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Riassunto pragmatica cognitiva Bara, Sintesi del corso di Psicologia Cognitiva

Riassunto pragmatica cognitiva Bara

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 08/01/2019

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alessandro-russo-4 🇮🇹

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Scarica Riassunto pragmatica cognitiva Bara e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Cognitiva solo su Docsity! Comunicazione: attività sociale che necessita di 2 agenti / Linguaggio è uno dei canali espressivi che usiamo per comunicare. Pragmatica cognitiva: studio degli stati mentali delle persone impegnate in un’attività comunicativa. Qualunque attività che avviene in mancanza di partner rimane privata. I ASSUNTO -> Il significato globale viene concordato tra i partecipanti, deve esserci rappresentazione mentale di ciò che accade-> tale struttura= gioco comportamentale (quello che gli agenti credono di stare facendo). II ASSUNTO-> perché si possa parlare di comunicazione gli agenti devono esplicitare la loro intenzione consapevole di partecipare./ Linguaggio collegato alla natura sociale dell’essere umano. Rapporto tra comunicazione, pensiero e linguaggio considerato come reciprocamente esaltantesi./ Messaggio preso in considerazione solo se va a contrastare l’entropia che cresce continuamente nel mondo(produce un cambiamento). Wiener, nota caratteristica comune a tutte le comunicazioni: informazione contrasta entropia diminuendo disordine naturale. Interazione sociale: 2 o + persone entrano in situazione di reciproco scambio per permettere che uno influenza l’altro e viceversa. Una modalità di interaz. soc. -> estrazione di info (filogenetica +antica). Indicatore: attributo sempre attivo che individuo esibisce. (fa parte del suo fenotipo, ex corna animale) Segno: paramento separato da organismo, a volte prodotto con preciso obbiettivo ma senza finalità comunicativa (ex nido uccello), nell’uomo segno è intrinsecamente ambiguo (dipende da come si interpreta). Segnale: atto comunicativo che individuo rivolge ad altri animali (attivo o no e comporta certo costo) (ex danza corteggiamento). II caso di estraz info= Teoria matematica della comunicazione (Shannon e Waver)-> misurare quantità info: bit (quantità necessaria per discriminare tra 2 alternative equiprobabili)./ Valore informativo varia da messaggio a messaggio e anche all’interno del messaggio valore no costante (legato a novità). Messaggio: campione estratto da insieme statistico di messaggi generabili. S. e W. Considerano un messaggio come modello distribuito nel tempo che contiene tanta + info quanto + è improbabile (notizie inattese). No applicare teor. matematica a comunicazione perché comunicaz umana è intrinsecamente qualitativa/ cruciale quanto info sia significativa per sistema in base ai suoi scopi soggettivi. Critica di Mantovani a teor. Mat. Che dice che comunicazione viene così concepita come trasporto messaggi lungo conduttura-> separazione astratta tra conoscenza e trasferimento. Trattando conoscenza come entità a parte messaggio diventa oggetto. La comunicazione umana è generata da tutte le persone che partecipano all’interazione e non esiste significato fuori da quello costruito all’interno della relazione. Bateson (migliore applicatore teor. Mat.)-> ottica ecologica: qualunque modello si può applicare a sistemi viventi e non. Elimina così intenzione. Comunicazione ostensiva: significato di un termine può essere chiarito con mezzi extralinguistici. Amplia concetto fino a renderlo equivalente a comunicazione non intenzionale. A Bateson interessava interazioni tra viventi e non viventi ma è così fuorviante. Così attribuisce intenzionalità a sistemi non viventi. Invece solo se si è in una situazione significativa dal punto di vista della relazione si può dire che l’agire diventa comunicativo. Infatti se togliessimo vincolo di intenzionalità da parte dell’attore, l’interlocutore potrebbe interpretare come vuole ogni atto. Comunicazione: solo se è presente reciproca intenzionalità./Significato naturale: significato che si può inferire dagli eventi del mondo. Unica intenzionalità è di colui che estrae le info. Nell’estrazione un agente influenza il proprio comportamento con gli stati mentali di un altro agente ma senza che vi sia intenzionalità di farlo. Comunicazione= attività congiunta di attore e partner che consapevolmente e intenzionalmente cooperano per costruire il senso della loro interazione. Attività comunicativa vede impegnati tutti gli agenti nella stessa misura costruendo insieme il senso. La misura dell’efficacia dell’interaz è data dal livello di soddisfazione che i partecipanti hanno dopo interazione rispetto a prima. Grice dice che “attraverso un dato comportamento qualcuno vuole dire che q se e solo se attraverso quel comportamento vuole indurre nell’ascoltatore la credenza che q”. Linguaggio è costantemente accompagnato da elementi extralinguistici che facilitano la comprensione. Nella comunicazione usuale linguistico, para ed extra si mescolano per raggiungere effetto desiderato. Atto comunicativo: qualunque azione, linguistica che extra, purché intesa come intesa come comunicativa e riconoscibile comunicativa dal partner. Paralinguistico: aspetto della comunicazione che modifica il significato in modo emozionale non consapevole (strutture tributarie al linguaggio)-> prosodia: struttura paralinguistica che determina tono, altezza, timbro ecc. Prosodia vi è anche nella comunicazione scritta (carta, inchiostro…). Permanenza di un atto comunicativo: il suo prolungarsi nel tempo oltre la sua durata di emissione. Impermanenza di un atto comunicativo: il suo limitarsi al tempo necessario per l’emissione. Pertinenza: Sperber e Wilson cercano di gettare le fondamenta dell’intera scienza cognitiva. Principio cognitivo: la cognizione umana tende ad essere correlata con la memorizzazione della pertinenza (le risorse cognitive tendono ad essere allocate per l’elaborazione degli input + pertinenti e disponibili) Principio comunicativo: ogni atto di comunicazione ostensiva comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale (un attore afferma implicitamente di aver qualcosa di pertinente da comunicare semplicemente comunicandolo). Ostensione: comportamento che manifesta l’intenzione di rendere qualcosa manifesto. Quindi assumiamo che gli uomini abbiano un sistema di regole logiche deduttive rappresentate direttamente nella mente. Teoria dei modelli mentali ha preso il sopravvento: uomini ragionano costruendo e manipolando modelli mentali che rappresentano stati del mondo soggettivamente rappresentati. Linguaggio parlato= verbale /Non verbale corrisponde altro (postura, tono, versi ecc.)- diversi problemi nel definirlo. Comunicazione linguistica: uso comunicativo di un sistema di simboli/ Extralinguistica: uso comunicativo di un insieme di simboli. Linguaggio composto da sintattica, semantica e pragmatica. Ogni componente è in parallelo con gli altri e ha bisogno degli altri. Sintassi: si occupa dei principi con cui le singole parole sono ordinate. Semantica: si occupa del significato che la frase veicola. Pragmatica: si occupa della comunicazione come davvero avviene. Nel linguaggio analizza l’uso effettivi che gli umani ne fanno. Si preoccupa di stabilire lo scopo per cui un certo enunciato è stato emesso. Il significato pragmatico può essere collegato a quello semantico come anche no. Frase: entità teorica definita all’interno della teoria della grammatica. Enunciato: proferimento di una frase in un certo contesto(pragmatica). Comunicazione extralinguistica: -filogeneticamente + antica/ -ontogeneticamente per prima disponibile nel bambino. L’agire extralinguistico sfuma fra 2 polarità: segnale simbolico e convenzionale<–>riflesso cerebrale e comportamentale (segnale). Segnale convenzionale: modo di agire culturalmente stabile, portatore di un significato autonomo(stretta di mano). Ha significato socialmente condiviso e sono determinati culturalmente. Segnale non convenzionale: azione inscritta nei circuiti cerebrali, legato