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Riassunto manuale Breve storia della letteratura inglese di Paolo Bertinetti (dal I all'VIII capitolo), Dispense di Letteratura Inglese

Riassunto manuale e lezioni della prof.ssa Ditrani 2020/2021 integrate. Nel file NON sono presenti i capitoli IX e X. Autori non inclusi: Herbert, Crashaw, Vaughan, Marvell, Bunyan, Aphra behn, Wycherley, Farquhar, Johnson, Gibbon, Burke, Smollett, Goldsmith, Burney, Lamb, Hazlitt, De Quincey, Trollope, Browning, Elizabeth Barrett, Arnold, Clough, Hopkins, Auden, Thomas, Lowry e Ivy Compton-Burnett, Shaw, il teatro irlandese, Coward e T.S Eliot e il poetic drama.

Tipologia: Dispense

2020/2021

In vendita dal 05/07/2021

Daisy.ro
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Scarica Riassunto manuale Breve storia della letteratura inglese di Paolo Bertinetti (dal I all'VIII capitolo) e più Dispense in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! 1. LA LETTERATURA MEDIEVALE Per studiare le origini della letteratura inglese si parte n) dalle evoluzioni della lingua Trama: La storia è ambientata nei paesi scandinavi. L’eroe Beowulfè principe dei Geati ed è legato al suo padrone e re di Danimarca Hrothgar da un rapporto di fedeltà. La storia ruota attorno a tre combattimenti. Per primo uccide l’orco Grendel, che di notte emerge dalla palude per divorare gli uomini della reggia del re. La madre di Grendel vuole vendicare il figlio e Hrothgar chiede di nuovo aiuto a Beowulf, che uccide la creatura in una caverna con una spada magica. Il terzo combattimento avviene dopo 50 anni. Beowulf, ormai re dei Geati, uccide un drago che minaccia il popolo ma viene ferito a morte e il corpo dell’eroe viene deposto su una pira funebre. La lotta tra l’eroe e i mostri è una lotta tra bene e male, tra oscurità e luce. Il bene trionfa ma c’è un certo pessimismo: nell’ultima battaglia l’eroe è vecchio e sente un senso del destino Nel V-VI secolo l'Inghilterra viene invasa da popolazioni germaniche (Angli, Sassoni, Iuti) che introducono una nuova lingua di ceppo germanico che sostituisce quella parlata dalle popolazioni celtiche Poema interamente pagano ma emergono tracce dell’insediamento cristiano del ‘600 circa ! ti Lingua parlata in questo periodo + Old English (antico inglese) 4 Beowulf (600-800 d.C.) è un poema epico eroico <+— | anonimo (il poema è un’opera letteraria in versi di ampia estensione). È la prima opera scritta interamente in Old English Etica pagana ed eroica Carattere della poesia con rapporti basati anglosassone: sull’onore, la lealtà e - Verso la guerra allitterativo 1) I popoli pagani integrano la Madonna e Dio nella loro mitologia politeistica 2) Nasce la letteratura cristiana basata sulla storia della Chiesa e su inni e preghiere 3) Iniziano a coesistere 2 generi: la poesia pagana scritta in Old English e la poesia cristiana scritta in Latino Nel 1066 l’Inghilterra passa sotto il controllo dei normanni. Il duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore sostituisce l’aristocrazia anglosassone, sottomette le popolazioni locali e la parte meridionale dell’isola diventa vicina politicamente e culturalmente alla Francia. L’isola ora ospita tre lingue: l’aristocrazia normanna parlava francese, la popolazione parlava inglese (che poi si evolve in middle english, il medio inglese) e la Chiesa usava il Latino. La poesia normanna influenza quella inglese: viene introdotta la rima e quando nasce il romanzo cavalleresco giunge anche in Inghilterra. Durante il Medioevo sono le comunità religiose a trasmettere la cultura in tutta Europa. Vita monastica e religione cristiana sono alla base della letteratura scritta di questa fase. I testi di letteratura devozionale del ‘200 sono scritti in prosa poiché avevano una finalità moraleggiante e evangelizzatrice. Per istruire spiritualmente gli illetterati erano scritti testi per la predicazione pieni di aneddoti e quindi sono vere e proprie narrazioni come il Trattato sui Peccati Robert Mannying, raccolta di racconti di vita quotidiana. Nel ‘300 il fine moralizzante viene sostituito dall’introspezione dei mistici inglesi (Giuliana di Norwich descrive le sue esperienze visionarie e Margery Kempe scrive la prima autobiografia inglese). Nel ‘300 si afferma il middle english, la lingua di Chaucer. Il romanzo cavalleresco: Sir Gawain and the Green Knight Le figure tipiche del medioevo sono il monaco e il cavaliere. Il cavaliere è il protagonista della letteratura che si sviluppa all’interno delle corti. In origine è un soldato e ricco proprietario di un cavallo. È l’emblema dell’aristocrazia feudale e incarna il valore guerriero. Il romanzo cavalleresco nasce e si sviluppa in Francia nel XII secolo grazie a Chrétien de Troyes che inventa Lancillotto. Il cavaliere del romanzo cavalleresco è solitario, vive in un mondo pieno di pericoli e di mostri, difende le damigelle indifese e raddrizza le ingiustizie, vive secondo un codice etico legato all’onore e che rispecchia idealmente il comportamento dell’aristocrazia. In Inghilterra il romanzo cavalleresco si sviluppa nel XII secondo due filoni principali: @ Il ciclo arturiano: legato alla mitologia celtica, Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda; @ Ilciclo carolingio: più cristiano, imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini, lotta tra cristiani e musulmani. Il ciclo arturiano diventa una tradizione inglese e nel XIV secolo nasce il capolavoro del genere, l'anonimo Sir Galvano e il cavaliere verde. L'opera è scritta in medio inglese e si tratta di un allitterative revival poiché recupera l'allitterazione di Beowulf. Galvano era il Cavaliere più noto di re Artù fino a qualche anno prima della stesura del poema. La trama è umana e realistica e mostra come i cavalieri non siano infallibili. L’opera dimostra come la cavalleria non è il soggetto della letteratura ma un suo prodotto poiché i romanzi creano convenzioni e modelli ai quali il cavaliere deve adeguarsi per non vivere nella vergogna. Geoffrey Chaucer Geoffrey Chaucer nasce a Londra intorno al 1340 (muore nel 1400) in una famiglia benestante. È il poeta più importante della letteratura inglese tardo-medievale. Sopravvive alla peste del 1348 e fu un diplomatico. Partecipò alla spedizione dell'esercito reale in Francia dove divenne prigioniero e fu riscattato, si recò in Francia, in Spagna e in Italia per missioni diplomatiche, fu giudice di pace, deputato in Parlamento. La sua vita fu attiva poiché fino al XVIII secolo l'attività poetica non poteva essere fonte di sostentamento. Tuttavia Chaucer sottolinea nelle sue opere il suo ruolo di poeta e fu tra i primi a dare dignità letteraria alla lingua volgare. Egli adottò l'inglese di Londra che si stava affermando come il principale dei dialetti inglesi. In questa epoca la produzione poetica dipendeva economicamente dall'aristocrazia di corte ma tra le opere di Chaucer solo la prima è dedicata ad un membro dell'aristocrazia, Il libro della duchessa del 1368. È il primo dei suoi dream-poems e ha lo scopo di consolare John of Gaunt, il nobile più potente del Regno, per la perdita della moglie Blanche of Làncaster. Il narratore si addormenta in un giardino durante la lettura delle Metamorfosi di Ovidio e nel suo sogno incontra un cavaliere in nero che gli racconta il suo amore per la moglie morta, la più bella delle creature. L’opera La leggenda delle donne eccellenti fa parte della tradizione del poema-sogno. È una raccolta di nove racconti che hanno come protagoniste donne dell'antichità celebri per le virtù mostrate nelle loro storie d'amore, come Cleopatra o Didone. Il poeta è consapevole di scrivere nell'ambito della tradizione classica come degno erede ma allo stesso tempo considera il narratore una figura incompetente e priva di potenza descrittiva. Il tono è ironico e in questo modo esalta il ruolo del narratore. Chaucer è considerato il padre della letteratura inglese e usa la lingua volgare, il middle english, come lingua letteraria. Le questioni di poetica e di lingua vengono affrontate nelle opere La casa della fama del 1378-1380 e Il Parlamento degli uccelli del 1380-1382: @ La casa della fama viene scritta dopo il viaggio in Italia dove il poeta conosce l'opera di Dante e di Boccaccio. È un poema-visione in cui il narratore comprende di poter scrivere poesia usando il volgare (middle english) senza dover rinunciare alla tradizione classica. Chaucer è dunque cosciente del suo tentativo di elevare l'inglese al livello delle lingue classiche ed è cosciente del suo ruolo di fondatore di una nuova tradizione letteraria; Il primo capolavoro di Chaucer è Troilo e Criseide. L'opera viene scritta tra il 1382 e il 1386 e riprende senza mai dirlo il Filostrato, opera di Boccaccio che fu il primo a raccontare la sfortunata storia d'amore di Troilo e Criseide. Durante la guerra di Troia Pandàro convince Criseide a cedere all'amore di Troilo, troiano. La fanciulla, che è costretta a ritornare nel campo greco, dimentica e tradisce Troilo per Diomede. Chaucer non si limita a riportare la storia ma vi aggiunge un carattere drammatico. Nel Filostrato la fanciulla viene facilmente convinta dal cugino Pandaro ad amare Troilo e la sua natura incostante la porterà al tradimento. Nell'opera di Chaucer, invece, Pandaro è uno zio invadente e riesce a manipolare la sensibile Criseide. Ha uno spasimante, Troilo, al quale lei resiste ma lo zio Pandaro li fa diventare amanti. A causa di uno scambio di prigionieri Criseide finisce in campo greco e lì Diomede la corteggia. Alla fine cederà al suo amore ma è un personaggio complesso perché cerca di prendere tempo e di tenere duro, ha una forza di volontà che la spinge a perseguire i suoi obiettivi. Criseide vive l’abbandono di Troilo e la sua dimenticanza come un destino inevitabile e tragico. Anche Troilo è un personaggio più sofferto e intenso. Chaucer non condanna il tradimento della fanciulla e la sua volubilità, tipico della mentalità medievale, ma prova pietà per lei perché è tormentata dal suo destino. I personaggi sono alle prese con l'incertezza della vita e dunque Chaucer inserisce nell’opera anche meditazioni sul libero arbitrio e sulla predestinazione. The Canterbury Tales Il capolavoro di Chaucer è I racconti di Canterbury (The Canterbury tales). Il poeta lavora a quest'opera dal 1386 fino alla sua morte. È una raccolta di racconti introdotti da un prologo, il più celebre della letteratura inglese, e chiusi da una ritrattazione nella quale l'autore dichiara di volersi occupare solo della salvezza della sua anima. Il poeta utilizza il verso ma alcune parti sono scritte in prosa. La novità dell'opera sta nell'organizzazione narrativa: 30 pellegrini, tra cui il pellegrino-narratore personificazione del poeta, si riuniscono in un giorno d'aprile nella Tabard Inn, una locanda nei pressi di Londra, prima di proseguire verso Canterbury per pregare sulla tomba di San Tommaso Becket. L'oste della locanda propone ai pellegrini di narrare due racconti sulla via per Canterbury e due al ritorno per scacciare la noia e la fatica del viaggio ma il progetto viene presto dimenticato e i racconti sono solo 24, ordinati in 10 frammenti. Ogni frammento contiene racconti e parti della narrazione principale nella quale i pellegrini si litigano, disputano e l'oste cerca di tenere l'ordine. Chaucer racchiude i racconti in una cornice narrativa più ampia, come accade nel Decameron di Boccaccio. Nel Decameron i giovani e nobili personaggi sono in un luogo appartato, sulle colline vicino Firenze, hanno tutti la stessa età e appartengono allo stesso ceto sociale. Nell'opera di Chaucer, invece, i pellegrini appartengono a sfere sociali diverse e svolgono professioni differenti come si capisce dal prologo. Questa varietà sociale rende l’opera dinamica e mette in questione la rappresentazione statica della società medievale. Vengono rappresentate le tre categorie tradizionali: i religiosi, gli aristocratici e i contadini. Mancano solo i re e gli schiavi perché Chaucer tralascia le parti estreme della società. Il quadro dipinto dal prologo è disordinato e più energico rispetto a quello di Boccaccio perché il poeta vuole far emergere gli elementi dinamici della società del suo tempo. I pellegrini sono in viaggio anche metaforicamente perché sono uniti dalla consapevolezza della propria imperfezione. Nell'opera la satira colpisce i vari gruppi sociali, soprattutto i religiosi, e tra i pellegrini si instaura una relazione movimentata. Ogni pellegrino dovrebbe raccontare una storia adeguata alla sua professione o al suo grado sociale ma in realtà soltanto il cavaliere e il parroco lo fanno: e Il racconto del cavaliere inaugura la raccolta con uno stile elegante e solenne. Racconta la competizione di due nobili cugini per la conquista di una principessa (tema amoroso); e Ilracconto del parroco chiude l'opera ed è un sermone sulla penitenza e sui sette peccati capitali. Tutti gli altri racconti vengono liberamente collegati ai narratori. Molti racconti sono comici e di ambientazione umile. Il Miller's tale (mugnaio) risponde al racconto del cavaliere che lo precede narrando una storia tipica del racconto comico in cui c’è un triangolo amoroso tra un vecchio marito, una giovane moglie e un giovane amante. Un altro gruppo di racconti presenta temi legati alla vita religiosa. Il narratore è l’ultimo a raccontare e dichiara di non essere all'altezza dei narratori che lo hanno preceduto. Incompetente, inizia a narrare il racconto di Sir Thopas, una parodia del romanzo cavalleresco, ma risulta così noioso che l'oste lo interrompe. Il narratore-Chaucer deve incominciare un'altra storia, quella dell'imprudente Melibeo e della moglie Prudenza. La ritrattazione finale che segue il sermone del parroco riporta l'intenzione del poeta di volersi occupare solo della salvezza eterna. La salvezza non si può ottenere in un viaggio terrestre né con un’opera terrena e quindi con nessuna opera letteraria ma solo con il viaggio spirituale verso Dio. I racconti di Canterbury contengono: e Critica contro la Chiesa e i suoi vizi e Autorappresentazione del poeta I Y La critica non è disprezzo. Chaucer si autorappresenta come un È un'osservazione bonaria e divertita. personaggio incapace di raccontare storie Chaucer critica la vendita delle (paradosso perché è Chaucer a scriverle indulgenze rappresentando un uomo di tutte). L’oste non sopporta le sue storie e Chiesa orgoglioso della sua furbizia. Chaucer è l’unico ad essere interrotto perché i suoi racconti vengono considerati cantilene e brodolosi discorsi. I poemi allegorici hanno un carattere morale, un tono serio e illustrano come raggiungere Dio. Questi poemi hanno solitamente protagonisti che rappresentano l’umanità. Nel Medioevo il poema allegorico era molto diffuso così come il suo sottogenere del dream-poem, un poema che inizia con il sogno o la visione del narratore e continua dentro questo mondo. Chaucer si inserisce nella tradizione dei dream-poems. 2. IL RINASCIMENTO E SHAKESPEARE LA POESIA La Guerra delle due rose si conclude e Enrico VII Tudor sale al trono nel 1485. Inizia in Inghilterra un secolo di pace sociale con la dinastia Tudor, che dura fino alla morte di Elisabetta I nel 1603 grazie alla capacità di governo e all'opportunismo. Enrico VII (1509) fu tirannico e cambiò le sue idee su questioni religiose e politiche per motivi privati. Era stato nominato difensore della fede da Papa Leone X ma passò dalla parte di Lutero perché la dottrina protestante gli avrebbe permesso di liberarsi dal dominio della Chiesa di Roma. Nel 1536 si proclamò capo della Chiesa Anglicana, poté divorziare da Caterina d’ Aragona, sposò Anna Bolena e molte altre e assunse il controllo materiale e politico dell’isola. L'obiettivo era il potere assoluto. Nella sua corte operano i primi poeti che usano l'inglese moderno. La poesia non ha modelli più recenti dopo Chaucer e l'ultimo modello è la poesia medievale. Il primo poeta fu John Skelton (1460-1529), tutore del giovane Enrico VIII, poeta e traduttore. Si tratta di una figura a metà tra il Medioevo e il Rinascimento. Skelton si dichiara insoddisfatto dei modelli poetici precedenti poiché il vocabolario di Chaucer e Langland è da lui considerato povero e piatto. Effettivamente, però, Skelton resta un poeta medievale e i suoi versi non sono raffinati ma rozzi. Tuttavia il verso skeltoniano è famoso per il suo ritmo travolgente e perché attacca con energia la corte e i suoi abitanti. Skelton criticò l’ipocrisia del clero e si scagliò contro il cardinale Thomas Wolsey, il ministro di Enrico che guidò la politica estera ed interna dell’Inghilterra fino alla morte. Thomas Wyatt e Surrey Thomas Wyatt (1503-1542) è poeta alla corte di Enrico VIII. È il primo poeta inglese ad importare in Inghilterra la poesia italiana e latina. È un diplomatico che viaggia in Italia e in Francia. In queste occasioni conosce il sonetto italiano e le poesie di Petrarca. Il sonetto italiano ha un struttura metricamente rigida: è costituito da due quartine che formano un’ottava e da due terzine che formano una sestina (la sestina è la risposta o conclusione dell’ottava). Importando il sonetto: e Sperimenta varie traduzioni, libere o fedeli, e raggiunge il sonetto inglese, costituito da tre quartine e da un distico finale al quale è affidata la conclusione; e Il tipico tema petrarchesco dell’amante insoddisfatto dell'amore della donna viene cambiato. In Petrarca l’amante è incapace di raggiungere Laura e sussiste una dimensione simbolica e metafisica dell’amore e della figura femminile, in Wyatt l’amore non corrisposto diventa concreto e terreno. Probabilmente questo dipende dal fatto che nella cultura inglese non esistono figure femminili mediatrici. In Wyatt l’eros è intrecciato alla vita di corte e alla politica. Il poeta adatta il testo originale alle circostanze della sua vita, come accade nella traduzione di Una candida cerva di Petrarca, la Whoso list to hunt: il poeta cerca una metaforica cerva che ha un collare con su scritto “Non mi toccate perché appartengo a Cesare”: la cerva appartiene a qualcuno più potente di lui. Eros e potere seguono le stesse leggi di dominio e sottomissione. Nel 1541 Wyatt finisce in prigione con l'accusa di alto tradimento. Henry Howard, conte di Surrey (1517-1547), per primo riconobbe che Wyatt aveva rinnovato il verso inglese introducendo la forma italiana. Anch’egli fu accusato di alto tradimento ma a differenza di Wyatt venne decapitato. Surrey viene ricordato soprattutto per le sue innovazioni metriche poiché perfezionò il sonetto inglese raggiungendo la forma che verrà usata nel XVI secolo da Sydney, Shakespeare e Donne. Inventò il decasillabo sciolto, il blank verse, un pentametro giambico non rimato che Shakespeare e Milton portarono alle più alte vette. Wyatt e Surrey non pubblicarono in vita le loro poesie perché servirsi della stampa viene ancora considerato un'azione umiliante per un gentiluomo. Nel 1557 viene stampata una raccolta di poesie nota come Tottel’s Miscellany. Lo stampatore Richard Tottel decise di raccogliere le poesie di Wyatt, Surrey e altri autori per rendere onore alla lingua inglese e per far capire che è all'altezza del latino e dell'italiano. Nel 1547 muore Enrico VIII e dopo il breve regno di Edoardo VI (figlio di appena 9 anni della sua terza moglie Jane Seymour) segue il regno di Maria, figlia della cattolica Caterina d’Aragona. Con Edoardo la riforma protestante divenne radicale mentre il regno di Maria ripristinò il culto cattolico e i rapporti con Roma. Questo periodo di disordine civile e sociale terminò soltanto con la salita al trono di Elisabetta I nel 1558. Regnò fino alla sua morte nel 1603 e il suo regno è uno dei più fortunati e pac della storia d'Inghilterra. Elisabetta era figlia di Enrico VII e di Anna Bolena e si trovò a regnare in una nazione divisa in una minoranza di protestanti e una maggioranza di cattolici. Con abilità politica governò senza accontentare nessuna delle due parti. Elisabetta concentrò sul culto della sua immagine tutte le forze sociali, si dichiarò sposa della nazione e costrinse i suoi cortigiani e i poeti più ambiziosi come Spenser a trasformare il linguaggio politico in un linguaggio amoroso. Per vivere a corte i nuovi cortigiani dovevano possedere buone maniere, abilità politica, intelligenza e creatività ma soprattutto astuzia. La corte, infatti, era un luogo privilegiato ma anche un'arena di competizione per ottenere il favore dei potenti. Philip Sidney Nel periodo elisabettiano (dal 1590 circa) il sonetto diventa il componimento per eccellenza con il quale tutti i poeti devono confrontarsi. Philip Sydney (1554-1586) morì giovanissimo in seguito ad una ferita ricevuta nelle Fiandre nella guerra che Elisabetta aveva dichiarato agli spagnoli che occupavano i Paesi Bassi. Quando morì divenne un mito nazionale: nobile di nascita, cortigiano impeccabile, poeta, diplomatico e soldato caduto sul campo. In realtà durante la vita fu bandito dalla corte per le sue idee e per il suo comportamento troppo indipendenti. Grazie ai suoi amici e alla sorella le sue opere rimaste in manoscritto (come accade per un aristocratico) furono pubblicate. Sydney è autore del primo canzoniere inglese, Astrophil and Stella, pubblicato nel 1591 e diventato famoso. Si tratta di un'opera che riprende la tradizione petrarchesca ma in cui le convenzioni petrarchesche sono spesso messe in discussione. Il canzoniere è composto da più di 100 sonetti e da 11 canzoni che raccontano la storia d'amore di Astrophil per Stella (amante delle stelle ma anche Phil, nome del poeta). Nella poesia di Sydney è centrale il tema dell'amore terreno e il racconto dei suoi effetti psicologici. Astrophil infatti definisce l’amore slavery, hell e poison. Il canzoniere è serio ma allo stesso tempo ironico e arguto. La turbolenta storia d'amore nasconde però la riflessione sulle emozioni del poeta come scrittore piuttosto che come amante. Nel sonetto tradizionale l'amore è un colpo di fulmine mentre