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La Sociologia Visuale: Ruolo delle Immagini nella Società Post-Moderna, Appunti di Comunicazione Audiovisiva

Tre concetti importanti legati alla sociologia visuale: la società dell'immagine, la cultura visuale e la visualizzazione. Esplora il ruolo delle immagini nella società post-moderna, le tipologie di immagini, il ruolo del contesto e della polisemia delle immagini, il paradosso della digitalizzazione delle immagini, il confronto tra testi e immagini, riflessioni etiche, esempi di ricerca e pratiche di vita quotidiana legate alle immagini.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 13/02/2024

priscadusso
priscadusso 🇮🇹

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Scarica La Sociologia Visuale: Ruolo delle Immagini nella Società Post-Moderna e più Appunti in PDF di Comunicazione Audiovisiva solo su Docsity! L'autore vuole spiegare tre concetti importanti legati alla sociologia visuale: la società dell'immagine, la cultura visuale e la visualizzazione. La Societa dell' Immagine Ruolo delle Immagini nella Società Post-Moderna: Nel panorama della società post-moderna, le immagini assumono un ruolo centrale nella costruzione delle relazioni sociali e nella comunicazione. Questo cambio di paradigma segna una netta transizione rispetto alla società moderna, dove la comunicazione era prevalentemente basata su testi scritti e linguaggio verbale. Evoluzione Storica delle Immagini: Era Idolo: L’Uomo e la Rappresentazione Divina: L'era dell'Idolo è un capitolo fondamentale nella storia delle immagini e della loro funzione sociale. In questo periodo, l'uomo si dedicava alla rappresentazione degli dei attraverso immagini e oggetti sacri. La concezione predominante era quella di creare idoli affinché gli dei potessero osservare l'umanità . Ciò portava a una visione non soggettiva, bensì a un punto di vista che escludeva la realtà oggettiva. L'immagine non serviva a descrivere l'invisibile, ma a creare un mezzo di connessione con gli esseri divini. Questo approccio all'immagine si caratterizzava per la sua relazione diretta e unidirezionale tra l'osservatore e la divinità rappresentata. Era dell’Arte: Dal Dominio della Natura all’Osservazione Oggettiva: Con l'avvento dell'era dell'Arte, in particolare nel periodo rinascimentale, si assiste a un cambiamento radicale nella funzione delle immagini. L'uomo-scienziato diventa il soggetto dominante, osservando e dominando la natura attraverso un punto di vista oggettivo e razionale. La prospettiva diventa centrale, poiché l'osservatore descrive la realtà in modo oggettivo, seguendo il singolo punto di vista scientifico. L'arte non si limita più a rappresentare l'invisibile o il divino, ma diventa un mezzo per rappresentare il reale , ciò che l'uomo vede . Era del Visivo: Dalla Crisi della Razionalità all'Immagine-simbolo: L'era del visivo si sviluppa con l'emergere dell'impressionismo e del cubismo, segnando una profonda crisi nella visione razionale e oggettiva del mondo. Si passa da una prospettiva centralizzata a una molteplicità di punti di vista. Le immagini diventano immateriali, emozionanti e capaci di multiple interpretazioni. L'immagine-simbolo, prodotta con calcoli matematici e algoritmi, rappresenta un nuovo modo di comunicare attraverso simulazioni digitali. La realtà mediata dai mass media e la centralità dell'esperienza visuale caratterizzano questa fase, in cui le immagini non solo rappresentano la realtà ma ne sconvolgono l'idea stessa, spingendo oltre i confini della comprensione tradizionale. In questa era, le immagini diventano veicoli potentissimi di interpretazione e comunicazione, plasmando la nostra comprensione del mondo. Tipologie di Immagini: Immagine-Indice: La Traccia della Realtà L'immagine-indice, derivante soprattutto dalla fotografia, è caratterizzata dalla sua connessione diretta con la realtà rappresentata. Essa trattiene una parte fisica dell'oggetto o della scena fotografata, come evidenziato dalla luce che colpisce il sensore e rimane impressa nel negativo. Un esempio comune è l'impronta digitale su una superficie, dove l'immagine funge da traccia tangibile della realtà. Immagine-Icona: Rappresentazione Somigliante alla Realtà L'immagine-icona è un tipo di rappresentazione visiva che si basa sulla somiglianza con la realtà. Quando la pittura o altri mezzi visivi cercano di ritrarre il reale in modo che l'osservatore possa riconoscerne la similitudine con l'oggetto rappresentato, si parla di immagine-icona. A differenza dell'immagine-indice, che trattiene tracce fisiche, e dell'immagine-simbolo, generata digitalmente, l'immagine-icona si concentra sulla creazione di una somiglianza diretta o analogica con la realtà. Immagine-Simbolo: La Potenza della Simulazione L'immagine-simbolo è il risultato della simulazione digitale mediante calcoli matematici e algoritmi. Questo tipo di immagine non mantiene una connessione diretta o analogica con la realtà, ma è una rappresentazione convenzionale basata su codici e simboli . Esempi includono immagini generate al computer per simulare ambienti non esistenti o ecografie che visualizzano dettagli interni del corpo umano. L'immagine-simbolo rappresenta la potenza della simulazione digitale nell'esplorare concetti al di là della realtà fisica. Conseguenze della Simulazione: 1. Realtà Mediata, Filtraggio delle Informazioni da Mass Media: La realtà mediata si riferisce al modo in cui le informazioni vengono elaborate e modificate dai mass media prima di raggiungere il pubblico. I media selezionano, manipolano e presentano le informazioni, influenzando così la percezione collettiva della realtà. Ad esempio, durante la Guerra del Vietnam, l'uso selettivo di immagini e narrazioni ha distorto la comprensione pubblica del conflitto. La realtà mediata evidenzia come i media possano plasmare la percezione sociale attraverso la selezione e la presentazione mirata delle informazioni. 