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Riassunto M.Lacroix “Il culto dell’emozione”, Appunti di Sociologia

Riassunto breve ma completo, paragrafo per paragrafo del testo

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 26/06/2020

Skywalker00
Skywalker00 🇮🇹

4.5

(13)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto M.Lacroix “Il culto dell’emozione” e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! Michel Lacroix~Il culto dell’emozione Introduzione In alcuni periodi storici l’emozione sembra risvegliarsi come durante il romanticismo, anche noi stiamo entrando in un periodo analogo con la pubblica opinione, la cultura dell’intrattenimento che hanno fatto diventare l’emozione un oggetto di mercato ma anche un rito. Le correnti sociologiche della nostra epoca che possono tradursi in aspirazioni ad un rinnovamento della vita emotiva mentre nuove pratiche religiose ridanno spazio alla mistica, alla pietà esuberante, agli stati di trance, elevando l’affettività a strumento conoscitivo e andando alla constatante ricerca di sensazioni forti. I comunitarismi devono il loro dinamismo al fatto di permettere agli individui di aggregarsi in gruppi ad alta densità affettiva, con la società attuale che si retribalizza, non si vuole soltanto vivere insieme ma vibrare insieme. Questo ritorno all’emozione costituisce una ricchezza—> mitiga gli eccessi della razionalizzazione, è lo sfogo salutare in una società sottomessa agli imperativi della tecnologia e dell’organizzazione. Si delinea così una nuova antropologia che riabilita l’emozione p che diventa alleata della ragione; è però anche un pericolo—> da alla sensibilità un orientamento unilaterale, ci si interessa più all’emozione, di tipo esplosivo che al sentimento che ha un carattere durevole. Trascura cioè ciò che potrebbe arricchire la sua anima a vantaggio di ciò che gli procura semplice eccitazione, preferisce l’emozione-shock all’emozione-contemplazione, la sua vita emotiva è fatta di movimento e non di raccoglimento, di azione non di contemplazione. Siamo ancora capaci di vibrare per cose semplici e naturali? La nostra sensibilità è alterata, per sentirci vivi abbiamo bisogno di esperienze violente (sport estremi, musica frenetica, velocità, trance). Il risveglio dell’affettività sfocia così in un quadro contraddittorio—> allo scatenamento delle emozioni corrisponde una povertà di sentimenti, ci si emoziona molto ma non si sa più davvero sentire. Nel momento in cui è riscoperta, riabilitata e se ne fa un culto, l’emozione è condannata a degradarsi? Parte prima~L’emozione ritrovata 1-Tutta l’emozione del mondo L’emozione oggetto pubblicitario Il tema dell’emozione è diventato essenziale nelle campagne pubblicitarie (specchio dell’anima collettiva) poiché l’emozione fa vendere. Queste campagne rivelano due tratti della società contemporanea: -si sta verificando un ritorno all’emozione, gli individui hanno sete di emozione -ci mettono in guardia sul pericolo di uno sviamento dell’emozione, non siamo sicuri di far un buon uso delle emozioni. Gli oggetti che dovrebbero smuovere la nostra anima non sono nient’altro che semplici artefici—> tendiamo a strumentalizzare l’emozione Emerge così una contraddizione di fondo nei nostri usi, nel momento in cui l’emozione è celebrata, rischia di snaturarsi, viene esaltata la sensibilità ma rischia subito di diminuire—> doppio processo di riscoperta e corruzione. Cultura dell’immagine, cultura dell’emozione Gli svaghi richiesti alla cultura dell’immagine manifestano una preferenza per l’agitazione affettiva—> impazienza di godere, ricerca affannosa di personaggi che si inebriano in situazioni estreme—> sensation-seeker è l’eroe del nostro tempo. I media inoltre puntano tutto sull’emozione, conquistando così l’audience alla ricerca di un impatto emotivo forte. Lo sport a servizio dell’emozione Non è vero che ognuno di noi chiede solo di stare tranquillo, ognuno contribuisce invece attivamente a tendere la molla delle emozioni, inventando metodicamente occasioni per vibrare—> pratiche sportive, soprattutto che comportano lo scorrere, lo scivolare che realizzano una sospensione dello sforzo muscolare a vantaggio del controllo sensoriale, lo scopo non è consumare energia ma