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Paul Cézanne: La Fondatrice del Cubismo e dell'Arte Moderna, Appunti di Storia Dell'arte

Paul Cézanne (1839-1906), pittore francese di Aix-en-Provence, è considerato la base per il Cubismo e l'arte del XX secolo. Con opere come Montagna di Sainte-Victoire e Nature morte con arance e mele, Cézanne pose le basi per la semplificazione formale e la costruzione logica e strutturale del soggetto. Le nature morte, i ritratti e i paesaggi furono i suoi soggetti prediletti, con una metodica e riflessiva tecnica pittorica. La pittura di Cézanne fu caratterizzata dalla sintesi delle forme geometriche e dalla costruzione logica e strutturale del soggetto.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 01/06/2022

Ilariabarberini
Ilariabarberini 🇮🇹

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Scarica Paul Cézanne: La Fondatrice del Cubismo e dell'Arte Moderna e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! PAUL CEZANNE Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 1839 - 1906) appartenne alla corrente post- impressionista. Con le sue opere, pose le basi per il Cubismo e, più in generale, per l’arte del XX secolo, soprattutto per via della semplificazione formale che costituì le fondamenta di molti movimenti d’avanguardia dei periodi successivi. Pochi furono i “prescelti” che entrarono nelle grazie del pittore, tra questi l’artista Camille Pissarro, con il quale intrattenne una lunga amicizia e una forte complicità artistica. Dapprima vicino agli impressionisti con i quali frequentò il Café Guerbois a Parigi, presto Cézanne se ne allontanò per elaborare uno stile personale, una tecnica pittorica più scientifica e riflessiva che potesse dare all’arte la sua legittima autonomia. Per quasi tutta la sua vita il pittore francese rimase nella sua casa di campagna in Provenza, sebbene, in gioventù fosse molto attratto dai boulevard parigini e dai cafè di Montmartre e Montparnasse. Nella campagna francese ebbe molti stimoli e soggetti da rappresentare, molti dei quali diventarono il suo segno distintivo, come ad esempio la montagna di Sainte-Victoire, oppure le molte nature morte e ritratti. Lo stile e le opere principali di Cézanne La pittura di Cézanne fu metodica e riflessiva: l’artista non desiderava dipingere ciò che l’occhio vede, come fecero gli impressionisti, ma la costruzione logica e strutturale del soggetto dipinto. Il pittore ricercò una sintesi delle forme, infatti secondo il pittore la natura è fatta di forme geometriche: cilindri, coni e sfere. A prescindere dal modo in cui la natura è struttura quello che la mente riesce a percepire sono le forme geometriche, motivo per cui, secondo il pittore, è impossibile riprodurre la natura così come è fatta. I soggetti prediletti da Cézanne furono le nature morte, i ritratti e paesaggi. Le nature morte offrirono a Cézanne un ricca gamma di forme che gli permisero di indagare la realtà in modo analitico e scientifico. Le tavole imbandite da Cézanne furono, dapprima molto povere, non ricche come quelle di Manet, e povere furono anche le cose che vi dispose sopra come in Vaso, Caffettiera e frutta (Natura morta in bianco e nero) del 1867-69, una delle prime nature morte dell’artista. Sul tavolo spoglio poggia una caraffa marrone, una candela, un fazzoletto bianco con sopra un coltello e delle cipolle e un limone. Apparentemente sembra una composizione disordinata e provvisoria, tuttavia, l’artista pose la sua attenzione sul carattere statico e composto a cui segue la quiete e il silenzio. Gli oggetti dimostrano la loro intrinseca potenza volumetrica, data anche dalla stesura del colore, realizzata con forti impasti e mercando i contorni di nero. Del 1870 è invece l’opera Terrapieno che venne realizzata in Provenza. La tavolozza si schiarisce, rispetto alla natura morta del 1867 e questo è sintomo della sua vicinanza con i pittori impressionisti, sebbene il pittore non rinunci alle pennellate decise e dense che restituiscono piena autonomia alle sue opere. La casa dell’impiccato (1872-73) fu proposta alla prima mostra impressionista nello studio del fotografo Nadar, nel 1874. L’opera è frutto dei consigli che l’amico e pittore Camille Pissarro diede a Cézanne, che infatti iniziò a dipingere en plein air (all’aria aperta) e a schiarire la tavolozza di colori. In primo piano, su una decisa linea diagonale, si nota una strada di campagna, al centro è raffigurata una casetta di preceduta da una lunghi ed esili alberi, a destra si erge un’altra casa e tra le due è possibile vedere un centro abitato, dietro il quale si intravedono delle colline all’orizzonte. Dalla volumetria delle case si può ipotizzare subito un primo tentativo di semplificare le forme