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Riassunto Metodologia, Sintesi del corso di Arte

Appunti integrati con schemi e riassunti tratti dal Manuale Dal neoclassicismo al Romanticismo di C. Savettieri, Roma 2006 e Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del 400 di M.Baxandall

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 14/02/2015

Diletta2222
Diletta2222 🇮🇹

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Scarica Riassunto Metodologia e più Sintesi del corso in PDF di Arte solo su Docsity! METODOLOGIA DELLA RICERCA STORICO-ARTISTICA [W = Winckelmann] Perché l’opera d’arte deve essere abbinata al su contesto storico, anche se non è l’unico fattore ad influenzarla. La base su cui si fonda la ricerca storico-artistica è di tipo filologico: arrivare a collocare cronologicamente e stilisticamente un’opera. Bisogna quindi: ✓ Capire la tecnica ✓ Capire l’origine e la provenienza ✓ Capire lo stile ✓ Studiare la tavola di provenienza L’opera d’arte trae spunto dalla società ma non è la copia, da invece una sua interpretazione alla realtà. BAXANDALL 1)Le condizioni del mercato Nell’Italia del 400 la pittura di migliore qualità veniva fatta su commissione: da un lato il pittore dal’altro il cliente o mecenate che commissionava l’opera e forniva il denaro per la sua realizzazione, una volta pronta, il cliente decideva cosa farne. I dipinti già pronti spesso rappresentavano oggetti cassoni nuziali, madonne, fatti da artisti poco conosciuti. Contratto Entrambe le parti stipulavano un contratto legale; non esistono contratti tipici perché non c’era una forma fissa a cui fare riferimento ma un esempio di contratto meno atipico può essere quello tra il pittore Ghirlandaio e il priore dell’ospedale degli Innocenti che si riferisce all’”Adorazione dei Magi”. I contratti erano comunque molto vari, ad esempio Mantegna riceveva uno stipendio fisso e a volte al posto del denaro gli venivano offerti doni o privilegi. 1 Nel contratto viene specificato: ✓ Ciò che il pittore deve dipingere, in questo caso sulla base di un disegno già concordato ed era la forma più comune. ✓ Vengono espressi chiaramente i modi e i tempi di pagamento da parte del cliente e i termini entro il quale il pittore deve consegnare. ✓ Specifica che il pittore deve utilizzare colori di buona qualità come l’oro e l’azzurro ultramarino. Pagamento Il denaro incide profondamente sullo stile dei dipinti, di solito il metodo di pagamento più comune era una somma versata a rate e solitamente il cliente pagava il pittore in base al materiale utilizzato, il tempo impiegato e per le sue capacità. La somma concordata non era del tutto rigida ma poteva modificarsi nel caso il pittore si trovasse in perdita. Un dipinto dove è presente l’azzurro ultramarino, più costoso dopo l’oro e l’argento,è più pregiato rispetto all’azzurro dall’Alemagna, colore meno brillante e meno resistente. L’attenzione ai colori In molti contratti si insiste sul fatto che il pittore utilizzi colori di buona qualità. I clienti e gli spettatori infatti ne davano molta importanza. Di solito colori come questo nei dipinti costituivano un mezzo per evidenziare qualcosa. Esempio: nella Crocifissione di Masaccio, il gesto del braccio destro di San Giovanni è sottolineato dall’azzurro ultramarino. Rapporti Il pittore di solita aveva un rapporto diretto col mecenate che poteva essere una persona rappresentante imprese collettive o private, un principe o un suo funzionario, un priore di una confraternita o monastero, ma non vi era una distinzione tra pubblico o privato perché spesso le commesse di privati erano destinati a luoghi pubblici. Verso la fine del 400 alcune cose iniziano a cambiare: si presta meno attenzione all’uso di colori preziosi