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Riassunto libro 'Tutto si può narrare' di Marco Borsotti, Appunti di Museologia

Riassunto completo capitolo per capitolo dell'intero testo di Marco Borsotti

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Caricato il 19/01/2023

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olivia-skelly 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto libro 'Tutto si può narrare' di Marco Borsotti e più Appunti in PDF di Museologia solo su Docsity! TUTTO SI PUO’ NARRARE. Riassunto Introduzione Allestimento contemporaneo—> disciplina progettuale, muove i primi passi dall’architettura (connessa). Luogo di confluenza di + saperi e modalità di espressione della cultura. Allestimento contemporaneo x mostrare, dare forma a modi di vedere, esporre conoscenza. Allestimenti che danno vita a delicati sistemi di equilibrio architettonico e comunicativo— > condensatori attivi che innescano significati; lo spazio allestito vede e definisce le relazioni tra tre parametri fondamentali: - Oggetto - Luogo - Visitatore (Simile a ciò che dice Barthes x la fotografia. Coglierne il significante non è atto immediato, occorrono altre riflessioni—> stessa cosa per realizzare un progetto) Importante è capire dunque cosa ha determinato quel progetto allestitivo, x una comprensione + ampia e consapevole (Barthes—> esporre x mostrare il suo referente, il significante p. 10) Progetto di allestimento = messa a punto di strategie espositive di un evento culturale che definisce la relazione tra ciò che è messo in mostra e colui che guarda x generare in egli lo stratificarsi di nuovi comportamenti, scoperte e riflessioni Convergenza di vari tipi di conoscenza (architettura, design, prossemica, progettazione visiva, tecnologia…) che convivono e danno forma a pox interpretazioni. Progetto di allestimento—> ctrl della conformazione spaziale + definizione di strumenti espositivi. Coordinamento tra le due, sono complementari. Spazio, oggetti e visitatore sincronizzati. [Bruckner—> oggetti come testimoni in grado di fornire info sul passato, mediano tra passato e presente] Progetto di allestimento contemporaneo—> tipo di medium dove i consumatori sono incoraggiati a cercare nuove info e avviare connessioni tra differenti contenuti mediali. Ciò che può essere appreso con immediatezza attraverso i sensi si modifica grazie all’esplorare e al comprendere. Progetto di all. Che può agire come catalizzatore x la promozione di conetti e idee e degli oggetti che costituiscono l’esposizione. Allestimento come anche pratica sperimentale, non come finalità, ma come compendio e spiegazione—> non sostituisce l’oggetto, bensì lo racconta e lo mantiene al centro della narrazione. Perciò, l’allestimento è un linguaggio costantemente aggiornato. Simultaneamente adotta due condizioni di assimilazione della conoscenza: - Verticale—> acquisite ogni aspetto di un concetto - Orizzontale—> trasversale, suggerita dalla messa in scena attraverso relazioni visive e formali Capitolo 1. Una narrazione a densità complessa - Atto di esporre—> sintetizza l’urgenza di esibire le grandi collezioni. Prima sintetizzazione nelle wunderkammer e quadrerie. Realizzazione di luoghi dedicati all’esposizione x evocare compiacimento tramite forme di accostamento x contrapposizione, richiamo o assonanza. (Galleria tassonomicamente ordinata x gruppi —> configurazione + rappresentativa e longeva). - Modernità nuovi criteri, neutralità, White cube, pochissimi supporti, sottrazione percettiva del contenitore, grado 0. [O’Doherty p. 16] - Tecnologie digitale con sviluppo delle comunicazioni, supremazia dell’immagine, accelerazione della percezione del tempo e sua trasformazione. Supporti elettronici parte del sistema allestitivo narrante. —> oggi le pratiche di allestimento costituiscono una disciplina progettuale, spazio come luogo delle simultaneità di eventi. Linguaggio espositivo ricco e diversificato, simultaneità di vari piani di lettura sincronizzati e interagenti. [Studio azzurro—> museo luogo in cui vivere, partecipare ad una storia attraverso + sollecitazioni. Luogo dinamico.] Disciplina allestitiva—> luogo di sperimentazione dove tecniche di vario tipo di combinano e sviluppano nuove attitudini progettuali (varie ibridazioni). Coinvolgimento del visitatore attivo. Nina Simon—> approccio progettuale partecipativo diverso da quello tradizionale Il concetto di regia allestitiva Figura del progettista che mette in