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Riassunto Maria Teresa d'Asburgo, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto Maria Teresa d'Asburgo - L'arte del possibile - M. Sangalili

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 12/11/2023

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Scarica Riassunto Maria Teresa d'Asburgo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAPITOLO 1: LA CASA d’ASBURGO TRA STATO E IMPERO La dinastia asburgica 1438-1740 La dinastia asburgica rappresenta forse un unicum nella storia tardo-medievale e moderna d’Europa in quanto ha detenuto il potere per oltre 3 secoli (1438-1740). Secondo Hanz Schilling si può parlare di doppia formazione dello Stato (imperiale e principesco). Adam Wheatcroft parla di incarnazione dell’impero insistendo sul ruolo insolito se non unico che l’utilizzo di arte, architettura, stampe e cerimonie pubbliche hanno avuto nell’accrescere il prestigio della famiglia. La dinastia degli Asburgo è intesa come casa, o meglio arci-casa ma non ha avuto origine nei territori austriaci. Infatti, fu Rodolfo IV a rivendicare per sé nel 1300 il titolo di Erzherzog, o di archidux, basandosi sull’investitura feudale del Ducato di Carinzia. La formula servirà per sottolineare la completa indipendenza della famiglia rispetto a tutte le altre del Sacro Romano Impero. Come tutte le casate aristocratiche, quella asburgica è legata alla tradizione ma in particolare Adam Wandruszka la definisce come un sodalizio tenuto insieme dalla tradizione e dai vincoli di sangue che le conferiscono un senso di appartenenza molto forte e un’ampia coscienza di sé. ORIGINI -> La tradizione della casata affonda le sue origini nel Medioevo da quel fellone di Guntram Il Ricco al quale Ottone I (non ancora imperatore) sottrasse l’Alsazia nel 952 per poi ridargliela successivamente. La tradizione è incarnata nella Rocca dello Sparviero (Habichtsburg), fulcro dell’Eigen situato nel cantone svizzero dell’Aargau (tra i fiumi Aere e Rauss) che all’epoca apparteneva al Regno di Borgogna che riesce a salvarsi dalla confisca ottoniana. Rodolfo I (langravio dell’Alsazia superiore, conte di Fickgrau, Aargau e della provincia settentrionale di Zurigo) nel 1273 fu il primo della famiglia ad essere eletto imperatore sostituendo la casata di Svevia ed è il vero fondatore della dinastia. Dallo scontro con Ottocaro II Premyslide ottenne l’Austria, Striria, Carinzia, Carnia, Marca slavica, Eger e Pordenone con la Battaglia di Durnkrut del 1278. Moravia e Boemia saranno acquisite in seguito alla morte di Luigi II Jagellone nel 1526 (Battaglia di Mohàcs vs i turchi) -> venne acquisito da loro perché la moglie di Ferdinando, sorella di Luigi II, aveva ereditato questi territori dopo la sua morte ed andranno agli Asburgo. Il contrasto con i Premyslide si delineerà nella rivalità tra Austria e Prussia (1701 Federico II re di Prussia). ORIGINI MITICHE -> Per quanto riguarda le origini mitiche della famiglia: - al Medioevo risale il mito franco-troiano che rimanda ad Enea tramite i merovingi e carolingi (in funzione antifrancese) e a Giulio Cesare attraverso la famiglia Colonna. - Nel XIII secolo un riferimento ai romani Anicii attraverso la famiglia Pierleoni ma fu in seguito abbandonato per discendenze ebraiche. - Nel primo ‘700, quando i Lorena si uniranno agli Asburgo ci sarà un altro riferimento ad un Eticone alemanno, duca di Alsazia e Svevia. -> Questo riferimento serviva per difendersi dalla Prussia. Il rafforzamento della coesione tra alcuni cantoni svizzeri a fine 1200 e l’acquisizione del Tirolo nel 1300 indeboliscono da un lato la posizione della casata al centro dell’Europa, ma dall’altro ne rafforzano il destino austriaco, raccogliendo l’eredità degli estinti duchi Babenberg. Con Rodolfo IV si ha la falsificazione del Privilegium Maius del 1358-1359, ovvero delle lettere di indipendenza dei territori ereditari austriaci. Questo al fine di elevare il loro signore al di sopra degli altri fondatori, dei principi elettori. L’intento fu quello di impedire intromissioni imperiali, quando la corona ancora non era saldamente nelle mani asburgiche. Seguono le conquiste di: 1 - parte del FRIULI, FELTRE, TRENTO E TRIESTE, GRIGIONI, BELLUNO; - acquisizione di parte DELL’ISTRIA, CITTÀ DI FRIBURGO, CONTEA DI FELDKIRCH. Federico III nel 1440 diventa imperatore e la dinastia degli Asburgo si afferma. Sarà lui a sugellare il prestigio dinastico essendo il primo imperatore veramente potente. Risolverà i problemi della rivolta hussita in Boemia e quelli nei confronti dei turchi. La procedura di elezione dell’imperatore venne stabilizzata da Carlo IV nel 1356 quando con la Bolla d’Oro aveva costituito il Collegio dei Principi Elettori: l’elezione avveniva secondo il voto di 7 principi: - 3 ecclesiastici -> gli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia; - 4 laici -> il re di Boemia, il duca di Sassonia, il margravio di Brandeburgo e il conte del Palatinato. Questi diventeranno poi 8 con la Pace di Westfalia del 1648 (si aggiunge il Principato di Baviera nelle mani dei cattolici Wittelsbach) e poi 9, nel 1692, con l’introduzione del principe protestante duca di Hannover (il cui figlio primogenito sarà Re Giorgio I d’Inghilterra). Territori ereditari Fattore importante è il matrimonio tra Massimiliano I, figlio di Federico III, e Maria di Borgogna perché la Borgogna entrerà a far parte del Sacro Romano Impero. Massimiliano attuerà delle riforme importanti tra ‘400 e ‘500: 1. Tribunale di Corte sostituito con il Tribunale della Camera imperiale (Reichkammergericht), con competenze arbitrali su tutto il territorio dell’impero; 2. Prende forma la Dieta imperiale (Reichstag), costituita dal Collegio di Principi Elettori, dal Collegio dei principi laici ed ecclesiastici e da un Collegio di rappresentanti di una cinquantina di città imperiali; 3. Viene creato il Tribunale Camerale che fa da mediatore tra l’imperatore e i ceti affiancato dal Tribunale Aulico (più a favore dell’imperatore); 4. Nel 1512 per far fronte alle esigenze militari l’imperatore cederà ai ceti. Il territorio dell’Impero verrà ripartito in 10 circoli dopo la proclamazione della pace territoriale perpetua (1495) -> divieto di guerre private tra i principi e le città . 5. 1512 -> si arriva alla denominazione di SACRO ROMANO IMPERO DELLA NAZIONE TEDESCA. -> I trattati di Westfalia sanciscono la parità tra imperatore e ceti imperiali e soprattutto la vittoria delle “libertà” dei ceti imperiale rispetto al principio monarchico. Ma questo equilibrio sarà destabilizzato tra la guerra tra Austria e Prussia nel ‘ 700. Gli Stati asburgici: territori ed istituzioni Quando Maria Teresa sale al trono, alla fine del 1740, i possedimenti hanno come fulcro l’Arciducato d’Austria che comprende: - Alta Austria (paesi sopra il fiume Enns con capoluogo Linz) e Bassa Austria (paesi sotto il fiume Enns con capoluogo Vienna che è anche la capitale dell’impero). - Ducati di: Striria, Carinzia, Carniola e Craina (ai confini con l’Impero ottomano); - Contea del Tirolo e Voralberg (ovest), Contea di Gorizia, Trieste e Litorale (a sud). Signorie in Svevia e Brisgovia; Regno di Boemia, Margraviato di Moravia e Ducati slesiani (a nord); 2 CAPITOLO 2: PADRE E FIGLIA Questioni di eredità - Prammatica Sanzione Maria Teresa riesce ad accedere al trono grazie ad un documento chiamato ‘Prammatica Sanzione.’ Venne emanata da Carlo VI il 19 aprile 1713, qualche anno prima della nascita di Maria Teresa, quando poteva ancora sperare di avere figli maschi e quindi non è stata predisposta per garantire una tranquilla successione alla figlia ma piuttosto per risolvere la contesa tra le vedove di Leopoldo I (padre di Carlo VI), di Giuseppe I (figlio di Leopoldo I e fratello di Carlo VI) e le rispettive figlie. Erano anni di preoccupazione per la dinastia degli Asburgo perché l’imperatore Giuseppe I, succeduto al padre Leopoldo I, muore prematuramente di vaiolo nel 1711 e dunque prende il suo posto il fratello Carlo VI (futuro padre di MT). Inoltre, Carlo VI fu rivale di Filippo d’Angiò (nipote di Luigi XIV) per la successione al trono spagnolo, alla morte dell’ultimo Asburgo Carlo II. Sarà Filippo d’Angiò a diventare re di Spagna con il nome di Filippo V perché l’Inghilterra di Anna Stuart e la Repubblica delle Sette P. U. si dichiarano contro il diritto di Carlo VI di succedere al trono spagnolo per evitare le stesse pretese di egemonia a cui ambiva il suo avo Carlo V. Carlo VI imperatore, a questo punto, deve ribadire la trasmissione ereditaria dei suoi Stati all’interno della famiglia per metterli al sicuro dalle ambizioni delle altre potenze straniere. Quindi, nel 1713, con questo documento si abbraccia il principio di primogenitura* mentre fino ad allora si seguiva il principio di “eredità indivisa” (Gesamthand) (risaliva alle tribù barbariche e poi venne inglobato nel diritto germanico) che impediva la frammentazione delle proprietà signorili in occasione delle trasmissioni ereditarie . Frazionamenti e divisioni ereditarie si erano verificate sia nel ‘200 che nel ‘300. Nel ‘400 la dinastia si era frammentata in ben tre linee collaterali , ricomponendosi nel momento in cui i familiari di un ramo assumevano la tutela dei parenti minorenni di un altro ramo. Questo processo si concluse solo nel Seicento con l’estinzione del ramo spagnolo. *Con il principio di primogenitura la salvaguardia viene intesa nei confronti della discendenza maschile ma si difendono anche i diritti di un’eventuale discendenza femminile. Carlo, quando emanò questo documento era ancora ignaro della sua prole e soprattutto ignaro del fatto che fu grazie a questo documento che l’eredità asburgica fu salvaguardata e che andò nelle mani dell’unica erede donna, sua figlia Maria Teresa. Questo documento è stato pubblicato poiché dettato dalla necessità di voler pubblicare un patto di famiglia siglato dieci anni prima, ovvero il PATTO DI MUTUA SUCCESSIONE, che prevedeva:  in caso di morte di Carlo, il fratello maggiore Giuseppe li avrebbe riacquisiti;  ma la pre-scomparsa di Giuseppe, avrebbe invece favorito i diritti carolini sui territori ereditari rispetto a quelli delle due figlie di Giuseppe (Maria Amalia e Maria Josefa). Però questo patto salvaguardava la discendenza maschile (quando ancora i due eredi erano entrambi in vita) ma poiché nel 1711 l’erede era solo uno, Carlo VI interviene con la PRAMMATICA SANZIONE in quanto era necessario salvaguardare anche la discendenza femminile. 5 Quindi la Prammatica Sanzione non disereda le due principesse, ma ne conferma i diritti1 e Carlo giunge a preferire le due principesse giuseppine rispetto alle sorelle ancora in vita ( Maria Elisabetta2, Maria Anna3 e Maria Maddalena). Carlo convinse per ben 30 anni le Cancellerie degli altri Paesi affinché queste sottoscrivessero il documento . L’accettazione della Prammatica Sanzione (la Dieta imperiale la accetterà solo nel 1732) costerà a Carlo la cessione di alcuni territori: 1. La Dieta ungherese sottoscriverà solo se otterrà il riconoscimento dei suoi privilegi nobiliari; 2. La moglie di Filippo V re di Spagna, Elisabetta Farnese, ottiene il riconoscimento dei diritti dei figli su Parma, Piacenza e Granducato di Toscana; 3. L’ Inghilterra impone la chiusura della Compagnia d’Ostenda, impiegata per trattenere rapporti commerciali con l’India. 4. Dopo la Guerra di successione polacca, Carlo fu costretto a rinunciare allo Stato dei Presidi (protettorato toscano) e al Regno di Napoli e Sicilia a favore di Carlo di Borbone (figlio di Filippo V ed Elisabetta Farnese). I territori del milanese, invece, andarono ai Savoia. 5. Nella Guerra austro-russo-turca perderà Serbia, Belgrado e Valacchia (Romania occidentale) che andranno alla zarina Anna. Formazione di Maria Teresa Il primo figlio di Carlo, Leopoldo Giovanni morì dopo pochi mesi. Maria Teresa nacque il 13 maggio 1717 e dopo di lei nacquero altre due femmine (Maria Anna e Maria Amelia). Soprannominata dalla famiglia “Resel”, studiò musica, disegno, portamento, matematica, scienze e lingue. L’arte della guerra, finanza e geografia erano destinate ai maschi. Le verrà anche affiancata una precettrice, Maria Karolina Fuchs (come una seconda madre). Ai suoi anni di formazione si affianca il dominio della Compagnia di Gesù; infatti, alcuni dei suoi precettori saranno gesuiti (al solito detenevano il monopolio dell’istruzione), mentre il suo confessore, Ignazio Muller, era legato al giansenismo (predicava la teoria della predestinazione). Avrà anche dei consiglieri spirituali come il vescovo Simon Stock e un tizio legato al febronianismo (il papa non è il vero capo della gerarchia dei vescovi e non poteva intervenire sulle cause spirituali). Le lingue studiate da Maria Teresa erano molteplici, questo perché ogni area della monarchia aveva una lingua ufficiale e quindi il sovrano era tenuto a conoscerne almeno le basi, anche perché la è un elemento identitario dello Stato: - la lingua con la quale si intrattenevano relazioni tra Stati era il francese (di questa conosceva anche lo scritto e la parlava molto bene), - il latino è ancora lingua di cultura e Chiesa, - dato il suo rapporto con i suoi sudditi ungheresi, la sovrana cercherà di imparare anche la lingua del popolo ungherese, - studiava anche l’italiano (musica e letteratura) che sarà parlato all’interno della corte, - lo spagnolo, lingua cerimoniale di corte; 1 PERO’ Maria Josefa sposerà Augusto II di Sassonia, futuro Augusto III re di Polonia e pur in presenza di una riconferma dei suoi diritti di successione, lo zio Carlo le impone di rinunciare ai suoi diritti in quanto aveva sposato un principe straniero, per evitare che i territori potessero smembrarsi, mentre Maria Amalia sposerà Carlo VII di Baviera (principe elettore che innescherà la guerra di successione austriaca contro MT perché appunto rivendica i diritti al trono della moglie). 2 dal 1724 succede a Eugenio di Savoia come governatrice dei Paesi Bassi; 3 moglie di Giovanni V di Portogallo. 6 - questo a scapito del tedesco di cui Maria Teresa conosceva solo la variante viennese. Sponsali complicati - Matrimoni Il matrimonio di MT diventa un tema di politica internazionale per i tanti pretendenti. Come pretendenti della mano di Maria Teresa abbiamo: 1. Don Carlos, figlio di Filippo V ed Elisabetta Farnese, che aveva la corona di Parma, Firenze, Napoli e Madrid. Filippo V infatti sottoscrive un trattato a Vienna, ma gli inglesi (Hannoever) lo ostacoleranno perché avrebbe significato un rafforzamento della dinastia continentale tramite l’unione delle due casate più potenti. 2. Il principe Eugenio di Savoia (progetto tedesco e cattolico) opta a favore di Massimiliano Giuseppe di Wittelsbach (figlio del Principe elettore Carlo di Baviera e di Maria Amalia) per non interrompere l’accesso al trono ed annettere la Baviera alla casa d’Austria. Questo matrimonio avrebbe rafforzato la fede cattolica all’interno del SRI (vs Prussia protestante 4) e avrebbe allontanato Parigi da una eventuale alleanza (funzione antifrancese). 