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Riassunto Manuale Storia Medievale Andrea Zorzi, Sintesi del corso di Storia Medievale

Riassunto completo del manuale di Storia Medievale di Andrea Zorzi.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 09/10/2020

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Scarica Riassunto Manuale Storia Medievale Andrea Zorzi e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! STORIA MEDIEVALE – Andrea Zorzi. La storia medievale è una storia di mondi connessi e di scambi di uomini e di idee, distinte in 3 periodi: 1 periodo 2 periodo 3 periodo 300 d.c. GENESI 600 TRASFORMAZIONI 1.300 TRANSIZIONE 1400 La nozione di medioevo è un invenzione intellettuale posteriore a quel lungo millennio. Per primi furono gli umanisti italiani del 4°/5° secolo a formare un’idea che un lungo intervallo di molti secoli li separasse dalla cultura degli antichi. Alla metà del 15° secolo cominciò così a diffondersi nei loro scritti un espressione nuova “Età di mezzo”. Nella seconda metà del 17° secolo il tedesco GEORGE HORN (docente all’università di Leida propose una nuova periodizzazione, stabilendo i termini cronologici di questo periodo tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.) e la caduta dell’Impero d’Oriente nel 1453. EPOCA ANTICA 476 EPOCA MEDIA 1453 EPOCA RECENTE Il medioevo era ormai un periodo storico ben definito. L’Illuminismo rielaborò a sua volta l’idea di medioevo affermando che la Chiesa cattolica e il feudalesimo avevano fondato un modello di società basato sul privilegio, sull’autoritarismo e sull’oppressione. Peraltro, l’immagine negativa del medioevo, grazie allo storiografo modenese Muratori fa risaltare che l’Italia pur non essendo politicamente unita, condivideva una TRADIZIONE STORICA COMUNE, ricostruendo i tratti comuni della lingua, i costumi, le leggi, il commercio ecc.. L’immagine positiva del medioevo si diffuse in Europa alla fine del 1600, gli elementi vincenti furono il risalto degli aspetti passionali e irrazionali del Medioevo, una sensibilità più acuta verso la natura e la bellezza dei paesaggi nelle poesie ed i romanzi storici che furono ambientati nelle avventurose vicende di dame e cavalieri. QUADRO GENERALE 1.1 Spazi La storia del medioevo prende origine tra il 300 e il 600 proprio da una serie di incontri tra civiltà. Il vasto spazio geografico euroasiatico e africano gravitante sul Mediterraneo entrano in contratto con l’impero romano costituendo un’area multiculturale e riconfigurato dalle migrazioni delle popolazioni nomadi e seminomadi provenienti dall’Asia e dall’Europa orientale, le cosiddette invasioni barbariche. Si affiancarono intorno al 1000 una serie di conflitti crescenti per il controllo delle risorse economiche nel Mediterraneo orientale e per l’accesso ai luoghi di culto della cristianità in Terrasanta (Le Crociate). L’impero bizantino entrò tra il 1200 e il 1400 in una crisi irreversibile , culminata con la caduta di Costantinopoli. Nel 1400 secondo le società europee vennero a trovarsi inserite in una dinamica globale di interconnessioni che, per la prima volta, operava su scala mondiale. 1.2 Tempi I periodi non sono realtà storiche autonome, ma costituiscono l’esito di un’operazione intellettuale di conoscenza: la periodizzazione. Il divenire storico non è uniforma, ma conosce cicli e crisi, in rapporto ai quali può essere distinto in fasi caratterizzate da elementi coerenti. Gli storici tendono semmai a individuare come momenti diversi, bene identificabili grazie a caratteristiche comuni 400 PRIMO 900 PIENO / SECOLI CENTRALI 1200 TARDO 1400 400 ALTO 1000 BASSO 1400 PRIMO: insediamento delle popolazioni germaniche nel territorio dell’impero romano, predominio dei ceti militari e dall’economia signorile. INTERMEDIO: affermazione di attività economiche più varie, nuove figure sociali (mercanti e figure ecclesiastiche), maggiore ricchezza economiche tra le classi. FINALE: più complessa articolazione della società, distinzione in classi e gruppi diversi, crisi ecclesiastica e depressione economica. 2.3 Clima, ambiente e epidemie Gli studiosi hanno rilevato variazioni climatiche con un’alternanza di periodi caldi e freddi. Tali evoluzioni hanno influenzato gli andamenti delle produzioni agricole e delle attività economiche ad esse connesse. Dall’inizio del 1300, la fase calda fu interrotta da un brusco calo delle temperature, la cosiddetta età glaciale. L’abbassamento delle temperature determinò una contrazione delle aree di sopravvivenza nell’emisfero settentrionale e si accompagnò alle migrazioni delle popolazioni seminomadi verso i più miti territori mediterranei dell’impero romano. A condizionare l’evoluzione della popolazione sono anche le malattie infettive dette epidemiche per la capacità di colpire un gran numero di individui in un arco di tempo molto breve. Il millennio fu segnato in particolare da tre specie di epidemie: la peste, il vaiolo e la lebbra. Il bacino del Mediterraneo nel 500 fu colpito dalla peste proveniente dall’Asia centrale per circa due secoli, ricomparendo poi nel 1347 ad Occidente invadendo tutta l’Europa fino alla Scandinavia e le regioni intorno a Mosca. Nello stesso periodo comparve il vaiolo nell’Europa del nord e nelle isole britanniche, alcuni episodi anche nelle città italiane. La lebbra apparve a scaglioni ma raggiunse il picco tra il 1100 e 1200. L’arretratezza delle conoscenze mediche e l’ignoranza dei contagi indusse le autorità pubbliche a soluzioni empiriche come l’isolamento degli ammalati in lazzaretti. 2.4 Demografia L’evoluzione della popolazione europea durante il medioevo può essere rappresentata in 3 fasi: 1°depressione- 2°espansione- 3° depressione L’inizio dell’età medievale coincise con una drastica riduzione della popolazione. Il raffreddamento climatico favorì l’eccesso di precipitazioni che portarono a frequenti carestie ed epidemie, abbassando l’età delle unioni coniugali e aumentando la mortalità infantile. Dal 700 la popolazione cominciò lentamente a crescere. Le terre incolte tornarono ad essere coltivate, il traffico delle merci fu riavviato, la fondazione di nuove città, una rete più fitta di villaggi, rendimento delle colture agricole e dell’allevamento. Nella seconda metà del 1200 la popolazione cessò di aumentare, un peggioramento delle condizioni climatiche, calarono i rendimenti, ma fu drastico soprattutto a casa della grande epidemia: la peste bubbonica del 1347-1348. Il morbo si mantenne fino al secolo successivo. 