atto narrazioni visibili ed invisibili , differenti declinazioni del raccontare. Comunicazione multimodale, piuttosto che multimediale (di comunicazione)—> Indagare il modo con cui si veicola la comunicazione, come la si struttura rispetto all’utente, cioè il progetto. Punto di partenza del progetto—> presa di coscienza delle modalità di espressione dei contenuti dell’evento. Curatore—> catalizzatore o canalizzatore di idee (George). Obrist—> colui che deve creare uno spazio libero, e non occuparne uno già esistente. ‘Mettere in scena, in mostra’—> ricostruzione di un racconto attorno a un soggetto; exhibit design come vera e propria regia. Calare il visitatore in uno scenario memorabile. Mostrare come complesso lavoro di montaggio, azione di regia allestitiva. Sviluppare un racconto aperto, flessibile, x dar vita a molteplici letture, furizioni e comprensioni dell’evento. Scopo di una mostra—> rendere naturale ciò che non lo è per lo spettatore. Exhibition designer + curatore, gli fornisce strumenti in grado di rappresentare in maniera accessibile al pubblico sia la collezione che ciò che essa rappresenta nelle sue singole componenti, nel suo relazionarsi col mondo. Capitolo 3. Alla ricerca di possibili definizioni disciplinari Definizione di allestimento lungo processo di revisione—> introduzione di molti concetti inter e trans disciplinari—> Buckner p.51; fine 90s exhibit design vera e propria disciplina specialistica. Esperienze spaziali autentiche, autonomia concettuale del progetto allestitivo. Connubio di narrazione, comunicazione, performance, interattività… Approccio user-centred, figura del visitatore cruciale, fruitore privilegiato e componente attiva della struttura espositiva. Rogers—> primi 50s. Esposizione no rassegna di oggetti da guardare, ma ambiente da penetrare. rapporto stretto tra oggetti esposti e soggetti chiamati a vederli. Si ricerca un’esperienza di tipo sempre più ampio e compartecipato. Un nuovo ordine sistemico tra spazio, oggetti e pubblico Rapporti tra contenuti dell’evento e visitatori—> compresenza e sovrapp di un vasto numero di esperienze. Design espositivo contemporaneo—> esp artistiche tipo arte ambientale, performance, installazioni + architettura d’interni, illuminotecnica, design grafico, cinema, pubblicità e nuovi media. Relazioni tra oggetti e spazio dove sono esposti. Appelbaum—> storytelling come meccanismo per rigenerare l’interesse nelle visite ai musei. Tecnica comunicativa che trasmette conoscenze, rende accattivanti i fatti narrati. Propensione narrativa dell’allestimento contemporaneo, strategia a servizio che amplifica le potenzialità dei soggetti. Raccontare è un atto umanamente spontaneo ed ancestrale! Nuovo ordine sistemico tra spazio, oggetti esposti e pubblico. Adeguare lo spazio ai contenuti Progetto di allestimento cont.—> aumento del processo di coinvolgimento dei visitatori tramite dispositivi e sistemi interattivi—> ‘scenography’ di Bruckner: essa genera forma a partire dal contenuto, dota questo di significato e atteggiamento. La scenography genera spazi narrativi dalle idee e dagli oggetti e ne trasmette i contenuti come messaggi; ri- contestualizza e consente agli oggetti di parlare. Aspetto performativo + tecniche e linguaggi delle arti. Dernie—> performatività come aspetto fondamentale del design delle mostre cont. Interattività quando lo spettatore o visitatore può partecipare alla storia narrata e aggiungere realmente qualcosa allo spettacolo. L’impatto di una mostra aumenta quanto + il visitatore diventa attivo e coinvolto. Le mostre assumono molte forme, diversi pdv. No fissità. 4 parametri fondamentali proposti da Bruckner che aiutano a comprendere cosa caratterizzi il progetto espositivo oggi: 1) Sostanza fisica 2) Aggettivazione atmosferica 3) Narrazione verbale 4) Drammatizzazione sintattica Parametri che condividono lo scopo di rendere disponibile uno spazio adeguato al contenuto in questione. Quali definizioni? Che cosa rende una mostra tale? Disposizione spaziale di un Corpus + o - coerente di oggetti che x la durata dell’evento entrerà in una interrelazione che produrrà un potenziale narrativo in grado di dare all’intero insieme il suo potere espressivo. Difficile dare una definizione ad un ambito così articolato come è la disciplina dell’allestimento. Polano—> mostra che designa una varietà preoccupante di atti espositivi. Finessi e Lupi su Treccani (p.60) Marco Navarra contraddistingue tra ‘to exhibit’ e ‘to display’: il primo è un mostrare che rimanda all’idea di tirare fuori, offrire una visione e informazione, rivelare somministrando. Unidirezionale. Il secondo invece è un mostrare imparentato col gioco e con la rivelazione, muoversi e indirizzare, mettere in moto, attivare un processo, interpretare. Arte del display, polisensoriale, mostre che offrono idee e generano complessità, scritture fatte di relazioni tra oggetti, persone, parole e spazi. Contrapposizione tra nascondere (strategia selettiva che omette al fine di stimolare) e mostrare (dis-vela ovvero porta in superficie e rende disponibile, codificabile, comprensibile) risolta in un processo di assimilazione reciproca. Mostrare è dotare di senso le cose (Marras). Allestimento scenario attivo! Partecipe! Disegna la traiettoria dello sguardo e determina comprensione. Non è fine a se stesso, il suo compito primario è il porsi al servizio di una esperienza esplorativa e cognitiva che devia l’asse temporale della nostra consapevolezza quotidiana x offrirci uno scenario altro. L’allestimento di occupa anche di progettare spazi interpretativi. Allestimento come processo dialettico condotto simultaneamente in network che si sviluppa in dialogo. Diverse funzioni dell’allestimento contemporaneo. Idea di ‘esperienza’ che investe l’evento culturale della capacità di trasmettere i propri contenuti ricercando il coinvolgimento del pubblico. Informare e sedurre, creare stupore. Principio di ‘connettività’—> esporre è atto ordinativo che predispone il dialogo, a volte contemplativo e silenzioso a volte plurisensoriale e multidirezionale. La definizione di allestimento cont è un’antologia di differenti punti di vista. Aspetto comunicativo alla base dei linguaggi—> ‘scenography’ di Bruckner quintessenza dell’atto del mostrare oggi. L’allestimento contemporaneo è un medium comunicativo Necessità dell’allestire, di dare corpo attraversabile e abitabile a qualcosa che deve essere messo in mostra—> istanza di attualità. Nuovi media (cine e radio prima, oggi tutte le forme di comunicazione partecipata e collettiva che Jenkins chiama ‘narrazione transmediale’)—> cambiano le modalità di informazione quotidiana quanto le strategie di avvicinamento, comprensione e scambio della cultura. Disciplina del ‘mostrare’ rafforza del tempo la sua capacità di essere medium comunicativo: allestire è progettare strumenti dedicati allo sviluppo dei fenomeni di evoluzione della conoscenza e del divulgare. Allestire è sostanza di costruzione comunicativa in costante ricerca di informazioni da codificare, ordinare e diffondere grazie a un apparato emittente plurisensoriale che si sottrae ad una determinazione coercitiva dei propri contenuti. Punti di vista alternativi. Italo Rota—> ‘installation art’ ambito artistico, trasforma colui che espone in co-autore dell’opera stessa. L’esporre come azione destabilizzante Esporre—> disturbare l’armonia. Infastidire il visitatore nel suo comfort intellettuale. Suscitare emozioni, costruire un discorso… Risvegliare la coscienza di chi si occupa di allestimenti. Oggetti non esposti x loro stessi ma perché fanno parte di un discorso, diventano argomenti di una storia che mette in una prospettiva l’una o l’altra delle sue caratteristiche. Mostrare l’invisibile! Progetto di una mostra che dev’essere anche revisione originale e mediata di idee e contenuti. Generare scoperta, interesse e meraviglia. Allestimento come progetto articolato, complesso e polimaterico. Capitolo 4. Tutto si può narrare progetto di allestimento contemporaneo con valore di dispositivo narrativo. Convergenza tra contenuti da raccontare e apparati concettuali, visivi e strumentali del ‘mettere in mostra’. Allestimento—> spazio narrativo. Relazione tra spazio-tempo-oggetti mediata a partire dal messaggio, o declinazioni narrative proposte ai visitatori. Primato della narrazione sulla materialità, della rappresentazione sullo spazio! ‘Contenuto’, qualcosa che è racchiuso all’interno di altro. La ‘scenography’—> dotare il contenuto di significato, generare prospettive a partire da esso. In linguistica, la messa in scena di un contenuto e la programmazione di una serie di stimolazioni percettive x la costituzione di un messaggio sono detti fenomeni semiologici. Allestimento—> atto progettuale capace di uno sguardo polifonico, ambiente abitabile dai vari significati narrativi che esso rappresenta. Si ricerca ciò che ‘non è scritto’, ciò che è celato dietro l’evidenza delle cose