al disegno genetico. Prima reazione scatti in modo automatico e seconda quando il significato viene compreso. Le modalità extra non conv sono spesso legate alle emozioni di base (interculturalmente riconoscibili) ma comunque influenzati dalla cultura. Extralinguistica non conv è la parte + distante dalla modalità di elaborazione linguistica. Ekman ha proposto alcuni indicatori non verbali di menzogna per adulti e bambini. Ci si può accorgere se qualcuno mente solo se lo si conosce bene. In qualunque momento i segnali non convenzionali possono diventare consapevoli entrando nella sfera comunicativa. LO stesso è per la comunicazione paralinguistica che normalmente inconscia e non intenzionale. Differenza tra linguistico ed extralinguistico è per il modo in cui vengono elaborati i dati Comunicazione linguistica definita un sistema di simboli= linguaggio è composizionale (costituito da unità componibili). Il significato è determinato dal significato di ognuno dei suoi componenti molecolari (il leopardo), sottocostituenti atomici (il, leopardo) e dalla struttura globale. Composizionalità determina certe caratteristiche del linguaggio: Sistematicità: capacità di comprendere e generare determinate frasi collegato a capacità di generare e comprenderne di altre. Produttività: competenza linguistica permette di generare e comprendere un numero infinito di significati lessicali. Possibilità di dislocazione: referenza spaziale e temporale può essere spazialmente e temporalmente diversa da quella in uso nel discorso (garantita da indicatori di referenza [ieri]). Il linguaggio dei segni appartiene alla comunicazione linguistica perché rispetta i 3 criteri essenziali, le aree cerebrali in uso nel linguaggio dei segni sono le stesse usate per il linguaggio nei parlanti Comunicazione extralinguistica considerata come uso comunicativo di insieme di simboli= non composizionale ma associativa. Differenze rispetto a linguaggio: Associabilità: ogni significato è indipendente e non è possibile alcuna struttura superordinata, è possibile costruire sequenza di simboli e il significato sarà dato per associazione semplice. Produttività illimitata teoricamente e irrealizzabile praticamente: vincoli di memoria e della potenza dei sistemi di apprendimento, comunicazione extra non possiede sistematicità e accrescimento repertorio extra molto ampio è impensabile per vincoli di praticità. Dislocazione limitata teoricamente e inutile praticamente: non è impossibile pensare alla costruzione sociale di un gesto che rimandi a significati dislocati ma non avrebbero senso nel repertorio (costo alto e nessun utilizzo). Qualunque espressione può essere elaborata con le due vie (ling e extra), esistono 2 tipi di input che si prestano ai due tipi di elaborazione (alcuni però ne privilegiano uno solo), vi è collaborazione tra le 2 vie. Se sono indipendenti-> 2 problemi: - relazione fra modalità comunicative e sviluppo del sistema uomo (risolta + avanti) - esistenza o meno di moduli comunicativi specifici.-> -> Fodor definisce modulo cognitivo: caratterizzato da tipo di elaborazione specifica per tipo di info/ innato/ hard wired (inscritto nei circuiti cerebrali)/ autonomo (non divide con altri moduli alcun processo)/ non funzionalmente scomponibile/ non accessibile alla coscienza. Shallice definisce sottosistema funzionale isolabile: è così se funziona indipendentemente dall’altro. -La sua funziona può essere incrementata o diminuita senza che ci sia effetto sulle funzioni dell’altro sistema (ling ed extra= 2 sistemi funzionali isolabili). -I processi centrali elaborano in modo diverso le info provenienti dai sistemi – ad un certo livello le info dei 2 sistemi diventano equivalenti dal punto di vista dell’elaboraz (quando deve essere ricostruita intenzione). -Attivazione sensoriale precede attribuzione di significato -Significato compreso influenza la neurofisiologia del sistema =Le info in arrivo dai 2 canali attivano diversamente i process centr ma poi simbolizzate vengono attivate in modo analogo. Comunic extra + elementare ed efficace sui significati base ma impone + conoscenza, memoria e inferenza Linguaggio (composizionale) semplifica la comunicazione= importante conquista. Origini approccio pragmatico nella filosofia del linguaggio (Austin e Wittgnestein). Witt. contribuì alla diffusione della tesi verificazionista (ogni frase che non potesse essere verificata, attribuibile valore di verità, era priva di significato). Porta con se irresolubili problemi logici= + importante: -> differenza tra significato di una frase e procedura attraverso la quale si possono controllare se le sue condizioni di verità sono verificate (cose soggettive e personaggi letterari). Difficolta come questa indebolirono la tesi verific. a favore di una meno rigida. Filosofi del linguaggio si concentrano sull’uso quotidiano dello uso delle parole. completo logicamente di regole di inferenza, ma si deve presupporre che un soggetto esegue inferenze che è capace di fare. Ora soggetti possono credere in uno stato di cose ma non derivarne conseguenze logiche. Bara, Bucciarelli e Lombardo dicono che gli umani possiedono competenza deduttiva sulla capacità di rappresentarsi le situazioni con modelli mentali. Pensiero= serie di procedure che costruiscono e modificano tali modelli. Secondo problema è che i sistemi di credenze umani a volte ammettono contraddizioni locali-> fallimento dice che ogni approccio logico porta a postulare persone con competenza innaturale nel derivare le conseguenze delle proprie credenze. Ci sono 3 tipi di credenze: individuale, comune e condivisa. Individuale: (agenti credono una certa cosa o credono che altri credono ma i maniere autonoma e scollegata da altri) Comune: ( tutti gli agenti hanno la stessa credenza comune). Clark parla di terreno comune inteso come la somma di conoscenze, credenze e supposizioni che le persone hanno in comune in base al quale possiamo identificare comunità culturali. Non è sufficiente che gli agenti abbiano credenza comune ma si deve avere anche consapevolezza che anche gli altri hanno la credenza comune. Condivisa: credenza che è comune a tutti ma che tutti sono consapevoli che è comune. È soggettiva, nessuno è mai certo se un’altra persona ha una certa conoscenza Bara, Airenti e Colombetti pensano che credenza e credenza condivisa siano due primitive correlate (credenza condivisa è primitiva perché sin da bambini gestiscono con facilità le info condivise). • Coscienza e Conoscenza: Freud pensava che inconscio fosse una sorta di acqua profonda dove sono immerse conoscenze inaccessibili. Per la scienza cognitiva la consapevolezza di qualcosa viene costruita, non si può rendere conscio ciò che era inconscio senza modificarlo. In termini cognitivi il passaggio da conscio a inconscio modifica il contenuto conoscitivo. Esistono 2 modi di rappresentare conoscenza: Conoscenza esplicita: è una teoria del mondo concepita come insieme di entità concettuali che descrivono classi di oggetti, relazioni, processi, regole. Rappresenta ciò che una persona sa di sapere sul mondo, è conoscenza consapevole, esprimibile linguisticamente. Conoscenza tacita: conoscenza che un sistema possiede e che gli permette di interagire efficacemente con il mondo. Modo standard di rappresentarla è con le regole di produzione. La parte trasparente corrisponde alle immagini e produzioni che traducono in termini procedurali conoscenze esplicite. La maggior parte è costituita da procedure opache che sono fuori dalla consapevolezza (operano inconsciamente). Conoscenza tacita sovrapponibile a concetto di conoscenza procedurale. Relazione tra tacita ed esplicita corrisponde a rapporto tra vissuto e simbolizzato. Intenzionalità ha 2 significati: direzionalità (azioni stati mentali possiedono un focus)/ deliberazione (un azione o uno stato mentale può comprendere un nucleo che è stato scelto). Le nostre azioni hanno sempre una serie di conseguenze, alcune desiderabili altre accettate come inevitabilmente legate all’obbiettivo ma per noi sono negative. La nozione + limpida è quella di azione pienamente intenzionale (soggetto