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Riassunto manuale Benigno, Appunti di Storia Moderna

riassunto del manuale L'età moderna: Dalla scoperta dell'America alla Restaurazione

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 20/06/2022

Bonansinga
Bonansinga 🇮🇹

4.4

(5)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto manuale Benigno e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! La Controriforma IL MONDO DEL RINNOVAMENTO CATTOLICO (1540-1770) CRISTINA BONANSINGA | LINGUE, LETTERATURE STRANIERE E TECNICHE DELLA MEDIAZIONE LINGUSITICA La Controriforma. Il mondo del rinnovamento cattolico (1540-1770) è un libro di Ronnie Po-chia Hsia, in cui l’autore tratta quattro temi principali: la riorganizzazione della dottrina e della Chiesa, l’interazione tra politica e religione in Europa, le manifestazioni sociali e culturali di rinnovamento cattolico e l’evangelizzazione del mondo non cristiano. La storia inizia con l’apertura del Concilio di Trento, il 13 dicembre 1545, presieduto da Giovanni Maria del Monte (futuro Papa Giulio III), Marcello Cervini (cardinale e futuro Papa Marcello II) ed Ercole Gonzaga della famiglia nobiliare mantovana. I legati erano chiamati a presiedere un concilio che doveva affrontare una delle sfide più grandi della Chiesa romana e del papato, minacciati dalla Riforma protestante di Martin Lutero, nata in Germania. Qui i principi protestanti si riunirono sotto il nome della Lega di Smalcalda, guidati da Filippo I d’Assia e Federico di Sassonia, per difendere il luteranesimo dalla volontà di unità religiosa cattolica dell’imperatore Carlo V. Quest’ultimo, dunque, necessitava di un concilio universale che avrebbe portato fine allo scisma religioso in Germania per la salvaguardia della sua autorità, mentre Papa Paolo III vede nel concilio la possibilità di restaurare l'autorità della Chiesa e lanciare la lotta contro gli eretici. La scelta della città di Trento non fu casuale, in quanto si tratta di una città italiana dal punto di vista geografico ma situata in un territorio che fa parte del Sacro Romano Impero e governata da un principe-vescovo. La prima fase del Concilio affronta subito le questioni teologiche che la Riforma protestante aveva criticato e ne seguono queste riforme: l’unica Bibbia autorizzata è la Vulgata, ossia la traduzione in latino di San Girolamo, e solo il magistero della Chiesa e il clero sono destinati alla interpretazione del verbo divino; confermati i sette sacramenti specialmente battesimo e comunione, e la necessità di disciplinare i sacerdoti tramite seminari. I dissidi interni tra imperatore e Papa fanno sì che il concilio venga spostato a Bologna, in territorio pontificio ma a causa degli scontri verrà sospeso. La seconda fase del Concilio, con Papa Giulio III, sancisce la rottura tra cattolicesimo e protestantesimo. I padri conciliari affermavano nella questione dell’eucaristia la transustanziazione ossia la trasformazione vera di pane PAGINA 1 introducendo seminari per la formazione dei presbiteri, utilizzando la stampa per la propaganda cattolica e il catechismo nelle scuole. Ricordiamo inoltre santi fondatori come Ignazio di Loyola e Filippo Neri, e come santi missionari Francesco Saverio, noto per il suo processo di evangelizzazione in India e Giappone. La maggior parte guadagnò la santità grazie al patronage papale: Borromeo e Filippo Neri appartenevano al circolo più esclusivo della curia romana; Ignazio, Saverio e Teresa erano appoggiati dalla monarchia spagnola. Questo perché anche il papato come gli Stati moderni funzionava bene sulla base del patronage per quanto riguardava l'articolazione del potere e la distribuzione degli uffici. Infatti, la mescolanza del governo spirituale e temporale porto i Papi a nominare consiglieri politici di fiducia che trovavano tra i loro parenti. Fondamentale fu l’istituzione del cardinal nipote, esso si comportava come un vicepapa, decideva per esempio la politica estera, rappresentava quindi la punta di diamante di un gruppo sociale che si alimentava delle risorse della chiesa. Per mezzo dell’istituto del nepotismo le enormi risorse dello stato pontificio diventarono un patrimonio destinato alla parziale redistribuzione tra le famiglie in ascesa. Dopo il concilio di Trento i vari tentativi volti a sopprimere il nepotismo riuscirono soltanto a