tangibili. La memoria profonda delle cose. Dalla intuizione artistica alla pratica allestitiva Gli oggetti hanno una potenza evocativa e storie da raccontare. I curatori, tramite lo storytelling, devono costruire narrazioni comprensibili da un ampio pubblico. Mediazione tra oggetti e spazio, oggetti e visitatore, necessaria! Tema cruciale per la fruizione. ‘Ripopolare la reggia’—>titolo. Opera in stretto rapporto sinergico con la sua collocazione. Tre momenti autonomi nella struttura: - La presentazione della corte. Piazza digitale circolare, 6 schermi, 10 personaggi si presentano al pubblico in un rapp di prossimità che introduce la ritualità della conoscenza personale. - Le cucine. Uno schermo grande e 20 piccoli trasparenti. Ambienti che riprendono vita (oggi non hanno piu niente di originale). Luogo trasformato, ora vivacemente immaginifico. Grande effetto sensoriale. - La processione della corte 11 stanze. Non è un film, e non è una semplice installazione multimediale (riduttivo)—> ibridi. Sequenza coordinata di raffigurazioni cinematografiche x un racconto di un piccolo spaccato della vita di corte + opera artistiche in sé stessa, assume lo statuto di oggetto messo in mostra, valore aggiunto della collezione museale. Rilettura della società sabauda, riproposta in una versione umanizzata. Tre grandi quadri narrativi. Fisicità degli ambienti e degli arredi. Ricostruzione multimediale de L’Ultima Cena di Leonardo nel 2008 a Palazzo Reale di Milano. Immaterialità della narrazione filmica passo in avanti, riproduzione digitale perfezione. L’autentico originale è duplicato in scala reale con tecniche digitale hd da Adam Lowe + team collaboratori. Scansioni tridimensionali e stampante. Riproduzione digitale dell’opera leonardiana—> intervento di Greenway che la rende palinsesto visivo eccezionale dove il potere evocativo delle luci dei colori e dei suoni rivela dettagli dell’affresco che si scompongono e ricompongono secondo sequenze che ne restituiscono la forza visiva. ‘Riscoperta’ dell’originale. Immateriale digitale che diviene rivelazione della realtà: lezione sulla potenzialità di una lettura analitica innovativa. Il quotidiano: l’usuale non è ovvio Principio di memoria collettiva (Halbwachs) consolidato anche in ambito museografico. Eleva la vita quotidiana a luogo privilegiato di esplorazione e comprensione dei più ampi fenomeni sociali che la circondano e condizionano, definendo un’estetica del quotidiano dove l’usuale non è più sinonimo di ovvio. La memoria collettiva permette il costruirsi di quella individuale—> i ns ricordi prendono forma come tali solo in virtù della loro appartenenza ad un gruppo sociale. L’insieme delle tracce del passato che un gruppo sociale conserva può essere rappresentato attraverso oggetti, immagini e usanze dei differenti periodi storici e in relazione alle abitudini e mode che con essi presero forma. Tidens Samling. Museum of Everyday Life. Per favore, toccate gli oggetti Esplorazione quotidianità come substrato fertile dove rintracciare un quadro d’insieme che si fa rivelatore dell’andamento di grandi fenomeni sociali, att frammenti. Museo dedicato alla vita quot nel Ventesimo secolo, 1992 Odense, 1 museo di storia culturale hands-on della Danimarca. Ampia collez di oggetti che sono stati di uso corrente tra 1900 e 1980 in quel paese, collez eterogenea e nostalgica, pluriforme e multicolorata, negli spazi domestici a scala reale che ne mostrano la collocaz quotidiana. No deposito di Memorabilia, gli spettatori possono e devono toccare e sedersi, aprire cassetti ecc.. Struttura dell’allestimento dinamica! Nuove regole hands-on, nuova dialettica visitatore- spazi-oggetti. Esperienza multi sensoriale, tutti i sensi sono coinvolti, rapporto immediato e tangibile col le cose. Luogo x tutti, scambio di ricordi ed esperienze. Oggetti quotidiani in un museo, destabilizzante. Annullamento dei parametri che usualmente disegnano un contesto critico. Il Museo dell’Innocenza. La realtà della finzione della realtà Oggetti evocatori emotivi, passione x essi. Orhnan Pamuk scrittore, realizzazione di un’esperienza narrativa reale e concreta. Museo dell’Innocenza dove il progetto di scrittura e quello di allestimento sono interconnessi. Museo con oggetti comuni della sua città (Istanbul) + sviluppo del catalogo scritto in forma di romanzo. Rapporto romanzo-museo, entrambi frutto dell’immaginazione di Pamuk. Oggetti nel museo che sono quelli del romanzo. Tra parole e cose v’è