vuole raggiungere det obbiettivo). Il fatto che un intenzione sia deliberata corrisponde al poter generare un piano d’azione corrispondente alla meta. • Intenzione stabile: stabilità nel tempo di un’intenzione, necessariamente deliberativa, sottende al disegno dei piani d’azione • Intenzione in azione: simile a un riflesso del pensiero, attiva le mete e sottomete specifiche per raggiungere l’obbiettivo, automatica e non deliberativa Forse esiste anche un intenzione inconscia (spesso sono gli estranei ad accorgersi dei desideri che una persona nega a se stessa). Nemiah e Sifneos coniano il termine alessitimia (incapacità di parlare delle proprie emozioni). Un intenzione inconscia non può generare un’azione deliberata perché sarebbe subito riconosciuta esplicitamente. Ci può essere un intenzionalità conscia non deliberata che opera come un parassita. Intenzione conscia genera l’azione, inconscia contribuisce al corso d’azione in maniera opportunistica. Se intenzione inconscia precede conscia, la prima facilità la costruzione di un piano d’azione relativo a una meta conscia. Se meta conscia è congruente a inconscia, l’ultima diventa un facilitatore. Se meta inconscia è opposta a conscia, ostacolandola si manifesta. Se l’intenzione in azione è inconscia, agisce come un modificatore dell’azione per conformarsi ad un’intenzione conscia. Unico modo per rendersi soggettivamente conto di un desiderio conscio è attraverso comportamento. Se l’azione che il desiderio inconscio sta sfruttando non viene eseguita, l’intenzione si perde. Il desidero inconscio è una ricostruzione a posteriori utile per spiegare in modo esauriente il comportamento passato. Comportamenti stereotipati (ansia diffusa): c’è coscienza, ma non intenzionalità. Il comportamento è influenzato da stati mentali al di là da volontà del desiderio individuale. Fenomeni non intenzionali e non coscienti: si tratta di stati neurali. Attività neuronale è al di fuori dalla dimensione sia intenzionale che cosciente. Intenzione comunicativa: intenzione di comunicare qualcosa + intenzione che la stessa intenzione di comunicare quel qualcosa sia riconosciuta in quanto tale. Rendere qualcosa condiviso non significa necessariamente averlo comunicato. Strawson evidenzia che per parlare di aperta comunicazione non è sufficiente l’intenzione di secondo ordine (intenzione che l’intenzione sia riconosciuta come tale) ma è necessario intenzione di 3 ordine. Ma Airenti, bara e Colombetti mostrano che un intenzione ennesima è richiesta nella comunicazione ma l’attrice non potrebbe possedere l’intenzione n+1. 2 alternative: o si postula infinita gerarchia o si fornisce definizione circolare di comunicazione. Intenzione comunicativa è una primitiva della pragmatica (come credenza condivisa), quindi implica ma non è riducibile a numero infinito di intenzioni. Atto comunicativo deliberato e conscio: • Comunicazione: comunic vera e propria che ha intenzionalità e coscienza; perché intenzionalità comunicativa abbia successo: contenuto specifico compreso e riconosciuta intenzione di comunicare il suddetto contenuto Atto comunicativo intenzionale, non deliberato e conscio: • Sequenza di parole o gesti: una persona è consapevole di ciò che dice ma non struttura le frasi in anticipo, le genera al momento con la sequenza di parole che si compongono spontaneamente. • Effetti intesi apertamente: fino a che punto si possono considerare mutualmente intesi gli effetti, gli effetti degli effetti ecc..? La soluzione può essere quella di un gradiente di espressività mutualmente intesa, intesi pure gli effetti primi e immediati delle azioni o stati del mondo • Effetti intesi non apertamente: contenuto proposizionale che corrisponde ad uno stato mentale di A in cui intenzionalità comunicativa non sia deliberata, veicolato attraverso un altro atto comunicativo Atto comunicativo intenzionale, deliberato e inconscio: • Caso impossibile: le intenzioni comunicative hanno un vincolo particolare cioè sono sempre consce. Atto comunicativo intenzionale, non deliberato e inconscio: • Lapsus: intenzioni che si rendono evidenti solo quando modificano il comportamento in modo incongruo; dovuto a pulsioni esterne al discorso • Effetti paralinguistici: dovrebbero essere considerati come fluttuanti tra coscienza e non-coscienza; gli agenti non sono consapevoli del tono di voce e del tipo di gestualità, però posso facilmente diventarne coscienti; sono intermedi al livello di coscienza Azioni e modi di essere non intenzionalmente comunicativi: • Estrazione di informazioni: se non c’è intenzionalità vi è estraz di info; si tratta di attribuire significato ad azioni di altri (disturbo paranoideo consiste nell’attribuire da parte del soggetto a qualunque azione altrui un significato di comunicazione a lui diretta- confusione tra estraz di info e comunicazione) Piani d’azione: insieme gerarchico di mete associate ad azioni eseguendo le quali le mete vengono raggiunte. Un piano è analizzabile a diversi livelli di dettaglio, a seconda del livello cambieranno i passi esplicitati. Costruire un piano è cognitivamente faticoso (esseri umani ne usano di già pronti= garantendo realizzabilità). Un piano strutturato è spesso socialmente condiviso da tutte le persone di una det cultura (immediatamente comprensibili). • Piano individuale: riguarda esclusivamente il pianificatore (scrivere libro) • Piano interpersonale: comprende azioni che devono essere eseguite non solo dal pianificatore ma da uno o + partner. Concetto di script (sequenza stereotipata di azioni), si basa sul frame./ alternativa è quella dei piani condivisi (processo collaborativo fra due persone dove un agente sa che farà la sua parte e farà la sua parte solo se l’altro farà lo stesso), non presume lista di azioni fisse ma è continuamente negoziato dagli agenti Piano d’azione e cooperazione contribuiscono a definire chi è una persona in rapporto con gli altri, ogni volta che azione di un attore si incrocia con altri, l’attore deve riconoscere ruolo di altri ma anche farsi riconoscere (segnalando il comportamento appropriato nei nostri confronti. Wittgenstein introdusse l’idea che l’intero processo dell’uso delle parole possa essere visto come un gioco con nozione di gioco linguistico. La parola gioco fa capire che il linguaggio fa pare di un modo di vivere. Idea di preoccuparsi dell’uso del linguaggio è rivoluzionaria. La sua potenza impedisce di distinguere: gioco come regolatore dell’interazione (gioco comportamentale) e gioco come regolatore della struttura del linguaggio (gioco conversazionale). Le regole di un gioco specificano quando è appropriato per un giocatore porre una domanda, dare una risposta ecc. gioco importante perché vi si imparano le regole del gruppo e si mettono alla prova le proprie abilità. Nella conversazione vi sono 2 aspetti: competenza comunicativa (caratteristica generale della mente umana) e schemi stereotipati di interazione (caratteristici di una specifica cultura). Per cooperare al livello conversazionale gli agenti devono condividere il gioco comportamentale (mutua conoscenza utile per raggiungere cooperazione conversazionale). I giochi comportamentali sono la struttura attraverso la quale sono coordinate le azioni interpersonali e che gli attori usano per scegliere il significato effettivo di un enunciato fra molti possibili. Perché 2 attori cooperino è necessario che cooperino sulla base di un piano almeno parzialmente condiviso. Gioco comportamentale fra x e y: un piano d’azione condiviso tra x e y. I piani possono essere visti come alberi di intenzioni. Vi sono anche le condizioni di validità che specificano le condizioni in cui il gioco può essere giocato. I suoi elementi essenziali son il tempo e il luogo o anche altre caratteristiche particolari. Un gioco è giocabile solo se la relazione fra i partecipanti lo permette . La relazione è l’insieme dei giochi comportamentali giocabili tra 2 persone. Ciascun agente ha del gioco una visione soggettiva e tutto è basato sulla nozione di conoscenza condivisa (soggettiva). Dare ai giochi una struttura di conoscenza di tipo dichiarativo implica che