contenerlo temporaneamente e fu abolito nel 1692 sotto Innocenzo VII. Inoltre, i Papi spesero notevole denaro per finanziare le galere e le truppe a Lepanto, fornirono anche sussidi agli eserciti spagnoli e sostennero la diplomazia e gli eserciti cattolici. Dato che le entrate ecclesiastiche provenienti dagli altri paesi si prosciugarono durante il ‘500, la tassazione crebbe nello stato pontificio e il papato ipotecava il proprio futuro finanziario nella vendita di uffici. Di conseguenza Innocenzo XI per arginare le spese ridusse uffici e stipendi e limitò le uscite della curia. Con la bolla Romanum decet ponteficem, stabilì che i Papi non avrebbero più concesso possedimenti, uffici o entrate ai loro parenti. Nel mediterraneo occidentale e nel Portogallo atlantico la chiesa trionfante teneva a bada il ‘contagio’ protestante diffondendo contemporaneamente l’obbedienza cattolica in Africa, attraverso esplorazioni, conquiste e missioni. Una differenza di stile distingueva il rinnovamento cattolico in Italia e nella penisola iberica: in Italia PAGINA 4 pareva ispirare una maggiore dedizione alla carità, nella penisola iberica sembrava invece rendere più rigidi i confini della fede dove l’inquisizione spagnola e il Portogallo combattevano ‘l’infezione’ protestante. Anche l’inquisizione italiana vigilava contro i crimini religiosi, seppur la sua storia sia meno conosciuta rispetto all’inquisizione spagnola a causa della dispersione dei documenti superstiti. In Portogallo il cattolicesimo assunse tre caratteristiche: il forte senso imperialistico della nazione che alimentò una vigorosa corrente di messianismo (una visione del mondo incentrata sull'attesa di un Messia) e millenarismo (Credenza e attesa del regno di Cristo in terra, prima del giudizio finale, riservato ai soli giusti). La compagnia di Gesù si diffuse rapidamente in Portogallo, i Gesuiti ricoprivano il ruolo principale nelle missioni religiose dell’impero e questo successo gli procurò molti nemici, tra cui l’inquisizione e il marchese Pombal che individuò nella Compagnia l’ostacolo principale all’affermazione dell’assolutismo illuminato. Pombal espulse circa 1770 gesuiti dai domini portoghesi rompendo poi i rapporti diplomatici con la Santa Sede. La sua iniziativa chiuse il libro della storia della controriforma in Portogallo e segnò la fine del rinnovamento cattolico. La situazione italiana era ben differente in quanto, al nord una sviluppata rete stradale e la densa urbanizzazione favorì la diffusione dell’autorità statale ed ecclesiastica e al sud grazie alle missioni interne il rinnovamento cattolico si basò su una sintesi tra la religione magica del popolo e le norme tridentine. Il cattolicesimo spinse fin nel cuore dell’Europa la riforma. Nei Paesi Bassi spagnoli l’eresia viene soppiantata dal cattolicesimo riformato mentre le province settentrionali si distaccarono per formare una identità politica protestante indipendente; in Polonia, dove c’era molta tolleranza, nel Seicento viene recuperato tutto il Paese grazie ai gesuiti. In Francia il protestantesimo aveva ottenuto la libertà di culto nel 1598 tramite l’Editto di Nantes, ma nel 1685 Luigi XIV lo revoca emanando l’Editto di Fontaine bleu, con il quale tutti i culti protestanti vengono ora vietati e gli edifici di culto ugonotti demoliti. Ciò causa l'esilio di circa 200.000 ugonotti verso l'Olanda, la Svizzera, l'Inghilterra e la Germania. Infatti, in Europa vi era una fascia geografica che la divideva, nel nord occidente vi erano governi protestanti dove il cattolicesimo era bandito. In Inghilterra, Paesi Bassi, Irlanda, il cattolicesimo venne modellato dalla forza dei laici e caratterizzato da una PAGINA 5 debole gerarchia ecclesiastica. La chiesa anglicana prima era fortemente cattolica ma la rottura avvenne con il divorzio di Enrico VIII. Attraverso il governo elisabettiano la chiesa anglicana divenne indipendente da quella romana ed il cattolicesimo una minoranza. Nel 1559 Elisabetta stipulò l'Atto di uniformità rendendo obbligatorio l'uso del Libro delle preghiere comuni per i servizi religiosi. Il libro era una sintesi fra tradizione cattolica e innovazioni protestanti pensata per garantire da una parte l'uniformità religiosa e dall'altra un'ampia tolleranza di fedi. Nello stesso anno, con il secondo Atto di Supremazia (dopo quello emanato da