e ci si concentra sull’abilità del pittore. I clienti iniziano a badare all’esigenza di fare sfoggio di fronte al pubblico. Ad esempio l’abbandono dello sfoggio dorato è dovuto: ✓ Dalla diminuzione dell’oro del 1400 2 I borghesi infatti apprendevano le nozioni geometriche nelle scuole secondarie. Molti pittori erano uomini d’affari che avevano appreso la matematica e sapevano di poter contare su un pubblico che conosceva queste nozioni. Il pittore faceva ampio uso di oggetti che venivano usati quotidianamente negli esercizi di misurazione, così rende più acuta la sensibilità visiva del pubblico. La Chiesa chiedeva al pittore di stimolare l’uso della vista per far si che il fruitore passi dalla dimensione quotidiana al mistero dell’Immacolata concezione della Vergine. - Si basavano sulla proporzione, i cui problemi relativi ad essi venivano affrontati con la regola del TRE. Questi problemi riguardavano: ✓ L’allevamento ✓ La mediazione ✓ Lo sconto ✓ Il baratto - Si basavano sulla prospettiva: Rappresenta l’idea di dominio dello spazio. E’ un insieme di regole che derivano dalla matematica Euclidea. si basa sul principio di inversa proporzionalità. Ex: effetto della lontananza con immagini più piccole. 3)Dipinti e categorie Il 400 non produsse uno schema netto su quali fossero i più grandi pittori come invece era successo nel 300: Giotto, i suoi allievi, Cimabue. Ma l’elenco più ricco dì informazioni è stato fatto dal pittore Giovanni Santi in un componimento poetico in cui alcuni sono: ✓ FIRENZE: Masaccio, Filippo Lippi, Botticelli, Leonardo da Vinci. ✓ VENEZIA: Antonello Da Messina ✓ PADOVA: Mantegna ✓ MARCHE: Piero Della Francesca E dallo studioso Cristoforo Landino che era amico del pittore Leon Battista Alberti e traduttore della “NATURALIS HISTORIA” di Plinio pubblicata nel 1473. 5 Era un umanista, scrittore e filosofo (dedicò una raccolta in versi ad Alberti) e fu famoso per il suo commento alla Divina Commedia e nell’introduzione fa un resoconto sugli artisti. MASACCIO: definito da Landino: Imitatore della natura Si distacca dai libri che rappresentavano dei modelli precostituiti e coglie gli oggetti reali così come si presentavano basandosi solo sullo studio e rappresentazione del loro aspetto attraverso la prospettiva e il loro rilievo. Esponente del rilievo Rilievo: l’apparire di una forma modellata a tondo, ottenuta trattando abilmente la superficie. Puro Nel senso di non ornato ma neanche povero. Dotato di facilita Termine che veniva molto usato nella critica letteraria come prodotto di talento naturale. La scioltezza che derivava da essa era molto apprezzata nel 400. Essa si manifesta in un dipinto che appare completo ma non ancora rifinito e i suoi nemici sono le correzioni. Infatti Masaccio dipingeva su intonaco fresco a differenza degli artisti che dipingevano su intonaco secco. Dotato di Prospettiva Viene definito così qualcuno che si distingue nell’uso della prospettiva. BEATO ANGELICO Definito vezzoso cioè delizioso. Non enfatizzava il contrasto luci/ombre. ANDREA DEL CASTAGNO Disegnatore, rappresentava gli oggetti tramite linee di contorno e non su tono. Sono le linee che definiscono le forme e la loro posizione nello spazio. Amatore delle difficoltà L’esecuzione di cose difficili era apprezzata di per se come dimostrazione di abilità. Le sue difficoltà si manifestavano soprattutto nel fare gli scorci; cioè applicazione particolare della prospettiva. 