3. Nuovamente gli inglesi ostacoleranno il piano accettando la Prammatica Sanzione in cambio della chiusura della Compagnia di Ostenda e propongono per MT un principe consorte proveniente da una casata di secondo rango. Questa casata è quella dei duchi di Lorena5, dove si opterà per Leopoldo Clemente, ma egli morirà. A questo punto entra in gioco il fratello Francesco Stefano che viene mandato a Vienna a completare il suo iter formativo ma successivamente ritorna in patria nel 1729 per succedere al padre morto. Avvertendo un forte pericolo da parte della Francia di Luigi XIV che voleva la sovranità su quei territori “naturali” (Luigi XIV ha già acquisito l’Alsazia), Francesco Stefano capisce che un’alleanza con gli Asburgo può controbilanciare le brame francesi . E per lui Austria significa anche avere tutti i suoi alleati in Europa, specialmente l’Inghilterra. Non a caso giunto ad Amsterdam egli si avvicinò alla massoneria. Carlo VI però, pur adottandolo e indicandolo come più probabile futuro sposo della figlia, per averlo lontano da Vienna nel caso di cambiamenti nella strategia matrimoniale e per testare le sue capacità politico-diplomatiche, gli affida missioni a Magonza e poi in Ungheria. Durante la lontananza i due si scambiano lettere d’amore, ma Carlo VI non avrebbe considerato questo legame in caso di altri interessi. → Ciò che porterà alla scelta del Lorena sarà un evento che coinvolse tutta l’Europa, ovvero la Guerra di Successione Polacca (1733-1738)6 dovuta alla scomparsa di Augusto II di Polonia. Come erede, la Francia candidò Stanislao Leszczynski (suocero di Luigi XIV), mentre Austria e Russia erano a favore del figlio di Augusto. -> Lo scontro si chiude con il Trattato di Vienna (1738) dove il trono passa ad Augusto III, mentre a Stanislao viene offerta la Lorena, a sua volta Francesco Stefano prenderebbe il Granducato di Toscana, dove con la morte di Giangastone si è estinta la dinastia dei Medici. -> ! La Francia per ottenere la Lorena si basa sempre sull’accettazione della Prammatica Sanzione, ecco quindi che Carlo VI spinge Francesco Stefano a rinunciare alla Lorena concedendogli la mano della figlia. ! La coppia convola a nozze il 12 febbraio 1736. Il duca di Lorena fu un abile uomo di affari ed ebbe un ruolo di rilievo nel rinnovamento culturale di Vienna. In seguito alla scomparsa di Carlo VI, Baviera e Prussia si coalizzano mettendo in pericolo la dinastia asburgica. Una prole numerosa 4 Pur di fermare l’ascesa della Prussia, Eugenio di Savoia proporrà anche un matrimonio con Federico di Hohenzollern (Federico II di Prussia). 5 Carlo V di Lorena, nonno del futuro sposo di Maria Teresa e cognato di Leopoldo I perché aveva sposato la sorella Eleonora Maria Giuseppina, contribuì a liberare Vienna dall’assedio turco nel 1638. Il figlio Leopoldo di Lorena crebbe e fu educato a Vienna. 6 Il Regno di Polonia è una MONARCHIA ELETTIVA 7 CAPITOLO 3: GUERRE E RIFORME Fidati collaboratori Maria Teresa accede al potere sui territori asburgici con una situazione finanziaria al collasso e una scarsa formazione politica dovuta alla sua formazione ‘femminile’. La sovrana riconferma i collaboratori paterni: - Bartenstein -> figura centrale e giurista; - Starhemberg -> alle finanze; - Sinzendorf -> come Primo cancelliere di corte; - i fratelli von Harrach -> Affari interni e Consiglio di Guerra; - Kinsky -> presiedeva la Cancelleria boema; - Duca di Silva -> capo del Consiglio dei Paesi Bassi austriaci. Alla morte di Carlo VI (1740) si scatena la lotta per l’accesso al trono imperiale , che non può ottenere una donna. Prima guerra di Slesia, 1740-42 Carlo Alberto di Baviera vuole candidarsi ad imperatore (punto a suo favore= non ha sottoscritto la Prammatica Sanzione) in quanto marito di Maria Amalia, figlia di Giuseppe I, che ha dovuto rinunciare ai suoi diritti prima del matrimonio. Egli si servirà del “Patto di mutua successione”, sottoscritto nel 1546 da Ferdinando I (fratello di Carlo V) in timore dell’estinzione della linea maschile, che prevederebbe la sua entrata in campo in qualità di legittimo erede essendosi estinta la linea maschile della dinastia austriaca ed essendo Carlo discendente della figlia maggiore di Giuseppe I. Anche Boemia ed Ungheria spetterebbero ai Wittelsbach in quanto ne era diventato sovrano nel 1526. Carlo Alberto sa di avere a favore la Francia di Luigi XV perché il re francese era consapevole che in questo modo avrebbe contrastato l’Inghilterra, già affaticata dal conflitto commerciale che aveva con lo Spagna. È questa la guerra che ha come scenario le colonie e che prefigura la cosiddetta “Guerra dei Sette Anni” del 1756. PARENTESI PRUSSIA -> A questo punto entra in gioco Federico II di Prussia, nemico di Maria Teresa, divenuto re a Berlino nel 1740: - La Prussia si era rafforzata dal punto di vista militare, soprattutto sotto Federico Guglielmo (1640- 88) che aveva anche favorito la migrazione di protestanti olandesi e degli ugonotti scappati dalla Francia dopo l’Editto di Nantes; - La dinastia, dal ‘700, si era convertita al calvinismo a fronte del luteranesimo che dominava lo Stato. -> Si era creata quindi una Chiesa di Stato calvinista che condizionò il Paese e che permise più tolleranza religiosa rispetto ai territori asburgici; - Nella società, la nobiltà locale era differenziata tra: 1. i signori dei territori occidentali che gestivano aziende agricole proto-capitalistiche su modello olandese; 2. i Junker (con possedimenti aldilà dell’Elba) che avevano poteri feudali a scapito dei contadini e della borghesia ed una proprietà terriera che sfiorava il 50% totale. L’unico modo che i sovrani avevano per arginare lo strapotere nobiliare era quello di rafforzare il potere reale svuotando le Diete territoriali dei loro poteri, soprattutto per quanto riguarda l’imposizione fiscale, garantendosi così le risorse per rafforzare l’elemento militare. - Quando Federico sale al trono, la popolazione è raddoppiata anche se era minore rispetto alle altre potenze. L’esercito però è tra i migliori d’Europa. 10 - Federico attuerà anche modifiche per quanto riguarda i Junker, non solo più imposizioni e sottrazioni di potere, ma anche concessioni di privilegi e onori, militari in primis. Si confermerà anche il “ sistema cantonale ” per cui i soldati venivano reclutati sulla base della regione di appartenenza; - Concede alla nobiltà di gestire l’amministrazione locale, legando così i Junker ancora più strettamente alle sorti dello Stato, richiedendo loro soprattutto ubbidienza e disciplina, senso del bene comune e prestazioni elevate. LO STATO PRUSSIANO si consolida dunque sul binomio dinastia-nobiltà, a scapito della componente contadina e di quella borghese. Federico II non aspira al trono imperiale ma essendo col Brandeburgo uno dei grandi elettori, sa che può condizionare le elezioni. Fa capire che avrebbe votato a favore di Francesco Stefano in cambio della Slesia . - > Questo era uno dei territori più ricchi degli Asburgo, forniva molte entrate anche a fronte di una situazione finanziaria sofferente. -> Alla morte di Carlo VI, dopo la proposta (la Slesia in cambio del voto a FS e di due milioni di fiorini), Federico II entra in azione invadendo la Slesia con poco più di 30mila uomini . Ecco che ha inizio la Guerra di successione austriaca. -> I prussiani ottengono la vittoria a Mollwitz dove la popolazione protestante accolse i prussiani come liberatori. A questo punto Maria Teresa cerca di correre ai ripari sfruttando la parentesi con Maria Amalia per evitare un’alleanza tra Baviera , Francia , Spagna e Regno di Sardegna , che per gli Asburgo potrebbe risultare fatale. Tenterà di offrire Ducato di Milano e i Paesi Bassi, ma sarà tutto inutile perché la coalizione anti-austriaca si è ormai formata. A questa coalizione si aggiungeranno Sassonia