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Riassunto "Memoriale" di P. Volponi, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto per capitoli del romanzo "Memoriale" di Paolo Volponi

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 16/01/2020

beatrice-pernigotto
beatrice-pernigotto 🇮🇹

5

(1)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto "Memoriale" di P. Volponi e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Memoriale 1) Saluggia inizia a raccontare quando ha 36 anni dicendo che i suoi mali iniziarono dopo il ritorno dalla prigionia in Germania e che adesso deve per forza scrivere perché “i suoi mali sono arrivati ad un punto tale che deve per forza denunciarli”. È nato il 12 marzo 1919 ad Avignone (Francia) con padre piemontese e madre veneta, vive a Candia (nel Canavese) in provincia di TO in una casa di campagna vicino al lago di Candia, ha orto e animali, ama la campagna. Prima della guerra aveva frequentato una scuola di avviamento industriale dai Salesiani, ma per la morte del padre e una pleurite non si era diplomato. Era stato soldato di fanteria, fatto prigioniero a Zagabria. Lui aveva votato per la monarchia ma aveva vinto la Repubblica. Votava DemocraziaCristiana perché la Chiesa lo aveva sempre aiutato. Con la madre: lei è come se non lo riconoscesse, non lo conforta e piange. I suoi mali sono iniziati alla fine del 1945, prima di Natale, quando aspettava con speranza la neve (dorme con le imposte aperte per vederla). Quando si sveglia scende a lavarsi e sente che l’acqua aveva un sapore strano, gli viene anche un dolore alla gola e stomaco. Vive con la madre: lei gli dice di non prendere moglie, di andare dal Dott. per i suoi mali, parla poco. Dal Dott. militare si fa visitare con gli altri reduci -> gli dice che i dolori allo stomaco erano perché ora mangiava tanto e in prigionia digiunava e i dolori alla gola erano per il fumo: Saluggia ci dice che non aveva mai fumato in vita sua, ma non lo dice al Dott. La visita “non aveva lo scopo di accertare il suo stato di salute, era un obbligo militare x entrambi”. Lui è contento che il Dott. non abbia scoperto i suoi mali. Di ritorno sul treno vede molti operai e riflette sul loro lavoro: uno di loro gli offre una sigaretta e Saluggia pensa che non potrebbe vivere in città “troppo furba e interessata”. Riceve due lettere: una per la pensione di guerra dell’Ass.Reduci, una dell’Ufficio di Collocamento che trovava un lavoro ai reduci -> è quasi dispiaciuto perché ij questo modo lui sarebbe stato per sempre legato alla guerra e alla prigionia. Si reca all’Ufficio il 16 giugno 1946 dove gli dicono di presentarsi all’Uff.Collocamento della città di “X” (lui si reca prima del 22 per osservare l’ambiente) - > la fabbrica non aveva recinti, “immobile come una chiesa o tribunale, era tutta uguale con gli stessi rumori”. Paragone: è emozionato come quando dalla Francia a 13 anni stava tornando in Italia, quando non si aspettava ancora che di lì a poco sarebbe morto suo padre, poi la guerra e la prigionia. Ora dice che in quel momento non si aspettava che l’ingresso in fabbrica gli avesse portato disgrazie. A casa sposta il letto nel fresco fienile e riflette sui suoi mali: pensa all’esercito, alle forme che vede (di indiano e cappello) sul muro del fienile, alla sua comunione. Il 28 giugno 1946 va a fare la visita medica ad X dai dott. Tortora e Bompiero e conosce Francesco Pinna, un marinaio sardo che era scappato dalla prigionia dei tedeschi (era peloso, capelli neri, labbra grosse e sempre bagnate). -> Dicono a Saluggia di mangiare molto e dormire bene. In fabbrica gli assegnano la matr. 3743 (dice che la somma era il num 17, sfortunato). Conoscono il capo reparto Grosset che doveva insegnargli ad usare le fresatrici -> sotto il grembiule aveva sempre la camicia con