Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Ruolo e formazione degli educatori nella gestione della migrazione, Sintesi del corso di Pedagogia

Una definizione di migrazione e una classificazione in base alla direzione, alle cause e al periodo di tempo. Vengono inoltre descritti i termini relativi alla migrazione, come migrante irregolare, richiedente asilo, profugo e rifugiato. Viene poi affrontato il tema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, con una descrizione delle strutture che svolgono questo servizio e degli obiettivi dell'accoglienza integrata. Infine, si sottolinea l'importanza del lavoro di squadra tra gli operatori che si occupano di migranti.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 06/11/2023

aurorapini
aurorapini 🇮🇹

5

(1)

6 documenti

1 / 7

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Ruolo e formazione degli educatori nella gestione della migrazione e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! RUOLO E FORMAZIONE DEGLI EDUCATORI COS’È LA MIGRAZIONE? la migrazione è spesso definita come il movimento di persone sia attraverso confini internazionali (migrazione internazionale), sia all’interno di uno stato (migrazione interna) per più di un anno e indipendentemente dalle cause, volontarie o involontarie, o dai mezzi, leciti o illeciti, utilizzati per emigrare. A seconda della direzione delle migrazioni, si può classificare ulteriormente come: - Immigrazione → un processo in cui non-nazionali, si muovono verso un paese con l’intento di stabiliri (OIM, 2011) - Emigrazione → l’atto di partire o lasciare uno stato con l’intenzione di rimanere all'esterno per un periodo superiore a un anno (OIM, 2011) Siamo tutti meticci!! Meticciamento: interazione, interagire, contaminarsi,... Percezioni negative o positive Le migrazioni internazionali stanno aumentando e ci si aspetta che si intensificherà in futuro (Adamo, 2009). Al fine di garantire la coesione sociale e politica, è importante affrontare i meccanismi della migrazione, i rischi e i benefici. Il numero dei migranti internazionali in tutto il mondo è aumentato di 80 milioni dal 2000 al 2017. La globalizzazione, modi maggiori e più economici di viaggiare e il cambiamento climatico sono tra le maggiori cause della migrazione. La migrazione può essere classificata: - dalla distanza: internazionale (regolare/irregolare) o interna (rurale/urbana; stagionale) - dalle cause: forzata (traffico; sfollamento per conflitto-indotto o disastro-indotto) o volontaria (migrazione economica, migrazione sociale e familiare, migrazione per l’istruzione) - dal periodo di tempo: temporanea o permanente Migrante irregolare→ aggettivo per descrivere colui che non possiede i documenti e le autorizzazioni amministrative necessari ad entrare in un Paese o a stabilirsi; Richiedere asilo→ qualsiasi cittadino di Paese terzo o apolide che abbia presentato una domanda di protezione internazionale in merito alla quale non sia ancora stata presa una decisione definitiva; Profugo→ una persona scappata per ragioni di sopravvivenza, solitamente a causa di guerre o conflitti, che non rientra nella categoria di rifugiato. Spesso il profugo è interno, ovvero nel suo stesso paese. Rifugiato→ in termine generici, il rifugiato è una persona che è scappata dal proprio paese per cercare protezione in un altro. L’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni unite (Unhcr) riconosce come rifugiati coloro che rientrano nei criteri stabiliti dal loro statuto. Questi sono dunque titolari della protezione che l’agenzia ONU può offrire loro. Altra cosa è il riconoscimento dello status di rifugiato da parte di un paese membro della Convenzione di Ginevra del 1951. Status di rifugiato→ è la prima e la più importante forma di protezione internazionale, e può essere riconosciuta a un richiedente asilo da uno stato membro della Convenzione di Ginevra del 1951. La convenzione definisce il rifugio come: “... chiunque, nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato”. ART1 Clandestini→ il termine non esiste né nelle definizioni internazionali né nel Diritto dell’Unione europea. è usato in Italia come conseguenza della legge Bossi-Fini che definisce il reato di immigrazione clandestina. Si distingue dalla migrazione irregolare in quanto riguarda solo coloro che abbiano violato le regole sull’ingresso nel territorio e non abbiano alcun titolo legale per rimanervi. Non riguarda i richiedenti asilo, chi l'asilo l’ha ottenuto e neanche chi si è visto negare tale richiesta ed è rimasto nel nostro paese. Riguarda quindi solo chi è entrato in modo irregolare e non ha presentato richiesta di asilo. Migrante economico→ è una persona che si è spostata dal suo paese di origine per migliorare le sue condizioni di vita, cercando un lavoro. Il termine viene spesso usato per distinguerli dai rifugiati. 