e Prussia (Trattato di Nymphemburg 1741). La svolta si raggiunge quando Maria Teresa si reca personalmente davanti alla Dieta ungherese (a Presburgo) per avere un appoggio militare (insurrectio). -> Vestita di nero, con la corona ungherese in testa e il figlio Giuseppe di pochi mesi in braccio ricordando la Vergine addolorata, riesce a convincere i presenti. I nobili magiari promettono aiuti perché la sovrana si era conquistata la loro simpatia anni prima durante l’incoronazione a Bratislava (vestendosi con abiti della tradizione ungherese), ma questi non saranno molto consistenti. Inoltre, chiedono in cambio: - l’esenzione fiscale per la nobiltà, - un freno all’acquisto di proprietà terriere da parte di stranieri, - l’indipendenza delle istituzioni ungheresi, come la Cancelleria. Maria Teresa concede tutto tranne la creazione di un Consiglio d’Ungheria e la conferma della Bolla del 1222 che prevede il diritto al rifiuto dell’obbedienza . -> Ottiene il riconoscimento del marito come coreggente ma in suo aiuto giungerà metà delle truppe richieste. L’unica cosa che funziona è la pressione psicologica causata dall’avvio dei panduri magiari (i fanti dell’esercito ungherese). Federico II, infatti, conclude l’armistizio uscendo temporaneamente dal conflitto con l’armistizio di Klein-Schnellendorf il 9 ottobre 1741 . A questo punto, la Francia, alleata con la Baviera, penetra in Austria e Maria Teresa capisce di non potersi fidare dei suoi sudditi, soprattutto dei territori ereditari, infatti, buona parte della nobiltà giura sottomissione a Carlo Alberto di Baviera (anche Federico II si allea con i presumibili vincitori). I francesi convincono Carlo a dirigersi verso Praga che gli avrebbe consentito, con l’incoronazione a re di Boemia, l’acquisizione di un voto in sede dei Grandi Elettori → capitolazione di Praga 26 novembre 1741 -> La capitale boema viene attaccata dai franco-bavaresi e dai sassoni. Carlo Alberto però non riuscirà ad accedere all’incoronazione a re di Boemia perché Carlo VI aveva fatto trasferire la corona a Vienna anni prima. 11 Si verifica un tradimento anche dei cattolici dell’aristocrazia boema della Casa d’Asburgo, nonostante durante la Guerra dei Trent’anni avessero ricevuto da parte di Ferdinando II le proprietà sottratte ai protestanti. Nonostante ciò, Maria Teresa sarà clemente con loro. L’esito finale della guerra si svolgerà il 24 gennaio 1742, quando Carlo Alberto verrà eletto imperatore a Francoforte: dopo circa 3 secoli, la Casa d’Asburgo perse la carica imperiale. Carlo, però, perderà il suo principato. Federico II nel frattempo ottiene un altro successo sull’esercito asburgico guidato da Carlo di Lorena, cognato di Maria Teresa. L’Inghilterra entra in scena imponendo la pace. Viene siglato il Trattato di Breslavia, capitale della Slesia, che viene persa dagli Asburgo. Con la Pace di Berlino del 1742 si conclude la prima fase del conflitto. -> Praga è ancora nelle mani dei francesi che però lasceranno la città, circondati dall’esercito asburgico . -> La città viene riconquistata il 2 gennaio 1743. La ripresa definitiva sulla Boemia culmina tre anni dopo quando Maria Teresa e il marito si recheranno a Praga per l’incoronazione (ai contadini verrà imposto l’arruolamento volontario). Seconda guerra di Slesia e la fine della Guerra di successione austriaca, 1744-48 Federico II ritorna all’attacco per il mantenimento della Slesia. Infatti, nel 1744 invade la Boemia e occupa Praga. Questa volta, Carlo di Lorena è affiancato dal maresciallo von Abensberg e dunque riesce a cacciare i prussiani e ad invadere la Slesia con l’obiettivo di raggiungere Berlino. Ma le armi daranno nuovamente ragione al genio militare di Federico II. Gli austriaci e la sovrana si rendono conto che l’alleata tradizionale, ossia l’Inghilterra di Giorgio II, opera solo per interessi propri. La vera contrapposizione è tra Francia e Inghilterra e non tra Asburgo e Francia . - > NOVITA’: i fronti di scontro poi si allargano anche in America e in India, dove gli inglesi si sentono minacciati dalla Francia. Gli inglesi riescono a far concludere a Maria Teresa un accordo con il re di Sardegna, Carlo Emanuele III, che era interessato a partecipare al conflitto con l’acquisizione di parte dei territori lombardi degli Asburgo. L’obiettivo dell’Inghilterra era quello di indebolire Francia e Spagna per distrarle dalla concorrenza portata al commercio inglese oltremare. I due sovrani (Luigi XV e Filippo V) ci cascano e la dichiarazione di guerra del 1744 porta al Trattato di Aran-Juez (1745) che vede coalizzate Parigi, Madrid e Napoli. Carlo di Baviera (Carlo VII) muore e gli Asburgo vedono possibile un nuovo accesso al trono attraverso Francesco Stefano in quanto l’erede Massimiliano Giuseppe rinuncia alla nomina. -> Federico II ripropone in cambio del suo voto il riconoscimento definitivo della Slesia. In realtà Francesco Stefano verrà eletto imperatore senza il voto di Federico. -> La Pace siglata a Dresda porterà al riconoscimento da parte della Prussia di Francesco Stefano come imperatore. Non si hanno più possibilità di recuperare la Slesia. Maria Teresa non sarà mai imperatrice in senso proprio, sarà arciduchessa d’Austria e regina d’Ungheria e Boemia. Diviene imperatrice-madre solo quando viene incoronato suo figlio Giuseppe. L’ultima fase del conflitto vede entrare in scena la zarina Elisabetta I, figlia di Pietro il Grande che aveva reso la Russia un impero grazie alle sue riforme e all’accesso sul Mar Baltico. La zarina aveva mirato all’espansionismo in funzione antiturca e nei confronti di Polonia-Lituania e Svezia. Preoccupata per il troppo attivismo prussiano, Elisabetta firma un accordo con Maria Teresa di aiuto reciproco in caso di attacco. Maria Teresa spera così di poter recuperare la Slesia. I francesi, nel frattempo, vincono sul fronte delle Fiandre, e gli Asburgo-Lorena tentano di impossessarsi del Regno di Napoli, ma verranno bloccati dall’Inghilterra. Nel 1748 viene siglata la Pace di Aquisgrana: 12 1. un primo tentativo di catasto ci fu nel XVII secolo ma fu limitato solo alla superficie oratoria e sulle dichiarazioni dei diretti interessati, che ovviamente tendevano a falsarle; il tutto quindi era nullo. 2. Anche Giuseppe I darà via ad un catasto solo sulle proprietà affidate ai contadini. Venivano effettuati controlli da parte di commissari e questo scatenò molte contestazioni da parte dei diretti interessati. Per unità fiscale si intende un terreno in grado di sfamare un nucleo familiare; in base alla fertilità, questi avevano un differenziato peso fiscale. Ad essere soggette all’imposizione fiscale non erano solo le campagne, ma anche le città dove però il guadagno era minore poiché la vera ricchezza era concentrata nelle proprietà terriere e dunque il reddito maggiore proveniva dalla tassazione di quelle. All’interno della signoria l’imposta era riscossa dagli agenti del titolare. 