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Riassunto manuale "Storia della letteratura inglese" di Paolo Bertinetti, Appunti di Letteratura Inglese

Riassunto delle varie sezioni del manuale "Storia della letteratura inglese" di Paolo Bertinetti

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 05/06/2022

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Scarica Riassunto manuale "Storia della letteratura inglese" di Paolo Bertinetti e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! PRIMO NOVECENTO LA POESIA L’imagismo Yeats Protestante, nasce a Dublino. Al materialismo vittoriano industriale oppone il mondo ideale della tradizione irlandese, oltre al mito eroico dell’Irlanda celtica. Si avvicina poi al simbolismo francese tramite l Rhymers’ Club di Londra, e alla svolta modernista presiede una nuova poetica, puntando ora sulla polarità opposta dell’altro da sé, identificato in un concetto di società collettiva, dell’anima mundi. Auden e i trentisti Nelle sue prime poesie sono evidenti i modelli pre modernisti, accostandole a modalità espressive dell’ Old e Middle English. Le sue opere anelano ad essere diagnosi di una società scissa, e da quì nasce la novità trentista e il suo spiccato interesse per l’azione e l’impegno ideologico e sociale. Thomas La sua poesia barocca richiama per la sua complessità di immagini i poeti metafisici e il surrealismo Londinese degli anni 30. la popolarità della sua poesia si spiega storicamente, riportando in auge la forza istintiva delle emozioni, attinte dalle memorie della cultura gallese. Lewis Diversamente dai man of 1914 tipo Eliot o Joyce, Lewis non è solo un letterato ma anche un pittore. avendo passato un soggiorno a Parigi, diventa molto cosmopolita, e rientrato a Londra, si può muovere con più indipendenza e spregiudicatezza. si pone in polemica con la narrativa dell’interiorità della Woolf e Joyce, visto che lui fa uso di una parola-azione violenta e dinamica, e in seguito con “The Apes of God” criticherà anche Bloomsbury, accusando dilettantismi estetizzanti. LA NARRATIVA L’intenso dibattito sulla forma del romanzo, che aveva caratterizzato gli ultimi due decenni dell’ 800, si radicalizza nella stagione modernista. Le convenzioni correnti vengono duramente contestate quando il romanzo aspira a diventare presso i modernisti veicolo di un’esplorazione e indagine spassionata della realtà. Il concetto di romanzo come forma d’arte suprema è da indirizzare al decadentismo, che lo aveva elevato alla forma di prodotto artistico autonomo, concetto di cui James è sostenitore assoluto. Nella sua teoria si mette in atto una narrativa che affida la rappresentazione a molteplici punti di vista, in grado di cogliere tutti gli aspetti del reale. Virginia Woolf In due lucidi interventi (“Modern fiction” e “Mr. Bennet e Mrs. Brown”), Virginia Woolf sostenne l’inattualità delle convenzioni del romanzo edoardiano di Bennett, Wells e Galsworthy. Il loro realismo era per lei totalmente inadeguato sia a cogliere la complessità e la mobilita di un contesto completamente trasformato, sia a fronteggiare l’ inusitata problematicità dell’esperienza modernista. Due fenomeni sono fondamentali per la sua svolta sperimentale: la riflessione sulla crisi e rivoluzione delle forme che avevano caratterizzato la stagione dell’avanguardia prebellica e la rivoluzione delle tecniche narrative attuata, soprattutto da Joyce. Mrs. Dalloway è l’esperienza complessa e ambigua della città, concentrata in una giornata. A partire da “Jacob’s room” si passa ad un narratore onnisciente, che costituisce una conoscenza frammentaria. Alla signoria dei dati oggettivi subentra il primato della coscienza che li ha registrati, la seduzione di momenti soggettivi, epifanici, i cosiddetti “moments of being”, ai quali è imposto essere fedeli, vengono definiti come l’unica garanzia dell’autenticità con cui si può , tramite la massima partecipazione, far luce sul reale. A differenza del flusso di coscienza di Joyce, il monologo interiore di Virginia Woolf ha carattere lirico e fantasmagorico. La materia della visione si scioglie in echi e