di essi si può parlare ma non è obbligatorio che gli attori siano consapevoli della struttura di un gioco. Queste strutture sono comunque strutture socialmente ubiquitarie. Vi sono 3 tipi fi giochi: • Giochi culturali (comuni a intera cultura): vale anche per 2 persone ma + il gioco è diffuso + si avvicina ad una norma sociale. Alcuni studi di pragmatica interculturale e contrastiva mostrano che la cultura influenza le diverse possibilità di relazione di una pragmatica delle interazioni portando al superamento di una pretesa di universalità. Sono legati al tempo di vita della cultura stessa; il terreno comune fra le persone consiste in gran parte di un repertorio che sta nella mente degli individui perché vi è messo dalle comunità; la classe sociale è rilevante. • Giochi di gruppo: gioco condiviso da una cerchia + o - ristretta di persone che usualmente hanno condiviso l’esperienza di strutturazione del gioco stesso; i giochi di gruppo possono essere insegnati esplicitamente ma spesso vengono appresi per imitazione senza consapevolezza. • Giochi di coppia: costituiti da 2 persone e sono validi solo per loro; le coppie personalizzano sia i giochi culturali che i quelli di gruppo Probabilmente esistono schemi universali comuni a tutti gli uomini ma per esser tali devono essere determinati geneticamente quindi esulano dalla definizione di gioco come qualcosa che si apprende (innato no gioco comportamentale). Un gioco viene giocato se si verificano 2 condizioni: gioco sia giocabile e che attorie sia interessato a giocarlo. In caso di agente unico l’intenzione non da problemi, ma è + complicato perché l’intenzione si deve misurare come le altre intenzioni attive nel sistema e una gerarchia di priorità deve essere mantenuta altrimenti il fluire del comportamento globale verrebbe continuamente disturbato e interrotto da una volizione infantile. Le condizioni di validità ricadono in 3 categorie: • Tempo: i giochi comportamentali non sono attuabili in qualsiasi momento ma solo in determinati periodi; in altri casi le condizioni sono meno rigide; infine ci sono giochi che non prevedono alcun vincolo temporale • Luogo: giochi prevedono una situazione di attivazione; Austin dice che circostanze inappropriate rendono infelice l’esecuzione di un enunciato performativo (completa procedura performativa= gioco comportamentale/ singolo enunciato= mossa del gioco); gioco che non corrisponde a procedura performativa avrà vincoli meno rigidi di luogo (ma luogo preferenziale resta importante). Spesso si trova la compresenza di vincoli di tempo e luogo, tipicamente i giochi professionali hanno condizioni di validità complesse. Vi possono essere altre condizioni legate ad aspetti particolari del gioco stesso. Dopo condizioni di validità un gioco deve essere contrattato cioè proposto e accettato da tutti coloro che vi partecipano. • Apertura: può consistere in un atto espressivo (atto comunicativo che menzioni il gioco) o nell’esecuzione di un atto comportamentale, è possibile proporre il gioco con una mossa che utilizzi un atto linguistico indiretto (riferirsi al desiderio); il gioco poi rimane attivo fino a che non avvenga una chiusura formale; in un gioco rigidamente formale la chiusura del gioco è oggetto di contrattazione. • Mossa: un gioco comportamentale specifica le mosse che lo costituiscono + dettagliatamente possibile; si tratta di concordare fra i partecipanti se una specifica mossa può essere ritenuta valida; alcuni giochi (idiosincratici o istituzionali) possono richiedere l’esecuzione di una specifica mossa descrivendo la procedura sino al minimo dettaglio. L’attore che si ritira da un gioco è soggetto ad una sanzione sociale. Con rottura di un gioco si intende che un attore inizia un gioco ritirandosi quando è il suo turno di fare una mossa. Se un attore è costretto ad entrar i gioco non ci si può aspettare che poi lo rispetti, in altri casi è il gruppo sociale a penalizzare l’individuo. Vi possono essere giochi rigidi con contratti costrittivi concedendo poca liberta all’interpretazione. Ma ci sono anche giochi elastici che sono flessibili e aperti lasciando libertà agli attori purché rispettino lo spirito del gioco. Nulla però rende un gioco migliore di un altro e le scelte personali non vanno confuse con il benessere dell’umanità. Il gruppo non perdona quando a rompere il gioco è il garante stesso, alla normale penalizzazione si aggiunge quella del gruppo che non tollera debolezze, non rispettare il gioco in cui si è impegnati è segno di non cooperazione. Non essere considerati affidabili è l’essenza della penalizzazione sociale. Fallimento: situazione dove un attore non è capace di eseguire ma un gioco: • Fallimento di esecuzione • Fallimento di conoscenza: quando l’attore non sa cosa ci si attende da lui ed esegue una mossa sbagliata o fuori luogo. Perché 2 persone possano giocare un gioco, la prima questione è se la loro relazione sia tale da permettere loro di interagire attraverso quel gioco. La relazione fra 2 persone è definita dal tipo di gioco che mutualmente riconoscono come giocabili (culturali per tutti coloro che condividono stessa cultura/ gruppo per coloro che appartengono allo stesso gruppo). L’insieme dei gruppi di appartenenza e la relazione tra 2 individui definisce quali giochi sono giocabili. Non si può sapere con certezza se il partner desidera giocare quel gioco e solo una simulazione dell’altro permette ad un agente di stabilire cosa fare. La relazione può essere dinamica (caratteristica di soggettività) e statica (considerata oggettiva). Relazione diventa generatrice di vincoli e possibilità. Bateson evidenzia che ciascuna comunicazione avviene su 2 livelli: • Uno su cui viaggia il contenuto informativo specifico • Uno su cui viaggia un messaggio relazionale La parte non verbale è deputata a convogliare la componente relazionale del messaggio. Le caratteristiche paralinguistiche chiariscono la connotazione della relazione. La relazione è uno degli elementi primari che vengono presi in considerazione per stabilire se un gioco è accettabile o meno. Quando si danno situazioni in cui non c’è cooperazione vi sono le situazioni non cooperative. In queste situazioni il linguaggio non è l’elemento determinante. Una possibilità è che gli attori non abbiano uno schema comune di comportamento a cui riferirsi uscendo dai binari usuale dei giochi culturali. Ma anche rimanendo entro la propria tradizione culturale è sufficiente cambiare l’ambiente sociale di riferimento uscendo dai giochi sociali usuali. Non ci si potrà rivolgere a nessun gioco specifico condiviso quando si tenti il passaggio dai riti superficiali ad uno con una conoscenza + approfondita. la seconda si riferisce al fatto che atti linguistici apparentemente indiretti possono talvolta essere utilizzati come indiretti Le forme idiomatiche non hanno alcuna possibilità di fermarsi su un significato letterale. 2. Per Searle il problema è come sia possibile per il parlante dire una cosa e intendere quella e al contempo voler dire anche qualcos’altro-> idea di base che ascoltatore effettui una catena di inferenze che lo portino a ritrovare lo scopo primario del parlante. Ciò che è poco convincente è l’assunto che la comprensione di un indiretto debba discendere dal fallimento dell’interpretazione letterale della forza illocutoria. Secondo punto critico è riflessione evolutiva: bambini padroneggiano forme indirette a 3 anni. 3. Per Gazdar le frasi non hanno forza letterale, se è così non si distingue più tra atti illocutori indiretti e diretti. La comprensione di qualunque atto linguistico è affidata a come la forza di un atto viene espressa attraverso le frasi che lo realizzano nel contesto (teoria per spiegare i fenomeni generali della pragmatica) 4. Lo psicologo Gibbs ha ripreso qualcosa da ogni teoria. Egli preferisce parlare di indiretti convenzionali (contesto permette all’ascoltatore di comprendere immediatamente il significato) e indiretti non convenzionali (quando è necessario per l’ascoltatore effettuare una serie di inferenze per raggiungere il significato del parlante. I convenzionali sono basati su