nella poesia di Sydney l'immamoramento è graduale. Inoltre il poeta, a differenza dei poeti tradizionali, è annoiato dall'amore perché un uomo impegnato come lui non può perdere tempo a soffrire per una donna e afferma di poter trovare altre donne da sostituire a quelle che lo fanno soffrire. La difesa della poesia è la prima discussione sulla poesia pubblicata in Inghilterra e mira a convincere il lettore che la poesia è nobile perché ha un passato antico e prestigioso e perché è capace di nobilitare chi la favorisce. Per Sydney la poesia deve istruire e dilettare e il poeta è un creatore perché dà vita a un'altra natura. Anche il compito del lettore è impegnativo perché dev'essere interprete della natura creata. Diletto e istruzione sono alla base dei due romanzi che Sydney scrisse per il pubblico aristocratico: Old Arcadia e New arcadia. Queste opere (genere pastorale) sono ambientate in un mondo arcadico e le vicende amorose dei protagonisti rappresentano metaforicamente le vicende politiche della corte. Edmund Spenser Edmund Spenser è contemporaneo di Sidney (1552-1590) ed è il poeta più ambizioso del regno di Elisabetta. Desidera essere il poeta della sua età. Così ambizioso che la sua carriera poetica si ispira a quella di Virgilio che parte dal genere pastorale per arrivare a quello più impegnativo dell'epica. La prima opera di Spenser fu un componimento pastorale, Il calendario del pastore del 1579, una raccolta di 12 ecloghe (brevi poesie di ambientazione pastorale che possono essere soliloqui o dialoghi tra pastori). Il modello sono le Bucoliche di Virgilio. I pastori commentano i difetti e le virtù della corte. L'opera è dedicata a Sydney ma i due poeti sono differenti tra loro: per Sydney la poesia è una vocazione che non viene scelta, per Spenser è una professione. Sydney è un poeta aristocratico che desidera l'autonomia della poesia dal potere, Spenser viene definito il primo poeta nazionale d’Inghilterra perché mette la sua poesia a servizio della regina. Il capolavoro di Spencer è un'opera interamente dedicata alla regina, La regina delle fate (The Fairy Queen), il primo poema eroico inglese. Spenser vuole scrivere un'enciclopedia del suo tempo all'interno della quale riunire tutte le sue conoscenze per creare un monumento alla sua epoca. Il progetto dell'opera prevedeva 12 libri, ognuno dedicato ad una delle virtù stabilite da Aristotele nell'Etica Nicomachea, ma Spenser ne scrisse solo sei: i primi tre pubblicati nel 1590 trattano le virtù della santità, della temperanza e della castità, gli altri tre pubblicati postumi nel 1596 trattano dell'amicizia, della giustizia e della cortesia. Ogni libro è suddiviso in 12 canti ponendosi in relazione con l’Eneide, l’epica per eccellenza, ordinata da Augusto per celebrare la Fondazione di Roma. Spenser si lega ad un'eredità classica per celebrare la fondazione del Regno della sua regina in un modo che è però differente. Il libro deve educare la classe dirigente di Elisabetta attraverso l'uso della finzione storica di re Artù, che viene messo sullo stesso piano degli eroi dell'epica. Il teatro ha però successo e sopravvive alle ostilità grazie alla regina Elisabetta che ama assistere alle rappresentazioni, ama il teatro perché è apprezzato dal popolo e perché intuisce la possibilità di utilizzarlo come strumento di manipolazione politica. Le nuove compagnie teatrali possono contare sulla protezione della corona e dell'aristocrazia e si trasformano in compagnie stabili. La condizione sociale dell'attore passa dunque da girovago e vagabondo ad artigiano protetto dai potenti del Regno. Dal 1570 le compagnie che guadagnano il favore di un Lord indossando la sua livrea possono muoversi liberamente e nel 1574 le compagnie possono realizzare spettacoli in tutta Inghilterra se la regina concede loro la patente regia. Soltanto le compagnie migliori riuscivano a competere per il favore della regina e dei suoi uomini. Le più importanti furono i Lord Chamberlain’s Men (la compagnia di Shakespeare), i Queen's Men, gli Admiral's Men e in seguito i King's Men, la compagnia protetta da Giacomo I e con cui Shakespeare lavorò a partire dal 1603. I primi teatri permanenti vengono costruiti al di fuori delle mura della città per sottrarsi dalle autorità religiose e cittadine. Il primo teatro permanente è The Theatre, costruito nel 1576 a nord di Londra. Seguirono il Curtain, il Rose, lo Swan, il Fortune e The Globe, il teatro fatto costruire da Shakespeare nel 1599. Il teatro possedeva una struttura in legno generalmente poligonale o circolare e una piattaforma di legno che fungeva da palcoscenico e che si protraeva tra il pubblico. Gli spettatori più poveri pagavano un biglietto di un penny e si collocavano in una platea priva di posti a sedere e molto vicina agli attori. Intorno all'arena c'erano tre file di gallerie al coperto che ospitavano gli spettatori in grado di pagare due pennies per un posto a sedere. Per il costo dei biglietti il teatro è un'abitudine popolare. Il teatro era privo del tetto e gli spettacoli si svolgevano tutti alla luce del giorno, durante il primo pomeriggio. Il palcoscenico del Globe era invece coperto da un tetto che fungeva da cielo e serviva a proteggere i costosissimi costumi degli attori, sul retro c'era un muro con due porte laterali e sopra una galleria che serviva per le scene a due livelli. Inoltre il teatro di questi anni aveva delle scenografie quasi inesistenti e gli attori dovevano contare sui loro costumi e soprattutto sulla capacità della parola di evocare luoghi e cose. I drammaturghi inserivano tra le battute continui riferimenti a eventuali scene notturne o a ciò che accadeva sul palco e spesso si rivolgevano al pubblico considerandolo parte del dramma. La scrittura di un dramma non è opera di un singolo autore ma viene effettuata con gli attori e per gli attori dal momento che il drammaturgo deve tener conto delle loro abilità. I drammi di Shakespeare, Marlowe o Webster erano concepiti come canovacci che potevano essere cambiati in base durante la recitazione ed improvvisazione. Fino a quando il dramma andava in scena non veniva pubblicato per non diminuire l'interesse del pubblico e perché non ci si preoccupava della sua pubblicazione. Doveva solo attirare il maggior numero di persone perché le compagnie sopravvivevano grazie al pubblico. Solo il book keeper possedeva l'intero dramma perché doveva organizzare lo spettacolo e gli attori possedevano soltanto le loro battute. Il testo andava protetto dalle compagnie rivali. Il teatro elisabettiano fu la prima forma d’intrattenimento a richiedere il pagamento anticipato di un biglietto (tradizionalmente si riceveva una ricompensa dopo lo spettacolo). Il teatro era visitato da spettatori dell'intera società inglese, aristocrazia, lavoratori più poveri, soldati e re. Christopher Marlowe Christopher Marlowe (1564-1593) è il drammaturgo più noto dopo Shakespeare. È considerato il primo drammaturgo moderno e il suo personaggio Faustus rappresenta l'eroe moderno che rinuncia al sapere tradizionale attraverso l'esercizio della volontà. Negli anni 1580-1590, infatti, esiste una contrapposizione tra il teatro classico e quello moderno. L’EROE MODERNO e Esercita la sua volontà personale; e Ildestino dell'eroe tragico moderno non è segnato. Nel teatro classico l'eroe non poteva sfuggire al suo destino, anche se si impegnava, mentre il destino dell'eroe moderno deriva dall'errore tragico, ossia dalla sua incapacità di leggere il mondo complesso che lo circonda; e È dotato di un nome e di delle caratteristiche proprie; e Ilbene non trionfa più perché la realtà è diventata più complessa e non è più prevedibile (scoperta di nuove terre, rivoluzione copernicana). Non esiste più la distinzione tra bene e male tipica dei morality plays e i personaggi sono più complessi; ® Viene messa in discussione la rigida gerarchia dell’età medievale; Tuttavia il teatro non cambia immediatamente perché il processo di cambiamento è lungo. Il personaggio del vizio che si presenta e afferma le sue intenzioni malvagie è ancora presente nel Riccardo III di Shakespeare. Figlio di un calzolaio, vinse una borsa di studio per iscriversi all'università di Cambridge. Fu presto notato per il suo talento e reclutato nei servizi segreti della regina Elisabetta. Giunto a Londra nel 1587 continuò a lavorare come spia e cominciò anche a scrivere per il teatro. Fu assassinato in una locanda vicino Londra, probabilmente a causa del suo mestiere di spia e dei suoi rapporti con gli uomini più potenti del tempo, anche se i documenti ufficiali parlano di una rissa sorta per il pagamento di un conto. Esiste un ritratto di Marlowe come un personaggio dissoluto ma gli amici lo ricordano diversamente e Shakespeare rese omaggio soltanto a lui citando la sua poesia e appropriandosene. La vita di Marlowe fu turbolenta e i suoi drammi oltraggiosi confermano l'immagine di un'esistenza spericolata. Per questo è molto amato dai romantici. Marlowe studiò i classici e nel suo primo dramma Didone, regina di Cartagine dell'anno circa 1587 rappresenta l'appassionata e infelice storia d'amore tra Didone ed Enea (Eneide). Il suo primo successo teatrale fu Tamerlano il grande del 1587. Il dramma rappresenta la storia eroica di un pastore ateo che con le sue sole virtù diventa imperatore. L'intero dramma è un’esagerazione e il blank verse viene utilizzato per descrivere la conquista travolgente. Il protagonista appare come una figura carismatica ma anche spaventosa. Il dramma La tragica storia del dottor Faustus del 1590 rappresenta lo studio di un solo personaggio, Faustus, che non vuole conquistare il mondo ma una conoscenza infinita. Faustus è uno studioso avido e scontento e nel monologo che apre il dramma rifiuta il sapere tradizionale e si affida alla magia. Faustus stipula un patto con il diavolo Mefistofele e gli vende l’anima in cambio della conoscenza ma pur realizzando il suo desiderio di conoscenza in realtà non ottiene l’onore e il potere che si aspetta. Prima di morire si stringe in un abbraccio con Elena di Troia, un diavolo invocato da Mefistofele. Elena è l’incamnazione della natura con cui il filosofo si congiunge. Nel monologo finale Faustus affronta la morte e l'Inferno poiché è un filosofo miscredente. Nel 1592 va in scena L'ebreo di Malta. Il protagonista è Barabas, un ebreo stereotipato solitario, anticristiano, perfido. È astuto e beffardo e vuole vendicarsi del governatore di Malta Ferneze per averlo privato dei suoi beni per pagare i turchi che minacciano l'isola. Uccide amici e nemici e anche la figlia e alla fine finisce vittima dei suoi stessi stratagemmi. Barabas mostra come la cristiana isola di Malta sia avida quanto lui. La tragedia Edoardo II del 1592 racconta la storia di un re inglese del ‘300 che perde il suo trono poiché innamorato di Gaveston, un uomo socialmente inferiore. C'è uno scontro tra i due e un’aristocrazia conservatrice alleata della moglie del re Isabella. La tragedia finisce con la morte di Gaveston e con un’angosciosa scena in cui il re viene chiuso in una fogna, coperto di escrementi, tormentato fisicamente e mentalmente per poi essere ucciso. Il re omosessuale diventa così il martire di un’aristocrazia ottusa. L’Edoardo II non subisce nessuna censura al contrario del dottor Faustus, ritenuto pericoloso dal punto di vista politico e filosofico. L’omosessualità era dunque condannata dalla Chiesa ma era raramente perseguita come accade qualche secolo dopo. Marlowe forse era omosessuale ma l’amore di Edoardo e Gaveston assomiglia più all’amore greco (Ero e Leandro). William Shakespeare La vita di Shakespeare fu più tranquilla rispetto a quella del suo coetaneo e rivale Marlowe. Nasce a Stratford-upon-Avon e viene battezzato il 23 aprile del 1564. Il padre faceva parte della corporazione dei guantai, fu sindaco di Stratford e fu con tutta probabilità cattolico. Da giovanissimo Shakespeare sposò Anne Hathaway, più grande di 8 anni, ed ebbe tre figli. Lasciò la sua cittadina natale per cercare fortuna a Londra e la prima testimonianza che abbiamo di lui è in un pamphlet pubblicato nel 1592 dal titolo Quattro soldi di arguzia. L'autore del pamphlet, lo scrittore Robert Greene, dice: “pensa di essere il solo scuoti-scena del paese”. Ma Shakespeare raggiunge ben presto il successo grazie al suo talento. Nei primi anni della sua carriera lavora come attore e dal 1594 comincia a lavorare per la compagnia dei Lord Chamberlain’s men che cambiò il nome in The King's Men con la salita al trono di Giacomo I nel 1603. Grazie ai soldi guadagnati lavorando in queste compagnie riuscì a costruire un nuovo teatro a sud del Tamigi nel 1599, The Globe, e riuscì a comprare una casa nella sua città natale dove muore il 23 Aprile del 1616. La produzione teatrale e poetica di Shakespeare è unica: divenne un punto di riferimento per tutta la letteratura inglese e si diffuse rapidamente in tutta Europa. Shakespeare non pubblicò mai i suoi drammi, che furono raccolti per la prima volta nel 1623 da Heminges e Condell, due attori della sua compagnia, in un in-folio. Shakespeare scrisse 38 drammi, un canzoniere e due poemetti. Le commedie Negli anni ‘90 Shakespeare scrive i drammi storici e contemporaneamente produce le sue commedie più brillanti. Le prime commedie sono ricche di convenzioni del genere (scambi di persona, equivoci) ma nella seconda metà degli anni ‘90 cambiano e migliorano. La commedia Sogno di una notte di mezza estate del 1595 (la più famosa) è ambientata ad Atene. La celebrazione delle nozze di Teseo e di Ippolita viene interrotta dalle vicende amorose di quattro nobili ateniesi. In un bosco incantato i quattro potranno sciogliere i nodi che li dividono e li uniscono. Nel bosco regna la legge della magia e dei sogni e con la sua luna e i suoi abitanti creativi e fantastici il bosco si oppone alla razionale Atene. Il gioco amoroso tra i quattro si ribalta e chi inseguiva ora insegue e chi amava ora odia e viceversa. Il responsabile dei malintesi è il folletto Puck. L’inversione provoca confusione e litigi tra i quattro ma alla fine tutto ritorna in ordine. Una volta ritornati ad Atene i quattro giovani cercano di capire se è vero tutto ciò che è accaduto nel bosco. Il sogno nel bosco è una visione ma non è una “visione inutile” perché avendo provocato disordine ha anche creato un nuovo ordine. Ha un effetto terapeutico. I personaggi più importanti delle commedie di Shakespeare sono le donne, che vengono rappresentate in maniera differente da come accadeva tradizionalmente. Sono intelligenti, spiritose, indipendenti e combattive mentre tradizionalmente le donne erano pazienti, dolci, tolleranti e sottomesse. Per esprimersi liberamente molte delle protagoniste femminili si travestono da ragazzi per quasi tutta la durata del dramma, creando confusione sessuale per lo spettatore che vede un ragazzo recitare la parte di una ragazza travestita da ragazzo. Le figure femminili più importanti delle commedie sono Rosalind e Viola. Buona parte del dramma Come vi piace (As You Like It) del 1599 si svolge nella foresta di Arden. Orlando e Rosalind travestita da ragazzo, figlia del duca usurpato, si rifugiano nella foresta per sfuggire a delle persecuzioni della corte. La foresta è un luogo tipico del genere pastorale ma Shakespeare smonta alcuni temi e convenzioni del genere a partire dal topos della semplice vita di campagna. Il più saggio dei fools shakespeariani, Touchstone, afferma infatti che nella foresta non si conduce una vita semplice ma una vita noiosa. Rosalind invece smonta le convenzioni dell'amore idealizzato tipicamente pastorali. Finge di curare Orlando che è malato d'amore per la vera Rosalind e dichiara che nessuno è mai morto per amore prendendosi gioco dei suicidi per amore tipici del genere pastorale. Dopo la cura antiromantica Orlando ritroverà la sua vera Rosalind e il duca usurpato riprenderà il suo posto. Rosalind muove le trame amorose e politiche di Arden. Viola è la protagonista del dramma La dodicesima notte, o quello che volete del 1601. Ottiene l’amore di Orsino accettando di indossare gli abiti di un paggio. Un naufragio la separa dal fratello gemello e viola approda in una immaginaria Iliria. Travestita da Cesario viene corteggiata dalla contessa Olivia. Viola ama il duca Orsino ma egli ama Olivia. Tipico intreccio comico in cui nessuno ama la persona giusta. Dal momento che Viola vestita da paggio è identica al fratello Olivia può sposare suo fratello convinta di star spossando Cesario. Viola, al contrario di Rosalind, non ama la sua finzione e si lamenta di non essere quello che recita. Tutto finisce bene e Viola ottiene l’amore di Orsino ma solo continuando a travestirsi da paggio. Il gioco sull’identità sessuale supera la finzione perché Viola e Rosalind erano interpretate da ragazzi vestiti da donne travestite da ragazzi. Le tragedie Romeo and Juliet fu rappresentata nel 1595 e riscosse un immediato successo. Fino al III atto il dramma presenta molti elementi comici e un andamento gioioso ma non esiste un finale lieto per l'amore di Romeo e Giulietta. Il genere è la lirica amorosa. Le convenzioni del genere vengono trasformate in un linguaggio nuovo per esprimere una passione nuova ei critici definiscono Romeo e Giulietta una tragedia lirica. Giulietta è un personaggio che ricambia appassionatamente l’amore di Romeo, non lo accetta passivamente né tenta di sfuggirli ed è caratterizzata dalla creatività linguistica. Sfida ogni regola, fa sua la parola d'amore che è una prerogativa del sesso maschile e inventa assieme a Romeo un nuovo discorso amoroso. Durante il primo incontro le parole di Romeo e Giulietta formano un sonetto e la rima baciata finale coincide con un bacio vero. Un amore così intenso richiede la perdita del nome proprio come chiede Giulietta nella scena del balcone (rinnega tuo padre, rinnega il tuo nome). Un amore socialmente accettabile è sostituito nella tragedia da un amore smisurato ma angosciato e infelice. Verona è dilaniata dagli scontri tra Capuleti e Montecchi e non c'è spazio per la coppia. Le tragedie più famose sono quelle scritte tra il 1599 e il 1608. Nelle tragedie nascono i personaggi più memorabili di Shakespeare. Il più importante è Amleto, capostipite dei personaggi moderni. Hamlet va in scena intorno al 1601. La tragedia si svolge in Danimarca alla corte di Elsinore. Il padre di Amleto era re di Danimarca ma muore e suo fratello Claudio sposa la vedova Gertrude. Amleto non vuole partecipare alla festa dei nuovi monarchi e si dichiara in lutto per la morte del padre. Il fantasma del padre appare ad Amleto rivelandogli di essere stato ucciso dal fratello Claudio e chiedendo vendetta. Amleto promette di vendicare il padre ma indugia, riflette, è dubbioso e indeciso e ritarda l'azione fino a quasi dimenticarla. Intanto si svolgono azioni altrettanto incomprensibili e violente: Amleto si finge pazzo per agire liberamente ma suscita il sospetto di Claudio, rifiuta l'amata Ophelia spingendola alla follia e poi al suicidio, strapazza la madre ed uccide casualmente il padre di Ophelia e consigliere del re, Polonio. Alla fine della tragedia muoiono tutti i personaggi ad eccezione dell'amico di Amleto Orazio. Questa carneficina è più frutto del caso che della volontà di Amleto. La tragedia è incentrata sulla coscienza di Amleto e pone una serie di interrogativi sulla vita e sulla morte, sull’apparenza e sulla sostanza e sull’impossibilità di sondare l'interiorità di ognuno. La tragedia Otello va in scena nel 1604. Iago è uno dei cattivi più diabolici delle tragedie di Shakespeare e la sua interiorità sembra insondabile. Iago cerca di sconvolgere la mente libera e aperta del protagonista della tragedia fino a renderlo folle per gelosia. Il matrimonio tra la bianca e giovane europea Desdemona e il moro, vecchio e brutto Otello, valoroso e nobile servitore della Repubblica veneziana, viene presentato come una scandalosa unione. L'invidia per la superiorità morale di Otello spinge Iago a considerare l'amore dei due coraggiosi sposi come un accoppiamento carnale. Iago materializza agli occhi di Otello un possibile adulterio dell'innocente Desdemona con il giovane Cassio. La cultura di Otello è indifesa di fronte alla conquista linguistica del bianco lago e alla fine Otello impazzisce, uccide Desdemona e se stesso mentre lago si chiude in un silenzio inquietante di una violenza senza movente. La tragedia Re Lear del 1608 è ambientata in una vaga Britannia precristiana. All'origine del male della vicenda non c'è l'invidia o la gelosia ma la rabbia paterna e l'ingratitudine dei figli. Re Lear decide di abdicare e cede il regno alle tre figlie. Cordelia, la figlia prediletta, si rifiuta di adulare il padre in cambio di 1/3 del Regno e viene bandita. La furia del re diventerà follia quando scopre di aver scambiato il vero per il falso. Le altre due figlie Goneril e Regan sono infatti spietate e ricevuta l'eredità del padre lo cacciano dalla sua terra. Nella tragedia c'è una storia parallela a quella del re. Gloucester si fa ingannare dal figlio illegittimo Edmund e bandisce il figlio legittimo Edgar dalla corte. Le due storie si intrecciano in una brughiera dove in una notte tempestosa Lear è impazzito e incontra Edgar travestito da Tom il pazzo per sfuggire alla persecuzione del padre. Gloucester viene accecato dalle figlie del re e dai loro perfidi mariti e questo accecamento rispecchia l'accecamento morale di Lear. Cordelia accorre a difendere il padre dalle perfide sorelle ma è troppo tardi. Cordelia viene uccisa e Lear muore di dolore sul corpo della figlia. La natura appare mostruosa: Lear ha una vecchiaia troppo prolungata, le generazioni si susseguono con uno spietato desiderio dei figli ad eliminare i padri e ad impossessarsi dei loro beni e la tempesta nella brughiera rispecchia la furia del re. Solo in un'occasione c'è un possibile riscatto dalla natura violenta. Gloucester accecato incontra, senza poter vederlo, il figlio Edgar nella brughiera e gli chiede di portarlo su una scogliera dalla quale gettarsi. Edgar lo inganna e lo conduce su una pianura e descrive un abisso che precipita su un mare tempestoso. Gloucester si butta a terra convinto di essere sopravvissuto a uno spaventoso volo nel vuoto. Questa messa in scena e questa straordinaria descrizione mostrano la capacità della parola di dare nome all'aereo nulla. La visione evocata dalle parole di Edgar inganna il padre ma gli salva la vita. È una simulazione positiva, uno dei momenti più commoventi in cui Shakespeare indica la funzione terapeutica dell’arte del mentire che sembra rimandare proprio all'arte del teatro. Anche in Macbeth del 1606 la natura è apocalittica. Il re scozzese del Medioevo Macbeth uccide nel sonno il virtuoso re Duncan per sostituirlo. Tuttavia il protagonista non è maligno e l'azione viene commessa a causa di un'ambizione smisurata e dà origine ad una tempesta emotiva che si dipana dalla sua coscienza. L'interno e l'esterno diventano un unico luogo abitato da terrificanti visioni e la natura si popola di streghe, fenomeni naturali e fantasmi, tutti presenti nella coscienza colpevole di Macbeth. Il dramma è violento e sanguinario, rapidissimo e caratterizzato da una minacciosa oscurità che serve a coprire il senso di colpa. Luci come i lampi della tempesta o il luccichio del pugnale nella famosa scena dell'assassinio vogliono indicare una condizione nervosa e paranoica nella coscienza di Macbeth. L'assassinio dà vita ad una catena di delitti che invece di far sparire la paura di Macbeth ne aumentano il volume. Il mondo di Macbeth diventa allora un'insensata allucinazione che lo travolge e lo elimina. 