2.5 Insediamenti Al di là del confine segnato dai grandi fiumi Reno e Danubio le popolazioni germaniche erano invece sparse in tribù. Le migrazioni verso le zone più miti del Mediterraneo vennero gestite da due istituti importanti: federatio (federazio) trattato d’alleanza per il quale le tribù combattevano per l’impero romano in cambio di denaro hospitalitas : concessione di un terzo delle terre che puntavano a stabilizzare le genti barbariche e a rendere uno stabile e pacifico insediamento. 2.6 Economia Il sistema principale dell’economia era basata su quella agraria, soggetta a sua volta alle variazioni climatiche. La crisi dell’economia romana fu seguita da una lunga fase di crescita, caratterizzata dall’espansione delle produzioni di beni e manufatti e scambi commerciali. Il tardo impero utilizzava un sistema trimetallico (bronzo/argento/oro), solo con la riforma attuata da Carlo Magno si introdusse il denarius d’argento, consentendo per molti secoli in Europa la circolazione di monete facilmente utilizzabili. 2.7 Società In età romana era prevalso il modello agnatizio, che riconosceva la linea maschile di discendenza nella successione patrilineare. Questo fu fatto proprio dalle famiglie dei re in modo tale da trasmettere il patrimonio attraverso i primogeniti e rendere ereditario il potere signorile. Cominciò a distinguersi anche grazie alla fissazione dei cognomi. Il matrimonio, contratto civile tra uomo e donna, venivano stipulato da un notaio, solo nella seconda metà del 1100 riconobbero il matrimonio come sacramento. I membri dell’aristocrazie che ricoprivano ruoli ecclesiastici si dividevano in: -oratores: coloro che pregavano per la salvezza della società. -bellatores: coloro che combattevano per la sua difesa. -laboratores: coloro che lavoravano per il suo sostentamento. Nascono anche nuove figure: artigiani, bottegai, commercianti, notai, soprattutto di gran importanza i mercanti. stabilire un rapporto pacifico con le popolazioni locali offrì all’imperatore Giustiniano il pretesto di intervenire e nel 543 i bizantini riconquistano l’Africa, le isole mediterranee, ponendo fine al regno dei vandali. Visigoti: durò a lungo nel tempo grazia al sistema hospitalitas fino all’avanzata degli arabi nel 711-716. Franchi: Una piena integrazione con le popolazioni gallo-romane, la loro identità viene influenzata durevolmente essendo sottoposti ai romani. Fu Clodoveo, re dal 481 al 511, pone le basi per la costruzione di un nuovo regno, estendendolo verso ovest e distruggendo l’ultimo nucleo della resistenza gallo-romana. Clodoveo comprese l’importanza di stabilire dei stretti rapporti con l’episcopato cattolico e nel 496 si fece battezzare dal vescovo Remigio, presentandosi come protettore delle chiese e fondando nuovi monasteri. Alla morte di Clodoveo nel 511 portando alla separazione del regno fra gli eredi. Dalle famiglie aristocratiche erano reclutati anche gli ufficiali pubblici: i conti risiedevano in città con compiti giudiziari e militari e i duchi a capo delle circoscrizioni territoriali (militari). Una grande famiglia aristocratica, quella dei Pipinidi, riuscì a rendere ereditaria tale carica. L’affermazione dei Pippinidi fu legittimata dalla loro alleanza con la Chiesa di Roma: Pipino si fece ungere il sacro crisma nel 754 dal papa Stefano, che consacrò anche i figli Carlomanno e Carlo, il futuro Carlo Magno. Longobardi: Giustiniano ristabilì il dominio imperiale sull’Italia con la prammatica sanzione (554), riorganizzando le circoscrizioni territoriali e mantenendo divisa l’amministrazione civile da quella militare. I longobardi, pressati dai gepidi e avari, migrarono in Italia attraversando le alpi giulie nel 569 guidati dal re Alboino, insediandosi in modo disomogeneo: parte settentrionale dell’Italia, parte della Toscana, dell’Umbria e gran parte dell’Italia meridionale. Ebbe un impatto molto violento sulla società Italica: -sul piano sociale l’aristocrazia senatoria viene dispersa ed altri anche ammazzati, le terre furono confiscate e distribuite tra i membri dell’esercito longobardo, i quali diventarono i proprietari terrieri: uomini in armi (Arimanni) e dai semiliberi (aldii). I longobardi si suddivisero in raggruppamenti familiari (fare) che gestivano le funzioni militari sotto l’autorità dei duchi. Gran parte della popolazione era protestante, l’altra parte ariana. Un graduale superamento della contrapposizione fra i longobardi ariani e i romani cattolici fu dato grazie alla regina Teodolinda e il papa Gregorio Magno, preoccupato di salvaguardare Roma. La corte viene stabilita a Pavia nel 626, viene sviluppato un apparato di governo e ristabilito il territorio in distretti più ordinati. Le grandi aziende agricole erano affidate ai gastaldi (amministratori delle aziende agricole) a cui vengono conferite funzioni di governo. Il dominio longobardo fu esteso alla Liguria e all’entroterra veneto. L’insieme dei territori bizantini viene riorganizzato e affidato all’esarca, comandanti militari, che risiedeva a Ravenna e riuniva le funzioni civili e militari. Le condizioni d’integrazione migliorarono, ma nel 727 Liutprando puntò alla conquista di Ravenna e Roma, ma sollecitati dai papi, Carlo Magno conquista il regno nel 774 aggiungendo al suo titolo dei re dei franchi, anche quello dei longobardi. 5.L’oriente L’imperatore Giustiniano elaborò un programma di restaurazione - obiettivo: la riconquista dei territori mediterranei, il regno dei vandali in Africa del nord, quello degli ostrogoti in Italia, e recuperarono le coste meridionali della penisola iberica, sul fronte orientale Giustiniano si assicurò una pace eterna con l’impero persiano in cambio di oro. Sul piano religioso: si impegnò a tutelare la Chiesa e rafforzò il potere dei vescovi. Rafforzò la rete dei funzionari statali e redisse un nuovo codice. Per il continuo stato di guerra, le funzioni militari acquistarono un peso crescente, furono create nuove unità amministrative, i temi, con a capo uno stratego, funzionario con poteri militari e civili. I villaggi diventarono le vittime dell’esazione delle tasse e furono costretti ad abbandonarli. Nel 678 gli arabi assediarono Costantinopoli e nel 726 l’imperatore Leone III proibì la venerazione delle immagini sacre, la lotta iconoclastica (distruzione delle immagini) per creare un fronte contro il pericolo islamico, e si agevolò sempre più la separazione tra la chiesa di Roma e quella orientale. La crisi poi si chiuse con la riammissione del culto delle immagine solo nel 843. Gli Slavi nei Balcani diedero vita ad un nuove regno nel basso Danubio e Costantinopoli ne favorì l’opera dell’evangelizzazione per assimilarli alla civiltà bizantina, convertendo il re Boris, bulgaro. Gli slavi occidentali legati alla Chiesa di Roma mentre i bulgari, serbi, macedoni e gli slavi orientali rimasero legati alla chiesa di Costantinopoli. Tradussero la Bibbia in slavo (nuovo alfabetico cirillico). Bari tornò sotto il controllo dell’impero dei bizantini e posta al centro di un tema, nel 975 sotto il controllo del catapano (ufficiale a cui venivano affidate le province). 