suoni, in un pulviscolo di immagini e punti luminosi, una “pioggia incessante di innumerevoli atomi”, fino a radicalizzarsi in dati reali. Il monologo della Woolf propone la posizione indifesa della coscienza femminile. IL TEATRO La letteratura drammatica del Novecento fino a Beckett non ha conosciuto gli esiti di alta creatività che interessarono la poetica e la narrativa. Shaw a fine secolo, rimaneva per esempio ancora ancorato a delle tradizioni che non avevano più modo di confrontarsi con il nuovo volto della società. Questo tradizionalismo è evidente nel fatto che Craig, rimase inascoltato in Inghilterra. Si batteva per la massima semplificazione degli addobbi scenici e valorizzava la gestualità, inoltre furono fondamentali le sue stilizzazioni sceniche. Il “poetic drama” Si tratta di poeti che in assenza di altre valide proposte, si impegnano a riscrivere i dettami del well-made play (pièce bien faite in francese, un tipo di spettacolo teatrale, costruito secondo certi rigorosi principi tecnici, che ha dominato i palcoscenici d'Europa e degli Stati Uniti per la maggior parte del XIX secolo e ha continuato a esercitare la sua influenza nel XX.). Il teatro di Yeats appare oggi datato: la scarsità di allestimenti delle sue opere impedisce di accostarsi ad un esperienza che fu in realtà molto innovativa. Si fece promotore della rinascita del teatro irlandese e fondò l’Abbey Theatre. Si tratta di un teatro simbolico, evocativo e visionario, simile alla sua poesia, in primo luogo i suoi drammi hanno come tema il vasto repertorio folkloristico irlandese, insieme ad alcuni drammi a tema politico. Una rottura più netta si ha con Lewis, un vero incunabolo sperimentale del modernismo. È presente un’abolizione totale dell’azione, resa da blocchi di situazioni statiche, nonché l’uso della parola-immagine che sostituisce la comunicazione verbale. dovuto sopportare per tanto tempo. Nei suoi racconti è efficace l’uso del dialetto nella rappresentazioni delle classi proletarie. Nelle opere successive si avverte una certa pesantezza, corroborata da allegorie e ridondanze stilistiche. Storey con il romanzo “This sporting life”, approfondisce il tema di alienazione sociale. Il protagonista Arthur Machen un giocatore di rugby, assume un ingaggio che lo rende famoso e di successo, qualosa che lo allontanerà così tanto dagli altri da non poter avere rapporti se non in termini di denaro o possesso materiale, condannandolo alla solitudine. Moralisti e visionari: Greene, Golding, Spark Greene inizia a pubblicare negli anni 30, ma si allontana dal modernismo, creando un’opera più popolare, legata al cinema e al thriller. Con i suoi romanzi (“Brighton Rock”, “Power and the glory”), si offre una cronaca di conflitti più drammatici . la realtà viene descritta in una posizione morale, cercando di dare la verità e di combattere le ingiustizie, schierandosi dalla parte delle vittime. I personaggi dei suoi romanzi sono uomini comuni in cui prevalgono viltà, indifferenza ed egoismo, segnati da incertezza e fragilità. Golding si distanzia dal mondo contemporaneo, e comincia a scrivere tardi, dopo una formazione scientifica e musicale e l’esperienza della marina militare. Il suo romanzo più famoso è “Lord of the flies”, dove viene messo in luce un forte interesse per l’archeologia, che mette in contrasto la cultura Grecia e Egiziana: polarizzazione tra razionalità e mistero, di base in tutte le sue opere. Muriel Spark giunge in Inghilterra e inizia a scrivere negli anni 50, dopo la conversione al cattolicesimo. Le atmosfere ricche di suspense dei suoi romanzi (“Robinson” e “Memento mori”) nascondono allegorie della lotta tra il bene e il male, tramite una narrazione surreale e fantastica. I romanzi più famosi (“The prime of Miss Jean Brodie” e “Girls of slender means”), rappresentano una visione pessimistica della vita, attraverso la descrizione di claustrofobici ambienti femminili, come il collegio. Il tono della Spark è leggero e distaccato, emotivamente controllato, caratteristiche che l’hanno definita scrittrice “minimalista metanarrativa”. Esperimenti e “pastiches” Un’altra