Enrico VIII) stabilì che i pubblici ufficiali dovessero prestare giuramento alla regina e riconoscerla come capo della Chiesa Anglicana. Nei paesi Bassi le misure repressive erano molto severe e nonostante i cattolici nelle Province Unite fossero la maggioranza furono privati per legge di molte prerogative pubbliche. Nelle province centrali invece le autorità chiudevano un occhio dietro pagamento attraverso le recognities, tasse raccolte dai magistrati in cambio di una visita di un missionario cattolico o la costruzione di una chiesa. Le concessioni più tardi divennero sempre più estese con le composities, tasse annuali pagate da una comunità per poter esercitare il diritto di culto. Gli irlandesi erano divisi tra Old English che tentarono di creare un compromesso tra il cattolicesimo e la fedeltà alla monarchia inglese, e gli Old Irish divisi tra l’accettazione rassegnata e la resistenza. Nell’ultimo quarto del Cinquecento ci fu una nuova ondata di colonizzazioni inglesi con la scusa della missione civilizzatrice dell’Irlanda barbara: ci furono esili di massa, i lord inglesi e i loro seguaci cercarono favore e protezione sul continente presso gli Asburgo. Nel 1652 riprese la guerra tra Spagna e Inghilterra, ciò accentuò le divisioni all’interno del cattolicesimo irlandese; da un lato vi era la speranza nella maggiore tolleranza del sovrano inglese a prezzo dell’obbedienza, dall’altro il sogno di una piena restaurazione cattolica, dall’estirpazione del protestantesimo e dell’abolizione degli insediamenti inglesi. Con Cromwell poi vennero confiscati altri beni e uccisi altri irlandesi e poi deportati. Nell’Ungheria ottomana le autorità musulmane favorirono i protestanti, guardando i cattolici con sospetto per il fatto di condividere la religione con gli Asburgo. Per questi ultimi il rinnovamento cattolico passò in secondo piano rispetto all’urgenza della guerra e della mediazione diplomatica ed ebbe inizio solamente ai primi anni del’600. PAGINA 6 dovuto a Matteo Ricci, uno tra i missionari europei che si adattò allo stile di vita cinese per far diventare il cristianesimo parte della cultura cinese. Soprattutto si dovette guadagnare l'appoggio degli studiosi confuciani e dei funzionari, che rappresentavano l'élite intellettuale e di governo del paese, attraverso la dimostrazione della concordanza tra confucianesimo e cristianesimo. Ricci divenne famoso quando un suo amico pubblicò una mappa del mondo che egli aveva commentato in cinese. Lo sforzo missionario rappresentava in questi primi anni il cristianesimo come un sistema di etica sociale e di morale individuale in profondo accordo con il confucianesimo. Il cristianesimo intendeva arricchire il confucianesimo e sostituire il buddhismo. La riforma della Chiesa si estese all’ambito artistico e a tutti gli scritti critici o sovversivi nei confronti dell’autorità ecclesiastica. Nel campo dell’arte religiosa la committenza era rappresentata dalla corte papale, ordini religiosi e nobiltà: Papi e cardinali spendevano largamente per adornare le chiese di cui erano titolari, per costruire palazzi di famiglia ed erigere mausolei funerari nelle basiliche più antiche. Gli artisti lavoravano come privati per commissione e progettavano soggetti scelti dai loro protettori; dunque, persero in larga misura la loro autonomia artistica. Roma divenne il cuore artistico dell’Europa dell’età moderna: Sisto V completò la basilica di San Pietro e Paolo V le navate e la facciata; Urbano VIII fece le decorazioni di San Pietro incluso il baldacchino e la tomba papale di Bernini. Quattro importanti chiese vennero costruite nella Roma della Controriforma: la chiesa del Gesù, la chiesa ‘nuova’ degli oratoriani (Santa Maria in Vallicella), Sant’Andrea della Valle dei teatini e Sant’Ignazio. Fuori Roma un altro centro artistico sia pur di minore importanza era la Milano dell'arcivescovo Federico Borromeo. Egli fondò l'Ambrosiana, che era allo stesso tempo una biblioteca, un museo e un'accademia artistica. La collezione d'arte di Borromeo annoverava i soggetti tradizionali dell'iconografia cristiana: l'adorazione dei Magi, la Sacra Famiglia, il Bambin Gesù, chierici in preghiera e paesaggi sacri. Inoltre, si diffusero le stampe devozionali che mescolavano raffigurazione sacra e il testo delle preghiere, mentre allo stesso tempo. La congregazione dell’Indice