6 Consiste nel disporre corpi e figure su un piano obliquo rispetto all’osservatore in modo che alcune parti risultino più vicine e altre più lontane. FILIPPO LIPPI ≠ da Masaccio (sacrificava la virtù dell’ornato a favore di una corretta imitazione del reale) Grazioso: prodotto di varietà e ornato, secondo i critici classici. Esempio: madonne a mezzo busto con visi dolci e graziosi. Ornato: chiarezza acutezza nitidità ricchezza (riferimento all’atteggiamento di movimento delle figure). Varietà’: diversità dei soggetti (atteggiamenti) Compositore: cioè composizione è l’armonizzazione degli elementi nel dipinto in modo da ottenere l’effetto desiderato. Colorire: si riferisce allo scendere del colore cioè rappresentazione di oggetti. LE TECNICHE E LO STILE LA TECNICA insieme di nozioni pratiche che permettono all’artista di manipolare la materia. TECNICA PITTORICA A TEMPERA In uso soprattutto nel Medioevo. A partire dal 500 sarà soppiantata da quella a olio, successivamente sarà ripresa da Kandisky, quando ci sarà un recupero delle tecniche arcaiche che si collegano al primitivismo. Usa colori che vengono triturati e sciolti nell’acqua con aggiunta di addensanti (latte, chiare d’uovo). Il supporto era una tavola di legno, per preparare la tavola si applicava la tela sulla tavola, veniva stesa la colla e fatta asciugare e applicato uno strato di gesso e colla, fino a quando diventava secco. Si raschiava la tela e la superficie era completamente liscia. Il modo in cui il colore viene steso si evolve nel corso del Medioevo. Inizialmente è steso in modo uniforme, senza sfumature di chiaro- scuro, agli artisti medievali non interessavano i colori chiaro- scurali per creare un effetto naturalista perché essi rendevano all’idea dell’oggetto. PITTURA AD OLIO Usa colori triturati che non vengono addensati come la pittura a tempera ma con oli grassi, l’olio da una viscosità che conferisce 7 Nel 600 veniva rappresentato il paesaggio idealizzato, cioè la natura non come realmente è ma come dovrebbe essere. 4)la pittura di genere Raffigurava episodi della vita quotidiana che veicolavano messaggi morali. Per esempio Hogarth usa la pittura di genere in modo particolare, concepiva i dipinti come drammi morali e attribuiva all’arte la funzione di rappresentare i vizi sociali. A fine del 700 le cose cambiano in concomitanza ad un nuovo modo di concepire la natura: non più idealizzandola, quindi rappresentandola come dovrebbe essere ma come si mostra, riconoscendo la sua spontaneità, la sua varietà e i suoi aspetti selvaggi. Cambia lo sguardo con cui la si osserva. La natura non è più una realtà da correggere ma da interpretare e scoprire. Assistiamo alla nascita del sublime e del pittoresco. Il sublime segue il senso di potenza della natura. Il sublime in arte si vede nei ritratti in cui c’è l’uomo con spazi infiniti con una natura presentata come malefica. Kant studia i limiti della ragione umana e il concetto del sublime è legato all’indomabilità della natura anche se alla fine fa vincere il pensiero umano su di essa. Il pittoresco da importanza alla natura concepita come spontaneità, varietà. Anche la natura morta nell’800 viene rivalutata da alcuni teorici che dicono che il bello sta nelle forme e non in cosa viene rappresentato Jones: pittura en plein air. Valenciennes: la sua pittura era composta da due fasi: ✓ En plein air, ritratto della natura vera così com’è ✓ Paysage composé, venivano aggiunti altri elementi presi da altri paesaggi reali o da un paesaggio idealizzato. Chateaubriand, ogni paesaggio ha caratteristiche tali da far suscitare i sentimenti. Inizio 800, Romanticismo. I pittori romantici proiettavano i loro sentimenti, i loro stati d’animo sulla natura perché si sentono parte integrante di essa. 10 Il paesaggio quindi assumeva la qualità di genere alto e nobile come capace di far suscitare sentimenti e la gerarchia dei generi non aveva più senso. Nei romantici la natura diventa espressione della dimensione profonda dell’uomo. Natura come unità con l’uomo. Rounge:(romantico) negli elementi naturali vi è lo