linea di sviluppo si basa sulla rappresentazione mimetica della realtà, e a partire dagli anni 70 questi due modelli entrano in contrasto. Ma la scrittura sperimentale trova conferma quando scrittori come Joyce cercano nel linguaggio un’alternativa al realismo sociale, ritenuto soffocante per la creazione narrativa. Strumento di riflessione diventa la figura del narratore, colui che nei primi decenni era scomparso, e ora si ritrova nelle opere, incerto del proprio status, come si vede in “The French Lieutenant’s woman” di John Fowles, dove il narratore spiega la sua sfiducia sugli strumenti di scrittura utilizzati. Con altre opere come “The magus” l’autore si avvicina più al tema gotico, a scopo di critica del realismo contemporaneo, e questa parodia del romanzo e il “pastiche” metanarrativo che si va a creare, diverranno pratiche fondamentali per il secolo successivo. FEMMINISMO Scrittura femminile e postmoderno La scrittura femminile intorno agli anni 70 e 80, seguendo la scia del femminismo, assume grande rilevanza. Abbiamo Elaine Showalter, con “A literature of their own”, la prima storia letteraria in cui si ricostruisce una tradizione di scrittura tutta al femminile, fatta di continua innovazione. La narrativa di questo periodo, rispetto a scrittrici precedenti come Doris Lessing, presenta caratteri chiaramente di genere, in cui vengono esplorati territori come sessualità, diversità, ambiguità sessuale etc, insieme ad una delegittimazione delle convenzioni culturali. Inoltre in opere come quelle di Margaret Drabble, diventa tema principale il progresso di emancipazione e di liberazione sessuale di giovani donne, come in “The milestone”. Eva Figes, ebrea tedesca espatriata in Inghilterra, narra di storie di emarginazione sociale, disagio, malattie fisiche e psichiche, ponendosi a confronto con la tradizione modernista e la nuova configurazione femminile (“Winter journey” oppure “Days”). è evidente quindi che gli interessi delle autrici va ben oltre la loro identità di genere, ed ognuna tratta la formula del romanzo in modo del tutto nuovo rispetto al passato. Tra le autrici più famose troviamo Angela Carter, che abbandona il modernismo, seguendo la fantasia più totale, esagerazioni e polimorfismo. Vicino alla Carter troviamo poi Jeanette Winterson che intreccia motivi biblici con erotici. Scrittori metropolitani e periferici Per gli autori delle ultime generazioni, rispetto a quelli degli anni 60-70, si concilia l’impulso del proprio realismo con una testualità problematizzata dalla crisi della rappresentazione. Si ibridano codici linguistici e letterari e si rifiuta la tradizione, facendo attenzione al linguaggio dei media e la fiction. Questi romanzieri si dedicano alla confluenza tra realtà e finzione della società post-tecnologica, cercando un ritorno alla grande narrativa, ma divertendosi a infrangere le aspettative del lettore. Alcuni autori di ispirazione urbana, come Alasdair Grey, si concentrano sulle periferie della città, sottolineando la differenza culturale, come una sfida alla classe dominante metropolitana. (L’uso del dialetto rispetto all’inglese standard ha una funzione di sfida, serve a liberare dagli stereotipi della rappresentazione). Il presente e la storia: McEwan, Barnes, Swift McEwan (“First love, last rites”, “In between the sheets”), si rivela come un autore che narra degli impulsi sessuali della prima adolescenza, come si vede nel successivo “The comfort of strangers”, ambientato in una Venezia chiusa e claustrofobica, riflesso di uno stato mentale favorevole alla realizzazione di fantasie inconsce. Nel romanzo “The child in time”, troviamo invece il tema del rapporto tra adulto e bambino, in cui si richiamano anche teorie scientifiche che ampliano la nozione di tempo lineare. Un altro filone tematico delle opere di McEwan è legato alla seconda guerra mondiale e le sue conseguenze, come si vede in “The innocent”, in cui si rielaborano le angosce legate allo sterminio degli Ebrei. Barnes esordisce con “Flaubert’s parrot”, un romanzo costruito su frammenti, citazioni etc. Si narra di un medico inglese Braithwaite, e