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Riassunto "Luci e ombre di Google" (Ippolita, Milano, Feltrinelli, 2007), Sintesi del corso di Semiotica

Ottimo riassunto del libro "Luci e ombre di Google" (Ippolita, Milano, Feltrinelli, 2007). Libro tra quelli a scelta per l'esame di Semiotica dei Nuovi Media di Scienze della Comunicazione Unibo

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016

Caricato il 28/06/2016

NatAle8
NatAle8 🇮🇹

4.3

(15)

3 documenti

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Scarica Riassunto "Luci e ombre di Google" (Ippolita, Milano, Feltrinelli, 2007) e più Sintesi del corso in PDF di Semiotica solo su Docsity! Riassunto “Luci e ombre di Google” (the dark side of google) 1) "Don't be evil" (non essere cattivo) e il motto di Sergey Brin e Larry Page, i due fondatori di Google. Gli ex-studenti di Stanford, grazie ad un'oculata gestione della propria immagine, hanno creato un "Gigante Buono", impaziente di archiviare le nostre "intenzioni di ricerca" nei suoi sterminati database. L'alter- ego digitale di milioni di utenti sembra essere in buone mani, affidato al datacenter principale di Mountain View, California, noto come Googleplex. Qui, come negli altri centri di archiviazione dati di Google - che stanno spuntando come funghi in tutto il mondo - si mettono a punto vere e proprie armi per combattere la guerra per il controllo delle Reti. In primo luogo, si diffonde la pratica del capitalismo morbido dell'abbondanza: si tratta di una strategia di controllo biopolitico in senso stretto, che propina ambienti di lavoro confortevoli, pacche sulle spalle e gratificazioni ai dipendenti. I lavoratori, soddisfatti e lusingati, sono contenti di farsi sfruttare e diventano i maggiori sostenitori dell'azienda, fieri di propagandare un'immagine vincente e "buona". Gli obiettivi e i metodi di Google sono buoni per tutti; infatti, la filosofia aziendale, basata sull'eccellenza di stampo accademico, l'impegno per l'innovazione e la ricerca, si trova esposta in dieci rapide verita sul sito stesso del motore di ricerca. Questi dieci comandamenti costituiscono una sorta di buona novella dell'era informatica, il Google-pensiero, propagato con l'aiuto di veri e propri "evangelizzatori" (evangelist), ovvero personalita di spicco del mondo informatico. Ultima arma, ma non meno importante, e la cooptazione delle metodologie di sviluppo cooperativo tipiche dell'Open Source e l'uso di software liberi, non protetti da copyright o brevetti, come base per i propri prodotti. In questo modo Google abbatte i costi per l'implementazione dei propri servizi, si assicura l'appoggio di tecnici, smanettoni e hacker di tutti i tipi e si spaccia per il sostenitore della causa della libera circolazione dei saperi, poiche l'uso del motore di ricerca sembra offrire l'accesso gratuito alla Rete nel modo migliore. Ma il sogno di Brin e Page di "Google contenitore di tutta Internet", coltivato fin dai tempi dell'universita, e solo un'idea demagogica, utile ad affermare un culto quasi positivistico dell'oggettivita scientifica: nel caos della Rete solo una tecnica superiore puo farsi garante della trasparenza dei processi, della correttezza delle risposte, addirittura della democrazia. Infatti Google dichiara di essere uno strumento "democratico", basato sul presunto carattere "democratico" del Web. Il suo algoritmo di indicizzazione della Rete, PageRank(TM), si occupa di copiare i dati digitali nei datacenter, sfruttando i collegamenti associati a ogni singola pagina per determinarne il valore. In pratica, Google interpreta un collegamento dalla pagina A alla pagina B come un voto espresso dalla prima in merito alla seconda. Ma non si limita a calcolare il numero di voti, o collegamenti, assegnati a una pagina. Google esamina la pagina che ha assegnato il voto: i voti espressi da pagine "importanti" hanno piu rilevanza e quindi contribuiscono a rendere "di maggiore valore" anche le pagine collegate. Il PageRank assegna ai siti Web importanti e di alta qualita un voto piu elevato, utilizzando filtri e criteri non pubblici, di cui Google tiene conto ogni volta che esegue una