spirito divino o meglio lo spirito dell’uomo nella sua originaria purezza. Sprofondare nella natura era una sorta di ritorno all’infanzia. Secondo lui la storia si divide in diverse età ognuna delle quali corrisponde ad una religione o ad un tipo d’arte. ✓ Egitto ✓ Grecia fede cattolica ✓ Arte del paesaggio Friedrich:per cogliere lo spirito della natura bisogna adoperare non l’occhio fisico ma spirituale. CAPITOLO 6 L’ANTICO Neoclassicismo • La mania dell’antico si diffonde soprattutto grazie alla scoperta a metà 700 delle città di Pompei e Ercolano che influenza molti ambiti come la moda, il modo di vestirsi, i mobili, gli oggetti. Un ritorno all’antico come paradiso perduto. • Grandissima ammirazione nei confronti della cultura greca vista come modello di: razionalità, funzionalità e semplicità. • In questo panorama troviamo di grande rilievo il teorico tedesco Winckelmann, secondo lui l’arte greca era da considerarsi un modello ideale a cui i moderni devono rendere, afferma che imitare non è copiare ma un penetrare il processo secondo cui gli antichi dalla natura giungevano al bello ideale. 11 Gendankeen(1755)scritta prima del suo soggiorno a Roma e dunque prima che venisse a contatto direttamente con l’antico; si basa solo su fonti letterarie. Nel 1764 scrive “Storia dell’arte dell’antichità” in cui segna la nascita della storia dell’arte. Nasce la consapevolezza dell’unicità e inimitabilità dell’arte antica perché frutto di un preciso contesto storico-politico- culturale e geografico che non si potrà riproporre. Afferma l’importanza di un regime politico democratico, dove non vi sono tiranni e dove è presente una libertà in cui l’artista è libero quindi capace di sfoggiare capolavori sublimi. Il pensiero di W negli anni dei “Gedanken” è pervaso da un duplice movimento: ✓ Da un lato verso l‘antica Grecia classica in cui sottolinea la smisurata grandezza. ✓ Dall’altro verso un presente che egli reputa inferiore e aspira a risollevare proponendogli il modello greco. I greci erano superiori anche perché dominavano le passioni, era quindi considerata un’arte celeste, lontana dalla dimensione terrena. Era il trionfo dell’anima sul corpo. W ammetteva la STORICITA’dei fenomeni artistici, cioè che ogni fase dell’arte è connessa a precise condizioni storiche e quindi ad una sua originalità. Ai moderni non resta che contemplare. SHILLER:riconosce invece il valore e la fecondità del mondo moderno dividendo poeti antichi e moderni. ANTICHI ingenui perché avevano un rapporto ingenuo con la natura sentendosi parte integrante di essa. MODERNI sentimentali, hanno perso questa comunione spontanea con la natura e hanno un atteggiamento sentimentale, avvertono una sensazione di perdita e paragonano la natura all’infanzia, l0unica fase dell’uomo moderno più vicina all’ingenuità degli antichi. I MARMI ELGIN Sculture del Partenone ad opera di Fidia. Thomas Bruce 7° conte di Elgin (cittadina della Scozia) nel 1799 divenne ambasciatore britannico ed insieme a Lisieri, il suo disegnatore di fiducia, ottennero il permesso di trasportare le sculture. Il Partenone è un’opera cardine dell’arte greca del V secolo d.C, tempio ateniese dedicato all’Athena Parthenos, costruito per volontà dell’assemblea dei cittadini guidata da Pericle capo del governo ateniese. Inizialmente era utilizzato per i culti pagani 12 Comincia a partire dalla fine del 300 una riflessione sugli artisti: FILIPPO VILLANI (1381) nella sua opera sulla gloria di Firenze dedica un capitolo a Giotto (colui che ha cambiato la pittura) e Cimabue ed altri artisti illustrandone le biografie. Vediamo quindi che anche gli artisti hanno contribuito alla gloria della città. GHIBERTI è il primo a trattare specificamente degli artisti non illustrandone