però un abisso. Spazio museale universalmente conosciuto attraverso il suo omologo letterario. Luogo che racconta una storia di persone, resa comprensibile dagli oggetti esposti. Pamuk percepisce fin dal principio il museo e il romanzo all’unisono. Paradosso logico-temporale del museo, dove oggetti e significati sono comprensibili grazie alla doppia struttura di scrittura letteraria ed esposizione fisica—> presupposti sovvertiti: oggetti reali ma non sono quelli incontrati e posseduti dai loro proprietari, perché sono proprio questi ultimi ad essere immaginari. Spazi simili a wunderkammerenn, teche seguono logica succ dei capitoli del romanzo. Museo tributo alla potenza della narrazione e alla sua necessità di immergersi nel quotidiano degli oggetti x rapp e stessa. Le storie quotidiane dei singoli individui sono piu ricche e piu interessanti delle storie delle società, comunità… Gli oggetti ci parlano. Ascoltiamoli Laboratorio curato da Italo Rota nel 2012 presso i Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia nell’ambito della mostra ‘Lavori in corso’—> call a tutti i cittadini x portare al Museo di Palazzo San Francesco oggetti comuni a loro appartenuti e riconosciuti come emblematici di alcune condizioni di vita recente. Oggetti legati alla memoria. Collaborazione partecipativa x incremento delle period rooms XX secolo già in museo. Oggetti fotografati e catalogati ed esposti come prestiti temporanei, come veri oggetti d’arte. Risultato finale—> allestimento definito da assemblaggi plurimi e libere associazioni, spontaneo nella comprensibilità della sua documentazione visiva. Il Museum of Broken Relationships. O della fragilità umana Zagabria, Olinka Vistica e Drazen Grubisic. Oggetti banali investiti da una visione intensamente poetica e coinvolgente. Spazio molto originale e destabilizzante, innovativo, sfida la comune percezione del ruolo dei musei nella società contemporanea, come recita la motivazione della giuria dell EMFK Kenneth Hudson Award, vinto nel 2011. Riflessione su fragilità dei rapporti umani e sulle circostanze sociali, politiche ed economiche che circondano le storie raccontate. Dramma della fine di un amore come momento traumatico, universale: tutti l’affrontano prima o poi. Va oltre età, razze e religioni! Narrazione collettiva. Collezione work in progress, chiunque può contribuire donando un proprio oggetto carico di significati simbolici + piccolo frammento di storia che contiene—> catartico superamento del dramma. Il visitatore ritrova un po di se stesso in questi frammenti, anche inaspettatamente. Esposizione di oggetti del quotidiano che vengono da donazioni spontanee che ne alimentano la collezione e vengono raccolti anche tramite mostre itineranti. Inviare oggetti al museo, creare una storia emotiva collettiva. Il Museum of Obsolete Objects. Tutorials dal passato Tutto può essere raccontato, dunque x essere originale una narrazione deve saper cogliere in modo originale un punto di vista inaspettato anche quando tratta un argomento apparentemente poco interessante. Progetto che è uno strumento x raccontare e far comprendere fenomeni complessi. Oggetti obsoleti, che non sono più utili—> un tempo di valore e ora abbandonati, superati. Scarti prodotti dall’accelerazione tecnologica, testimoni silenziosi di usi, costumi e mode. Rivelano quanto velocemente i consumatori li abbiano utilizzati e dimenticati. Museo esplorabile tramite YT, raccolta di oggetti tecno esibiti con ironia. Fisicamente non c’è allestimento, l’intero ambiente espositivo è virtuale, l’impianto narrativo e soluzioni visive adottate sono una vera e propria grammatica del mostrare. Capitolo 7. L’indicibile. Nulla deve essere dimenticato Tantissime istituzioni che oggi raccontano eventi il cui ricordo molti preferirebbero rimuovere. Luoghi che conservano la memoria di eventi tragici, ribadirne la storia e trasformarli in momenti di profonda riflessione, x acquisire consapevolezza e favorire la perpetuazione di tale memoria. Trauma ciò che viene reso visibile, l’evento drammatico—> istituzione veicolo per la memoria, attivarla. Raccontare ciò che è stato! Occuparsi di ciò che non si vorrebbe venga detto, ciò che è stato rifiutato e posto ai margini della consapevolezza collettiva. Missione complessa! Bisogna essere capaci di rivolgersi alla società composita, differenti memorie della storia. L’oblio non è previsto per la memoria collettiva.
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