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Nuovo Immaginario Sociale e Romanzo: Sfera Pubblica e Nuova Scienza. - Prof. Cioni, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

Storia del RomanzoStoria della culturaStoria della Letteratura Moderna

Come il sistema dell’opinione pubblica ha facilitato lo sviluppo della nuova scienza moderna e ha assorbito i suoi criteri di valutazione e comprensione della realtà, con importanti ricadute sulla creazione del genere del romanzo. La sfera pubblica ha contribuito determinantemente alla formazione della forma del romanzo, consentendo la combinazione di tecniche precedenti in un genere pensato per una società civile consapevole di sé e dei suoi ideali. anche della produttività capitalista, della sfera pubblica e della società civile, e delle tecniche di caratterizzazione utilizzate nel romanzo.

Cosa imparerai

  • Come la sfera pubblica ha contribuito alla creazione del genere del romanzo?
  • Come la produttività capitalista ha influenzato la sfera pubblica?
  • Come ha influenzato la sfera pubblica lo sviluppo della nuova scienza moderna?
  • Che tecniche di caratterizzazione sono state utilizzate nel romanzo?
  • Come la sfera pubblica e la società civile hanno gli stessi ideali?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 13/11/2021

LauraSosso
LauraSosso 🇮🇹

4.4

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Scarica Nuovo Immaginario Sociale e Romanzo: Sfera Pubblica e Nuova Scienza. - Prof. Cioni e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! NOVEL Riccardo Capoferro (15-120) Le fondamenta culturali del novel Charles Taylor ha definito l'immaginario sociale come il modo in cui i membri di una comunità concepiscono i principi della vita comune, gli effetti sociali delle loro azioni e le norme, esplicite o meno, che le motivano o le scoraggiano. Può essere inoltre veicolato da immagini e narrazioni ed è dotato di un valore normativo. Attraverso il sistema dell'opinione pubblica l'immaginario sociale moderno agevolò lo sviluppo della nuova scienza e assorbì i suoi criteri di valutazione e comprensione della realtà, con ricadute importanti sul piano narrativo. L'elaborazione del nuovo immaginario sociale negli spazi del pubblico dibattito contribuì in modo determinante alla creazione della forma del novel, fece si che le tecniche degli anni precedenti potessero combinarsi all'interno di un genere pensato per una società civile consapevole di sé e dei suoi ideali. IL DECLINO DELL’ASSOLUTISMO Per comprendere la nascita del romanzo realista è importante prendere in considerazione gli eventi che hanno portato l'Inghilterra dalla monarchia assolutista alla società parlamentare, capitalista e liberale. Questi eventi sono: la guerra civile, la gloriosa rivoluzione e l'abrogazione del Licensing Act (1694) approvato dopo la restaurazione (1662) per regolamentare e censurare la stampa. La guerra civile> Carlo | Stuart, usando le prerogative del monarca assolutista, frenò l'attività dei produttori e mercanti che avevano cominciato ad arricchirsi nel secolo precedente e favorì pochi monopoli legati alla corte, entrando così in contrasto con il parlamento. Il conflitto ne creò altri: dalla parte del parlamento stavano i protestanti radicali “puritani”, ostili alle istituzioni anglicane e ai tribunali religiosi, preferendo tribunali laici basati sulla common law. Si formarono diverse opposizioni di gruppi religiosi intrecciati composizioni teologiche e politico-economiche. Effetti della Rivoluzione> la sfera del potere politico, incentrata su un monarca che era tale per diritto divino, venne spogliata di buona parte della sua sacralità. Nel 1688, con la Gloriosa Rivoluzione, il conflitto tra Parlamento e Re si ripeté. La Restaurazione aveva portato in Inghilterra gli Stuart e Giacomo II cercò di condizionare sia l'amministrazione sia il fisco, a discapito del Parlamento. Giacomo fu quindi esiliato e al suo posto fu chiamato l'olandese Guglielmo d'Orange, che divenne il nuovo Re d'Inghilterra. Sotto Guglielmo, anche grazie al Bill of Rights, la società inglese iniziò ad acquisire una fisionomia moderna, facendo da modello alle future monarchie costituzionali. Il parlamento iniziò a legiferare con maggior frequenza, furono fatte riforme per il fisco e per l’esercito, e si sviluppò un'economia commerciale basata sul credito e si diffuse una prospettiva economica contraria a quella del mercantilismo per la quale si riteneva necessaria l'accumulazione di metalli preziosi e consideravano le ricchezze come risorse finite da assicurarsi mediante una politica protezionista. Questa prospettiva trovava un testo chiave nel The Wealth of Nations di Adam Smith. Secondo dei teorici le ricchezze non erano limitate ma virtualmente infinite, l'eccesso di protezionismo del mercantilismo era improduttivo. Dopo la rivoluzione prese forma un governo parlamentare più forte ed emerse un'oligarchia aristocratica e mercantile, ossia alto-borghese, o per meglio dire middle class (middling sort), che però una volta arricchitasi finiva per lasciare il commercio per emulare lo stile di vita aristocratico. IL PANORAMA IDEOLOGICO La borghesia diventerà culturalmente e politicamente dominante solo nel 1800. L'ideale morale e comportamentale al quale i borghesi più ambiziosi aspiravano era una figura che mediasse tra la middling sort e l'aristocrazia: il genitluomo, colui che si distingue per le sue virtù e la raffinatezza a prescindere dal titolo e dal rango (come scrive Defoe nel suo The Compleat English Gentlemen, manuale di condotta caposaldo della nascente etica borghese, la raffinatezza non è una caratteristica biologica, si può acquisire. Molto importante non fare equazioni tra borghesia e modernità. Per spiegare l'origine del novel spiccano 3 posizioni: (1) da una parte c'è l'ideologia progressiva, secondo la quale il valore individuale è indipendente dal rango e deriva da qualità intrinseche, l'onore risiede nelle virtù morali. Questa visione fu abbracciata dai mercanti e, dopo la Gloriosa Rivoluzione, dai whig interessati al commercio. (2) L'ideologia aristocratica invece sostiene che il valore si identifica con il rango e l'onore si trasmette per via ereditaria. Questa dialettica è fondamentale per capire Pamela. (3) L'ideologia conservatrice, che vede in quella progressiva un disordine sociale, ripone valore nella tradizione non attraverso l'adesione incondizionata alle gerarchie del passato, ma nella coscienza che la loro salvaguardia costituisca il male minore. In questo