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Il Neoclassicismo: Stile e Concepti (1750-1815), Appunti di Storia Dell'arte

Il Neoclassicismo è un movimento artistico e culturale che si sviluppa in Europa tra il 1750 e l'1815. Caratterizzato da un rifiuto dell'eccesivo Barocco e del Rococò, il Neoclassicismo si ispira all'antichità greca e romana. la diffusione del Neoclassicismo in Europa, le scoperte archeologiche che lo hanno influenzato, i principali teorici e artisti del movimento, e la sua influenza sulla scultura. Il Neoclassicismo è un'espressione universale di gusto europeo, che attira l'attenzione di artisti e studiosi in Roma e in Grecia.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 30/01/2022

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Scarica Il Neoclassicismo: Stile e Concepti (1750-1815) e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! IL NEOCLASSICISMO 1750-1815 Storicamente ci troviamo nel periodo dell'illuminismo: la diffusione del pensiero scientifico aveva prodotto in molti, la convinzione che la scienza avrebbe potuto recare felicità agli uomini; la Rivoluzione industriale portò in breve alla scomparsa di numerose botteghe artigiane. L'ottimismo è la ragione sarebbero stati in grado di liberare gli uomini dalle vecchie idee e, dai pregiudizi e dalla superstizione, liberando l'uomo dal suo stato di minorità. La passione per l'Antico diventa, grazie anche all'enorme diffusione delle stampe e dei libri, la caratteristica più significativa del classicismo. Il neoclassicismo è quindi la logica conseguenza sulle arti del pensiero illuminista. Si vogliono rifiutare gli eccessi del Barocco e del rococò, guardando piuttosto all'antichità classica greca. Il termine fu coniato alla fine dell'Ottocento con intento dispregiativo per indicare un'arte non originale, fredda e accademica. Il neoclassicismo è uno stile, un’espressione del gusto; si tratta di uno stile europeo → le connotazioni proposte dagli artisti hanno un valore universale, che va bene per tutti e non è specifica per una nazione. Sono le scoperte archeologiche (Ercolano 1738 e Pompei 1748) che riportano l’attenzione sulla vita antica e la sua quotidianità; ecco il motivo per cui sarà Roma il fulcro della tradizione neoclassica, che attirerà un grande flusso di artisti e studiosi. Si comincia a parlare di Estetica anche in campo filosofico (come farà per esempio Kant). Molta attenzione si porrà anche nel mondo greco, molti reperti saranno infatti presi dalla penisola e spostati nei grandi musei europei; ricordiamo che nel momento in cui Napoleone intraprende la campagna d’Egitto, si porta dietro una serie di archeologi che rubano reperti e li portano a Parigi à recupero artistico della tradizione artistica e storica Egizia. Il principale teorico del Neoclassicismo è Winckelmann, nel 1755 scrive “ Pensieri sull’imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura”, che diventerà manifesto del neoclassicismo; nel testo lui parla di canoni di bellezza astratta , una bellezza che non si trova in natura ma che viene creata dall’uomo. Ecco che W. Parlerà del bello ideale - nobile semplicità e quieta grandezza, poiché l’uomo è in grado di cogliere dalla natura i suoi elementi più perfetti, trasformandole in arte concreta e ideale nella sua bellezza. Lui parte dal presupposto che il buon gusto aveva avuto origine in Grecia e che tutte le volte che si era allontanato da quella terra aveva perduto qualcosa. La grandezza artistica era perciò, peculiarità dei Greci. Limitazione alla quale allude e ben diversa dalla copia: imitare vuol dire ispirarsi ad un modello e cercare di eguagliare. W. prende ad esempio l’apollo del belvedere, statua marmorea del IV sec a.C: per lui la scultura è ben distante dalla drammaticità della scultura barocca, che era agitata ed esagerata; lui si rifà alla scultura greca e alla sua statica perfezione, alla sua anima grande e posata “più tranquilla è la posizione del corpo, più è in grado di esprimere il vero carattere dell’anima”. Nel 1764, pubblica “la storia dell’arte nell’antichità”, concentrandosi sulla scultura come arte perfetta per rivivere la classicità; ciò che serve è equilibrio, pochi scatti dinamici, simmetria. Anton Raphael Mengs, è un artista settecentesco che si interessa del campo pittorico, e del recupero classico, ma lo fa citando tre artisti del ‘500/’600 1. Raffaello → disegno, composizione,gusto 2. Correggio → grazia, chiaroscuro, armonia 3. Tiziano → colore Ma tornando a Roma come centro propulsore, qui nascono numerose accademie, inoltre i giovani aristocratici la usavano come tappa per il loro grand-tour. Si va a Roma per studiarne la storia, non solo l’antico; si esalta la Roma monarchica, ma anche quella imperiale (sotto Napoleone si intende). ANTONIO CANOVA 1757-1822 Nasce a Possagno, figlio di uno scalpellino. Da giovane ha la fortuna di avere un finanziamento per gli studi, ecco che frequenta l’accademia delle belle arti di Venezia, fondata nel 1750 da Tiepolo e Piazzetta. Orfeo ed Euridice,1773: l’opera sancisce un primo successo di Canova, dopo essere stata esposta in una fiera; Canova è però ancora molto legato alla scultura Barocca e alla sua spiccata teatralità, i corpi sono in torsione e fanno trasparire agitazione; ad aumentarne la teatralità sono i fumi dell’inferno che avvolgono Euridice. Lui oltretutto coglie il momento topico della storia, quando lui si volta e comprende di aver rovinato tutto, disperandosi. Dedalo e Icaro, 1777: qui non coglie il momento di dramma nella storia di Icaro, quindi la sua caduta; sceglie invece di concentrarsi cui momento in cui Dedalo fornisce le ali al figlio, invitandolo a spiccare il volo. La vicenda può essere letta anche in chiave autobiografica, quindi il nonno scalpellino di canova aka Dedalo lo scultore, e la figura di Icaro come il giovane Canova pronto a diventare un grande artista. La scultura è interessante soprattutto nelle notevoli contrapposizioni che il Canova mette in primo piano: possiamo notare la vecchiaia di Dedalo in netto contrasto con la giovinezza di Icaro, e allo stesso tempo, mentre il vecchio padre viene rappresentato inarcato in avanti, dall’altra parte invece il giovane restituisce equilibrio alla composizione spingendosi nell’altro verso. Non bisogna trascurare nemmeno le emozioni: Dedalo è pensieroso e ha un brutto presentimento riguardo questa folle impresa, mentre Icaro invece viene rappresentato con una “smorfia” di incoscienza.
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