2. Interpretazione: In passato, se vedevi qualcosa, voleva dire che quella cosa esisteva davvero. Ma ora, nella società moderna, non è più così. Se vedi qualcosa, potrebbe essere reale o potrebbe essere frutto di interpretazione. La chiave è che vedere non è più automaticamente collegato all'esistenza reale. Nella società post-moderna se vedo qualcosa non è detto che quel qualcosa esista: vedere è solo interpretare. Le caratteristiche principali della società dell'immagine includono: 1. Tendenza a visualizzare ciò che non è visibile con l'occhio umano: Utilizzando strumenti come microscopi, telescopi e raggi X, possiamo vedere cose che normalmente non sarebbero visibili. Questo include anche la visualizzazione di concetti astratti o simulazioni create al computer. 2. Tendenza a visualizzare l'esistenza: La società dell'immagine si distingue per la volontà di rendere visibile tutto ciò che esiste. Questa tendenza si estende anche alle rappresentazioni visive delle funzioni corporee in campi come la medicina, dove complesse procedure e processi biologici vengono tradotti in schemi visivi per una comprensione più accessibile. 3. Centralità dell'esperienza visuale: Rispetto al passato, dove l'esperienza visuale era confinata a luoghi specifici come teatri o musei, oggi è onnipresente. Le persone non solo consumano immagini, ma attivamente le generano e condividono attraverso piattaforme digitali. Inoltre, le persone non sono più solo spettatori passivi; sono attivamente coinvolte nel creare e condividere immagini, come quando stampiamo un quadro su una maglia e gli diamo un nuovo significato. 4. Visualizzazione del mondo: La visualizzazione del mondo va oltre la rappresentazione diretta della realtà. La simulazione digitale, attraverso immagini virtuali complesse, sfida l'idea tradizionale di realtà tangibile. Questo aspetto è evidente nelle rappresentazioni digitali di mondi fantastici, architetture virtuali e in generale nella capacità di creare ambienti visivi che vanno al di là delle possibilità della realtà fisica. razionale limita la potenzialità espressiva delle immagini, che, essendo polisemiche e sottoposte a interpretazioni multiple, operano con un codice debole. • Il Ruolo del Contesto e la Polisemia delle Immagini: L'assenza di un contesto verbale consente alle immagini di assumere diverse interpretazioni, generando polisemia. Senza un quadro linguistico, l'immagine può avere diverse connotazioni, e la sua ambiguità dipende dal contesto di visualizzazione e dalle scelte dell'autore. • L'Impatto Emotivo delle Immagini: Le immagini hanno un impatto emotivo immediato e diretto sull'emisfero emotivo del cervello, provocando reazioni emotive spontanee. Al contrario, il linguaggio verbale è rivolto all'emisfero razionale, scatenando reazioni più riflessive e meno immediate. • L'Interazione tra Immagini e Linguaggio Verbale: L'utilizzo del linguaggio verbale, come didascalie descrittive, cerca di guidare l'interpretazione dell'immagine, limitando la libertà di interpretazione soggettiva. Questo conferisce al linguaggio un ruolo repressivo, cercando di indirizzare l'osservatore verso una comprensione specifica dell'immagine. L'opera di René Magritte, La chiave dei sogni, in cui una testa di cavallo è affiancata dalla scritta "porta", rappresenta un esempio eloquente della predominanza delle immagini rispetto al linguaggio verbale. Qui, l'osservatore continua a interpretare l'oggetto come una testa di cavallo, nonostante la presenza della parola "porta". Magritte sottolinea così la capacità delle immagini di persuadere la mente umana del loro significato denotativo, superando il contesto linguistico. • La Convenzione del Linguaggio Verbale: Il linguaggio verbale è una convenzione, un accordo stabilito all'interno di una comunità, regolato da precise norme grammaticali e sintattiche. Questo codice forte, oggettivo e razionale contrasta con la debolezza e la polisemia delle immagini. In conclusione, la comunicazione visuale e verbale operano su piani differenti, con le immagini che accedono direttamente all'emotività e alla creatività, mentre il linguaggio verbale si basa su una struttura logica e convenzioni sociali. Questo confronto sottolinea le complessità dell'interazione tra parole e immagini nella comunicazione umana. Rivoluzione del Digitale Con il digitale, l'immagine viene vista come non più fedele rappresentazione ma come qualcosa che cerca di imitare la realtà. La transizione analogica-digitale ha sollevato preoccupazioni sulla perdita del contatto con la realtà, ma alcuni sostengono che le foto digitali conservino funzioni simili alle analogiche. Immagine Analogica vs. Digitale: Secondo Marra, non c'è differenza sostanziale tra immagine analogica e digitale. La fotografia digitale, pur essendo considerata iconica, mantiene un rapporto indicale con la realtà, anche se possono sorgere dubbi quando le immagini sono manipolate digitalmente. Immagine Analogica • Natura Continua: L'immagine analogica è basata su un segnale continuo, dove le variazioni di tono e colore sono fluide e ininterrotte. • Rapporto con la Realtà: Considerata un indice, rappresenta direttamente la realtà senza bisogno di un codice interpretativo. La fotografia analogica è un messaggio senza codice, diretto e immediato. • Impatto Emotivo: Ha un impatto emotivo significativo, poiché cattura momenti nella loro forma autentica e senza elaborazioni digitali. • Registrazione Diretta: La registrazione avviene in modo diretto, senza la necessità di convertire il segnale in codice digitale. Immagine Digitale: • Natura Discreta: L'immagine digitale è basata su un segnale discreto, dove le variazioni sono rappresentate da unità discrete di informazione, i pixel. • Rapporto con la Realtà: Considerata un'icona, richiede una decodificazione poiché è basata su un codice digitale. La realtà può essere simulata o manipolata attraverso la modifica digitale. • Manipolazione Facilitata: Consente modifiche e manipolazioni attraverso software digitale, offrendo una maggiore flessibilità creativa ma aumentando il rischio di alterazione della realtà. • Impatto Emotivo: Anche se può evocare emozioni, la sua natura digitale e la manipolazione possono influire sulla percezione di autenticità. Controversia sulla Realtà: Percorso dalla Realtà: Alcuni sostengono che, con l'immagine digitale, si può perdere il contatto diretto con la realtà, poiché può essere manipolata per adattarsi alle aspettative o creare realtà alternative. Continuità con la Realtà: Altri affermano che, nonostante la natura digitale, le fotografie digitali possono ancora testimoniare la presenza reale del fotografo in un determinato luogo. In sintesi, l'immagine analogica offre una rappresentazione continua e diretta della realtà, mentre l'immagine digitale, basata su un codice discreto, consente una manipolazione più flessibile ma solleva questioni sulla percezione della realtà. Entrambe hanno ruoli distinti nella comunicazione visiva e nella conservazione di momenti significativi. Il Paradosso della Digitalizzazione delle Immagini Posizione degli Apocalittici: Secondo gli "Apocalittici", l'introduzione dell'immagine digitale crea incertezza nel rapporto tra realtà e rappresentazione. Questa visione suggerisce che l'immagine digitale potrebbe non servire più come documento affidabile di un evento, poiché potrebbe verificarsi una perdita sia in quantità che in qualità di informazioni. Rinvigorimento della Produzione Analogica: Al contrario, secondo alcuni studiosi come Marra, l'immagine digitale potrebbe rinvigorire la produzione analogica. Ad esempio, vecchi film, di cui erano rimaste poche copie, sono stati ripresi e masterizzati in formato digitale per una visione più ampia. Le tecnologie digitali hanno anche consentito miglioramenti nella qualità, mantenendo particolari effetti visivi. Dibattito sulla Perdita di Informazioni Punto di Vista di Mitchell: Alcuni sostengono che il passaggio dall'analogico al digitale potrebbe comportare una perdita di informazioni sia in termini qualitativi che quantitativi, a causa della compressione dei dati. Mitchell, in particolare, ritiene che l'immagine vera sia quella non manipolata, sottolineando la presunta perdita di autenticità nelle immagini digitali elaborate. Contrapposizione di Manovich: Al contrario, Manovich argomenta che non solo non ci sarà alcuna perdita di informazioni, ma anzi, ci sarà un aumento delle informazioni visualizzabili attraverso i supporti digitali, contrapponendosi all'idea di una perdita derivante dalla transizione all'era digitale. Dibattito sulla Manipolazione dell'Immagine Mitchell sulla Vera Immagine: Mitchell solleva il dibattito sulla vera natura delle immagini, sostenendo che solo quelle non manipolate possono essere considerate vere. Questa prospettiva indica che le foto digitali, per la loro somiglianza all'immaginario piuttosto che alla realtà, potrebbero non rappresentare vere immagini. Manovich e la Manipolazione nell'Analogico: Manovich ribatte, affermando che la manipolazione è sempre esistita, anche nell'era analogica. Contraddice l'idea di una fotografia diretta mai manipolata, sottolineando che la fotografia digitale può essere considerata tale anche quando prodotta attraverso la grafica 3D. La Ricerca Visuale La sociologia visuale è sia una metodologia che una disciplina autonoma: • Come metodologia, utilizza immagini prodotte da ricercatori o soggetti per raccogliere informazioni, lavorando "con" le immagini. Le tecniche includono ricerca sul campo, foto-stimolo e produzione soggettiva di immagini. • Come disciplina autonoma, si occupa della ricerca "sulle" immagini esistenti , esaminando processi di visualizzazione e come le immagini influenzano la vita quotidiana. Rapporto tra Fotografia e Sociologia Visuale Il rapporto tra fotografia e sociologia visuale è spesso frainteso. Nonostante siano emerse nello stesso periodo, a metà dell'Ottocento, la sociologia visuale e la sociologia della fotografia hanno preso direzioni divergenti nel corso del tempo. Inizialmente, entrambe le discipline hanno esplorato la società, ma la sociologia ha poi iniziato a privilegiare dati quantificabili, abbandonando i fotografi sociali e le immagini percepiti come privi di potenziale conoscitivo. • La sociologia ha emarginato il visuale per diverse ragioni: • La realizzazione di immagini non impiega tecniche basate su calcoli scientifici. • La fotografia, percepita come soggettiva, è stata esclusa dalle prove nelle scienze sociali. • I sociologi, poco interessati all'analisi del corpo umano e delle espressioni, hanno contribuito alla perdita di rilevanza dell'osservazione visuale. • Liberate dalla sociologia, le immagini hanno trovato spazio nel fotogiornalismo, documentarismo ed etnografia (metodologia di ricerca antropologica che coinvolge l'osservazione partecipante e l'analisi dettagliata delle pratiche culturali di una comunità o gruppo sociale), dando vita e sviluppandosi nella sociologia visuale. La confusione tra le due discipline deriva da un malinteso, poiché, sebbene siano emerse insieme, la sociologia visuale ha trovato nuova vita in contesti diversi, mentre la sociologia ha privilegiato dati quantificabili. • La fotografia documentaristica nasce nel 1870, quando Riis realizzò una serie di scatti con l’obiettivo di criticare le condizioni di vita degli immigrati in alcuni quartieri di New York. • Poco dopo, Hine effettuò una ricerca fotografica a fini giornalistici per mostrare lo sfruttamento minorile negli Stati Uniti. Grazie alle sue foto venne approvata una riforma che garantisse un miglioramento delle condizioni di lavoro. • Nel filone antropologico, due ricercatori, dopo lo studio della cultura balinese, si resero conto che le parole da sole non erano sufficienti per far comprendere alcuni aspetti culturali che emergono meglio con l'uso di immagini. di come l'empatia possa sfidare pregiudizi e portare a una comprensione più ricca delle comunità emarginate. Gli Italiani e il Significato Culturale del Cibo (Harper e Faccioli): I sociologi Harper e Faccioli hanno condotto una ricerca mirata a comprendere il significato culturale e sociale del cibo nella società