caso l'assetto ideale sarebbe con un'economia fondiaria solida ma non contaminata dall’avidità del capitalismo (Swift, Fielding, Smollett). Ovviamente a queste posizioni teoriche corrispondevano anche attitudini più sfaccettate. Dato il suo ruolo esemplare nel pensiero economico-politico moderno, l'Inghilterra settecentesca è spesso considerata un luogo migliore di quanto non fosse in realtà. Il capitalismo era spesso corrotto, l'aristocrazia influenzava la legislazione. Il paternalismo benevolo dei possidenti era solo di facciata, in effetti in realtà si verificava lo sfratto dai terreni comuni e le enclosures. IMMAGINARE LA SOCIETÀ CIVILE Per comprendere la genesi del novel è utile enfatizzare sia le differenze tra le varie posizioni ideologiche sia la loro cooperazione e quindi il modello economico della convivenza sociale. Il benessere degli individui non si fondava più sulla loro rigida adesione a un posto all’interno di una gerarchia ma su un rapporto benefico di interdipendenza e scambio. Commerciare significa scambiarsi benefici e produrre ricchezza, lo scambio commerciale è fonte di vantaggio reciproco. Quest’idea diventerà più rilevante nell'opera di Adam Smith: a godere dei benefici del commercio non sono i singoli individui ma le nazioni nel loro insieme, non più obbligate come voleva il regime mercantilista del protezionismo. Smith definisce la ricchezza come un insieme virtualmente inesauribile di beni e servizi ai quali devono avere accesso quante più persone, così come la stessa divisione del lavoro. Anche la nozione di società civile è molto importante (Lock e Hobbes), ha come presupposto il vantaggio reciproco. La società civile è un insieme di soggetti privati che delegano il governo a un'autorità sovraindividuale, che si definisce pubblica, in quanto il suo fine ultimo è il benessere della collettività. Le spetta dunque la protezione del singolo e della comunità a cui a partiene e quindi anche della proprietà privata: la società civile è una società commerciale. Importante soffermarci sul senso di reciprocità della società civile (regime di verso da quello della famiglia). A differenza delle piccole comunità, la società civile si configura come un'entità inclusiva: l’aiuto reciproco non avviene per rapporto diretto, ma grazie ad un sistema impersonale di collaborazione. L'aiuto reciproco si basa sul sostegno cosciente a un grande edificio di leggi a salvaguardia degli interessi comuni e quindi pubblico (anche per chi deve entrare ancora in società e al suo ingresso apporterà effetti positivi sulla comunità). L'impersonalità della società civile è analoga a quella del mercato. Tra il 600 e il 700 assume un rilievo sempre maggiore l'impegno individuale verso il mantenimento di un ordine sovraindividuale, considerato produttivo perché conferisce all'insieme dei singoli individui la libertà di perseguire i propri interessi con profitto, con vantaggi personali e collettivi. Al tempo stesso si innesta un sistema di valori di virtù civiche e sociali come la politeness (socievolezza fondata sulla reciprocità). Questo modello ebbe risultati tangibili, la ricerca di vantaggi reciproci si impose come una condizione essenziale dello sviluppo economico, tecnologico e istituzionale, e rese possibile per esempi la Rivoluzione industriale. È l'avvento di una civil economy, al cui sviluppo concorsero il ricordo traumatico della guerra civile e delle dispute religiose. L'ideale dell'onore aristocratico fu soppiantato da una prospettiva morale che dava importanza alla gestione corretta del debito e del credito. L'impegno individuale nella costruzione 2 Le transizioni parlamentari rimanevano riservate a gruppi ristretti, mentre i segreti del potere non erano più impenetrabili, grazie alla stampa poteva suscitare un dibattito più amplio. Il coinvolgimento del pubblico fu molto intenso durante gli anni 40 del 600, dal clima incandescente della guerra civile, dove emergevano anche le divisioni ideologiche e religiose. Ogni fazione cercava di attirare seguaci attraverso calunnie, rivelazioni ecc. Il clima si mitigò dopo la Restaurazione, chi governava aveva inteso l’importanza della propaganda. Si evidenzia come la storia della sfera pubblica sia la storia di come il liberalismo whig riuscì a spezzare i ceppi dell’assolutismo e comprenda vai tentativi di coinvolgere nelle questioni politiche un pubblico sempre più rilevante di lavoratori salariati. Secondo altri studiosi la prima incarnazione della sfera pubblica, si assestò negli anni 80 del 600, quando il dibattito iniziò ad incentrarsi su problemi di ordine economico e fiscale. Caratteristiche principali della sfera pubblica > è un fenomeno dalla duplice esistenza, materiale e virtuale, resa possibile dalla circolazione delle idee attraverso la stampa. È necessaria la possibilità di sottoporre al dibattito questioni che in passato appartenevano alla sfera d'azione di uno stato assolutista. Tuttavia, il campo di pertinenza della sferra pubblica è tutt'altro che rigido: come avviene nello Spectator, la discussione si può allargare a qualsiasi problema di rilevanza comune (es: morale o costumi), fenomeno di primaria importanza nel capire la natura e il ruolo delle origini del novel. La sfera pubblica non presuppone esclusivamente l'ideologia e le pratiche del capitalismo moderno associate alla borghesia, è più in generale il luogo di dibattito in cui una società civile esprime nuove libertà politiche, economiche e intellettuali. Sfera pubblica e società civile hanno gli stessi ideali: (1) entrambe esistono in un regime di autonomia che implica il rispetto delle leggi dello Stato, ma non esclude il dissenso. (2) entrambe hanno una natura collettiva, plurale: la sfera pubblica è composta dall'insieme dei soggetti privati che unendosi si costituiscono come pubblico. (3) entrambe presuppongono il rapporto costruttivo tra pubblico e privato: il soggetto privato (giornalista politico, lettore che scrive a un periodico) sottopone il proprio contributo al vaglio del pubblico, che può criticarlo, affinarlo e farlo proprio. (4) entrambe valorizzano l’'impersonalità come condizione essenziale alla vita comune: la partecipazione alla società civile esige la difesa del proprio interesse e di quello della collettività. Allo stesso modo all’interno della sfera pubblica, si difendono gli interessi della collettività. | tratti della sfera pubblica secondo Habermas si delineano con chiarezza nel 1694, con l'aumento dei periodici e la diversificazione degli argomenti. La storia del giornalismo