ricerca. La "democrazia" di Google ordina percio la Rete in base al numero di voti ricevuti da ogni pagina, e dell'importanza di questi voti: una democrazia filtrata dalla tecnologia. Vi sono alcuni segreti attorno al colosso di Mountain View, alcuni dei quali, sono segreti di Pulcinella. L'alone di leggenda che circonda la tecnologia googoliana e dettato in gran parte dall'assenza di un'istruzione di base, di rudimenti pratici per affrontare culturalmente l’onda lunga della rivoluzione tecnologica. Per esempio, la straordinaria rapidita dei risultati di ricerca e frutto di un'accurata selezione niente affatto trasparente. Infatti, come potrebbero milioni di utenti fogliare contemporaneamente in ogni istante l'intera base dati di Google se non ci fossero opportuni filtri per restringere l'ambito della ricerca, ad esempio limitandolo ai dati nella loro lingua d'origine? E se esistono filtri creati per garantire una migliore navigazione linguistica, non e lecito supporre che ne esistano molti altri, studiati per indirizzare anche le scelte dei navigatori? Il prodigio di Google e in realta una tecnologia opaca e secretata dal copyright e accordi di non divulgazione dei suoi ritrovati. La ricerca non e trasparente ne democratica come viene spacciato: non potrebbe esserlo sia per motivi tecnici, sia per motivi economici. 2) “Uccidero quel fottuto di Google! Eric Schmidt e un fottuto e lo seppelliro, come ho gia fatto”: cosi e esploso nel maggio 2005 Steve Ballmer, amministratore delegato di Microsoft, alla notizia dell’assunzione da parte di Google di Kai-Fu Li, dirigente di punta della casa di Redmond e suo uomo chiave in Cina (Kai-Fu Li aveva infatti realizzato il motore MSN Search per i cento milioni di utenti cinesi). Un’invettiva rivolta evidentemente all’attuale Amministratore Delegato di Google, ex top manager di Sun Microsystems e di Novell, aziende che Microsoft ha in passato affrontato sia sul mercato che in aule di tribunale. Kai-Fu Li e diventato il responsabile di un laboratorio di ricerca aperto nei dintorni di Shanghai. Microsoft ha immediatamente avviato un procedimento legale nei confronti dell’ex dipendente e soprattutto nei confronti di Google. Questo perche Kai-Fu Li avrebbe violato, grazie all’aiuto determinante del re dei motori di ricerca, dei riservatissimi accordi contrattuali stipulati con il colosso di Redmond. Essendo un direttore esecutivo, Kai-Fu Li conosce segreti commerciali e industriali e, secondo i legati di Microsoft, non esitera ad utilizzare tecnologie e know-how socioeconomico per massimizzare i guadagni della societa concorrente. L’uomo dello scandalo costa caro, circa due milioni e mezzo di dollari l’anno di “salario” e 20.000 azioni dell’azienda. Cifre esorbitanti che danno la misura dell’altissima posta in gioco, non solo nel mercato cinese. Dopo oltre un anno, la contesa giudiziaria fra i due colossi si conclude con il patteggiamento di un’intesa bilaterale nel dicembre 2005, appena un mese prima di finire davanti al giudice: un accordo privato assolutamente confidenziale. Forse sono state pagate grosse somme di denaro, o forse Microsoft ha vincolato Kai-Fu Li a non rivelare assolutamente qualsiasi tipo di segreto. Questa storia e solo una delle piu curiose ed emblematiche di una tendenza in atto da qualche anno: Kai-Fu Li infatti e solo l’ennesimo dirigente passato a Google ovvero “la societa che piu assomiglia a Microsoft”, come ha tuonato Bill Gates, ogni giorno piu incerto se demonizzare i due studenti prodigio – rafforzando indirettamente la loro nomea di protagonisti “buoni e generosi” del mondo dell’IT – oppure fingere che non esistano affatto, che non siano interlocutori degni di nota. In realta, Bill Gates sa bene quanto le trasmigrazioni di manager, soprattutto nel settore tecnologico, comportino l’assunzione del “core business” della societa dalla quale il manager proviene: Microsoft ha usato la stessa strategia contro i propri rivali in diverse occasioni. La tattica commerciale di rubare i segreti industriali, meccanismi di produzione e gestione delle risorse attraverso l’assunzione di elementi di spicco delle societa concorrenti e sempre