3. IL PRIMO SEICENTO L'ascesa al trono di Giacomo I Stuart nel 1601 comportò l'unione di Scozia ed Inghilterra. Giacomo era figlio della cattolica Maria decapitata nel 1587 e suo successore nel regno di Scozia con il titolo di Giacomo VI. Giacomo si fece incoronare nel 1603 come re della Gran Bretagna ma l'unità del Regno rimase una pura dichiarazione. Il re non ottenne lo stesso consenso di Elisabetta. Fu collerico e paranoico tanto da convincersi di essere perseguitato dalle streghe. Nella tragedia Macbeth le streghe ci sono proprio perché Shakespeare ambientò il dramma in Scozia per omaggiare il nuovo monarca. Era un uomo di cultura e rese la sua corte un centro di sfarzose cerimonie per celebrare il suo potere. Celebri sono i masques, spettacoli sontuosi che richiedevano la collaborazione di ingegneri, architetti e scrittori. Le scenografie erano fantastiche e ingegnose, guidate da macchine che producevano effetti speciali. Gli attori erano gli stessi nobili della corte. Sono intrattenimenti costosi ed effimeri e per far fronte alle spese vennero imposte impopolari tasse e si vendettero titoli nobiliari. Questa corte appare troppo dispendiosa e troppo corrotta in confronto alla corte sobria di Elisabetta. Si chiudeva su se stessa e in Inghilterra si creò una frattura insanabile tra l'élite aristocratica e la società civile. Crebbe così quel sentimento anti-monarchico di cui i puritani furono portavoce e che portò alla decapitazione del figlio di Giacomo, Carlo I. Ben Jonson Ben Johnson (1572-1637) fu il primo poeta e drammaturgo inglese a curare e pubblicare le proprie opere in un volume dal titolo Le opere di Benjamin Jonson, del 1616. Difese la dignità e la serietà della professione del poeta ed era dotato di un’opinione elevatissima di se stesso. Era un'autorità letteraria poiché giudicava tutti gli autori del suo tempo, minori e maggiori. Aveva studiato i classici e cominciò a lavorare a teatro negli anni ‘90. Fu amico di Shakespeare, che compare come attore nella sua prima commedia Ogni uomo nel suo umore, del 1598. Fu anche amico di John Donne, Francesco bacone, diplomatici e aristocratici. Fu uno degli scrittori più versatili e prolifici del suo tempo. Scrisse elegie, epitaffi, epigrammi, odi, tributi agli amici (Shakespeare e Donne), commedie e tragedie. Nel prologo alla seconda edizione di ogni uomo nel suo umore del 1616 il drammaturgo ricorda che la sua commedia non farà appello all'immaginazione dello spettatore ma rappresenterà i fatti e la lingua che gli uomini usano e giocherà con le follie umane. Per rappresentare le follie umane Jonson utilizza la teoria degli umori secondo la quale ogni uomo è l’insieme equilibrato di quattro umori: la flemma, la malinconia, la collera e la sanguignità. I personaggi di Jonson sono determinati da un solo umore e ne sono schiavi. Il dramma L'alchimista del 1610 si svolge interamente in una casa di Londra dove Subtle (sottile) e Face fingono di essere alchimisti capaci di trasformare il metallo in oro. L’alchimia viene ridotta a scienza dei miracoli e i due ingannano chi vuole farsi ingannare. L’oro è centrale anche nel capolavoro Volpone del 1606. Il prologo dedicato all’oro è uno dei più celebri incipit della drammaturgia elisabettiana. Il furbo Volpone accumula oro e si finge malato per attirare i doni dei cacciatori di eredità che sperano di diventare eredi della sua ricchezza. Ma Volpone sarà scoperto e si ammalerà per davvero in prigione. I personaggi delle commedie di Jonson sono gli imbroglioni e gli imbrogliati. Gli imbrogliati sono vittime di una finzione a cui vogliono credere e vittime della loro mania. Il teatro di Jonson non indaga la psicologia di personaggi tragici o in cerca d'amore, né il male e il bene, ma partendo da uno scetticismo sulla natura umana studia l'eccentricità, gli eccessi, le stravaganze e le manie della società urbana della Londra contemporanea. I personaggi sono incapaci di integrarsi e di comunicare e rappresentano la parte incivile della civiltà urbana, il contrario del modello di equilibrio proposto dagli umanisti europei che Johnson conosceva e ammirava. Jonson fu chiamato da Giacomo I per scrivere i testi dei più bei masques del ‘600. Pagato e apprezzato per il suo talento artistico, Jonson sfruttò la sua erudizione classica e il suo gusto per l'armonia. Le convenzioni dei masques erano rigidissime: danza, musica e scenografia si dovevano intrecciare in un racconto allegorico recitato da masquers, attori professionisti che alla fine uscivano dagli scenari costruiti per invitare a danzare i membri della corte, abbattendo ogni barriera tra pubblico e attori. Jonson fece di queste convenzioni una nuova forma d'arte introducendo l'anti-masque. Esso apriva lo spettacolo rappresentando il male e il disordine, che rimaneva sulla scena finché apparivano le forze della virtù (i nobili stessi). Si ristabiliva l'ordine e l'armonia. Lo scontro tra bene e male non è drammatico perché il bene appare e il male scompare. Il masque escludeva quella misera società cittadina che Jonson detestava. Jonson scrisse quasi 30 masque, molti in collaborazione con Inigo Jones, l'architetto più geniale dell'epoca. La collaborazione cessò nel 1620. Insieme crearono Il masque delle regine nel 1609. La corte e il suo specchio, il masque, si riconciliano sotto Johnson che è il vero eroe del masque, colui che produce per la corte l'immagine di come essa dovrebbe essere: magnifica e classica. Il teatro giacomiano All'inizio del secolo il teatro cambia. Oltre ai teatri pubblici all'aperto nascono i teatri privati, chiusi e piccoli. contenevano un numero ridotto di spettatori che potevano sedersi tutti pagando un biglietto dal prezzo più alto. Il pubblico di questi teatri era costituito principalmente da ricchi cittadini e nobili. Teatro privato si differenza quindi da quello pubblico. I più famosi teatri privati sono il Blackfriars e il Phoenix, che non erano illuminati dalla luce naturale ma dalle candele. Questo è il teatro giacomiano, spesso definito teatro del secondo periodo poiché inizia nel 1613, l'anno in cui Shakespeare abbandona la scena. Le ultime opere di Shakespeare risentono dell'influenza di questo teatro. Il teatro elisabettiano è pubblico e aperto a tutte le categorie sociali mentre il teatro giacomiano è privato sia in senso figurato che letterale: è frequentato da un'élite e possiede una struttura chiusa. Questo teatro preferisce trame elaborate e raffinate per assecondare il gusto dell'aristocrazia, spesso dotate di una sottotrama (plot e sub plot). I drammi sono generalmente macabri e sanguinosi e si rifanno alle tragedie di Seneca. Nel teatro giacomiano è presente anche la musica di sottofondo (nel teatro elisabettiano un personaggio suona). Tipico di questo teatro è il dumbshow, spettacolo muto in cui gli attori mimano una scena senza parlare. In riferimento al teatro giacomiano si parla di un periodo di decadenza perché: % y La drammaturgia vuole creare Il teatro possiede un pessimismo di fondo e rinuncia al un effetto sconvolgente ma suo compito di ristabilire l'ordine. Il drammaturgo deve non comunica niente e il mandare un messaggio e stabilire un ordine e il teatro ha drammaturgo sembra voler far una funzione catartica. Nelle tragedie di Shakespeare piangere gli spettatori a tutti i esiste un finale che prospetta un mondo nuovo. Tutto ciò costi non c’è nel teatro giacomiano Il cambiamento nella struttura fisica e nel pubblico del teatro comporta un cambiamento nei drammi stessi. Nacque il nuovo genere della tragicommedia, in cui la morte non viene rappresentata “il che è sufficiente per non farne una tragedia, ma tuttavia la sfiora, il che è sufficiente per non farne una commedia” (Fletcher). Non è una tragedia, non è una commedia ma è un insieme delle loro parti più significative. Persone comuni, non illustri personaggi, vivono tribolazioni, pericoli e sofferenze ma giungono ad un lieto fine. Il genere della tragicommedia fu importato dall'Italia dove Giambattista Guarini fu autore della prima tragicommedia europea, Il Pastor fido, e la diffondeva poiché la considerava la forma teatrale più adatta al pubblico delle corti italiane. Philaster del 1609 e King and No King del 1611 sono due tragicommedie scritte da John Fletcher (1579-1625) e Beaumont che ebbero successo presso la corte di Giacomo I. I due scrissero anche una tragedia, La tragedia della fanciulla del 1610, con una trama molto intricata che comprende episodi di noti romanzi pastorali ed elementi della tragedia di vendetta giacomiana. È ricca di pathos e di colpi scena. La duchessa di Amalfi: È considerata il capolavoro delle tragedie giacomiane. Riprende un episodio effettivamente accaduto ad Ancona e narra la storia del matrimonio segreto della duchessa con il suo maggiordomo Antonio e dell'ira che suscita nei due fratelli. La trama contrappone l'appassionata eroina e la natura maligna dei due fratelli Ferdinando e il Cardinale, rappresentanti di un'aristocrazia malata. Nelle opere di Shakespeare ogni eroe compie un errore tragico che innesca delle conseguenze. Qui nessun errore tragico giustifica ciò che accade alla protagonista. L'unica colpa della duchessa è aver sposato segretamente ma legittimamente Antonio. I suoi fratelli il duca Ferdinando e il Cardinale sono ossessionati da lei e controllano la sua vita. Sospettando che la duchessa nasconda qualcosa ingaggiano un mercenario, Bosola, che guadagna la fiducia della duchessa, scopre il suo segreto e lo riferisce ai suoi fratelli. Inizia la persecuzione: Ferdinando la fa isolare nel palazzo di Amalfi dove viene torturata fisicamente e psicologicamente. Bosola, in una conversione quasi miracolosa forse derivante dall'aver conosciuto la duchessa e la sua innocenza, decide di salvare Antonio invece di ucciderlo ma lo uccide per sbaglio. Nel mondo di Webster non c'è spazio per l'ottimismo e tutto si trasforma in morte. Laddove qualcosa può cambiare il corso degli eventi subentra il fallimento. I fratello vogliono far smarrire la ragione della duchessa ma a perderla sarà Ferdinando. La duchessa muore e la sua storia travagliata esalta la sua eroicità. Alla fine c’è una carneficina finale dei malvagi persecutori, conseguenza dell'ingiustificata persecuzione della virtù. Intorno alla duchessa ruota l'amore di tre uomini: e Antonio, insignificante e passivo. è un personaggio immobile e che non riesce a cambiare il corso degli eventi arrivo arrivo grazieNon è lui a proporre il matrimonio ma la duchessa. La coppia ha tre figli; ® Ferdinando, fratello incestuoso e ossessionato dalla sorella; e Bosola, personaggio di basso livello sociale che viene scelto dai fratelli per spiare la duchessa. È cinico, utilizza espressioni disgustose e parole che si riferiscono alla stregoneria. Quando Bosola tradisce la duchessa cade in un amore che è un misto di ammirazione e di invidia per il nobile animo della donna. Il teatro carolino è molto simile a quello giacomiano. Durante il periodo carolino (1625-1649) si afferma il drammaturgo John Ford (1586-1639), le cui tragedie presentano un mondo meno scabroso di quello precedente e di Webster. Il cuore infranto del 1633 è ambientato a Sparta dove i due protagonisti Orgilus e Penthea vivono la loro storia amorosa seguendo i valori del contenimento della passione e del controllo dei desideri. Il valore dell'onore è centrale e per questo i personaggi hanno un comportamento solenne e coraggioso. Il capolavoro di Ford è Peccato che sia una puttana del 1633 e narra la storia di una passione fatale tra i fratelli Giovanni e Annabella, che sono consapevoli della scabrosità del loro amore ma non vi rinunciano. L'incesto non era una novità per il teatro giacomiano ma non era mai stato l'argomento centrale della tragedia. Il loro amore non vuole sfidare l'ordine sociale né ricercare un'esperienza proibita: Ford ci mostra l'aspetto più profondo e fragile delle due anime che vivono in un mondo costantemente confuso. Annabella e Giovanni si giurano amore eterno e quando Annabella dovrà sposare Soranzio Giovanni sarà costretto e lei come un'eroina romana subirà la morte. La scena finale è sanguinolenta e raccapricciante poiché Giovanni appare al banchetto nuziale con il cuore di Annabella sul pugnale. Segue una carneficina finale. Il gusto per il macabro e per il sanguinario prevale nel teatro fino al 1642, quando i teatri vengono chiusi dai puritani per 18 anni. Nel 1649 i puritani decapitano legittimamente il re Carlo. In realtà non erano solo i puritani a pensare che i temi scabrosi della tragedia non dovessero essere più rappresentati. Anche il governo riconosceva che i teatri erano in competizione con la chiesa e con l'ideologia e la politica dello Stato. Ecco perché i teatri vengono chiusi. I poeti metafisici Non esiste un gruppo di poeti che condividono consapevolmente lo stile metafisico. La definizione di poeti metafisici fu coniata da John Dryden a fine ‘600 con intento dispregiativo (il suo riferimento è l’ideale classicista) per indicare un gruppo di poeti il cui più grande esponente è John Donne. La critica oggi ha rivalutato tutte le caratteristiche stilistiche per le quali la poesia metafisica fu tenuta ai margini della letteratura inglese per molto tempo. Tra queste caratteristiche ricordiamo: 1) Utilizzo del wit, spirito o arguzia; 2) Acutezza e paradosso intellettuale; 3) L'uso del conceit, il concetto, dentro il quale viene articolata la logica di un argomento; 4) Utilizzo di immagini recuperate dalle scienze, dall'astronomia alla medicina; 5) Carattere colloquiale del poeta quando si rivolge al lettore e all'amata; 6) Tentativo di rendere sensuale un concetto intellettuale. Per quanto riguarda i temi la poesia metafisica intreccia il discorso amoroso con la liturgia anglicana, cattolica o protestante. Spesso l'amore per la donna e l'amore per Dio vengono espressi con lo stesso linguaggio. Il poeta metafisico è l'opposto del poeta filosofo: non è al servizio del lettore, non semplifica concetti complessi ma vuole trasformare un concetto comune in un concetto insolito, sensazionale, per dimostrare la sua arguzia e la sua inventiva. Il poeta metafisico scrive per una cerchia ristretta, gli understanders, coloro che comprendono il suo linguaggio fatto di metafore, parole particolari e insolite. John Donne Tohn Donne (1572-1631) nacque in una prospera famiglia cattolica ma fu costretto a convertirsi alla religione protestante. Nel 1621 divenne decano della cattedrale di St Paul a Londra e uno dei più popolari predicatori del tempo. Trascorse una giovinezza mondana, avida di piacere e di avanzamento sociale. La sua poesia circola nella cerchia ristretta degli understanders, giovani che aspirano ad un'alta carica proprio come lui. Inizia la sua formazione studiando legge ed è protetto da un aristocratico. Nel 1601 sposa in segreto sua figlia minorenne e perde la sua protezione, viene incarcerato e dopo vive in povertà. Dopo la sua conversione religiosa nel 1621 rinnegò questo periodo libertino. Durante i primi anni di attività scrive la raccolta di liriche amorose Canzoni e sonetti, risalente agli anni ‘90 del 500, nella piena moda sonettistica. Donne, come Shakespeare, non segue il modello petrarchesco dell'amore cortese ma descrive la stravaganza, una sensualità che si avvicina all'osceno e il cinismo. Donne non segue nella sua raccolta un percorso narrativo come aveva fatto Shakespeare e non si rivolge ad un'unica donna. L'io del poeta si frantuma in mille variazioni della sua psiche. Per descrivere il corpo della donna utilizza spesso immagini insolite come una mappa, un paesaggio, un continente. Non vuole descrivere la bellezza della dama ma la passione dell’esperienza amorosa. La donna infatti è descritta nel suo corpo ma non è mai immaginabile perché possiede una fisicità ma non un'identità (nei sonetti di Sydney e dispenser la donna si può immaginare). Probabilmente il poeta vuole mostrare la sua capacità nel saper trattare il tema dell'amore in maniera originale e senza avere in mente una particolare donna. A volte il poeta sembra misogino perché afferma che una donna bella e onesta non esiste, la considera vittima del suo piacere e vede il suo corpo come una mappa da esplorare (passività e carnalità). Alcune poesie presentano un erotismo quasi volgare. L'intero universo si riduce al letto degli amanti. In The Sun rising il poeta si rivolge al sole che attraversa la finestra ed entra nel letto dei due amanti svegliandoli e ricordando loro gli obblighi sociali. Il sole è disobbediente perché invade la privacy e perché non rispetta le vecchie leggi del moto tolemaico. Il poeta gli comanda di regolare il tempo e di illuminare lo spazio della gente comune o della corte. L'universo degli amanti è dunque separato dal resto del mondo degradato ma è aperto al lettore. Il poeta può rivolgersi a lui comandandolo oppure può chiedergli di fermarsi ed ascoltare le sue speculazioni sull'amore. A volte il lettore è nella stanza o addirittura nel letto del poeta. Nella produzione di Donne sono presenti tutte le caratteristiche della poesia metafisica come le metafore assurde, i paradossi e l'intellettualismo (ogni opera propone un ragionamento con immagini concrete e reali). Il filo rosso che collega tutte le opere di Donne e che collega la produzione libertina a quella religiosa è il rapporto corpo-anima. Questo rapporto si manifesta nei temi della morte e della resurrezione. Ricevette su commissione due elegie funerarie conosciute come Anniversari (1611) per commemorare Elizabeth Drury, giovanissima aristocratica morta nel 1610. Il poeta sfrutta l'occasione per speculare sulla disgregazione del mondo, sul destino del corpo e dell'anima dopo la morte. Il vecchio universo viene messo in dubbio proprio nel 1610, data del Sidereus Nuncius di Galileo. Si conferma che è la terra a muoversi e il vecchio universo diventa un insieme di parti separate e prive di senso. Molti poeti e filosofi furono entusiasti della scoperta ma Donne enfatizza la scomparsa delle vecchie certezze dell'universo cristiano, tra cui la vita dopo la morte. I Sonetti sacri, composti nel 1609 ma pubblicati postumi, segnano l'abbandono della lirica amorosa e il passaggio alla poesia religiosa. Anche negli Holy Sonnets è presente il tema della morte e della distruzione della materia. Il tema principale della raccolta è il rapporto tra il cristiano indegno e un Dio irraggiungibile nella sua giustezza e severità ma il poeta utilizza tutti gli elementi tipici della poesia amorosa. La relazione con l'amata ha l’assolutezza di una religione e la religione ha tutte le caratteristiche di una relazione erotica. I temi della morte, della resurrezione, della paura del giudizio finale e della dannazione eterna sono presenti anche nei 160 sermoni che il poeta pronunciò come predicatore. Anche nei sermoni ci sono metafore che hanno lo scopo di colpire le emozioni del pubblico. Il più celebre è Duello con la Morte, che Donne lesse di fronte al re Carlo I La carriera poetica di Milton non può essere separata dal suo impegno civile e politico e dalla sua battaglia anti-monarchica. È un poeta ambizioso e che sovverte le regole dei generi letterari che sono espressione dell'aristocrazia, classe sociale da lui attaccata. Aveva un'idea di sé molto elevata, Milton cominciò come Virgilio con un componimento pastorale, Lycidas del 1637. Nel componimento viene trattato il tema ripreso dal poeta greco Teocrito del lamento di Tirsi per la morte prematura di Licida in un naufragio. Milton prende spunto dalla scomparsa dell'amico Edward King morto annegato in quell’anno e che viene quindi associato a Licida. Medita così sulla vanità di ogni attività umana che non ha fondamenta spirituali. All'interno del componimento mescola miti pagani e tradizione cristiana, come accade in tutta la sua produzione. In Lycidas ci sono santi e divinità greche latine. È presente un'invettiva contro la corruzione del clero. Il poeta pastore comprende la tradizione pagana e quella cristiana e si presenta come guida intellettuale dei lettori. Deve istruirli moralmente e guidarli verso la salvezza eterna. Così Milton proclama di essere un intellettuale impegnato che deve formare i valori morali della nazione inglese. Se il suo predecessore Spenser afferma di voler forgiare un gentiluomo, Milton vuole diffondere i valori opposti a quelli dell'aristocrazia. Quando realizza