dei primordi, alla base di quello moderno, è ricca di testi, personaggi e argomenti. Alla fine del 600 , John Dunton fondò lo “Anthenian Mercury” nel quale rispondeva alle domande dei lettori, aprendo così il dialogo tra giornalisti e lettori. La Review di Defoe (1704-12) spaziava tra politica ed economia, con un labile confine tra voler informare e far propaganda (per whig e per il modello economico basato sul credito). Swift invece fondò “Examiner” (1710-1714) attraverso il quale sosteneva Robert Harley (tory) e gli ideali degli “old whig”. Anche Bolingbroke fece propaganda d'opposizione tory (al tempo di Walpole) nel suo “The Craftsman”, utile ad illustrare le priorità del giornalismo politico ed economico e la sua propensione alla critica. Inoltre, l'intento era quello di indagare e divulgare gli arcana imperii, il fine della stampa, in generale era quello di rendere noto ciò che ha rilevanza comune ma che spesso rimane celato. Ma la sfera pubblica non si limitava a temi politici. Tra i suoi testi più rappresentativi troviamo il “Tatler” di Richard Steele (con Pope e Swift) e lo “Spectator” (1711-12) redatto da Joseph Addison e Richard Steele, diventato poi un modello del giornalismo europeo ed inoltre, essendo dotato di una dimensione narrativa spianò la strada al romanzo. La sfera pubblica sembra aver acquisito coscienza di sé proprio nello Spectator, che mise a punto tecniche funzionali ad una prospettiva morale incentrata su eventi ordinari ma anche volta ad evidenziarne la rilevanza pubblica. LO SPECTATOR: LA RILEVANZA PUBBLICA DELL'ESPERIENZA PRIVATA Lo Spectator dà notizie sulla sua circolazione, evidenzia i parametri epistemologici che il sapere concepito per la sfera pubblica è tenuto a soddisfare per risultare credibile. Allo stesso tempo volge lo sguardo ai fatti privati, ordinari e domestici, il che ptrebbe sembrare un controsenso considerando l'attezione della sfera pubblica agli affari di Stato, ma non lo è. L'attenzione verso le cose ordinarie costituisce un'importante sfumatura del rapporto pubblico/privato: presuppone che ogni azione privata abbia valore per la collettività. Lo sguardo di Mr. Spectator si ferma, tra le altre cose, sull'educazione delle fanciulle, sugli usi della lingua ecc. Nella sfera pubblica c'è quindi una ricerca del progresso, una spinta civilizzatrice. Mostra come ciò che fa il singolo si ripercuote nel pubblico. Suggerisce per esempio che l'eccessivo sfoggio nel vestiario sia fatto d'interesse comune, gli eventi ordinari vengono quindi sottoposti all'attenzione del pubblico in modo tale che possa correggerli o imitarli, concedendo al lettore la libertà di giudicare da soli. Il lettore non è quindi un recettore passivo. La condotta privata deve essere analizzata per poi essere trasformata in un modello o un antimodello da propagare. Il fine dello Spectator è quello di portare la filosofia (ovvero le riflessioni morali dello stesso Mr. Spectator) fuori dagli scaffali delle biblioteche e fuori dalle scuole per parlarne nei caffè. Mr. Spectator ha duplice natura di individuo privato e di incarnazione di impersonalità, quest’ultima ha anche un risvolto politico, egli si dichiara in effetti completamente neutrale, anche se in realtà lo Spectator fa parte dell'ala propagandistica Whig. Il distacco di Mr. Spectator è tuttavia un requisito fondamentale: è davvero rivolto al pubblico solo ciò che lo riguarda nella sua interezza (non per una minoranza). A tutto ciò si accompagna la presenza di un pubblico molto variabile, ciò non significa che ogni numero sia dedicato a un singolo tipo di pubblico. Lo Spectator deve molto ai suoi manuali di condotta, in prospettiva didattica, presentava una novità: i manuali di condotta si riferiscono a una specifica tipologia di lettore e tendono ad assumere un tono prescrittivo. Lo Spectator include nella sua platea scrittori che non sono direttamente toccati dal problema su cui ragiona, promuoveva tra l’altro il pubblico misto, ovviamente era diretto a uomini e donne. Probabilmente il fatto di non rivolgersi a un pubblico circoscritto fu pure una scelta commerciale, allo stesso tempo però promosse un modello di convivenza sociale improntato agli ideali della società civile. Nella società civile immaginata dallo Spectator non contano solo le buone azioni ma anche le buone opinioni, perché concorrono al clima morale che determinerà poi il significato delle azioni. Il giudizio è un momento di formazione e consapevolezza, quindi potenzialmente di progresso, al tempo stesso, getta le basi del giudizio comune. Mr Spectator considera “Il mondo come un teatro” e si prefigge di formare lettori che siano giudici degli attori. | fatti descritti da Mr. Spectator non sono eventi puntuali, unici e irripetibili. Il loro interesse pubblico si deve al fatto che esemplificano un fenomeno ricorrente, i cui protagonisti sono diversi, anche se accomunati da uno schema comportamentale. | brevi saggi si concentrano su un singolo episodio ma formalizzano aspetti comuni ad una pluralità di eventi. L'equilibrio tra particolare e generale è evidente nella sostituzione dei nomi reali con nomi letterari, volutamente artificiosi: a contare non è l'identità concreta della persona in questione, ma il suo comportamento. Inoltre, soddisfa un'esigenza di anonimato: la pubblicizzazione è necessaria, ma non si può violare la sfera privata. Nello Spectator la rielaborazione estetica trasforma i fatti dell'esperienza, per tipizzarli e renderli meglio osservabili. Questo sistema di rappresentazione si avvale di varie tecniche: (1) la retorica della forma-saggio, (2) la descrizione dei characters ripresa dalle commedie della Restaurazione + da un nome ai personaggi e li cala in una dimensione urbana lasciando poi al lettore l'interpretazione del senso morale. Le piùinfluenti descrizioni dello Spectator sono i bozzetti dedicati al Sir Coverley, Sir Andrew Freeport e ad altri componenti del club Mr. Spectator. Questi bozzetti costituiscono un capitolo nella storia del giornalismo e in quella del realismo. Il Sig. Roger è un gentiluomo di campagna legato alla morale aristocratica. Sir Andrew è un facoltoso mercante, sostenitore degli ideali progressivi dei whig. Tra i due è Andrew ad uscire vittorioso, mentre Roger appare eccentrico e incapace di cogliere i fermenti che stanno 6 facendo dell'Inghilterra una grande potenza. Addison e Steele descrivono i preconcetti di Roger con quell’umorismo benevolo che diventerà tipico del romanzo inglese, gli dimostrano la simpatia che si riserva a un