nel 1527 promulgò editti che restringevano la produzione, distribuzione e lettura di libri. Sebbene la chiesa fosse il principale consumatore di libri nei primi 50 anni della stampa a caratteri mobili, essa era anche profondamente consapevole del potenziale PAGINA 9 pericolo insito nella rivoluzione della stampa; di conseguenza i papi Innocenzo VIII e Alessandro VI decisero di controllare i libri, e il quinto concilio Lateranense nel 1515 stabilì il principio della censura. La definitiva rottura con i protestanti a Trento nel 1547 fu all’origine dell’idea di stendere un Indice Romano di libri proibiti che venne realizzato nel 1559 sotto il pontificato di Paolo IV. Questo primo indice romano bandiva tre categorie di libri: l’intera produzione di autori esponenti della Riforma ed Erasmo, singole opere di determinati autori e libri anonimi. Nelle liste di libri proibiti posteriore al 1600 si legge una sorta di elenco dei pensatori più importanti dell’Europa moderna, inclusi Copernico, Galileo, Pascal, Descartes, Kant, Hobbes, Locke, Montesquieu, Diderot, D’Alembert, Voltaire e Rousseau. L’esame dettagliato e il controllo rigoroso stabilito dopo il 1600 ebbero un effetto profondo sulla vita intellettuale e sulla produzione di libri nell’Europa cattolica. La sanzione per la lettura di un libro era di natura spirituale, ovvero la scomunica e per più di un libro si trattava di un peccato mortale. Un altro importante effetto dell’indice era la creazione di due mondi cattolici: quello dotato di accesso ai libri proibiti e quello senza. Giunti a questo punto, possiamo constatare come il periodo della Controriforma abbia provocato oscurantismo e arretratezza in quei Paesi dove vigeva l’Inquisizione. Ho usato quei due termini perché a causa della censura lo sviluppo delle scienze e delle arti non è stato possibile, obbligando la popolazione a seguire i dogmi della Chiesa. Le persone furono private di ampliare le proprie conoscenze e di sviluppare un pensiero critico. Lentamente le élite dell’Europa cattolica esaurirono lo spirito militante che aveva caratterizzato la società tra il 1560 e il 1650. Oltre che al declino del fervore religioso tra i ceti dirigenti, la chiesa dovette anche fronteggiare delle dispute interne che inasprirono il confronto tra Stato e chiesa. La più rilevante di queste dispute derivava dal giansenismo che affermava che solo un'esigua élite di uomini timorati di Dio avrebbe trovato la salvezza attraverso la grazia divina e la predestinazione. La conseguenza più importante della controversia giansenista non fu di carattere teologico, ma politico perché divenne il simbolo della resistenza contro gli eccessi del potere pontificio. PAGINA 10 Un'ulteriore sfida alla chiesa tridentina venne dall'Illuminismo. Tre uomini di cultura, Van Espen, Febronius e Muratori, furono i rappresentanti di questa nuova apertura che caratterizza il cattolicesimo illuminato: essi attaccarono il papato, difesero l'autorità dei principi e il potere dei vescovi e condannarono i gesuiti. Il 700 fu un’epoca segnata dal deismo, dalla filosofia, dalla scienza e dalla sensualità. Nel frattempo, maturava l'ostilità verso i gesuiti: la loro presunta arroganza metteva in evidenza la debolezza del potere papale e il fervore delle cerimonie religiose del popolo indicava la persistenza della superstizione tra la gente comune. In conclusione, dopo aver delineato il quadro della Controriforma dal trionfo alla crisi, si può notare come ancora oggi la Chiesa abbia un ruolo predominante nella società nonostante i secoli passati. Già nel 1609, Paolo Sarpi sosteneva che il concilio di Trento aveva ultimato il processo di ‘monarchizzazione’ del papato e coniava a questo proposito un nuovo termine: il consultore veneto stimava infatti che del papato postridentino si dovesse parlare come di un «totato», cioè di una forma di potere la cui compiutezza aveva ormai acquisito una dimensione per così dire ‘totale’. Mi trovo d’accordo perché anche secondo me il concilio di Trento non ha fatto altro che rafforzare l’istituzione della Chiesa a discapito di sovrani e delle minoranze religiose. Il cattolicesimo è la religione più diffusa in Europa e una tra le più diffuse al mondo; dunque, le missioni di evangelizzazione hanno portato i loro frutti. PAGINA 11
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