il masque, il più aristocratico dei generi, lo stravolge rendendolo uno strumento per distruggere la gloria e la grandezza dell'aristocrazia/monarchia che invece il componimento tradizionalmente celebra. Comus fu scritto per celebrare il casato degli Egerton. Le virtù vengono effettivamente esaltate ma la vicenda ruota intorno al tentativo di Comus, incarnazione della dissolutezza dei sensi, di sedurre una giovane lady. Comus ha un'abilità retorica irresistibile ed è l'allegoria dei valori della corte. È un cattivo affascinante e perverso. La Lady resiste alla tentazione con una retorica che è invece protestante, fondata sui principi della castità e della perseveranza. Si libera dal pericolo di Comus solo attraverso l'acqua della ninfa Sabrina, che corrisponde alla grazia divina. Tipico di Milton è contrapporre la vita pagana e terrena a quella cristiana e spirituale. Lo scontro tra ideali cortesi e puritani è presente anche nelle due liriche giovanili L'Allegro e Il Penseroso del 1631. L’allegro è capace di godere della natura e delle attività umane mentre il penseroso sceglie di isolarsi dal mondo per seguire la vocazione profetica della sua poesia. La scelta del penseroso è la migliore perché permette un contatto con il divino. Si contrappongono ancora una volta un'esistenza pagana e un’esistenza cristiana. PARADISE LOST Paradise Lost viene dettato dall'autore cieco alla figlia tra il 1658 e il 1663 e pubblicato nel 1667. Milton aveva già pensato al poema eroico nel 1638 ma lo scrive dopo la restaurazione della monarchia. Il paradiso perduto è un poema epico cristiano che narra la vicenda della perdita della felicità originaria. La materia del poema è tratta dalla Bibbia. Si tratta dunque di una sconfitta, della tragedia di tutta l'umanità cristiana. Paradise Lost riprende due elementi della tragedia: il blank verse e il tema della vendetta in Satana. Il poema conserva due elementi formali dell'epica: la divisione in 12 libri e l'inizio in medias res. Il primo libro si apre nella dimora infernale di Satana e degli altri angeli scaraventati nell’inferno. Solo dopo viene narrata retrospettivamente la ribellione degli angeli cattivi, la creazione del mondo e dei primi esseri umani e la creazione di Eva. Esiste una mescolanza di geografia della Bibbia e geografia astronomica. Nel poema avviene una battaglia tra angeli malvagi e angeli buoni che riprende un topos tradizionale del poema eroico ma che è senza precedenti. Il protagonista della battaglia è Satana. È l'eroe epico perché è eccezionale, fiducioso in se stesso, coraggioso, con grandezza d'animo e senso dell'onore. È il personaggio più importante del poema e i romantici lo considerano il vero eroe. Ma in realtà Milton forgia la sua figura sulle virtù dell'eroe epico-aristocratico per presentarle in maniera negativa. Il poema è Anti-aristocratico perché le virtù dell’aristocrazia diventano vizi quando sono impersonate da Satana. In Satana ci sono le caratteristiche aristocratiche contro cui si scaglia Milton (orgoglio, dignità, capacità manipolatoria 3 disprezzate dai puritani). L'orgoglio, virtù dell’aristocratico, diventa il vizio più importante di Satana. Nei primi tre libri viene rappresentato un cosmo illimitato, confuso e caotico in cui si aggira Satana in volo. Dopo viene descritto il paradiso terrestre di Adamo ed Eva, occupati a curare il giardino che produce una minacciosa abbondanza. I due svolgono insieme il lavoro di giardinaggio e viene esaltato un amore fatto di pazienza, mitezza e amicizia, senza libidine o gelosia. Prima della caduta nell’Eden non ci sono desideri amorosi e il controllo che Adamo ed Eva hanno sulla natura è una metafora del controllo della ragione e degli eccessi dell'io. Invidioso, Satana tenta Eva e la donna cade. L’amore della coppia diventa carnale. La relazione è danneggiata dalla lussuria ma anche dalla rabbia, dall’odio, dalla sfiducia. Vengono cacciati dal Paradiso. Quando smetteranno di accusarsi e si assumeranno le responsabilità della caduta, Adamo ed Eva potranno riconquistare un paradiso interiore attraverso la virtù, la pazienza e la temperanza. Nel poema sono presenti alcuni aspetti teologici e filosofici: e Milton vuole giustificare le azioni di Dio verso gli uomini. È la teodicea, un discorso che dimostra l'origine buona e divina di qualcosa che sembra negativo; e È presente una riflessione sul libero arbitrio; e La colpa di Adamo ed Eva è definita felix culpa. Secondo Milton la loro colpa è fortunata perché non ha portato alla dannazione ma alla venuta di Cristo sulla terra e alla resurrezione per gli uomini. In Paradise Regained Milton racconta la venuta del Cristo come un rifacimento rispetto a ciò che è successo nel Paradise Lost. Cristo resiste alla tentazione e rimuove la colpa. Sansone agonista è una tragedia del 1671. Narra la storia tratta dall’Antico testamento di Sansone accecato da Dalila che schiavo dei filistei riscatta la sua umiliazione e quella del popolo di Israele con il suo sacrificio. Il Sansone cieco e bandito dalla comunità ha portato la critica a pensare che la tragedia fosse stata composta nel periodo della proscrizione e cecità di Milton. Questa tragedia adatta la forma della tragedia greca ad un argomento biblico fondendo ancora una volta tradizione pagana e cristiana. La morte di Sansone è presentata come il trionfo del disegno divino che viene lentamente riconosciuto e accettato dall'eroe. La tragedia Questa è un'epoca di rivalutazione dei criteri classici di moderazione, chiarezza ed eleganza e la tragedia elisabettiana e quella giacomiana, ricca di metafore e intrighi, non sono più accettate. Adesso il modello è Pierre Corneille, il grande tragediografo francese. Il teatro segue le regole del buon senso e del buon gusto, l'equilibrio, il decoro e la compostezza tipici della tradizione classica. Il protagonista della tragedia non è più l'eroe tragico appassionato e violento ma è un uomo galante e moderato. I temi ricorrenti sono il conflitto tra amore e onore, tra coscienza e obbedienza, tra pubblico e privato e le ambientazioni sono esotiche e orientaleggianti, secondo il gusto dell'epoca. Il finale non è per forza negativo perché la tragicità consiste nelle sofferenze patite dagli eroi seguite dal trionfo del bene. Quest'epoca riconosceva la grandezza di Shakespeare e alcune sue tragedie vennero riscritte con un lieto fine, come Romeo e Giulietta e Re Lear. Anche Dryden si cimentò nella tragedia scrivendo 5 tragedie eroiche. Tra queste c'è il suo capolavoro AII for love (Tutto per amore) del 1677. Si tratta di un rifacimento dell’ Antonio e Cleopatra. Usa il blank verse per imitare Shakespeare. Questa tragedia è irregolare in termini di spazio, tempo e retorica e Dryden la costringe alle regole neoclassiche di unità di tempo e di luogo. Viene eliminato tutto il contesto storico e Dryden si concentra sui due protagonisti, in particolare su Antonio. Antonio non è un eroe tragico: è moderato e con Cleopatra ha eleganti e composte conservazioni, fa spiegazioni e congetture sul loro rapporto, sull'amicizia e sulla fedeltà. Antonio è un gentiluomo innamorato, non un uomo scosso da tempestose passioni. Per alcuni critici questo cambiamento mostra che il 600 è un'epoca senza eroismo e sentimenti. I tragediografi inglesi riuscirono ad imitare poco la grandezza di Corneille. La commedia Il modello per la commedia è Moliere (commedia francese). Il teatro inglese, però, finisce solo per riprendere superficialmente gli aspetti più farseschi delle sue commedie senza un’elaborazione autonoma. Il genere che si afferma e che ha più successo è la London Comedy con le sue variazioni di comedy of manners e sex comedy. La London comedy ha come argomento e sfondo usi, costumi e personaggi della vita mondana londinese. Il protagonista della commedia è l’ero dotato di wit. Il wit è lo spirito, la brillantezza, l'arguzia. Dryden lo descrive come la capacità di trovare parole precise e corrette e la capacità di adattarle agli argomenti e ai concetti. Chi ha wit ha un'intelligenza acuta e un linguaggio sfolgorante, fatto di aforismi e giochi di parole con cui attacca i comportamenti di chi lo circonda. Nella Londra mondana e frivola chi usa meglio il wit vince. Spesso nelle commedie ci sono i wit duels, duelli di battute brillanti. L'arte si standardizza e il teatro della commedia diventa ripetitivo, sia nella costruzione della trama che nell'azione scenica. Le trame sono spesso basate su triangoli o quadrati amorosi e si concludono con un matrimonio privo di amore ma basato su interessi personali. Anche John Dryden mette in scena un quadrato amoroso utilizzando il wit: le coppie rinunciano al vero amore e si sposano per interesse personale. Nella sua commedia Marriage à la mode del 1671 si concentra sul rapporto tra passione come libertà e matrimonio come vincolo costrittivo. La riflessione sul matrimonio era legata al clima culturale del tempo: erano esaltate in chiave aristocratica la libertà dell'individuo e l'insofferenza alle convenzioni sociali. Il matrimonio era visto in modo molto critico dai commediografi della restaurazione. George Etherege George Etherege (1634-1691) è un gentiluomo e scrittore di commedie. Il suo capolavoro è L’uomo alla moda del 1676. Al centro della vicenda ci sono due personaggi tipici della commedia della restaurazione: il fop e il libertino. Il fop è un damerino che viene ridicolizzato e che è il capro espiatorio dell'ambiente sociale al quale appartiene. Imita ma non è, vorrebbe ma non può e nel suo sforzo di rispettare i codici e i comportamenti dell'alta società ne smaschera la natura ridicola. Il fop della commedia è il personaggio secondario sir Fopling Flutter che mette in luce il libertino. Il libertino è un uomo dissoluto e di carattere immorale, un personaggio che avrà un ruolo sempre più importante anche nel ‘700. È intelligente, cinico e galante, una minaccia per le giovani donne e generalmente si ravvede sposando una donna più intelligente di lui. Nella commedia di Etherege il libertino è il protagonista Dorimant. Vuole possedere tutte le donne che incontra e corteggia contemporaneamente Belinda e Harriet. Conquista Harriet e la chiede in moglie. Harriet è bella, intelligente e ricca e per conquistare Dorimant può contare solo sulla sua capacità di nascondere i suoi sentimenti e di smascherare quelli di lui. Per farlo usa un wit con il quale fronteggia quello di Dorimant. In questo duello è Harriet a vincere. Questa commedia è il primo grande capolavoro della comedy of manners, genere che ruota intorno alla satira dei costumi dell'alta società londinese. William Congreve Nel 1685 Carlo II muore e dopo il fratello Giacomo II fugge in Francia. Guglielmo d'Orange sale al trono e il teatro perde la protezione reale dal quale dipendeva (“I teatri non riuscivano più a far fronte ai loro impegni e gli spettatori gli abbandonavano”). Tuttavia in questo periodo si afferma uno dei più acclamati autori della comedy of manners. William Congreve (1670- 1729) è un degno erede di Etherege con la sua prima commedia Il vecchio scapolo del 1693. Giù in quest'opera mostra la sua abilità nel creare personaggi e dialoghi vividi. La satira dei costumi si fa più sferzante nel suo secondo successo The Double Dealer dello 1693. Il protagonista è il doppiogiochista Maskwell che elogia l'arte della dissimulazione che lui stesso incarna. Anche Congreve pone al centro di tutte le sue commedie il tema del matrimonio, dove vengono messi a confronto i desideri dell'individuo e la necessità delle regole sociali. Il tema è presente nel suo capolavoro Love for love del 1695. Il protagonista è Valentine, un libertino che si redime sposando la bella, ricca e intelligente Angelica. C'è nell'opera un elemento decisivo: il matrimonio non si può contrarre se non viene garantita la sicurezza economica. Il denaro quindi non è più legato al matrimonio d'interesse che ostacolava il vero amore ma al contrario, gli innamorati vogliono che il denaro faccia parte del contratto del matrimonio. Il denaro è ancora legato all'eredità e non al lavoro e per evitare che il padre lo diseredi Valentine inventa uno stratagemma. L'accordo tra amore e denaro era il segno che i tempi stavano cambiando. Il pubblico dei teatri non era più costituito solo dall’aristocrazia e dalla piccola nobiltà. Dopo la rivoluzione gloriosa del 1688 la borghesia, che l'aveva appoggiata, assunse un ruolo sempre più importante ma il teatro non rappresentava questo gruppo sociale ed era dunque poco apprezzato. Nel 1700 Congreve scrive Così va il mondo, il testo drammatico più bello di tutto il teatro della Restaurazione. La commedia narra della storia d'amore tra Mirabell e la bella Millamant. L'unico ostacolo al matrimonio è che l'eredità di Millamant viene messa in dubbio dalla sua zia Lady Wishfort e da suo genero, il libertino Fainall assieme alla sua amante. Testamenti e azioni legali impediscono la felicità della coppia ma l'intrigo viene sciolto da un altro documento legale. L’aspetto economico e contrattuale del matrimonio assume un grande rilievo: il matrimonio non è più organizzato dai genitori per motivi d’interesse ma è un contratto tra due individui che lo scelgono liberamente. I duelli verbali dei personaggi sono vivaci e il perfido libertino Fainall e la brillantissima Millamant sfoggiano il loro wit. Il loro linguaggio ci fa capire che appartengono tutti allo stesso gruppo sociale e allo stesso sistema di valori ma Fainall viene sconfitto affinché si possa avverare il matrimonio tra amore e denaro, che viene meglio accettato dalla borghesia rispetto ai valori tipici del teatro della Restaurazione in cui essa non riconosce i suoi valori. I viaggi di Gulliver sono anche una parodia del novel, in particolare dei travel books come Robinson Crusoe. Swift vuole rendere vera una storia falsa e incredibile e tramite la finzione mette in risalto i difetti dell'Inghilterra. Swift finge di ritrovare un manoscritto ritrovato e taglia delle parti perché le descrizioni del diario di Gulliver sono troppo dettagliate. Questa è una critica e una satira delle convenzioni del novel. Swift utilizza le tecniche del realismo formale per creare l'effetto dell'estraniamento: mostra la società, il mondo e le istituzioni del tempo come se il lettore le vedesse per la prima volta, facendogli percepire le contraddizioni del sistema. Quando Gulliver racconta il suo mondo al re dei giganti questo lo percepisce per quello che è dall’esterno: un orrore. Il re è dolce e onesto e preferirebbe perdere il trono anziché possedere le armi degli uomini. Gulliver pensa sia ottuso. La poesia In questo periodo c'è un rifiuto dell'ispirazione e dell'originalità poetica. Sembra che nessuno possa esprimersi meglio dei classici in tutti i campi dello scibile umano. Il letterato quindi non è più che creatore della realtà ma può solo essere suo interprete. Il poeta settecentesco teme l’oscuro e si affida ai lumi della ragione. Per esprimere le proprie razionali opinioni usa un linguaggio diverso da quello quotidiano. Nasce una forma artistica che per raggiungere chiarezza e semplicità usa un linguaggio sofisticato. La poesia resta quindi un genere aristocratico sebbene abbia una funzione didattica e descriva sentimenti universali. Alexander Pope (1688-1744) fu il primo poeta a vivere solo del suo lavoro di scrittore. La sua satira è personale, vendicativa, amara, caratterizzata dall'intolleranza per l'imperfezione umana. Pope era ottimista circa l'umanità ma detestava i singoli individui. La sua poesia riflette le convinzioni dell'epoca: è didascalica, elegante, di chiarezza neoclassica e utilizza il distico eroico che viene adattato a vari generi. Era convinto del ruolo educativo della poesia. Tratta dei sentimenti universali in cui ogni lettore si può riconoscere. La sua poesia razionale si allontana dalla psiche e dall’intimità: per lui la poesia è ciò che fu spesso pensato ma mai espresso così bene. Già dalle prime produzioni cerca di tradurre sentimenti di portata universale in immagini poetiche e si allena con il paesaggio in Pastorals (1709) e nel poemetto Windsor Forest (1713). Nel 1711 scrive Saggio sulla critica dove tratta delle qualità di un buon critico letterario e giunge all'idea della poesia come perfetta espressione formale di situazioni e sentimenti universali, descrizione che usa un linguaggio strutturato su cadenze classiche. Nel 1712 scrive Il riccio rapito, un poemetto in cui vengono rappresentate le futili vicende del mondo galante settecentesco. Trionfano la leggerezza e il capriccio e come in Swift c'è un gioco di prospettive: la grandezza del verso classico si oppone alla piccolezza dei valori dei salotti settecenteschi. Tra il 1715 e il 1720 traduce in distici eroici l'Iliade e raggiunge l'indipendenza economica. È il primo a vivere da questo momento in poi soltanto di scrittura. Uscì anche una traduzione dell'Odissea sotto il suo nome ma egli curò soltanto la revisione. Nel 1717 compose l'elegia Eloisa ad Abelardo ispirata alla passione dei due eroi, le cui lettere erano apparse da soli tre anni in inglese. Il poeta utilizza il distico eroico per esprimere la sensualità di un amore proibito e travagliato ed è proprio da questi versi che nascerà l'interesse per gli amanti tragici, destinato a diventare una vera e propria moda. La produzione matura di Pope è costituita da lavori didascalici e componimenti concepiti per i lettori che cercano un consiglio nella poesia. Tra il 1731 e il 1735 scrive i Saggi morali in cui tratta di argomenti di interesse universale. Nel 1730 pubblica Saggio sull’uomo, in cui discute con idee e concetti di vari filosofi l’idea della naturale bontà umana. Nei Saggi morali e nel Saggio sull'uomo la poesia è espositiva, semplice, chiara e non è pensata come un'esperienza fantastica ma è espressione di una coscienza razionale. Pope sarà per i romantici il contrario del vero poeta. La poesia settecentesca, ispirata da modelli classici, ricerca infatti un linguaggio elegante e raffinato ma con il risultato di creare formule stereotipate (la cosiddetta poetic diction) e sempre più distanti dalla lingua reale. Wordsworth e Coleridge sentirono ed espressero nelle Lyrical ballads la necessità di definire nuovi temi e un nuovo linguaggio poetico. Una nuova sensibilità A metà XVIII secolo ci fu una maggiore attenzione al processo poetico. Nella poesia che fino a quel momento era razionale viene introdotta la componente di suggestione. Si manifesta un nuovo atteggiamento nei confronti della natura, più malinconico e intimista. Con l’espressione age of sensibility si indica il periodo di cambiamenti culturali della seconda metà del ‘700 con la diffusione di malinconia, instabilità psicologica e inquietudine. La poetic diction si basava su una concezione aristocratica della poesia mentre la sensibility indica l'introduzione di elementi borghesi nella poesia del tempo. Il capolavoro di questa sensibilità malinconica è un'opera di Thomas Gray (1711-1771), colto latinista e esperto di antichità classiche e germaniche. La sua opera Elegia scritta in un cimitero di campagna del 1751 è diventata un modello per le generazioni future (Foscolo ne trasse ispirazione per i suoi Sepolcri). L'opera ha una dizione poetica ancora settecentesca ma mostra già l’attenzione per i più umili. È malinconica e preromantica poiché si passa dalla contemplazione della morte di chi è sepolto alla riflessione sulla propria morte (dall'esperienza universale privilegiata dai neoclassici > a quella individuale tipica dei romantici). Il trattato di Edmund Burke del 1757 Indagine filosofica sull'origine delle nostre idee del sublime e del bello ha determinato un nuovo atteggiamento poetico. Nell'opera si sostiene il primato del sublime sul bello e l'autore afferma che il piacere estetico non deriva dall'armonia, dalla chiarezza e dall'ordine razionale ma da tutto ciò che è in qualche modo terrificante, dall'irrazionale e dall'oscuro. Apparvero così raccolte di poesie medievali caratterizzate da paesaggi oscuri e meditazioni sulla morte, come i frammenti raccolti da James McPherson (1736-1796) e i suoi Canti di Ossian e le Reliques of Ancient English Poetry, ossia ballate, sonetti e altri componimenti del XV secolo raccolti dal vescovo Thomas Percy (1729-1811) > Voga delle traduzioni da poeti medievali, per lo più rifacimenti. L'importanza di queste opere sta nell’aver opposto alla poesia didascalica e descrittiva dei neoclassici una poesia suggestiva, fatta di emozioni e non didascalica. I tempi sono pronti per una riforma radicale del linguaggio poetico e si desidera un diverso rapporto con la poesia. Robert Burns (1759-1796) è un poeta contadino, figlio della natura e autodidatta. In realtà conosceva i poeti del suo tempo, la lingua francese, il latino e si rifà alla poesia settecentesca. Tuttavia si sente la necessità di una figura di poeta incolto, emotivo ed emozionale da contrapporre al poeta dell'età augustea, dotto e razionale. IL ROMANZO Nei primi decenni del XVIII secolo nasce il nuovo genere letterario del Novel. I » Racconto lungo in prosa; » Vicenda inventata ma realistica e verosimile; » Protagonista ordinario e appartenente alla middle class. Viene coniato il nuovo termine Novel per distinguere questo romanzo dal romance. Il Novel ha caratteristiche ordinarie e realistiche, il romance ha caratteristiche fantastiche, meravigliose, improbabili. Nel Novel la storia è inventata ma i caratteri, l'ambiente e le azioni sono realistici. L'abilità dello scrittore sta nel creare un universo in sé concluso: è lil massimo dell'illusione letteraria poiché il mondo del romanzo è un'imitazione del reale. Il Novel è il genere letterario della borghesia. La middle class inglese durante il ‘700 vive un'ascesa economica e desidera anche un'ascesa politica e sociale. La classe borghese non ha un sistema di valori consolidato né una tradizione come accade invece per l'aristocrazia. È un ceto nuovo e dunque decide di darsi: e Un'educazione: la rivista The Spectator