6.Islam L’Arabia era abituata da tribù di beduini, tribù nomadi e politicamente instabili. Solo nel 570 Maometto crebbe nel mondo delle religioni diffuse, riuscendo a dare un’identità unitaria a una moltitudine di tribù. Alla morte di Maometto nel 632 furono incaricati i califfi a tenere unita la comunità e a far rispettare la legge divina. I califfi guidarono campagne di guerra contro i bizantini e persiani conquistando l’Egitto, Palestina, Siria, Mesopotamia e la Persia. Nel 656 sale Alì al potere, pretendendo che il califfo dovesse appartenere alla famiglia di Maometto, esplose una guerra che aprì una frattura tra i musulmani: sciiti (Alì) e sunniti (il profeta). -Si sposta la capitale a Damasco con a capo una rete di funzionari L’impero si estendeva dal nord Africa fino all’Atlantico, dal continente asiatico fino all’Indo, la Spagna visigota, la conquista di Cipro, Creta e Rodi diede alla flotta araba il predominio sul mare. Rotta l’unità politica del Mediterraneo. I musulmani vennero fermati solo dai bizantini e dai franchi. Con il califfo Omar II ci fu: -l’abolizione dello status separato degli arabi e la creazione di un sistema politico fondato sull’uguaglianza. -muove la capitale da Damasco a Baghdad, spostando il baricentro dal Mediterraneo verso l’Asia. -potere centrale suddiviso in: cancelleria, esattoria fiscale e amministrazione militare, sotto il controllo del visir, funzionario di corte. -territori suddivisi in provincie rette da governatori locali, gli emiri. L’enorme impero cominciò nel 800 a disgregarsi quando iniziarono a svilupparsi delle politiche autonome e si affermarono le località autonome (Tunisia, Marocco, Egitto…). 7/8 Europa Carolingia Alla morte del padre Pipino e del fratello Carlomanno, Carlo (detto il Magno) ereditò il regno franco: -guidò un’espansione militare oltre il Reno contro i Sassoni, ai quali fu importa con la forza l’evangelizzazione, fu distrutto il regno degli àvari sul Danubio, e conclusa la conquista del regno longobardo. -nell’ 800 fu incoronato imperatore dal papa Leone III, presentandosi come il sovrano cristiano e la persona che aveva unificato e convertito con la forza al cattolicesimo l’Europa. -stabilì una sede privilegiata di residenza ad Aquisgrana (nell’attuale Germania Occ.) -il territorio fu suddiviso in circoscrizioni comitati (sulle città) e marche (regioni di confine), con a capo conti e marchesi, reclutando la maggior parte di essi proprio vassalli per contare su personaggi di fiducia. Ma non tutti erano così leali, per questo Carlo stese allora una rete di controllo dei missi dominici, gli inviati del signore, incaricati di sorvegliare l’operato dei funzionari locali. In genere nominati a coppie: un laico e un ecclesiastico. I missi dovevano diffondere nei territori le leggi emanate dal sovrano, note col nome di capitolari, che erano redatte dal corso delle grandi assemblee (placita) che riunivano annualmente gli esponenti delle grandi aristocrazie -sostenne lo sviluppo di una rete di scuole vescovili e di centri scrittorii presso monasteri, affiancando a corte una schiera di intellettuali a cui l’imperatore affidava l’elaborazione dell’ideologia sui valori cristiani. -furono introdotte le gabelle (tasse indirette) sul transito delle merci sulle strade e porti. In Italia: nel 774 mise fine all’esperienza politica longobarda in Italia. Si mantennero le stesse caratteristiche, Pavia ne rimase la capitale e i duchi e i funzionari longobardi furono quasi tutti confermati. Ludovico ne ereditò il potere alla morte nel 814 e accentuando i caratteri sacrali dell’ideologia imperiale ne meritò l’appellativo Pio. Ci furono violente lotte tra gli eredi ben prima delle sua morte nel 840: -A Ludovico: i territori a est del Reno -A Carlo il Calvo: quelli più a Occidente -A Lotario: quelli dal nord al regno d’Italia. Già dal III secolo la popolazione calò progressivamente ma raggiunse il punto cruciale nel 700 con guerre carestie ed epidemie causando: aumento della mortalità, caduta della nuzialità e delle migrazioni. Una situazione che venne descritta dal vescovo di Milano Ambrogio “cadaveri di città semidistrutte”. Solo dopo il 1000 si andò a migliorare progressivamente, ci fu aumento demografico, una nuova domanda economica, la servitù cominciò a sparire e nuove forme di organizzazione del lavoro agricolo e marittimo (con Venezia, Napoli, Amalfi). Furono i vescovi che acquisirono la pienezza dei poteri pubblici più di quanto l’impero carolingio stesse facendo, si circondò di collaboratori, vassalli e concittadini. All’interno dei regni si formarono le grandi dinastie autonome, le contee e marchesati, coordinate dagli ufficiali pubblici, conti e marchesi. In particolare, vescovi e monasteri ottennero delle concessioni di immunità che esoneravano le loro proprietà dall’autorità e dal controllo degli ufficiali pubblici. Il re, anche dopo la stabile affermazione dinastica, non riuscì mai a esercitare una vera autorità su tutte le regioni. In Italia: il conflitto per il trono fu duraturo, solo quando il re di Germania Ottone I fu sollecitato dal papato a intervenire contro Berengario II (marchese d’Invrea, vicino Savona), ricevette il titolo re d’Italia 961 e la corona imperiale. Dopo Enrico di Sassonia che sconfisse gli ungari, il figlio Ottone I restaurò l’autorità imperiale su nuove base, fu incoronato a Roma nel 962. Nel IX/X secolo ci furono anche molte incursioni: - i saraceni (musulmani dediti ad attività di pirateria) saccheggiarono la basilica vaticana a Roma nel 864, in Liguria e in Piemonte. -gli ungari a Pavia e nelle abbazie campane. Le spedizioni furono contrastate solo quando in Occidente cominciò a diffondersi la cavalleria leggera. -Dalla Norvegia mossero verso la Scozia, l’Islanda e la Groenlandia, i cosiddetti vichinghi. -I normanni penetrarono anche nella Francia settentrionale dove il re Carlo il Semplice, assegnò il titolo di conte al capo Rollone, ottenendo in cambio il giuramento di vassallaggio. 