ipotesi dell’ostacolo: parlante tende a formulare un enunciato che riguardi il maggiore ostacolo che l’ascoltatore può incontrare. In pragmatica cognitiva il problema di riconoscere gli atti linguistici non c’è perché non viene utilizzata alcuna nozione primitiva di atto illocutorio non letterale. Punto chiave è riconoscere apertura comportamentale, poi identificato il gioco inferire quale sia la mossa che l’attore richiede. Problema è il grado di complessità della catena che collega l’atto espressivo all’apertura comportamentale. Possiamo distinguere: • Indiretti semplici: rimandano direttamente l’interlocutore al gioco di cui l’enunciato rappresenta una mossa • Indiretti complessi: quelli per i quali è necessario che l’interlocutore effettui una serie di inferenze. Idea è che significato letterale sia sempre necessario come punto di partenza ma non sia mai sufficiente. Pertinenti alla comunicazione solo gli effetti sul partner che siano stati intesi e apertamente comunicati dall’attore. Effetto comunicativo: insieme di tutti gli stati mentali acquisiti o modificati in conseguenza delle intenzioni comunicative espresse dall’attore. Condizione ulteriore è che questi stati mentali siano effettivamente causati dall’intenzione comunicativa. Non è un compito di riconoscimento perché il raggiungimento dell’effetto comunicativo si basa su conoscenze private e motivazioni individuali. Una conseguenza è che l’attore per massimizzare le chance che l’effetto comunicativo abbia successo deve basarsi su un modello del partner (+preciso +effetto comunicativo aumenta). Al punto di transizione dal significato del parlante all’effetto comunicativo la catena inferenziale lascia lo spazio delle credenze condivise per entrare nel dominio degli stati mentali privati. Effetto comunicativo può essere descritto con il seguente schema generale: 1. Input: insieme delle intenzioni comunicative dell’attore riconosciute dal partner 2. Output: insieme degli stati mentali del partner collegati ai tipi di intenzioni comunicative dell’attore 3. Il processo è una catena inferenziale resa possibile da condizioni collaterali che possono essere stabilite dal partner Nel processo di attribuzione il partner inferisce quelli che sono gli stati mentali dell’attore/ Nel processo di aggiustamento gli stati mentali del partner relativi al dominio del discorso possono modificarsi in conseguenza dell’enunciato. Queste modifiche avvengono sulla base di intenzioni comunicative riconosciute. Il processo di aggiustamento si basa 3 sottocompiti: 1. Intenzione comunicativa di giocare un gioco comportamentale: il partner può usare una motivazione o un’azione derivata. Con motivazione si applica nella situazione in cui la persona è disponibile a giocare un gioco specifico; il gioco deve essere già stato concordato; il partner deve possedere le credenze private: attore intenda giocare veramente il gioco/ gioco è valido/ sia attore che partner possono giocare i loro ruoli. 2. Intenzione comunicativa che il partner esegua un’azione: caso normale corrisponde alla situazione in cui il partner non ha né motivazione né intenzione derivata da un piano privato. L’esecuzione dell’azione va rapportata alla decisione di partecipare ad un tipo di gioco di cortesia. È la decisone di giocare il gioco proposto che genera l’intenzione di eseguire l’azione richiesta. 3. Intenzione comunicativa che il partner condivida una credenza: non sorgono problemi se il partner possedeva già quella credenza, in caso contrario il metalivello conversazionale richieda che il partner decida se aderirvi o meno. Le ragioni che il partner può avere di credere ad un fatto rientrano in 2 categorie: affidabilità della fonte di informazione / evidenza a favore. ■ Affidabilità basata su 2 aspetti: sincerità (che il partner attribuisce all’attrice la credenza che questa intende comunicativamente condividere con lui) e attendibilità. ■ Evidenza a favore fornita dall’attrice ha ruolo di indurre il partner ad eseguire un azione. Ma è evidenza indipendente dal contesto a essere importante Nel modello di effetto comunicativo di Bara ecc. 6 concetti sono importanti, 4 si riferiscono all’attribuzione di uno stato mentale all’attrice: • Correttezza • Motivazione • Possesso di un piano • Sincerità Altri 2 concetti entrano nel processo di aggiustamento: • Capacità • Attendibilità C’è differenza tra i primi 3 e i secondi 3 per quanto riguarda i rispettivi ruoli logici. Le capacità dell’attrice sono prese in considerazione nella valutazione della sua proposta di gioco ma non son sufficienti per motivare il partner a giocare. Al contrario correttezza, sincerità e attendibilità sono sufficienti a garantire gli effetti associati. La rappresentazione dei giochi comportamentali condivisa dagli agenti è ad un livello di astrazione che non specifica normalmente tutti i dettagli delle azioni concrete implicate nelle mosse. Inoltre gli stati mentali legati alla rappresentazione dei giochi sono soggettivi. Fraintendimenti di giochi non possono avvenire sei il gioco proposto e quello compreso sono compatibili (condividono alcune mosse ad un det livello di dettaglio) quindi se i due giochi sono identici al livello in cui sono messi in atto il fraintendimento emerge in caso di rottura dell’interazione. Le mosse compatibili con + di 1 gioco possono contenere il rischio di fallimento comunicativo, e può succedere anche che uno dei due agenti è consapevole dell’ambiguità e l’altro no. Non si può uscire senza perdite di faccia esplicitando tutto. Un’interazione morbida è quella in cui nessun agente è posto in condizione di agire o ricevere un esplicito rifiuto. La fase di reazione deve produrre un interazione comunicativa che rappresenta l’input della fase di generazione della risposta; deve includere info per l’attore riguardo agli effetti sulla mente del partner. La rilevanza del gioco conversazionale emerge quando il partner non ha alcun obbiettivo comportamentale da raggiungere, in questo caso il gioco conversazionale richiede che sia generata l’intenzione comunicativa di informare l’attore intorno all’effetto comunicativo. Le intenzioni comunicative prodotte nella reazione risultano dall’integrazione tra effetto comunicativo e giochi comportamentali. La fase di risposta ha in input le intenzioni comunicative prodotte nella fase di reazione genera una rappresentazione che deve essere tradotta nella risposta effettiva. In caso di risposta puramente linguistica tale rappresentazione descrive la forma dell’atto espressivo in termini di interlocutore A, contenuto proposizionale p e forza illocutoria letterale f. Costituita d a 2 processi: 1. Pianificazione dell’espressioni di alcuni stati mentali: sorta di pianificazione specializzata; assumo esistenza di capacità di trasformare un intenzione comunicativa nell’espressione di uno stato mentale 2. Realizzazione di tali espressioni di stati mentali attraverso la rappresentazione di comportamenti linguistici ed extralinguistici Entrambi devono rispettare i vincoli imposti dal gioco comportamentale. A volte è necessaria via + complessa. In tal caso la generazione di una risposta si può basare su un’effettiva simulazione dei processi di comprensione dell’attore ma deve tenere in considerazione gli specifici stili cognitivi ed emotivi della persona con cui interagisce. Generazione enunciati: il partner deve prendere posizione riguardo alle intenzioni comunicative dell’attore e deve anche esprimere la su reazione in termini compatibili von le regole della conversazione. Dicotomia preferenziale/meno preferenziale si riferisce a quanto una data risposta è considerata socialmente preferibile. Accettazioni/consenso sono azioni preferenziali e rifiuti/dissenso sono meno preferenziali. Le strategie conversazionali tese ad attutire l’impatto delle risposte meno preferenziali sono: • Ritardo: dilatazione in vari modi (pause, pre-sequenze introduttive o sequenze alternative) • Indicazione di azione meno preferita: azione introdotta marcandola come meno preferita attraverso segnali non verbali, indicazioni paralinguistiche • Atti linguistici indiretti o equivalenti: azione meno preferita è eseguita in forma diretta o comunque ammorbidita per evitare incontri espliciti (non credo di poterlo fare) • Giustificazione: ragioni che hanno portato alla scelta dell’azione meno preferita sono fornite dando spiegazioni a riguardo. Motivazione: generatore di intenzioni, meccanismo attivato da una serie di condizioni essenziali che generale le adeguate intenzioni. È una struttura a soglia per cui non è necessario che tutte le precondizioni sono presenti (sufficiente che quelle attive abbiano abbastanza intensità da raggiungere la soglia minima di attivazione). All’interno del contesto della comunicazione le intenzioni interessanti sono quelle di partecipare ad un gioco. In un gioco a 2, in uno dei due deve scattare un’autonoma motivazione che attivi l’intenzione di giocare-> poi l’intenzione generata dovrà vincere una competizione con le altre attive nel sistema. Per chiarire i meccanismi della motivazione viene incontro la teoria dei desiderio. Essi sono il vero motore dell’agire umano. Tutti i desideri si reggono su una serie di credenze. I desideri che possono far scattare le motivazioni a giocare possono riferirsi a qualunque aspetto del gioco. L’intenzione attiva di partecipare al gioco è generata una volta che tutte le precondizioni necessarie sono verificate. La mancanza anche di una sola condizione impedisce che l’intenzione venga generata. L’intenzione generata è relativa solo al gioco G che al proponente A; l’importanza relativa dei due fattori non è costante: ci sono casi in cui B è + interessato al gioco e quindi è secondaria la specifica persona del partner. Ci sono casi di giochi che è interessante giocare solo con un determinato partner. Il vero nodo per uscire dalle semplificazioni del default consistono nella quarta condizione, relativa alla compatibilità fra lo stato interno e la sua disponibilità a partecipare ad un det gioco. Ci sono una serie di casi che escono dalla normalità di situazioni standard: • Interazione non espressiva: uso di un enunciato senza che ci sia intenzione di esprimere lo stato mentale associato • Sfruttamento: uso particolare di una regola per ottenere un effetto comunicativo diverso quello normalmente associatovi • Fallimento: mancato raggiungimento dell’effetto comunicativo • Inganno: tentativo di comunicare uno stato mentale non effettivamente posseduto; attore usa falsa condivisione per raggiungere i propri obiettivi privati Un distacco dalla catena inferenziale standard può avvenire per diverse ragioni: voluto dall’attore/accade senza che lo abbia inteso. Distacco intenzionale implica che l’attore intendeva proporre una forma di sfruttamento o interazione non espressiva. In alternativa vi è fallimento, o perché partner non segue catena inferenziale o la segue quando non dovrebbe. È il gioco conversazionale s regolare le 5 fasi- opera un metalivello che garantisce che tutte le inferenze possano succedersi senza blocchi. Se una fase non porta a termine i suoi compiti interviene il metalivello che specifica cosa deve essere fatto. Processo comunicativo non standard: processo che ricorre a inferenze di tipo classico. Ogni situazione trova posto nello schema di comprensione (pag. 9): • Nella prima fase (comprensione atto comunicativo) vi è interazione non espressiva • Nella seconda fase (comprensione del significato inteso) tutte le inferenze non standard sono casi di sfruttamento • Nella terza fase (effetto comunicativo) vi sono gli inganni Distinzione tra indiretti semplici e complessi: • Atto comunicativo semplice: quello in cui il passaggio da enunciato a gioco comportamentale può essere considerato una mossa immediata (unico passaggio). • Atto comunicativo complesso: quello in cui il passaggio da enunciato a gioco comportamentale di cui enunciato è considerato mossa richieda una catena inferenziale di lunghezza variabile. Interazione non espressiva: In fase di comprensione, le regole permettono di attribuire un det significato all’enunciato. L’uso di regole è giustificato dall’assunzione che un atto comunicativo condiviso sarà considerato espressivo. Se no per assumere che l’attore non stia esprimendo un proprio stato mentale deve essere condiviso che l’interazione stia realizzandosi in un contesto non standard. Sfruttamento: Nella fase di comprensione, il compito del parlante è quello di ricostruire le intenzioni comunicative dell’attore e partir dall’atto comunicativo riconosciuto. Il termine sfruttamento viene coniato da Grice e indica che si possono sfruttare le regole del modello per guidare il dialogo su un cammino non standard. I casi più frequenti sono 2: ironia (enunciato viene considerato con significato opposto dal contenuto letterale) e situazioni come se (contesti in cui viene eseguito uno scambio comunicatovi). Ironia: Avviene quando un enunciato dice esattamente l’opposto di quanto è stato affermato letteralmente-> blocca regola che stabilisce, nello spazio di credenze condivis, se l’attrice esprime una credenza allora per default intende comunicare che tale credenza sarà condivisa da lei e dal partner. A volta si aiuta partner a riconoscere attraverso elementi paralinguistici. Perché si dia ironia l’enunciato deve essere divertente o almeno non malevolo. Un intenzione ironica non influenza la sequenza del concatenamento di regole ma solo il modo in cui vengono usate. Per Grice l’ironia è dire una cosa (p) e intendere l’opposto (non-p). E’ stata criticata sulla base di 2 considerazioni: • Prima ipotesi di Sperber e Wilson che chiarirono che ci sono affermazioni ironiche che non affermano semplicemente il contrario; per loro ironia è interpretazione ecoica (enunciato ecoico: che evoca il pensiero, l’atteggiamento di qualcuno che non è il parlante) • Seconda obiezione di Morgan che dice che non si spiega perché un significato p debba essere interpretato come quasi p e non bugia; considera ironia come finzione trasparente: parlante dice qualcosa, facendo finta di credervi ma allo stesso tempo rende ovvio che è una finzione. Talvolta il parlante dice p per intendere non p e talvolta evoca un pensiero che non è il suo per evidenziare lati negativo. Enunciato ironico costruisce uno scenario possibile sullo sfondo del quale farà spicco l’elemento di alterità (per contrasto). L’unico mezzo per distinguere un enunciato ironico da uno serio è sapere qual è la conoscenza che l’attrice considera condivisa con il partner. Se ciò che l’attrice pensa sia condivisa non lo è, ironia non è colta. Ma dato che è enormemente differente il tipo di conoscenza condivisa fra tutti gli esseri umani, viene interpretato in base al contesto. • Ironia semplice: interlocutore può cogliere il significato inteso dal parlante immediatamente passando da enunciato a gioco comportamentale • Ironia complessa: interlocutore per cogliere il significato inteso dal parlante deve effettuare una serie di inferenz. Punto di vista evolutivo fatto che ironia possa essere colta sollo su base di conoscenza condivisa dovrebbe renderla incomprensibile ai bambini sotto 4 anni (non in grado di distinguere fra credenza loro e credenza altrui). Situazioni come-se Sono le situazioni in cui gli agenti si comportano come se le reciproche intenzioni comunicative fossero quelle espresse (mentre è condiviso che non lo sono- simulazione sociale). Per Stalkner se in un contesto normale un parlante usa un enunciato che richiede una presupposizione allora agisce come-se desse per scontata la validità della presupposizione. Il punto è che vi è la possibilità per gli agenti di condividere il fatto che stiano agendo in un modo come-se a causa di un comune obbiettivo conversazionale. Per la pragmatica cognitiva l’inganno è una consapevole violazione di un gioco comportamentale condiviso. Dal punto di vista delle risorse cognitive la diffiicoltà dell’inganno consiste nel mantenere sempre attive nello spazio attenzionale sia la credenza non-p che quella data per condivisa p (questo riguarda la relazione fra gli stati mentali comunicati e quelli che l’attrice possiede privatamente). Se nei giochii conversazionali l’accordo fra stati mentali privati ed