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Riassunto Plutarco, Vite Parallele, Demostene e Cicerone, Appunti di Storia dell'Educazione

Riassunto in preparazione dell'esame di Storia dell'Educazione della professoressa Luana Salvarani.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 28/10/2023

noex97
noex97 🇮🇹

4.7

(11)

15 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto Plutarco, Vite Parallele, Demostene e Cicerone e più Appunti in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! PLUTARCO, VITA PARALLELE DEMOSTENE E CICERONE La vita di Demostene e Cicerone mette in scena due grandi oratori che hanno conseguito la fama con l’arte della parola. Plutarco ce li dipinge come esseri umani oltre che come oratori. Come individui con una loro complessità e carattere. Questo è il 5°libro delle vite parallele. Demostene piccolo prologo dove Plutarco ci parla di altre cose e ci dice una frase molto interessante per parlare di queste vite. Una condizione per essere felice non serve essere nato in una città illustre o meno. Tema della virtù come insieme di caratteristiche dell’eroe delle biografie che richiede natura generosa e animo capace di sopportare le fatiche, i dispiaceri. Biografia eroica diversa rispetto a quanto fatto, questo parte da una condizione di svantaggio, però abbiamo una cosa al contrario della biografia eroica di Ciro, qui abbiamo una storia di fragilità e bulleggiato dai compagni, lo prendono in giro, si capisce che ha un inizio tribolato. Biografia eroica famosa importante contro un inizio non favorevole. Non solo un ragazzo fragile, ma anche antipatico e con carattere scontroso e pungente, sembra non avesse nessuna caratteristica dell’oratore, però il lettore sa che la fine della vita raccontata è diversa rispetto agli inizi. Plutarco racconta di personaggi famosi. Demostene viene creato colpo di fulmine tra il personaggio e la disciplina. Capacità di convincere, l’oratoria processuale. Decidere una strada e dedicarsi a quella. Parte iniziale, pre-lettura della prof Plutarco nacque intorno al 45 d.C. nella città di Cheronea in Beozia (regione dell’antica Grecia). La condizione economica agiata gli permise di fare molti viaggi (asia, Egitto, Roma). L'obiettivo di vite parallele era ricordare ai romani, ormai dominatori dell’intero mondo mediterraneo, il glorioso passato del popolo greco e invitare i greci ad un atteggiamento conciliante nei confronti di Roma, così da prevenire malintesi e litigi. Il pubblico al quale Plutarco si rivolge è greco e romano. Plutarco era convinto del valore assoluto della cultura greca, secondo lui il greco è spesso colui che gode della migliore educazione, che manifesta un gusto più raffinato di fronte all’arte, alla filosofia e vive in modo speciale la quotidianità. Studi moderni si sono focalizzati su alcuni temi che riguardano vite parallele ovvero: -il periodo in cui Plutarco vive e le sue considerazioni sull’impero romani; -la scelta dei personaggi e delle fonti e il loro reciproco rapporto; -le tecniche usate da Plutarco che hanno reso accessibile un modo di procedere frequente negli autori (manipolazioni, semplificazioni, contaminazioni) ecc. Con l’umanesimo e il rinascimento e l’insorgere di un nuovo senso di individualità volto a cercare nei classici un modello, riporta l’attenzione sulle biografie e fra il 16° e il 18° secolo la fama di Plutarco tocca il suo vertice. In vite parallele prevale la dipendenza da fonti che chiamiamo storiche, infatti, dalla vastità delle sue letture Plutarco è indotto a scrivere biografie perfino su personaggi dalla cui esistenza egli stesso dubita ma appaiono investiti di un valore simbolico notevole. Plutarco conoscere bene le opere di Senofonte. Per lui era importante il parallelismo che gli viene suggerito dal periodo in cui vive e che si addice alla sua struttura mentale: non riguarda solo le persone ma anche le situazioni, gli ambienti. Nelle vite, sia in quelle greche che in quelle romane è ben presente l’interesse per le virtù, gli atteggiamenti etici. Si può presupporre l’uso da parte di Plutarco di una varietà di generi letterali anche se con qualche difficoltà di accesso al materiale, per esse, infatti, Plutarco non poteva limitarsi alle opere in lingua greca ma doveva procurarsi anche quelle in lingua latina nonostante non conoscesse a pieno la lingua. Plutarco tiene conto non solo