stata nelle corde della competizione industriale; si fa sempre piu diffusa e frequente nell’epoca dell’economia informazionale. La scelta del management da parte di Brin e Page e un chiaro indice degli obiettivi di Google: diventare la piattaforma del web piu completa e maggiormente personalizzabile, promuovendo una personalizzazione dei servizi, sostenuta da un immenso bacino di informazioni. In sostanza, Google spinge sull’acceleratore per catalogare ogni genere di informazione digitale, dai siti web ai forum di discussione, dalle immagini ai video, dalle email ai blog, senza che si intravveda alcun limite all’orizzonte; cio significa fare la guerra a Microsoft, che al momento rimane nonostante tutto il maggior concorrente nel settore, con il suo browser Internet Explorer, il suo portale MSN, il servizio di posta elettronica Hotmail, ecc. Gli interessi delle due societa si stanno sovrapponendo in misura crescente: entrambe mirano a essere elementi di mediazione indispensabili per ogni attivita informatica. Microsoft e riuscita a imporre il suo predominio grazie ai sistemi operativi e ai programmi per ufficio, che attualmente sono uno standard nel mondo del lavoro e nell’home computing; da parte sua, Google si pone ormai da tempo come mediatore globale dei servizi web, quali la ricerca di informazioni (che e il suo core business) in tutte le sue declinazioni, ma anche servizi aggiuntivi come la posta elettronica. Schematizzando in un’opposizione netta, Microsoft domina da anni grazie a dei prodotti che portano a dei servizi, Google sta cercando di dominare grazie a dei servizi che necessitano di prodotti di supporto. La competizione quindi si basa sulle scelte degli utenti e sugli standard futuri che Google cerca di affermare. Utilizzare programmi via web limitando al solo browser i requisiti per accedere ai servizi significa sottrarre mercato a chi ha sempre investito nel prodotto e nella creazione di nuove forme di architetture informatiche basate sul web. Lo stesso vale nei mercati economici: si passa da una economia all’ingrosso (Microsoft), dove si cerca di vendere licenze dello stesso programma/prodotto, a una economia totalmente personalizzata per ogni utente, dove i prodotti sono reperibili sulla rete. gadget si sprecano, e su tutte le lampade-lava con i fluidi colorati; l’informalita viene eletta a sistema, con Larry e Sergey che dirigevano le riunioni settimanali, insieme a tutte le decine di impiegati, chiamandole TGIF (Thank God It’s Friday – Grazie a Dio E Venerdi) nell’open space tra le scrivanie. Di certo, una simile atmosfera informale incoraggio lo spirito di gruppo e accelero lo scambio d’idee. Googleplex sembra quasi essere il luogo per esprimere le proprie passioni di ricerca, invece che un luogo di lavoro; sicuramente, non e un luogo di lavoro qualsiasi, nonostante le dimensioni ormai enormi. Eppure la dimensione organizzativa stile “campus”, negli USA, e diffusa da almeno trent’anni: Microsoft e Apple, tanto per fare due esempi, da sempre hanno adottato un approccio di questo tipo. La mitologia di Silicon Valley e ricolma di storie sulla creativita al primo posto, sull’importanza della cooperazione fra i collaboratori: in sostanza, sulla necessita di avere lavoratori felici di lavorare e di considerare gli obiettivi aziendali al pari di propri obiettivi vitali, invece che lavoratori frustrati, schiacciati da gerarchie soffocanti, legati a orari di lavoro fissi, a regole rigide, ad ambienti opprimenti. Forse la novita di Googleplex risiede nell’aver promosso consapevolmente, fin dall’inizio, l’immagine di se come luogo “diverso”, “nuovo”, “per le menti migliori”. Entrare al GooglePlex e impossibile se non si conosce qualcuno all’interno. Dentro poi e persino vietato fare fotografie, almeno in teoria. palestre aziendali, piscina, cibo gratis nei 4 ristoranti (di cui uno vegetariano), drink e snack gratis ovunque; campi da pallavolo, basket e spazi all’aria aperta per fare sport, monopattini a motore per spostarsi tra i vari edifici del campus-azienda. Ma queste sono inezie, rispetto all’asilo nido, all’asilo e alle scuole elementari aziendali per i bimbi dei