espressi non è richiesto, in quelli comportamentali è diverso: • Giochi regolari: agenti si impegnao reciprocamente alla sincerità e alla correttezza; + frequenti; qualunque atto comunicativo non sincero o non corretto rompe il gioco e va considerato come un inganno. • Giochi irregolari: gli agenti non sono reciprocamente impegnati alla sincerità e correttezza; gli stati mentali effettivi sono rilevanti ma sono ammesse discrepanze fra stati mentali privati ed espressi (non contano come veri e propri inganni). Non è tutto lecito: gli agenti devo segnalare quando stanno entrando nel gioco irregolare e quando ne stanno uscendo. La relazione impone che gli agenti siano sinceri e corretti tranne quando sono consapevoli che tale assunto è sospeso. • Giochi di facciata: la concordanza fra stati mentali privati ed espressi è irrilevante er un mutuo consenso; coprono le situazioni come se in cui sincerità e correttezza sono irrilevanti; non si da inganno; quando sorge un problema è perché uno degli interlocutori considera regolare un gioco che l’altro ritiene di facciata Inganno da punto di vista evolutivo Perner sostiene che consisite nel tentativo di un attore di manipolare gli stati mentali del partner per spingerlo a fare qualcosa di favorevole a lui. Chiama bugie primitive le interazioni comunicative dove il bambino cerca di negare qualcosa per evitare una conseguenza spiacevole; non sono inganni volti a manipolare credenze altrui. Mitchell sostiene che non tutti gli atti che hanno l’effetto di ingannare qualcuno sono inganni effettivi; solo quegli atti che sono basati sulla comprensione delle credenze altrui e pianificati per uno scopop sono un inganno genuino. Leekman sostiene che a un primo livello è possibile avere l’intenzione di mentir senza avere intenzione di manipolare credenze altrui; sostiene che solo successivamente i bambini imparano strategie di inganno + complesse. Dividiamo in: • Inganni semplici: emissione di un enunciato (p) che sia in contrapposizione con qualcosa (non-p) che permette al partner di risalire al gioco che attore desidera nascondergli. • Inganni complessi: proferire atto comunicativo q, che implica una credenza (p) che guida il partner verso una mossa o un gioco diversi da quelli cui arriverebbe se avesse accesso alla credenza privata di A + Complicato è inganno, maggiore è la pianificazione richiesta. Per riuscire un inganno non deve essere scoperto dal partner, se scopre un tentativo di inganngarlo può sceglierlo di -denunciarlo -far finta di non essersene accorto per pianaificare un contro inganno Abbiamo una serie di possibilità: 1. Inganno riuscito 2. Primo livello di incassamento: inganno non riesce ma spia non è scoperta 3. Secondo livello di incassamento: spia scoperta ma non si crede che la spia sia consapevole di essere smascherata 4. Terzo livello di incassamento: spia è consapevole di essere stata smascherata e si sa che lei è la spia 5. Inganno svelato: l’inganno è pubblicamente svelato Competenza comunicativa Competenza: insieme di capacità astratte possedute da un sistema (indipendentemente da come vengono utilizzate). Prestazione: capacità effettivamente dimostrate e desumibili dal suo comportamento. Differenza è cruciale per discriminare cosa un sistema è in grado di fare in linea di principi. Il fatto che un soggetto riesca a fare una det cosa è indicativo che quella capacità rientra nella competenza. Ma se il fatto che un soggetto non sia mai stato osservato mentre fa una certa azione non vuol dire che non ne abbia la competenza, magari potrebbe farlo ma non si è mai trovato nelle condizioni di attivare tale capacità. Oppure il soggetto non possiede la competenza e quindi non potrà mai esere registrata una sua prestazione. Questione si complica se competenza deve maturare (non si può osservare prestazione fino a che competenza non sia matura). La maturazione dipende dal fatto che sia realizzata da struttue neurali e cognitive non pronte alla nascita ma si sviluppano successivamente - quindi in mancanza di maturazione è da attribuirsi al fatto che non sisi siano rese disponibili in tempo utile le strutture necessarie. Competenza modulare: competenza le cui strutture neurali e cognitive implicate possono essere specifiche per quella det competenza. Solo la presenza di una prestazione è prova dell’esistenza della competenza relativa-> non rilevamento della prestazione può essere: • indice di defict di prestazione: invito alla prudenza interpretativa • Deficit delle strutture di supporto: invito ad eliminare qualunque raccolta di dati non supportata da una teoria • immaturità delle strutture di supporto. Da punto di vista sperimentale si tratta di distinguere tra • fallimento sistematico (indice di problema a livello di competenza) • fallimenti occasionali attribuibili a cause specifiche ma eliminabili con una diversa sperimentazione. Evidenza a favore su 3 dimensioni: 1. teoria deve essere compatibile con quanto sappiamo sull’evoluzione dell’uomo 2. una teoria deve spiegare cosa succede quando il sistema è stabilizzato e spiegare il suo sviluppo ontogenetico 3. teoria deve riuscire a correlare i processi mentali impegnati nella comunicazione con le funzioni cerebrali che li realizzano. Evoluzione competenza comunicativa Idea essenziale è che mente umana è il prodotto del processo evolutivo che ha caratterizzato la storia del genere Homo. Secondo psicol. Evoluz: architettura della mente umana è adattata alla vita che i nostri antenati conducevano (vita da cacciatori raccoglitori). Ultima versione di Homo sapiens è in cirolazione da 200k anni (condizioni di vita nel corso della filogenesi molto diverse). Homo sapiens ha passato il 99% della vita in gruppo. Ogni animale interagisce in modo sistematico utilizzando modalità comunicative di crescente complessità. Animali che hanno vita sociale + intensa sviluppano sistema di comunicazione corrispondentemente + complicato. Ragione di questa correlazione sta nel fatto che in mancanza di struttura sociale, un sistema di comunicazione nonoffre nessun premio evolutivo. Intera struttura comunicativa è geneticamente precostituita e l’articolazione della struttura sociale dipende da quanto è + o – rigida la reciproca interazione fra gli individui: • Sistema rigido di interazione: si trova in tutte le specie animali; ogni segnale corrisponde ad un unico significato; segnale è deterimanato geneticamente. • Sistema semirigido di interazione: ipico dei mammiferi superiori; limitato numero di signficati può essere montato secondo connettivi rigidi a costruire un significato composto; esistono signifiati elementari associalibili ad altri per comporre discorso sensato; rimane limitato al numero di significati elementari • Sistema aperto di comunicazione: solo degli esseri umani; significati elementari e frasi generabili potenzialemente infinite; linguaggio umano compone parole in base ad unità elementari. Quando è comparso il linguaggio umano? Risposta induttiva su base anatomic, dati di tipo evolutivi. Punto di riferimento BradShaw. Per parlare è necessario un apparato fonatorio adeguato e sistema uditivo per discriminare i suoni emessi. I primi ominidi possedevano la struttura fonatoria utile/ apparato uditivo sviluppato già a partire dai mammiferi superiori. Lieberman chiarì la relazione tra linguaggio e neuroanatomia. Tratto vocale umano garantisce vantaggio selettivo perché è in grado di produrre suoni non nasalizzati. De Waal da notare che comunicazione fornica dei primati non umani si basa su vocali perché la loro cavità orofaringea non permette produzioni di consonanti. Grazie ai confini naturali forniti dalle consonanti il vocabolario umano è molto ampio. Eccezione a incapacità scimmie a produrre verbalizzazioni sono le scimmie gelada: Richman documenta che sono in grado di produrre suoni equivalenti a quelli di consonanti intervallate da vocali dimostra che scambi sincronizzati di grida hanno caratteristiche ritmiche e melodiche. Dunmbar per spiegare ciò fa ricorso alle necessità della loro vita sociale (bande di 120 individui). Linguaggio strumento di coesione sociale unico per permettere