di captare e elaborare in tempo reale molteplici informazioni provenienti dall’ambiente, di sentire il corpo e dominare un funzionamento tecnico complesso, viene esaltata infatti l’arte del pilotaggio, il corpo è così libero per il godimento dei sensi poiché non prova fatica—> si cercano questi sport poiché provocano una vivacità di emozioni. Una società iperemotiva Nessun settore della vita contemporanea sfugge al contagio dell’emozione. La New Age, l’ecologia, le nuove pratiche religiose ergono l’affettività a mezzo di conoscenza invitando alla scoperta del corpo, a un risveglio del sentimento della natura, una natura che sembra tornata magica, si esalta il sentimento del numinoso, un misto di terrore e attrazione per il soprannaturale, la pietà esalta la partecipazione del corpo alla preghiera. Il gusto per le commemorazioni e per il culto del passato sono un esempio di ritorno all’emozione—> si immerge l’anima in un bagno di nostalgia. La carica emotiva è grande anche nei movimenti identitari, etnici, regionalisti—> retribalizzazione. Anche nel mondo del lavoro l’emozione è all’ordine del giorno, soprattutto nel settore delle risorse umane che permettono a tutti di sviluppare e dinamizzare il loro potenziale affettivo. La politica afferrata dall’emozione La politica subisce il contagio dell’emozione con una serie di reazioni emotive che prendono il posto del giudizio critico, dell’analisi scientifica e del dibattito. Ci sono due principi strettamente collegati all’emozione che reggono la politica: -dovere della memoria, un imperativo della coscienza morale ma che appartiene anche al registro dell’affettività dato che esprime il rifiuto dell’indifferenza, è allo stesso tempo imperativo morale ed emozionale -principio di precauzione che comporta anche un aspetto di timore L’influenza dell’emozione sulla vita pubblica si ripercuote sull’immagine dell’uomo politico ideale—> rispondere alla domanda emotiva dell’opinione, non potranno non mostrarsi umani, compassionevoli, empatici. In mancanza di una ideologia forte la presenza nella politica dell’aspetto affettivo esercita un’evidente funzione compensatrice, in attesa di grandi progetti che mobilitino, le masse vogliono che i politici condividano le proprie gioie e le loro pene. La forza della moderna leadership paradossalmente risiede nella capacità di svelare una sensibilità, una fragilità del tutto umana. La presenza dell’aspetto emotivo nella sfera pubblica è infine il risultato della personalizzazione del potere. Inizialmente meditazione e emozione sembrano antinomiche—> meditazione mira a sopprimere ogni agitazione, annullare il manifestarsi della vita emotiva per arrivare ad uno stato di serenità, la riuscita della meditazione sta nell’eliminazione delle emozioni. La rinuncia non è così radicale poiché la meditazione suscita parole che alimentano entusiasmo, esaltazione, emozione. La meditazione procura loro un piacere profondo, chi medita gusta il sapore di un’esperienza intensa che porta al fremito dell’estasi. L’opposizione quindi tra emozione e meditazione svanisce, non sono incompatibili ma la meditazione porta a riscoprire un io carico di emozioni inedite, provenienti dal nocciolo dell’essere. La meditazione quindi elimina solo emozioni superficiali. Lo spettro dell’impassibilità Forme di vita antonimiche all’uomo emozionale: -saggio stoico: impassibile, stabile di animo, un animo ragionevole che prevale sull’emozione, atteggiamento di coraggio, non affliggersi, non irritarsi, non spaventarsi erano le tre emozioni fondamentali—> sangue freddo -uomo incapace di provare emozioni (alexitimia): indifferenza verso il mondo circostante, no capacità emozionali, no “intelligenza emozionale”. L’antitesi dell’uomo sentiens è l’equivalente del moderno Aveyron, un uomo privato della sensibilità, che ha perso tutto tranne la ragione, un uomo privo della natura. 