e dunque un’attenzione che emerge sempre di più nella definizione dei volumi. Oltre che alle nature morte e paesaggi, Cézanne si dedicò molto a ritratti e autoritratti. In Autoritratto con berretto (1875), il pittore si raffigura con il volto verso sinistra, dove il suo sguardo si perde. L’aspetto un po’ trasandato, i capelli lunghi e la barba non curata sono testimonianza del suo carattere irascibile ma anche chiuso, riservato e solitario. L’artista indossa un cappotto scuro e un berretto, e sul lato destro si intravede un paesaggio. Anche in questo caso è possibile notare l’esigenza dell’artista di imporre una certa geometricità, sebbene il quadro venne realizzato negli in cui aderì all’impressionismo. Il quadro presenta una schema molto geometrico conferendo ai personaggi una nota classica ed è costruito su una griglia fatta di linee orizzontali date dal piano del tavolo e della finestra e linee verticali date dalla bottiglia posta al centro, la sedia del giocatore di sinistra e le gambe del tavolo. Il pittore pone una particolare attenzione all’uso del colore che qui diventa materia densa che crea lo spazio, le tonalità vennero usato per dare forma e spazio all’opera. Rispetto alle prime nature morte in cui Cézanne ricercò sobrietà e staticità della composizione, quelle più tarde furono un’elaborazione più complessa e articolata, un esempio è la Natura morta con arance e mele (1899) in cui prorompe l’uso colore. Lo spazio è invaso del tessuto orientaleggiante, sul tavolo è poggiata una tovaglia bianca con sopra delle mele e delle arance disposte in modi e punti diversi. L’intero dipinto è costruito su una diagonale che parte da sinistra e va verso destra, e tale andamento è accentuato anche dalla disposizione delle frutta che è sistemata in modo piramidale. È mascherata la differenza tra profondità e superficie, e tutto sembra stare sul solito piano, senza rinunciare però alla propria autonomia volumetrica. Il tema delle Bagnanti fu profondamente studiato dal pittore francese, che gli dedicò circa duecento studi che lo portarono a tre grandi tele: la prima si trova al Philadelphia Museum of Art, la seconda alla National Gallery di Londra e l’ultima presso la Fondazione Barnes, sempre a Filadelfia. Il primo museo è quello che possiede la versione più grande, che Cézanne realizzò tra il 1899 e il 1906. Le Grandi bagnanti sono composte da quattordici figure divise in due gruppi e inserite in un ambiente quasi idilliaco (da osservare la luce azzurrina e l’ampio e soave paesaggio). Il corpo femminile che perde le sue forme armoniose e delicate diventa qui puro volume che scandisce lo spazio e il volto perde ogni accenno di espressività. Oltre gli imponenti alberi dietro le figure si apre uno specchio d’acqua da cui lo sguardo dell’osservatore si rivolge verso l’orizzonte. Cézanne rappresenta un mondo senza tempo, in cui la natura e l’uomo quasi si confondono. Il desiderio dell’artista fu quello di dare all’arte una sua autonomia rispetto al mondo reale e in questa tela Cézanne sembra essere molto vicino a questo proposito. Se per molti artisti le loro muse ispiratrici furono spesso modelli e donne affascinati, diversamente accadde per Cézanne che negli ultimi anni della sua vita studiò in modo quasi ossessivo la montagna di Saint Victoire, in Provenza: ogni volta la dipinse e l’analizzò in modo differente, utilizzando diverse tecniche e cambiando la tavolozza di colori. La possente montagna domina la valle vicino ad Aix-en-Provance, la sua bellezza affascinò il pittore che cercò di coglierne le geometrie e i volumi. La montagna di Sainte-Victoire da sud- ovest (1892-95) fu una delle prime tele realizzate da Cézanne con questo soggetto. Nel dipinto, sebbene sia ancora abbastanza legato agli elementi naturali, è già possibile scorgere degli interventi che sintetizzano le forme come, ad esempio, i profili delle case che sono diventate dei volumi senza finestre. Dieci anni dopo Cézanne ripropose il medesimo soggetto: Montagna di Sainte-Victoire (1904-1906). Qui il pittore indagò assiduamente la relazione tra forma e colore. I contorni sono sfumati, non ci sono più case ma macchie di colore che accennano ai pochi elementi figurativi presenti. La natura è dominata dalle forme geometriche, e l’imponente montagna è fasciata da un cielo azzurro, tutte le forme sono scomposte dalle ampie pennellate. Cézanne pose tutto il suo impegno sull’arte, sacrificando il soggetto, la sua attenzione prevalse non tanto su ciò che si vede (come fecero gli impressionisti) piuttosto sulle regole interne della mente: principio, questo, che fu alla base di tutta l’arte del XX secolo e per il quale il contributo di Cézanne fu fondamentale.
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