3. Con Maria Teresa, il catasto si estenderà anche alle terre dominicali e prende il via nel 1750 (ci metterà 7 anni a concludersi) -> LIVELLAMENTO. Anche in quel periodo i contadini vivevano al limite della sussistenza e se si fossero aggiunte anche epidemie e carestie, questi sarebbero sprofondati nella miseria. Maria Teresa e i suoi collaboratori puntano ad un rafforzamento dell’economia tramite il sostegno a manifatture e commerci. Venne infatti creato il Direttorio Universale del Commercio (affidato al conte boemo Rudolf Chotek e al mercantilista von Hatzfeld), dove le sue azioni si rivolgono verso incentivi alle manifatture. Un valido sostegno verrà offerto da Francesco Stefano, il quale dimostrerà essere capace in affari e infatti si avventurerà in operazioni speculative con esiti positivi: - per stimolare la produzione nazionale, vengono innalzati i dazi sui prodotti di lusso che provenivano dall’estero. -> Ciò porta però a una reazione da parte di queste potenze straniere che innescherà guerre doganali. - A Vienna e nel regno di Boemia vengono impiantate manifatture di porcellana; in più, questo sviluppo industriale è dovuto anche per compensare la perdita delle manifatture tessili della Slesia. Un ostacolo a tutto ciò era rappresentato dalle CORPORAZIONI che con le loro regole frenavano l’iniziativa imprenditoriale e a questo punto le autorità pubbliche, per contenere lo strapotere, eliminano il limite di persone impiegate nelle officine. In più viene consentito il lavoro femminile minorile e a domicilio. I commerci hanno bisogno di buone vie di comunicazione, e così: - viene varato un ordinamento di abbattimento delle dogane interne omogeneo per tutti i territori della monarchia. -> Solo nel 1775 Austria e Boemia si uniscono in un’unica area doganale, mentre da questo processo l’Ungheria si defila. - Carlo VI aveva già collegato, attraverso il Porto franco, Vienna con Trieste, ma nel 1748 verrà istituito un servizio pubblico di trasporto. Per quanto riguarda la moneta, nelle differenti regioni, o si utilizzava il fiorino o il tallero e, data la confusione, viene deciso di unificare il valore della moneta che dà vita al tallero teresiano, moneta d’argento pregiata che consentirà i pagamenti tra Austria e regioni germaniche. Il Regno di Boemia: il “forziere” della monarchia CORONA DI SAN VENCESLAO -> È un regno composto da Boemia, Moravia e Slesia (quest’ultima comprende anche una componente polacca e da una prevalenza di luterani) ed è la parte più ricca della monarchia. Prevalgono le attività estrattive di oro, argento e rame + le manifatture tessili. Questa ricchezza deriva dalla produzione cerealicola, pesce, stagno e fabbricazione della birra. A Praga, Carlo IV aveva fondato l’università, e proprio questa città, ergendosi ad arcidiocesi, si rese indipendente dalle sedi vescovili limitrofe. 15 La Slesia è caratterizzata oltre che da una componente polacca, da una consistente prevalenza tedesca, e sotto il profilo religioso da una prevalenza di luterani; se a questi fattori leghiamo le importanti manifatture tessili, capiamo perché sia stato il primo obiettivo di Federico II, che in un secondo momento riuscirà ad impadronirsi di tutto il resto di Boemia. L’identificazione nobiltà-nazione ha significato nel corso dell’età moderna una lotta per la tutela dei privilegi aristocratici. Il luogo di difesa di questi privilegi era costituito dalle Diete. Da questo fenomeno rimanevano escluse le masse contadine, che però rappresentavano più del 90% di popolazione. La Battaglia della Montagna Bianca del 1620 , che dà inizio alla Guerra dei Trent’Anni, può essere vista come declino della Boemia. Infatti, è in questo momento che Ferdinando II d’Asburgo riesce a imporre l’ereditarietà della Corona all’interno della sua casata, mentre fino ad allora le Diete boeme, morave e slesiane si erano rifiutate. Durante il ‘600 ci sarà un annientamento del protestantesimo in quanto Ferdinando II confiscò tutte le terre di questi nobili per darle ai nobili cattolici. Con gli Asburgo, dunque: - le Diete vennero svuotate dal loro potere di legiferare, ma mantenevano il diritto a votare le imposte; - insieme a nobili, cavalieri e borghesi venne istituito il clero; - la Cancelleria di Boemia viene mantenuta ma trasferita a Vienna; - la lingua tedesca viene posta sullo stesso piano del ceco all’interno dell’amministrazione pubblica tanto da provocare un peggioramento dell’uso della lingua locale (settore scolastico = bilinguismo); - unica religione consentita era il cattolicesimo (Slesia più tollerante), anche se molte forme di protestantesimo, in forma dissimulata, continuavano ad esistere in Alta e Bassa Austria. La depressione del ‘600 si abbatte nel settore agricolo, che rappresentava il pilastro sul quale si fondavano fiscalità pubblica e privata. Dunque, se si fossero indeboliti, ne avrebbero risentito le casse dello Stato, rischiando di bloccare anche il finanziamento dell’esercito. Le uniche alternative erano costituite dal ricorso ai prestiti da parte dei banchieri e dalla vendita dei beni alla Corona . 1769-1780 -> A far scoppiare le rivolte contadine saranno i giorni di corvées aumentati e gli abusi. Solo verso la fine della Guerra dei Sette Anni la situazione inizia a cambiare. -> In Boemia la situazione è delle peggiori in quanto la popolazione è aumentata e quindi la crisi sarà più difficile da gestire , a fronte di più bocche da sfamare. I rapporti tra contadini e signori si fanno sempre più tesi, fino a sfociare nella violenza: è noto lo “Scandalo Mansfeld” del 1768, dove i funzionari del principe Mansfeld perpetrano abusi sui contadini e sulle loro famiglie nella tenuta vicino Praga. Maria Teresa capisce di dover rendere più tollerabile il sistema servile, visto che non vuole abolirlo (con Giuseppe verrà abolito). -> L’unica pena inflitta a Mansfeld è il risarcimento alle vittime, multe e sospensione dei terreni solo per poco. La situazione diventa insostenibile con l’avvio della peste (1770-71), tanto è vero che si decide di affiancare a una produzione cerealicola, quella delle patate per scongiurare la morte per denutrizione in periodi di crisi. Kaunitz (cancelliere monarchia asburgica) propone: 1. l’abolizione del servaggio, 2. la trasformazione delle corvées in denaro, 3. la distribuzione di parte delle terre ai contadini. 16 La Cancelleria Boemo-austriaca imporrà un tetto massimo alle corvées, scatenando il malcontento degli aristocratici. Si giunse ad un’insurrezione generale boema8 (1775) dove i capi famiglia dei villaggi incendiano l’intero Paese e Maria Teresa è costretta a far intervenire l’esercito. Inoltre, i contadini proclamarono una sorta di sciopero generale del lavoro nei campi e si rivolgono a letterati per mettere per iscritto le loro ragioni. -> A questo punto la sovrana rende più tollerabile il sistema delle corvées: - suddivide in classi i contadini, - vengono diminuiti i giorni delle corvées, - i proprietari terrieri devono pagare un supplemento ai contadini se gli richiedono prestazioni di lavoro in più!! 8 che può essere interpretata come una lotta per la libertà nazionale (da parte della storiografia otto-novecentesca) o emancipazione dei lavoratori (secondo la storiografia marxista). 