4-Liberate le vostre emozioni Il culto dell’emozione è l’apogeo del culto dell’io, per realizzare se stesso deve attuare il proprio potenziale emozionale, attraverso una serie di mezzi e di un metodo che aiutano a coltivare le proprie emozioni e a liberarle, facendo dell’emozione una nuova frontiera di lotta alla libertà. La lotta contro la repressione sociale delle emozioni La liberazione emotiva passa per tre tappe: -sociologia: emanciparsi dalle costrizioni sociali che pesano sull’emozione poste da..a società della buona creanza che ha creato un’immagine di uomo in dominio su se stesso. A livello storico questa costrizione inizia nel Medioevo con l’affermazione del codice della cortesia, ma prima la società era molto più spontanea, diversa, mutevole —> necessità di una liberazione emozionale, non temere l’emozione ma ricercala e coltivarla. Una liberazione collettiva La liberazione delle emozioni oggi è selettiva, si privilegiano certe emozioni piuttosto che altre—> essere cool, non triste e tenere a bada la collera, pazienti e gentili. La collera viene condannata perché altera le relazioni umane e per la sua correlazione con i valori militari—> non tollerata. Il lavoro sul corpo, un preludio al lavoro su di se Seconda tappa: lavoro su di se—> strumenti della psicoterapia, lavoro sul corpo, si vuole sentire il proprio corpo sentendosi in forma, si vuole riscoprire il proprio involucro carnale, ristabilendo così la propria capacità di provare emozioni. Si risvegliano il corpo e i sensi per risvegliare la vita emozionale. Anche la respirazione è importante, bisogna respirare in modo consapevole e riscoprendo così l’emozione poiché la respirazione è implicata in ogni emozione, è un rivelatore—> dimmi come respiri e ti dirò lo stato della tua vita affettiva. La psicoterapia e l’emozione Il lavoro corporeo non è tuttavia sufficiente, la terza tappa è quella del quadro delle psicoterapie—> vincere la paura delle emozione e assumere il rischio di viverle. I pregiudizi e le abitudini vengono interiorizzate ma il rimosso sulle emozioni non viene annullato, si accompagna ad un fantasma, quello del controllo assoluto sulla vita interiore, tutti vogliono raggiungere il totale dominio sulle emozioni. La repressione porta però ad una scissione con se stessi, ci si sdoppia e non si a più accesso alle emozioni e non si è più collegati con il fondo del loro essere. La repressione non è una soluzione efficace. L’uomo ha paura di abbandonarsi alle proprie emozioni, vive uno squilibrio mentale non per avere una tale emozione ma non essere capace di provarla. Terapie verbali o non verbali? Il lavoro psicologico consiste nel prendere coscienza del meccanismo di repressione per poi disfarsi di queste resistenze, due metodi: -verbale: scambio verbale col terapeuta, vogliono restaurare la capacità emozionale con la verbalizzazione, tenta di penetrante l’enigma della propria sofferenza -non verbale: terapie corporee o emozionali, il paziente non commenta o analizza le proprie emozioni ma le prova con il massimo dell’intensità, privilegiano ciò che si prova rispetto a ciò che si spiega, sbloccano le emozioni in maniera fisica o energetica. Non c’è distanza tra il soggetti e se stesso poiché al paziente viene chiesto di provarli. Le nuove terapie, simbolo del culto dell’emozione Non si può sindacare su quale sia il metodo migliore, senza dubbio le nuove terapie provocano una scarica emozionale brutale che fa emergere l’inconscio troppo in fretta ma tuttavia trovano riscontro nel pubblico, in quanto soddisfano il bisogno di vibrare attraverso la trance sciamanica—> porta la vita emozionale all’incandescenza. Le nuove terapie elevano il ruolo del corpo, poiché sono nelle tensioni corporee che si trovano le emozioni represse, si crea una sorta di corazza muscolare. Bisogna dunque liberare le emozioni, disfacendosi della corazza mediante il movimento—> ritorno all’emozione coniugato al ritorno al corpo + soddisfano le inclinazioni anti intellettualistica—> allo sforzo di spiegazione verbale oppongono la situazione esplosiva della scarica emozionale. A parlare troppo si rischia di occultare ciò che si sente. La catarsi, da ieri a oggi Catarsi: sollievo che sopravviene dopo uno stato di tensione, dopo aver provato un’intensa emozione. Per gli antichi serviva a purificare le emozioni (cattive) per raggiungere lo stato di uomo razionale. Oggi cambia senso, non si considerano più un veleno le emozioni ma una ricchezza, si permette alle emozioni di manifestarsi per goderne pienamente con varie terapie es. Janov e “il grido primordiale”. Ci si allontana dalle concezioni tradizionali sull’emozione, nulla che si prova può essere cattivo per gli uomini di oggi, patologico diventa impedire l’espressione delle proprie emozioni, lo scopo è liberare emozioni. 