9. Il sistema curtense In età carolingia le grandi proprietà fondiarie organizzarono l’attività agricola intorno ad aziende (curtes in Italia) caratterizzate da una bipartizione funzionale. Nella riserva padronale (dominico), il proprietario faceva condurre i lavori direttamente dai propri schiavi che vi risedevano a totale carico, vitto e alloggio del padrone. Nella parte a conduzione indiretta (massaricio), i lavori erano portati avanti da famiglie di coltivatori liberi o servi a cui erano affidati degli appezzamenti con patti a lunghissimo termine (corvées). I coltivatori del massaricio, liberi o servi, erano tenuti a corrispondere al padrone un canone, in natura o in denaro. Il surplus agricolo (quantità superiore rispetto a quella necessaria) veniva commercializzato nei centri di scambio. Questo sistema curtense si diffuse in Italia solo dopo la conquista franca. Si ritrovarono progressivamente sottomessi allo stesso modo al potere signorile, costituitosi da poteri di comando, di giustizia e di esazione fiscale. Ciò comportò anche scene di rivolta come quella contadina di Stellinga, in Sassonia, nel 841. Ma anche episodi di sovrapposizione e di concorrenza fra i diversi poteri signorili. La costruzione di fortezze e castelli rafforzò la fisionomia locale del potere, garantendo ai signori un controllo più efficace del territorio e dei suoi abitanti. Esercitava i tributi sulla: -signoria fondiaria: nei limiti del suo possesso fondiario e sui suoi lavoratori, servi e affittuari. -signoria territoriale/banno: la signoria estesa a tutti i residenti di una determinata area. Nel 1037 l’imperatore Corrado II riconobbe il Constitutio de feudis decretando che a un vassallo non potesse essere sottratto il beneficio senza una giusta causa, così legittimando le realtà signorili. La diffusione delle signorie incentrate sui castelli favorì la formazione di specialisti della guerra. Questi guerrieri furono chiamati cavalieri, e furono protagonisti dei conflitti dell’epoca compiendo violenze per disciplinare i comportamenti, alcuni su iniziativa di vescovi che imponeva la sospensione delle violenze chiamati “paci o tregue di Dio”. 10/11 Le chiese locali Tendenza di fondo fu la separazione tra i laici e il clero( insieme dei chierici che si distinguevano dai laici per un rapporto più immediato con il sacro). Le comunità erano le chiese: -vescovi: responsabili della guida spirituale ed amministrativa. -preti/sacerdoti: affiancavano i vescovi e incaricati nella predicazione e delle celebrazioni liturgiche. -diaconi: svolgevano compiti di assistenza e di amministrazione -metropolita: confermava e consacrava i vescovi della propria provincia. -patriarca: i vescovi che avevano una maggiore dignità nell’episcopato. I metropoliti svolgevano le assemblee per questioni organizzative e disciplinari. I concili invece erano effettuati da i vescovi della varie provincie. Nel 962 con il Privilegium, Ottone I ribadì anche il controllo imperiale sull’elezione pontificia. I papi furono tutti legati al trono imperiale, fino al 1059 quando l’elezione fu riservata ai soli cardinali (vescovi delle basiliche). Il Monachesimo fu una delle varie forme della cristianità. Gli eremiti si ritiravano a vivere nelle necropoli, sugli alberi o in cima alle colline, seguendo l’esempio di Gesù mettendo in pratica i principi evangelici della povertà, castità e obbedienza. Un’altra forma fu il cenobitismo, la vita in comune dei monaci, della preghiera, della penitenza e del lavoro. I monasteri non furono solo luoghi di preghiera e di formazione intellettuale, ma anche dei centri di organizzazione economica e politica della società. Molte abbazie infatti furono fortificate e difese da castelli custoditi da cavallieri con rapporti vassallatici. Gli abati finirono con esercitare però un pieno potere signorile. Gli ufficiali potevano però agire solo efficacemente solo nelle aree di diretto dominio della corona, in quelle feudali dovevano coordinare la propria autorità con poteri locali. Gli ufficiali non erano vassalli del re, ma dei veri e propri stipendiati: ricevevano una vera e propria remunerazione per il servizio svolto. (Differenza ufficiali/vassalli: non avevano in cambio un feudo NO LEGATI per via feudale). Cardine di questo sforzo fu l’imposizione del principio di superiorità del tribunale su quelli signorili, con l’obbligo dei sudditi di fare ricorso alla giustizia del re in caso di delitti gravi. IL REGNO DELLA FRANCIA: Il dominio diretto dei Capetingi tra il 900/1000 era limitato a un’area ristretta compresa tra la Loira e la Senna, la potenza derivava soprattutto da potenze esterne come la Normandia legata al mondo anglosassone o le Fiandre per il commercio. Per questo motivo la regalità non era avvertita come una minaccia ma lo accettavano come simbolo dell’unità del regno e come garante della pace e della giustizia. Fu solo un secolo dopo che i Capetingi assunsero il compito effettivo di protettori delle chiese e di garanti delle paci di mercato guadagnando così il sostegno delle gerarchie ecclesiastiche e delle città del regno. L’immagine di un re come un personaggio dotato di poteri di guarigione che venivano acquisiti dall’unzione divina nel corso della cerimonia di incoronazione. Decisa fu la formalizzazione delle relazioni feudali tra i grandi vassalli e il re che fu Luigi VII. La popolarità del potere soprannaturale si diffuse nell’immaginario di molte aree europee e contribuì ad accrescere il loro prestigio e il loro potere. IL REGNO D’INGHILTERRA: Dalla prima metà del 900 il regno anglosassone unificò i numerosi poteri locali presenti sul territorio dell’isola britannica. Il regno era diviso in circoscrizione territoriali in cui operavano gli agenti del re (sherif), incaricati alla riscossione dei tributi e dell’amministrazione della giustizia mentre i grandi possessori fondiari svolgevano per il re compiti di coordinamento militare su base territoriale. Nel 1016 con una spedizione militare il danese Canuto II si impadronì della corona. Canuto designò a sua volta come successore del regno anglosassone il fratellastro Edoardo (figlio di Emma della Normandia). Il duca di Normandia, Guglielmo, alla morte di Edoardo si oppose all’incoronazione di Aroldo, e attraverso la Manica con il suo esercito sconfigge e uccide Aroldo (re d’Inghilterra). Conquistò la corona e fu nominato Guglielmo il Conquistatore. Distribuì le proprietà dei sassoni ai normanni e in ogni villaggio ci fu uno sceriffo con poteri giudiziari, fiscali e militari. Concesse il feudo a baroni e cavalieri, creando le signorie territoriali e sottoscrisse nel 1086 il giuramento che i vassalli dovessero rispondere solo ed unicamente al re. Ma ciò favorì un clima di