solamente la biografia. MANETTI la prima monografia è un libro che tratta di Raffaello in tutti i suoi aspetti e un’opera su uomini importanti di Firenze. VASARI divide le biografie degli artisti in tre età: 1) rinascita dell’arte con Giotto e Cimabue (quella medievale non veniva considerata) 2) arte del 400 artisti fanno progressi nell’imitazione della natura e nella prospettiva (l’età dello studio) 3) arte del 500 Michelangelo che rappresenta la perfezione (età dove c’è naturalezza e grazia, quel valore diverso dalla bellezza che conferisce all’opera spontaneità). Vasari ha un’idea progressista dell’arte e una concezione toscano centrica, importanza fondamentale del disegno, considerava Firenze la protagonista indiscussa delle arti. Il modello biografico di Vasari diventa quello di riferimento fino a metà 700. Una svolta radicale è costituita da W che con la sua raccolta LA STORIA DELL’ARTE DEGLI ANTICHI inaugura un nuovo modello di storia dell’arte, dice che è importante guardare non le biografie dei singoli artisti ma l’evoluzione stilistica generale di ogni epoca, inoltre per lui la produzione artistica è collegata ad un contesto storico politico sociale. Un altro passaggio è con HERDER autore tedesco che critica W. Egli capisce che non si può affermare un criterio assoluto con cui valutare l’arte ma ogni sua epoca va valutata in e per se perché è unica. Herder è il padre dello storicismo moderno che aveva già affrontato Vico. 15 L’arte è un progresso continuo che culmina con Michelangelo (scrittore, pittore, poeta). Il valore di ogni singolo artista non è concepito in e per se ma in rapporto ad un’età di progresso. D’AGINCOURT autore francese primi dell’800 Decide di studiare l’arte della decadenza cioè quella medievale. - Ha studiato W e ha affermato che lui ha studiato la parte migliore dell’arte. Studia la storia dello stile ma studiando l’arte dalla decadenza perché la considera necessaria affinché si arrivasse al Rinascimento. - Illustra la decadenza tramite delle incisioni che rappresentano opere d’arte di cui nessuno ha voluto occuparsi. LA FASCINAZIONE DEL SELVAGGIO Nel 700 illuminista si sviluppa una certa attrazione per il selvaggio, il diverso, in particolare per i popoli extra europei, grazie anche alla nascita di discipline come l’antropologia e alla centralità che il viaggio assume nel 700. C’era la convinzione che questi popoli vivessero solo del necessario in condizioni di felicità e non corrotti. Lontani dalla società quasi come lo stato naturale di Rousseau. I BARBUS In Francia a partire dalla seconda metà del 700 si diffonde una corrente artistica tesa a combattere la sensuale frivolezza dell’arte rococò e a ripristinare un’arte più intellettuale che si rifaceva ai modelli antichi. L’esponente fu DAVID che traeva ispirazione soprattutto dalle opere greche e dai pittori primitivi italiani. • Verso la fine del 700 dagli atelier di David si formarono delle sette di artisti che lo criticavano perché non abbastanza primitivo. Si facevano chiamare BARBUS perché portavano la barba lunga che era un attributo dei filosofi antichi e si notavano per un atteggiamento e abbigliamento estremista e facevano coincidere arte e vita col loto estremismo ideologico. Consideravano falsa e ignobile tutta l’arte prodotta dopo Fidia, compresi i maestri italiani come Raffaello, macchiati di vizi delle scuole moderne. Consideravano corrotta anche l’età di Pericle. 