5-La nuova immagine dell’uomo Il culto dell’emozione rivela oggi in realtà il culto dell’io. Si afferma una nuova antropologia non razionalista ma che da un posto di primo piano all’affettività, considerata elemento essenziale del comportamento. Il culto dell’emozione deriva quindi da un’evoluzione anche delle idee scientifiche L’antica immagine dell’uomo Negli anni 50-60 l’emozione veniva giudicata col metro dell’utilità, veniva salvata solo in nome dell’utilitarismo, per una finalità pratica, considerate come vantaggi adattivi. Diventa quasi un turbamento, un disordine mentale, un’eccitazione troppo forte. Si riprende la teoria anatomica dei tre cervelli affermando che l’evoluzione umana non ha raggiunto il suo scopro poiché la razionalità non domina l’emozione. Quando la società sognava di sbarazzarsi dell’emozione Queste teorie hanno goduto di una certa popolarità a causa del ricordo degli eccessi, l’emozione veniva accusata di assumere facilmente il controllo del comportamento umano—> grande inquietudine soprattutto durante la guerra fredda + rivoluzione tecnocratica di una società programmata, pianificata, razionalizzata che però inciamperà sul parametro umano L’ascesa dell’antropologia non razionalista Marin “Le paradigme perdu: la nature humaine” padre fondatore del culto dell’emozione. L’uomo non è interamente sapiens se non è al contempo demens, bisogna quindi restituire il suo posto all’instabilità affettiva, alle forti passioni con il logos che viene deposto dal piedistallo, non ha valore se non è irrorato dall’emozione—> nuova antropologia dove le scienze voltano le spalle al determinismo, emergono nuovi paradigmi dove il caso diventa organizzatore, il caos torna ad essere valorizzato, l’errore è considerato fecondo, l’affettività è il più fecondo errore che ci rende creatori, nulla di grande si farebbe senza emozioni. In più l’emozione costituisce l’identità dell’uomo. Non è la ragione ma l’emozione la caratteristica dell’uomo. I grandi pensieri vengono dal cuore Damasio afferma che la capacità di ragionare è ancorata nel nostro essere emozionale, ragione ed emozione non sono antagonisti ma complementari. A turbare i meccanismi cognitivi non e l’emozione ma l’impossibilità di provarne, l’emozione ha infatti un ruolo importante nella elaborazione delle decisioni razionali. La ragione da sola non può sostenere alcune decisioni che esigono che certe cose siano sentite nel profondo e che si metta a perfetto la saggezza dei sentimenti, il motore della ragione ha bisogno dell’emozione, bisogna saper provare emozioni per attuare dei comportamenti razionali, bisogna ascoltare la propria affettività e non liberarsene. L’emozione, fondamento della coscienza di se Si può dimostrare che è alla base della coscienza di se? La coscienza di se deriva dal corpo, è il riflesso di ciò che avviene nell’organismo—> coscienza del corpo, il cogito è una secrezione del corpo. La teoria della coscienza consacra così la supremazia dell’emozione, alla base della vita psichica, condizione necessaria di ogni cogito, cioè di ogni riflessione del soggetto su se stesso. L’atto di pronunciare la parola decisiva “Io” è emozionale. 6-Le cattedrali emozionali L’emozione ha un ruolo comunicazionale e sociale. La condivisione dell’emozione Si è felici di far massa, è essenziale dissolvere il proprio ego nella massa—> necessità di vivere delle emozioni collettive. I raduni emotivi sono il segno che nella nostra società esiste un’energia collettiva latente, fluttuante, pronta a liberarsi—> minaccia per la pace sociale? L’epoca dell’emozione potrebbe essere quella di tutti i pericoli sensazione della morte ha risvegliato la sensazione della vita—> avventure narcisistiche, hanno esplorato il proprio io. Provocazione perversa La cultura ricreativa tiene in mano le emozioni (es. come un criminale)—> siamo ostaggi emotivi di immagini che vogliono impressionarci. Sono degenerazioni che rischiano di uccidere la sensibilità. 