guerra interna che fu calmato solo da Enrico II recuperando il complesso dei territori fondiari e di autorità. Enrico II lasciò alla sua morte una struttura politica ben organizzata, di cui il re rappresentava due sistemi gerarchici (feudale e amministrativo), ma a causa di lunghe assenze dall’Inghilterra di Riccardo Cuor di Leone, impegnato nella crociata e nelle guerre in Francia, lasciarono nuove rivendicazioni da parte della nobiltà, così l’arcivescovo di Canterbury sottoscrisse nel 1215 la MAGNA CARTA, che ridefiniva i rapporti tra il sovrano e i sudditi e riconosceva le prerogative dei nobili, del clero e delle comunità mercantili. IL REGNO NORMANNO NELL’ITALIA MERIDIONALE: L’Italia meridionale tra il 900/1000 appariva caratterizzata da una forte frammentazione: - i longobardi nel ducato di Benevento - i bizantini in Puglia e in Calabria - Gaeta, Napoli, Sorrento e Amalfi si erano rese autonome. - in Sicilia gli arabi Alcuni decenni dopo chiamati dai principi longobardi e bizantini in lotta fra loro, alcuni avventurieri normanni s’insediarono e costruirono dei piccoli domini creando dei veri e propri rapporti vassallatici tra il sovrano e i signori territoriali. Niccolò II con l’accordo del 1059, si sottomise “feudalmente” al papato ricevendo però il titolo di duca di Puglia e Calabria e diventò garante per la riconquista della Sicilia musulmana. L’accordo di Melfi consentì alla chiesa di avere un prezioso alleato nello scenario mediterraneo. I normanni occuparono quasi totalmente l’Italia meridionale ed il fratello Ruggero, avviò la conquista della Sicilia nel 1061 che durò circa 30 anni, concludendosi con la vincita da parte dei normanni. La conquista normanna del Mezzogiorno diede luogo alla costruzione di una nuova monarchia. Fu il figlio di Ruggero, Ruggero II a riunificare i diversi principati normanni e nel 1130 ricevette il titolo di re di Sicilia, ricevendo l’unzione sacra. Vennero posti ufficiali periferici per controllare le realtà locali per riscuotere le imposte e amministrare la giustizia. Al vertice istituì una curia feudale composta da ministri e consiglieri con competenze specializzate. 15. La RECONQUISTA e i regni iberici. La reconquista è divisa in 2 fasi: - 1) Nella penisola iberica la riorganizzazione monarchica si svolge in relazione alla rioccupazione da parte dei cristiani dei territori conquistati dai musulmani. La riconquista godette dell’appoggio del papato ed i nuclei di partenza furono proprio i piccoli regni nel nord della penisola (regno di Navarra, regno di Aragona, e dal regno di Leòn e Castiglia). Alla base della reconquista era la crisi generale del mondo musulmano. Come la Sicilia, anche il regno musulmano iberico era frammentato. Nel 1085 gli eserciti cristiani conquistarono Toledo, dove il re Alfonso 6° (re di Castiglia e Leòn) vi trasferì la capitale. Importante è anche la dinastia dei Alhomadi, che nel 1147 costruirono un vasto dominio dalla Libia al Marocco all’Andalusia. - 2) La seconda fase della reconquista riprese verso la fine del 1100, quando i cristiani conquistarono Cordoba, Murcia e Siviglia e delle isole baleari grazia all’aiuto di Ferdinando III di Castiglia e Giacomo I d’Aragona. Nei regni cristiani iberici vennero quindi definiti i rapporti fra un potere regio e le aristocrazie. Nel regno di Castiglia e Leòn fu Alfonso 6° si proclamò imperatore di tutta la Spagna ottenendo il riconoscimento dal re di Aragona. Nel corso del secolo le città riconquistate ricevettero dai sovrani franchigie e privilegi che prevedevano consigli comunali privi dell’influenza della nobiltà. Il luogo di mediazione politica fu rappresentato dalle assemblee (cortes) che riunivano periodicamente i rappresentati dei baorni, del clero e delle città mercantili. IL REGNO GERMANICO: Il regno germanico e l’Italia centro-settentrionale, rimasero caratterizzate da una notevole frantumazione locale dei poteri. L’impero non riusciva a proporsi con la medesima capacità a fronte della forza delle signorie territoriali. Fu solo con l’elezione del 1152 del re di Germania Federico I di Svevia che incrementò i domini delle regioni sud-occidentali della Germania, affidandoli all’efficiente amministrazione dei propri ministeriali (amministravano i beni fondiari). Da essi trasse le risorse necessarie per la campagne in Italia e nel Mediterraneo. Grande importanza furono i movimenti d’espansione verso l’Europa Orientale abitata da popolazioni pagane. Nei territori della Prussia si formarono nuove signorie ad opera dei nobili. LE CROCIATE: Uno degli aspetti del rinnovamento fu la diffusione crescente della pratica del pellegrinaggio, nei luoghi sacri come Roma, Gerusalemme e Santiago. Il pellegrinaggio a lungo raggio veniva affrontato da uomini di ogni condizione sociale, per devozione, per adempimento di un voto e per espiazione dei peccati. Dalla metà del 1000 si consolidò anche l’uso da parte dei pontefici di concedere l’indulgenza, quindi la remissione dei peccati, a chi partecipasse alla reconquista armata della penisola iberica contro i musulmani. Si sancì così l’idea di difendere la fede cristiana con le armi. Il “pellegrinaggio armato” fu indirizzato anche alla liberazione della Terrasanta. L’esortazione venne direttamente dal pontefice, Urbano II e così nel 1096 s’inizio la spedizione armata. Nei territori conquistati furono costituiti vari regni cristiani (Terrasanta, Tripoli, Contea di Edessa..). L’organizzazione politica si basava quasi esclusivamente sui legami feudali che legavano i cavalieri ai loro signori. Furono istaurati nuovi ordini militare: i cavalieri (i Templari) che avevano il compito di difendere la cristianità con le loro armi. Pochi decenni dopo si formò una nuova potenza islamica tra Egitto e Siria, che riconquistò quasi tutti i territori occupati dai cristiani ed entrò trionfalmente in Gerusalemme nel 1187. Egli consentì ai pellegrini e ai mercanti cristiani di continuare ad accedervi, ma l’evento scatenò una nuova spedizione diretta dall’imperatore e dai re di Francia e d’Inghilterra ma i risultati furono scarsi. Conseguenza negativa fu anche la crescente intolleranza da parte dei musulmani nei confronti dei pellegrini e dei mercanti occidentali. 