la sua storia serve da pretesto satirico per criticare sia il mondo della letteratura che i critici. In “Waterland” troviamo l’opposizione passato e presente, con una storia basata sia su una costruzione razionale ma anche artificiale, fiabesca e folkloristica. Swift, con “Last orders” elenca una notevole topografia sociale del tessuto umano e urbano, tramite una scrittura con ritmo della lingua parlata. Il romanzo urbano: Amis, Gray, Kelman, Doyle Amis è attratto dagli aspetti più degradati e sgradevoli del mondo. “London fields” è ambientato in una Londra sporca ed inquinata, dove si realizzano incubi di fine millennio: aria irrespirabile, ingorghi di traffico inestricabili e violenza dilagante. Alasdair Gray e James Kelman presentano entrambi una realtà urbana decentrata. Il romanzo di Gray “Lanark: a life in four books”, un’immagine realizzata sotto innumerevoli punti di vista della società di Glasgow, la città che, come Dublino per Joyce, rimane una presenza costante. Kelman narra sempre di Glasgow ma in maniera salda ed impietosa, mirando ad una rappresentazione arida e squallida. Doyle scrive in lingua parlata, allontanandosi dall’inglese standard, con suoni che si mescolano con i rumori del pub, della musica rock e ai rumori della periferia di Dublino. L’intreccio delle culture: Mo, Ishiguro, Kureishi Timothy Mo, con il romanzo “Sour sweet”, presenta tutti gli intrighi della mafia cinese a Londra, scontri tra skinhead e pakistani. La scelta dell’inglese non comporta la cancellazione della cultura originale, che invece viene approfondita. Ishiguro nasce a Nagasaki ma vive in Inghilterra fin da bambino, con romanzi tipo “A pale view of the hills”, svolge il filo della memoria tra Nagasaki ed Inghilterra di una donna scampata alla bomba atomica. Lo stile si presenta elegante, sobrio. Kureishi nasce a Londra e dopo aver sceneggiato due film si dedica al romanzo, tramite un linguaggio demistificante e mordace, che presenta un grande intreccio etnico. LA POESIA Il Movement e Larkin Ciò che permette di considerare i poeti anni 50 una generazione è l’antipatia per la poesia delle generazioni precedenti, che in Inghilterra era diventata oracolare, criptica e surreale: l’obiettivo comune era dimenticare Eliot, Pound e voltare le spalle ad una poesia chiusa in se stessa. Tra gli esponenti, Enright e Thom Gunn sono simili nella provenienza dalle provincie e dal collegamento con le brick universities, ponendosi l’obiettivo di smantellare il surreale delle poesie precedenti per dar spazio al privato e al quotidiano. Il manifesto di questi nuovi poeti si può ritrovare in una poesia di Larkin “Born yesterday”, che enuncia i principi di una scelta di vita minima e antieroica. I versi però indicano anche una via di salvezza, la cattura della vita, fragile, è un esercizio di normalità. La sua poesia consiste nel fissare l’evento affinché non si perda. Gunn conversazioni spesso illogiche ed assurde, cariche di contenuti di minaccia e incertezza, un’opera associata ai “drammaturghi dell’assurdo”, visto che Pinter sottolinea l’inesattezza della vita in un mondo senza Dio e solleva problemi filosofici associati alla natura umana. (“The room”, “The dumb waiter”). i personaggio rappresentati sono persone ordinarie immobilizzati nella loro esistenza e isolamento, e la loro monotona vita viene spezzata da un evento inaspettato. La commedia: Orton, Ayckbourn, Bennett, Stoppard LA tradizione comica ha grande rilevanza nel teatro inglese. Il drammaturgo che la ricreò sotto una nuova sensibilità fu Joe Orton, tramite un grande talento linguistico e padronanza dei meccanismi del genere. Il suo teatro si basa sul contrasto tra situazioni estreme e conversazioni ordinarie. Il suo humor è grottesco, una denuncia all’ipocrisia morale della borghesia, un teatro aggressivo ed in sintonia con il clima contestatario degli anni 60, in cui si punta ad un effetto shock. Ayckbourn si pone in opposizione ad Orton, e il suo teatro propone una grande satira sociale e il ritorno ai valori comici tradizionali. Importante l’utilizzo del palcoscenico, creando vari spazi in cui i personaggi