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Riassunto molto dettagliato sulla guerra dei 30 anni, Sintesi del corso di Storia

Riassunto molto dettagliato sulla guerra dei 30 anni (Libro Epoche)

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 26/08/2019

eleonora_lombardo1
eleonora_lombardo1 🇮🇹

3.5

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Scarica Riassunto molto dettagliato sulla guerra dei 30 anni e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! LA GUERRA DEI TRENT’ANNI 1. Tra una guerra e l’altra Una sospensione delle ostilità chiuse nel 1580 la guerra nel Mediterraneo fra Spagna e l’Impero ottomano. La monarchia spagnola restò impiegata nelle altre tre guerre (con le Province Unite, l’Inghilterra e la Francia). La guerra con la Francia aveva perso ogni giustificazione ideologica dopo che Enrico IV di Borbone si era convertito al cattolicesimo e aveva ottenuto dal papa la revoca della scomunica, La pace venne raggiunta nel maggio del 1598 e fu seguita dalla morte di Filippo II. Il suo successore, Filippo III, proseguì la guerra contro l’Inghilterra e organizzò nel 1601 una spedizione in Irlanda. Fallito il tentativo, il sovrano avviò le trattative per la pace definitiva nel 1604. Conclusa anche la seconda guerra, i debiti spagnoli avevano continuato ad accumularsi per il proseguimento del conflitto con i Paesi Bassi. Nel 1607 Filippo III annunciò una nuova bancarotta e dovette scendere a compromessi con le Province Unite. Nell’aprile del 1609 le due parti concordarono una tregua di dodici anni (fino al 9 aprile 1621). La Spagna nonostante tutto ciò continuò la sua politica e non rinunciò alle pretese su tutti i Paesi Bassi. E poiché né la Francia né l’Inghilterra avrebbero accettato una vittoria della Spagna, si faceva molto alta la possibilità di un conflitto generale. Utrecht del 1579. Il patto affidava le principali decisioni politiche agli Stati generali. Era però inevitabile che all’Olanda toccasse la prevalenza. Il vertice del potere olandese era però lacerato da un dualismo politico. La principale carica era quella del Gran pensionario, vi era poi lo statolder. La rivalità dipendeva dal fatto che il Gran pensionario olandese era eletto, mentre nessuno contestava il diritto della dinastia degli Orange-Nassau a ricoprire la carica di statolder. Dopo l’assassinio di Guglielmo, nel 1584, il figlio Maurizio gli succedette senza troppa difficoltà. Nel 1603 all’interno della chiesa calvinista esplose un conflitto tra un partito moderato e uno rigorista; il primo, appoggiato dal Gran pensionario, si richiamava al pensiero di Erasmo per sostenere che l’uomo era responsabile dei propri peccati; il secondo, appoggiato dallo statolder, sosteneva la dottrina della predestinazione. Nel 1619 il sinodo dei pastori e dei teologi calvinisti condannò come eretiche le tesi più favorevoli alla libertà del volere. In questo conflitto la religione era tutt’altro che separata dalla politica. Nel 1555 la Pace di Augusta aveva temporaneamente evitato alla Germania le guerre di religione, segnando allo stesso tempo il fallimento del tentativo di Carlo V di rafforzare il potere centrale. L’Impero appariva come un agglomerato informe; il suo territorio includeva la Boemia (Stato non tedesco) ed escludeva la Prussia (Stato tedesco). All’imperatore Ferdinando I d’Asburgo, fratello di Carlo V, era succeduto il figlio Massimiliano II, piuttosto tollerante nei confronti dei luterani. Nel trentennio successivo alla Pace di Augusta, il Protestantesimo aveva compiuto grandi progressi negli stati tedeschi, e nei possedimenti degli Asburgo. La Pace di Augusta vietava ai sovrani che si fossero dichiarati protestanti dopo il 1552 di nazionalizzare i beni della chiesa cattolica. Il passaggio dalla tolleranza alla Controriforma avvenne nei possedimenti asburgici. A partire dal 1580 gli Arciduchi del Tirolo e della Stiria cominciarono ad eliminare il protestantesimo dai loro domini. Nel 1576 Rodolfo II succedette al padre Massimiliano II e nel 1586 scelse come capitale Praga. Ferdinando rappresentò bene la nuova generazione di “campioni del cattolicesimo” che non accettavano più la tacita tolleranza dell’eresia. Più che condanne a morte, furono le centinaia di espulsioni di protestanti. Nel 1608 il Principato Renano del Palatinato promosse un’unione tra gli Stati protestanti. L’anno successivo il Duca Massimiliano di Baviera, contrappose a questa alleanza una lega degli stati cattolici. 2. Gli Asburgo e la rivoluzione boema Con il passare degli anni si rafforzò la convinzione che Rodolfo II avesse perso la pienezza delle sue facoltà mentali. Nel 1608 il consiglio di famiglia degli Asburgo giunse alla conclusione che era incapace di governare e lo costrinse a rinunciare al Ducato d’Austria in favore del fratello Mattia ( che possedeva già il governo dell’Austria). Oltre al titolo imperiale Rodolfo conservò anche la Boemia. Nel 1609 i boemi approfittarono della situazione di Rodolfo per farsi concedere la “ Lettera di maestà”, un documento che garantiva la libertà religiosa ai riformati . A questo punto Rodolfo II fu costretto a rinunciare anche alla corona boema e la Dieta del regno attribuì a Mattia, poco dopo la morte di Rodolfo Mattia d’Asburgo venne eletto imperatore. Già nel corso del 1617 i rapporti tra la Boemia e gli Asburgo cominciarono a farsi più difficili. Alla fine dell’anno Mattia aveva contrariato i sudditi boemi riportando a Vienna la capitale imperiale e lasciando a Praga un comitato di reggenti. Questi cominciarono a compiere atti concreti contro i privilegi religiosi della Boemia e indussero i capi della nobiltà protestante a richiedere un intervento diretto dell’imperatore. La tensione esplose il 23 maggio 1618 quando una folla penetrò nel castello reale di Praga e gettò dalla finestra due dei reggenti. La “Defenestrazione di Praga” fu solo il primo atto di una vera rivoluzione. I gesuiti furono espulsi e la nobiltà creò un governo provvisorio. La morte di Mattia d’Asburgo (20 marzo 1619) convinse i capi della rivoluzione ad affrettare la ricerca di un candidato al trono da contrapporre a Ferdinando. Il 19 agosto successivo la Dieta boema dichiarò deposto Ferdinando e pochi giorni dopo elesse quasi all’unanimità il duca del Palatinato Federico V. La Spagna si era subito dichiarata pronta ad inviare uomini e denaro in aiuto agli Asburgo d’Austria. L’imperatore Ferdinando II poteva contare sull’aiuto della Baviera e della Lega dei principi cattolici. Nel luglio del 1620, Massimiliano di Baviera entrò in Boemia per conto dell’imperatore, mentre il ramo spagnolo degli Asburgo ordinava alle sue truppe di invadere il Palatinato. L’esercito imperiale giunse alle porte di Praga e nel 1620 sbaragliò le truppe boeme. Federico V riuscì a fuggire e Praga fu abbandonata al saccheggio delle truppe tedesche. La Boemia fu riaperta ai Gesuiti e nel paese cominciò un’opera che comportò non solo la ricattolicizzazione forzata, ma anche un profondo riassetto della proprietà fondiaria.
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