prescrive i comportamenti della società borghese e cosa ai suoi membri devono fare, leggere, indossare; e Unaletteratura: il Novel rispecchia soltanto il ceto borghese. La domanda di narrativa aumentava con l'aumento del tempo libero ed erano soprattutto le donne a leggere: le signore della media e alta borghesia che erano meglio istruite e avevano più denaro delegavano tutto il lavoro domestico alla servitù e mentre i mariti frequentavano club o avevano i loro passatempi loro, lontane dal mondo della politica e degli affari, si dedicavano al piacere della lettura. Spesso anche le cameriere personali e i valletti erano attratti dalla lettura e diventavano frequentatori delle biblioteche circolanti. Le nuove classi di lettori volevano leggere storie nelle quali immedesimarsi, mondi nuovi ma reali. La nuova letteratura doveva stimolare l'immaginazione ma educare allo stesso tempo, soprattutto le donne a ricoprire al meglio il ruolo sociale di ladies. Per questo motivo i libri di viaggio e i manuali di comportamento ebbero un'enorme successo. I libri di viaggio trasportavano i lettori i mondi esotici e stimolavano la loro fantasia e il loro orgoglio per l'appartenenza a una nazione di esploratori e colonizzatori. Per educare la classe borghese la narrazione doveva presentare personaggi vicini ai lettori e doveva essere ambientata in una società riconoscibile. La borghesia chiedeva di rispecchiarsi nel piccolo mondo che leggeva. La classe borghese rincorre la verità nelle bugie dei romanzieri, si riconosce in un mondo fittizio, prende a modello personaggi inesistenti e si fa dare lezioni di vita ad autori di menzogne. Daniel Defoe Daniel Defoe (1660-1731) stabilisce una delle convenzioni del genere: l'illusione di realtà. Crea un universo totalmente inventato ma pieno di dettagli realistici, una riproduzione assoluta del vero. Era commerciante, politico, giornalista e spia e diventa scrittore all'età di 60 anni pubblicando il romanzo che viene considerato capostipite della narrativa realistico- borghese: Robinson Crusoe, del 1719, ispirato al naufragio di Alexander Selkirk. All'inizio del ‘700 i mecenati erano stati sostituiti dai booksellers (editori) che possedevano il monopolio dell'informazione e della stampa, controllavano i giornali e offrivano al pubblico quello che voleva comprare. Defoe scrive libri di viaggio e biografie di criminali proprio perché erano in voga. Robinson Crusoe è un prodotto di mercato scritto per bisogno di denaro (novità) e facente parte del sottogenere dei travel books. Robinson rappresenta il mercante inglese settecentesco che naviga in tutti i mari a caccia di nuovi affari. È un uomo economico e opportunista che crede a un Dio materialista. La prima parte è introduttiva e autobiografica: Robinson è un ragazzo della middle class che vuole viaggiare e fare esperienze, il padre gli consiglia di non fare lo stesso errore dei suoi fratelli ma in una locanda Robinson si ubriaca e viene convinto a salpare, una bufera lo costringe a tornare a casa, si ripromette di non partire mai più ma in realtà compie numerosi viaggi e durante un viaggio arriva nel Sud America dove diventa proprietario di piantagioni e assieme agli altri coloni decide di imbarcarsi per raggiungere l'Africa ed esportare gli schiavi. Naufraga e raggiunge un'isola dove resta per 28 anni. Sull'isola ricostruisce la realtà in cui ha sempre vissuto con grande attenzione alle piccolezze della quotidianità borghese e decide di scrivere un diario dove racconta il naufragio e la sua storia sull'isola in un'ottica produttiva. Robinson arriva sull'isola il 30 settembre del 1659 e dopo 9 mesi riceve una visione mentre ha la febbre e che gli ricorda di non essere mai stato un fedele. Robinson allora rafforza la sua fede e legge ogni giorno la Bibbia, l'unico libro che ha portato con sé. Quando incontra un indigeno lo rende suo schiavo, lo chiama Friday come il giorno in cui lo conosce e da lui si fa chiamare “master” (padrone). Crusoe è il prototipo del colonizzatore che obbliga il colonizzato ad abbandonare le sue credenze e la sua lingua per imparare l'inglese e credere nel Dio degli anglicani. Non gli insegna ad usare le armi affinché non si ribelli. Alla fine Robinson riesce a tornare a casa ma quando la figlia si sposa e la moglie muore riparte nuovamente. Il Robinson Crusoe sarà l'unico libro dato da Rousseau al suo Emilio ma l'educatore rimosse la parte iniziale e la parte finale che potevano essere di cattivo esempio. La narrazione è ricca di dettagli e liste di oggetti salvati al naufragio che servono a creare empatia tra autore e lettore poiché il lettore si immedesima nella storia riconoscendo gli oggetti quotidiani. Il romanziere scrive avendo in mente un pubblico ben preciso e cerca di conformare il suo lavoro alle sue aspettative (romanzo come prodotto di mercato). Nei romanzi successivi Defoe è sempre più attento alle esigenze dei suoi lettori. Sfrutta il sottogenere delle biografie criminali scrivendo Moll Flanders nel 1722 e Lady Roxana nel 1725. Moll è una ladra e Roxana è una prostituta. C'è una forte attenzione ai dettagli sociali e grazie a questi i lettori si riconoscono nel mondo in cui vivono i protagonisti. Non si identificano nelle loro trasgressioni ma comprendono le loro motivazioni. Defoe vuole convincere il suo pubblico che i fatti narrati sono reali e per questo utilizza particolari della realtà criminale derivanti dalla sua esperienza giornalistica: Moll Flanders è un'opera capace di informare sulle attività criminali del tempo. Moll e Roxana sono eroine opportuniste e materialiste, orgogliose delle loro malefatte. Il loro ravvedimenti non sono reali ma fanno riferimento alla provvidenza di comodo a cui già si affidava Robinson. Se il pentimento, anche tardivo, garantisce perdono allora tanto vale fingere e salvarsi da un'eternità di pentimenti. Gli insegnamenti morali delle protagoniste riflettono l'ideologia borghese dell'autore e il suo rapporto con la religione. Samuel Richardson La prima opera di Samuel Richardson (1689-1761) è Pamela o la virtù ricompensata del 1740. Pamela ha un comportamento retto che le permette di raggiungere il successo. È una giovane domestica che si sposa con il proprio padrone che prima viene descritto come un molestatore e poi come un marito desiderabile e un padre esemplare una volta che Pamela è diventata una ricca moglie borghese. Si tratta di un romanzo epistolare che viene realizzato dall'autore partendo da una “lettera di un padre alla figlia domestica alla notizia che il padrone ha attentato alla sua virtù”. Richardson compone un'intera narrazione epistolare con gli scambi di lettere tra la fanciulla in difficoltà e il genitore. Henry Fielding inizia la sua carriera narrativa con la parodia di Pamela Shamela che narra la storia di una prostituta che si finge pura per approfittare di un ingenuo signorotto. Il lettore del tempo avvertiva già l'ipocrisia di Pamela ma il romanzo ebbe un'enorme successo. È un romanzo puritano in cui alla fine la fanciulla baratta la propria virtù in cambio di una sistemazione economica. Un'altra causa del successo di Pamela fu una massiccia presenza nel pubblico dei lettori delle giovani cameriere ambiziose. La storia della domestica che sposa un gentiluomo è improbabile ed è estremamente moderna. Era una metafora del desiderio delle classi meno abbienti di entrare a far parte del mondo borghese. Le origini del romanzo occidentale partono da tre individui che sono soli: un naufrago, una domestica e un trovatello che desiderano integrarsi nella società. I due eroi maschi entrano nel mondo borghese esaltando la propria individualità mentre l'eroina per entrare nella società deve barattare la realizzazione di se stessa con il benessere economico. Pamela fu il primo romanzo ad apparire in America e venne stampato da Benjamin Franklin nel 1744. Il romanzo successivo Clarissa (1747-1748) è considerato il capolavoro di Richardson per via della finezza dell'analisi psicologica e per le dettagliate ricostruzioni della vita sociale del tempo. È il romanzo più lungo della letteratura inglese. In questo romanzo Richardson affina le sue abilità narrative e sfrutta al massimo la narrazione epistolare utilizzando lo scambio di lettere tra più corrispondenti che gli permette di esaminare uno stesso episodio da più punti di vista. La trama narra di una ragazza dell'alta borghesia che subisce le molestie di un seduttore. Il romanzo ha intento morale e vuole mettere in guardia le giovani. La vicenda di Clarissa non ha un lieto fine perché dopo una serie di vicende sgradevoli (segregazione nella casa paterna, stupro, rifiuto del matrimonio riparatore e abbandono della famiglia) Clarissa muore di dolore mentre il suo amante Lovelace muore in un duello. Clarissa presenta i tratti delle eroine dei romanzi gotici, perseguitate da un individuo losco in situazioni inquietanti e rischiose. Il terzo romanzo Sir Charles Grandison (1753-1754) non ebbe successo poiché narra le avventure di un uomo retto ma la sua bontà appare noiosa. Henry Fielding Henry Fielding (1707-1754) era stato un commediografo (sarà poi avvocato) e per questo introduce una serie di novità nel romanzo. Dà alla narrativa il senso del ritmo e del dialogo teatrale e sa che il successo del romanzo deriva dalla capacità di tenere viva l'attenzione del pubblico, di stupirlo e di farlo divertire. Ciò che diverte il pubblico è scoprire i vizi celati dietro l'apparenza virtuosa e per questo i primi lavori nascono in risposta al moralismo di Richardson. Dopo un anno dalla pubblicazione di Pamela, Fielding smonta il suo intento morale con l'opera Un'apologia per la vita di Mrs Shamela Andrews del 1741. Protagonista dell'opera successiva è il fratello di Pamela, il casto Joseph. Joseph Andrews è del 1742 e narra la storia di Joseph come valletto presso una ricca famiglia londinese che per sfuggire ai desideri della lussuriosa padrona lady Booby parte per un lungo viaggio attraverso l'Inghilterra accompagnato dal curato Parson Adams. Il romanzo si rifà apertamente a Cervantes e Joseph e Parson Adams ripropongono la coppia Don Chisciotte e Sancio Panza. Le loro avventure sono però una rivisitazione eroi-comica dell'epica e in parte si allontanano dal modello picaresco. In Inghilterra il romanzo picaresco non ha come protagonista un furfante astuto e nullafacente come il picaro spagnolo ma coincide con il racconto di un viaggio senza meta, di vagabondaggi e avventure sulla strada. Nell'opera Fielding utilizza numerosi spazi per sviluppare la trama. L'opera Joseph Andrews introduce nella narrativa inglese degli elementi originali. Il capolavoro di Fielding è Tom Jones del 1749. Narra la storia di un trovatello che dopo avventure erotiche e picaresche si integra nella società borghese dopo un provvidenziale riconoscimento e il matrimonio con la giovane che ha amato sin dall'infanzia anche se infedelmente. L'opera è strutturata come una commedia classica perché il lieto fine arriva prima della catastrofe. I 18 libri sono raggruppati in gruppi di sei e formano i tre atti di una commedia classici. Sono introdotti da prefazioni critiche che riportano un commento morale, che il pubblico settecentesco ricercava sempre, e una giustificazione delle scelte tecniche, dei modi e dei tempi narrativi. Per Fielding il romanzo è epica comica în prosa: la componente epica viene ridotta ad una dimensione quotidiana dall'elemento comico e viene trasferita da un mondo eroico ad un mondo ordinario utilizzando la prosa e non il verso. Il nome Tom Jones è comune e rappresenta l’eroe ordinario, il suo viaggio non è altro che l'epopea della vita ordinaria in cui un individuo privo di particolari qualità si salva dalle insidie e dalle conseguenze del suo comportamento morale disinvolto grazie alla propria naturale bontà d'animo. Per Fielding la storia di Tom è una risposta alla morale di Richardson. La virtù che viene ricompensata non è la castità di Sophie, che per sottrarsi al matrimonio con Blifil mette in atto una fuga, ma la generosità di Tom che viene messa in contrasto all'opportunismo falsamente virtuoso del rivale Blifil. Nel mondo di Fielding, a differenza di quello di Richardson, l’eros non porta per forza alla rovina. In Clarissa viene descritta l'alta borghesia mentre nei viaggi di Tom vengono descritte le classi meno abbienti e il loro tentativo di tirare avanti. Sono figure di commedia molto più vivaci rispetto ai membri delle classi elevate (Allworthy, patrigno di Tom, ha un nome che lo rende un tipo teatrale e non un individuo dotato di umana personalità). La trama è organizzata in maniera eccellente e arriva al lieto fine. Nel romanzo Amelia del 1751, con cui Fielding conclude la carriera, la comicità è sostituita dal sentimento e da una vicenda tristissima e il racconto stesso è più convenzionale. Il romanzo gotico Nella seconda metà del ‘700 si sviluppa il romanzo gotico che mette in discussione le certezze del realismo borghese. Nasce dal sentimentalismo, dalla rivolta contro il razionalismo dell'illuminismo e dall'inquietudine generata dall'industrializzazione. Mentre i filosofi illuministi deridevano la fantasia, un gruppo di romanzieri inglesi e scozzesi rivendicava il primato dell'elemento soprannaturale e raccontava nelle proprie trame trasgressioni, fughe e violenza al posto della tranquillità borghese. Il primo romanzo gotico è Il castello di Otranto del 1764 scritto da Horace Walpole, figlio del primo ministro Robert Walpole. Ricordiamo anche i romanzi di Ann Radcliffe e Matthew Gregory Lewis. Il romanzo gotico della Radcliffe sarà alla base di tutte le narrazioni nere successive fino al pieno ‘800 che recuperano alcuni suoi elementi: il terrore che può generare il sublime, l'ambiguità dei conflitti interiori che sono senza soluzione e la sensibilità delle protagoniste. La figura principale del romanzo gotico è la vergine perseguitata, già presente nella Clarissa di Richardson. Nei romanzi di Walpole Radcliffe e Lewis delle giovani purissime devono fuggire da loschi seduttori. Non si scontrano con le insidie del mondo borghese del ‘700 ma le vicende sono ambientate in cupi castelli medievali o conventi. Le giovani sono minacciate, vivono la paura e l'angoscia e a volte anche lo stupro e il martirio. Le vicende sono quasi sempre ambientate nei paesi latini e sembrano distaccate dalla realtà socio-politica del tempo. Le ambientazioni italiane o spagnole come quelle delle vicende nei I misteri di Udolfo del 1794 della Radcliffe e Il monaco del 1796 di Lewis in realtà mostrano l'angoscia che si prova di fronte ad un mondo borghese in continua mutazione. Clarissa fuggiva dalla persecuzione cercando rifugio nella società del suo tempo, le eroine dei romanzi gotici si perdono in luoghi che non sono luoghi geografici ma luoghi di paure e terrori, mondi che nascono in reazione al vero orrore della rivoluzione industriale. Jane Austen parodierà i comportamenti delle eroine de I misteri di Udolfo in Northanger Abbey del 1818 opponendo la razionalità e il buon senso al sentimentalismo della Radcliffe. Il teatro Nel 1698 il reverendo Jeremy Collier pubblica un pamphlet contro l'immoralità del teatro e c’è la fine dello spirito della Restaurazione. Collier ribadisce che il teatro deve educare attraverso l'esaltazione della virtù e la condanna del vizio. Su questa base teorica si sviluppa la drammaturgia del ‘ 700 che ha uno scopo edificante. Il primo esponente di questo teatro è Richard Steele (1672-1729), irlandese educato a Oxford. Ammette di applicare le teorie di Collier alla sua prima produzione teatrale e l’esempio più emblematico è Il tenero marito del 1705. Il suo miglior dramma è Gli amanti coscienziosi del 1722 in cui sono presenti didatticismo e sentimentalismo ma non mancano momenti non ideologici di comicità. Scrive per i giornali da lui diretti, il Tatler e lo Spectator, diretto assieme ad Addison. Era convinto che il teatro dovesse essere moralizzato e diffondeva le sue idee sui due giornali. Il suo moralismo e le sue intenzioni pedagogiche sono stemperate da uno stile arguto e brillante. Un altro drammaturgo importante è George Lillo (1693-1739) con Il mercante di Londra del 173, un domestic drama che racconta di una tragedia ambientata nell'universo borghese ispirata ad un episodio di cronaca nera. Il dramma è ambientato nell’Inghilterra dell'età elisabettiana ma riproduce personaggi e valori contemporanei al pubblico, che si riconosce nella borghesia rappresentata ed è finalmente protagonista di un'azione tragica. Gli ideali rappresentati sono il patriottismo, l'onestà, il rigore morale, la sicurezza economica e la stabilità familiare. Il pubblico è borghese proprio come i protagonisti e i loro principi e c'è un riconoscimento. La più famosa delle opere teatrali del ‘700 è invece una parodia degli ideali borghesi, L'opera del mendicante del 1728 di John Gay (1685-1732). È una parodia degli ideali borghesi perché racconta di un mondo capovolto in cui i criminali e il loro codice di valori dominano. L’autore prende in giro anche gli aristocratici, l'opera lirica italiana, il teatro tragico e quello di Shakespeare e tutta la politica del suo tempo. Infatti l'opera è espressione dello Scriblerus Club, fondato da Gay intorno al 1713 assieme a Swift, Pope, Congreve e altri per ridicolizzare il cattivo gusto culturale del tempo. Il successo dell'opera dipende anche dalla forma scelta dall'autore: si tratta di una ballad opera, una commedia in prosa in cui sono inserite moltissime canzoni note al pubblico ma parodiate. Lo spettatore riconosce le melodie popolari e si diverte poiché vengono utilizzate per esprimere situazioni particolari. Anche la produzione di Henry Fielding, oggi quasi completamente dimenticata, fa parte del teatro d’intrattenimento della prima metà del secolo. G.B. Shaw all'inizio del ‘900 considera Fielding il più grande mestierante del teatro fino all’800, con la sola eccezione di Shakespeare. Compone 24 opere tra il 1729 e il 1737, soprattutto farse, ballad operas e parodie. Fu direttore del Drury Lane Theatre e dopo del Little Theatre. Le sue satire politiche sempre più audaci portarono alla chiusura del Little Theatre nel 1737 quando entra in vigore lo Stage Licensing Act di Robert Walpole con cui venne ordinata la chiusura di tutti i teatri privi di patente e la censura preventiva su tutti i testi. Così si affermarono solo due teatri londinesi, il Drury Lane e il Covent Garden. Il teatro divenne il passatempo delle classi elevate quando alla morte di Giorgio II la corte tornò a frequentarlo, ma era soprattutto la borghesia a riempire le sale poiché si riconosceva nei personaggi messi in scena. Il nuovo teatro borghese valorizzava le virtù domestiche e rappresentava la sensibility. Era un teatro lacrimevole poiché lo spettatore si crogiolava per le disgrazie altrui. A questo teatro due autori irlandesi opposero la comicità: Oliver Goldsmith, che difendeva la necessità di un teatro gioioso e il cui capolavoro She stoops to conquer del 1733 è una brillante commedia degli errori, e Richard Sheridan. Sheridan fu il successore dell'attore David Garrick alla direzione del Drury Lane. Fu anche un politico e farà demolire il teatro nel 1792 per ricostruirlo ampliato. Ricordiamo due commedie: I rivali del 1775 narrano di una passione contrastata che viene però messa in scena in forma di scherzo e La scuola della maldicenza del 1777. La commedia sembra anticipare i romanzi della Austen, non cede mai al sentimentalismo ma è caratterizzata da una curiosità del mondo e dei suoi abitanti e da una critica dell’ipocrisia. Dopo Sheridan, ultimo autore originale tra ‘700 e ‘800, bisognerà aspettare un intero secolo prima che Oscar Wilde riproponga la commedia elegante e risvegli il pubblico britannico. 