si muovono, come si vede in “How the other half loves”. Sotto la brillante superficie e la comicità delle situazioni presentate si offre la denuncia di comportamenti stereotipati e del malessere della società inglese. Il teatro di Bennett si propone come una mescolanza tra teatro classico e popolare, in cui tecniche come quella del music hall si mischiano con forme di teatro più classiche. Il teatro di Stoppard si presenta più sofisticato, con un linguaggio virtuoso, tramite acrobazie verbali e un forte talento per il pastiches. Il teatro politico: Hare, Brenton, Churchill, Friel Dalla ricca esperienza del teatro sperimentale Americano, deriva una forte spinta innovativa in Inghilterra negli anni 60/70. i drammi degli esponenti di questo movimento sono spesso rivolti agli esclusi dalle sale, e il teatro diventa strumento di analisi della società contemporanea, tramite carica provocatoria e linguaggi innovativi. Hare utilizza un registro comico-grottesco, e nel suo teatro si analizzano tematiche politiche e sociali. (“Slag”) Brenton approda nel teatro ufficiale e i suoi drammi mischiano toni farseschi e surreali (“Magnificence”). Il teatro alternativo si rivela molto fecondo anche per drammaturghe, tra cui Caryl Churchill, i quali drammi presentano ambientazioni storiche e trattano temi politici e sociali in forma parodica, dove spesso attori maschi si travestono da donne. (“Light shining in Buckinghamshire”). Friel è ritenuto il drammaturgo irlandese più importante della contemporaneità, colui che fonderà la Field Day Theatre Company. Nel suo teatro è fondamentale il ruolo del linguaggio, il forzato abbandono del linguaggio tradizionale che spezza la continuità culturale con il passato. (“The faith healer”). LA LETTERATURA IN INGLESE LE MILLE VOCI DELLA LETTERATURA IN INGLESE I maggiori scrittori inglesi del 900, sono si accomunati dalla stessa lingua, ma la cosa che più conta è il fatto che sono esponenti di una moltitudine di voci diversissime, che si sono levate dagli angoli più remoti del mondo. Negli anni 70 si consolida l’etichetta “Letteratura del Commonwealth” definizione che provocò personaggi come Salman Rushdie che la definì imprecisa storicamente, specificando che si dovesse parlare si di letteratura inglese, ma specificandone le varie diramazioni, indiana, australiana, canadese etc. In seguito, con Bruce King, nasce la distinzione tra paesi in cui l’inglese è lingua nazionale ed altri in cui è una seconda lingua, scritta da un’élite. (settler colonies vs invaded colonies - D.E.S. Maxwell). la differenza non sta solo nello scrivere, nel primo caso, nella propria lingua, la lingua della propria comunità e nel secondo caso, imposta invece dall’Impero, ma sta anche nel contenuto di CIO’ che si scrive. Il tema dell’esilio ha avuto maggior successo critico, che unificava scrittori sia caraibici, africani che australiani e neozelandesi. Ma un altro tema fondamentale fu il rapporto con la storia e il passato. Nelle invaded colonies il materiale dello scrittore derivava dalla storia coloniale, che si fondava su momenti di rivolta anticoloniale e la vita dei sudditi. Con il saggio di Griffiths “The Empire writes back” nasce l’aggettivo postcoloniale, sottolineando il rapporto delle letterature e il loro legame con l’Impero. Nel saggio si parla di appropriazione del linguaggio, la necessità di allontanarsi dall’inglese standard e liberarsi dal controllo linguistico della potenza imperiale. Le letterature africane L’unico elemento accumunante tra gli scrittori africani, derivanti da etnie talvolta nemiche e diversissime, è appunto l’inglese e la diglossia. L’inglese parlato può essere sia quello standard ma anche la variante pidgin dell’inglese stesso. I tratti comuni inoltre sono quello espressivo ed ideologico. Il primo è dato dalla tradizione orale, che si manifesta con un narratore che narra le varie vicende (“The palm-wine drinkard” di Amos Tutuola). il secondo aspetto riguarda il ruolo dello scrittore, come colui che sa di più e sa come dirlo, un maestro che risponde ai problemi. Ruolo di guida viene assunto dallo scrittore N’Gugi wa