italiana, confrontandolo con la cultura alimentare statunitense. La metodologia adottata ha incorporato un approccio di osservazione partecipante e fotografica, cercando di catturare la complessità delle pratiche culinarie e il loro impatto sulla vita quotidiana. La ricerca si è svolta coinvolgendo 25 famiglie italiane in cene quotidiane. Harper ha documentato attraverso le fotografie le attività legate alla preparazione del cibo, le pose assunte durante i pasti e gli interni delle case dove si svolgevano le attività culinarie. Successivamente, Faccioli ha intervistato i partecipanti, utilizzando le immagini come stimolo per approfondire la comprensione delle dinamiche culturali. Tra i risultati significativi emersi dalla ricerca visuale: Legame Profondo tra Cibo e Amore: La cultura italiana enfatizza il gesto di preparare e offrire cibo come un atto d'amore. Le immagini hanno evidenziato il ruolo predominante delle donne nella preparazione del cibo, attribuendo loro un certo potere all'interno della sfera familiare. Cibo Italiano come Espressione di Qualità e Tradizione: Le fotografie hanno rivelato l'apprezzamento del cibo italiano per l'uso di ingredienti freschi e di alta qualità. La combinazione precisa degli alimenti, influenzata dalla storia romana, e l'ordine delle portate sono aspetti distintivi che conferiscono al cibo italiano uno status speciale nella cultura alimentare. Attraverso questa metodologia innovativa, la ricerca visuale ha permesso di cogliere in modo approfondito le sfumature della cultura alimentare italiana, evidenziando connessioni intrinseche tra il cibo, l'amore e la tradizione. In entrambi gli esperimenti, l'uso della ricerca visuale emerge come un potente strumento per esplorare e comunicare aspetti complessi della società, andando oltre le limitazioni delle descrizioni verbali e sfidando stereotipi preesistenti. La Ri-Fotografia La ri-fotografia è un metodo nella ricerca visuale che coinvolge la cattura di immagini in sequenza nel tempo per studiare i cambiamenti sociali e territoriali. Secondo lo studioso Rieger, le manifestazioni visive sono strettamente legate ai cambiamenti nella struttura sociale. Questo approccio consente: Informazioni sui Cambiamenti Sociali: Le immagini nel tempo rivelano trasformazioni nella struttura sociale di un territorio, fornendo dettagli preziosi sui mutamenti nel tessuto della comunità. Previsione dei Cambiamenti Visuali: Analizzando la struttura sociale, è possibile anticipare i cambiamenti visivi futuri, mostrando come le dinamiche sociali si riflettano nelle manifestazioni visive del contesto. Un esempio eloquente è la comparazione di immagini prima e dopo un terremoto: mentre l'evento può sconvolgere visibilmente il paesaggio, le ri-fotografie consentono di cogliere nel tempo anche l'impatto sociale, spesso evidente solo successivamente all'evento catastrofico. La Digitalizzazione e la Ricerca Visuale Nel suo scritto "What’s New Visually" Harper esplora il legame tra sociologia visuale e la digitalizzazione delle immagini, evidenziando come le innovazioni tecnologiche abbiano plasmato la ricerca visuale. Diversi studiosi, incluso Ruby, hanno adottato supporti digitali per arricchire le loro indagini: • Digitalizzazione dei Lavori: Ruby ha sviluppato un sito web interattivo, offrendo immagini e video della sua ricerca e aprendo un forum di discussione. Altri studiosi hanno utilizzato CD-ROM, consentendo l'analisi dettagliata di immagini e filmati. • Gestione Ottimizzata: L'uso di supporti digitali ha permesso una gestione efficiente di un vasto numero di immagini, organizzate in cartelle e sottocartelle attraverso menu a finestra. La digitalizzazione ha introdotto la possibilità di movimento libero all'interno di testi multimediali, integrando testi, immagini e commenti. • Impatto sulla Sociologia Visuale: L'adozione del digitale ha portato a condivisione, economia, autonomia e multimedialità nella sociologia visuale. Tuttavia, Harper sottolinea la necessità di bilanciare l'attenzione tra il mezzo e il messaggio, evitando di privilegiare il contenitore rispetto al contenuto. • Trasformazioni Culturali: La digitalizzazione ha ridefinito il rapporto tra oggetto culturale, creatore e fruitore. Nei nuovi media, la distinzione tra i ruoli si attenua, poiché i media digitali sono caratterizzati dall'open content, trasformando il medium stesso in soggetto e oggetto culturale. La digitalizzazione ha rivoluzionato la ricerca visuale, introducendo una serie di cambiamenti significativi. Vediamo come questa trasformazione digitale abbia plasmato la pratica della ricerca visuale in diversi aspetti. Caratteristiche del Digitale: • Carattere Ipertestuale e Non Lineare: Il digitale ha aperto le porte a un carattere ipertestuale e non lineare degli oggetti, arricchendo l'esperienza visuale con una navigazione più dinamica e non lineare. • Velocità di Produzione e Distribuzione: La digitalizzazione ha reso il processo di produzione e distribuzione delle immagini estremamente veloce, consentendo una diffusione più rapida e ampia dei risultati visivi della ricerca. • Incontro Virtuale: La virtualizzazione del luogo di incontro tra utenti e media ha reso possibile un coinvolgimento più flessibile e globale. Confronto tra Testi e Immagini: L'uso di mappe concettuali attraverso software specifici consente un confronto avanzato tra testi e immagini. Questa metodologia si adatta all'approccio di Grounded Theory (Suchar), agevolando la costante ridefinizione di ipotesi iniziali. Gestione dei Dati Digitali: La gestione dei dati visuali è semplificata attraverso programmi come PhotoMesa, che consente una catalogazione efficiente delle immagini. Nuove Videocamere Meno Invasive: Le moderne videocamere sono progettate per essere meno invasive, riducendo la necessità di interventi specialistici. Ciò consente un coinvolgimento più naturale degli intervistati, favorendo risposte autentiche. Manipolazione Agevole dei Dati: L'ambiente digitale consente una manipolazione agevole dei dati audio e video