6. IL ROMANTICISMO Una svolta epocale Nella seconda metà del ‘700 una nuova sensibilità si oppone al razionalismo. Nel 1800 la prefazione di Wordsworth e Coleridge alle Lyrical ballads costituisce il manifesto del più grande movimento di rottura nei confronti dell'estetica neoclassica e illuminista. Alla ragione si oppone la sensibilità emotiva, l'immaginazione e la fantasia. Gli autori dell'età augustea temevano e censuravano le visioni della mente mentre i romantici se le procurano tramite l'uso di droghe ed esaltavano il sogno, l'incubo e la follia. Contrappongono alla civiltà urbana dei salotti settecenteschi l'esaltazione sentimentale della natura. Durante il ‘700 i poeti si incentravano sull'uomo e sui suoi rapporti interpersonali mentre durante l'età romantica la scrittura è un'attività solitaria esercitata a contatto con la natura, che non è più l'universo ordinato tipico della poesia augustea ma una natura selvaggia. La natura è da conoscere ed è una palestra per l'immaginazione poetica. L'esaltazione dell'individuo e l'allontanamento dalla realtà cittadina non portano ad una fuga dal reale poiché almeno all'inizio il romanticismo non fu un movimento escapista: portano ad alternative rispetto al vivere metropolitano e per questo si celebrano spesso figure marginali come bambini, eremiti, marinai e contadini che dunque sostituiscono le grandi figure del mito e i personaggi storici. I romantici narrano le particolarità e le tipicità degli esclusi. Il romanticismo è un movimento che cerca di colmare il divario esistente tra la letteratura di pochi intellettuali raffinati e la società. Dalla poesia come imitazione del reale si passa al diverso e all'originale. NEOCLASSICI (Settecento) ROMANTICI (Ottocento) » Poesia razionale (poetic diction) e che | » Esaltano la sensibilità emotiva, vede le visioni della fantasia come qualcosa | l’immaginazione e la fantasia, rincorrono il di malsano sogno, l’incubo e la follia e si procurano visioni attraverso l’uso di droghe e l’ipnosi » Civiltà urbana dei salotti settecenteschi e | » Natura selvaggia, maestra per il poeta e natura ordinata utile per allenare l'immaginazione » Privilegiano l'universale, il generale è il | » Privilegiano lo strano, il particolare e il normale sublime » Guardano al presente e alla realtà | » Guardano al passato, al soprannaturale e metropolitana all'esotico non per fuggire ma per opporsi alle conseguenze dell'industrializzazione All'inizio il romanticismo era caratterizzato da un forte radicalismo: i poeti della prima generazione furono influenzati dalla rivoluzione francese e quelli della seconda furono affascinati dai movimenti nazionalisti post-napoleonici che si sviluppavano in tutta Europa. Per gli inizi del romanticismo fu importantissima la rivoluzione francese del 1789. Per Wordsworth la poesia è una decifrazione della scrittura divina: il mondo è la grande parola di Dio e il poeta la decodifica nominando gli oggetti. Nel componimento Ode all'immortalità del 1802-1806 il poeta è deluso perché non riesce più ad avere visioni. La sua fede nella potenza creatrice del verbo poetico sembra messa in discussione (“Cose che un tempo vidi ora non vedo più”). Prima isolando oggetti e figure riusciva ad elevarli, ora gli sembrano un segnale di assenza di sintonia con l'elemento naturale. Un albero tra tanti parla di qualcosa che non c'è più e una viola ai piedi del poeta racconta la stessa storia. La poesia oscilla continuamente tra gioia e disperazione e si chiude sull'immagine di un fiore generico che non ha più nulla a che fare con i daffodils cantati dal poeta nel componimento I wandered lonely as a cloud (Vagavo solitario come una nuvola). Wordsworth ha perso la capacità visionaria. Dopo il 1807 non comporrà più nulla di originale e il poema in 15 libri Il preludio pubblicato nel 1850 è in realtà composto tra il 1799 e il 1805. Samuel Taylor Coleridge La fama di Samuel Coleridge deriva da 5 poesie: e Therime of the ancient mariner e Kubla Khan e Christabel e Gelo a mezzanotte e Tristezza: un'ode Le più importanti composizioni sono le prime tre, di cui soltanto la Ballata del vecchio marinaio è completa. La vita di Coleridge fu priva di disciplina e volontà da cui dipendono una scarsa produttività e l’incompletezza dei lavori. Dotato di spirito critico, studioso delle filosofie a lui contemporanee e affascinante parlatore, Coleridge non ebbe mai la fermezza di trasformare le proprie conoscenze in una teoria letteraria ordinata. Fece uso dell'oppio per la maggior parte della sua vita e la sua confusione personale ha dato vita a frammenti poetici misteriosi e visionari. Dalla sua Biographia Literaria del 1817 emerge l'immagine di un teorico non sistematico che prende in prestito idee e citazioni di filosofi tedeschi senza indicarne la provenienza, propone un concetto di letteratura come prodotto dell'immaginazione e un'idea di poesia come imitazione della creazione divina attraverso il potere della fantasia. Da questa poetica nascono liriche appassionate, tormentose e allucinate. Nella Ballata del vecchio marinaio il poeta utilizza allitterazioni, onomatopee e ripetizioni che sono tipiche della ballata popolare ma la materia trattata fa riferimento ai libri di viaggio e ai racconti di mare medievali, al mito classico e alla ritualità cristiana. Si narra di un'avventura in cui il protagonista viene punito per una sua azione violenta e dopo aver vissuto un'esperienza alienante con la morte arriva all'espiazione. Ora è costretto a raccontare la propria storia e nella ballata la racconta ad un'ospite di nozze. Il marinaio obbligato a raccontare è il poeta, l'ospite di nozze obbligato ad ascoltare è il lettore. L'ospite viene trattenuto in maniera ipnotica dall'occhio scintillante del vecchio: ciò vuol dire che l'esperienza poetica è ricca di arcano e richiede al lettore una sospensione dell'incredulità che per Coleridge è alla base dell'esperienza poetica. Il vecchio marinaio si salva narrandosi (l’uomo è creato dal linguaggio, l’uomo è la sua storia). È un esempio di poesia visionaria e d’immaginazione pura. Il difetto della ballata, come afferma l'autore, è la forzatura troppo esplicita sul lettore del sentimento morale come principio dell'azione. Nelle opere Kubla Khan e Christabel è invece assente l'insegnamento morale. La poesia Kubla Khan è la trascrizione di un sogno indotto dall'oppio che è stata però interrotta da una visita dopo la quale il poeta non è stato più in grado di riprendere il filo della visione. Descrive un mondo immaginario e fiabesco, la poesia inizia come un incantesimo ed è un intreccio misterioso di magia e ritmo. La poesia poi si frammenta e viene descritta la visione di una fanciulla etiope che canta con un'arpa, figura dell'ispirazione poetica ma anche della visione. L'interruzione finale accresce ancora di più il senso di mistero. È stata definita la prima poesia surreale inglese. Christabel è invece un poemetto sinistro in cui Coleridge unisce tutti gli elementi delle narrazioni gotiche del suo tempo in una visione di enorme potere immaginativo. Anche altri poeti come Keats e Tennyson canteranno delle eroine gotiche ma il primo ad ispirarsi a Christabel è Walter Scott con il racconto in versi Lamento dell'ultimo menestrello del 1805. La seconda generazione romantica I tre poeti della seconda generazione romantica muoiono tutti prematuramente: Byron, Shelley e Keats. Lord Byron Tutti gli stilemi romantici come il diverso, il primitivismo e l'odio per ogni tirannia si ritrovano nel poema del 1812 Il pellegrinaggio del giovane Aroldo (Childe Harold) che rese famoso (1788-1824). È un membro di un'antica nobiltà degenerata, è incline al vizio e all'eccesso e divenne l'emblema del poeta romantico maledetto, anche per via del suo passato. Dopo i primi due canti del poema l'ambientazione medievale e la dizione arcaica vengono abbandonati. Il poeta passa ad un resoconto di viaggi basato sul Grand Tour che aveva compiuto mentre dal quarto libro in poi Harold viene sostituito da un alter ego del poeta. Nasce il prototipo byroniano, attraente, libertino e misterioso che si fissa attraverso i successivi poemi narrativi Il Giaurro del 1813, Il Corsaro del 1814, Cain del 1821 e attraverso il dramma in versi Manfred del 1817. L'immagine di un eroe bello e dannato viene arricchita anche dalla biografia del poeta, che fu bisessuale e incestuoso. Infatti il poema Childe Harold si rifà in parte all'esperienza di Byron che si esiliò volontariamente dal 1816 fino alla sua morte a causa di uno scandalo provocato dai suoi comportamenti sessuali trasgressivi mentre in Manfred viene riproposto il rapporto incestuoso con la sorellastra. Nelle sue migliori produzioni esiste il paradosso di un romanticismo esteriore a cui però fa riscontro un modo di fare poesia ancora settecentesco, urbano e comico- discorsivo. I poemi Beppo. Una storia veneziana (1818) e La visione del giudizio (1822) sono caratterizzati da una comicità ironica, elegante e discorsiva ricca di volgarità e blasfemie. Scrive due tragedie: Marino Faliero e I due Foscari. Il poema Don Juan del 1820-1824 è il suo capolavoro e si distingue per il suo anti- romanticismo. È comico e satirico e offre un autoritratto del poeta stesso come un uomo avido di piaceri, dedito a trasgressioni di ogni tipo, abilissimo conversatore e capace di usare il linguaggio per smascherare le ipocrisie del suo tempo. Il poema è una conversazione di un gentiluomo della buona società per i suoi pari ed è ricco di battute pungenti e arguzie verbali. Nel 1823 Byron parte per combattere con i patrioti greci contro i Turchi (è radicale) e nel 1824 scrive la poesia Oggi compio trentasei anni. Comprendendo che i suoi giorni sono giunti al termine il poeta invita se stesso a cercare una morte eroica sul campo di battaglia ma in realtà muore di febbre malarica nel 1824. LA NARRATIVA Il romanzo Castle Rackrent del 1800 di Maria Edgeworth (1767-1849) anticipa la vena storica e nazionalistica romantica rappresentando il declino di una famiglia gentilizia irlandese visto attraverso gli occhi di un servitore. Walter Scott (1771-1832) è il più popolare romanziere inglese del suo tempo. È compositore di poemi narrativi e passò dalla poesia al romanzo quando perse il primato nel campo poetico in seguito al successo del Childe Harold di Byron. Il suo primo romanzo Waverley si ispira a Maria Edgeworth ed esce anonimo nel 1814. Successivamente pubblica più di 30 romanzi a fondo storico, molti ambientati nella Scozia del XVII e XVIII secolo, altri ambientati in Europa, spesso nel Medioevo. Il più importante dei romanzi scozzesi è Il cuore del Midlothian del 1818 mentre tra le narrazioni medievali è famoso il romanzo Ivanhoe del 1819. Scott riporta in narrativa i motivi tipicamente romantici come il gusto per il paesaggio, il recupero del passato nazionale e l'attenzione alle figure marginali. Scott inventa da solo il genere del romanzo storico narrando vicende individuali che hanno come sfondo grandi eventi storici. “Scott ha scoperto che i fatti sono meglio della finzione”. Infatti il romanzo storico è realistico e si oppone alla letteratura menzognera. Scott era aristocratico, antiborghese e conservatore e narra di un mondo senza rapporti economici e privo di denaro e in cui la più alta espressione individuale è l'eroismo. La storia è vista come un continuo scontro di crisi e l’eroe non è un individuo eccezionale ma un mediatore tra gli estremi della grande crisi sociale. I personaggi sono sia fittizi sia figure storiche. Scott padroneggia il linguaggio per descrivere i personaggi, è abile nell'uso di gerghi e dialetti, pratica bene l'arte della drammatizzazione ma ha una certa tendenza al moralismo. Scrive per vivere e dopo la bancarotta della sua casa editrice nel 1826 produce romanzi senza sosta fino alla sua morte per saldare i propri debiti. Scott fu uno dei pochi tra i suoi contemporanei a comprendere la genialità di Jane Austen (1775-1817) e recensì positivamente Emma, un capolavoro a quel tempo ignorato dalla critica. Austen è antiromantica nei temi e nei modi narrativi ed è decisamente augustea poiché il common sense guida le scelte dei suoi eroi. Esordisce con una parodia del gotico, Northanger Abbey, romanzo iniziato nel 1798 ma pubblicato postumo nel 1818. A lei si deve l'unica parodia del gotico che non si limita alla caricatura dei personaggi ma mette in ridicolo anche il linguaggio e i lettori del genere. Scrisse in tutto sei romanzi in cui esplora le vicende di poche famiglie ma a questa limitatezza contrappone una notevole comprensione della realtà sociale, una visione accurata, un'attenzione al dettaglio ambientale e al dialogo. Le sue comedies of manners sono degli spaccati della vita morale del suo tempo. Non si parla delle guerre napoleoniche ma l'ossessione per i problemi economici, l'attenzione all'educazione femminile e la volontà di creare delle eroine che raggiungano la piena identità personale fanno sì che le sue opere siano rappresentative del tempo. Il matrimonio è alla base di tutti i suoi romanzi poiché in una società in cui le donne non hanno altre possibilità di carriera e le nubili sono un peso sociale la scelta del marito è la più importante e dev'essere fatta secondo la razionalità e il buon senso, non secondo il sentimentalismo. Una buona unione dipende dalla stima, dall’affetto e dalla soddisfazione di un interesse economico. L'autrice è attenta ai risvolti finanziari della politica matrimoniale, elemento originale per i tempi. Nel romanzo storico di Scotti il denaro è assente mentre nei romanzi della Austen ha un posto privilegiato, elemento di modernità della scrittrice. La moderazione, la dignità e l'ironia sono gli ingredienti dei suoi protagonisti e dei suoi romanzi. Scrive solo di ciò che conosce, diffida dalla fantasia e narra tutte le questioni tipiche della vita quotidiana (la ricerca di un buon marito e di una solida posizione, segnali di una società che cambia, e le problematiche legate al capitalismo). Le sue opere propongono insegnamenti dettati dal common sense: Ragione e sentimento del 1811 ricorda che per raggiungere la maturità nei sentimenti occorre mitigare la sensibilità romantica mentre Orgoglio e pregiudizio del 1813 ricorda che le persone vanno giudicate al di là delle apparenze. Dalla severità di Sense si passa alla gaiezza di Pride e si manifesta un'evoluzione nella tecnica narrativa che conduce a Persuasion del 1818 è trama più convenzionale ma maggior capacità nell'espressione delle emozioni. La polemica antiromantica dei primi lavori si esplicita in Emma del 1816, romanzo che ruota intorno a vari personaggi tratti in inganno dalle apparenze e dall'immaginazione. Nel 1814 pubblica Mansfield Park: con il suo desiderio di immobilismo la protagonista simboleggia la paura di cambiamento della piccola società di campagna della Austen che è allo stesso tempo la spina dorsale dell'Inghilterra. È il primo romanzo ottocentesco il cui autore sostiene apertamente l'impresa coloniale britannica. La vicenda si svolge dopo le rivolte coloniali nei Caraibi e il desiderio di Fanny Price che “le cose rimangano com'erano” sembra dipendere proprio dal conservatorismo tipico della classe sociale della Austen. Jane Austen realizza una parodia del romanzo gotico mentre Mary Shelley (1797-1851) crea la figura gotica più importante di tutti i tempi ossia la creatura che lo scienziato Frankenstein assembla nel suo laboratorio con pezzi di cadaveri. Il romanzo è frutto di una scommessa letteraria proposta da Byron quando Percy Shelley, sua moglie Mary Shelley e il dottor Polidori lo ospitano in Svizzera. Il romanzo Frankenstein o il Prometeo moderno del 1818 segue la tecnica epistolare e rappresenta tre narratori: un esploratore polare, lo scienziato Frankenstein e la sua stessa creatura. Mary compone una horror story of maternity in cui racconta il tema della creazione e dell’uomo che da solo deve affrontare un destino avverso e inserisce le sue esperienze personali. Nell'opera c'è l’accusa contro i padri che non si interessano delle proprie creature (orfana di madre dalla nascita, sorellastra suicida a causa dell’indifferenza paterna, sorellastra abbandonata incinta da Byron). Rivoluziona la narrativa gotica. 7.L’ETA VITTORIAN. La regina Vittoria sale al trono nel 1837 in un periodo di scontri sociali e muore nel 1901, un anno dopo la nascita del partito laburista. Durante il suo regno l'Inghilterra si trasforma nella massima potenza imperiale mondiale, consolida la ricchezza proveniente dalla rivoluzione industriale e si espande verso nuove terre produttrici di materie prime a bassissimo costo. A metà del secolo c’è l'ascesa della classe media. Questa classe consegue l’utile e il pratico e porta all'esplosione del capitalismo e del libero mercato, all'imborghesimento e all'appiattimento dei valori romantici. Il primo periodo dell'età vittoriana è caratterizzato dal riformismo. A causa della rivoluzione industriale nascono nuove città che riflettono il passaggio da un'economia rurale ad una realtà urbana. Si manifestano problemi legati all'inurbamento di masse di popolazione agricola e Londra diventa la capitale del mondo moderno, metafora di alienazione per lo statunitense Edgar Allan Poe e per il giovane Engels, che di fronte alla massa del proletariato londinese giunge a conclusioni che anticipano le tematiche marxiane. Nella letteratura scompare lo spirito eroico del romanticismo (decoro borghese) e con Dickens la passione viene sostituita dagli affetti domestici. Le famiglie borghesi mostrano un moralismo puritano di facciata ma nel privato la situazione è ben diversa: l’uomo è apparentemente decoroso e rigoroso ma la notte può ricercare piaceri proibiti mentre la donna della classe media dev’essere angelo del focolare e nei ceti inferiori aumenta la prostituzione. L’ambiguità è la caratteristica del vittorianesimo. La regina si ritira dalla scena pubblica quando diventa vedova nel 1861. Le certezze borghesi iniziano ad essere scalfite ma in realtà già da decenni la stabilità economica era accompagnata da un senso di insicurezza e provvisorietà: l'agiatezza della middle class si oppone alla miseria del proletariato, c'è una rinascita del puritanesimo religioso, esiste una fede nel progresso e allo stesso tempo il progresso crea nuove problematiche, si oppongono moralità e corruzione, fede e scienza, liberalismo e condizioni pessime degli operai, industrializzazione e desiderio di tornare alla natura. La regina Vittoria è molto puritana e un codice morale molto rigido regola l'intera società. Dopo il 1880 c'è una perdita di consenso che mette in rilievo il disagio già presente dietro la facciata del vittorianesimo: i primi movimenti femministi danno voce alle problematiche della condizione femminile e allo stesso tempo si pone l'accento sulle condizioni pessime delle classi operaie. L'estensione del diritto di voto, ad esempio, è il risultato di questi conflitti. Gli intellettuali del tempo tentano di analizzare gli effetti del capitalismo industriale e finiscono per denunciare l'autodistruzione dell'età vittoriana. Thomas Carlyle (1795-1881) nell'opera Passato e presente del 1843 effettua una diagnosi dei mali della società capitalista e propone il ritorno ad un feudalesimo fondato sul rispetto reciproco, che secondo l'autore caratterizzava i rapporti tra le classi nell'età pre-industriale. Anche John Ruskin (‘800), il più grande critico d'arte inglese, denuncia con toni apocalittici i mali della società inglese e dagli anni ì60 in poi si impegna tutte le sue energie e ricchezze in una propaganda per il recupero dell'artigianato contro il potere delle macchine. Matthew Arnold (‘800) nell'opera Cultura e anarchia del 1869 parla di una mancanza di ideali e delle bassezze di una classe dominante che è ossessionata dal profitto. e Ilsensation novel è un romanzo che vuole creare un effetto e racconta storie ed eventi misteriosi (è all'origine del romanzo investigativo). Può indicare anche opere gotiche e spaventose. L'ambiguità vittoriana si esprime anche nelle storie di sosia e sdoppiamenti tipiche del romanzo ottocentesco e nelle trasgressioni degli autori vittoriani nei confronti del canone realista. Esiste infatti una mescolanza in molti romanzi di elementi propri del romance e del Novel. La grande fioritura del romanzo vittoriano nasce dalle rovine del romanticismo individualista poiché si passa dalla contemplazione della propria anima e dal desiderio di mostrare le proprie sensazioni ai lettori alla rappresentazione spesso ironica della società. La società è quella borghese che, come Marx e Engels scrivono nel Manifesto del partito comunista del 1848, costringe tutte le nazioni ad adottare il proprio sistema di produzione e la propria civiltà creando un mondo a propria immagine e somiglianza. Il romanzo è un prodotto letterario di consumo e ha lo scopo di intrattenere, è didascalico e ha degli espliciti intenti pedagogici come mostrano i numerosi finali edificanti. Il romanzo vittoriano rappresenta al meglio l'energia e la vitalità di un'epoca segnata da profondi cambiamenti. Il romanzo vittoriano va in crisi nel 1880-1890 a causa di una revisione dei modelli estetici ed etici: Revisione estetica Revisione etica I modelli narrativi come il I valori dell'epoca vittoriana (essere matrimonio alla fine del romanzo o gravi e seri, una cosa è valida quando è gli eventi disposti in ordine seria e importante) vengono messi in cronologico non sono più discussione. Wilde deride questo accettabili in un mondo che ha codice etico nell'opera The scoperto la complessità umana. Nel importance of being Earnest ‘900 le categorie dello spazio e del tempo sono inaccettabili. I » Time of clock » Time of mind (tempo della coscienza): presente, passato e futuro si accavallano perché il tempo nella coscienza è sempre presente e non ha un ordine cronologico. Il passato è sempre accessibile. Charles Dickens Charles Dickens (1812-1870) rappresenta al meglio nei suoi lavori il vittorianesimo in tutte le sue contraddizioni. Pubblica il suo primo romanzo nell'anno di ascesa al trono di Vittoria e la sua produzione segue l'evoluzione del vittorianesimo dall'ottimismo degli anni ‘40 e ‘50 per il progresso della società britannica al pessimismo che caratterizza la seconda metà del secolo. Ha un'eccezionale talento drammatico e molta inventiva. Crea personaggi indimenticabili, caratteri o tipi più che personalità dotate di una propria psicologia. Dickens è il prototipo del narratore puro che prende ciò che narra dall'esperienza, dalla propria o da quella che gli è stata riferita. Le caratteristiche dei racconti di Dickens sono due: ® Le opere sono pensate per l'ascolto più che per la fruizione individuale. Sono adatte alla lettura familiare ad alta voce e alla pubblica lettura autoriale; e Le opere si rapportano alla borghesia, che viene colta in tutte le sue sfumature. Dickens conosce il mondo editoriale, è reporter e giornalista poi direttore di riviste e debutta nella narrativa trasformando alcuni testi scritti per accompagnare una serie di vignette in un capolavoro di comicità: Il circolo Pickwick, del 1837. È uno spaccato umoristico dell'Inghilterra pre-industriale e ha un'enorme successo grazie al divertimento suscitato dalle disavventure di alcuni gentiluomini in viaggio d'istruzione. Lo spirito di osservazione che Dickens ha sviluppato facendo il reporter gli permette di creare caricature e tipi umani che rappresentano la piccola borghesia emergente: Jingle, il truffatore, il retto Pickwick e Sam Weller, l'arguto servitore e prototipo dell'ambiziosa piccola borghesia emergente. Dickens sa inventare situazioni e personaggi che sono destinati a rimanere nella storia della letteratura mondiale. Realizza una continuità narrativa con tutto ciò che viene prima rielaborando le storie che ha amato e creando nuovi miti che influenzano le generazioni future. Dickens narra storie della classe media, soprattutto della piccola borghesia che ha raggiunto livelli sempre più alti nella scala sociale grazie allo sviluppo industriale. Nei suoi romanzi sono presenti domestici, governanti e impiegati assieme ad altri individui sfruttati dall'alta borghesia. Molti dei suoi romanzi, come Oliver Twist, sono scritti in terza persona e