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Riassunto Marcovaldo di Italo Calvino, Schemi e mappe concettuali di Letteratura

Riassunto del libro "Marcovaldo" di Calvino

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 13/06/2023

beatrice-faggion
beatrice-faggion 🇮🇹

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Scarica Riassunto Marcovaldo di Italo Calvino e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura solo su Docsity! RIASSUNTO Marcovaldo -I. Calvino- Titolo Marcovaldo Autore Italo Calvino Edizioni OSCARMONDADORI Pagine 127 Capitoli XX Genere letterario Racconti Personaggi  Marcovaldo  Moglie:Domitilla  Figli: Michelino, Filippetto , Isolina, Pietruccio,Teresa, Fiordaligi  Capo Viligelmo  Altri personaggi per le varie novelle 1^ edizione: Le stagioni in città” 1963 (collana per ragazzi),1966 in un collana di letture per scuola media. Scritto nell’arco di 10 anni (1952-1963) Ambientazione L'opera è ambientata probabilmente nella Torino industrializzata e scorre lungo le quattro stagioni percorrendole attraverso vari racconti per ogni stagione. Marcovaldo: personaggio buffo e melanconico, di animo semplice, padre di una famiglia numerosa, lavora come manovale. “uomo di natura”, “buon selvaggio” esiliato nella città industriale. Nella grande città scruta il raiffiorare delle stagioni nelle vicende atmosferiche e nei minimi segni di vita animale e vegetale; sogna il ritorno ad uno stato di natura; va incontro ad un’immancabile delusione. Trama Marcovaldo è un testo composto da venti novelle in cui si ripete il ciclo delle stagioni per cinque volte. L’ambientazione è una città industriale (probabilmente Torino) dove tutti sono occupati tra lavoro, guadagni e spese, il protagonista tuttavia sembra essere l'unico a prestare attenzione alla natura. Marcovaldo, pertanto, si trova in un ambiente che non gli si addice particolarmente. "I funghi in città": Una mattina Marcovaldo aspetta il tram quando per terra sembra aver visto un miracolo: un mucchio di funghi giace in un’aiuola proprio lì vicina. L'esperienza lascia particolarmente colpito e tornato a casa dopo il lavoro, entusiasta annuncia alla propria famiglia che avrebbero mangiato funghi, senza rivelare però il posto in cui questi crescevano. La notte del sabato piovve e Marcovaldo l'indomani si recò a raccogliere i funghi insieme ai figli, li fece raccogliere a tutti coloro che aspettavano il tram, compreso lo spazzino Amadigi, e tutti, a sera si ritrovarono in ospedale per via dei funghi in realtà velenosi. “La villeggiatura in panchina” Marcovaldo tutte le mattine, per recarsi al lavoro, passa da una piazza alberata dove vi è una panchina che egli definisce come di sua proprietà e sogna da sempre di poterci dormire sopra per una notte. Una sera prende il suo guanciale e si reca presso la “sua” panchina per dormirvi, ma incontra due fidanzati seduti sopra ad essa che stanno discutendo. Quando finalmente la panchina si libera , Marcovaldo vi si appisola realizzando il suo sogno di potersi svegliare la mattina guardando il cielo tra le foglie degli alberi. Egli però non riesce a prender sonno disturbato prima dai semafori lampeggianti, dai trapani, poi ancora dalla puzza dell’immondizia, e quando riesce finalmente a coprirli, Marcovaldo si rende conto che è già mattino e deve recarsi al lavoro. (polittoto, Allitterazione, fig.etimologuca: ammettendo che ammettessi, non ammetterei quel che vuoi farmi ammettere Ossimoro: fiamma grigia) “Il piccione comunale” Un giorno d’autunno Marcovaldo si sta recando a lavoro con il suo triciclo furgoncino quando viene attratto da uno stormo di beccacce in migrazione. Senza rendersene conto, però si ritrova in mezzo alla strada e si becca la multa di un vigile che lo sorprende distratto alla guida. Tuttavia le beccacce lo hanno incuriosito e decide di catturarne una cospargendo di semi e vischio la sua terrazza. Alla fine per si ritrova ad aver catturato un banale piccione comunale e incollato i panni della sua vicina. “La città smarrita nella neve” È inverno e in città è caduta un sacco di neve, nella ditta in cui lavora Marcovaldo è stato incaricato di spalarla tutta per far si che non possa intralciare i lavori. Il protagonista reputa la neve sua amica poiché lo fa sentire lontano dalle quattro mure nelle