senza compromettere la qualità, facilitando l'analisi e la presentazione. Riflessioni Etiche • Resistenza a Nuove Tecnologie: Molti ricercatori esitano ad adottare le nuove tecnologie digitali, spesso a causa di percezioni di elevati costi, complessità d'uso, preoccupazioni sulla sicurezza e preferenza per gli strumenti analogici. • Elemento "Casuale" delle Immagini: La digitalizzazione può minare l'elemento "casuale" delle immagini, poiché la possibilità di scartare rapidamente immagini non conformi agli standard predefiniti potrebbe precludere l'emergere di dettagli inaspettati rilevanti per la ricerca. In conclusione, sebbene la digitalizzazione rappresenti un progresso sostanziale nella ricerca visuale, è cruciale affrontare le sfide etiche, tecniche e metodologiche per garantire un uso equilibrato e consapevole delle nuove tecnologie, preservando al contempo la ricchezza e la spontaneità del processo di indagine visuale. Il lavoro con le immagini: la foto stimolo Cos'è la Foto-Stimolo La foto-stimolo è una tecnica di intervista basata sulle immagini. In questa pratica, osservatore e osservato discutono su un'immagine scattata dall'osservatore che rappresenta l'ambiente dell'osservato. Questo processo passa dal concreto all'astratto. Scopo dell'Intervista Sociologica L'obiettivo dell'intervista sociologica è esplorare il vissuto soggettivo dell'individuo, cercando di comprendere emozioni e prospettive. Questo richiede al ricercatore di mettersi nei panni del soggetto, senza giudizio e comunicando in modo empirico. Vantaggi della Foto-Stimolo Le immagini possono avere significati diversi per intervistatore e intervistato. Questa diversità apre uno spazio di dialogo e comprensione reciproca. Le interviste basate sulle foto-stimolo sono più efficaci di quelle verbali, poiché le immagini, basate su oggetti reali, provocano emozioni immediate, riducendo la distanza tra le persone. Asimmetria nell'Intervista Sociologica L'intervista sociologica crea una relazione asimmetrica tra intervistatore e intervistato. La comunicazione dipende dal comportamento di entrambi, e la veridicità delle risposte può essere incerta. Uso delle Foto-Stimolo Le immagini, con il loro codice visivo debole, possono assumere significati diversi a seconda del vissuto dell'individuo. Evitando domande dirette, si dà spazio alla soggettività dell'intervistato. Valutazione dell'Efficienza delle Foto-Stimolo: È essenziale definire obiettivi chiari e misurabili per valutare l'efficienza delle foto-stimolo. Classificando le immagini in base alle aspettative, si può valutare la copertura delle aree tematiche desiderate. Esempio 1: marginalità estreme In questo esempio specifico, viene descritta un'applicazione concreta della tecnica della foto- stimolo nella ricerca sociologica, focalizzandosi su individui emarginati, in particolare barboni. L'obiettivo è comprendere il vissuto e le emozioni di questi individui, superando le limitazioni delle interviste verbali e favorendo una maggiore libertà di espressione attraverso l'uso di immagini. contribuendo a una comprensione più approfondita della costruzione sociale delle identità dei giovani nel contesto della società contemporanea. Innovazioni Tecnologiche nella Ricerca Visuale: Il Caso di Parmeggiani Parmeggiani ha introdotto innovazioni tecnologiche nella ricerca visuale sostituendo le fotografie cartacee con immagini digitali nei pc durante le interviste con foto-stimolo. Questo ha comportato: • Accesso Facilitato alle Foto: Semplificazione nella gestione delle immagini senza la necessità di stamparle. • Registrazione Integrata: Utilizzo di un microfono integrato per registrare interviste, consentendo la documentazione audio. • Analisi Dettagliata delle Interazioni: Software che segue i movimenti del mouse dell'intervistato sull'immagine, agevolando l'analisi delle dinamiche interattive. • Integrazione di Testi e Immagini: Importanza del software nell'analizzare l'efficacia delle immagini nelle interviste, specialmente in ricerche sull'identità sociale. • Collaborazione a Distanza: Le nuove tecnologie favoriscono la collaborazione da diverse ubicazioni, semplificando la condivisione di risorse visive. • Valutazione dell'Importanza delle Immagini: Utilizzo del software per misurare l'importanza di ciascuna immagine nella ricerca, offrendo un quadro dettagliato della rilevanza visiva. L'integrazione delle tecnologie digitali nella ricerca visuale offre un approccio efficiente e sofisticato, permettendo una comprensione più approfondita delle dinamiche sociali e dell'importanza delle immagini nella costruzione dell'identità sociale. Metodologia della Ricerca Visuale: Strumenti e Analisi dei Risultati La ricerca visuale segue una metodologia ben strutturata, divisa in diverse fasi: Produzione di Immagini: Prima fase: Creazione di immagini interpretative di concetti globali, locali e geolocali per essere utilizzate nelle interviste. Seconda fase: Classificazione delle immagini da parte di ciascuno studioso sulla base di una griglia con dettagli su quando, dove e perché sono state scattate. Collaborazione e Obiettività: Caricamento delle immagini su una piattaforma condivisa, trasformando la soggettività delle foto in oggettività. Creazione di tre griglie per identificare indicatori visuali legati alle ipotesi teoriche riguardanti elementi dell'identità. Struttura del Sito Web: Mailing List: Comunicazione tra studiosi, discussione di elaborazioni complesse e condivisione di risorse. Immagini Usate come Foto-Stimolo: Raccolta delle immagini utilizzate nelle interviste. Database delle Interviste: Archivio delle interviste organizzato per tematiche emerse durante la ricerca. Elaborazione dei Dati con NVIVO7: Utilizzo del software per comprendere l'efficacia delle immagini nel generare comunicazione tra intervistato e intervistatore. Analisi dei Risultati: Valutazione dell'efficienza delle immagini attraverso il confronto tra aspettative e risultati ottenuti. Misurazione delle parole stimolate da ciascuna immagine e confronto con gli