vecchio amico pieno di fisime, la cui mentalità ha imboccato la via del declino. Diversa la reazione che suscita la descrizione di Andrew che si incentra sulla quotidianità e al tempo stesso presenta degli echi politici. Rispecchia sia la condotta morale dei mercanti londinesi sia la politica economica dei whig. AI tempo stesso questo bozzetto sintetizza l'ideologia progressiva, cioè l'idea che il valore di un individuo dipenda dalle sue abilità, dalle sue virtù e che sia giusto e possibile elevarsi socialmente. Traspare il rapporto tra le azioni individuali e i sistemi di valori che circolano nell'arena del pubblico dibattito in politica ed economia. Prima dell'istituzione del dibattito ideologico, la rappresentazione di una posizione avversa tendeva all'aggressione. Adesso invece due prospettive contrapposte coesistono in un regime di confronto che non demonizza l'avversario. Nello Spectator i soggetti privati appaiono la più piccola unità di aggregazioni socioeconomiche più ampie che trovano espressione nella sfera pubblica. Questa tecnica di caratterizzazione sarà destinata a grande fortuna nella storia del giornalismo ma anche nella storia delle forme narrative. Secondo Luckacs e la sua teoria del realismo secondo la quale i personaggi del realismo alto rappresentano i tratti distintivi di una forza sociale più ampia. Per lui il realismo riesce a rappresentare l'ideologia nel su manifestarsi concreto per dar forma alla realtà sciale e alla storia. Il personaggio così come è concepito nei romanzi realisti dell'800 (Balzac) non incarna il carattere medio di chi appartiene ad una classe, ne estremizza invece i valori e l'agire pratico. Collegandolo alle idee dello Spectator, il personaggio realista adombra i discorsi pubblici, rinvia a modelli politici ed economici. Luckacs presuppone che nel mondo moderno guardare alle forze sociali significa guardare alla loro duplice manifestazione, pubblica e privata. Il grande realismo può personificare dei processi collettivi quando tiene conto del rapporto tra singoli e ideologie condivise e articolate nel dibattito pubblico. La modalità di caratterizzazione definita da Lukacs si nutre della sensibilità etnografica del romanzo storico, sviluppatesi con la storiografia; ovvio, la visuale del realismo ottocentesco descrive il rapporto tra individuo e società in modo più articolato e consapevole di quanto non avvenga nel romanzo settecentesco. | PIANI D’ESISTENZA DELL'EMPERISMO MODERNO Il realismo moderno non è pensabile senza empirismo e l'empirismo fu un fenomeno ad ampio raggio che coinvolse diversi ambiti. [Nel linguaggio filosofico, qualsiasi dottrina che ritenga l'esperienza unico fondamento del conoscere dal punto di vista oggettivo]. Tra il 600 e 700 la sua manifestazione più saliente fu costituita dalla “nuova scienza”. Concentriamoci sulle tecniche espressive collegate all'empirismo, sul modello di socialità che presupponevano e sulla visione del mondo che veicolavano. Tali tecniche compaiono in un'ampia gamma di generi. Gli scritti della galassia empirica si dichiarano capaci di rappresentare le cose come sono, rifiutando le mistificazioni o le credenze tradizionali, spesso relegate tra le superstizioni. Lo stile dell'empirismo non si può dunque considerare in una prospettiva esclusivamente lessicale: a contare è specialmente ciò che implica o evoca, il suo legame con un retroterra di fatti condivisi e con l'immaginario sociale moderno. Ponendo enfasi sull'azione individuale e dimensione materiale, quest’ultimo ha incoraggiato lo sviluppo dell’empirismo, subendone al tempo stesso l'influenza. Per descrivere la presenza dell’empirismo nella produzione testuale del 600 e 700 bisogna soffermarci su più livelli, come quello retorico, ontologico (concezione della natura che sottostà al discorso empirico), e sociale, questi piani sono strettamente interconnessi. Livello ontologico > a fondamento del sapere empirico sta un'’ontologia regolare, l’idea che la natura sia governata da leggi sue proprie, intrinseche anche se volute da dio. La coscienza di tale regolarità si accompagna a un atteggiamento di scetticismo e di revisionismo, sia nei confronti di nozioni ereditate che non abbiano avuto prova empirica, sia nei confronti di nuove idee meno sospette ma non ancora verificate. Probabilità> Aristotele la considera un principio di coerenza degli eventi del racconto. Dal 500, quando la poetica fu riscoperta, la probabilità di un racconto fu sempre più spesso intesa come “vicinanza con l'esperienza”. Nel rinascimento ci si interrogava sull’utilità in rapporto all'educazione dell’uomo e alle virtù civiche e sul rapporto della poesia con la realtà e la storia. Il testo di riferimento era la Poetica di Aristotele, uno studioso afferma che le cose verosimili sono in grado di muoverci perché appaiono possibili e riconosce la capacità dell’opera poetica di coinvolgere il pubblico grazie alla sua somiglianza con la realtà, senza sviluppare la distinzione tra verosimiglianza e probabilità, cosa che avvenne successivamente, la verosimiglianza sarebbe diventata una forma debole di probabilità. Verosimiglianza> Robortello: il verosimile non è un criterio esclusivamente formale, si impernia sul legame tra rappresentazione estetica ed esperienza; la verosimiglianza e il suo riconoscimento all’interno di un’opera poetica sono subordinati alla conoscenza pregressa della verità. Buonamici > ha un carattere più retorico, la sua funzione è guidare le emozioni e suscitare fiducia, ma non garantire che ci sia aderenza tra storia e poesia. La concezione del verosimile del rinascimento e nel neoclassicismo non è influenzata dall’empirismo, non presuppone un'aderenza serrata ai dati dell'esperienza, è più retorica, verosimile è ciò che persuade, la verosimiglianza è il decoro. In pratica la verità può essere distinta dalla credibilità. Il discorso cinque seicentesco sulla verosimiglianza non si limita a norme di decoro o la definizione di un aritificio retorico, veicola anche una conoscenza del rapporto tra letteratura e mondo empirico, legate alle funzioni didattiche dell’arte narrativa. Unità> nella poetica è correlato al discorso di probabilità e imparentato con quello di forma. Il discorso sull’ unità non è solo formale, serve anche a costruire verosimiglianza. | nessi causa effetto vengono a innervare anche la costruzione del racconto, con una coincidenza tra il piano formale e il piano logico. L'unità si mostra funzionale all’analogia tra il mondo narrato e il modo percepito come reale. Nella