dipendenti, completamente gratuiti, o allo studio dentistico, ovvero un camion trasformato in studio dentistico mobile: in un Paese come gli USA, in cui l’istruzione e la sanita sono un lusso per pochi, si tratta di opportunita ancora piu incredibili. C’e naturalmente un negozio dove acquistare tutti i gadgets aziendali che si possono immaginare, raggiungibile online su un sito dedicato. Googleplex e l’incarnazione del capitalismo dell’abbondanza nell’era dell’informazionalismo. Poiche non e facile reclutare nuovi collaboratori che siano in grado addirittura di migliorare questo genere di atmosfera, Google si e distinta per le sue trovate ingegnose in tema di assunzioni. La piu curiosa e forse il test lanciato nel luglio 2004: in alcune stazioni della metropolitana della cittadina di Cambridge, nello stato del Massachussets (USA), e lungo l’autostrada 101 in California, sono apparsi enormi cartelli bianche con la scritta: {first 10 digit prime in consecutive digits of e}.com ovvero: {primo numero primo di 10 cifre consecutive in e}.com Il logaritmo naturale richiesto e il numero 7427466391; all’indirizzo http://www.7427466391.com/ indicato dal cartellone ci ritroviamo su un indirizzo IP di Google che ci chiede di completare una sequenza di numeri; trovato il numero 5966290435, si seguono le istruzioni, usandolo come password per entrare in una sezione del sito http://www.linux.org (passaggio niente affatto scontato) e di qui veniamo rimbalzati ancora su Google, sul sito http://www.google.com/labjobs/ dove ci chiedono di inviare il nostro curriculum: se siamo riusciti a risolvere gli enigmi, potremmo essere un buon acquisto per Google. Vinton G. Cerf, inventore insieme a Robert Kahn del protocollo TCP/IP. Le circostanze sono degne di una piccola parentesi: nel febbraio 2005 Google confermava che l’ICANN, l’organismo che supervisiona il sistema dei nomi e dei domini Internet, aveva dato il via libera affinche l’azienda di Mountain View potesse entrare nel business della registrazione dei domini. Nel settembre 2005 Google annuncia che Vinton Cerf e diventato “vicepresidente ed Evangelizzatore Capo di Internet per Google. Il suo compito e quello di individuare nuove tecnologie ed applicazioni strategiche per l’azienda su Internet e su altre piattaforme.”. Fino a quel momento, tra le altre cariche, Cerf sedeva nel consiglio di amministrazione dell’ICANN. A differenza dell’acquisto di Erich Schmitd come Amministratore Delegato, e di altri top manager strappati ai concorrenti, questa e senza dubbio un’operazione completamente di immagine (difficile pensare che Cerf lavori veramente a Googleplex, per quanto divertente possa essere...). L’immagine di Google non e solo il sito e Googleplex, l'immagine e anche e soprattutto la “filosofia” dell’azienda, la spiegazione chiara e lampante, in pillole, del Google-pensiero. “Mai accontentarsi del meglio”, come afferma Larry Page, l’obiettivo ultimo e “Il motore di ricerca perfetto”, che “dovrebbe capire esattamente la richiesta dell’utente e restituire esattamente cio che egli desidera ''. Quindi Google non vuole essere per molti: vuole essere per tutti, soddisfare i desideri di tutti, portare la felicita nel mondo. Per farlo, si dedica con tenacia all’innovazione e alla ricerca, seguendo quelle che definisce le sue “Dieci verita”: 1. Attenzione all’utente: tutto il resto viene dopo. La crescita di Google e stata frutto del passaparola, che ha attirato utenti estasiati dalle sue prestazioni, non di aggressive campagne pubblicitarie. La pubblicita non deve essere invasiva, ma solo utile all’utente. 2. E meglio dedicarsi veramente bene a una sola cosa. “Google si dedica alla ricerca. Con uno dei gruppi di ricerca tra i piu grandi al mondo dedicato esclusivamente alla risoluzione dei problemi della ricerca, siamo consapevoli di cio che facciamo bene e di come possiamo farlo meglio.”. Abbiamo visto che Googleplex si configura appunto come un centro di ricerca universitario. I nuovi servizi aggiuntivi rispetto al semplice motore di ricerca sono visti come opportunita offerte agli utenti per orientarsi e reperire le informazioni che desiderano senza perdersi in masse sempre piu enormi di dati. 3. Rapidita e meglio di lentezza. “Google crede nella gratificazione immediata. L’utente vuole delle risposte e le vuole subito. 