nel carattere della persona ma anche del suo sviluppo e delle forze contrastanti nell’individuo, egli offre un programma concreto. Egli coglieva tutte le possibilità di rendere concreto il racconto storico, arricchendolo di tratti diversi e personali e concentrando sull’eroe meriti che potevano anche non appartenergli (romanzato). Giudizi critici su Plutarco “uno dei meriti di Plutarco nelle “vite” dei grandi uomini è quello di essere proposto non tanto di narrare i fatti eclatanti quanto le vicende della vita privata e che appaiono più adatte a far conoscere i caratteri e le abitudini di quanto non lo siano le imprese brillanti”. “nella sua opera Plutarco non segue i criteri della storiografia ma è orientato verso la biografia, non solo imprese militari ma anche caratteri dei personaggi”. Demostene Demostene è uno dei personaggi storici che maggiormente ha risentito nella valutazione che gli è stata data. Plutarco conosceva bene l’opera demostenica e si è servito del suo solito metodo di prendere appunti mentre leggeva, in particolare doveva essersi annotato frasi che lo avevano colpito; tuttavia, è difficilissimo dire quali siano i passi che Plutarco ha attinto direttamente da Demostene e quali quello che ha trovato in fonti successive. A volte sembra che si sia appuntato frasi solo per il punto di vista stilistico e altre volte in modo inaccurata o a memoria. Demostene è il frutto delle personali meditazioni del biografo che ha interpretato il personaggio alla luce delle proprie convinzioni politiche ed etiche. Il giudizio di Plutarco su Demostene Plutarco ritiene che uno dei difetti di Demostene sia l’avidità, venalità, ovvero l’inclinazione a trarre guadagno anche al costo di un comportamento non corretto. Egli ritiene anche che non fosse in possesso della virtù del coraggio (accusa di viltà, codardia) e gli mancava anche la fermezza d’animo, evidente nell’episodio dell’esilio che non riuscì a sopportare mentre per Plutarco la nobiltà degli uomini si vede anche nel modo in cui si affrontano le disavventure. Viene sottolineato anche la sua incapacità di improvvisare. D'altro canto, però loda la coerenza di Demostene nel mantenersi fedele fino alla fine al partito e alla posizione politica che aveva scelto fin dall’inizio e anche per il comportamento avuto alla morte della figlia quando non si mostro debole al pubblico. Infine, al momento della morte, l’oratore acquista una dimensione grandiosa che non aveva saputo raggiungere in vita, la sua fine è degna di un eroe tragico e riscatta almeno in parte gli errori della sua esistenza. Il giudizio di Plutarco oscilla tra un giudizio negativo ed uno positivo. _________________________________________________________________________________ A livello educativo è un modello che ha avuto grande spessore nella vita delle persone, dei ragazzi che crescevano leggendo questi testi. Giunse ad Atene, Arpalo, che fuggiva da Alessandro sapendo di aver dissipato il denaro del Re. Demostene in un primo momento consigliò di allontanarlo per non gettare la città in una guerra per un motivo non necessario ma poi si fa corrompere e compra un oggetto di Arpalo e cambiò posizione a riguardo. Viene però scoperto, nonostante lui cerchi di non darlo a vedere, e viene esiliato. Un esilio che non riuscì a sopportare però, si dimostra debole. Demostene va in città di nascosto e comincia ad animare i cittadini ed il popolo, si riuniscono in una assemblea dove verrà deciso che Demostene poteva rientrare. Ma ci fu una breve gloria perché ci furono una serie di battaglie. Quando torna dall’esilio però decide di suicidarsi (si riscatta). Il suicidio era considerato un atto virtuoso (decide di avvelenarsi). Viene anche detta un’altra versione da un parente di Demostene che dice che egli è morto per volere degli Dei, per farlo scampare alla crudeltà dei Macedoni lo fecero morire in modo rapido e indolore, è un modo di attribuirgli una morte più eroica, per volere degli Dei, qualcosa di grande e significativo. Cicerone In Cicerone torna il tema del rigore morale, è visto come un uomo saggio, ma non c’è il tema della lotta contro le avversità, perché Cicerone è brillante fin da piccolo, piace a tutti, è pieno di virtù. I punti di vista su Cicerone sono diversi come il giorno e la notte a causa di diversi pregiudizi e opinioni di vari autori. Molte delle fonti primarie sono andate perdute per