16. Il Boom demografico L’incremento di popolazione divenne impetuoso nel corso del 1200 e raggiunse il suo culmine tra il 1200 e il 1300. La crescita demografica fu dato dall’assenza di gravi epidemie e dal miglioramento del sistema alimentare. Le città furono ebbero uno slancio edilizio e masse crescenti di popolazione si trasferirono dalle campagne alle città. La tendenza economica espansiva garantì un equilibrio tra le produzioni e gli scambi. La seta, il cotone, le spezie dall’Oriente e le pellicce, legname, pesce dall’Europa scandinava. Il commercio a largo raggio conobbe una grande ripresa, anche i mercanti italiani acquisirono le rotte sul Mediterraneo e fondarono empori. Nell’ambito marittimo si diffuse un tipo di contratto commenda, in cui i mercanti riscuotevano dai vari creditori e al ritorno restituivano il denaro ricevendo una percentuale dai guadagni. Aumento anche la domanda di denaro in cui si coniarono nuove monete d’argento di maggior valore. La circolazione di monete fece nascere nuove figure come i banchieri, che assicuravano il cambio delle monete e i prestiti. Nascono tante altre figure come: fornai, muratori, fabbri, cuoiai, tessitori, giudici, avvocati, medici, maestri di scuola etc. 17. Autorità universali I disegni universalistici dell’impero e del papato entrarono in crisi alla metà del 1200, gli imperatori furono costantemente impegnati a gestire l’autonomia rivendicata dai principi territoriali e dalle città. I papi invece entrarono in conflitto con i grandi monarchi per il controllo delle immunità e delle cariche ecclesiastiche nei regni. Regno germanico: Federico I affermò che il potere imperiale era conferito direttamente da Dio attraverso l’unzione e non era mediato dall’incoronazione del pontefice. Ed è così che venne poi chiamato SACRO IMPERO. Da qui la determinazione di non riconoscere la supremazia papale segnò uno scisma nel 1159, che si ricompose solo nel 1176/77. Federico I nell’assemblea di Roncaglia (Piacenza) del 1158 pubblica nel regno d’Italia le prerogative dell’autorità regia: -esercizio della giustizia -riscossione delle imposte -facoltà di battere moneta -diritto di arruolare eserciti -controllo di strade e fortezze. Milano non si assoggettò e fu attaccata dall’esercito di Federico I. La crescita della pressione fiscale spinse molte città alla formazione di alleanze che sconfisse militarmente e costrinse Federico I a concedere l’esercizio di alcune funzioni regie ai comuni. Alla morte di Federico I, si aprì una grave fase di instabilità politica. La lunga vacanza aiutò a rafforzare l’idea che l’impero cristiano dovesse essere soggetto al potere universale del pontefice in cui Innocenzo III sviluppò una dottrina in cui sanciva che il potere spirituale era ricevuto da Dio e delegava l’autorità temporale ai sovrani che dovevano esercitarla sotto la guida della chiesa. A succedergli fu Benedetto Caetani che promise indulgenza ai pellegrini che avessero visitato le tombe degli apostoli a Roma. Regno Francia: Luigi IX operò sul piano internazionale favorendo la conquista del regno di Sicilia. Sul piano amministrativo istituì nel 1247 le inchieste nel regno per raccogliere le denunce degli abusi dei suoi ufficiali e rafforzò il ruolo degli ufficiali centrali di corte. Regno d’Inghilterra: Le perdire in terra francese e la concessione della Magna Charta avevano indebolito le prerogative dei re inglesi ed Enrico III dovette confrontarsi ripetutamente con le pretese dei baroni. Regno di Sicilia: Il rafforzamento del potere regio in Sicilia fu perseguito da Federico II. Si innestò sulle preesistenti strutture normanne sviluppando un efficace apparato amministrativo. Regni di Castiglia e di Aragona: La sconfitta dei musulmani nel 1212 consentì ai regni iberici ulteriori conquiste territoriali come Valencia e le Isole Baleari, mediate tramite le istituzioni amministrative (cortes) luoghi di mediazione tra il re, la nobilità, il clero e le città. Stato pontificio: il papa rafforzò i poteri temporali sul proprio territorio. Fu Innocenzo III ad espandere il proprio territorio facendosi giurare fedeltà da nobili del Lazio, dell’Umbria e delle Marche. Più in generale, i pontefici curarono lo sviluppo di un apparato burocratico destinato a riscuotere in tutta la cristianità i vari tributi. Europa Orientale: In Europa Orientale le monarchie non riuscirono a dare vita a forti strutture monarchiche, fu la cristianizzazione ad offrire un senso di identità. Intorno al 900 gli slavi orientali erano penetrati nell’attuale Ucraina e nelle regioni vicine raggiungendo l’apice nel controllo delle vie di commercio tra il Baltico, l’Europa e l’Oriente. Anch’esso andò incontro a un processo di divisione in vari principati, che ne resero inarrestabile il declino. Mentre nelle steppe asiatiche esisteva una vastissima dominazione per opera di tribù nomadi originarie della Mongolia. I mongoli conquistarono rapidamente la Cina settentrionale, l’Asia centrale e la Russia orientale. In Europa compirono razzie fino alla Polonia e all’Ungheria. 18. Rinnovamento La crescita economica nel 1000 sul piano culturale: -allargò il numero di persone in grado a leggere e scrivere, soprattutto perché i commercianti dovevano sottoscrivere per iscritto degli accordi. -nelle città sorsero così le scuole pubbliche organizzate dalle autorità pubbliche. -tra il 1000 e il 1100 si iniziarono a scrivere testi in volgare che in precedenza erano esclusivamente in latino. - costruzioni delle chiese in pietra e le città ornate da cattedrali, simboli della crescita civile ed economica. -la ricerca di nuove verità, le curiosità intellettuali come il recupero delle opere di Platone e le traduzioni dall’ebraico e dall’arabo per questi testi, portarono la formazione delle università. La prima a Bologna. -il mutamento dei tempo si rispecchiò anche nell’evoluzione dell’arte e dell’architettura dallo stile romanico a quello gotico. 23. Impero “tedesco” L’autorità imperiale della Germania non era mai riuscita ad imporsi con efficacia nemmeno all’interno della Germania, proprio perché distratta dalle aspirazioni universalistiche e dai lunghi periodi trascorsi in Italia. Carlo IV (1347/1378), imperatore del Sacro Romano Impero, per rendere meno incerte le procedure di elezione alla sovranità che finora erano state gestite dalla grande nobiltà tedesca, nel 1356 emanò una disposizione come BOLLA D’ORO in cui fissò il collegio dei 7 principi che avevano il privilegio di eleggere l’imperatore e confermò come non fosse più necessario ottenere anche la corona d’Italia e la consacrazione pontificia. Il titolo imperiale perse così effettivamente le prerogative universalistiche, accentuando la sua natura prettamente tedesca. Il titolo imperiale fu conteso tra il 1300 e il 1400 tra alcune grandi famiglie aristocratiche ma non riuscirono ad accedervi come una stirpe di re. Quindi continuò ad essere una carica dinastica (dello stesso “albero” del re). Data