evoluzione e mantenimento di gruppi di 150 persone. Funzione essenziale linguaggio è permettere di stabilire legami sociali ma per passare da vocalizzazione a lignuaggio è il cervello che conta. Evidenza neuropsicologica: per essere in grado di parlare è anche necessaria una capacità cerebrale specifica-> Broca e Wernicke. Homo habilis il primo ominide a mostrare le capacità cerebrale insipensabile per supportare l’abilità linguistica. Con Homo Herectis il volume cerebrale supera i 900cc, Homo sapiens 1200cc e Homo sapiens moderno 1400cc. Protolignuaggio umano si può far risalire a 1kk e mezzo di anni fa con Homo erectus-> ma per arrivare a vero linguaggio Homo sapiens. La capacità simbolica rappresenta la svolta successiva nell’evoluzione linguistica. Una tale capacità simbolica può essere attribuita a Homo sapiens. Linguaggi come lo conosciamo oggi è prerogativa di Homo sapiens moderno e quindi biologicamente recentissimo, meno di 200k anni fa. Donald pensa che tutti i linguaggi conosciuti possono essere fatti risalire ad un antenato comune. L’evidenza archeologica è legata ad una linea argomentativa che si basa sulla costruzione di manufatti che dimostrano una vita sociale sufficientemente complessa da stabilizzare linguaggio evoluto; ma è solo 400k ani fa che si è verificata vera e propria esplosione nella costruzione di strumenti (costruzione sistematica). Scrittura Nessun animale usa strumenti al fine di lasciare traccia e anche nei casi in cui ritroviamo tracce lasciate appositamente non sono mai realizzate attraverso uno strumento esterno al proprio corpo. Gli esseri umani invece sembrano dotati di un innata competenza notzionale differenziabile tra scrittura e disegno. + Geniale invenzione è usare capacità di tracciare simboli per mantenere conoscenza di gruppo oltre che a individuo, rendendo possibile cultura intergenerazionale. Cognizione esterna permette di utilizzare indicatori ambientali come supporto dell’attività cognitiva. Idea di cognizione interna ed esterna è vicino a concetto di azione situata di Suchman: pianificazione piano d’azione non avviene in mente di attore ma si costruisce mentre avviene interazione con mondo. La consapevolezza + importante è che la congnizione è incarnata (realizzata in un corpo specifico dotato di particolari caratteristiche) In questo senso le nostre capacità intellettuali sono collegate all’abilità manuale-> ma pura potenzialità corporea non è sufficiente: gli ominidi hanno sia cervello (cognizione interna), sia condizioni ambientali (congizione esterna) sia le caratteristiche corporee (congizione incarnata). La memoria esterna è un supporto tecnologico alla piena espansione delle capacità simboliche rappresentate dal linguaggio. Solo quando memoria esterna si concretizza in scrittura e risorse costituita da alfabero nasce cultura moderna. È la cognizione esterna a permettere aumento incrementale del sapere. Dato che la caratteristica di permanenza vale anche per extralinguistica dovremmo poter riconoscere scrittura extralinguistica: Marshack ha documentato il primo caso di scrittura protolinguistica (notazione su osso per marcare tempo). Diversi tipi di scrittura: • Pittogrammi: segni + di 1000 • Logogrammi: segni tra 1000 e 100 • Scrittura sillabica: segni tra 100 e 40 • Alfabeto: segni meno di 40 + Antico esempio di scrittura pittografica è in mesopotamia nella città sumera di Kish. L’efficacia di un pittogramma è anche un suo limite: ciascuno può comprendere il significato dei segni. Pittogrammi= sorta di rappresentazione associativa cui significato può essere colto da chi sia già a conoscenza dei fatti che ha davanti agli occhi. Per rendere + efficacia scrittura pittografica è necessario operare stilizzazione. Mesopotamici operano un sistema di scrittura e abbiamo una schematizzazione (occhio=vedere/triangolo=donna). Passo decisivo verso scrittura è sostituzione di ideogrammi con fonogrammi che avviene in mesopotamia nel 2500 a.c. riducendo segni utilizzabili a 100. Meccanisimo principale è rebus a trasferirmento: per esprimere un concetto lo scrittore usa la pronuncia del segno e non il segno in se. Ultimo passaggio è alfabetizzazione operata dai Fenici nel 1700 a.c. e la cui prima documentazione è il lineare A con 40 caratteri. Fenici utilizzavano solo consonanti che poi vengono accostate alle vocali dei Greci nel 100 a.c. realizzando totale corrispondenza tra comunicazione linguistica parlata e scritta. Possibilità di rendere permanente sistema simbolico composizionale stabilizza ogni conquista intellettuale e facilita transizione culturale da individuo a individuo e tra gen e gen. Il piccolo umano è macchina per apprendere e genitore vincolato ad essere insegnante. È istruttivo confrontare stile insegnamento- apprendimento tra primati e umani. Mentre umani hanno naturale attitudine ad insegnare e grande disponibilità ad apprendere, primati si limiitano a mostrare come si fa una cosa. Assenza di capacità imitativa nei primati rende impossibile apprendimento culturale. Importante conseguenza è che non possono generare alcun gesto interpersonale con significato stabile. Rapporto encefalico micro/macro In generale i grandi animali tendono ad avere cervelli + grossi dei piccoli animali. Considerazione non soddisfacente perché un animale di taglia maggiore deve dedicare la stessa percentuale di cervello a controllare le funzioni corporee essenziali. Jerison ha proposto il quoziente di encefalizzazione: si basa sulla relazione tra cervello e corpo e rappresenta la misura di quanto l’effettiva dimensione cerebrale di una specie supera quella che sarebbe prevedibile per animali di quella taglia. Primati hanno cervello doppio rispetto alla tsglia degli altri mammiferi; gli uomini hanno cervello triplo rispetto a primati. Biologo Passingham ha evidenziato che se le dimensioni cerebrali accrescono è la corteccai cerebrale (primati 70%) a crescere di +. Attribuisce alle scimmie un quoziente di encefalizzazione pari a 1 fino a Homo sapiens pari a 7. Antropologo Deacon sostiene che incremento cerebrale delle scimmie rispetto ad altre specie è stato sottostimato e uomo diverge completamente dal trend. .(se ho tempo riassumo questa parte ma per ora la salto) Evoluzione del linguaggio Diverse ipotesi: • Ipotesi della continuità linguistica: prima formulazione di Piaget. Secondo lui li linguaggio deriva senza soluzione di continuità dalla capacità comunicativa extralinguistica (vedeva nel sistema motorio il precursore del linguaggio). Chomsky lo criticò facendogli notare che se questa teoria fosse vera, i bambini tetraplegici dovrebbero mostrare deficit linguistici ma non è così. Questa ipotesi è stata implicitamente fatta propria da chi ha tentato di insegnare linguaggio ai primati. Le primatologhe Greenfield e Savage-Rumbaugh sostengono che gli scimpanzé sono in grado di usare la pragmatica della ripetizione • Ipotesi della discontinuità linguistica: Chomsky è il sostenitore di questa tesi. Per lui il linguaggio non si è evoluto a fini comunicativi ma si innesta nell’uomo con un salto evolutivo non spiegabile causalmente (linguaggio arriva in un sistema già complesso arricchendolo). Critiche di Pinker che mostra come l’ipotesi si fondi su una cattiva comprensione dei principi dell’evoluzione darwiniana: anche piccoli incrementi sono utili a migliorare la possibilità di riprodizione. Secondo Bickerton, Homo erectus possedeva un protolinguaggio equivalente a quello dei bambini nello stadio del pidging (linguaggio elementare) • Ipotesi della continuità extralinguistica e discontinuità linguistica: compatibile con Chomsky e con continuità linguistica. Riferimento essenziale è Burling: egli conclude che la comunicazione nei primati possiede un impressionante serie di caratteristiche simili alla comunicazione umana non verbale. Queste caratteristiche sono : 1. Gradualità del segnale 2. Scarso bisogno di apprendimento 3. Capacità informativa: eccellenza nel trasmettere info su emozioni e volizioni 4. Controllo volontario incompleto 5. Mancanza di produttività 6. Impossibilità di dislocazione
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