cui Plutarco diventa una fonte importante per la vita di Cicerone. Il parallelo non riguarda lo stile o il linguaggio ma il miglioramento dello status di Cicerone che divenne un oratore forense uomo politico proprio come Demostene che aveva raggiunto il suo stesso rango. Plutarco inizia con importanti caratteristiche come la loro ambizione il loro amore della libertà in politica e la loro viltà, codardia nei momenti di pericolo, vi sono inoltre alcune somiglianze come l’esilio o la morte delle rispettive figlie. Demostene era un personaggio più serio mentre Cicerone era più portato a scherzare. Cicerone nacque nel 106 a.C. da una madre che si dice abbia avuto una vita decorosa e da un padre di cui si hanno notizie contrastanti e non certe. Si dice che il primo della famiglia a essere chiamato Cicerone fosse veramente degno di stima, ovvero il nonno, ed è questo il motivo per cui i discendenti andavano fieri del nome anche se veniva preso in giro (il nonno aveva una screpolatura sul naso che sembrava un cece, da qui il nome). Cicerone appena arrivò all’età di sette anni dette subito prova del suo talento innato nelle varie discipline (predisposto). Fu considerato dai romani il migliore non solo come oratore ma anche come poeta, inoltre conosceva il diritto. La prima occasione, l’esordio più prestigioso fu quando Cicerone si occupò della causa tra Silla e Roscio in cui esso venne accusato di parricidio dopo aver dei beni acquistati non valessero quanto era stato stabilito precedentemente. Nessuno voleva rappresentare Roscio tranne Cicerone che vinse la causa e ottenne ammirazione. Poi però Cicerone andò in Grecia perché temeva l’ira di Silla e anche perché aveva bisogno di cure mediche; infatti, era magro ed esile e aveva un problema allo stomaco che lo obbligava a mangiare poco e a tarda sera. Quando apprese la morte di Silla il suo corpo ormai irrobustito stava riacquistando vigore e gli amici da Roma lo incitarono a tornare. Si esercito nella retorica e per recuperare le sue capacità politiche ma pieno di speranze (ambizioso) fu smorzato da un oracolo che gli prescrisse di prendere come guida della sua vita la sua stessa natura e non l’opinione della massa e di conseguenza si comportò con circospezione, cautela. Poi sia per l’incitamento del padre e degli amici sia perché era molto ambizioso si dedicò all’avvocatura e ottenne subito molta fama, si dice però che non fosse più bravo di Demostene nella recitazione. Cicerone aveva una disposizione alle battute e all’ironia che risultava efficace nei processi ma se usata con eccesso poteva risultare maligna. Vi è un episodio in cui Cicerone incontra un vecchio amico in Campania e gli chiede che cosa dicessero di lui ma rimase deluso perché costatò che la sua fama non fosse così importante da procurargli gloria. Fu un momento di crescita in cui ridimensionò molto la sua presunzione e si dà degli obiettivi alti così da tenere una certa modestia (=Demostene che si taglia i capelli per obbligarsi a non uscire e migliorare le proprie capacità). Si dona alla politica con entusiasmo e passione, non accettava né denaro de doni per le sue prestazioni di avvocato (uomo integro). Fu eletto pretore, ovvero magistrato territoriale e dette l’impressione di saper giudicare con giustizia e imparzialità. Cicerone mostrò quanta approvazione si aggiunga con l’eloquenza e che la giustizia è invincibile se difesa con validi argomenti; quindi, non è solo il contenuto ma bisogna avere la capacità di adattare la parola all’argomento. Inizia la disputa tra Cicerone e Catilina. A incitare Catilina erano i veterani di Silla, dispersi in tutta Italia, si unirono a Catilina e si presentarono a Roma per appoggiare la sua candidatura, si era infatti candidato al consolato tramando di far fuori Cicerone nella folla ma non ci riuscì, ebbero un confronto in senato. Catilina minacciò Cicerone che con astuzia fece un rituale visivo con l’armatura per far comprendere il pericolo al popolo che so indignò e lo protessero. Respinsero Catilina. Non fu l’unico tentativo di Catilina nei confronti di Cicerone, ce ne furono molti altri ma fu sempre avvisato in un qualche modo e quindi anche salvato, tant’è che iniziò una vera e propria guerra tra i due che fu alla fine vinta da Cicerone che fece giustiziare alcune persone che stavano al fianco di Catilina mentre gli altri per paura lo avevano abbandonato