8-Emozione-shock ed emozione-contemplazione Bisogna distinguere due tipi di emozione Il sospiro e il grido Durante il grido l’emozione è un’esplosione mente durante un sospiro l’emozione è effusione, questi due tipi di emozione si oppongono ed esprimono dei rapporti differenti col tempo. La prima s’iscrive nell’istante, la seconda nella durata. Il primo tipo si chiama emozione-shock e si oppone all’emozione-contemplazione. Emozione-shock: lo stato affettivo non ha molto tempo per maturare e diversificarsi, tutto avviene di colpo, la capacità emotiva è appagata prima di essersi metabolizzata in sentimento Emozione-contemplazione: si assapora a lungo, il godimento si distende nella durata, più ricca di valori Azione e contemplazione Emozione-shock: il rapporto col mondo è orientato verso l’azione, segue l’imperativo dell’adattamento con la finalità della sopravvivenza, provoca una reazione rapida, ci permette di reagire prima ancora che si abbia avuto tempo di analizzare la situazione, prevalente il valore della sopravvivenza, strumento del corpo che agisce Emozione sentimento: rapporto col mondo orientato verso la contemplazione, permette di godere il sapore del mondo, legata al cuore ricettivo Il metabolismo nell’interiorità Queste due emozioni si distinguono anche per i rapporti con la vita interiore, contribuiscono diversamente all’arricchimento dell’io Emozione-shock: resta alla superficie della personalità, con un’agitazione istantanea senza seguito, è l’attrattiva di una vita frenetica ma poco profonda, una vita distratta. Ci disperde. Lascia il ricordo un po’ amaro di un piacere senza domani, il riflesso a lungo termine è di un’impressione opposta a quella che il soggetto sentiva all’origine— > inversione di tonalità affettiva Emozione-contemplazione: si deposita nell’interiorità, si metabolizza nella vita interiore, trasforma la persona arricchendo la sua anima, si rifrange nell’interiorità, si integra alla riflessione su di se, al commento intimo del soggetto su se stesso. Sedimentandosi nella corrente della coscienza favorisce la conversazione con se stessi, promuove una vita attenta. Ci unifica. Resta disponibile nella forma di una rievocazione che è della stessa natura della tonalità di origine o un po’ attenuato. L’inversione della “formula emozionale” La nostra vita affettiva soffre di uno squilibrio dovuto ad un eccesso mei emozioni- shock e a un deficit di emozioni-contemplazione, si scelgono quelle che procurano massima eccitazione, quelle dell’ordine del grido, quelle di tipo esplosivo. Si da più valore alla scarica affettiva che all’espressione lirica, al movimento e all’azione. Ci troviamo in una situazione contraddittoria, l’emozione-shock si rivela una trappola perché non corrisponde alla sensibilità, si arriva all’abbandono del sentimento. La vita emozionale di oggi è un misto di di anestesia e di droga, dove gli impatti ripetuti riducono la sensibilità e dove gli individui sono in uno stato di permanente eccitazione, si emoziona molto ma non sa più sentire, è allo stesso tempo sovreccitato e insensibile. 9-Sovreccitato e tuttavia insensibile Si parla di “sindrome di perdita della sensibilità” caratterizzata da: -mancanza di attenzione: impulsività non controllata e difficoltà a fissare la propria attenzione, non entriamo nella calma dei sentimenti -predominanza delle emozioni negative nella psiche collettiva : paura, disgusto, collera, coltivare l’emozione-shock è coltivare il negativo, ci immola alle immagini del male Dall’homo sentiens all’homo artifex -oblio del naturale: l’emozione-shock va di pari passo con l’aritificialismo, viene preparata, l’uomo diventa homo artifex, intossicata dalle sensazioni forti la sua anima diviene indisponibile per la bellezza del mondo poiché manca dell’elemento contemplativo. La sensibilità diviene tecnodipendente, infatti si instaura un circolo vizioso tra emozione-shock e tecnica—> più la società si tecnicizza più vogliamo emozioni shock. Siamo circondati da artefatti in un mondo inautentico e astratto che rischia di impoverire l’umanità perciò si fa un uso ludico del mondo tecnico per allontanare il pericolo -impoverimento della vita interiore: la vita interiore va nutrita con la contemplazione, infatti l’io profondo non è ricco per natura ma lo diventa a seconda di quali emozioni sono in esso depositate, per gli atti di contemplazione—> sedimentazione