4. La democrazia sul Web funziona. “Il successo di Google si basa sui milioni di individui che pubblicano siti Web, per determinare quali altri siti offrono contenuti validi.” Sappiamo gia che Google usa PageRank per valutare i siti collegati a una pagina Web e assegnare loro un valore, basato in parte sui siti ad essi collegati. L’immagine di questa democrazia elettronica e idilliaca: il risultato del ranking di Google sarebbe un “indice di gradimento popolare” basato su un algoritmo/legge elettorale che consentirebbe agli utenti/cittadini della rete di esprimere le proprie preferenze/voti attraverso i link offerti e accettati da altre pagine, e trovarle puntualmente espresse nel posizionamento dei siti web votati. L’accostamento link/voto e quantomeno forzato e semplicistico, anche perche vengono introdotti continuamente “correttivi” per calcolare il ranking, “pesando” in maniera diversa i link/voti. Di certo il link/”voto” di un sito porno contera meno del link/”voto” di un sito universitario. Eppure e discutibile che la cultura accademica sia piu popolare della cultura pornografica... Di sicuro, con la crescita delle informazioni, questa “democrazia” e in continua espansione. 5. Non occorre essere alla propria scrivania per avere bisogno di informazioni. “La societa attuale e sempre piu mobile […] tramite i PDA, i telefoni wireless o le loro automobili, gli utenti desiderano che le informazioni vengano verso di loro”. La flessibilita dei tempi e degli spazi e un obiettivo importante: la convergenza dei dispositivi elettronici (TV, radio, telefono, Internet...) in dispositivi mobili miniaturizzati e un’opportunita irrinunciabile per il maggior fornitore mondiale di soluzioni di ricerca. La penetrazione in questo mercato del futuro e strategica, l’abbiamo visto discutendo della “guerra tra gli standard”: tanto piu per Google, che non produce dispositivi elettronici sui quali proporre/imporre i propri software (Microsoft, Apple), ma interfacce di ricerca. Ogni nuovo dispositivo e un territorio da conquistare. 6. E possibile guadagnare senza fare del male a nessuno. “Google e un’azienda. Le entrate generate dalla societa derivano dall’offerta alle aziende della sua tecnologia di ricerca e dalla vendita di pubblicita visualizzata su Google e su altri siti Web.”. Ma le pubblicita sono testuali e poco invasive, i collegamenti sponsorizzati sono pertinenti alle ricerche fatte (AdWords); e gli utenti possono diventare inserzionisti in maniera semplice e self-service; e addirittura, se e un gestore di siti web, sfruttare la Rete di Google tramite AdSense, pubblicando annunci pertinenti con il contenuto dei propri siti. “Non essere cattivo”, “Non fare del male”, significa anche “non fare agli altri la pubblicita che non hanno fatto a te”, e naturalmente garantire che il PageRank non e oggetto di vendita. La fiducia degli utenti nella correttezza dei risultati e la principale forza di Google, e non puo essere persa per guadagni a breve termine. Viene sfruttata per generare introiti indiretti, di secondo livello (generati dalla pubblicita). 7. Vi sono sempre piu informazioni di quanto si immagini. “Dopo aver indicizzato piu pagine HTML su Internet di qualsiasi altro servizio di ricerca, i tecnici Google hanno rivolto l’attenzione alle informazioni non immediatamente accessibili.”. Si, Google accumula basi di dati eterogenee: immagini, messaggi dei newsgroup (Usenet), numeri di telefono e indirizzi, informazioni finanziarie. Per essere il principale mediatore di informazioni al mondo e necessario non porre limiti all’accumulo. 8. La necessita di informazioni oltrepassa ogni confine. 9. E possibile essere seri anche senza giacca e cravatta. 10. Eccellere non basta. “Dare sempre di piu di quanto ci si aspetta. Google non accetta l’idea che essere i migliori sia l’obiettivo finale, ma ritiene che debba essere il punto di partenza. Tramite innovazione e iterazione, Google si dedica a migliorare qualcosa che gia funziona bene per ottenere risultati inaspettati.”