perciò si crea una distanza tra il lettore e la storia. Le sue trame raccontano avventure in cui i personaggi perdono tutto ma alla fine hanno un happy ending e raggiungono la felicità (famiglia, ricchezza, stabilità). I protagonisti sono spesso orfani di padre. Il romanzo successivo di Dickens è Oliver Twist, del 1837-1838. Narra la storia di un orfano maltrattato che si perde nei bassifondi londinesi, tra ladri e prostitute. La vicenda è un'accusa contro la politica economica del tempo e contro le conseguenze della rivoluzione industriale negli strati più bassi della popolazione. Oliver Twist si chiude in maniera ambigua poiché il nel lieto fine il protagonista si integra in quella classe sociale responsabile della sua miseria. Tra il 1846 e il 1848 pubblica a puntate Dombey and son. Dombey ha una figlia ma desidera un figlio. Paul Dombey è un bambino debole e malaticcio e sua madre muore dopo poco il parto. Dickens vuole soffermarsi nell'opera sul rapporto tra padre e figlio. Dickens ha già deciso che il figlio morirà perché il protagonista è il padre ma il pubblico si affeziona a Paul e chiede di non farlo morire. Dickens prolunga la sua vita ma alla fine egli muore e c'è un calo di interesse da parte del pubblico, che abbandona l'opera di Dickens e legge Vanity Fair. Quest'opera segna una crisi creativa dell'autore: l'errore è aver rappresentato la morte in maniera distaccata rompendo il legame con il lettore. In David Copperfield evita di commettere questo errore. Cerca di riguadagnarsi il pubblico per il suo vivere. Nel 1849-1850 pubblica David Copperfield in cui ci sono la denuncia dello sfruttamento minorile e un'attenzione al mondo dell'infanzia. La narrazione è in prima persona e ci sono molti spunti autobiografici sulle esperienze infantili e sull'educazione dello scrittore. David Copperfield è orfano di padre e vive con la madre e la governante Peggotty. La dimensione familiare dei primi capitoli è particolarmente felice ma successivamente viene introdotto Edward Murdstone (pietra mortuaria), un personaggio lugubre che sposa la madre di David e manda il piccolo in collegio. Successivamente uccide per i suoi maltrattamenti la signora Copperfield. David Rriceve la notizia della morte della madre quando è al collegio, torna a casa e assiste al suo funerale. La governante descrive la morte della madre: La governante Peggotty descrive la morte di una mamma in generale. David si affianca al lettore e scopre assieme a lui come è morta la madre. In questo modo Dickens rimuove la distanza che nella morte di Paul aveva allontanato il suo pubblico. Il lettore si commuove perché apprende la notizia assieme a David, che sta ascoltando con lui. Per tutto il romanzo David rincorre la felicità: dopo che la sua prima moglie è morta si risposa e giunge al suo happy ending. Il romanzo è il trionfo della narrazione allo stato puro, della gioia di raccontare. Dickens è ancora narratore compiaciuto del vittorianesimo, della compassione borghese, della laboriosità della classe media e dei suoi falsi valori. Bleak House (Casa desolata) del 1852-1853 indica un mutamento nell'opera di Dickens perché l'ottimismo viene sostituito da una visione sociale sempre più pessimista. La vita metropolitana è rappresentata in modo grottesco e c'è una critica all'apparato legislativo inglese. C'è una sorta di profezia sulla degenerazione della modernità. Nel 1845 nell'opera A Christmas Carol (Racconto di Natale) Dickens afferma che il Natale è un periodo di gioia e carità perché è l'unico momento in cui gli individui dimenticano il posto occupato sulla scala sociale. Nel 1854 Dickens pubblica Hard Times (Tempi difficili) e attacca la politica industriale del suo tempo. L'opera è ambientata in una squallida città industriale, Coketown, in cui si muovono personaggi privi di spessore psicologico e meccanici. Non a caso si tratta di lavoratori asserviti alla macchina. Denuncia le colpe dell'industrializzazione. Gli operai sono rappresentati solo come masse sfruttate e sofferenti e non come una classe potenzialmente rivoluzionaria. Prima di essere una riflessione sul male provocato dalle politiche economiche è una denuncia dei guasti provocati da un'educazione che impedisce ai bambini di usare liberamente la fantasia. Nel 1860 pubblica il suo capolavoro Great Expectations (Grandi speranze), un romanzo sulle grandi illusioni del futuro. Il titolo non riporta più il nome del protagonista, proprio come accade in Vanity Fair: non si parla più della costruzione di un personaggio ma della costruzione di un mondo. Narra della perdita dell'innocenza in uno scontro tra aspirazioni dell'adolescenza e compromessi dell'età adulta. Il giovane Pip è pronto a rinnegare qualsiasi cosa tranne Estella per far parte del bel mondo londinese. La sua è una storia di formazione, opposta alla vicenda della ricca Mrs. Havisham che viene abbandonata il giorno delle nozze Heathcliff rappresenta i valori eroici del romanticismo mentre Catherine sembra quasi essere il suo doppio. Alla fine Heathcliff attende di ricongiungersi a lei nella morte. Elizabeth Gaskell Elizabeth Gaskell (1810-1865) è la pioniera della working-class novel, il romanzo proletario in cui si descrivono le condizioni di vita degli operai nelle nuove città industriali. L'opera Mary Barton del 1848 rappresenta la realtà industriale del tempo e l'autrice simpatizza per gli operai sfruttati, le cui ribellioni vengono giustificate dalle situazioni in cui sono costretti a vivere. Tuttavia l'idea di una lotta di classe non è presente negli intenti della Gaskell. L'autrice comprende i problemi dei lavoratori perché li conosce personalmente vivendo in mezzo a loro insieme al marito. La sua opera è una denuncia sociale. Il padre operaio uccide il figlio del padrone poiché è seduttore di sua figlia e muore prima di essere giustiziato mentre la ragazza deve partire per le colonie. Il suo capolavoro è Mogli e figlie del 1865-1866, un romanzo di vita matrimoniale nella provincia inglese. In questo romanzo le relazioni tra le classi e le differenze sociali portano le protagoniste al compromesso e ad una vita frustrata, infelice e fatta di sopportazione. George Eliot George Eliot, pseudonimo di Mary Anne Evans, vive tra il 1819 e il 1880. Si tratta di un’intellettuale tormentata e con un forte rigore morale, studiosa di filosofia e di etica, traduttrice di Strauss e Feuerbach, attenta ai problemi del rapporto tra religione e scienza. La sua prima opera consiste in tre racconti lunghi riuniti sotto il titolo di Scene di vita clericale del 1857, opera sulla vita provinciale. Nell'opera Il mulino sulla Floss del 1860 ci sono alcune riflessioni sull'infanzia nella società vittoriana e un'analisi secondo un'ottica puritana di dilemmi morali. L'opera è caratterizzata da affascinanti descrizioni della campagna inglese e l'autrice simpatizza per la protagonista Maggie Tulliver, in cui è riflessa l'autrice. Con Romola (1862-1863) cerca di scrivere un romanzo storico ambientato nella Firenze del XV secolo mentre con Felix Holt, il Radicale (1866) cerca di scrivere un romanzo politico sociale. Il suo capolavoro è Middlemarch. Studio di vita provinciale del 1871- 1872. È ambientato nella cittadina manifatturiera Middlemarch intorno al 1832, al tempo del Great Reform Bill. È una narrazione con più trame sulla condizione matrimoniale. Nei romanzi precedenti (Dickens, Austen) il matrimonio è il lieto fine della storia mentre la Eliot mette in discussione la felicità di questi finali raccontando cosa accade dopo le nozze. La scrittrice è influenzata dall'impossibilità di sposarsi con lo studioso positivista G.H. Lewes e analizza le problematiche dell'unione matrimoniale inserendo molti commenti nel testo. Delle scelte matrimoniali sbagliate nella realtà provinciale rovinano i due protagonisti della storia, il medico Lydgate e Dorotea. Accanto a loro ci sono numerosi personaggi, quasi caricature, che si scontrano con la realtà di Middlemarch da una parte e con la vita di coppia dall'altra. l'autrice evidenzia l'importanza del dialogo tra i coniugi e la necessità che le donne abbiano interessi al di fuori della casa. Il romanzo prende in giro gli eccessi delle madri e Mrs Gart e Celia rappresentano una caricatura del mammismo, una cosa impensabile nel romanzo borghese del tempo. Alla fine del romanzo Dorotea rinuncia al patrimonio del marito defunto poiché ama il giovane Ladislaw. Non prevalgono il buon senso e la razionalità che caratterizzano l'atteggiamento dei personaggi di Jane Austen e il matrimonio non è necessariamente legato al patrimonio. La provincia spinge i suoi abitanti verso la mediocrità e l'egoismo ma appare allo stesso tempo come l'unica stabilità e certezza in un universo scosso. Fine secolo Negli ultimi due decenni dell'800 in Inghilterra c'è una perdita di fiducia che deriva dai dubbi filosofici e religiosi derivanti dalle teorie di Darwin, dalla trasformazione della società e dalla recessione che il paese sta vivendo: l'agricoltura è in competizione con il Nord e il Sud America, l'industria attraversa un periodo di crisi che porta alla nascita di miseria e degrado negli strati più bassi della società. Si impongono il socialismo e l'estetismo e le norme di comportamento tipiche dell'età come sobrietà, rettitudine e repressione sessuale vengono messe in discussione e nascono atteggiamenti trasgressivi. Si mette in discussione anche la famiglia borghese e il focolare domestico. L'Education Act del 1870 allarga la scolarizzazione elementare al periodo di 5-11 anni e crea un nuovo pubblico di lettori che non è colto e che ricerca una letteratura che diverte o che esponga in maniera semplice le problematiche quotidiane. I quotidiani popolari hanno successo come il Daily Mail del 1896. Nasce una letteratura che incontra il gusto del pubblico con romanzi polizieschi, sensazionali e di avventura e si impone un naturalismo basato su quello francese ma con toni più placati che rappresenta i lati oscuri della vita delle classi più basse. Negli anni ’90 si diffondono le slum novels come estrema evoluzione del romanzo proletario della Gaskell. Wilkie Collins (1824-1889) con il suo romanzo La donna in bianco del 1860 fa terminare la stagione del romanzo gotico mentre con il romanzo La pietra di luna del 1865 inaugura la stagione della detective novel: si tratta di un vero e proprio romanzo poliziesco pieno di suspense, sospetti e indagini. Il più famoso autore di detective stories dell’800 inglese è Arthur Conan Doyle (1859-1930). L'investigatore Sherlock Holmes è affiancato da un veterano della frontiera del nord-ovest, Watson (l'impero è sempre presente nelle loro vicende). Sherlock Holmes è un prodotto dell'epoca tardo-vittoriana poiché utilizza le scienze per arrivare alla soluzione delle enigmi e la sua indagine valorizza il dettaglio e la causalità ed è espressione di una mentalità positivista. Samuel Butler (‘800) scrive la satira anti-vittoriana Così muore la carne del 1903, in cui si deride ogni aspetto della società borghese, la famiglia e l'istituzione matrimoniale. Tutto nel mondo borghese inglese è accomunato dall’ipocrisia, la componente tipica dell'età vittoriana. Una reazione al conformismo vittoriano è la scrittura dell'assurdo e la distorsione del reale come accade in Lewis Carroll (1832-1898) con la sua opera Alice nel paese delle meraviglie del 1865 e il seguito Attraverso lo specchio del 1871. C'è un'atmosfera ricca di magia e irrazionalità, sono presenti giochi di parole e umorismo e viene data una visione della società del tempo e delle sue istituzioni che vengono derise. La bambina si comporta sempre secondo le regole del buon senso tipiche della famiglia borghese anche se si trova in situazioni paradossali. I 4 romanzieri del tardo vittorianesimo George Meredith George Meredith (1828-1909) viene ricordato per il suo capolavoro L'egoista del 1879, un romanzo di impianto teatrale in cui si parla dell’egoismo borghese. Meredith mostra come la società vittoriana esalti l'individualismo e l'arrivismo in nome dell'interesse personale e della difesa dei propri diritti borghesi, come il mantenimento della proprietà privata. Il protagonista del romanzo Patterne è un modello borghese esemplare e tutti gli altri personaggi esprimono in forme diverse l'egoismo. Anche l'amore appare uno scontro tra egoismi. Sono presenti dialoghi brillanti, conversazioni argute che anticipano il teatro di Oscar Wilde. L'egoista ci mostra un mondo in cui gli aspetti più negativi della borghesia come l'individualismo, la sete di potere, la ricchezza e l'ipocrisia cercano di spacciarsi per valori positivi. Egli mette a nudo i vizi e le tragedie di questa classe. Modern love è una raccolta di 50 sonetti in quattro quartine a rima alternata che riflettono la disillusione del poeta dopo che la moglie Mary Ellen, figlia del drammaturgo Thomas Love Peacock, lo lascia per il pittore Henry Wallis. Modern love sancisce la fine dell'amore romantico e il bisogno di ricercare delle forme che possono descrivere l'amore moderno. Meredith è alla ricerca di una nuova forma del dire, per questo rielabora il sonetto. Cerca nuove forme espressive che rispecchino la transizione e il passaggio che lui stesso ha vissuto. Racconta la fine di un amore (esperienza personale) ma in realtà il suo racconto è universale perché rappresenta la fine di un'epoca: non riesce a trovare una nuova forma dell'amore che non sia tipicamente romantica e non riesce a trovare una forma che permetta all'uomo di vivere nel mondo moderno. Robert Louis Stevenson Robert Louis Stevenson (1850-1894) ha un'enorme successo sia in vita che dopo. È un narratore puro, secondo solo a Dickens per la sua fantasia creatrice e per l'abilità nella realizzazione degli intrecci. Nelle sue opere non ci sono analisi psicologiche o sviluppi caratteriali ma bisogna soltanto godere delle numerose situazioni avventurose e del rapido susseguirsi degli eventi. Vive i suoi ultimi giorni sulle isole Samoa e muore di tisi. L'isola del tesoro del 1883 è un romanzo di avventura che si inserisce nel filone marinaresco e alla tematica dell'isola come luogo di prova per l'individuo aggiunge elementi di pirateria e criminalità. Il protagonista e narratore è il giovane Jim Hawkins. La ricerca del tesoro è un rito di passaggio che prevede un viaggio per mare mentre il denaro cercato sull'isola porta alla dannazione e alla rovina. Il vero tesoro da ricercare e la maturità. Uno dei maggiori successi della narrativa per ragazzi che si sviluppò nel XIX secolo e che annovera storie spesso lontane dalla realtà vittoriana come le avventure di Alice o le favole di Oscar Wilde presenti nelle raccolte Il principe felice del 1888 e La casa dei melograni del 1891. Le Favole di Stevenson sono per adulti e vengono pubblicate nel 1924. Sono operette morali dove accanto a narrazioni magiche e apologhi macabri sono presenti metanarrazioni di stampo postmoderno. Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde del 1886 narra di uno sdoppiamento di personalità raccontato come un enigma poliziesco e che è metafora dell'età vittoriana: Jekyll è un medico borghese che nasconde vizi dietro una facciata virtuosa e si crea un altro da sé, un criminale, a cui delegare tutta la sua corruzione. Jekyll rappresenta la La poesia vittoriana La poesia vittoriana è soggettiva e emozionale e sembra a prima vista esasperare le componenti più superficiali della lirica romantica. Il senso di fuga, che ora rende la poesia apertamente escapista, è però la spia di un atteggiamento problematico nei confronti del quotidiano. L’affermarsi del capitalismo industriale, l'egemonia delle classi medie e la messa in discussione della religione ufficiale a causa delle nuove scoperte portano ad una separazione radicale tra realtà e poesia. Il mondo appare problematico e incongruo e il poeta si rifugia nella creazione di un universo artistico fine a se stesso, legato a convenzioni del passato e non del presente. Tennyson Uno dei più grandi poeti vittoriani è Alfred, lord Tennyson (1809-1892), amatissimo dalla regina Vittoria. È influenzato da Keats e affina metrica, ritmi e rime per creare mondi fantastici lontani dal quotidiano, pieni di suggestioni musicali più che di contenuti ideologici. Questo accade in alcuni poemi lunghi come Maud del 1855, Enoch Arden del 1864 e Gli idilli del re del 1859-1888, di argomento arturiano. La sua poetica è racchiusa nella poesia The Lady of Shalott, storia di una donna affascinante il cui mondo illusorio intravisto in uno specchio viene distrutto dall’apparizione di Lancillotto. Nella poesia Ulysses l'eroe omerico viene è alla fine della sua vita e incapace di adattarsi ad una vecchiaia decide di riprendere il mare. La sua volontà di conquista e di vita attiva non è opposta alla posizione escapista del suo autore ma afferma ancora una volta l'ambiguità del periodo Vittoriano. Mentre Tennyson esalta le virtù del focolare domestico di cui Telemaco è portatore allo stesso tempo ammira ed esalta chi abbandona il focolare per andare alla scoperta di nuovi mondi. I versi elegiaci di In Memoriam del 1850 sono scritti in ricordo dell’amico Hallam. Questo poema esprime il tormento per la perdita della fede e dell’amicizia, analizzandone il decorso attraverso tre anni di dubbi, tormenti e depressione. Scandito sul ritorno di tre Natali, il poema, è spartiacque tra il vittorianesimo trionfante della prima metà del secolo e i dubbi del secondo ‘800. Il poeta appare lacerato tra la volontà di gioire per le conquiste della sua era e la disperazione per le proprie angosce personali e diventa un “infant crying in the night”. Il bisogno di parlare di sé si scontra con la volontà di non mettersi a nudo tipicamente vittoriana e dà vita a monologhi in prima persona attribuite a personaggi del passato. I preraffaeliti e gli esteti In opposizione allo spirito materialistico della società moderna, Dante Gabriel Rossetti (1828- 1882) fonda nel 1848 la Confraternita Preraffaellita, un gruppo di artisti dediti a perseguire un ideale artistico antiaccademico e di stampo prerinascimentale contro il materialismo borghese. I preraffaeliti si ispirano a caratteristiche artistiche anteriori alla pittura di Raffaello (medioevo dantesco ad esempio) mentre gli esteti esaltano le pulsioni erotiche. Rossetti è figlio di un rifugiato politico italiano e crea nei suoi versi e nei suoi dipinti un mondo colorato ed emozionale distaccato dalla vita contemporanea e dalla storia. Crea atmosfere sognanti in cui si aggirano donne angelicate (si rifà a Dante e allo Stilnovo). La sorella Cristina Rossetti (1830-1894) è definita da Virginia Woolf la prima poetessa di lingua inglese e si distingue per Goblin market del 1862, una favola morale in versi per bambini in cui l’apparente semplicità della vicenda infantile nasconde problematiche religiose e sensuali. I preraffaeliti aprono la strada all’estetismo di fine secolo e ai turbamenti del decadentismo. L’estetismo separa l’arte dalla realtà e crea l’idea di un’arte fine a se stessa (arte per l’arte). La poesia di Oscar Wilde è ricca di elementi dell'estetismo e del decadentismo ma fa eccezione La ballata del carcere di Reading del 1898 scritta dopo essere stato condannato a due anni di lavori forzati per pratiche omosessuali. Lo scrittore ne esce distrutto fisicamente e professionalmente e rinnega il suo passato trasgressivo nella confessione in prosa De profundis, pubblicata postuma nel 1905. Il poeta riconosce che dopo l'esperienza del carcere gli rimane soltanto l'assoluta umiltà. Il teatro vittoriano La letteratura drammatica dell'800 non è particolarmente importante. Quasi tutti i poeti romantici si cimentano nella tragedia in versi ma lasciano soltanto poesie e nessun testo teatrale. Durante l'età vittoriana invece il teatro prospera e le sale inglesi ospitano per decenni drammi spettacolari. Il genere più importante dell'800 è il melodrama che prevede parti con musica che nel secondo ‘800 scompaiono. Il melodramma mette in scena passioni ed emozione elementari, le sofferenze dei buoni e la malvagità dei cattivi e alla fine trionfa sempre il bene. Gli autori non sono letterati ma mestieranti. Il well-made play è invece un genere drammatico con trama concisa, una narrativa avvincente e una trama abbastanza standardizzata con poca enfasi sulla caratterizzazione e sulle idee intellettuali. Questo genere accompagna la trasformazione che libera il teatro inglese dal suo carattere troppo popolaresco facendolo diventare l'intrattenimento più praticato dalla borghesia. Oscar Wilde (1854-1900) realizza dei well-made plays con originalità linguistica e irriverenza ideologica. Nelle tre commedie che scrisse tra il 1892 e il 1893 e soprattutto ne L'importanza di chiamarsi Onesto del 1894 (The importance of being Earnest) Wilde combina la forma tradizionale con battute paradossali, arguzia e attacco alla borghesia. È la satira più mordace della società vittoriana, del suo classismo e del suo moralismo ipocrita. 