16 • L’arte greca più arcaica era la loro prediletta. • Per quanto riguarda la letteratura le preferenze andavano alla Bibbia a Omero e Ossian. FORME DI ARTE DEL NEOCLASSICISMO L’arte neoclassica affida al disegno un ruolo principe in particolare al DISEGNO A TRATTO, cioè il disegno come puro contorno che si differenzia da quello caratterizzato dalla gradazione chiaroscurale. - forme caratterizzate solo da linee - no profondità spaziale - no effetti di rilievo Il disegno a tratto che traeva ispirazione dalla pittura vascolare e dai bassorilievi antichi ebbe diffusione perché dipingeva la natura come essenza, come idea sottratta al tempo e al divenire. È una forma di ritorno all’origine. (leggenda) Secondo W: 1) la bellezza si esprime nella forma che è il disegno mentre il colore è legato alla sfera dei sensi ed esprime piacevolezza, non si rivolge all’intelletto. 2) nel disegno si esprime la forma nella sua essenziale purezza. È più intellettuale nel dipinto chiaroscurale. Può essere interpretato come una forma di primitivismo perché è come se azzerasse tutti i progressi dell’arte nel corso dei secoli. JOHN FLAXMAN Egli adotta un livello un livello di semplificazione quasi primordiale: le figure sono composte solo da linee di contorno mentre tutti gli effetti di volume, tridimensionalità e profondità sono annullati, gli elementi espressivi sono ridotti al minimo. I suoi disegni vogliono non rappresentare la realtà ma fornire una rappresentazione mentale ed astratta di essa. LA RISCOPERTA DEL MEDIOEVO 17 valori estetici dello spirito italiano che si manifestavano nelle lettere e nelle arti. Cicognara si fece interprete di quest’idea. Il pittore tedesco Domenico Fiorillo svolse la monumentale impresa di una storia dell’arte europea. - Riunì un’enorme quantità di materiale inglobante anche fonti medievali. - Il suo progetto storiografico si distingue per la sterminata estensione cronologica e biografica. - Un’importante punto di riferimento per Fiorillo fu Lanzi. Anche Fiorillo come Lanzi parte dalla necessità di ordinare e sintetizzare il ricco e variegato materiale messo a disposizione dalla letteratura artistica precedente. - Da Lanzi infine trae l’idea di strutturare la storia dell’arte secondo coordinate cronologiche e geografiche. Ma c’è un aspetto riguardo al quale Fiorillo prende le distanze, egli infatti biasima Lanzi per non aver messo in relazione la storia dell’arte con quella politica. LA SCOPERTA DELLA POLICROMIA DELLE STATUE ANTICHE Le statue antiche furono il principale oggetto di studio e interesse in epoca neoclassicista. L’antiquaria tradizionale studiava le statue antiche attraverso la catalogazione, secondo criteri astratti estetici come il bello ideale. QUATREMERE adotta un nuovo metodo di studio, secondo lui l’arte non va valutata seguendo principi astratti ma calandosi nella società che la creata, ricostruendo la funzione che assumeva. Era consapevole che ciò che restava dell’arte antica era solo una minima parte di quanto era stato prodotto e sulla base di questi resti era facile concludere che la maggior parte della statuaria antica era di marmo ma si rese conto che in realtà i greci nutrivano una particolare predilezione per materiali preziosi ed un uso policroma del colore. Ciò può ripugnare i moderni i quali sono portati a prediligere le sculture marmoree o di bronzo, considerate pure. W prediligeva le sculture in marmo perché fa apparire le forme più grandi e ne accentua la bellezza. Tuttavia per Q bisogna rendere giustizia alla storia: non bisogna valutare questo tipo di produzione ma semmai chiedersi la ragione della loro diffusione e la loro funzione nella società greca. Dimostra quindi che queste statue in materiali policromi rappresentavano delle divinità ed erano collocate nei santuari. 