. Evidentemente, per soddisfare velocemente, sempre meglio, i desideri di tutti gli utenti del mondo, e necessario rimandare un po’, sempre un po’ piu in la, la soddisfazione dei propri desideri. Desiderare di desiderare di essere i migliori. In questo contesto, arrivare secondi e peggio che non esistere. Per quanto ci riguarda, slogan per slogan, preferiamo “Fare schifo, in una societa che obbliga all’eccellenza, e un preciso dovere morale” 5) L’arma forse piu complessa di Google e la sua strategia di collaborazione-sfruttamento del mondo Open Source. L’iniziativa Google Code (marzo 2005) e un omaggio alla comunita Open Source, di cui i fondatori di Google si dicono “amici e riconoscenti”. Il motore piu usato del Web spiega che lo scopo di Google Code non e quello di promuovere lo sviluppo di applicazioni che utilizzino le proprie API (Application Programming Interface), per cui esiste gia un sito dedicato, ma quello di mettere a disposizione di tutti gli sviluppatori Open Source strumenti di pubblica utilita. I 4 progetti inizialmente pubblicati su Google Code nascono attorno a programmi creati dagli stessi sviluppatori della societa per velocizzare la creazione, l’ottimizzazione o il debugging del codice. I progetti linkati su Google Code sono ospitati anche su SourceForge.net e sono distribuiti sotto licenza BSD 2.0 (il loro codice puo essere utilizzato indistintamente all’interno di altre applicazioni Open Source o proprietarie). Inoltre Google promette fin da subito di mettere a disposizione della comunita Open Source diversi altri software, in buona parte frutto di quel 20% di tempo che gli sviluppatori alle dipendenze della societa sono incoraggiati a dedicare a progetti personali. Non a caso segue un progetto interamente dedicato al reclutamento di sviluppatori Open Source, con la “Summer of Code”, una vera e propria gara con in palio 4500 dollari. Poi e il turno di “Google Earth” e infine, come ogni potenza giunta a rappresentare uno stile di vita, Google presenta il sogno: “moon.google.com”, Google sulla luna! “In onore del primo sbarco dell’uomo sulla Luna, avvenuto il 20 luglio del 1969, abbiamo aggiunto alcune immagini NASA all’interfaccia di Google Maps per consentire a tutti di visitare il nostro vicino celestiale. Buona navigazione lunare”. I movimenti di Google, “pseudo-monopolistici” nei metodi e nelle prospettive, hanno avuto una immediata ricaduta sulla concorrenza: oggi Google si sta trasformando in un gigante che occupa tutti gli spazi di mercato; sempre nuovi servizi soffocano le societa hi-tech piu piccole, che faticano ad arruolare ingegneri e tecnici e rischiano di vedere imitati i propri nuovi prodotti. Il lancio ininterrotto di nuovi servizi e il finanziamento in pratica dall’interno a potenziali spin-off dei dipendenti rende di fatto il mercato bloccato in termini di innovazione tecnologica. Chi infatti finanzierebbe oggi un progetto web, con la possibilita che da li a qualche giorno sia proprio Google a lanciarlo? Google ha saputo rappresentare, agli occhi degli osservatori, ma anche dei semplici utilizzatori di Internet, una sorta di paladino del progresso: a partire dal motore di ricerca, concepito per essere compreso rapidamente e con semplicita dagli utenti, si sono moltiplicate le proposte di servizi e idee. Con l’opzione Open Source l’economia relazionale messa in atto da Google diventa una “visione del mondo”, recepita addirittura come uno sviluppo sostenibile, un capitalismo buono che diffonde l’abbondanza, una soluzione economicamente “etica” alle ricerche degli individui. Open non e free: Free Software (Sofware Libero) e Open Source (Sorgente Aperto) sono sintagmi usati spesso come sinonimi per indicare codici o porzioni di codici informatici; tuttavia, per quanto descrivano oggetti spesso identici, rispecchiano prospettive radicalmente differenti. Free Software e un termine nato agli inizi degli anni Ottanta per iniziativa di Richard Stallman: si riferisce alla liberta dell’utente di usare e migliorare il software. Piu precisamente, puo essere riassunto in quattro liberta fondamentali:
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