e si erano dispersi. Ciononostante, c’erano altre persone già pronte a inveire contro Cicerone e il suo operato. Cicerone ebbe un momento di massima autorità a Roma però si rese odioso a molti per la sua mania di elogiare ed esaltare continuamente sé stesso, era piuttosto vanitoso, diversamente da Demostene. Tuttavia, era incapace di nutrire invidia verso gli altri (virtù). Cicerone loda però Demostene. Si racconta la vicenda di Clodio, che si travestì da donna perché era innamorato della moglie di Cesare ma fu scoperto e denunciato e a prendere la causa fu proprio Cicerone che però poi non parlo a suo favore e si dice perché si doveva giustificare con la moglie e non per amore della verità. Infine, però Cesare non testimoniò contro Clodio e quest’ultimo scampò il pericolo e successivamente cercò di mettere tutti contro Cicerone. Cicerone era un leader ed era appoggiato da tanti giovani ma tuttavia gli rimasero due possibilità o andare in esilio o combattere Clodio con le armi e decise di allontanarsi da Roma. Ciononostante, la gente nutriva rispetto per cicerone e lo accoglieva mostrandogli affetto; egli però, trascorse quasi tutto il tempo in esilio in uno stato di sconforto e tristezza guardando con rimpianto l’Italia (debolezza). Clodio fece bruciare tutte le ville e la casa di Cicerone e attaccò Pompeo che aveva abbandonato Cicerone e infatti se ne pentì. Fu votato il ritorno di Cicerone con grande conformità che fece ricostruire la sua casa e le ville e ringraziò tutte le città che lo avevano ospitato (Clodio verrà poi ucciso). L'assassino di Clodio prese come avvocato Cicerone che però si dimostrò poco coraggioso in tribunale alla vista delle armi, si bloccò, tremava ed era impreciso. Poi Cicerone e Cesare si incontrarono, parlarono e si dimostrarono rispetto reciproco. Quando il governo dello stato andò verso il dominio di un uomo solo, Cicerone si dedicò ad insegnare filosofia. Di rado andava a trovare Cesare, divorziò da sua moglie perché si sentiva trascurato. Gli morì la figlia di parto e da ogni parte giunsero gli amici per consolarlo ma il suo dolore fu forte tanto da farlo divorziare dalla moglie appena sposata. Ci fu un episodio che descrive una parte del carattere di Cicerone in cui Cesare e Pompeo erano contro l’uno con l’altro, Cicerone cercò di farli riconciliare ma ormai il divario era insanabile. Quando Cesare tornò a Roma, Pompeo se ne andò, abbandonò la città e Cicerone non sapeva da che parte schierarsi. Venuto a sapere che Cesare non gli aveva scritto di persona si irritò e partì per raggiungere Pompeo (non era onorevole abbandonare la linea politica che aveva scelto all’inizio). Una volta arrivato da Pompeo però si trovò in disaccordo con le misure prese da lui ed era insoddisfatto Plutarco vuole mettere in evidenza la differenza tra mondo greco e mondo romano. Plutarco è molto legato alla civiltà greca quindi la rappresentazione del mondo greco è più idealizzata mentre il mondo romano è più realistica, leggermente meno eroico, in Demostene infatti vengono si descritti alcuni suoi difetti e fragilità ma poi viene riabilitato, alla sua morte eroica, mentre Di cicerone vengono evidenziate le qualità, ma anche i difetti, la vanità, il suo bisogno di successo, il suo umorismo e ironia molto tagliente a volte non tanto rispettosa. Cicerone ha un’ideale repubblicano, repubblica diversa da come la intendiamo noi adesso ovviamente, però hanno delle strutture come il consolato e altri organi che guidavano la politica e per Cicerone ed altri gli ideale repubblicano è un ideale per cui battersi. L'ascesa di Cesare e di Pompeo ha un’accezione negativa, la vive molto negativamente, sono due capi militare e poi sappiamo che Cesare assume un potere assoluto, un potere monarchico, egli si batte per far in modo che non avvenga questa svolta monarchica nella vita romana e quando viene assassinato (Bruto e Cassio) e Cicerone si felicita di questo. Successivamente con Marco Antonio l’accentramento del potere ormai è una cosa fatta. Cicerone si appoggia ad Ottaviano per cercare di buttare giù Marco Antonio ma questi due formano un’alleanza. Dal punto di vista politico Cicerone è uno sconfitto e infatti poi viene ucciso dai sicari, viene assassinato (viene tagliata la testa ed esposta pubblicamente a Roma, proprio una condanna della sua memoria).
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