8. IL PRIMO NOVECENTO Il modernismo L’inizio del ‘900 coincide con l'età edoardiana e la potenza imperiale inglese arriva al suo apogeo. Edoardo VII sale al trono nel 1901 alla morte della regina Vittoria ed è durante il suo regno che si consolida il trionfo economico, industriale e militare del paese. Le condizioni di lavoro e di vita delle classi lavoratrici sono durissime e disumane mentre la classe dominante, ossia la borghesia inglese, crede di aver raggiunto un equilibrio che la preserverà per sempre. In realtà la prima guerra mondiale rompe questo equilibrio. D'altronde già all'inizio del secolo era evidente che il vecchio mondo ottocentesco con i suoi valori soffocanti doveva lasciare il posto alla modernità. Saggi, manifesti e riviste eliminano le convenzioni letterarie dell’età vittoriana per lasciare posto alla modernità. Il movimento che negli anni precedenti alla guerra distrugge le vecchie convenzioni viene chiamato modernismo. Il movimento modernista trae energia dal rapporto con le varie espressioni artistiche e in primo luogo con le arti figurative. Sono fondamentali le mostre su Manet e sui post-impressionisti e quelle dedicate ai futuristi italiani organizzate nei primi decenni del ‘900. Wyndham Lewis (1882-1957) è il promotore del vorticismo, corrente pittorica che propone una pittura con tratti netti e forti e dagli angolazioni acute che esaltano la macchina, l'energia e il vitalismo. Questi principi vengono portati anche all'interno della scrittura da Lewis. C'è un recupero della tradizione ma non quella dai romantici in poi ma quella del patrimonio culturale dell’Europa, a partire da Dante o addirittura da Omero. Il poeta modernista esce dall'ambito provinciale della Gran Bretagna e si apre alla cultura internazionale. Nel dopoguerra alcuni scrittori inglesi, francesi e tedeschi capiscono che i cambiamenti avvenuti dalla fine dell'Ottocento non permettono più allo scrittore di ritrarre la realtà con criteri sicuri per ordinarla come è sempre accaduto. Conseguenze: e gli autori rinunciano a rappresentare la vita nella sua completezza ma scelgono di limitare l'argomento della narrazione a poche ore o giorni poiché sono convinti che sia meglio indagare un singolo fatto; e gli autori scelgono di dissolvere la realtà poiché passando attraverso il prisma della coscienza la realtà viene frantumata in significati molteplici. Per farlo: Utilizzo del flusso di coscienza, lo Si rinuncia al punto di vista del narratore e stream of consciousness, come in si adottano più punti di vista, come fa Joyce. Il narratore scrive il processo dei Virginia Woolf. Il singolo narratore non pensieri, delle associazioni e delle può esistere in un mondo che non è sensazioni che attraversano la mente. conosciuto nella sua interezza, come accade invece per il narratore ottocentesco. La narrativa Lo scrittore americano Henry James diffonde nel mondo inglese la consapevolezza dell'importanza della produzione di Zola e del suo naturalismo. Questa rivoluzione giunge in Inghilterra, anche attraverso George Moore, affascinato dall'idea di una nuova arte basata sulla scienza. I romanzieri di maggior successo dell'inizio del secolo sono H.G. Wells, Bennet e Galsworthy, tutti pienamente convinti della necessità di superare le forme del romanzo ottocentesco. La forma nuova che essi adottano discende dal naturalismo e almeno all'inizio non li contrappone ai padri del modernismo: Wells è in contatto con Ford Madox Ford e Conrad dedica Nostromo a Galsworthy. Tuttavia il rinnovamento formale che essi propongono si muove in una logica di continuità mentre i modernisti propongono una rottura radicale con il passato. Si giungerà quindi ad una contrapposizione. H.G. Wells (1866-1946) propone una nuova arte basata sulla fantascienza. In romanzi come La macchina del tempo e La guerra dei mondi, Wells immagina sviluppi tecnologici, invasioni marziane, conflitti mondiali, conquiste scientifiche e distopia. Sono segni di una preoccupazione ideologica e sociale. La preoccupazione sociale riveste importanza anche per Arnold Bennet (1867-1931), soprattutto nell'opera Anna of the five towns del 1902, storia di una donna vittima di un padre avaro che viene ambientata nella zona industriale delle 5 città. La sua è una vastissima produzione ma purtroppo mediocre, seppure seguitissima. John Galsworthy (1867-1933) è un romanziere e un drammaturgo attivo nei primi anni del ‘900 e che porta nella sua narrativa lo spirito di giustizia sociale e di critica all'establishment. I suoi drammi toccano l'opinione pubblica tanto che Justice del 1910 comporta una revisione del sistema penale britannico. Nel 1906 pubblica Il possidente: attraverso le vicende di una famiglia si critica la borghesia britannica poiché trasforma ogni cosa in merce. Si rappresenta la crisi di un ceto sociale e dei suoi valori. In seguito il romanzo dà vita ad una saga familiare in cui l’aspetto della critica scompare. Joseph Conrad Joseph Conrad (1857-1924) vive ed opera in una stagione nuova per la letteratura inglese, durante la quale si sviluppa un dibattito sulla necessità di rinnovare le narrazioni e le forme espressive della letteratura. Conrad intrepreta questa voglia di rinnovamento e la sua letteratura è una ricerca sulla modalità con la quale rappresentare una realtà multiforme, sfuggente ed incomprensibile e per questo i personaggi di Conrad sono inquieti e turbati dalla loro esperienza della realtà. Nasce da genitori polacchi, nel regno di Polonia (nell’attuale Ucraina) sotto il dominio della Russia zarista. La sua famiglia appartiene alla nobiltà polacca e i genitori sono direttamente coinvolti nelle spinte irredentiste che animavano il regno della Polonia. Il padre di Conrad crea un comitato clandestino per rivoltarsi contro i russi: viene scoperto ed esiliato e lo seguono la moglie e il piccolo Conrad, di soli 4 anni. Presto rimane orfano e viene affidato ad uno zio materno. Conrad vive da straniero ed ha un'infanzia travagliata. A 17 anni si reca a Marsiglia per intraprendere la carriera marinara e si imbarca sulle navi della Marina mercantile francese. Vive in una città cosmopolita e in fermento ed è ben avviato nei circoli marinareschi, ma vive tra sregolatezza e investimenti sbagliati. La sua immagine di avventuriero romantico è alimentata dal tentativo di suicidio. Nel 1878 si imbarca sulle navi della marina mercantile inglese senza mai abbandonare la sua ambizione di diventare scrittore. Per qualche tempo unisce la scrittura alla vita di mare. Ventenne inizia ad imparare l'inglese e da straniero polacco inizia ad inserirsi nel mondo britannico. Dopo la pubblicazione del primo romanzo La follia di Almayer del 1895 si stabilisce in Inghilterra poiché nel frattempo è diventato cittadino britannico e si dedica soltanto l'attività di scrittore. La sua esperienza marinara nelle parti più lontane del mondo ha un'importanza decisiva per la sua opera letteraria: e Sul piano del racconto, poiché la componente avventurosa affascina il lettore; e Sul piano ideologico, perché ora ha una particolare visione del mondo per cui la vita è intesa come un misurarsi con le avversità, esiste un senso di comunità che unisce chi insieme le affronta ma anche la necessità di un ordine per cui ognuno abbia un proprio compito e una propria responsabilità. Molte delle storie di Conrad sono ambientate nei territori coloniali e sui mari ma, diversamente da quanto accadeva per altri scrittori e lettori, Conrad non aderisce in maniera convinta all'imperialismo, anzi, il suo atteggiamento è una riflessione critica sull’impresa coloniale, posizione evidente sin dai primi lavori: La follia di Almayer, Un reietto delle isole (1896), Un avamposto del progresso (1897) e Cuore di tenebra (1899). La vicenda si svolge in Congo e al suo centro c’è Kurtz, un uomo che è stato creato da tutta l'Europa. Viene mandato nella colonia africana come portatore di civiltà ma una volta giunto nel Congo si perde. Il cuore di tenebra è quello dell'uomo europeo e civilizzato che però lasciato solo in un mondo primitivo e primordiale si abbandona alla parte più istintiva e selvaggia di sé. Tenebra può anche essere considerata la stessa impresa coloniale di cui Kurtz è la metafora. Kurtz si perde in questo luogo altro perché non sarebbe dovuto essere qui: non ne ha il diritto e non ha la forza di resistere all'abisso. Nel 1902 pubblica il romanzo breve Tifone: il capitano McWhirr salva la sua nave e il suo equipaggio durante una terribile tempesta. Non c'è un premio per lui, ha solo compiuto il suo dovere in circostanze drammatiche. Questo è uno schema ricorrente di Conrad: i suoi personaggi sono in una situazione estrema, se la superano non hanno nessuna ricompensa, se non la superano giungono alla morte. Kurtz è colpevole di essersi dimenticato di sé e non viene lasciato come un re-dio ma viene fatto morire. Il capitano di Tifone supera la prova e si salva. Lord Jim del 1900 racconta la storia di un uomo giusto che in un momento estremo abbandona la nave che sembrava destinata al naufragio e vaga per anni alla ricerca di una prova che possa redimerlo ma in realtà alla fine trova la morte. Rispetto alla vicenda e ai suoi personaggi, Conrad è una specie di dio-autore che a differenza degli scrittori modernisti scorge comunque nel disordine del mondo un principio ordinatore. L'opera Nostromo del 1904 è un'indagine sulla risposta alle situazioni estreme e di nuovo la morte suggella il tradimento di Nostromo. Tutto il romanzo è ambientato in un'immaginaria repubblica sudamericana narra di tradimenti e cedimenti alla potenza del denaro e alla miniera d'argento, il centro ideologico del romanzo. L'opera L’agente segreto del 1907 si svolge in una Londra fredda e inospitale, come la metropoli di Eliot, e racconta di un gruppo di anarchici e di un attentato organizzato in modo da far ricadere la colpa su di loro. È una tragedia umana poiché delle piccole figure vengono travolte da un gioco che le sovrasta e che si conclude con la morte. L'opera Con gli occhi dell'Occidente del 1911 mette in scena il fallimento morale di un gruppo di rivoluzionari esuli dalla Russia zarista. Nel romanzo si mette a confronto l'anima irruente e barbara dell’Europa orientale con quella fredda e inerte dell'Occidente. Conrad ha affrontato la condizione umana e la realtà storica e spesso lo ha fatto usando un secondo narratore o un personaggio che non sa cogliere appieno il significato dell'esperienza raccontata. Conrad dichiara in modo indiretto ciò che gli scrittori modernisti dichiareranno esplicitamente: il romanzo non è più capace di descrivere la realtà come nell’800 poiché essa è disgregata e mutevole. L'esperienza africana "Cuore di tenebra" viene scritto nel 1898 e pubblicato in 3 capitoli nei primi mesi del 1899 (febbraio, marzo e aprile). Il romanzo attinge da un'esperienza biografica vissuta da Conrad nel Congo nel 1890 per sei mesi, ma l’opera affonda le sue ragioni nel 1868, quando in uno scritto personale, “A personal record", Conrad racconta di quella volta in cui da bambino affermò il desiderio di recarsi in Africa, nella macchia bianca (zona ancora inesplorata). La sua audacia di bambino ("andrò lì!") gli ricade sulla testa dopo. Questi sono gli anni dell'espansionismo europeo e delle sue mire rivolte all'Africa. Nel 1885 il Congo (stato libero del Congo, ma libero solo formalmente) diventa dominio personale del re belga Leopoldo II dopo la conferenza di Berlino per la spartizione dei territori africani. Nel Congo viene creato un apparato burocratico di compagnie commerciali presiedute dal re e subito l'impresa coloniale belga civilizzatrice che aveva come motto “libertà e lavoro” diventa saccheggio e sopraffazione del popolo per una massimizzazione dei profitti. In Cuore di tenebra Conrad mostra l’ipocrisia dell’Occidente, celata dietro la retorica del progresso. Fino al 1908 si consumarono atrocità mostruose nel Congo (alcuni storici hanno rintracciato in questi orrori il seme dei genocidi del primo Novecento) perché le opportunità di guadagno per il re belga erano diverse: > L’avorio, centrale nel romanzo (Kurtz è accumulatore di avorio); > Caucciù, la gomma, una materia prima fatta raccogliere in maniera massimizzata dai nativi dagli alberi della gomma. Forster è vicino al gruppo di Bloomsbury ed è sensibile al modernismo. È consapevole che il romanzo deve assumere una forma nuova che corrisponda alla realtà mutata ma il modo moderno con cui narrare il mondo moderno non corrisponde al suo essere artista. Nel dopoguerra pubblica l'ultimo romanzo Viaggio in India del 1924, ambientato prima della guerra nell'India dell'impero. Sono contrapposti dominati e dominatori accecati dal pregiudizio razziale. L'inglese Fielding difende l'amico indiano Aziz accusato ingiustamente processato ma viene bandito dalla comunità inglese. L'amicizia potrà essere ricomposta solo quando i dominatori se ne saranno andati per sempre. È consapevole dell'importanza del subconscio ma il modo moderno di scrivere non fa per lui. James Joyce Tames Joyce (1882-1941) si laurea all'università cattolica di Dublino e lascia l'Irlanda e il suo insopportabile provincialismo per andare a Parigi e poi a Trieste dove vive insegnando inglese. Allo scoppio della guerra si trasferisce a Zurigo e infine nel 1920 si stabilisce a Parigi dove pubblica il suo capolavoro Ulysses, del 1922. Il primo testo importante di Joyce è la raccolta di racconti Gente di Dublino, del 1914. I racconti sono autonomi ma vengono pensati per rappresentare la vita di Dublino negli aspetti dell'infanzia, dell'adolescenza, della maturità e della vita pubblica. Dublino viene considerata “il centro della paralisi” della realtà irlandese. Tipica della scrittura di Joyce è l'epifania + l'improvvisa rivelazione dell'essenza di una cosa che dà senso al racconto e permette di cogliere in un singolo momento o in un singolo particolare il significato generale di un'esistenza, di un intero mondo. Secondo i modernisti la coscienza si manifesta nell’epifania, non nel momento notevole come la morte o il matrimonio ma nell’ordinario. Sono importantissime le valenze simboliche che percorrono tutti i racconti. Il simbolo più importante è la paralisi sia letterale che metaforica (The Dead, la paralisi è rappresentata dalla neve bianca che ricopre tutta l'Irlanda, cadendo delicatamente su tutti i vivi e su tutti i morti). L'esilio è per Joyce una liberazione dal clima soffocante dell'Irlanda provinciale e bigotta. È la liberazione da ogni vincolo dopo le punizioni dell'infanzia e i tormenti dell'adolescenza (conflitto tra divieto moralistico e sessualità). Nell'opera Ritratto dell'artista da giovane del 1916 l'esilio diventa quasi sinonimo della condizione di artista: il romanzo presenta elementi autobiografici ma dev'essere visto come l'illustrazione di un percorso generale e di maturazione del giovane artista. Ulysses viene scritto tra Trieste, Zurigo e Parigi tra il 1914 e il 1921. Eliot lo recensisce con ammirazione, soprattutto per via dei paralleli tra la scrittura realistica e il poema omerico che è il punto di riferimento dell'opera a partire dai tre protagonisti: Leopold Bloom è un piccolo ebreo errante che lavora nel settore pubblicitario di un giornale cattolico, la moglie infedele Molly è una modesta cantante e l'intellettuale Stephen Dedalus è un'artista deluso. I tre rimandano a Ulisse, Penelope e Telemaco. I titoli dei 18 episodi creano ancora una volta il parallelo con l'Odissea e Joyce stesso definisce il romanzo un'odissea moderna. Bloom vaga proprio come Odisseo ma le avventure si svolgono in un solo giorno, il 16 giugno 1904, con gli spostamenti di Bloom nelle strade e nei locali di Dublino. L'intento parodico contrappone la grandezza del mondo antico alla piccolezza del presente ma allo stesso tempo c'è la convinzione che il materiale del mondo contemporaneo può essere elaborato in una dimensione epica. A causa della presentazione delle funzioni vergognose del corpo il romanzo viene censurato in Usa fino al 1933 e in Inghilterra fino al 1937. È un romanzo di realismo che riproduce con precisione le strade e le case di Dublino e che vuole essere una summa di tutto l'universo attraverso un intreccio di temi, riferimenti letterari, contenuti simbolici che circondano i due temi del romanzo: la ricerca del figlio da parte di Bloom (suo figlio muore e adotta Stephen per pochissimo) e la ricerca del padre da parte di Stephen (suo padre era inadeguato). La scrittura è realistica ed è caratterizzata dall’inventiva linguistica. Giochi di parole, echi letterari, prestiti dalle altre lingue. L'innovazione tecnica più importante è l'utilizzo dello stream of consciousness che occupa l’ultimo capitolo Penelope. Mentre Molly è in dormiveglia nella sua mente ondeggiano pensieri, ricordi, si accavallano immagini e parole che danno vita al flusso di coscienza. Questa soluzione narrativa è anche alla base dell'ultimo lavoro Finnegans Wake, La veglia di Finnegan, a cui lavora dal 1923 al 1939. La vicenda non c'è perché il romanzo racconta i pensieri e i sogni del gestore di un’osteria fuori Dublino e del suo rapporto con la moglie e i figli. La loro esperienza rappresenta l'intera avventura umana e nel passaggio dal singolare all'uni versale si ricorre all’utilizzo di parole in più lingue. Le parole sono deformate, sono presenti allusioni e bizzarrie linguistiche e l'esperienza del protagonista è racchiusa nella dimensione del sogno. L'influenza di Freud è evidente. La sperimentazione viene estremizzata e oscura la narrazione stessa. Joyce è l'autore più geniale e stupefacente del ‘900 modernista. D.H. Lawrence David Herbert Lawrence (1885-1930) viene introdotto nei circoli letterari di Londra da Ford Madox Ford che era interessato alla sua scrittura e alla sua estrazione sociale. Nei primi romanzi questa non emerge mentre con il romanzo Figli e amanti del 1913 la vita delle classi lavoratrici, la miseria e la sofferenza giungono in primo piano. È un romanzo realista in cui la società inglese viene descritta dal punto di vista delle classi non dominanti ma è anche un romanzo molto moderno nell'indagine psicologica del rapporto tra genitori e figli. In particolare ci si sofferma sul rapporto edipico tra madre e figlio. Paul cerca senza successo di liberarsi dal legame soffocante con la madre attraverso il rapporto con la timida Miriam e la più carnale Clara. Alla fine del romanzo la madre muore e Paul è un uomo distrutto. Le ultime parole, però, mostrano una volontà a non arrendersi e a vivere la propria vita. I temi portanti di Lawrence sono le tensioni nei rapporti sociali e sessuali, il conflitto tra istinto e ragione, la contrapposizione tra convenzioni e passione e il contrasto tra natura e civiltà industriale. Il contrasto tra natura e industria si ritrova nella saga della famiglia Brangwen L’arcobaleno del 1915. Si denuncia la distruzione della civiltà naturale ad opera della civiltà industriale. Lawrence idealizza la vita precedente e rappresenta le trasformazioni sociali dell’Inghilterra del secondo ‘800. Il romanzo Donne innamorate del 1921 porta l’idea, attraverso le vicende delle sorelle Ursula e Gudrun Brangwen, che la forza vitale può essere recuperata con un’esperienza sessuale. Il romanzo è diverso dalla produzione precedenti poiché sono forti gli elementi di rottura con la narrazione tradizionale. Le valenze simboliche occupano un ruolo centrale nella narrazione costituita non tanto da vicende ma da singoli episodi, singoli momenti di scoperta di una verità profonda attraverso l'istinto e l'emozione. Il romanzo attacca l’élite intellettuale, soprattutto il Bloomsbury Group, che viene considerata malata di estetismo e di autocompiacimento e incapace di affrontare le tragiche vicende del presente. Lawrence è consapevole dello sconvolgimento della guerra. Il dopoguerra è apocalittico e testimonia la decadenza dell'Occidente: nasce così la ricerca di un rapporto con culture altre e con valori di mondi lontani. L’amante di Lady Chatterley viene pubblicato in Italia nel 1928 e censurato in Inghilterra e in America per più di trent'anni. Il marito di Lady Chatterley è paralizzato per delle ferite di guerra mentre l'amante Mellors è un guardacaccia non contaminato dalla civiltà industriale. Il suo amore è fisico e dettato dall’eros e la sessualità diventa possibilità di riscatto e realizzazione di sè. Il finale è aperto tra pessimismo e speranza. Il crollo dei mercati finanziari e l'affermazione del partito nazista poco dopo confermano il sentimento che ispira questa storia. Esiste una profondità dell'analisi psicologica che arricchisce i personaggi. Lawrence indaga l'inconscio già prima di conoscere Freud. È uno scrittore modernissimo ma non è tra gli scrittori modernisti che lui non amò. Virginia Woolf Virginia Woolf (1882-1941) è figlia del critico Leslie Stephen e moglie dello studioso di economia e politica Leonard Woolf con cui fonda la casa editrice Hogarth press. Fa parte del Bloomsbury Group. La sua narrazione è inizialmente tradizionale e il cambiamento avviene con Mrs Dalloway del 1925. È convinta che bisogna superare la forma del realismo per valorizzare i moti dell'anima e della mente, di qui la stroncatura di Bennet, Wells e Galswhorty. Il romanzo si svolge in un solo giorno come Ulisse, esempio recente per la scrittrice. Il tempo viene scandito per 17 volte dai rintocchi delle ore. La protagonista è una dama dell'alta società londinese e la sua giornata si alterna a quella di Septimus, un soldato mentalmente distrutto dalla guerra e che nel finale si suicida. Il ritratto psicologico dei personaggi è di grande sensibilità e profondità: Mrs Dalloway, il suo vecchio corteggiatore Peter Walsh, Septimus e la sua mente sconvolta e il marito Richard Dalloway. Il romanzo si basa sull'idea che la realtà non è oggettiva ma è un qualcosa che si percepisce soggettivamente. I personaggi infatti sono trafitti da momenti di rivelazione e le associazioni della loro mente costituiscono la narrazione. Queste tecniche narrative valorizzano l'esperienza interiore. Sono presenti anche nel romanzo Gita al faro del 1927. Nella prima parte si narra di Mrs Ramsay e della sua famiglia mentre nella seconda della pittrice Lily Briscoe e del suo travaglio creativo che si conclude positivamente. Tra le due parti c'è un intermezzo di 10 anni che comprendono anche la prima guerra mondiale. Anche in questo caso contano i momenti di visione che sono spesso affidati al monologo interiore. Non si parla tanto di flusso di coscienza quanto di uno scorrere di sensazioni, immagini e associazioni mentali proposti attraverso una narrazione che mantiene comunque un ordine rispetto al radicale stream of consciousness di Joyce. Nell'opera Le onde del 1931 si descrivono le sensazioni e i pensieri dei personaggi e l'autrice non si preoccupa più di raccontare una vicenda. Virginia è ai vertici del modernismo e arricchisce il movimento con la sua riflessione e la sua scrittura tutta al femminile. Muore suicida nel 1941.
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