200 milioni i migranti climatici entro il 2050, secondo alcune stime. Nel nostro paese, dai dati presenti nei rapporti del Ministero al Lavoro e alla Politiche sociali, risultano presenti, al 30 giugno 2019, 7.272 minori ospitati per il 94,03% presso Strutture di Accoglienza, mentre il 5,97% risulta collocato presso privati. Dei MSNA, presenti sul territorio italiano 5.745 pari al 79,01% sono ospitati di Strutture di II Accoglienza e il 15,03% in Strutture di I Accoglienza. realizzazione del progetto accedono ai Fondi nazionali per le politiche e i servizi d’asilo. A livello territoriale gli enti, con la rete del terzo settore, devono garantire interventi di accoglienza integrata (principio base) per i MSNA. L’accoglienza integrata implica che si venga a creare una sinergia tra enti del terzo settore, enti locali, volontari, ecc., per creare inclusione sociale, scolastica, culturale e lavorativa, al momento opportuno, dei MSNA. Le strutture che svolgono questo servizio rivolto ai minori in situazioni di abbandono o di urgente bisogno di ospitalità e protezione, sono prevalentemente strutture del privato sociale convenzionate con l’ente locale. L’obiettivo è quello di garantire il collocamento dei minori in un luogo sicuro, attivando percorsi di inclusione sociale, guidare e accompagnare il minore nella strutturazione di un percorso di crescita dell’identità personale e sociale, cercando di incrementare l’autonomia e la responsabilizzazione. Il tempo per diventare adulti non è un tempo programmabile, non una dimensione trascurabile, esso rappresenta quel periodo nel quale gli operatori cercano di promuovere lo sviluppo dell’identità di essi, cercando di costruire con loro un equilibrio tra il tempo di permanenza e il progetto di vita futura, promuovendo lo sviluppo e l’acquisizione di sicurezza interiore e capacità relazionali. → lavorare in team: richiede la capacità di ogni operatore di sapersi relazionare con gli altri, di smaterializzarsi dall’individualità del singolo, per focalizzarsi sul lavoro d’equipe che richiede di mettere in gioco capacità d’ascolto ed empatiche. Alla base del lavoro di équipe → per raggiungere risultati ottimali è opportuno che ogni operatore impari a far silenzio e ad ascoltare, cercando di superare l’egocentrismo personale che caratterizza ogni individuo. Ogni operatore deve mettere in pratica queste caratteristiche prima con sé stesso, successivamente con il team ed infine con i minori con cui si troverà a lavorare. Il coordinatore → oggi viene riconosciuto come figura professionale, con ruolo centrale nelle strutture a carattere educativo, che facendo parte dell’équipe educativa opera sul campo. Il lavoro di progettazione viene compiuto su 2 piani: - il primo piano è rivolto direttamente agli utenti, in quanto il coordinatore si occupa di osservare e realizzare, insieme all’équipe educativa della struttura, interventi educativi per ogni utente, verificandone in un secondo momento l’efficacia e l’efficienza. - in secondo piano si occupa della gestione del lavoro di gruppo attraverso incontri periodici, dove viene fatto il punto della situazione, verificato la validità del lavoro sinergico ed individuate eventuali criticità. Un buon coordinatore è chiamato ad organizzare tempi, spazi, risorse tangibili e intangibili, a relazionarsi efficacemente con tutti i soggetti del sistema organizzativo, a migliorare la qualità del lavoro, a organizzare turni, valutando limiti e potenzialità del personale e dei minori, mettendo in gioco competenze metodologiche e relazionali. Ruolo fondamentale → rivolto l’ascolto attivo, inteso come saper ascoltare e stare in silenzio, avere la capacità di mettersi da parte e allo stesso tempo conoscere quando ricoprire il ruolo principale ed essere partecipi. Altra caratteristica è quella dell’empatia, intesa come quella capacità di mettersi nei panni degli altri, interiorizza i loro vissuti, ma allo stesso tempo mantenere una posizione marginale, serbando l’oggettività e valutando la strategia migliore da mettere in atto. Parlare di queste competenze da sviluppare ne richiama un’altra altrettanto importante: la riflessività. L’essere riflessivi, il saper quando agire e quando stare fermi, che non rappresenta un essere inerme, ma riconoscere il momento opportuno per agire, sono componenti fondamentali per il coordinatore. Sviluppare consapevolezza di sé, abbandonare il concetto di “io” per andare incontro al concetto di “”noi” → permette di accrescere la reciprocità dei rapporti e delle emozioni e nei confronti degli altri. Il coordinatore deve saper lasciare il giusto spazio d’azione, mettendosi in secondo piano ed intervenendo al momento opportuno, promuovendo lo sviluppo di idee, richiedendo la partecipazione degli operatori, negoziando insieme, in un secondo momento, la strategia più opportuna. Per questo ricopre allo stesso tempo il ruolo di attore partecipe e attivo; è colui che promuove l’ascolto attivo, ricopre il ruolo di facilitatore stimolando il confronto. Queste sono competenze che mette in pratica sia sul primo piano d’azione con i minori sia su quello con l’équipe educativa, il coordinatore deve saper contenere le frustrazioni che possono scaturire dai minori e dagli operatori. Ricoprire il ruolo di coordinatore → racchiude sotto un unico profilo differenti capacità che solo un accurato lavoro su di sé e l’esperienza sono in grado di mettere in atto. Non conoscere se stessi impedisce di svolgere correttamente questa funzione, in quanto essa richiama, prima di tutto, l’abbandono di determinante caratteristiche che contraddistinguono ogni essere vivente come l’egocentrismo, ecc. Il coordinatore è colui che nei confronti dell’équipe educativa, mantenendo la sua funzione di leader, rende partecipi, stimola la riflessione, la discussione di gruppo, accoglie le idee altrui, vigila e al tempo stesso lascia libertà di azione e decisione, ha fiducia negli operatori, accompagna senza prendere decisioni individuali, promuove la negoziazione collettiva per raggiungere obiettivi comuni.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved