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Teorie Sociali sulle Norme, Valori e Relazioni Sociali, Sintesi del corso di Sociologia

Sociologiapsicologia socialeAntropologia socialeTeoria politicaTeoria sociale

Le teorie sociali di Hobbes, Comte, Spencer, Weber e Durkheim riguardanti la natura della società, il ruolo dei valori, le norme e le sanzioni. Vengono discusse le teorie del patto sociale, dell'organismo sociale, della teoria dei ruoli, del comportamento individuale e della devianza sociale.

Cosa imparerai

  • Che forma di devianza sociale descrive Durkheim?
  • Come le norme sociali vengono interiorizzate?
  • Che teoria di Weber spiega il comportamento individuale in relazione ai fenomeni sociali?
  • Come Comte e Spencer concepivano la società?
  • Che teoria sociale di Hobbes riguarda il patto di soggezione e l'autorità coercitiva dello stato?

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 19/09/2022

gayatri-rizzi
gayatri-rizzi 🇮🇹

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Scarica Teorie Sociali sulle Norme, Valori e Relazioni Sociali e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA GENERALE ORIGINI E COSA STUDIA La sociologia è lo studio scientifico della società intesa e compresa dentro i limiti di un territorio nazionale. Essa si differenzia dalle altre scienze che studiano la sua materia per le soluzioni che offre: 1. SOLUZIONE GERARCHICA La sociologia è destinata a completare il processo evolutivo che ha condotto la conoscenza umana ad affrontare oggetti sempre più complessi e a produrre sintesi sempre più ampie. 2. SOLUZIONE RESIDUALE Rientra nel campo di studio della sociologia tutto quanto non è, o non è ancora, oggetto di un’altra scienza sociale specializzata 3. SOLUZIONE ANALITICA La sociologia studierà così le forme di subordinazione e di dominio, la competizione e la concorrenza. La sociologia studia le forme pure di relazione. 4. SOLUZIONE TAUTOLOGICA Questo termine indica l’insieme delle ricerche di coloro che si riconoscono e sono riconosciuti da altri come sociologi. Si comincia a parlare di sociologia nella cultura europea intorno alla metà del XIX secolo. Per capire come mai proprio in quel periodo è utile fare riferimento a tre rivoluzioni che sono alla base del mondo moderno: 1. RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 2. RIVOLUZIONE SCIENTIFICA 3. RIVOLUZIONE FRANCESE PARADIGMI SCIENTIFICI KUHN ha proposto di chiamare PARADIGMI SCIENTIFICI quegli assunti di base di natura teorica e metodologica sui quali una comunità di scienziati in un determinato campo sviluppa un consenso storicamente accettato da tutti i suoi membri. Quando ciò accade vuol dire che ci si trova in una fase di scienza normale mentre nelle fasi delle rivoluzioni scientifiche emerge un nuovo paradigma che è destinato a sostituire quello precedente. Nelle scienze sociali questo modello è difficilmente applicabile perché siamo sempre di fronte a una pluralità di paradigmi in competizione tra loro. 1.PARADIGMA DELL’ORDINE Prima degli eventi rivoluzionari, l’ordine sociale era garantito dalle religioni ovvero la fede in qualcosa o qualcuno di sovrannaturale, la quale emanava leggi che governavano il mondo umano e naturale. Una volta infranta la credenza nelle sacralità della tradizione, il fondamento dell’ordine sociale doveva essere ricercato altrove, ma comunque all’interno della società stessa. HOBBES-> postulò un patto di soggezione mediante il quale gli uomini, sottoponendosi all’autorità coercitiva dello stato, erano riusciti a controllare la loro natura egoistica e violenta che altrimenti avrebbe condotto alla disgregazione della società. SMITH-> vide invece nel mercato l’elemento connettivo incapace di tenere insieme individui e gruppi che perseguono interessi diversi. Stato e mercato appaiono come due risposte al problema dell’ordine sociale COMTE e SPENCER-> la società è concepita come un organismo le cui parti sono connesse tra loro da una rete di relazioni di interdipendenza. Il motore del processo è la competizione tra le specie. 2.PARADIGMA DEL CONFLITTO MARX-> in ogni società i rapporti sociali fondamentali sono quelli che si instaurano nella sfera della produzione e distribuzione dei beni e servizi che servono alla società stessa per funzionare e riprodursi. Questi rapporti sono essenzialmente rapporti di dominio e sfruttamento e quindi intrinsecamente conflittuali XK gli interessi delle classi contrapposte sono antagonistici. WEBER-> il conflitto non si riduce alla lotta di classe. Esse nascono dalla contrapposizione di interessi economici che si scontrano laddove si formano dei mercati. Le varie sfere sono connesse anche se ognuna mantiene una sua autonomia. Il conflitto genera sia ordine che mutamento. 3.PARADIGMA DELLA STRUTTURA Norma => ci dice concretamente che cosa dobbiamo, o non dobbiamo, fare per realizzare un determinato valore. Le norme sono interpretabili come mezzi che prescrivono o vietano dei comportamenti in vista di qualche fine. Possiamo intendere le norme come delle obbligazioni; i valori come delle guide capaci di orientare i comportamenti nell’ambito consentito dalle norme. Le norme sociali sono tali in quanto i comportamenti che da esse si scostano incontrano invariabilmente qualche forma di sanzione. SANZIONI=> possono assumere le forme più diverse che vanno dalla blanda disapprovazione sociale alla pena capitale che in certi ordinamenti giudiziari colpisce chi ha commesso un grave delitto. Le sanzioni possono essere sia positive sia negative, cioè comportare una pena in caso di deviazione e/o un premio in caso di conformità. Sanzioni esterne= sono in molti casi un deterrente abbastanza efficace per indurre gli uomini e le donne a non deviare dalle norme sociali. Tribunale interno= giudica le nostre azioni è spesso più efficace di qualsiasi sanzione esterna. Perché il tribunale interno funzioni, è necessario che le norme sociali siano state fatte proprie dall’individuo, siano state cioè interiorizzate e quindi trasformate in norme sociali. L’interiorizzazione delle norme avviene nel corso del processo di socializzazione e dipende dagli insegnamenti e dai comportamenti dei modelli ai quali ogni individuo fa riferimento e dalle esperienze che accumula nell’ambiente in cui vive. TIPI DI NORME Possiamo indicare alcuni tra i più importanti criteri di classificazione. Un primo criterio distingue tra regole costitutive e regole regolative. a. Le regole costitutive attuano delle attività che non esisterebbero all’infuori delle regole stesse, non ammettono eccezioni e la loro applicazione non richiede in genere un apparato preposto alla loro interpretazione. b. Le regole regolative indicano ciò che è prescritto o ciò che è vietato nell’ambito di un’attività già costituita, ammettono eccezioni e consentono all’interpretazione. Un secondo criterio distingue il sottoinsieme delle norme giuridiche (le leggi) all’interno dell’insieme più ampio delle norme sociali. Esse sono emanate dall’autorità, presuppongono un apparato per la loro applicazione e per l’amministrazione delle sanzioni da esse previste. Ulteriore distinzione importante è tra norme implicite e norme esplicite. IDENTITA’ E SOCIALIZZAZIONE SOCIALIZZAZIONE E RIPRODUZIONE SOCIALE In società complesse una parte del patrimonio culturale, quella parte che va a formare le competenze sociali di base, deve essere trasmessa a tutti i membri della società, mentre una seconda parte, che comprende le competenze sociali specifiche, va distribuita in modo differenziato a seconda del grado e del tipo di divisione sociale del lavoro. Socializzazione primaria= l’insieme dei processi volto ad assicurare la formazione delle competenze sociali di base socializzazione secondaria= si indica l’insieme dei processi di formazione delle competenze specifiche richieste dall’esercizio dei vari ruoli sociali. Le agenzie alle quali sono affidati i compiti della socializzazione operano in un campo inevitabilmente attraversato da esigenze contrastanti di conservazione e innovazione: da un lato vi sono coloro che spingono a socializzare le nuove generazioni nella tradizione, dall’altro vi sono coloro che inducono a scartare come sorpassati e non più adeguati molti contenuti culturali a i quali si sono alimentate le generazioni precedenti. LE FASI DELLA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA Alla nascita il bambino è un essere dotato di grande plasticità. Entro i limiti posti dalle caratteristiche biologiche della specie e dalla sua dotazione genetica specifica, egli ha di fronte una gamma molto vasta di possibilità di sviluppo. Per quanto ogni percorso sia individuale, è possibile fissare alcune fasi tipiche attraverso le quali passano tutti gli individui. 1.Attaccamento: si sviluppa un rapporto carico di affettività tra la madre, dispensatrice di soddisfazioni, e il bambino, che manifesta attaccamento nei suoi confronti; dall’altro lato la madre, nel soddisfare i bisogni del bambino, incomincia a stabilire delle regole sulla base delle quali si formano delle aspettative reciproche di comportamento. 2.Premi e punizioni: nell’interazione tra adulto e bambino si vengono a stabilire delle regole. L’applicazione di regole comporta sempre in qualche modo un premio per il comportamento ad esse conforme e una punizione per il comportamento che da esse si scosta. Non sempre ricompense e punizioni hanno l’effetto di rafforzare il comportamento desiderato, in quanto la loro efficacia dipende da una serie di fattori che riguardano il contesto dell’interazione. LA SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA Definiremo socializzazione secondaria quell’insieme di pratiche messe in atto dalla società che consentono agli individui di assumere ed esercitare ruoli adulti. Il compito della socializzazione secondaria consiste nella formazione delle capacità sociali specifiche necessarie all’esercizio dei ruoli stessi. Ogni individuo ricopre nella società una pluralità di ruoli i quali si collocano in sfere di vita separate tra loro. Sfera ruoli familiari Sfera ruoli lavorativi Sfera ruoli relativi Sfera dei ruoli sociali e politici L’insieme dei ruoli svolti da un individuo si designa con il termine role set. Perché la maggior parte delle persone non commette reati? La risposta data è che ciò avviene perché queste sono frenate a farlo. I controlli sociali che impediscono loro di violare le norme sono di vario tipo. - Esterni: le varie forme di sorveglianza esercitata dagli altri per scoraggiare e impedire i comportamenti devianti. - Interni diretti: si manifestano nei sentimenti di imbarazzo, di colpa e di vergogna che prova chi trasgredisce una prescrizione sociale. - Interni indiretti: l’attaccamento psicologico ed emotivo sentito per gli altri e il desiderio di non perdere la loro stima e il loro effetto. 4. TEORIA DELLA SUBCULTURA Una persona commette un reato perché si è formata una subcultura criminale, che ha valori e norme diversi da quelli della società generale. L’idea che la devianza si apprende dall’ambiente sociale in cui ci si forma e si vive è stata presentata per la prima volta da Shaw e McKay. Secondo Sutherland il comportamento deviante è appreso attraverso la comunicazione con altre persone. 5. TEORIA ETICHETTAMENTO Coloro che la seguono sostengono che per capire la devianza è necessario tenere conto anche della creazione e applicazione delle norme; non solo dei criminali ma anche del sistema giudiziario. Il reato e la devianza sono il prodotto dell’interazione fra coloro che creano e che fanno applicare le norme e coloro invece che le infrangono. 1.DEVIANZA PRIMARIA: Chi fa queste azioni non considera sé stesso un deviante né viene visto come tale. 2.DEVIANZA SECONDARIA: quando l’atto di una persona suscita una reazione di condanna da parte degli altri, che lo considerano un deviante. TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE I sostenitori di questa teoria considerano i reati come il risultato di un’azione intenzionale adottata attivamente dagli individui. Colui che trasgredisce la legge va incontro a vari tipi di costo: - Esterni pubblici: sono dati dalle sanzioni legali inflitte dallo stato e dalle conseguenze negative che queste hanno sulla reputazione sociale - Esterni privati: sono i cosiddetti “costi di attaccamento” che derivano dalle sanzioni informali degli altri significativi - Interni: nascono dalla coscienza che fa provare al trasgressore sensi di colpa e vergogna SANZIONI In ogni società la conformità alle norme viene mantenuta attraverso l’uso o la minaccia di sanzioni. Formali: comminate da gruppi o organi specializzati ai quali è stato affidato il compito di assicurare il rispetto