teoria francese del 600 emerge che l’unità sembra un criterio prevalentemente compositivo: la struttura di un buon romanzo deve offrire al lettore un'azione principale nitida, evitando una proliferazione della trama incontrollata. Il piacere estetico è uno strumento per vincere le diffidenze del lettore e far sì che il romanzo possa compiere il suo compito primario, di impartire insegnamenti e trasmettere esperienza. È uno strumento per facilitare l'immersione narrativa e per far sì che il romanzo possa svolgere la funzione educativa, stimola il lettore offrendogli un oggetto di conoscenza morale. Nella riflessione estetica della prima modernità, l'unità viene a definire parametri epistemologici (rendere storia credibile) e parametri formali. C'è da tenere in conto un altro fattore: l'avvento della lettura silenziosa, che influenzò sia la forma delle narrazioni che la ricezione, poiché delegò alla pagina elementi gestuali ed emotivi che prima erano veicolati dall'esecuzione orale; stimolò un'esperienza estetica mentalizzata, che attivava la memoria e l'immaginazione emotiva. L'avvento di questo tipo di lettura è dovuto allo sviluppo di una dimensione privata sempre più articolata, come per esempio il closet per le donne. Va ricordato che la lettura collettiva sopravvisse ancora a lungo. L'idea di unità fu usata per definire un'esperienza che poteva dirsi formativa nella misura in cui permetteva di seguire comportamenti e moti d'anima concatenati in modo plausibile. L'unità definiva la capacità delle narrazioni di generare un'esperienza coinvolgente: la coesione poteva rendere il racconto più vivido. Di tutti e tre i livelli di senso si trova traccia nelle riflessioni sul romanzo nella Francia del secondo 600, in cui prende forma il contrasto tra roman e nouvelle, che precorre quello tra romance e novel. Le nouvelles stabiliscono un legame con la verità storica e dedicano attenzione ai moti d'anima. Alle professioni di verità si accompagnano quelle di unità. La necessità di coesione appare solidale alla necessità di rappresentare plausibilmente azioni e sentimenti, e di rendere tale rappresentazione fruibile come oggetto di conoscenza sia come testo narrativo. Riflessioni sulla narrazione dei Samuel Johnson: secondo lui l’esperienza estetica consiste in un'attivazione virtuale della curiosità e delle passioni, difficile da realizzare nel novel, gremito di dettagli prosaici in cui l’attenzione spesso si disperde; il piacere estetico è possibile anche in assenza di vincoli logici 10 forti, ma ciò che si allontana alla verità dei sensi non è accettabile. La coesione interna concorre alla rappresentazione dell’esperienza, oltre che al piacere che essa può provocare. Attraverso i rapporti di causa ed effetto l’unità di azione contraddistingue non solo la letteratura d’invenzione ma anche generi fattuali come la storiografia e la biografia. L'unità ha duplice funzione: stimola la partecipazione del lettore, e al tempo stesso garantisce la rispondenza ai processi conoscitivi. Siamo nell'universo del’ realismo: i criteri dell'organizzazione narrativa non sono diversi da quelli che governano la cognizione. Hume attribuisce importanza alla concretezza e ai dettagli del racconto per stimolare immaginazioni e passioni ma mentre l'immaginazione risponde subito agli stimoli, le passioni hanno bisogno di più tempo. Per stimolarle e conciliarle entrambe è necessaria una forte connessione tra gli eventi raccontati, si rendono quindi necessarie la continuità di azione, coerenza tematica, immersione narrativa. L'immersione narrativa fa tutt'uno con la vividezza delle narrazioni realiste, che possono costituire un veicolo di conoscenza solo se sono coese ad ogni livello. In che modo questi valori si realizzarono su piano pratico nella formazione del realismo del novel? L'ascesa delle probabilità e della verosimiglianza andò di pari passo con la messa al bando del meraviglioso/ soprannaturale. Ma la costruzione dell’unità e della probabilità si basò sulla coerenza caratterologica: da qui l'enfasi posta, nel 700, sulla “probabilità interna”, un’enfasi sulle passioni. L'enfasi sulle passioni è parte viva di un discorso post rinascimentale. Studiare le passioni significa studiare la vita morale, della quale sono protagoniste; l'ottica caratterologica incentrata sulle passioni è un fattore di coesione formale. Le nouvelles puntano a un racconto teso e coerente degli stati d'animo che possa tener sveglia l’attenzione del lettore; si profila l'unione, distintiva del realismo, tra rappresentazione artistica e cognizione morale. Dalla fine del 600 i modelli francesi hanno influenzato la teoria e la pratica del romanzo inglese, ma anche nelle narrazioni dedicate alle vite individuali fiorite all'interno della cultura protestante che comporta uno sguardo sulle opere di ogni giorno e una ricerca serrata dei segni divini che trova voce nel genere dell’autobiografia spirituale. Tuttavia, si riscontra anche all'interno della cultura letteraria legata alla tradizione classica. Ve ne sono segni nell’arcadia di Sidney, modello della narrativa di Fielding e Richardson. Nell’Arcadia, l’organizzazione della trama e l'insieme dei personaggi sono al servizio di una visione morale, politica e teologica dalle molte radici. La sua trama è unificata, sul piano tematico, nel segno della provvidenza, che sottopone i personaggi a dure prove e si offre come loro alleata a patto che trovino l'equilibrio tra ragione e passione e tra ragione e fede. Questi temi innervano la linea narrativa principale. Coerentemente con la teoria estetica di Sidney, che afferma il valore educativo della poesia, portatrice di esempi dal valore universale e capaci di muovere all’imitazione o alla ripugnanza, nell’Arcadia c'è anche spazio anche per figure virtuose. L’Arcadia è la celebrazione di una provvidenza benigna, che si manifesta in una lunga concatenazione di cause ed effetti, ma non impedisce le scelte individuali. Qui l’unità si esprime sul piano tematico, nell’accurata tessitura dell’azione, sul piano caratterologico (le scelte dei personaggi sono coerenti con la loro personalità). Il 600 inglese è ricco di vite di santi protestanti e di autobiografie spirituali, testi che seguono la vita spirituale di un cristiano e rintracciano in essa l’azione della provvidenza. È un filone molto importante, che contribuì allo sviluppo di tecniche narrative funzionali al racconto unitario dell’interiorità. La mentalità tipica del protestantesimo radicale da molta importanza ai segni dell'elezione: scaturiscono racconti incentrati sullo sviluppo soggettivo, mediati da un io narrante incline a ripercorrere decisioni, errori e svolte. Ne consegue, oltre all'unità, la ricostruzione di un universo narrato che è probabile quando vi è un abbassamento di registro rispetto all'epica e al romanzo, volto a riflettere il campo di esperienza di un qualsiasi cristiano: il valore didattico di un testo dipende anche dalla sua credibilità. Nell’autobiografia spirituale la rappresentazione dell'io agisce come fattore di unità su tre piani: coerenza caratterologica, pertinenza tematica e funzionalità narrativa (Es: rappr. percorso che porta alla 11 redenzione). Inoltre, le autobiografie spirituali rivendicano la loro storicità: professano fedeltà all'esperienza vissuta. Nella cultura letteraria, la probabilità e la verosimiglianza, in rapporto con l’unità, concorrono alla costruzione di un sottotesto didascalico, in quanto garantiscono credibilità dei personaggi e della loro utilità come oggetti di conoscenza. La cultura del protestantesimo radicale, mossa da analisi e autoanalisi, e da un'ansia di miglioramento sia individuale che sociale, offre una narrativa diversa, però sempre tesa a valorizzare racconti unitari; radicati nell'esperienza individuale alla quale viene attribuito un valore pubblico. FAMILIARIZZARE/DEFAMILIARIZZARE Tra le caratteristiche de romanzo moderno, c'è la tendenza a demistificare, attraverso i meccanismi della parodia, altri testi o generi; è uno dei meccanismi basilari dell'evoluzione letteraria, non esclusiva del realismo. Tuttavia, nel realismo si carica di significati epistemologici (serve a screditare forme passate ed imporne di nuove, più conformi all'esperienza) e di significati morali (se si riduce la ricchezza dell'esperienza a forme convenzionali il suo potenziale educativo non può esprimersi). Esiste un terzo ordine di significati: straniando il lettore straniando il lettore e portandone in superficie i meccanismi, il nuovo testo consegue maggiore verosimiglianza: la comicità tipica della parodia comporta un'iniezione di materialità, alla parodia si intreccia la satira, che abbatte le idealizzazioni. La presenza di satira e parodia comporta una stilizzazione, perché usano l’accentuazione di schemi preesistenti. Alla familiarizzazione (messa a fuoco di una realtà ordinaria che sfugge agli stili convenzionali) si intreccia lo straniamento, ossia una defamiliarizzazione. La storia del novel è anche la storia del declino dei generi precedenti atraveso la parodia. Es > Don Chisciotte, di genere picaresco, spesso interpretato come anti-romance, perché volto a rovesciare le idealizzazioni dell'immaginario cavalleresco, sua antitesi. In contrasto con i romanzi cavallereschi, nel genere picaresco ha luogo un abbassamento verso la sfera materiale, che va di pari passo con un avvicinamento alle azioni dei personaggi al mondo del lettore. AI tempo stesso si verifica una defamiliarizzazione: libero dalle idealizzazioni che nascono dal privilegio, il picaro è in grado di cogliere le cose della loro nuda essenza. Il suo punto di vista si fa veicolo di satira. Si ha una desublimazione dei temi romanzeschi ed epici con una conseguente valorizzazione del familiare e dell'ordinario. Durante la prima modernità proliferano poemi eroicomici che demistificano le virtù marziali precedentemente sublimate dagli aristocratici. Nella seconda metà del 600 scoppia anche la disputa degli antichi e dei moderni. Vengono dissacrati i valori che contavano in passato, al tempo stesso la parodia veicola un'esigenza di realismo: nel mettere a nudo le convinzioni dell’epica e del romance, le degrada poiché incapaci di rispecchiare la realtà contemporanea. Emblematico il Tassoni della Secchia rapita (1622) che sbeffeggia la retorica guerresca e l'intemperanza del mondo feudale. Una forma di realismo più autonoma ma legata alla parodia, si trova in un testo capitale della storia del romanzo: Romant Comique di Scarron, tra i modelli di Fielding. Storia di una compagnia di teatranti. Punta a rovesciare parodicamente il romanzo eroico attingendo alla satira menippea, al picaresco. La sua azione non è solo parodica, all’abbassamento del registro si accompagna la descrizione di un mondo più familiare al lettore, quello che circonda il teatro provinciale. Contemporaneamente evidenzia il suo scarto alle convenzioni romanzesche. Il narratore si dichiara diverso dagli altri romanzieri, che sono soliti soffermarsi sui dettagli della giornata dell'eroe; mette in rilievo che il suo Romant comique possieda molte scene comiche che hanno la funzione di istruire divertendo. L'attenzione all'ordinario comporta la coscienza della forma che adesso lo veicola, frutto di uno scarto delle convenzioni; quest'operazione ha risvolti morali ed estetici. Il racconto scarseggia di personaggi eccezionali e però non esplora la soggettività. Il novel presenta 2 caratteristiche in genere assenti nei testi satirico-parodici: uno sguardo persistente nella vita interiore dei personaggi e un'architettura narrativa solida e orientata da una teologia. La coesione estetica del novel fa 12 operazioni più complesse e rilevanti per la genesi del realismo. Molte di queste coinvolgevano la narrativa di viaggio, tra 600 e 700 ebbe tanto successo che finì per essere imitata in resoconti romanzati o veri e propri falsi. Anche la retorica dell'autobiografia fu usata per dar corpo a storie dotate di un qualche richiamo. La fascinazione per i dati empirici si accompagna a quella per la mobilità sociale: le fantasie trasformistiche mostrano come all'interesse per i dati fattuali si accompagnasse una curiosità verso eccitanti vicende di ascesa e trasformazione individuale, ciò evidenzia la correlazione tra empirismo ingenuo e ideologia progressiva. Il dilagare della retorica empi trans ica portò all'impiego di un nuovo linguaggio, in una tortuosa fase di ione, durante la quale c'era una forte instabilità nell'ordine dei generi. Informazioni in apparenza riconducibili a protocolli empirici (cronologie ecc) si mescolavano a fati di pura invenzione; non tutti avevano una percezione chiara di come usare la nuova retorica. È innegabile che i confini tra realtà e invenzione non fossero demarcati: il mercato era pieno di falsi resoconti di viaggio, biografie romanzate, lotta politica che spesso consisteva in una battaglia propagandistica (Swift ce lo ricorda attraverso la parodia dei resoconti dei viaggi di Gulliver, disegna scenario di menzogne di scienza e politica). Il tentativo di conferire