17 Elisabetta I proporrà a Maria Teresa di unire tutte le forze dell’Europa settentrionale e orientale (Sassonia, Svezia e Polonia) per aggredire il nemico prussiano, per poi spartirsi tutti i suoi territori. Proprio per evitare ciò, Federico II decide di dare battaglia. -> Si giunge al Secondo Trattato di Versailles tra Francia e Austria (1757) dove la Francia offre uomini e denaro in cambio dei Paesi Bassi + il Lussemburgo per Filippo di Borbone in cambio di Parma, Piacenza e Guastalla, il tutto subordinato al recupero della Slesia . -> La Russia, così come la Svezia, ha messo a disposizione truppe e navi. Federico si ritrova dunque una forte coalizzazione delle truppe nemiche, ma nonostante questo avrà grandi successi nel 1757. Maria Teresa interviene affidando nuovamente le sue truppe all’incapace cognato Carlo di Lorena. -> Federico II giunge a Praga dove Carlo si è asserragliato, invade la Boemia e assedia Praga. Per fortuna di quest’ultimo, va in suo aiuto Joseph Daun che sconfigge i prussiani per la prima volta a Kolìn (passo falso di Daun che li fa ritirare senza annientarli del tutto), riesce a riconquistare la Slesia e occupa Berlino. Federico II si rivolgerà nuovamente contro gli austriaci per liberare la città: per Carlo di Lorena la battaglia di Leuthen sarà un disastro e a questo punto sarà necessario nuovamente l’intervento di Daun e di altri generali (soprattutto scozzesi). Federico rischia di perdere tutto il suo Stato ma riesce a recuperare tutto, anche la Slesia. -> La Francia sarebbe, a questo punto, incline a terminare il conflitto, ma l’Inghilterra, che ha come ministro della guerra Pitt, vuole rinnovare la sua alleanza con la Prussia. -> Federico II giunge quindi a minacciare Vienna, ma sarà bloccato da Daun ad Olmutz. Il 1759, invece, avrà come protagonista del Terzo trattato di Versailles il nuovo Ministro degli esteri, Etienne Francois de Choiseul, rappresentante di Luigi XV a Vienna. Questo trattato sarà favorevole alla Francia in quanto si avrà un ridimensionamento delle truppe francesi sul fronte austriaco e si rinuncerà ai Paesi Bassi, questo per avere maggiore libertà nel momento in cui la Francia dovesse siglare una pace separata con gli anglo-prussiani. L’accordo prevede anche il matrimonio tra Giuseppe e Isabella di Parma, nipote del re di Francia. La Prussia verrà sconfitta da Austria e Russia, dove nel 1760 vinceranno a Liegnitz, occupando anche Berlino. L’anno però si chiude con la sconfitta degli alleati a Torgau e Maria Teresa capisce che non potrà mai più riacquisire la Slesia. Sul fronte del conflitto anglo-francese, la situazione è peggiore per i possedimenti di Luigi XV le cui colonie sono in pericolo. Nonostante la discesa in campo della Spagna, dove Carlo III di Borbone vuole siglare il patto di famiglia che unisce le dinastie borboniche di Madrid, Parigi, Parma e Napoli contro i nemici comuni, tra cui l’Inghilterra. Il nuovo sovrano inglese Giorgio III allontana Pitt e vuole giungere ad una pacificazione. Anche la guerra tra Francia ed Inghilterra si concluderà con il Trattato di Parigi del 1763, nel quale la Francia viene privata delle sue colonie americane (tra cui il Canada) a favore degli inglesi e cede anche la Louisiana alla Spagna che otterrà anche Cuba e le Filippine, mentre l’India diventa una potenza britannica. Il colpo di fortuna di Federico è rappresentato dalla morte della zarina Elisabetta: sale al trono di Russia Pietro III che concluderà la pace con la Prussia, restituendogli tutti i territori occupati. Pietro però verrà ucciso prima da una congiura di palazzo, che porrà sul trono Caterina II la Tedesca. -> Con Caterina II non interessata al conflitto, Maria Teresa è costretta a cedere perdendo per sempre la Slesia e la Contea di Glatz; in cambio, Federico le concederà il suo voto in favore di suo figlio Giuseppe. Il conflitto ha indebolito, in termini di popolazione civile la Prussia, la Sassonia e la Svezia, la Moravia e la parte settentrionale della Boemia. Mutano anche gli equilibri internazionali: scompare la rivalità Asburgo- Borbone e Asburgo-Lorena, adesso si sono emancipati dall’Inghilterra e possono agire in libertà. Maria Teresa è costretta a farsi una ragione della perdita della Slesia, accettando che la Prussia è una grande 20 potenza non tanto in termini di estensione territoriale e di popolazione (poiché raggiungeva a malapena un terzo dell’ampiezza della monarchia asburgica) ma per le sue nuove acquisizioni territoriali. Questa guerra è comunque servita alla sovrana per mostrare la potenza del suo Stato e del suo esercito e riesce a conservare il titolo imperiale nelle mani della dinastia. Una nuova stagione di riforme - Kaunitz Protagonista di queste nuove riforme sarà il Cancelliere di Stato Kaunitz, il quale ritiene insoddisfacenti i risultati delle riforme di Haugwitz. Egli vuole concentrare il potere in un consiglio di poche persone fidate (affari interni) (Consiglio di Stato-Staatsrat), perché è convinto che solo centralizzando il potere si possono velocizzare e compiere le decisioni prese. -> COMPETENZA E CAPACITA’ DECISIONALE. -> Il nuovo organo prende corpo nel 1760 ed è formato da 6 membri fidati: 1. Kauntiz -> Cancelliere di Stato; 2. Haugwitz -> Presidenza formale; 3. Joseph Daun -> Presidente del Consiglio di Guerra; 4. Hrinrich Blumegen -> Governatore della Moravia; 5. Von Borié e Von Ehrenstein -> componente tecnica; 6. Von Kronburg -> referendario (segretario). Questi funzionari hanno il compito di studiare i punti deboli della monarchia e suggerire al sovrano dei miglioramenti. In particolare, devono ridurre il debito pubblico e intervenire sul ridimensionamento dell’esercito. -> Dati i rovesci militari, il debito pubblico è aumentato, nonostante tutta la popolazione non si fosse sottratta alle richieste di aumento dei carichi fiscali. Il Regno di Boemia continuava a rimpolpare il bilancio statale mentre vi saranno forti incrementi nelle entrate della Bassa Austria, della Carinzia e Carniola. Durante la guerra viene rafforzato anche l’esercito: Daun viene nominato Presidente del Consiglio di Guerra, che viene riorganizzato con una sezione militare, una di giustizia e una amministrativa. Viene indetto un CENSIMENTO per quanto riguarda il reclutamento dei militari secondo un modello di circoscrizione territoriale (in zone di città tipo). Altro obiettivo è quello di colpire il Directorium, responsabile secondo Kaunitz delle disfunzioni degli anni precedenti, sostituendolo con un modello più prossimo al sistema dei consigli ristretti del re Sole (modello francese). Dunque, le competenze amministrative vengono trasferite ad una Cancelleria unita di Boemia ed Austria. Vengono create anche amministrazioni per le varie province della monarchia, le Gubernia. Ultimo tassello riguarda il settore finanziario: - l’organismo della Hofkammer diventa un vero e proprio Ministero delle Finanze, perché ha il compito di controllare tutte le entrate della monarchia (a capo ci sarà il conte J. Herberstein). - I flussi di cassa vengono affidati ad una Cassa Centrale che si occupa di gestire anche le uscite. - A controllare il tutto il settore viene istituita una Corte dei Conti (con a capo von Zinzendorf) che controlla il Banco di Vienna e l’operato della Ministerial-Banco-Deputation. Per potere operare sufficientemente, queste riforme hanno bisogno di essere rifornite di denaro pubblico, e a fronte di un’economia sofferente, si cerca di incrementare la produzione locale e le nuove manifatture (teorie fisiocratiche) per rilanciare l’economia. A questo punto: - si devono ridurre i privilegi delle corporazioni, - abolire i dazi interni e ridimensionare quelli esterni (alla fine si mantiene il PROTEZIONISMO), 21 - convincere gli imprenditori stranieri a spostare la loro produzione nei territori asburgici. -> Ad esempio, la Bassa Austria e la capitale vedono sorgere iniziative imprenditoriali grazie ai membri della borghesia locale, mentre in altre zone saranno più intraprendenti gli aristocratici. Stiria, Carinzia e Boemia continuano ad eccellere per la produzione siderurgica, anche se il vero traino è rappresentato dalla produzione di oggetti di lusso che si diffondono in Ungheria via terra e a Trieste via mare. - Gli Asburgo, inoltre, non percorrono la strada del colonialismo, le manca una flotta adeguata e hanno pochi sbocchi sul mare. Se si vuole parlare di colonizzazione, si può parlare dei territori sottratti all’impero Ottomano, tra cui il BANATO : vengono individuati gruppi di tedeschi di fede cattolica a cui si offrono aiuti affinché vi si trasferiscano . Giungeranno anche serbi e rumeni che Maria Teresa accoglierà offrendogli case, terreni ed esenzioni dalle tasse per un periodo di