delle norme. Informali: spontanee o poco organizzate provenienti dai familiari, amici, colleghi. LA RELIGIONE Le religioni riguardano credenze, cioè idee che gli uomini si fanno intorno alla natura della realtà terrena e ultraterrena. SACRO E PROFANO La religione è un fenomeno universale nelle società umane. RELIGIONE= credenza, o un insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e sovrannaturale. La sfera trascendente costituisce la sfera del sacro: il cosmo viene distinto in una sfera del sacro e in una sfera del profano. Si può dire che le varie forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con cui è articolato il rapporto tra sacro e profano STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI Stratificazione sociale => sistema di disuguaglianze strutturali di una società nei suoi due principali aspetti: 1. Quello distributivo, riguardante l’ammontare delle ricompense materiali e simboliche ottenute dagli individui e dai gruppi di una società; 2. Quello relazionale, che ha invece a che fare con i rapporti di potere esistenti fra di essi; Definiamo stato un insieme di individui che godono della stessa quantità di risorse o che occupano la stessa posizione nei rapporti di potere. TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE  Teoria funzionalista Per i suoi sostenitori, l’esistenza delle disuguaglianze sociali è un fatto non solo inevitabile, ma anche necessario al buon funzionamento della società. La stratificazione sociale svolgo delle “funzioni vitali”, indispensabili alla sopravvivenza del sistema sociale.  Le teorie del conflitto Essi negano che la stratificazione sociale svolga una funzione vitale indispensabile alla sopravvivenza del sistema sociale. Ritengono che le disuguaglianze esistano perché i gruppi sociali che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri, in una situazione di conflitto continuo. Vi sono due impostazioni diverse, una richiama Marx e l’altra Weber. secondo Karl Marx La base delle classi è nella sfera economica. Secondo la teoria di Marx le classi sono dei soggetti collettivi che vivono e pensano in modo simile. secondo Max Weber le fonti delle disuguaglianze e i principi fondamentali di aggregazione degli individui andassero ricercati non in una, ma in tre diverse sfere: l’economia, la cultura, la politica. SISTEMI DI STRATIFICAZIONE SOCIALE  Schiavitù: può esistere solo in un’economia poco sviluppata che richieda grandi quantità di lavoro umano  Caste: il termine fu usato per la prima volta dai portoghesi nel significato di razza, ma viene dal latino con significato puro, non contaminato. Tre sono le caratteristiche essenziali della casta: - è un ceto chiuso. Si entra in una casta solo con la nascita. - Specializzazione ereditaria. Ogni casta è legata allo svolgimento di un mestiere o di una funzione rituale. - Le caste formano un ordine gerarchico, basato su un criterio religioso della purezza  Classi: le classi della società moderna sono raggruppamenti non di diritto ma di fatto LA MOBILITA’ SOCIALE TIPI DI MOBILITA’ Mobilità sociale => ogni passaggio di un individuo da uno stato, un ceto, una classe sociale ad un altro.  Mobilità sociale orizzontale: si intende il passaggio di un individuo da una posizione sociale ad un’altra allo stesso livello. cognitive e linguistiche né i valori, gli atteggiamenti e le aspirazioni che la scuola richiede. Se non riescono a scuola è perché mancano di tutti questi attributi, è perché sono in una situazione di privazione culturale.  TEORIA DELLA DIFFERENZA: rimproverano la teoria del deficit di cercare le cause dei fallimenti e dei ritardi non nelle istituzioni scolastiche, ma nei bambini e nel loro ambiente di origine. Varie ricerche hanno mostrato che, se gli allievi provenienti dalle classi sociali più basse hanno un cattivo rendimento scolastico, non è tanto perché sono culturalmente privati, ma perché questo è ciò che la scuola e gli insegnanti si aspettano da loro.  