quali è costretto a stare pertanto inizia a creare, con i cumuli di neve, delle strade e delle abitazioni di una città tutta sua. Nella sua città di neve gli edifici sono più facilmente demolitili e ricostruibili.Primaè interrotto da Sigismondo che deve pulire le strade e lui gli ha spostato la neve dal marciapiede alla strada; poi dallo spazzaneve che rende invano il suo lavoro; costruisce poi muri di neve e torna nel cortile. Ad un tratto, però, Marcovaldo si ritrova come un pupazzo di neve ricoperto da gelida neve fredda colpito dall’alto da altri colleghi. Bambini lo scambiano per un pupazzo di neve e gli mettono pure una carota per naso. Gonfio e intasato dal raffreddo inizia a starnutire e tutta la neve del cortile scompare dalla tromba d’aria che aveva provocato. Ritornano, dunque, i grigi muri e le cose spigolose e ostili di tutti i giorni. (polisindeto: con i monumenti e i campanili e gli alberi) “La cura delle vespe” Marcovaldo, durante le sue pause di lavoro, passa il tempo sulla panchina con il signor Rizieri, un pensionato affetto da reumatismi. Il protagonista porta ogni giorno il suo pranzo avvolto in un foglio di vecchio giornale e il suo compagno pensionato puntualmente ne legge gli articoli scritti, anche se risalenti a molti anni prima. Un giorno il signor Rizieri legge un articolo su come curare reumatismi per mezzo del veleno d’api. Marcovaldo cattura una vespa e fa subito l’iniezione al suo amico, che sembra guarire dal suo problema, dando la possibilità al protagonista di avviare un’attività redditizia. Fece iniezioni alla moglie, alla figlia e a lui stesso; la voce si sparse e sempre più persone accorrevano da lui ogni giorno. Michelino, figlio di Marcovaldo, però, andando a caccia di vespe ne fa infuriare uno sciame intero scatenandone “l’ira” verso una folla afflitta di persone affette da reumatismi in fila nella casa del protagonista. Vennero i pompieri e la Croce Rossa; Marcovaldo in ospedale era così gonfio da essere irriconoscibile. “Un sabato di sole, sabbia e sonno” Per i reumi il dottore della mutua aveva consigliato a Marcovaldo delle sabbiature.Per farle, Marcovaldo cerca della buona sabbia asciutta e non trova niente di meglio che la rena su un barcone ormeggiato vicino alla cava. Qui, si fa ricoprire dai figli, però egli si addormenta e quando gli ormeggi del barcone si sciolgono, Marcovaldo si ritrova a cadere giù lungo il fiume, finendo fino alle rapide dove rischia di cadere tra i bagnanti perché per buone sabbiature non doveva muoversi, nemmeno per chiedere aiuto o saltare giù. Così vi rimase sepolto e dopo il salto dalle rapide, tuttavia,egli era incerto se sarebbe caduto su un materassino di gomma o tra le braccia di una “Marcovaldo al supermarket” Ogni sera è consuetudine, dopo aver finito di lavorare, andare al supermercato per fare la spesa. Marcovaldo e la sua famiglia vi passano davanti per guardare gli altri, essendo in condizioni economiche perennemente sfavorevoli non acquistano mai nulla, piuttosto il protagonista preferisce girare per i reparti riempendo il carrello di prodotti che poi ritornano tutti al loro posto. Tuttavia, quella sera anche i figli ebbero la stessa idea e si ritrovarono a salire e scendere dalle scale rotanti senza riuscire a sfuggire al controllo della cassiera. Alla fine, si ritrovarono tutti in cima a un’impalcatura dell’ampliamento del supermarket, da dove gettarono tutta la spesa nelle fauci di una gru. Da lì sopra riuscivano a vedere tutte le insegne luminose del supermarket. ( polittoto/ figura etimologica (variatio), enumerazione: pacchi, pacchetti, pacchettini) “fumo, vento e bolle di sapone” I volantini e campioncini dei detersivi sono una preda ambita dai ragazzini del quartiere, compresi i figli di Marcovaldo, i quali decidono di mettersi a venderli. Le fabbriche di detersivi, però, vengono a sapere dei “venditori abusivi” e la polizia vi si mette sulle tracce pensando che siano ricettatori di merce rubata. I bambini, pertanto, impauriti dalla possibilità di essere scoperti decidono di far sparire le polveri detersive gettandole nel fiume. Non prevedendo le rapide, però, le polveri si mischiano con l’acqua rendendola spumeggiante e facendone uscire un miriade di bolle tutte sparse per cieli della città. I fumi delle fabbriche comunque le