Se c’è solo successione di emozioni-shock la vita emozionale cessa di metabolizzarsi e si arriva d un’immaginazione inaridita. Il nuovo male del secolo Il mondo diventa meno ricco dei sogni degli uomini durante l’epoca romantica. Oggi si ha la situazione opposta, l’immaginazione è impoverita mentre il mondo esterno brilla, l’interiorità è inaridita e il mondo incantato “si abita con un cuore vuoto ma in un mondo pieno”. Il culto dell’emozione-shock sostituisce l’eccesso di sensibilità con la sensibilità per gli eccessi—> nuovo male del secolo Dall’uomo romantico all’uomo energico L’emozione-contemplazione s’iscrive nella durata, in direzione del passato e si metabolizza in ricordo, si tinge così di nostalgia ed è associata all’idea di fuga dal tempo—> si evocano e si rivivono sentimenti passati che però sono orientati sull’irreversibilità. Il romantico nostalgico oggi giorno non è più modello, cede il posto al cercatore di sensazioni forti la cui principale qualità è l’energia, valorizza listante, la vita affettiva è somma di esperienze forti, non concede tempo all’emozione di metabolizzarsi e vuole solo collezionare la maggior quantità possibile di momenti forti, ha un’attenzione febbrile per le nuove sensazioni, è rivolto verso il futuro. Ha energia, ha vitalità—> don Giovanni dell’emozione L’arte, tra la trascendenza e il “crash test” L’arte moderna è vinta dalla frenesia emotiva, il valore estetico si misura in base all’impatto, l’effetto prodotto conta di più dello stesso prodotto. L’ossessione per la novità porta però alla stravaganza, alla bruttezza in modo da scandalizzare e provocare, far reagire è più importante che piacere. Il criterio del valore non è il criterio dell’arricchimento interiore ma la reattività del pubblico che si vuole interpellare mentre l’arte classico mira ad aprire un varco verso la vita interiore. L’arte moderna è un vero e proprio crash test—> arte di shock psicologico. La fine della passione? L’emozione shock squalifica l’amore romantico a vantaggio della ricerca di esperienze sessuali, l’espressione del sentimento e il colloquio amoroso sono offuscati dalla ricerca di sensazioni, il culto dell’orgasmo ha sostituito la passione amorosa. Il declino dell’amore romantico e la promozione dell’emozione sessuale hanno una parte di responsabilità nell’impoverimento della sensibilità letteraria. La nostra epoca è emotiva e non passionale, poiché la passione non è mai troppo distante dalla sofferenza e dal tragico, l’uomo passionale è immolato nella passione mentre le emozioni producono avvenimenti affettivi a volontà. L’universo dell’emozione è quello della prevedibilità mentre la passione si impadronisce, ci tiranneggia, la passione mi consuma, l’emozione si consuma. Passione e emozione hanno temporalità differenti, la passione si iscrive nella durata poiché intrattengono un legame permanente col soggetto ma è in contraddizione con l’immagine dell’uomo contemporaneo che predilige situazioni provvisorie e legami precari e ha gusto di diversità, la vita emotiva seduce perché propone una successione caotica di vibrazioni ed ebbrezze momentanee. Al monoteismo della sensibilità incarnata dalla passione preferiamo il politeismo delle emozioni. Il culto dell’emozione disperde il nostro fervore. Parte terza~Il buon uso dell’emozione 10-La disponibilità o l’arte di sentire Ridiventiamo uomini sensibili Rimedi per rompere la dipendenza dalle emozioni-shock, per il buon uso dell’emozione: -sostituire alla cultura dell’emozione shock una cultura dell’emozione contemplazione: duplice esigenza di qualità da parte di soggetto e oggetto, l’emozione contemplativa non può formarsi se di fronte al mondo non c’è un atteggiamento di accoglienza e di apertura, bisogna poi vigilare sulla qualità degli oggetti ai quali diamo la nostra attenzione, devono essere oggetti elevati e degni di ammirazione. Bisogna essere disponibili e selettivi allo stesso tempo, la disponibilità e l’ammirazione sono le due virtù necessarie per esercitarsi a sentire esaltate dalla letteratura (Gide). A una morale della volontà si oppone la morale dell’attenzione, non si vuole trasformare il mondo con la volontà ma lasciar essere le cose e le persone dando loro attenzione e rendendo leggere