CAPIRALE CULTUALE ED ETHOS DI CLASSE: se gli studenti delle classi agiate vanno meglio a scuola è perché godono di privilegi sociali. La famiglia trasmette ai figli un certo capitale culturale, cioè un complesso di conoscenze e di valori, e un certo ethos di classe, cioè un insieme di atteggiamenti nei riguardi della cultura . Il primo influisce sul rendimento scolastico, il secondo soprattutto sulla durata della carriera scolastica. ISTRUZIONE E MERITOCRAZIA Gli studiosi che si rifanno alla teoria funzionalista ritengono che la società moderna sia diventata sempre più meritocratica. Ciò che caratterizza tale società è il processo di razionalizzazione, il passaggio dal particolarismo all’universalismo. Ciò che in questa società determina la posizione degli individui nel sistema di stratificazione è sempre meno l’origine sociale e sono sempre più le loro doti innate e le competenze acquisite. ECONOMIA E SOCIETA’ IN CERCA DI DEFINIZIONE DI ECONOMIA Economia => insieme delle attività orientate alla produzione, alla distribuzione e al consumo di beni e servizi per la sussistenza dell’uomo. Organizzazione che riguarda il procurare mezzi materiali per i fini che si propone STATO E MERCATO: LA REGOLAZIONE POLITICA DELL’ECONOMIA Lo stato, esercitando la sua autorità e destinando le risorse fiscali che preleva, definisce condizioni ai comportamenti di mercato e al suo funzionamento, e per qualche aspetto si sostituisce al mercato. Per indicare questi interventi pubblici nell’economia di mercato usiamo l’espressione regolazione politica dell’economia. Cicli economici => successione di fasi di crescita e di recessione dell’attività economica, con oscillazioni al di sopra o al di sotto di una linea di tendenza, per stabilizzare le quali il governo interviene frenando o stimolando l’economia, con variazioni del costo del denaro o della pressione fiscale. IL LAVORO LAVORO= attività diretta a trasformare risorse materiali per produrre beni e servizi necessari alla sussistenza dell’uomo. È l’attività economica per eccellenza. LA DIVISIONE DEL LAVORO: CONCETTI DI BASE E TERMINI DI USO CORRENTE Lavoratori indipendenti= sono compresi gli imprenditori agricoli, industriali o dei servizi, i coltivatori diretti, i piccoli commercianti e gli artigiani, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi che si impegnano a eseguire un’opera o un servizio senza vincolo di subordinazione. Lavoratori dipendenti= comprendono gli operai, impiegati, dirigenti. - La distinzione fra lavoratori indipendenti proprietari di mezzi di produzione, che impiegano dipendenti, e dipendenti non proprietari individua la divisione sociale del lavoro nelle economie regolate dal mercato. LAVORI ATIPICI => si sono differenziati nel tempo e ne sono comparsi di nuovi, si è arrivati in Italia a una quarantina di tipi, diversamente regolati dalla legge. LAVORO A TEMPO DETERMINATO => assicura flessibilità all’impresa, è una forma atipica che più svolge la funzione di cuscinetto per le imprese, che può a questo ricorrere a seconda dei momenti, per specifiche necessità, senza assumere stabilmente una quota di lavoratori con tutti i costi e le rigidità che ciò comporterebbe. LAVORO PARASUBORDINATO => collaborazioni coordinate e continuative e collaborazioni a progetto, al quale si possono aggiungere le cosiddette “false partite Iva”, l’insieme di coloro che nonostante siano per questo motivo giuridicamente indipendenti, lavorano per un solo committente, ne dipendono economicamente e nell’organizzazione del loro lavoro. LAVORO NERO => per indicare l’attività di chi non risulta a libro paga dell’imprenditore. Può essere considerato il caso limite del lavoro non-normale. Si tratta di lavori più o meno saltuari e occasionali, non regolarizzati contrattualmente e non tutelati. SECONDO LAVORO => caso particolare di lavoro nero. È il caso di chi avendo già un’occupazione garantita, svolge una seconda attività nascosta. Un occupato con contratto a tempo indeterminato non lavora necessariamente tutta la vita nello steso ufficio o nella stessa impresa: può essere licenziato o licenziarsi per diversi motivi. La permanenza nello stesso lavoro o la mobilità dei lavoratori, è più o meno alta nei diversi paesi. Ai due estremi della scala ci sono gli Stati Uniti, circa un quarto dei lavoratori occupava il proprio costo di lavoro da meno di un anno, e il Giappone, circa un quarto degli occupati aveva una permanenza superiore ai vent’anni.
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