fanno durare poco, facendole scoppiare. “La città tutta per lui” Prima delle vacanze di ferragosto la città inizia a svuotarsi, poiché tutti i cittadini si spostano per le ferie, tutti tranne Marcovaldo. In questo periodo ama rimanere nella città isolata per poter passare con il rosso, attraversare gli incroci in diagonale, fermarsi al centro delle piazze. Vedeva tutto in un altro modo. Proprio attraversando un incrocio in diagonale però una spider ad altissima velocità sta per investirlo e inchioda a due centimetri dalla sua anca. Marcovaldo spaventato si ritrova con alle labbra il microfono per un’intervista. I ragazzi del programma “follie di ferragosto”gli propongono di lavorare per loro perché devono girare questo film e tra luci, riflettori e telecamere la città ritorna ad essere caotica e movimentata. “Il giardino dei gatti ostinati” Marcovaldo per passare il tempo nelle pause di lavoro, osservavai gatti. è solito seguirli e vedere il mondo con i loro occhi, sebbene sempre nei dintorni della ditta; un giorno gli appare un soriano che lo conduce fino al lussuoso ristorante Biarritz, dove egli riesce a catturare una trota, ben presto rubata dal gatto. Marcovaldo inizia seguirlo per poter riprendersi il suo pesce, ma si ritrova ben presto vicino a una palazzina apparentemente abbandonata che si rivela essere un’isola segreta di gatti; iniziano a cadere poi pezzi di cibo, le amiche dei gatti erano solite portare avanzi ai felini in quell’unico angolo verde rimasto. In questo villino si riunivano rane, gatti, uccellini e topi. Quel posto sembra essere di una marchesa, che non voleva vendere per nessuna ragione. Fu lei che poco prima gli aveva rubato la trota. Andò a bussare, lei fece finta di non saperne nulla e anzi si lamnetò di come fosse prigioniera in quella casa e di tutte quelle persone che buttavano resti in casa sua. Spiega che vorrebbe andarsene, ma i gatti ogni volta che vuole firmare per vendere tirano fuori le unghie, non lasciano passare per paura che venda. In inverno la vecchia marchesa morì e al posto del villino dosi decide di costruire un’impresa edilizia, ma durante la costruzione gli animali ostacolano i lavori mandando in collera gli operai. “I figli di babbo natale” A Natale la “Sbav” creda che sia opportuno consegnare le strenne alle persone di maggior riguardo da un dipendente vestito da babbo natale. Quest’anno si decide di mandare Marcovaldo che a sua volta porta con sé Michelino, che ha il desiderio di fare un regalo a un bambino povero. Giungono in una villa dove vi è un bambino ricco, ma triste per via dei troppi regali ricevuti. Il figlio di Marcovaldo crede che sia un bimbo povero e corre dai fratelli a prendere dei regali per lui. Così gli regala un martello, dei fiammiferi e un tira sassi, allora il bambino ricco, con questi regali distrugge i suoi giocattoli e incendia la casa, rendendosi molto felice. Nell’apprendere questo Marcovaldo pensa al peggio, ma alla ditta sono entusiasti. Questo tipo di regalo distruttivo, oltre a far felice per la prima volta il bambino, incrementa i consumi. Nell’immagine finale, Calvino descrive la città sotto un manto di neve, come un bosco dove il lupo, sullo sfondo nero del bosco attende la sua preda: il leprotto bianco invisibile sulla neve. Dove finiscono le sue impronte, deve esserci il leprotto. Il lupo fa un balzo, ma morde il vento. Il leprotto è un po’ più in là, non si sa dove. Commento e considerazioni personali “Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città[...]” La connotazione particolarmente singolare che si da al protagonista evidenzia un aspetto fondamentale rispetto a tutta l'opera che si indirizza, a detta dell'autore, a un pubblico neo-adolescente: il rispetto dell'ambiente. Tuttavia il cerchio di lettori si apre sia al contesto del XXI secolo che ad adulti, diventando così il manifesto di denuncia nei confronti di una società troppo abituata al consumismo e all'inquinamento. Marcovaldo diventa l'alter ego dell'attuale ambientalista visto con occhio quasi critico e straniato degli uomini moderni. Di attualissima interpretabilità e contestualità, Marcovaldo rientra nelle opere di maggiore rilevanza dell'ordine dei “classici-moderni” della letteratura italiana a buon merito.
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