tempo. Le condizioni di questo territorio peggiorano quando la regione viene accaparrata sotto la giurisdizione ungherese, dovendo condividere i gravami che colpivano i contadini magiari. La componente religiosa occupa un posto importante: si voleva fare del cattolicesimo l’unica fede dei territori ereditari, discriminando altre religioni come protestanti ed ebrei che furono riammessi nel regno solo in seguito ai danni economici riportati dalle loro migrazioni (Transilvania). Il Regno di Ungheria e le altre regioni orientali: un mondo a parte CORONA DI SANTO STEFANO -> Fino all’800 non faceva parte del Sacro Romano Impero (rimanendo esclusa dalle riforme 700esche), e pur conservando assieme alla Polonia la cristianità, furono molti gli impulsi religiosi provenienti dall’Oriente. Sotto Maria Teresa la cavalleria ungherese costituirà l’esercito più preparato. ORIGINI -> I magiari discendevano dagli Ungari (Arpad fondatore della dinastia) che furono sconfitti da Ottone I intorno al X secolo e da quel momento in poi si convertirono al cattolicesimo con Stefano I. I Magiari si espandono verso la Transilvania e in direzione della Slovacchia, ponendole sotto il loro dominio. Nel XII secolo si aggiungerà anche la Croazia e tutte queste aggregazioni vanno a significare un’etnicità variegata: come lingua ufficiale del regno venne scelto il latino in modo che tutti potessero comprendersi. Elemento di discriminazione erano le funzioni esercitate, il rango e il posto occupato nella scala sociale. L’espansione urbana non fu mai consistente, ma la vera ricchezza era costituita dalle coltivazioni, dall’allevamento di bovini e da miniere di materiali preziosi. Questo sfruttamento di metalli avrà il suo culmine con il regno di Mattia Corvino, che favorirà l’espansione del regno. Ad Oriente però ci fu la minaccia degli Ottomani che nel 1453 si erano impossessati di Costantinopoli: a questo punto gli ungheresi si affidarono agli Jagelloni per contrastarli, ma Luigi II Jagellone perderà la vita nella Battaglia di Mohács nel 1526 e il paese sarà diviso in 3 parti: 1. la più consistente passa agli ottomani (Buda compresa), 2. Slovacchia (Ungheria Reale) e parte della Croazia passano invece a Ferdinando I di Asburgo (fratello di Carlo V, dal momento che aveva sposato Anna, la sorella di Luigi II), 3. mentre la Transilvania diventerà un’oasi di tolleranza religiosa (sotto i turchi) -> Stato vassallo. -> Qui si rifugeranno i fedeli delle religioni perseguitate. -> TERRITORIO PLURIRELIGIOSO E MULTIETNICO. Per quanto riguarda la religione, abbiamo la diffusione dei credi protestanti in funzione anti-asburgica . Ma le differenze religiose erano accettate, come luterani, calvinisti e greco-ortodossi. Questa tutela di differenti religioni faceva parte di quelle libertà che si cercava di difendere contro il potere. 22 CAPITOLO 5: IMPERATRICE E COREGGENTE Giuseppe II – Joseph: figlio, re, imperatore Il 27 marzo 1764 Federico II (come da accordo) fa in modo che i voti dei principi elettori diano il voto agli Asburgo-Lorena. L’incoronazione di Giuseppe II d’Asburgo Lorena avverrà l’anno dopo a Francoforte, dove il giovane, che aveva 23 anni, non arrivò impreparato. Infatti, fin da bambino la sovrana gli affiancò come precettore il feldmaresciallo Batthyány perché ne curasse la preparazione al mestiere delle armi . Egli imparerà anche latino, italiano, francese, tedesco, ceco ed ungherese. Poi studiò la storia e il diritto. Alla base della sua formazione ci saranno TEORIE CHE ESALTANO IL BENE COMUNE, LA RICCHEZZA DELLO STATO e il BENESSERE DEI SUDDITI. Tuttavia, Giuseppe avrà rapporti difficili con la madre, dato il suo carattere superbo, tanto che la madre lo punirà pesantemente ma senza risultati. Si pone poi il problema del matrimonio: si fa avanti Carlo III di Borbone re di Spagna con sua figlia Maria Giuseppina (che poi resterà nubile) e in più proporrà suo figlio Carlo Antonio per una delle principesse teresiane. Altra proposta, che sarà quella che la sovrana accetterà, viene dalla Francia dove Luigi XV propone sua nipote Isabella di Borbone-Parma (figlia di don Filippo, fratello di Carlo III) il cui matrimonio avverrà il 6 ottobre 1760. Però, per non scontentare Carlo III, la sovrana concederà in sposa sua figlia Maria Karolina a Ferdinando di Napoli. Isabella, però, morirà insieme alla prole. Giuseppe vorrebbe sottrarsi a un nuovo matrimonio, ma la madre lo costringerà a sposare Maria Giuseppa di Baviera, figlia di Carlo VII. Nuovamente il vaiolo ucciderà anche la nuova consorte e la stessa sovrana lo contrae per essere stata vicino alla giovane durante la malattia, ma sopravviverà. Giuseppe deciderà di non volersi più sposare. La sovrana dovrà adeguarsi sperando in una discendenza da Leopoldo (altro figlio). Quest’ultimo sposerà Maria Luisa di Borbone-Spagna, ma nello stesso periodo morirà Francesco Stefano stroncato da un infarto. La sovrana addolorata è tentata ad abdicare ma il suo senso del dovere glielo impedisce. Inoltre, Giuseppe (re dei romani) ha bisogno del sostegno della madre in quanto erede al trono, ma si deve accontentare del titolo di coreggente con delega per gli affari militari, mentre la sovrana assumerà il titolo di Imperatrice madre. Leopoldo invece governerà nel Granducato di Toscana con il nome di Pietro Leopoldo I di Toscana (in onore della Russia di Elisabetta I). L’eredità di Francesco Stefano risulterà essere importante per la famiglia, che riuscirà in parte a estinguere il debito pubblico, e dall’altra a costituire un fondo famiglia. La Lombardia: il ‘laboratorio’ delle riforme? Il ducato di Milano è entrato a far parte dei domini asburgici alla fine della Guerra di Successione Spagnola. Si spezza quindi una coesione territoriale durata per tutto il dominio spagnolo: alcuni territori diventano sabaudi, altri smembrati a favore dei Savoia. Sono questi gli anni in cui si riafferma l’espressione “Lombardia austriaca” a Milano, Parma, Piacenza e Mantova; Trento, Trieste, Gorizia e Gradisca non erano considerati parte del territorio italiano. I nuovi territori peninsulari acquisiti erano possedimenti di peso sia sotto il profilo demografico, perché densamente popolati, sia sotto quello economico-finanziario perché da questi possedimenti deriva circa un terzo delle entrate di tutta la monarchia. La Lombardia è un territorio con una popolazione con poco più di 1 milione di abitanti, ma che si riprende grazie alle migrazioni agricole che la pongono all’avanguardia in Europa. Dal punto di vista istituzionale, anche sotto il regno di Carlo VI, i domini italiani continuavano a operare sotto al Consejo de Espana, che solo dopo verrà sostituito dal Consiglio Supremo d’Italia, presieduto da Silva-Tarouca. Nonostante le riforme teresiane, il patriziato milanese conserva: il Senato e i due magistrati delle entrate (ordinario e straordinario); la Congregazione dello Stato e la nomina del vicario di provvisione, che si occupa del vettovagliamento cittadino; la scelta dell’arcivescovo e i benefici ecclesiastici. 