la nostra presenza accanto a loro. La lentezza, educatrice della sensibilità Per modificare la propria vita emotiva bisogna darsi del tempo, rallentare il ritmo dell’esistenza. È in un’atmosfera di lentezza che si elaborano le emozioni calme che penetrano nell’anima e la fanno espandere, la lentezza da spessore al presente, chi fa le cose lentamente può tratte tutta l’emozione del qui e ora, gustando il sapore della vita e corre meno il rischio di provare il disincanto. Dobbiamo quindi rallentare le nostre vite per migliorare il nostro rapporto con il mondo, che diventa così più interiore. della sua particolarità personale —> opere dello spirito. Ci introduce al dominio dello spirito poiché postula che l’oggetto che la suscita risvegli necessariamente lo stesso sentimento presso gli altri essere umani. La dimensione dell’ammirazione è universale, ci sentiamo offesi se gli altri lo denigrano, si distingue da altre emozioni perché depone un fermento di universalità nella vita interiore. Disponibilità e ammirazione danno contributi differenti alla maturità dell’uomo: -disponibilità: impedisce al soggetto di fermarsi su se stesso, nutre la vita interiore aprendola a emozioni che vengono dall’esterno -ammirazione: apre la vita interiore a emozioni portatrici di universalità che la rendono fertile e la innalzano al di sopra del pano psicologico, porta alla vita spirituale. Per un ritorno all’ammirazione Gli uomini vogliono ritornare alla spiritualità ma sono incerti riguardo l’ammirazione, un comportamento contraddittorio poiché lo sforzo per il restauro della vita spirituale è infruttuoso se non si vuole restaurare l’ammirazione—> sì ammirativo che permette di essere di più e di riabilitare l’ammirazione. L’ammirazione è oggi trascurata e la sottoponiamo a due trattamenti contraddittori: -sperperiamo: strumentalizzare per garantire la promozione dei beni di consumo -censuriamo: preoccupazione dell’uguaglianza, se si afferma che una visa vale l’altra si ostacola l’ammirazione. Nelle classi c’è un clima egualitario preoccupante poiché non sono più apprezzati il merito e il talento anzi avviene il contrario, dove chi ha merito tace per farsi perdonare di essere migliori. Anche il rispetto pende verso l’uguaglianza e non verso il riconoscimento dell’eccellenza. Un altro ostacolo è il nostro spirito di sospetto, guardiamo il mondo con sospetto, si vive demistificando, l’ideale dell’uomo è colui che denigra sempre e che esercita il diritto alla derisione e la diffidenza nei confronti di soggetto e oggetto L’ammirazione educatrice della cittadinanza Liberiamo l’ammirazione da strumentalizzazione e sospetto affinché ci mostri le sue virtù—> il culto dell’emozione deve diventare il culto dell’ammirazione, l’ammirazione deve tornare a diventare la principale educatrice della nostra sensibilità per svilupparla e rafforzare il legame sociale che richiede per funzionare un elemento di ordine affettivo—> ammirazione condivisa: vibrare per qualcosa di elevato, che unisca gli individui e che li innalzi. Gli ipsistari Dobbiamo essere come loro, un movimento religioso che si dichiarava pronto ad esaltare e stimare qualsiasi cosa di eccellente e perfetto che avessero potuto conoscere—> il culto dell’ammirazione può salvarci. Conclusione: rompere l’alleanza fra sensibilità e agitazione Siamo oggi nell’era dell’emozione con movimenti che hanno l’effetto di dinamizzare la vita emotiva, il ritorno all’emozione è sua pericolo poiché rischia di dare un orientamento unilaterale alla sensibilità e una ricchezza perché attenua gli eccessi del razionalismo. L’individuo predilige le emozioni-shock che promuovono sempre maggiore adrenalina—> ci si emoziona molto ma non si sa più sentire, più agitati e meno sensibili. Non bisogna risvegliare l’intelletto ma rieducare la sensibilità poiché si fa un buono e cattivo uso dell’emozione, alcune ci elevano altre ci degradano. Per lottare contro il degrado bisogna respingere la confusione tra uomo emozionale e uomo agitato, risvegliando il poeta che sonnecchia in ciascuno di noi, restaurare cioè la nostra capacità di vibrare davanti a ciò che è naturale è bello, liberare l’emozione da ciò che la snatura e la corrompe.
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