribù. Li descrive, sia fisicamente che quello che indossano. Vogliono fotografarli, non sanno se farlo a causa delle diverse idee degli africani. Tentano con la polaroid e tutti vorrebbero avere quella foto. Gli chiede di che tribù fanno parte “Masai?”-> sbagliato, Wataturi. Accompagnano a casa il capotribù. Casa prefabbricata dal tetto di lamiera, non capanna. Riflessione-> cosa fa una volta in casa? Altra riflessione-> il loro costume sta ad indicare la forza della tradizione tribale. Cercano un posto dove fare picnic, tentano nella foresta dove stavano guidando da mezz’ora, ma subito dopo rientrano in macchina a causa dell’assalto delle mosche “tze-tze”= zanzare. Racconta come le zanzare entrano anche in macchina, le considera difficili da ammazzare, cosa contraria per l’autista africano, ovviamente abituato. Finita la foresta riescono a fermarsi per mangiare e nota la vista su un lago, descrive la sua bellezza ed anche la sua malinconia, misteriosità. Si chiede che lago sia, ma in realtà è innominabile perché innominato. Per lui in Africa non hanno un nome anche quando ce l’hanno. C’è sempre descrizione fisica e l’impressione del carattere (carattere dell’oggetto o essere descritto) o delle emozioni che gli da. Cap. 5 Arrivano alla frontiera della Tanzania, descrive la dogana come si presenta, gli odori, e anche cosa vede al di fuori l’edificio. Arrivati nel Burundi nota come ogni volta i doganieri sembrano stupiti di vedere turisti, si chiede “forse perché nessuno va nel Burundi dalla Tanzania o viceversa?”. Vedono arrivare una folla con cesti sulla testa e presumono che vengano dal mercato-> rendono tutto ancora più fiabesco perché non si sa dove si dirigono, da dove vengono. Comprano le cose essenziali al mercato. Si concentra a parlare delle “pezze di cotone” che le donne avvolgevano val corpo. Parla della differenza di stile/gusto tra li ed il Bokassa. Descrive in modo oggettivo il lago Tanganyka, facendo esempio “Mare Adriatico” per far capire meglio. Decidono di visitare dopo Bujumbura, di rimanerci solo la notte e proseguire nel Bukavo. Vede le montagne che vede a sinistra, dopo il lago le ritiene anche loro “ingannevoli”. Descrive cosa vede fuori dalla stanza d’albergo e dove si trova l’albergo. Passano per il fiume Ruzizi, arrivano alla frontiera dello Zaire ed entrano a Bukavo. Dovranno poi partire alle due di notte da Bukavo per il rientro nello Zaire, a causa della pista sbarrata dalle otto di mattina per il rally dei grandi laghi. Il cielo che vede dalla finestra della sua camera gli ricorda il cielo italiano, fa spesso riferimenti a Leopardi e Manzoni. Cap. 7 Si trovano a Kigali. Fa una riflessione sulla citazione di Guy e Gerard Vienne. Riflessioni sull’identità degli animali. Gli animali sono animali o non sono poi così diversi dall’uomo? Arrivati alle colline Hemingway (riferimento elefanti bianchi?) Arrivati a Kigali descrive il paesaggio, cosa vede e cosa sente. Paesaggio idilliaco. Durante la guida si fermano a vedere dei leoni, al secondo gruppo decidono di seguirli. Racconta cosa vede, come le leonesse che insegnano ai cuccioli, vede l’impala sorvegliare, vede i cuccioli di leone che mangiano una zebra morta. Inoltre, fa una riflessione sull’antropomorfismo dell’animale = non è l’animale ad avere caratteri umani, bensì l’uomo ad avere caratteri animali. Cap.8 Si trova a Camp de la Rwindi, a passeggiare per la pianura di Virunga alla ricerca di animali nascosti tra le erbe. Fa una riflessione sul libro di Hemingway che sta leggendo (capitolo “caccia e felicità” di “Verdi colline d’Africa”), libro criticato all’epoca per la “troppa” sincerità. Prima riflessione: “bisogna distinguere nel libro la parte estetizzante di letteratura dell'area decadente, esaltatrice dell’azione, della violenza e della morte, dalla parte di diretta e semplice rappresentazione”. “Questa prima distinzione porta, secondo me, a dissociare il personaggio di Hemingway in tre modi
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