anche la sua enorme estensione, l’impero non ebbe mai una sovranità uniforme, non raggiunse mai i risultati delle monarchie dell’Europa occidentale. Nelle Germania meridionale e sulle coste del Mar Baltico si erano sviluppate le maggiori città tedesche, governate da un’attiva borghesia mercantile. Per vari decenni la Germania fu travagliata da uno stato di guerra continuo tra i principi e le città. Nel 1364 le varie associazioni si fusero in un'unica lega (oltre 200 centri, non solo tedeschi, ma anche dei Paesi Bassi, della Norvegia, della Svezia, della Polonia e della Lituania) = L’HANSA, divenne una potenza economica e anche militare di primo piano nel 1400. Bisanzio: Dopo il saccheggio di Costantinopoli nel 1204, i crociati si divisero il territorio bizantino dando vita ad un “impero latino d’Oriente”, monopolizzato dagli empori commerciali veneziani. Si difese dagli stati slavi nei Balcani e dall’avanzata dei turchi da Oriente. Ci furono varie guerre dinastiche ma si sviluppò un intensa vita culturale dove la città di Mistrà diventò il centro maggiore. L’islam: I mongoli, frantumarono con la loro invasione la dinastia turca in piccoli emirati. Da uno di queste prese avvio l’affermazione degli Ottomani, una piccola tribù turca che cominciò ad espandersi in tutta l’Asia Minore nei primi decenni del 1400 sotto la guida di Osman I. Si scontrarono con il regno di Serbia, assoggettando i serbi, l’espansione proseguì verso la Macedonia e la Bulgaria, mettendo in allerta l’Occidente. Così fu inviato un esercito dal papa Bonifacio IX ma fu sconfitto a Nicopoli nel 1396 ed il califfo di Baghdad prese il titolo di sultano (carica di governatore autonomo). Dopo la conquista completa della Persia, di Delhi in India, l’Anatolia, Maometto II cinse d’assedio Costantinopoli che cadde nel 29 maggio 1453: LA CADUTA IN MANO MUSULMANA DI COSTANTINOPOLI E LA FINE DELL’IMPERO BIZANTINO D’ORIENTE. 24 Dai regni agli stati Il rafforzamento in senso statale, quindi una stabilità politico-amministrativa e territoriale, dei regni europei tra 1300-1400 investì anche l’Europa orientale, ma più fragile rispetto alle occidentali. Solo in Francia e in Inghilterra si costituirono delle monarchie di carattere nazionale, nelle altre regioni continuò infatti a essere forte il peso dei poteri territoriali locali. Ma i sovrani cercarono sempre un dialogo politico, a stringere accordi con i poteri locali per creare base ideologica. Ci furono molti sviluppi: - in campo amministrativo la corte, le cancellerie e i consigli che affiancavano il sovrano nel governo del regno si differenziarono un po’ ovunque in uffici specializzati ciascuno con competenze diverse, sorsero così le alte corti di giustizia (relativa ai crimini gravi), le camere fiscali e i consigli del re. Le nuove figure non erano più in virtù di un legame di fedeltà ma dietro la corresponsione di uno stipendio per l’attività svolta (burocrazia non più reclutata in base allo status sociale, ma bensì alle competenze, perlopiù giuridiche) - introduzione di imposte indirette sulle merci d’importo e di esporto. Sui beni di prima necessità le gabelle. - caratteristiche dei nuovi eserciti: reclutati prevalentemente tra i sudditi, il loro mantenimento anche in tempo di pace, la trasformazione del mestiere delle armi in una vera e propria carriera militare..etc. -corpi stabili di funzionari incaricati di presiedere alla cura delle relazioni diplomatiche con i governi stranieri. (ambasciate). Malgrado il rafforzamento dei poteri sovrani gli stati rimasero caratterizzati però dalla presenza di una molteplicità di “corpi” politici (città, principati territoriali, la nobiltà, etc.) che esercitavano poteri e prerogative con ampi spazi di autonomia. I territori degli stati non rappresentarono delle realtà unitarie, dove si estendevano in maniera uniforme le leggi e la volotà del sovrano, bensì delle entità composite. Nonostante le rivolte della nobiltà, delle città e dei contadini costellarono il 1300 e il 1400, le assemblee rappresentative costituivano il luogo del dialogo e della mediazioni tra gli interessi della corona e quelli politici e sociali. Le assemblee contribuirono a rafforzare la coesione sociale e politica dei regni. I diversi corpi politici cominciarono ad abituarsi a coesistere insieme, venendo a formare un'unica comunità chiamata “paese”. I caratteri dal punto di vista linguistico e culturale diedero forma a un comune sentimento di appartenenza nazionale. 25. La guerra dei Cent’anni Si usa definire come guerra dei Cent’anni la serie di conflitti bellici che, in Francia, contrapposero la corona inglese e quella francese tra il 1337 e il 1453. Da secoli i sovrani inglesi possedevano territori e diritti nel regno di Francia. Quando nel 1328 il re di Francia Carlo IV morì senza eredi, il re d’Inghilterra Edoardo III , suo nipote, rivendicò il diritto di succedergli ma la guida del regno fu affidata a Filippo IV di Valois, che confiscò i feudi francesi di Edoardo e lo indusse a muovere guerra nel 1337. L’esercito francese conquistò i territori nel sud-ovest ma contemporaneamente nel 1358 insorsero i contadini francesi contro la nobiltà e a Parigi ci fu una rivolta guidata dai mercanti contro l’amministrazione regia. Solo nel 1360 con la pace di Brètigny si sancì la sovranità inglese su circa un terzo del territorio francese. Ma pochi anni dopo grazie all’inasprimento fiscale per le spese bellicche della guerra in Inghilterra, il re conquistò quasi tutti i domini inglesi sul territorio. Dal 1453 agli inglese rimase in territorio francese solo il porto di Calais. L’incapacità di governare di Carlo Vi scatenò una lunga guerra civile in Francia, in cui inasprirono le ostilità con il duca di Borgogna (a cui appartenevano i territorio francesi del nord-est), che terminarono nel 1453 in cambio dell’indipendenza. Dopo la guerra entrambi i regni assunsero una fisionomia stabile destinata a durare nel tempo: ° STATO FRANCESE: Il processo di formazione statale fu intenso in Francia con Filippo IV (1285-1314): -attuò interventi di rafforzamento patrimoniale e fiscale. -rafforzò gli uffici periferici con funzionari pagati dalla corona. -a corte furono creati organi supremi giudiziari, fiscali e di controllo (come il controllo strategico delle entrate fiscali che fu affidato a specialisti; sul piano fiscale fu introdotta la taglia straordinaria, un prelievo straordinario) -il gettito delle imposte consentì di riformare un esercito con la creazione di compagnie permanenti di cavalieri e di arcieri. -introduzione della Prammatica sanzione, documento