obiettivi della foto. Classificazione delle Immagini: Creazione di tabelle per posizionare le immagini rispetto agli obiettivi della ricerca. Seconda tabella per confrontare le percentuali di copertura di ogni area in relazione alle variabili. Esempi Pratici: Analisi di immagini per comprendere il senso di appartenenza locale, europeo, globale e lo spazio personale. Utilizzo di foto di pasta e di un negozio kebab per esplorare il legame tra cultura, alimentazione e migrazioni. Indagine sull'atteggiamento, personalità e pratiche di localizzazione e globalizzazione attraverso immagini rappresentative. Creazione di una classifica basata sull'efficienza delle foto nel soddisfare le aspettative comunicative dei ricercatori. Questa metodologia consente una valutazione dettagliata delle immagini utilizzate nelle interviste, passando dalla valutazione dell'efficacia a quella dell'efficienza, offrendo una visione approfondita delle dinamiche di comunicazione visuale nella ricerca sociale. Il lavoro con le immagini: la produzione soggettiva La produzione soggettiva di immagini è un metodo di ricerca che ha radici negli studi antropologici e mira a superare le barriere linguistiche coinvolgendo i soggetti nello sviluppo di narrazioni visive. Fornendo una fotocamera o una videocamera al soggetto, questo approccio invita a narrare la propria vita attraverso foto o video, rivelando aspetti della realtà spesso trascurati. Riflessione del Soggetto: L'atto del fotografare diventa un processo selettivo e interpretativo della realtà. Il soggetto, oltre a catturare immagini, è incoraggiato a riflettere su elementi della sua vita che potrebbero essere stati dati per scontati in precedenza. La necessità di spiegare le foto fornite al ricercatore stimola ulteriormente la riflessione. Prospettiva Diversa per il Ricercatore: Il ricercatore, attraverso questo metodo, può accedere a punti di vista unici e personali. Le immagini diventano una forma di espressione autentica e offrono una finestra per comprendere la realtà attraverso gli occhi dell'altro. Tecnica dell'Autofotografia: L'utilizzo di immagini generate autonomamente ha diversi vantaggi rispetto alle tradizionali tecniche verbali. I soggetti possono rappresentarsi nel modo che preferiscono, consentendo una rappresentazione più ricca e coinvolgente, riducendo al minimo eventuali disagi durante l'intervista. Comfort del Soggetto: La creazione di immagini può contribuire a far emergere affermazioni sulla realtà che solo i soggetti possono spiegare, basandosi sulla loro prospettiva personale. La chiave di questo approccio è creare un ambiente che faccia sentire a proprio agio i soggetti durante l'intervista. Esempio: con gli occhi dell’altro In questo esempio, sociologi furono coinvolti in un concorso fotografico dedicato ai cittadini stranieri residenti a Bologna. L'obiettivo era comprendere come questi individui "vedessero" la città in cui vivevano. Assegnate loro categorie specifiche, come lavoro, famiglia, tempo libero, identità e differenze, i partecipanti dovevano collocare le foto all'interno di queste tematiche. Categoria Lavoro: Gli stranieri hanno rappresentato lavori che differivano da quelli presentati in una ricerca precedente condotta con italiani. Mentre le foto degli italiani mostravano uffici e scrivanie, gli stranieri hanno evidenziato lavori come la vendita di rose o la pulizia dei vetri ai semafori. Ciò ha dimostrato come le percezioni del lavoro possano variare notevolmente in base alla cultura di provenienza. Categoria Famiglia: Un'immagine raffigurante individui in cerchio è stata utilizzata per sottolineare il concetto di famiglia all'interno di una comunità di zingari. Questa rappresentazione sfida la percezione comune e stereotipata del degrado, mostrando come ciò che può sembrare estraneo o negativo agli occhi italiani potrebbe invece riflettere una forte connessione familiare e comunitaria. Categoria Identità, Differenza e Rapporti fra Culture: Una foto con la didascalia "Benvenuto a Bologna, terra dell’accoglienza" ha suscitato una riflessione critica sulla percezione dell'accoglienza nella città. La foto e la didascalia hanno evidenziato un punto di vista differente, sottolineando il possibile disagio o fastidio percepito dagli stranieri nei confronti di ciò che viene presentato come accogliente. Ciò mette in luce le disparità di interpretazione e le sfide nel comprendere le dinamiche culturali attraverso immagini e parole. In conclusione, il concorso fotografico si è rivelato un efficace strumento per esplorare le molteplici prospettive culturali all'interno della città di Bologna, contribuendo a superare stereotipi e a promuovere una comprensione più approfondita delle esperienze degli immigrati. Esempio: immagini e stereotipi Nel secondo studio, studenti americani trascorrono tre mesi in Italia, creando immagini per esplorare la cultura italiana. Questi studenti, poco familiari con la cultura locale, tendono a produrre interpretazioni basate su stereotipi culturali, dando vita a quello che definiamo "stereotipizzazione fotografica". Chiesto di inviare una cartolina negli Stati Uniti, gli studenti dovevano spiegare cosa rappresentasse ogni immagine in relazione agli aspetti della cultura italiana, percependoli come locali o globali. Ad esempio, alcune immagini ritraevano piante ornamentali, interpretate dagli studenti come segno del legame italiano con le origini rurali e la presenza di mercati locali. Le culture americana e italiana sono state confrontate attraverso due colonne: una per la cultura americana (percepita come globale) e l'altra per quella italiana (percepita come locale). Sono emerse analogie come protezione, famiglia, povertà e patriottismo, ma la percezione di globalità o località era influenzata dalla familiarità degli studenti con la cultura americana. Le differenze includevano aspetti positivi per la cultura italiana, come l'amore per la cultura, il relax e l'eleganza, e aspetti negativi, come la disobbedienza alle regole e atteggiamenti considerati tipici