alla retorica empirica delle funzioni estetiche ne modificava la configurazione: richiedeva segnali che pubblicizzassero la natura del testo e contribuissero a predisporre il lettore a una fruizione adeguata. | lettori di testi pseudo-fattuali arricchiti da situazioni romanzesche non erano indotti a sondarne il contenuto di verità, ma solo a trarre un'esperienza conoscitiva (v. serie tv di oggi). Testi fattuali e d’invenzione si confondevano, a contare non era il loro presunto portato di verità, ma la loro forza narrativa. Tra i protagonisti della transizione dai codici pseudo-fattuali alla narrativa c'è nuovamente Aphra Behn con Oroonoko, una mescolanza tra romance (tragedia eroica) e la letteratura di viaggio. È un romanzo tragico a sfondo coloniale, mediato da un narratore omodiegetico che si presta ad essere identificato come la stessa Behn, con enfasi sulla testimonianza oculare che prepara il terreno alle narrazioni interne tipiche del novel. Behn non si limita a fare riferimenti alla realtà e usare stilemi empirici, evoca la costellazione dei generi fattuali. Nell’epistola dedicatoria continua in apparenza a dichiarare la veridicità di Oroonoko. Nel chiarire le sue simpatie precisa lo statuto del racconto e dice che il personaggio di O. desterà la pigra aristocrazia inglese e la spingerà a ritrovare vigore. Nel corso del racconto, le professioni di veridicità, in cui si scorge una tenue sfumatura ironica, assumeranno un significato più certo, passando a definire non la realtà ma il realismo del racconto. Il testo contiene da un lato marche di veridicità caratteristiche del nuovo sapere (enfasi sulla testimonianza oculare), dall'altro ci preparano a conoscere le avventure di un eroe che sarà l'attore della storia. Da un lato troviamo la letterietà del testo che tratta di uno schiavo reale, creatura romanzesca drammatica, dall'altro si affaccia un mondo simile a quello dei lettori, fatto di schiavisti, piantagioni e imperi coloniali nascenti. L'autrice ci suggerisce che il mondo narrato e quello riconosciuto come reale avranno un rapporto di analogia, subordinata a logiche estetiche. Le descrizioni di apertura non sono totalmente riconducibili agli stilemi della letteratura di viaggio, costituiscono piuttosto una loro estetizzazione. Descrive le bellezze del Surinam ma con un'aura di bellezza. Istituisce un campo semantico romanzesco che si preciserà con l'ingresso in scena dei protagonisti, senza sgretolare l'illusione empirica, implicando però un nuovo regime narrativo. La natura estetica si evince anche dall'uso di stilemi tratti dai generi fattuali che si accompagna all’esplorazione di un contrasto ideologico. Da un lato deriva la tragedia eroica e dal romance l’idealizzazione dell'etica aristocratica, rappresentata dalle virtù di Oronooko e dal suo agire onorevole (evocano valori degli Stuart). Dall'altro usa il registro dei resoconti di viaggio e dei discorsi empirici per condannare i detrattori del re e dell'ordine che rappresentava. Behn mette in scena il contrasto tra whig contrari a Giacomo Il e i sostenitori della causa Stuart, prendendo le parti di questi ultimi e della morale che rappresentavano. L'esecuzione di Oroonoko richiama l'esecuzione di Carlo I, a tratti il protagonista rinvia come in un roman è clef, a personaggi specifici. Ma la sua descrizione non è costruita con le tecniche descrittive del realismo: si basa su una logica metaforica, tipica del romance, più che su quella mimetica del novel (dove i personaggi sono costellati di indicatori socioeconomici). 15 Behn non ha mai rivendicato il ruolo di madre del novel, era consapevole di muoversi tra le convenzioni del roman a clef e la nouvelle, generi si con innovazioni, ma sempre legati all’aristocrazia e con un legame all’epistemologia empirica ancora troppo debole. Alla base della stabilizzazione del novel: accumularsi di esperimenti di realismo, aumento di narrazioni fondate su una finzione di storicità, depoliticizzazione della narrazione. Influenzati dall’universalismo della sfera pubblica, dal timore di ripercussioni legali e dal bisogno di far cassa, gli autori di romanzi cominciarono ad evitare posizioni partigiane e umanizzare i personaggi. | romanzieri degli anni 40 cercarono di offrire al pubblico speculazioni riguardanti problemi morali di interesse generale, che evitano rischi connessi al racconto di fatti particolari: cercarono di utilizzare un apparato retorico per descrivere l'esperienza distanziandosi allo stesso tempo da esperienze specifiche. COME NACQUE IL NOVEL La prima pietra miliare è The rise of the novel di lan Watt (1957). Secondo lui il novel emerse con l'avvento dell’individualismo moderno e dell’empirismo. Fu creato da una classe borghese che iniziava a comprendere il proprio potenziale e a cercare nuove forme di intrattenimento, incentrate su una dimensione privata che si articolasse sia nell’operato economico sia nella vita domestica. Evidenzia la nascita di un'esperienza narrativa più intensa, agevolata dalla stampa e dagli spazi privati. Il novel fu espressione di una rottura netta, che oltre all'ideologia e al modo di produzione coinvolse le forme narrative influenzate dalla scrittura non letteraria (es scientifica). L'idea di Watt tende però ad avere un interesse estetico ridotto, sebbene egli usi | la categoria “realismo formale”, tende a concepire il novel e il romanzo moderno in generale come una forma scarsamente strutturata (es Balzac). Poi abbiamo The Origins of the English Novel di Lennard Davis, che si concentra sulla destabilizzazione dei rapporti tra vero e falso negli anni della prima modernità. E The origins of the english novel 1600-1740 di McKeon, che ha rimpiazzato lo studio di Watt, affinando molte delle sue idee. La sua spiegazione si basa su un’acuta consapevolezza della transizione storico-culturale della prima modernità, e della coesistenza di tradizione e novità, considerando la tradizione come una manifestazione dialogica del passato modificata dal confronto con ciò che la minaccia. Secondo McKeon il novel prese forma per illustrare una duplice dialettica, ideologica ed epistemologica. Evidenzia tra il 1600 e 1740 la coesistenza conflittuale di 3 ideologie: Aristocratica, progressiva e conservatrice. Queste 3 posizioni articolano delle questions of virtue, esprimono l'esigenza di trovare il giusto modo per concepire e giudicare la virtù del singolo: per l’aristocratica deriva dalrango, per la progressiva da qualità individuali, per la conservatrice, dall’assetto sociale ed economico del