Thiongo (Il nome è Gugi, ma ci si chiede, “quale Gugi”, il Gugi “wa Thiongo”, quindi il Gugi figlio della terra “Son of the Earth”)con romanzi quali “Weep not, child” e “The river between”. La poesia africana trova il suo primo cantore originale in Gabriel Okara, che pubblica le prime liriche nella rivista “Black Orpheus”. debitore della poesia romantica inglese, fu il primo ad esplorare la possibilità di unire la propria lingua a quella inglese, a livello sia linguistico che culturale. Christopher Okigbo era un poeta molto più complesso, che univa la retorica classica e poesia occidentale (modernista) insieme al repertorio folkloristico del suo paese. La letteratura del Sudafrica Una situazione paradossale avviene in Sudafrica, dove la lingua Afrikaans rappresenta la lingua dell’oppressione coloniale e l’inglese quella della libertà. La letteratura sudafricana nasce con la pubblicazione del romanzo “The story of an african farm” di Olive Schneider, dove si sottolinea il peso che assume la liberazione della donna in riferimento al contesto coloniale. Ma con lei, i neri rimangono fuori dalla narrazione, solo nel paesaggio. L’indigeno Sol t. Plattje, con il romanzo “Mhudi”, che come tema centrale, propone un’idea di un’identità sudafricana in quanto nazione e in quanto superamento delle divisioni etniche e tribali. La peculiarità del Sudafrica è stat quella di essere l’unico paese africano con un ingente numero di europei, un sistema in cui vigeva l’apartheid. La situazione politica diventa quindi fondamentale, e in questo contesto abbiamo scrittori come Alex la Guma e il suo romanzo “Walk in the night”, dove si ritrae il mondo quotidiano, con le sue ambiguità ed illegalità. Ma le due figure più riconosciute mondialmente sono Nadine Gordimer e J.M. Coetzee Gordimer. La letteratura rappresenta l’aporia morale e politica che investe il sudafrica dell’apartheid, e vengono incitati i bianchi più liberali ad opporsi al regime. La riformulazione letteraria della realtà più importante è quella che indaga sull’animo dei sudafricani bianchi, in cui si sottolinea come l’apartheid porti alla perdita di dignità, alienazione e spaesamento. (“The conservationist”). AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA La letteratura australiana Il romanzo I coloni del Regno Unito giunsero in Australia tra la fine del 700 e il primo 800, ed erano gran parte galeotti. In seguito l’Australia diventa una colonia agricola dove il rapporto con gli aborigeni è sempre stato aggressivo. Tra le forme di scrittura più importanti troviamo il melodramma, il genere più popolare dell’ 800 inglese, costruito sul contrasto tra innocenza e malvagità, ma con la fine del secolo e fino alla prima guerra mondiale, la categoria chiave fu quella del realismo, percorso in vena sentimentale, con la romanticizzazione della vita nel bush, grazie ai racconti di Lawson. Mentre autori come Herbert, esponenti del social realism, si trovavano a stretto contatto con la propria terra, altri erano espatriati che raggiungono maturità artistica fuori dall’Australia. Martin Boyd vive gli ultimi 15 anni in Italia scrive romanzi storici, Christina Stead vive in Europa e solo un suo romanzo si svolge per intero in Australia. Tra gli scrittori più noti troviamo Peter Carey, che all’inizio scriveva racconti in cui realismo e surrealismo si mescolavano (“Bliss”). il suo umorismo, detto anche black humor, è raggelante trasferendo le paure della mente su pagina. La poesia e il teatro La poesia Australiana a partire dagli anni 30, ha cercato autonomia ed identità attraverso percorsi contraddittori, alternando suggestioni tradizionali e moderniste. Una forte personalità si ritrova in Judith Wright, con il volume “The moving image”, dove si tiene conto del passato e presente del mondo australiano, per poi entrare sempre di più nei problemi politici e sociali nelle opere successive. Negli anni 70, muta la rotta della poesia australiana, con personaggi quali Murray, attratto dalla dimensione magica del mondo aborigeno, l’unico poeta australiano in cui tutte le
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