25 Si propone una triplice periodizzazione del quarantennio teresiano, ognuno dei tre archi temporali è dominato da una personalità rappresentativa: Gian Luca Pallavicini, Carlo di Firmian e Giuseppe II, seppur rappresentato dal fratello Ferdinando in qualità di governatore. Pallavicini (1740-50) -> aveva intrapreso la carriera delle armi e, entrato a far parte dell’orbita degli Asburgo, fece una buona impressione alla sovrana che lo nominò delegato per la Lombardia e Ministro plenipotenziario. Dal 1750 al 1753 avrà anche la carica di governatore della Lombardia. Con Pallavicini l’emergenza da affrontare è risollevare la provincia lombarda dai disastri di guerra, che hanno portato a una situazione finanziaria tragica e infatti le sue riforme genereranno un malcontento dei funzionari locali e di quelli inviati da Vienna in quanto troppo radicali. Per quanto riguarda il settore amministrativo viene emanata la Nuova pianta milanese degli uffici e delle magistrature: si limitano il potere del Senato e delle altre istituzioni controllate dal patriziato locale. Infatti, viene ridotto il numero dei senatori da 17 a 10 ed il Magistrato straordinario viene soppresso . Nel settore burocratico l’amministrazione finanziaria perde i 2/3 dei suoi addetti e si obbligano i funzionari a lavorare di persona e non tramite sostituti (stipendio adeguato promesso). Altro fronte è quello del catasto dove nel 1749 verrà istituita la Giunta del Censimento presieduta da Neri. Egli aspira a creare un’unica imposta fondiaria, proporzionale al valore di terreni ed edifici. In realtà, a queste si affiancheranno una tassa sul commercio, una sui contadini e una sulle seconde case rurali. Questo testimonia il difficile iter delle operazioni censuarie. Il catasto infatti entrerà in vigore solo il 1° gennaio 1760 e non si baserà sulla dichiarazione dei proprietari, ma sulle perizie dei funzionari che avrebbero consentito una base certa sulla quale calcolare l’imposta fondiaria. Questo, non solo stimola nuove colture, ma consente ai cancellieri e ai tribunali del censo di controllare la riscossione delle imposte, cosa che prima spettava alle amministrazioni locali e che portava ad abusi e disuguaglianze. Con Pallavicini si procede anche al risanamento del settore finanziario: si istituisce infatti il Banco di Santa Teresa che garantisce ai creditori il pagamento degli interessi sul denaro prestato ed è interessato all’estinzione del debito pubblico, con la restituzione dei capitali ricevuti dai privati. Altro problema da risolvere era quello della riscossione delle imposte: Pallavicini individua nella società di Antonio Greppi l’unica depositaria di un contratto di “ferma” che dal 1751 riscuoterà tasse su sale, tabacco e dazi sulle merci. Greppi diventerà uno degli uomini più facoltosi di Milano. Sarà Giuseppe II, poi, a sottrarre la ferma al Greppi e a far assumere l’onere della riscossione delle imposte agli organi statuali. Tale decisione giungerà dopo l’operato di Firmian. Carlo Firmian (anni ’60) -> dà il via al secondo periodo di riforme lombarde: Kaunitz sopprime il Consiglio d’Italia dando vita a un Dipartimento d’Italia dove porrà ai vertici prima Luigi Giusti e, successivamente, Sperges, che erano dei punti di riferimento di Firmian. Nel 1765 nasce la Giunta Economale per gli Affari Ecclesiastici con l’obiettivo di arginare il troppo potere del patriziato milanese, mettendo ordine tra clero regolare, avviando un’inchiesta sui beni ecclesiastici ed emanando un editto sulle manimorte. Le riforme in questo ambito sono dovute al fatto che la Chiesa veniva considerata un corpo privilegiato quanto quello nobiliare. Altro obiettivo è separare le funzioni della Chiesa da quelle dello Stato: non più censura ecclesiastica, non più Tribunale dell’Inquisizione, non più carceri nei conventi e non più diritto di asilo nei luoghi di culto . Quindi si voleva creare una Chiesa nazionale, staccata dalla dipendenza della Santa Sede. Il controllo sull’istruzione, gestito dalla Chiesa, viene assunto dalla Giunta agli studi e anche l’Università di Pavia verrà sottratta al controllo del Senato milanese e riformata con nuovi metodi e discipline. 26 Per quanto riguarda il settore economico-finanziario, viene istituito un Supremo Consiglio di Economia, presieduto da Carli; il conte Verri costituirà una commissione per arginare lo strapotere di Greppi. Giuseppe II coreggente (ultimo decennio) -> Tutte queste innovazioni, però, porteranno ad avere troppi nuovi organismi e troppe nuove persone che hanno molto potere. Ecco dunque che, sotto Giuseppe II, si cerca di ritagliare meglio i confini tra le differenti istituzioni: vengono aboliti il vecchio Magistrato Ordinario e il nuovo Supremo Consiglio di Economia. -> Il settore economico-finanziario viene concentrato nelle mani del Regio Ducal Magistrato Camerale e della Camera dei Conti, mentre gli affari giudiziari solo al Senato milanese. Per quanto riguarda l’istruzione, invece, abbiamo la creazione di scuole, fondazione di scuole della dottrina cristiana, di confraternite, ospedali, orfanotrofi, conventi, ecc. Nel 1773, con il Magistrato agli Studi si dà il via alla soppressione della Compagnia di Gesù. Artefice della nuova riforma sarà l’ abate Giovanni Bovari che stila un progetto basato su una scuola gratuita per ogni borgo, scuole di meccanica, disegno, aritmetica ed esami di abilitazione per gli insegnanti. Per quanto riguarda invece le scuole secondarie ci sono nuove discipline scientifiche e una continuità tra studi secondari e universitari + libri di testo condivisi . Ma buona parte degli insegnanti che supererà i corsi di abilitazione continuerà a provenire dagli ecclesiastici. Con Giuseppe II si abolirà anche il Senato , perché egli voleva legare Milano e gli altri territori della monarchia al centro viennese, vedendolo come unica garanzia di omogeneità. I Paesi Bassi meridionali: un mondo lontano Sempre dopo la Guerra di Successione Spagnola (1702-13), anche i Paesi Bassi meridionali (Artois, Fiandre, Hainaut, Lussemburgo) sono entrati a far parte dei domini asburgici. Ad essere interessata a questa acquisizione sarà l’Inghilterra perché così evita che quel territorio a un passo dall’isola possa cadere in mani ostili. Con il Terzo Trattato di Anversa del 1715 si fa in modo che gli alleati olandesi possano tenere guarnigioni in alcune strategiche città di confine, in modo da consolidare il filo spinato destinato ad arginare le ambizioni francesi. Questi territori, nonostante la guerra, si risolleveranno facendo leva sulle attività manifatturiere e sui commerci marittimi (Compagnia di Ostenda con Carlo VI). Saranno però sempre i capitali fiamminghi a finanziare l’avvio della Compagnia di Fiume (altro porto potenziato da MT). Le divisioni religiose sono un ricordo lontano, il confronto ora è interno al cattolicesimo, avendo qui Giansenio che ha composto il suoi trattato ‘Augustinus’, dal quale poi prese vita il giansenismo, condannato da Clemente XI con la bolla Unigenitus. Il giansenismo si rifà ai problemi dibattuti dai protestanti come grazia, libero arbitrio, peccato originale e redenzione. Questi problemi li risolvono dichiarandosi ad Agostino e al suo concetto di grazia, senza la quale l’uomo è portato a compiere il male . Il giansenismo incontra anche l’episcopalismo, gallicanesimo e febronianismo che vogliono l’indipendenza dai vescovi della Santa Sede e Chiese nazionali, sostenuti anche dai sovrani. Giuseppe II, infatti, impedirà la pubblicazione della Unigenitus nei Paesi Bassi meridionali. In qualità di plenipotenziari vengono scelti Adorno, Karl von Coblenz e Georg Adam che riescono a rivitalizzare velocemente l’economia locale. Come governatore verrà scelto Carlo di Lorena che riuscirà molto meglio in questo ruolo piuttosto che in quello di comandante militare; dopo la sua morte e quella di Francesco Stefano, la sua casata si estinguerà. Nel frattempo, il porto di Ostenda viene potenziato e si migliorano anche le vie di comunicazione per gli scambi commerciali, si impiantano fabbriche di porcellana e carrozze; si ha un miglioramento delle tecniche agricole che consentirà un balzo in avanti della popolazione. 27
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