20 Erano oggetti di culto che dovevano suscitare la credulità e la superstizione dei fedeli, dunque dovevano avere un aspetto di magnificenza. Dunque il suo metodo era studiare le statue greche in base ai nessi con la società in cui erano inserite. Si pose contro la politica delle requisizioni delle opere d’arte dell’armata francese in Italia perché dichiara che un’opera è legata al suo contesto geografico politico culturale e solo grazie a questi nessi l’opera può essere comprese. Toglierlo dal suo contesto significa perdere il suo significato più profondo. POLLOK Famoso per le sue opere negli anni del dopoguerra. La sua opera è una pittura ad alluminio su tela in cui si ispira a Monet ma fa un lavoro del tutto diverso. Usa tele di dimensioni enormi che appoggia a terra, con pennelli intinge colori diversi lasciando cadere le gocce di pittura: tecnica del Griffin, cioè pittura d’azione, in cui l’artista può scegliere i vari colori ma integra il caso nella sua azione. Restauro W sottolinea che molti antiquari erano caduti in gravi errori d’interpretazione delle statue antiche perché non avevano saputo distinguere le parti autentiche da quelle restaurate. Secondo lui la pratica del restauro è un’operazione molto delicata perché doveva rispettare lo stile la tecnica e il materiale dell’opera originale. Risulta una novità perché fino ad allora il restauro era considerato un atto essenzialmente tecnico che mirava all’effetto finale, se prima il restauratore era uno scultore di bassa qualità adesso è uno specialista. Capitolo 9 L’arte e la rivoluzione Gli artisti e la rivoluzione Attraverso i secoli l’arte si è spesso prestata ad assumere significati politici che nel corso del tempo potevano cambiare. Ha avuto un ruolo importante durante la rivoluzione francese, infatti anche nei momenti più critici l’arte ha continuato ad essere al centro dell’attenzione generale. 21 All’origine di tutto c’è Winckelmann, le cui idee hanno avuto un forte impatto nella Francia dei Lumi. Egli pone un nesso indissolubile tra arte e politica: l’arte eccelle solo laddove vige un regime politico democratico, com’era avvenuto nella Grecia dell’età di Pericle, quella perfezione artistica del V secolo è unica ed irripetibile. I rivoluzionari assimilano l’idea del legame inscindibile che stringe arte e politica ma trascurano l’dea del’irripetibilità delle circostanze che hanno generato la perfezione artistica greca. Invasati dall’utopia di dar inizio a un nuovo corso della storia, facendo tabula rasa di un passato macchiato dalla tirannide. Essi considerano la Francia rivoluzionaria la nuova Grecia classica, Parigi la nuova Atene, perché con la rivoluzione, la libertà è stata resuscitata. Vari rivoluzionari sono convinti che il genio artistico è perpetuamente alimentato da un amore per la libertà, nell’era della libertà riconquistata, l’arte potrà svolgere la sua vera funzione che è stata messa a tacere per secoli da regimi dispotici. La guerra dei simboli e il vandalismo rivoluzionario Cosa fare delle opere realizzate per re, nobili ed ecclesiastici, dunque per nemici della rivoluzione? Per un certo periodo la risposta di molti fu una sola: distruggere. Perché quei simboli quelle immagini sono ai loro occhi vivi e pericolosi come se fossero reazionari in carne ed ossa. Nel 1792 l’assemblea si trovò a sanzionare atti vandalici e iconoclasti mossi dalla rabbia popolare. La strada che portò alla condanna del vandalismo è collegata alla delineazione del ruolo del museo del Louvre. Dovere della Francia rivoluzionaria non è solo proteggere le arti del passato ma farsene deposito. Il popolo francese non potrà limitarsi a conservare le arti, il suo dovere sarà andare a liberare le opere collocate in paesi dispotici per farle rimpatriare. Ormai però migliaia di monumenti erano stati distrutti, ma la Francia era ora la patria delle arti. La festa giacobina La festa è nata con la società, è una sospensione del lavoro, un interrompere provvisoriamente la quotidianità. 22
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