locali. Alcuni giudizi stereotipati sono stati formulati osservando immagini di zingari (associati alla povertà), ingorghi del traffico (considerati come violazioni delle regole) e scene di relax, come la siesta italiana (interpretata come pigrizia). Gli studenti talvolta generalizzano senza approfondire, applicando stereotipi italiani senza una riflessione critica. In conclusione, gli studenti hanno confrontato la cultura americana (percepita come globale) con quella italiana (percepita come locale), presentando analogie e differenze. L'utilizzo di stereotipi ha colmato il divario tra le due colonne, evidenziando come le immagini possano riflettere preconcetti culturali superficiali e stereotipati. Esempio: confrontare i punti di vista In un progetto incentrato sui bisogni dei soggetti disabili, è stata data una macchina fotografica ai partecipanti per catturare la propria prospettiva. Le immagini sono state utilizzate per comprendere i loro bisogni e sono state discusse in interviste successive con il soggetto, la famiglia e gli educatori. Questo approccio consente di comprendere come le immagini influenzino le dinamiche sociali, contribuendo alla costruzione delle nostre identità attraverso l'interazione con il mondo visivo che ci circonda. Processi di visualizzazione Esempio: le immagini pubblicitarie come indicatori sociali. Il lavoro di Grady si pone l'obiettivo di esplorare i cambiamenti socioculturali di una nazione attraverso un'analisi delle immagini nel corso del tempo. Per fare ciò, il ricercatore si basa su due immagini rappresentative di epoche differenti, entrambe pubblicate sulla rivista Life: 1945 - Il ricongiungimento dei fidanzati dopo la Seconda Guerra Mondiale: Questa immagine, apparsa nel 1945, cattura il momento di gioia del ricongiungimento dei fidanzati. Tuttavia, la presenza di un solo uomo di colore, chiaramente svolgente un ruolo servile di facchino, sottolinea l'iconografia di segregazione prevalente in quel periodo. 1999 - Pubblicità di sigarette con una coppia mista bianca e nera: Questa immagine rappresenta una situazione paritaria, con una donna bianca e un uomo nero in un contesto pubblicitario per le sigarette. Tale rappresentazione suggerisce un cambiamento nelle dinamiche sociali rispetto all'epoca precedente. Grady, ispirandosi alle teorie di Goffman, Becker e Bruner, afferma che i produttori di pubblicità cercano di capire i bisogni e i desideri delle persone per promuovere efficacemente i loro prodotti. L'approccio di Grady comporta un'analisi cronologica di un archivio fotografico, facilitata dall'uso di strumenti digitali per la classificazione e la codifica. L'analisi rileva due fasi distintive: Iconografia di Segregazione (fino al 1960): In questa fase, i messaggi pubblicitari si concentrano principalmente nel soddisfare i bisogni dei bianchi, mentre i neri vengono raffigurati principalmente come coloro che soddisfano tali bisogni, riflettendo l'era di segregazione. Iconografia di Interazione (dal 1960 al 2000): La successiva fase riflette una transizione verso una rappresentazione più paritaria, con i messaggi pubblicitari che cercano di soddisfare i desideri sia dei bianchi che dei neri, indicando una maggiore interazione sociale e integrazione. Tuttavia, Grady evidenzia che nonostante i progressi nell'integrazione sociale a livello pubblico, ciò potrebbe non tradursi sempre in dinamiche simili nell'ambito privato. Una foto successiva mostra, ad esempio, due giovani di colore esclusi da una conversazione, suggerendo che complesse dinamiche sociali potrebbero persistere in contesti più ristretti, nonostante l'apparente integrazione nelle rappresentazioni pubbliche. Esempio: il linguaggio dei murales Nel contesto del conflitto in Irlanda del Nord, l'analisi del ruolo delle immagini rivela dinamiche complesse legate agli orientamenti politici e religiosi dei partecipanti. Questa indagine, condotta dalla sociologa Loftus, mira a esplorare la relazione tra immagini e conflitto attraverso due concetti chiave: 1. Codice Linguistico Ristretto: Caratterizzato da una comunicazione prevedibile e semplificata, questo codice mira a rafforzare l'appartenenza e l'identità di un gruppo. Nell'esempio degli Idealisti, Loftus osserva che questo codice si riflette nei murales attraverso l'uso di bandiere e stemmi, elementi simbolici che richiamano un linguaggio visivo condiviso, sottolineando il legame con il codice ristretto. 2. Codice Linguistico Elaborato: Contrariamente al codice ristretto, il codice elaborato è astratto e mira a trasmettere messaggi espliciti. Nel contesto dell'Irlanda del Nord, i Nazionalisti adottano questo codice, presentando murales con molte immagini dotate di simbolismo personale e concetti più articolati. Loftus analizza questa scelta come una forma di espressione più complessa e dettagliata. L'analisi dei murales condotta da Loftus rivela una convergenza nel modo in cui Idealisti e Nazionalisti "vedono" il conflitto. Mentre gli Idealisti utilizzano un linguaggio visivo più semplice e simbolico, i Nazionalisti optano per una rappresentazione più articolata e ricca di simbolismi personali, come rilevato nell'approccio al codice linguistico elaborato. Questa differenza nei codici linguistici potrebbe riflettere approcci distinti alla rappresentazione visiva del conflitto, sottolineando la complessità delle dinamiche culturali e identitarie presenti in questo contesto, secondo l'analisi attenta condotta da Loftus. Esempio: archivi fotografici Margolis ha condotto uno studio che si focalizza sugli archivi fotografici, raccolti da diversi fotografi, al fine di analizzare un cambiamento sociale significativo. Nel periodo compreso tra il 1800 e il 1900, i proprietari delle miniere di carbone costruirono abitazioni destinate ai lavoratori, ma queste divennero oggetto di polemiche a causa delle precarie condizioni di vita che offrivano. Uno dei temi ricorrenti negli archivi fotografici era relativo alle abitazioni dei minatori, rappresentate attraverso le diverse prospettive dei vari fotografi: • Mitchell: Le sue fotografie mostrano le famiglie dei minatori, spesso di origine messicana o ispanica, insieme alle loro case. I minatori raffigurati nelle foto appaiono frequentemente ubriachi, enfatizzando un'immagine di irresponsabilità nei confronti delle loro famiglie. • Aultman: Confronta le case costruite dalle compagnie minerarie con quelle autocostruite dai minatori. Le immagini mirano a dimostrare la differenza tra le abitazioni, presentando quelle costruite dalle compagnie come nuove e solide, mentre le case autocostruite dai minatori appaiono vecchie e fatiscenti. Questo contribuisce a sostenere la posizione dei proprietari delle miniere riguardo alla responsabilità delle abitazioni. • Russell Lee: Incaricato dal governo di documentare, attraverso fotografie, le condizioni di vita dei minatori, Lee basa le sue immagini su osservazioni dirette. Emergono due aspetti chiave: la solidità delle comunità costruite dai minatori nelle piccole città e il ritardo nelle infrastrutture realizzate dalle compagnie. Ciò dimostra come le fotografie siano sempre influenzate dal punto di vista del fotografo, diventando vere e proprie costruzioni della realtà determinate dalle loro scelte. Esempio: alieni Mirzoeff si dedica all'analisi dei molteplici significati associati alla figura dell'alieno nel contesto del cinema americano di fantascienza, con un particolare focus sui temi della paura della differenza e della tecnologia. Dal punto di vista dei personaggi bianchi, l'alieno rappresenta una fonte di timore a causa della sua diversità. Durante la Guerra Fredda, l'alieno era simbolicamente connesso al timore dell'invasione sovietica e alla minaccia del comunismo. Tuttavia, con la conclusione della Guerra Fredda, la rappresentazione dell'alieno ha subito una trasformazione, assumendo spesso connotazioni amichevoli. Nel contesto occidentale successivo, emergono nuove paure legate alla mescolanza razziale e all'uso delle moderne tecnologie. L'alieno, ora rappresentato spesso come un robot, diventa il veicolo attraverso il quale si esplorano timori riguardanti la possibilità che la tecnologia sfugga al controllo umano. In questo modo, Mirzoeff evidenzia come l'immagine dell'alieno si adatti e si evolva per rispecchiare le paure sociali predominanti in diverse epoche, fungendo da specchio delle preoccupazioni culturali e politiche del momento. Pratiche di vita quotidiana La sociologia visuale si occupa di analizzare immagini, in particolare foto e video di famiglia, nel contesto delle pratiche di vita quotidiana. Utilizza il metodo della "home made communication" per comprendere come le persone interagiscono con le immagini. Howard S. Chalfen si concentra sul legame tra fotografia e cultura, esplorando come le foto possano influenzare le relazioni sociali. Secondo Chalfen, le immagini non sono semplici rappresentazioni della realtà, ma visioni soggettive del mondo comunicate agli altri. Chalfen introduce il concetto di "ambiente simbolico", che rappresenta l'insieme di codici comportamentali con cui comunichiamo e produciamo cultura, includendo l'ambiente visuale- fotografico. D'altra parte, si parla di "mondi multipli", ovvero le diverse visioni del mondo che gli individui possono avere. La collezione di foto di famiglia rappresenta uno di questi mondi. La "home made communication" è un sistema simbolico che consente alle persone di utilizzare il proprio mondo e ha senso solo nel suo contesto convenzionale. Chalfen definisce il mondo simbolico rappresentato dalle foto di famiglia come "Polaroid people". Il suo obiettivo è capire quanto questo mondo simbolico influenzi la conoscenza del mondo reale. Utilizza l'approccio sociovidistico (l'approccio sociovidistico è una metodologia di studio che si concentra sulla dimensione sociale delle immagini, esaminando come queste interagiscono con la società, influenzano le dinamiche culturali e contribuiscono alla costruzione di significati condivisi) , analizzando il contesto della comunicazione e intervistando i membri delle famiglie per comprendere i significati delle foto. Pierre Bourdieu analizza foto di famiglie contadine francesi degli anni '60, identificando tre eventi fissi: cerimonie famigliari, incontri con amici e vacanze. Questo dimostra come le foto vengano utilizzate per immortalare momenti importanti della vita famigliare. Si interroga su quali criteri guidino la scelta di fotografare, suggerendo che vi siano regole inconsciamente apprese, come la " cultura della kodak " . La tradizione storica influisce anche sulla selezione delle foto, con i fotografi professionisti che in passato fotografavano principalmente momenti importanti. La selezione delle foto di famiglia è anche influenzata dall'idea che si vuole dare di sé stessi e della propria famiglia, seguendo il modello della "famiglia ideale". Si evidenzia che negli album di famiglia compaiono spesso momenti come nascite, crescita, riti di passaggio e cerimonie, mentre sono esclusi eventi come malattie, morte e funerali. Le funzioni degli album di famiglia possono essere suddivise in diverse categorie: 1. Funzione di appartenenza culturale: Le foto presenti nell'album rafforzano le relazioni familiari e il senso di comunità, mettendo in risalto i riti di passaggio degli individui. Attraverso le immagini, è possibile comprendere le dinamiche relazionali tra i membri della famiglia. Inoltre, le foto offrono ai bambini la possibilità di conoscere i momenti felici del passato, fungendo da modello per gli eventi futuri. 2. Funzione di interazione: La condivisione delle foto diventa un'occasione per interagire con gli altri. Mostrare le immagini della propria famiglia a qualcuno può contribuire ad allargare la rete di relazioni sociali, in quanto le persone condividono e discutono esperienze legate alle fotografie. 3. Funzione di presentazione di sé: La scelta delle foto da includere nell'album consente di creare un'immagine desiderata di sé stessi e della propria famiglia. Questa presentazione
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