il colletto chiuso e i gemelli d’oro. Prima di andare in mensa metteva l’”Avanti!” dentro alla “Stampa”. La moglie lo tradiva e lui doveva dormire nel sottoscala. Saluggia al lavoro era in competizione e odiava i compagni. Grosset gli dice “Non prendere il lavoro come nemico o non durerai a lungo” -> iniziava ad amare la fabbrica, si sentiva il più bravo ma era difficile legare con i compagni -> dopo poco capisce che il lavoro non lo soddisfava e non gli dava niente, si sentiva lo stesso di prima. Durante l’estate lui e Pinna fanno i guardiani notturni alla fabbrica, dopo tornano al lavoro normale: a settembre riducono il personale e cambiano i cottimi, uno uguale per tutti i reparti - > la gente perde voglia di lavorare. Gli operai vogliono scioperare ma Albino no. 2)aLa sera della Vigilia di Natale esce dalla fabbrica e in un bar si accorge di stare male, continua a tossire. Passa il Natale in casa con la madre che aveva preso una storta al piede. Il 7 giugno Grosset si accorge che Albino stava male e lo manda in infermeria dove Tortora e Bompiero gli fanno fare le lastre e le visite. Va in vacanza a Genova con Pinna in motocicletta per 4 giorni però quasi non lo sopportava (lo considerava un bambinone). Quando si sente ancora male in infermeria gli fanno il controllo schermografico e si accorgono che ha la tubercolosi a tutti e due i polmoni -> per lui era un inganno: avevano falsificato la lastra per non farlo lavorare e per ridurre il personale. Così va da un dottore a Candia, il Prof Giordano che però si rifiuta di visitarlo per non intromettersi nel lavoro del dott.Tortora, che era un uomo molto importante -> Albino lo considera complice anche lui. A Natale 1948 sta ancora male e i dottori avvisano Grosset sul suo stato di salute: Grosset avverte Albino che doveva smettere di lavorare o avrebbero avvertito l’Ufficio Personale. Albino rifuta le cure e continua a lavorare, devono intervenire delle guardie e portarlo a forza nel sanatorio -> “mi sentii finito, di nuovo solo ed escluso come ai tempi di Vattino e la prigionia”. 3)vSaluggia viene ricoverato in sanatorio in isolamento dove doveva rimanere sdraiato immobile per tanto tempo. Gli dicono che sarebbe dovuto uscire in Autunno, vota anche in sanatorio x le Dc e decide di non vedere sua madre per non renderla più triste e contagiarla. Una sera alcune donne (Marina e Vera) gli bussano alla finestra perché volevano incontrarlo e gli dicono la sera dopo di presentarsi da loro con un amico. La sera dopo lui non si presenta e Marina va in camera sua: ma lui dopo un po’ la caccia e crede che fosse una “complice del dott.Tortora” inviata per rovinargli il momento in cui stava guarendo e recuperando le forze. Quando ci fu l’attentato a Togliatti, un vecchio dà una sberla a Saluggia, arrabbiato perché spesso Saluggia si inventava di essere stato in Russia e raccontava delle storie false. Nelle sere dopo anche altri uomini volevano passare dalla stanza di Saluggia x raggiungere le donne ma lui si rifiuta. Decide di uscire dal sanatorio alla Vigilia di Natale senza aver finito le cure e il pneumotorace. 4) Da gennaio a maggio 1949 resta a casa e va a fare le cure dal dott. DeSaintMartin, a maggio torna in fabbrica e scopre di non essere più al reparto frese ma nell’officina di Manzino, un uomo che voleva che gli operai lavorassero in ordine e silenzio. Lì, conosce Gualatrone e fa amicizia. In fabbrica Bompiero gli fa altri controlli e gli dice che il suo stato di salute era instabile. Riceve una convocazione per un soggiorno in Val D’aosta, prima rifiuta e poi ci va -> legge il libro “Il lebbroso della città di Aosta”. Una sera scappa e torna a casa ma poi pentito ritorna il giorno dopo in Val d’Aosta. Tornato in fabbrica scrive una lettera alla Presidenza
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