passato. Guardando invece alle questions of truth, McKeon evidenzia 3 modi di concepire e giudicare la resa narrativa della verità fattuale: “empirismo ingenuo”, critico verso il tradizionalismo del romance idealism, ma a sua volta oggetto delle critiche dello “scetticismo estremo”, animato dal timore della retorica empirica che può assecondare sfrenate ambizioni individuali. L'adesione ad una posizione ideologica implica l'adesione a una corrispondente posizione retorico-epistemologica. Secondo McKeon, il novel, con un'opera di contaminazione tra più generi e discorsi, articolò le posizioni in contrasto e portò in superficie il rapporto di analogia tra i due livelli dialettici. Es in Pamela (che meglio esemplifica le categorie di McKeon) lei incarna l'ideologia progressiva, il suo tentatore antagonista, l'ideologia aristocratica. Il resoconto epistolare esprie la fede in un onore nato dalle virtù individuali e non dal rango, inoltre costituisce documento attendibile, empiricamente fondato degli eventi, frutto della sua determinazione a combattere le bugiee di Mr.B ebbro delle prerogative aristocratiche. Nella narrativa di Fielding troviamo temi affini ma declinati diversamente. Il Joseph Andrews nacque come una parodia di Pamela, nel suo stile satirico-parodico ci distanzia dai personaggi inducendoci a dubitare della loro affidabilità; veicola un sentimento insieme scettico e conservatore; da voce a diffidenza verso le spinte individualistiche (incarnate dai personaggi negativi) e verso le mistificazioni pubbliche o private che possono produrre. Grazie a Richardson e Fielding la nuova scrittura realistica (che non tutti chiamavano 16 novel) si offrì allo sguardo come un genere definito, come uno strumento narrativo capace di articolare i problemi della prima modernità. Mckeon è molto importante, tuttavia trascura i meccanismi formali e la loro costituzione. La sua idea era che a contare, nella genesi del novel, sia stato il conflitto ideologico nella sua espressione etica e morale del Questions of truth e nella sua espressione epistempologica del Question of truth. Empirismo ingenuo + implica individualismo di forndo e | primato dell’esperienza e dell’azione del singolo; lo scetticismo estremo > evoca un ordine gerarchico minacciato da pulsioni egoistiche. Nonostante i tanti dati a sostegno della sua tesi, McKeon non spiega perché il novel emerse proprio attraverso l’opera di Fielding e Richardson; si limita a dire come siano comparsi dei testi (Robinson, Pamela, Joseph) in grado di trattare le questioni già identificate nel suo testo. Quali sono le circostanze che hanno reso possibile la scrittura del romanzo in grado di trattare detti temi e quando si sono sviluppate? Intanto bisogna precisare che le posizioni teorizzate da McKeon non sono pure, si compenetrano con altre costruzioni ideologiche, la loro contrapposizione non è radicale, c'è una convivenza all'interno della società civile. Nel 1740 questo modello di convivenza sociale si era stabilizzato e propagato. Un cambiamento simile si trova anche sul piano delle Questions of truth. Alla fine del 600 si temeva che nello spazio della comunicazione politica, la natura tendenziosa fosse celata dietro una finta imparzialità. Negli anni successivi questa preoccupazione non viene meno, le fazioni e i loro leader conoscono l'importanza del giornalismo e della propaganda. Per la maggior parte dei lettori, il problema di come rappresentare la verità è il problema di come rappresentare le informazioni circolanti nella sfera pubblica e di come valutareciò che punta a influenzare le opinioni comuni. Il nesso tra le questioni ideologiche ed epistemologiche si delineava all'interno del dibattito politico, anche se non in modo regolare. Richardson e Fielding, prima di loro Defoe e Swift, misero ordine: attraverso l'esperienza dei personaggi illustrarono orientamenti ideologici pervasivi, e nel dar forma alla propria visione del mondo associarono a ciascuna posizione ideologica quella epistemologica più affine. | padri del novel cercarono, in primo luogo, di produrre narrazioni che esibissero un incontestabile valore pubblico, che presupponessero la necessità del progresso individuale o collettivo e la dialettica tra pubblico e privato. Ma Quando? William Warner inquadra le origini del novel in un'ottica mediale. Considera i romanzi di Defoe, Fielding e Richardson come riscritture didattiche della narrativa amorosa di Behn e di altre due scrittrici del 700, influenzate dalle nouvelles francesi. Secondo Warner i padri del novel puntarono a fornire e teorizzare, un'esperienza di lettura volta a coltivare la sensibilità morale, e a definire il proprio statuto in rapporto a narrazioni il cui sottotesto didattico era meno convincente. Nel fare questo contribuirono alla creazione di un clima di critica del quale furono a loro volta vittime. Il testo che meglio rappresenta i romanzi e le novelle amorose è Love in Excess di Haywood (Alovisa, si innamora, si sposa con d'Elmont, tante scene di passione, alla fine preda della gelosia, muore trafitta dalla spada del marito). È un po fine a se stessa e mostra dei limiti. Richardson con Pamela invece offrì un esempio positivo di virtù e cercò di contenere la rappresentazione del desiderio femminile, istituendo una censura che i novels della tradizione successiva avrebbero rafforzato. Il tenue didatticismo di Haywood si rinforzò negli anni successivi con Pamela e Andrews. L'apparato didattico di Fielding e Richardson tiene conto delle critiche al romance, accusato di eccitare i sensi e indebolire il senso della realtà; si mostra teso a definire un'esperienza estetica dalla più marcata utilità morale. Secondo Warner, l'operazione di critica e riscrittura di R. e F inaugurò la dialettica tra letteratura seria e letteratura d’intrattenimento e identifica la stessa dinamica in Moll Flanders e Lady Roxana di Defoe. La definizione del realismo moderno fu inscindibile dalla definizione di una pedagogia intrinseca alla forma narrativa, rendendola portatrice di conoscenza e progresso morale. Richardson, Fielding e in parte anche defoe, non cercarono solo di censurare la letteratura d'invenzione, cercarono anche di annettere la neonata narrazione realista all'insieme delle conoscenze utili al pubblico. La preistoria del novel finì quando diventò possibile scrivere Narrazioni d'invenzione unitarie e coinvolgenti che veicolassero una conoscenza morale in sintonia con le preoccupazioni e i protocolli 17
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