in cui si riconosceva l’autorità spirituale del papa e si affidava il controllo delle istituzioni ecclesiastiche. In Francia si sviluppò un forte sentimento di identità nazionale, anche la vicenda di Giovanna D’arco, incarnò il patriottismo, sosteneva di udire voci dal cielo che le indicavano di aiutare il nuovo re di Francia così guidando molte milizie alla guerra e dando supporto morale alle truppe francesi. ° STATO INGLESE: L’affermazione della forma statale iniziò già dapprima con la Magna Carta ma accreditò alla situazione il fatto che tra il 1320 e il 1340 il parlamento divenne una vera e propria istituzione di governo stabile e codificata, con responsabilità legislative e fiscali. Si articolarono in una camera alta (House of Lord, aristocratici e House of Commons, rappresentati delle contee e delle città). Si venne così creando un sistema politico bilanciato tra le elite regionali e la struttura amministrativa regia a Westminster, che divenne la capitale del regno. Introdotti anche i giudici di pace che ne assorbivano buona parte delle funzioni giudiziarie e di polizia. Ovviamente l’equilibrio tra le diverse componenti del regno non fu esente da conflitti, risolventi nei consigli. Oltre ai territori francesi definitivamente perduti nel 1453, le ambizioni di espansione territoriale del regno inglese di rivelarono fallimentari nei confronti della Scozia e delle Fiandre. 26. Stati iberici e regni dell’Europa orientale Anche nei regni iberici dopo la reconquista si sono osservate delle tendenze comuni, principalmente in Portogallo, Castiglia e Aragona. Ma notiamo bene che non si formò una cultura uniforme, né tantomeno un comune sentimento nazionale, e lo testimoniano la pluralità delle lingue parlate e delle differenze culturali tra le varie regioni. Solo quando nel 1469 Isabella, erede al trono di Castiglia, sposò Ferdinando II, erede del trono d’Aragona, si posero le basi per la pacificazione e la formazione di uno stato nazionale spagnolo. Un’alleanza tra comunità di montagna si cominciò a formare nel cuore delle Alpi nord-occidentali, l’associarsi per tutelare gli interessi economici comuni sui pascoli e sui passi alpini. Presero così il nome di “svizzeri”, solo nel 1499 si riconobbe l’autonomia Svizzera. Anche in Oriente si stabilirono delle formazioni statali ma con processi più deboli e fragili a differenza delle monarchie: in Polonia non si sviluppò un’amministrazione locale e autonoma dalla nobiltà, solo nel 1347 si ebbe una legislazione unitaria per il paese. In Scandinavia la presenza degli empori commerciali, legati tra loro rendeva debole l’affermazione statale. In Ungheria idem, il potere sempre nelle mani della nobiltà. Invece maggiore autonomia viene affermata a Mosca, che divenne il punto di riferimento religioso di tutta la Russia. 27/30 Le “anomalie” italiane. Le anomalie italiane possono essere sintetizzate sostanzialmente così: le città furono troppo forti, le monarchie troppo deboli. Le città del centro-nord conobbero uno straordinario sviluppo come Firenze, Milano, Venezia, Genova, Lucca e Siena, a differenza delle città meridionali che non conobbero lo stesso sviluppo. In Italia nessuna delle forze statali risultò abbastanza forte da egemonizzare le altre. Nel corso del XV secolo le grandi monarchie europee avevano raggiunto un grado avanzato di unificazione territoriale, governando paesi estesi, popolati da milioni di sudditi. Gli stati regionali italiani erano invece entità territoriali di media e piccola dimensione che, per quanto sostenuti, alcuni, da ricchi patriziati urbani mercantili, non potevano mettere a disposizione dei loro governi risorse umane e finanziarie analoghe a quelle delle grandi monarchie. La mancata unificazione territoriale costituì un grave elemento di debolezza del sistema politico italiano. Nel giro di pochi decenni numerose regioni furono poste sotto il dominio straniero per molti secoli. Una presenza determinante nel sistema politico italiano fu quella della dinastia angioina con Carlo I che si impossessò del regno della Sicilia, di Benevento, Tagliacozzo e fissò a Napoli la capitale. Da lì coordinò un’azione politica ad ampio raggio che lo portò a fare riconoscere la propria autorità anche a molte altre città comunali: in Piemonte, in Toscana e in Lombardia. Fu proprio questo il periodo in cui si utilizzava il termine “ghibellino” per indicare i nemici dell’alleanza che si era stretta tra la Casata di Francia, il papato e Firenze. L’alleanza tra il papato e gli Angiò, portò quindi due grandi schieramenti: quello guelfo, dei sovrani angioini e dei pontefici, dall’altro quello ghibellino, coloro che si opponevano all’alto fronte nella speranza di un rinnovato intervento imperiale in Italia. Dopo il 1266 i guelfi assunsero il potere della maggioranza delle grandi città e vi restarono perlomeno fino alla discesa dell’imperatore in Italia nel 1310. Il riaffacciarsi degli imperatori in Italia offrì l’occasione ai signori cittadini di rafforzare la propria autorità, ci furono fenomeni come la dinastizzazione delle cariche, la creazioni di organi di governo dipendenti direttamente dai signori.. etc. La percezione di discontinuità nelle pratiche di governo, di un drammatico allentarsi dei rapporti di fiducia tra i civili e i governanti fece emergere nel lessico politico il termine di “tirannia”, una forma di governo nella quale chi detiene il potere lo esercita nel proprio interesse e non per il bene comune. In Italia a promuovere la formazione furono Firenze, Venezia e Milano. Fu un esperienza che non si ebbe nel resto dell’Europa. I primi tentativi di creare degli stati sovracittadini furono mossi da alcuni signori urbani nella prima metà del 1300 come i Della Scala di Verona su Brescia, Parma e Lucca e il Veneto, o Giovanni Visconti verso la Lombardia, Piemonte, Liguria e Emilia. Tra i pochi stati che sopravvissero alla semplificazione della politica dell’Italia settentrionale ebbero un certo rilievo i Gonzaga gli Este e lo Stato Pontificio che aveva cominciato ad acquisire consistenza nel corso del 1200. Lo scenario nella nuova epoca (fino al XIV secolo) era: L’impero bizantino si era ridotto alle dimensioni di un piccolo staterello greco minacciato dai turchi, l’impero romano-germanico si trasformò anch’esso in una potenza regionale e Roma abbandonata ai papi. La consistenza della rottura rispetto all’antichità cominciò ad accompagnarsi alla volontà di restaurare i valori positivi. Un nuovo tema improntato alla rinascita, definito come “moderno”.
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